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1 Regione Calabria Comune di Corigliano Calabro Piano distrettuale degli Interventi del Distretto Socio-Sanitario di Corigliano Calabro “Progetto Animazione - Attività di promozione e valorizzazione della genitorialità presso lo Sportello Famiglia di Corigliano Scalo” La Famiglia A cura di: Loredana Meringolo, Luigia Rosito, Tina De Rosis, Anna Fiorentino, Carmela Tortchiaro Fotografia di: Luca Policastri

Famiglia opuscolo - Piano distrettuale degli Interventi del Distretto Socio -Sanitario di Corigliano Calabro

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Regione Calabria Comune di Corigliano Calabro

Piano distrettuale degli Interventidel Distretto Socio-Sanitario

di Corigliano Calabro

“Progetto Animazione - Attività di promozione e valorizzazione della genitorialità presso lo Sportello Famiglia di Corigliano Scalo”

La Famiglia

A cura di:Loredana Meringolo, Luigia Rosito, Tina De Rosis,

Anna Fiorentino, Carmela Tortchiaro

Fotografia di: Luca Policastri

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Premessa

Quando una coppia da vita ad un nucleo familiare inizia un processo di sviluppo che nel tempo sarà scandito da fasi evolutive positive e negative, alcune prevedibili altre imprevedibili, che definiranno gli stadi del ciclo vitale di quella famiglia. In ognuno di questi stadi il gruppo-famiglia dovrà trovare un nuovo equilibrio; riela-borare ruoli, regole e relazioni psico-affettive.In questo opuscolo vorremo segnalare, alla coppia prima ed agli eventuali genitori dopo, le peculiarità specifiche di ogni tappa evolutiva ed i compiti a cui la famiglia sarà chiamata a rispondere.

Edizioni: Associazione Mondiversi Onlus

Foto di pag. 8 offerta da Tina De Rosis

Grafica: Giovanni Orlando

Stampa: Tipografia Tecnostampa di De Luca & GigliottiLargo DeleddaTel. e Fax 0983.88530787064 Corigliano Calabro

L.P.

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Tu e il tuo partner

Oggi le aspettative di ciascun partner sono più elevate che in passato. Al pro-prio partner e alla propria relazione si chiede molto: ci si aspetta di ricevere empatia, comprensione, condivisione, sostegno, cura, protezione e soprattutto, in modo più o meno consapevole, ci si aspetta che il partner e il legame con lui appaghino i bisogni più profondi. Ciò espone con estrema facilità la relazione e la coppia a dolorose delusioni.Talvolta succede che le premesse che stanno alla base del progetto costituti-vo della coppia siano piuttosto fragili. Spesso la coppia si forma intorno alla aspettativa di uno o di entrambi i part-ner di trovare nell’altro il complemento perfetto a se stessi. Altre volte la coppia si porta dietro, senza esserne consape-vole, i conflitti della generazione prece-dente. In altre situazioni, l’illusione che il ma-trimonio sia un processo attraverso il quale due persone diventano Una può portare ad una nefasta repressione dei

bisogni individuali. In ultimo, le storie d’amore possono finire. Poco male quando la cosa suc-cede da entrambe le parti e ci si lascia di comune accordo. Quando invece si è lasciati, allora non è più un semplice dolore: l’angoscia di essere abbandona-ti può divenire una vera malattia. Diversamente il rapporto di coppia è più ricco e gratificante per entrambi i partner quando ciascuno è capace di entrare in intimità con l’altro rispettan-dolo nella sua unicità ed individuali-tà, aiutandolo nelle sue aspettative ed al soddisfacimento dei propri bisogni. E cresce quando la coppia assieme af-fronta con fiducia e reciproco sostegno le diverse fasi dell’esistenza.

Alcune problematiche che possono sor-gere nella coppia:Problemi• la mancanza di comunicazione• i disagi nella sfera sessuale• la gestione e l’educazione dei figli• la nascita di un figlio (evento che può

mettere in crisi una coppia)• la mancanza di un figlio desiderato• il cambiamento della relazione nel

corso del tempo (le esigenze dei due partner cambiano a seconda delle varie fasi della vita)• l’ infedeltà

Spesso, tali proble-matiche, portano la coppia a rivolgersi a degli esperti che possono meglio aiutarla ad affron-tarle e a risolverle, come ad esempio gli psicoterapeuti.Nell’ambito di que-

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sto particolare tipo di trattamento, l’at-tenzione è rivolta più alla relazione tra i due partner che non ai vissuti dei singo-li individui. La psicoterapia di coppia, infatti, non cura la persona che soffre di disagi psichici responsabili di avere al-terato l’equilibrio di un rapporto, bensì la coppia in crisi, che si avvale dell’aiu-to di uno specialista per ritrovare un clima migliore per la sua vita sentimen-tale. La psicoterapia di coppia, proprio perché ha lo scopo di “far star meglio” le persone, può aiutare a far accettare la separazione con maggior serenità a entrambi i partner.

La genitorialità

Essere genitori significa nutrimento fi-sico e psicologico, protezione, guida e aiuto ai bambini. L’esperienza della genitorialità, che in-troduce il figlio nella relazione di cop-pia dando vita a combinazioni affettive triangolari, comporta spesso un perio-do di crisi tra i coniugi stessi. Per molte coppie la nascita del figlio conferma po-sitivamente se stessi ed il proprio lega-me e realizza le proprie aspettative. La

condivisione della genitorialità determina una maggiore consa-pevolezza di alcuni aspetti in-terni, quali le aspettative ideali su come dovrebbe essere un ge-nitore e come dovrebbe essere la relazione in una coppia di ge-nitori. La relazione con il part-ner, in questa fase, svolge un ruolo molto importante fungen-do da “contenitore” della note-vole quota di affettività attivata. Con la nascita del figlio inizia per entrambi i genitori una nuo-va relazione di attaccamento reciproco; aumenta l’attenzio-ne all’altro ed ai suoi bisogni; si prova il piacere di prendersi cura. Si avvia quella relazione di accudimento-attaccamento che diventa la “base sicura”, su cui il figlio potrà gradualmente regolare i propri bisogni psico-fisici.

Il periodo perinatale

Nei nove mesi della gestazione i futu-ri genitori provano una vasta gamma di emozioni: possono sentirsi felici, in collera, oppure disperati. Allo stesso modo il bambino che sta per nascere può sentirsi accettato o rifiutato. Il mo-mento della nascita può essere sereno e accogliente o violento e terrificante, a seconda dei modelli culturali, del luogo di nascita e di coloro che assistono al parto.Le esperienze pre e perinatali sono for-mative sia per i genitori che per i bam-bini. I giochi fatti nella prima casa, l’utero, diventeranno automaticamente

i giochi che verranno fatti in una casa più ampia, il mondo. L’utero è il primo vero mondo del bambino e il modo in cui lo sperimenta incide sulla formazio-ne della sua futura personalità.Pochi genitori sono informati della sen-sibilità del bambino già all’inizio della gestazione. L’educazione inizia nell’utero, l’educa-zione prenatale è la nostra vera “educa-zione primaria”.

Quali comportamenti assumere?

Nell’ambito della promozione della sa-lute perinatale e infantile, sono da tem-po considerati prioritari gli interventi fi-nalizzati alla promozione delle seguenti pratiche:

Comportamento Ti protegge da

1. Assunzione di acido folico

2. Astensione dal fumo e dall’alcol prenatale

3. Astensione dal fumo e dall’alcol postnatale

4. Allattamento materno

5. Posizione supina del bambino

6. Utilizzo delle misure di protezio-ne in auto

Spina bifida, anencefalia, labiopalato-schisi, malformazioni congenite cardia-che, urinarie degli arti ecc.

Prematurità, basso peso del neonato, mortalità perinatale, SIDS (Sindrome della morte in culla)ecc.

Patologie delle prime vie respiratorie, SIDS ecc.

Infezioni gastrointestinali, infezioni del-le prime vie respiratorie, SIDS, obesità, difficoltà cognitive e relazionali

SIDS (Sindrome della morte in culla)

Traumi da incidenti stradali

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L’infanzia

Il bambino è un individuo diverso dall’adulto. Non si tratta di un piccolo adulto, ma si differenzia da questo ultimo per la qualità e per la quantità delle esperienze che egli compie.Il bambino è un soggetto che si sta formando, che si sviluppa sotto diversi punti di vista. Possiamo distinguere, dunque, diversi tipi di bisogni:

Bisogni fisici Igiene personale e dei luoghi che lo circondano; attività fisica; movimento; ali-mentazione; sonno; abbigliamento (adeguato alle condizioni); spazio; disten-sione; gioco

Bisogni affettivi Ascolto; comprensione; affetto; protezione; fiducia; confidenza; accettazione; relazione e comunicazione; autonomia; allegria; espressione e creatività; sicu-rezza e stabilità

Bisogni cognitiviCuriosità; scoperta; esplorazione; ricerca; invenzione e creazione; voglia di co-noscere e di imparare; confronto tra esperienze diverse; elaborazione e ragio-namento, deduzione; immaginazione e cre-atività; gioco; comuni-cazione

Bisogni socialiComunicazione; par-tecipazione; contatto con gli altri e relazio-ne; confronto; integra-zione; cooperazione; competizione; gioco; rispetto degli altri e delle regole collettive

Comportamento Ti protegge da

7. Vaccinazioni

8. Lettura ad alta voce

9. Informarsi dal proprio medico

10. Controllare peso corporeo

11. Verificare le malattie genetiche in famiglia

12. Verificare eventuali malattie a trasmissione sessuale

13. Controllare alcune infezioni

14. Prestare attenzione ai farmaci

Malattie infettive

Difficoltà cognitive e relazionali, disles-sia

Eventuali errori derivanti dall’inespe-rienza o incapacità

Alimentazione non corretta, stato fisico inadatto all’età

Possibili malattie

AIDS, malattie trasmissibili sessual-mente

Possibili malattie

Patologie derivanti l’uso non corretto di farmaci

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Quali azioni potete compiere voi genitori1. Cercate di rendere la vostra casa sicura e divertente ● Rendete la vostra casa sicura dai pericoli a cui un bambino può andare in-

contro;● Cercate di dare poche ma indispensabili regole. Cercate di conservare altro-

ve le cose che hanno più valore, vi eviterete continui NO nel tentare di non farglieli toccare;

● Alcune volte, cercate di fare dei cambiamenti stimolanti per giocare in ma-niera diversa con vostro figlio invece di utilizzare i soliti giocattoli, come ad es. costruire una tavola su cui farci scivolare le macchinine o costruire una casetta con delle scatole di cartone, ecc;

● Se dovete portare i bambini con voi nel compiere alcune commissioni, por-tatevi anche dei giocattoli così quando voi avrete da fare, loro nel frattempo giocheranno.

2. Favorite il processo di indipendenza ● Stimolate il bambino in quei gio-

chi dove possa esercitarsi a dire “No”, per es. “Il papà dorme sul tavolo?” “Il cane fa miao?”;

● Non ponete scelte al bambino se in effetti poi non può farle lui. Ad esempio se siete costretti ad andare al supermercato non chiedetegli se vuole venire quan-do l’unica alternativa è quello di portarlo con voi, ditegli “Adesso stiamo andando a comprare tante cose buone al supermercato”;

● Quando vostro figlio non vuole fare qualcosa che è costretto a fare, cercate di rendere la cosa come se fosse un gioco, ad esem-pio quando deve fare il bagno mettete nell’acqua dei giochi con cui possa passare il tempo, ecc;

● Dategli la possibilità di fare pic-cole scelte, per es. “Vuoi metterti il maglioncino blu o quello giallo

oggi?”, “Vuoi il budino o il frullato oggi?”;

● Quando fa qualcosa di sba-gliato cercate di star calmi e ragionate con lui, invece di dire “Non buttare in aria i giocattoli “ dite “Lo so che sei capace di poggiare i gio-cattoli senza lanciarli in aria, fammi vedere come fai”. In-fine fategli un complimento quando impara in maniera corretta a far le cose;

● Cercate di distrarre il vostro bambino invece di ordinargli cosa non deve fare. Ad esempio provate a dire “Ti piacerebbe giocare con il trattore nuovo ades-so?” piuttosto che “Smettila!”;

● Parlate in maniera molto chiara al vostro bambino piccolo. Dicendo soltanto “No”, potrebbe non capire bene cosa volete dirgli. Ditegli esplicitamente ad esempio: “Non sbattere la forchetta sul piatto, potrebbe rompersi” ed infine distraetelo con altro;

● Quando il bambino non vuole venire con voi in un luogo dove siete costretti ad andar con lui e non c’è tempo per usare strategie che lo convincano, pren-detelo in braccio e portatelo con voi, non ditegli però che se non lo farà lo lascerete solo abbandonandolo. Queste minacce spaventano esageratamente i bambini piccoli tanto da non riuscire a staccarli più da voi.

3. Facilitate la conoscenza dei loro sentimenti ● Chiamate con il proprio nome i sentimenti che può provare il vostro

bambino/a perché così impara non solo a dare un nome ai sentimenti ma anche a parlarne. Ad esempio potete dire: “Ti senti triste perché mamma sta fuori casa due giorni per lavoro”;

● Leggete libri dove vengono rappresentati i diversi tipi di sentimenti che una persona può provare: amore, rabbia, felicità, tristezza, ecc;

● Cercate di distaccare quello che è il sentimento di rabbia dal comportamento aggressivo di vostro figlio. Ad esempio potete dire “Lo so che sei arrabbiato, ma non devi picchiare gli altri bambini. Quando ti senti arrabbiato vieni da me che ne parliamo”;

● Aiutate i bambini a capire la differenza tra i loro sentimenti e quelli degli altri. Ad esempio potete dire “Piangerà Giovanna se la picchi, puoi darle però una carezza cosi la farai sentire meglio “.

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4. Aiutate i vostri figli ad affrontare le paure

I bambini non riescono a capire ade esempio:1. Che se uscite di casa non starete via per sempre ma ritornerete presto → perché non hanno la percezione del tempo.

2. Che non possono essere risucchiati dallo scarico della vasca da bagno → perché non conoscono ancora lo spazio e la misura.

3. Che la parte del corpo dove si son feriti non la perderanno → perché non comprendono bene che il corpo è parte di loro.

4. Che i mostri che sognano non li possono portare via → perché non sanno ancora distinguere la realtà dal sogno.

Come combattere le paure ● Paura di una ferita. Se gli metterete un cerotto anche su quelle ferite lievi o

sui graffi dove non ce n’è realmen-te bisogno, lo rassicurerà e lo farà sentire meglio;

● Paura di un mostro. Ditegli che i mostri non esistono e nello stesso tempo non cercateli sotto il letto o altrove, il bambino potrebbe pen-sare che bisogna cercarli prima di affermare che non ci sono;

● Paura di un incubo. Se ha appena avuto un incubo ditegli che è un sogno e che non sta accadendo davvero e infine tranquillizzatelo;

● Paura del distacco. Il bambino deve avere con sé il suo giocatto-lo preferito quando ne ha bisogno perché lo aiuterà ad affrontare le paure;

● Paura del buio. Rassicuratelo stan-dogli accanto e facendogli vede-re che anche se c’è buio non c’è niente che possa fargli del male. Caso mai usate una luce notturna.

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Arriva un fratellino

La nascita di un secondo figlio, in famiglia, rappresenta un cambiamento per tutti i componenti, in modo particolare i primogeniti sono coloro che più ne risentono. L’arrivo del nuovo nato è un evento stressante e difficile per tutti i primogeniti che hanno un’età al di sotto dei due anni. Le complicazioni che ne possono scaturire riguardano maggiormente il non sentirsi amato perché un bambino di questa età, che non ha ancora sviluppato sicurezza in sé e negli altri, non riesce a capire che, anche se si ha meno tempo da dedicargli, ciò non significa che i genitori smettano di volerlo bene sostituendolo con il nuovo nato.Mantenere un buon rapporto con il primogenito, significherà rendere la vita più semplice e più facile sia per lui che per voi perché questo gli permetterà di acqui-sire autostima e fiducia verso se stesso e verso gli altri.

Quali comportamenti potete assumere voi genitori

1. Prima ancora che il fratellino nasca❖ Ad un bambino molto piccolo non parlategli subito dell’arrivo di un fratelli-

no. Anche se siete contenti, vostro figlio può non capire bene ancora quello che si sta verificando. I bambini soprattutto quelli molto piccoli non hanno la nozione del tempo per cui non si rendono conto a quanto possa corrispon-dere una settimana o un mese;

❖ Informatelo più avanti, durante la gravidanza, quando può incominciare a vedere, ad esempio, la pancia della madre che aumenta così si renderà conto di ciò che avverrà. Sarebbe un’idea portarlo con voi durante alcune visite di routine o renderlo partecipe ai preparativi per l’arrivo del fratellino;

❖ Potrebbe volervi aiutare con gli acquisti da dover fare per il fratellino, permet-tetegli di farlo ma solo laddove decidiate di lasciarglielo fare;

❖ Non fate troppi cambiamenti come spostare il vostro bambino dalla culla al lettino proprio quando il bambino sta per nascere. Potrebbe pensare che lo state spostando solo perche le sue cose, all’arrivo del fratellino non saranno più sue. Se avete intenzione di farli, anticipate di parecchio il momento e cercate di rendere tale cambiamento un qualcosa di nuovo ma di più bello, fatto esclusivamente per lui e non per il fratellino che verrà;

❖ Non decidete di togliere il pannolino al vostro primogenito proprio quando il fratellino sta per nascere, a meno che non sia lui a dimostrare di voler usare il vasino o il bagno. Questo passaggio è già difficile di per sé, forzarlo poi in

un momento delicato come questo sarebbe controproducente. Quando il nuovo nato arriverà e vedrà che lui userà il pannolino, si chiederà perché lui debba usare il bagno o il vasino diversamente dal fratellino;

❖ Cercate di programmarvi l’assenza della madre da casa durante il parto in ospedale. Potete decidere di farlo stare comunque a casa, con persone da lui conosciute e con cui gradisce stare, in modo tale da non vederlo come un trauma o una perdita definitiva della mamma. Oppure potrebbe andare in un altro luogo o con persone che lui non ha mai visto fino a quel momento, ma in questo caso cercate di far conoscere tali persone al bambino per po-tergli dare così il tempo di abituarsi a queste nuove presenze.

2. Nel momento in cui la mamma è in ospedale per il parto❖ Molti bambini si sentono meglio quando possono custodire qualcosa che

appartiene alla mamma mentre lei è via, per esempio una foto rappresentan-te la famiglia, un suo portachiavi e così via;

❖ Può risultare utile ricevere un dono come regalo da parte del nuovo nato così come potrebbe accadere che lui decida di voler fare un regalo al fratel-lino per dargli il benvenuto.

3. All’arrivo del fratellino a casa❖ Ci saranno sicuramente dei cambiamenti, dei comportamenti strani in vostro

figlio, anche se era stato , con largo anticipo, preparato a tale evento. Può volerci del tempo per abituarsi a questa nuova vita, specialmente se il nuovo arrivato sembra ricevere più attenzioni!;

❖ Può accadere che vostro figlio, invidiandosi del fratellino, voglia tornare ad utilizzare o a fare cose che precedentemente aveva smesso di fare come ad esempio voler usare nuovamente il pannolino o voler bere il latte nel bibe-ron. Lasciategli assumere questi comportamenti infantili senza sgridarlo o arrabbiarvi, così facendo riuscirà a superare il tutto con più serenità;

❖ Si comporterà male, farà i capricci ma voi dovete cercare di capirlo e fargli capire che voi comprendete quello che sta passando, questo lo farà sentire meglio. Potreste dirglielo esplicitamente che sapete quando lui sia arrabbia-to per il minor tempo che gli state dedicando e, nonostante siate impegnate nell’accudire il nuovo nato, cercate contemporaneamente di far qualcosa anche col primogenito quando, ad esempio, lo allattate, guardando la tele-visione insieme o raccontandogli qualche storia;

❖ Insegnate a vostro figlio come toccare il piccolo senza farlo male, ma tene-telo sempre sotto controllo quando lo fa;

❖ Fate capire a vostro figlio che picchiare il piccolo è sbagliato. Se lo picchia ditegli ad esempio “so che sei arrabbiato, ma non lo devi picchiare”.

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I contrasti tra fratelli

I genitori molte volte si preoccupano quando i loro figli, per delle cose anche fu-tili, litigano tra loro. Quando il litigio non supera certi limiti, viene considerato un bisticcio abbastanza “normale” anche perché li aiuta a rapportarsi e a confrontarsi con gli altri. Quando il bisticcio degenera in una lite dove qualcuno potrebbe farsi addirittura del male, è necessario, in quei casi, che i genitori intervengano cercan-do di calmare la situazione come meglio possono.I litigi tra fratelli sono sicuramente spiacevoli da sopportare ma rappresentano una delle modalità con cui i vostri figli imparano a rispettare le idee e i modi di pensare degli altri, che molto spesso sono differenti dai propri; impareranno così a risolvere le problematiche tra loro, senza che nessuno debba intervenire ogni qualvolta non c’è condivisione e si abitueranno, infine, a discutere civilmente instaurando rela-zioni costruttive e durature anche fuori dall’ambito familiare.

Quali comportamenti potete assumere voi genitori

Suggerimenti per evitare litigi tra fratelli: 1. Dedicate lo stesso tempo ad ognuno dei vostri figli, non fate differenze. 2. Fate in modo

che i vostri figli abbiano un qualcosa che ritenga-no esclusiva-mente loro e che non debbano di-videre con i fratelli.

3. Q u a n d o si tratta di b a m b i n i a b b a s t a n -za piccoli, ognuno di esso deve avere almeno un suo giocattolo, ad esempio una macchinina o una bambola, in modo tale che se fanno lo stesso gioco ognuno ha il suo.

4. Se avete più figli, evitate che qualcuno rimanga da solo in disparte. 5. Cercate di creare un piccolo spazio gioco che sia tutto loro che nessuno

debba toccare; i bambini ne hanno bisogno. 6. Non fate paragoni tra loro, questo porta sempre a sentimenti di invidia o di

esclusione. 7. Donate abbracci, carezze, baci a ciascuno dei vostri figli. 8. Dovete stabilire delle regole di comportamento da rispettare, in modo tale

che se qualche vostro figlio le dovesse infrangere, voi interverrete solo come conseguenza di una regola infranta e non perché prendete posizione nei confronti di uno piuttosto che di un altro.

9. Quando vi rendete conto che i vostri figli sono arrabbiati, aiutateli a sfogar-si in qualche modo, senza prendersela con i propri fratelli. Per i bambini potrebbe aiutare fare qualche gioco manuale che li scarichi da questo stato d’animo, per i più grandi invece potrebbe aiutare un’uscita o semplicemente riuscire a creare quella situazione che li spinga a parlare e a confidarsi con voi, sfogandosi di tutta quella rabbia che li angoscia.

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li “colpe” (“tuo figlio”), sottovalutando i segnali che provengono dall’ester-no. Non dimentichiamo poi che l’ini-zio della scuola è carico di vissuti da parte del bambino stesso che potrà, a volte, manifestare anomalie del com-portamento (iper-attività, svogliatezza, ribellione), piccole regressioni (linguag-gio da “bambino piccolo”, pipì a letto,

richiesta di mag-giore presenza dei genitori) e ciò può, a sua volta, generare piccoli conflitti tra i geni-tori sull’educazio-ne del figlio e sul loro rapporto con la scuola. Per i bambini che iniziano, la scuo-la può essere un luogo strano ed inquietante. Di solito devono im-parare a cavarsela con gli edifici più

grandi, con molti più bambini e meno adulti che li sostengono. È il periodo in cui iniziano a paragonarsi con altri. So-litamente, inoltre, ci si aspetta che fac-ciano molte cose nuove. Le giornate scolastiche possono stan-care molto, in particolare quei bambini che sono abituati a fare un riposo du-rante il giorno. I bambini possono aver atteso a lungo il momento di andare a scuola e sentirsi molto abbattuti se non si divertono come avevano sperato. An-che per quelli che si divertono l’inizio della scuola è comunque stressante.

Età scolare

L’ingresso dei figli nel mondo della scuola rappresenta il primo vero con-fronto esterno della nuova famiglia con la società e può essere considerato, e vissuto, anche come un giudizio, un banco di prova per quanto riguarda le

decisioni e le scelte che la coppia geni-toriale ha preso nell’educare e crescere i propri figli. Sottolineiamo l’importanza delle rispettive famiglie di origine, delle aspettative, dei timori, delle speranze, delle differenti concezioni riguardo il sistema scolastico ecc. Il primo giorno di scuola si siede nel banco tutta la fa-miglia, e spesso il bambino lo percepi-sce. L’inizio della scolarizzazione è un momento importante anche perché, di fronte al confronto con l’ambiente ester-no, la famiglia può reagire in differenti modi, chiudendosi al proprio interno, dividendosi e addossandosi le eventua-

Quali azioni potete compiere voi genitori

1. Accompagnate vostro figlio nella scuola che frequenterà, fategliela cono-scere prima, così che possa capire dove andrà, dove sono i servizi, dove lo andrete a prendere.

2. Preparate il bambino a ciò che accadrà. Accertatevi che abbia vestiti facili da usare, che possa scartarsi la colazione e che sappia come si deve fare per chiedere di poter andare in bagno.

3. Alcuni bambini nei primi mesi di scuola bagnano le mutande e questa può essere una situazione molto imbarazzante per loro. Hanno bisogno di essere rassicurati che è una cosa che capita spesso ai bambini e che non c’è niente di cui preoccuparsi. Incoraggiate vostro figlio a parlarne con l’in-segnante e fornitegli un sacchetto con vestiti di ricambio. Non mostratevi preoccupati ma abbiate fiducia in loro.

4. Non fate tardi quando andate a prendere il vostro bambino: alcuni minuti possono sembrare un’eternità quando non si è sicuri di se stessi.

5. Una salutare merenda subito dopo la scuola può sostituire efficacemente un pranzo saltato a causa dell’agitazione o dell’ansia. Questo è altrettanto importante che mangiare una cena abbondante. I bambini sono spesso affamati dopo la scuola e qualcosa da mangiare li aiuterà ad affrontare il resto della giornata. All’ora di cena possono essere troppo stanchi per voler realmente mangiare.

6. Ascoltateli, ma non fate loro troppe domande: i bambini parleranno quan-do sono pronti. L’ora di andare a letto è di solito un buon momento per ascoltarli.

7. Siate flessibili nei primi giorni di scuola: i bambini possono essere stanchi e scontrosi per un certo periodo, fino a che si stabiliscono e prendano con-fidenza con l’ambiente e con le persone presenti.

8. Organizzate delle abitudini di vita che permettano di avere del tempo per riposare e del tempo per giocare liberamente. Non organizzategli troppe attività da svolgere dopo la scuola, caricandoli di stress.

9. Invitate a casa gli amici di vostro figlio, inizialmente uno alla volta. Cono-scerli vi aiuterà a capire molte cose.

10. Se vi rendete conto, dai comportamenti di vostro figlio, che vi sono situa-zioni di bullismo, raccontatelo all’insegnante.

11. Con l’inizio della scuola, non aspettatevi troppo da loro anche perché i nuovi apprendimenti richiedono molto tempo ed i bambini imparano con ritmi differenti. Il modo migliore per aiutarli è incoraggiarli.

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La Disciplina

Molti genitori non devono trascurare che la disciplina è una parte importante nell’educazione di un bambino. I bambini hanno bisogno della disciplina per sen-tirsi sicuri di sé mentre incominciano a rapportarsi con gli altri e a vivere nella società. I metodi che intendete usare devono adattarsi all’età, alle abilità ed ai bisogni del vostro bambino. Questo può significare che userete modi diversi per ogni bambino della vostra famiglia e dovrete cambiarli mentre il vostro bambino cresce. Il modo con cui comunicate con vostro figlio determinerà se effettivamente lui o lei si com-porterà come voi gli dite di fare.

BAMBINI MOLTO PICCOLI (0-1 ANNI) Utilizzare una disciplina con i bambini così piccoli non porterà sicuramente a niente di costruttivo. Non sono assolutamente in grado di pensare a cosa acca-drà dopo, di capire i motivi o ricordarseli. Invece, impedite che facciano danni (spostando gli oggetti) e prevenite i pericoli (rimuovendoli). Gentilezza, contatti amorevoli e parole sono tanto importanti quanto dar da mangiare e vestire i bambini. Hanno bisogno di imparare che il mondo intorno a loro è amichevole e protettivo e che possono fidarsi di voi. BAMBINI AI PRIMI ANNI DI VITA (1-3 ANNI) I bambini appartenenti a questa fascia di età sono curiosi, vivaci, sempre alla scoperta del mondo guardando, toccando, sperimentando. Vorrebbero fare tut-to loro, arrabbiandosi e incapricciandosi quando si rendono conto di non poter fare o di non riuscire a fare quel che vorrebbero. ❍ Cercate, con molta pazienza, di far vedere al vostro bambino come imparare

le varie abilità e, quando ci riescono, fategli capire quanto siete soddisfatti di lui.

❍ Quando fanno un qualcosa di sbagliato o pericoloso come ad esempio gio-care con oggetti di valore o prendere in mano dei coltelli, cercate di distrarli dandogli qualcos’altro che possa attirare la loro attenzione o mettetegli un programma televisivo che a loro piace particolarmente.

❍ Quando vostro figlio commette un errore, a questa età, non riesce a capire quali conseguenze potrà portare tale errore per cui, quando lo commettono cercate di fargli capire come fare per rimediare, facendolo insieme a lui.

❍ Spesso quando diamo delle punizioni a bambini di questa età, capita che prendano la punizione con sfida o rifiuto piuttosto che imparare. Quando

questo accade, cercate di parlargli con dolcezza e affetto ma sempre con una certa fermezza distraendo-lo poi dopo con qualcosa di piace-vole per non impaurirlo troppo.

❍ Quando vostro figlio non vuole ve-nire con voi, prendetelo in braccio, sollevatelo con la forza soprattutto se si trova in situazioni di pericolo.

❍ Gratificate vostro figlio ogni qual-volta si comporta in modo corretto facendo il “bravo”.

BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE (3-5 ANNI)Cercate di far capire al vostro bambino che non serve a nulla piangere o fare i capricci quando vogliono qualcosa che desiderano perché tanto quando voi dite NO la decisione non cambierà. Usate il NO solo quando siete sicuri che non cambierete idea. Se, invece, vi ren-dete conto di aver sbagliato, chiedetegli scusa e fategli capire il motivo per cui non volevate fare o dire qualcosa.Le punizioni non devono durare molto altrimenti perdono il loro significato, per es. “Se sali ancora con i piedi sulle sedie ti toglierò tutti i giocattoli fino a stasera”. Per riuscire a far fare qualcosa che voi volete al vostro bambino, dovete cercare di rendere il tutto piacevole, solo così avrete qualche possibilità di fargliela fare e premiatelo quando la fa.

BAMBINI IN ETÀ SCOLASTICA (5-12 ANNI)In questa fascia di età, i bambini riescono a capire le conseguenze dei loro sbagli.Nel momento in cui si stabiliscono le regole, fondamentale sarà farlo insieme perchè questo risulterà il miglior modo per insegnargli che ci sono anche le con-seguenze nel momento in cui non le si rispettano, imparando così l’auto disci-plina. Quando la regola viene infranta, la conseguenza deve essere prevista sempre.Cercate di comportarvi in maniera non troppo differente dagli altri genitori, per-ché se reagirete eccessivamente, i vostri bambini se ne accorgeranno e non sarà facile ottenere poi la loro collaborazione perché si chiederanno come mai, ad uno stesso comportamento, non gli verrà riservato lo stesso trattamento degli altri bambini della loro stessa età. Insegnate ai vostri bambini come fare per risolvere i loro problemi, sarà un’abilità utile soprattutto se la si incomincia a quest’età.

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L’adolescenzaL’adolescenza, fase cronologica com-presa tra la pubertà e la maturità, segna una tappa evolutiva molto importante in quanto il suo superamento determi-na se e come l’individuo farà l’ingresso nell’età adulta.Affermazioni come “sto in crisi” carat-terizzano questo periodo, ma che cosa vuol dire veramente?La parola “crisi” indica una fase della vita difficile da superare è, infatti, carat-terizzata dall’ansia per il futuro, dall’im-pulsività incontenibile, dal bisogno di rassicurazione e di libertà, caratteri-stiche che possono ricorrere più volte nell’esperienza di vita.L’adolescenza è un periodo di grandi slanci: affettivi, ideativi, estetici, così come di isolamento, chiusura in se stes-si, grosse delusioni, momenti di tristez-za, rabbia e sconforto. E’ ricerca di se stessi e dell’altro, per soddisfare il pro-prio bisogno di relazione e di intimità.L’immagine che maggiormente viene data dell’adolescente è quella di sog-getti che vivono una fase cruciale e de-licata di sviluppo fisico (il corpo subisce cambiamenti improvvisi, l’immagine che lo specchio riflette lascia spiazzati; la presenza dei peli, la crescita dei seni, la comparsa del ciclo mestruale nelle donne e della barba negli uomini, sono segnali evidenti di crescita e di una ma-turità sessuale) e di crescita mentale, (il loro modo di pensare, la loro intelligen-za, il loro modo di vedere le cose).L’aspetto critico dell’adolescenza si può identificare nell’inadeguatezza di quel-le che, in precedenza, erano le abituali modalità di comportamento. Ciò riguar-da non solo il singolo adolescente, bensì ogni membro della famiglia in relazione ad esso. L’adolescente è costretto ad ab-

bandonare la maggior parte dei punti di riferimento su cui si era sempre basato, per acquisire una propria identità lega-ta ai mutamenti della propria vita. Per-tanto i genitori sono, talvolta, ricercati in quanto fonte preziosa di rassicurazio-ne e conferme, in altri momenti, invece, tenuti a distanza per un sano bisogno di autonomia e indipendenza. L’appartenenza al gruppo dei pari ac-quista, in questo stadio della vita, un valore molto importante perché rap-presenta “il luogo” in cui condividere i nuovi interessi e in cui identificarsi. Gli appartenenti all’altro sesso appaiono sotto una nuova luce, si prova attrazio-ne e desiderio di dar vita ad una rela-zione che vada al di là dell’amicizia. Lo studio in molti casi viene un po’ tra-scurato, le energie hanno nuove mete. L’amica o l’amico vengono ricercati per lunghe chiacchierate in cui confidare i propri segreti.

Quali azioni potete compiere voi genitori

1. Passate del tempo con vostro figlio/a adolescente ◆ Quando si pranza o si cena risulta essere il momento migliore per raccon-

tarsi quello che è successo durante la giornata, i dubbi su determinate cose, i consigli che meglio possono aiutare ad affrontare una certa situazione. È fondamentale che la vostra famiglia mangi assieme, quantomeno nelle oc-casioni più importanti;

◆ Accompagnateli in giro per delle commissioni, sarà un’occasione per poter stare insieme e discutere più facilmente anche perché quando si cammina o si è in auto gli sguardi difficilmente si incrociano e, togliendo l’imbarazzo, parlare vi risulterà più facile;

◆ Una chiacchierata nella loro stanza prima di andare a letto può essere molto rilassante;

◆ Trovate il tempo per riuscire a bere una bibita o mangiare un gelato con vo-stro figlio, sarà un’altra occasione per trascorrere del tempo con lui, andate però in un locale dove i suoi amici non lo frequentano perché potrebbe essere imbarazzante farsi vedere in giro con un genitore.

2. Condividete i loro interessi e fategli conoscere i vostri ◆ Ascoltate la loro musica entrando in quello che è il loro mondo e poi di-

scutete sulle canzoni che invece piacciono a voi, sarà un buon modo per conoscersi più approfonditamente;

◆ Fate lo stesso per quanto riguarda un programma televisivo, uno sport, guar-dateli insieme senza usare troppa critica;

◆ Raccontategli la vostra adolescenza senza usarla però come scusa per fargli una predica;

◆ Guardatevi insieme un film al cinema e poi parlatene.

3. Prestategli ascolto Gli adolescenti quando parlano con i propri genitori spesso si sentono inti-

miditi perché nella maggior parte dei casi ricevono ramanzine, prediche ma anche consigli, rassicurazioni, questo però non li aiuta a sfogarsi con voi e soprattutto ad affrontare i problemi da soli se siete voi a dargli le risposte. Sarebbe più utile per i genitori ascoltare i propri figli e dargli opportunità per sfogarsi, parlare e raccontare.

4. Rispettate i loro spazi e il loro privato◆ Lasciate che si creino degli spazi tutti loro e non entrate nella loro camera

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senza chiedergli di poter entrare;◆ Non spiate i loro oggetti personali come il loro diario mentre loro non sono

in casa;◆ Non cercate informazioni ad

altri per sapere cosa fanno o dove stanno i vostri figli, sa-rebbe più opportuno prendere l’abitudine di farvelo dire da loro stessi dove vanno quando non sono a casa e cosa fanno.

5. Dimostrategli quanto li amate◆ Dite ai vostri figli “Ti voglio

bene”;◆ Baciateli ed abbracciateli anche quando loro dimostrano di essere troppo

grandi per fare queste cose, magari dateglieli in maniera veloce ma non fa-teglieli mancare.

◆ Quando andate al supermercato comprate qualcosa per lui per fargli capire che lo pensate sempre;

◆ Ditegli che siete orgogliosi di lui quando fanno un qualcosa di gratificante per loro stessi e per voi.

6. Organizzate occasioni che lascino ricordi piacevoli ◆ Quando andate in vacanza, portate con voi un amico di vostro figlio, lo ap-

prezzerà; ◆ Visitate qualcosa che piaccia a vostro figlio in maniera particolare cosicché

sarà per lui un ricordo indimenticabile;◆ Organizzate feste o situazioni insolite, che siano solo vostre e differenti da

come gli altri le fanno come ad esempio un compleanno festeggiato in un certo modo o un anniversario speciale da riproporre ogni anno.

7. Dimostrate fiducia in loro ◆ Fategli capire che loro sono importanti;◆ Chiedetegli dei pareri o un aiuto su cose di cui loro ne sono esperti o che

comunque conoscono più di voi; ◆ Rendete visibile a tutti le loro creazioni come appendere un quadro o degli

oggettini fatti da loro;◆ Fate un album contenente tutti i loro avvenimenti più importanti;◆ Quando commettono degli sbagli, non abbattetevi anzi, abbiate fiducia in

loro, la prossima volta faranno sicuramente meglio non commettendo più gli stessi errori.

8. Insegnate loro ad avere giusti valoriProprio come hanno bisogno di una buona alimentazione per crescere forti e sani nel fisico, gli adolescenti hanno bisogno di istruzione che nutra loro la mente e il cuore.

9. Rispettate i figliAi figli va riconosciuta una propria personalità. Ci rispetteranno di più se dimo-streremo di saper accettare anche i loro modi di essere che non ci piacciono.

10. Date regoleI bambini, gli adolescenti hanno bisogno di limiti, di regole, che rappresentano la base di partenza per dare un senso all’ambiente che li circonda. Voi genitori, per far rispettare le regole ai vostri figli, non dovete puntare sulla privazione di qualche piacere (giochi, uscite, orari) facilmente sostituibili, ma dovete far leva piuttosto sul dolore, la delusione, sulla perdita di stima o fiducia nei confronti delle imprese di vostro figlio, che accompagna la punizione. Il castigo deve essere affettivo e sentimentale; questo si che è doloroso!

11. Non siate autoritari o troppo permissiviLasciate liberi i vostri figli di esprimersi ma all’interno di limiti e di regole chia-re.

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La Disciplina La disciplina è un aspetto importante dell’educazione di un adolescente. Gli adolescenti hanno bisogno della disciplina per sentirsi sicuri e fuori pericolo mentre imparano ad andare d’accordo con gli altri e a vivere in società. Imparando la disciplina si autodisciplineranno in un futuro. I genitori confondono spesso i termini “disciplina” e “punizione”, considerati quasi sinonimi, mentre sono due cose abbastanza diverse. Quando i bambini crescono, passando dall’infanzia alla fase adolescenziale, hanno bisogno di una disciplina differente da quella che veniva usata nell’infanzia. L’adolescenza è un periodo in cui si è alla ricerca della propria indipendenza dato che, dalla nascita fino a questa fase di transizione, si è dipesi sempre dai propri genitori. È il periodo in cui si desidera scegliere autonomamente e prendere da soli le decisioni riguardo il proprio futuro. Non è sempre facile, né per i vostri figli e né per voi genitori, gestire questa loro fase che è in continuo mutamento, per cui non bisogna sentirsi frustrati o ango-sciati quando può sembrare che incomincino a rifiutare i valori che voi, con tanto impegno, gli avete insegnato. Questi atteggiamenti non sono la prova di un vostro insegnamento sbagliato o della perdita dell’influenza e del controllo su di loro; quando loro si ribellano, gridano, piangono, si comportano irrazionalmente, è solo un loro modo di affrontare il fatto stesso che stanno cambiando e stanno crescendo, non capendo ancora bene cosa gli sta accadendo. È un periodo molto difficile e delicato. La calma, la pazienza ed il buon senso dovranno essere alla base di un comportamento adeguato a tale situazione.

Dai 12 ai 16 anni d’ età Gli adolescenti: • Possono crearsi un loro modo di vedere ciò che è giusto o sbagliato ed arri-

vano anche a criticare i comportamenti e le decisioni dei genitori • possono reagire scontrosamente ad una eventuale separazione dei genitori

diventando irascibili• possono mettere un genitore contro l’altro quando vogliono ribellarsi ad

uno di loro, rifugiandosi dall’altro• possono reagire con rabbia e rifiuto se vengono oppressi dai genitori • possono caricarsi di molte responsabilità riguardanti i genitori stessi, i fratel-

li e le sorelle, la casa

Quali comportamenti assumere• Prima di tutto ascolta ciò che il vostro adolescente vuole dire. Non siate

precipitosi. Cercate la causa.• Se dovessero infrangere le regole, stabilite delle conseguenze che siano

adatte alla regola infranta, però ricordate che ciò che può andar bene per un giovane può non funzionare per un altro.

• Vostro figlio adolescente deve sapere, molto chiaramente e in anticipo, qua-li saranno le conseguenze dei suoi comportamenti. È importante che qual-siasi conseguenza voi stabiliate, questa non sia così pesante da bloccare i tentativi dell’adolescente di gestire nuovamente la situazione.

• Stabilite delle conseguenze che possano essere completate rapidamente e poi offrite a vostro figlio adolescente l’opportunità di provare di nuovo, ad es. “Sei tornato a casa molto in ritardo dopo che ci eravamo accordati per un orario, domani mattina ti farò alzare presto” o “Domani dovrai stare a casa”.

• Con gli adolescenti più giovani l’ultima parola deve essere la vostra.

Gli adolescenti nel rapporto con l’alcol e la droga

La droga è un problema che spesso i genitori con figli adolescenti si trovano a dover affrontare. Solitamente si pongono domande quali: mio figlio usa le droghe? Cosa devo fare? Come mi devo comportare?In tutte le realtà di oggi è presente la droga e molti purtroppo ne fanno uso. Nono-stante si parli molto di quanto le droghe facciano male e di quanto ci si preoccupa dell’uso delle droghe illegali, quelle dove forse si rischia maggiormente, trascuran-done la gravità, sono quelle legali quali l’alcol, le sigarette e il gioco d’azzardo. I giovani nella loro fase adolescenziale vogliano fare nuove esperienze sperimentan-

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do i loro limiti, per questo motivo non ci si deve meravigliare se molti di loro espri-mono questo desiderio di provare delle droghe. Sono molte le domande che voi genitori vi ponete sul perché di tali desideri, in una società dove di storie tragiche legate alla droga e all’alcol se ne sentono quotidianamente.

Cosa spinge gli adolescenti nel mondo delle droghe e ad abusare dell’alcol?− Voglia di divertirsi facendo qualcosa di nuovo; − Disponibilità della droga, ormai facilmente reperibile; − Desiderio di “provare”, desiderio di ubriacarsi anche solo per una sera;− Voglia di far parte di un gruppo sentendosi accettato - “Loro lo fanno, lo fac-

cio anch’io!”; − Disubbidienza - “Tu me lo proibisci ed io lo faccio!”; − Sconforto, depressione - “Volevo star meglio in questo mio brutto periodo”; − Tranquillizzarsi da un nervosismo o combattere la sofferenza, il dolore - “Mi

sento come se tutti i miei problemi fossero spariti”.

Come capire che vostro figlio fa uso di droghe e/o abusa di alcol?• Uno strano comportamento che in genere non è da lui/lei • Poca voglia di passare del tempo in famiglia e di parlare con voi genitori • Molte ore passate in silenzio, mo-

strandosi scontroso con chiunque par-li con lui

• Cambiamenti d’umore improvvisi • Tendenza ad assentarsi da scuola sen-

za nessuna motivazione e peggiora-mento nel rendimento

• Tendenza all’abbandono delle attività da sempre svolte con passione ed im-pegno

• Approcciarsi a nuove e diverse amici-zie

• Cambiamento nel comportamento alimentare, scarso appetito

• Modificazioni nell’aspetto fisico • Costante stanchezza, affaticamento

anche nelle piccole cose, mancanza di energia

• Piccoli furti relativi a cose preziose o denaro.

Come fare per cercare di spronarlo a parlare su tale problematica

Informatevi sull’argomento prima di qualsiasi altra azioneInformarvi su ciò che andrete ad affrontare, vi aiuterà parecchio. Cos’è importante sapere riguardo alle droghe e all’alcol? Quali sono le droghe più diffuse, dannose ecc. e a quali conseguenze si può andare incontro? Il Servizio per le tossicodipendenze e alcoldipendenze (Ser.T.) fornisce tutte le informazioni utili a riguardo.

Create comunicazione evitando il terzo gradoNon ponetegli eccessive domande mettendolo sotto accusa, non servirà a mol-to. Se per caso vi capita di trovare della droga, non è detto che appartenga a lui, potrebbe magari appartenere ad un suo amico. Non allarmatevi cercando in tutta la casa della droga che potrebbe anche non esserci perché potrebbe portare ad una perdita di fiducia che non vi faciliterà sicuramente le cose.

Parlate di tale problematica solo se vi rendete conto di essere entrambi favorevoli al dialogoTrovate un momento sereno dove sia possibile scambiare due chiacchiere in confidenza, soprattutto quando la fretta di un appuntamento o di una com-missione non ve lo impedisce, cercando di creare una intimità favorevole al dialogo.

Parlategli in modo tale da introdurre l’argomento in un modo semplice e tranquilloper es. “Ultimamente sembri un po’ strano. Non ti senti bene?C’è qualcosa che ti preoccupa?” La maggior parte dei ragazzi si confiderà con voi se glielo chie-derete in un momento adatto.

Non siate troppo diretti nell’affrontare l’argomentoPotrete introdurre l’argomento parlando di una persona qualunque che ha delle problematiche legate alla droga o all’alcol, chiedendogli che idee abbia su tale problematica. Spesso i ragazzi tendono a parlare di se stessi attraverso esempi di persone che potrebbero anche non esistere.

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Il gioco d’azzardo come nuova dipendenza patologica

Il gioco d’azzardo esiste ormai da molti anni e ha da sempre interessato preva-lentemente la popolazione adulta; inve-ce oggi sono tantissimi gli adolescenti coinvolti nell’uso sfrenato di questi gio-chi.Vengono identificati come giochi d’az-zardo le slot machine e le roulette nei casinò, i videogiochi nei bar e negli esercizi pubblici, il Lotto, il Totocalcio, il Tototris, il Superenalotto e tutti i gio-chi accessibili tramite internet come il poker online e gli skill games. Ma anche la televisione, i videogiochi, i telefonini e le chat, abusandone, possono diven-tare delle dipendenze.I giovani, oggi, vivono in un’epoca mo-

derna ed avanzata nella quale lo svilup-po fisico e mentale è più precoce rispet-to al passato. E le nuove tecnologie di comunicazio-ne offrono l’accesso al mondo del gioco d’azzardo in modo sempre più facile. Basti pensare all’uso che oggi si fa di internet. Già durante l’infanzia e la pre-adolescenza, i ragazzi imparano facil-mente ad usare la rete e purtroppo sem-pre più spesso ad abusarne. I siti che offrono dei giochi dove l’ottenimento di un premio, prevalentemente in denaro, è lo scopo principale, sono tantissimi e spesso sono sponsorizzati anche in tele-visione da persone famose.

QUALI AZIONI POTETE COMPIERE I GENITORIStabilite delle regole nell’utilizzo di internet, televisione, videogiochi;Limitate la quantità di tempo trascorso davanti ai videogiochi e su internet (non più di due/tre ore);Cercate di fargli unire alle attività online anche attività reali come instaurare relazioni sociali concretamente esistenti o acquisti reali ecc;Evitate che i vostri figli frequentino sale da gioco;Aiutateli nel coltivare degli hobbies e delle attività creative e divertenti dove provino piacere nel farli;Provate a giocare con i videogiochi insieme ai vostri figli, li porterà a focaliz-zare meno l’attenzione sul gioco permettendo così un maggior rapporto con la realtà;Disincentivate i giochi che prevedano un premio in denaro;Aiutateli a capire per cosa il denaro serva e che è frutto del lavoro;Aiutateli a distinguere i giochi di società da quelli a rischio di dipendenza.

Gli adolescenti nel rapporto con il cibo

Tempo fa le abitudini alimentari erano diverse rispetto a quelle oggi diffuse, per diversi motivi. I Mc Donald, le pizzerie e i pub, fanno parte ormai delle abitudi-ni dei ragazzi dell’attuale generazione. I genitori sono i primi a preoccuparsi se i loro figli mangiano o meno e soprattut-to cosa mangiano. Durante la crescita di un adolescente sono molte le modi-ficazioni che li spingono a cambiare le loro abitudini alimentari. Attraverso il loro modo di vestire, di comportarsi e di scegliere “chi” e “cosa”, affermano-la loro personalità e l’indipendenza da chi gli dice cosa fare. Scegliere cosa e quanto mangiare lo rappresenta altret-tanto. Non è semplice far capire loro cosa sia più sano mangiare soprattutto quando i media vanno a sponsorizzare, attraverso la televisione e le varie forme di pubblicità, prodotti sempre meno sa-lutari. Far conoscere quella che potreb-

be essere una corretta alimentazione ai vostri figli, servirà comunque, anche se in parte, a farli ragionare su cosa sia più corretto mangiare.

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L’appartenenza ad un gruppo

L’importanza di appartenere ad un gruppo è abbastanza elevata soprattutto se si parla di adolescenti. Grazie ad esso sarà per loro più facile affrontare la vita e cre-scere acquisendo indipendenza. Per voi genitori sarebbe opportuno capire che far parte di un gruppo è diventata ormai una caratteristica essenziale nella vita di ogni adolescente. I gruppi che si vengono a formare, in genere, possono dare influenze positive così come influenze negative a seconda delle persone che lo compongono e dalle abitudini che acquisiscono. Non è facile riuscire a diventare parte del grup-po. Quando questo non avviene a risentirne e ad avere difficoltà saranno non solo i ragazzi ma anche voi genitori.

Cosa da’ il gruppo ad un adolescente• sicurezza e autostima• il valore del dare e del ricevere• empatia, soprattutto quando riesce a sentirsi capito da quelle persone che

come lui hanno vissuto le stesse esperienze • conforto e confronto perché rappresenta per lui un luogo dove confidarsi,

anche le cose più intime e confrontare i propri ideali e le proprie credenze• influenza riguardo le diverse decisioni da prendere • occasioni di incontro e confronto con l’altro sesso • opportunità di ampliare le conoscenze • possibilità di maturare grandi amicizie

Problematiche che il gruppo potrebbe creare a voi genitori• Trascorrere tanto tempo al telefono, anche quando hanno passato la maggior

parte della giornata insieme • Molte ore su Internet tralasciando i propri impegni e i propri hobby. • Potrebbe portare a casa tutto il suo gruppo ed avere quindi la casa piena di

ragazzi. Se questo avviene significa che si trovano bene con voi e nello stes-so tempo avrete così la possibilità di controllarli.

• Alcuni di loro potrebbero comportarsi maleducatamente a casa vostra; po-trebbero ad esempio: fumare, drogarsi, disordinare le camere in cui stanno, parlare utilizzando un linguaggio volgare o mettere la musica con un volu-me esageratamente alto.

QUALI COMPORTAMENTI ASSUMERE Bisognerebbe stabilire un limite al tempo che i figli possono trascorrere al te-lefono o su internet imponendo, ad esempio, che il computer debba essere spento in determinate ore, durante i pasti o di notte ecc e che il telefono debba essere usato non troppo spesso e per motivazioni importanti. Quando gli amici di vostro figlio passano del tempo a casa vostra, ciò significa avere dei vantaggi se si riesce a sfruttare al meglio tale situazione (rendendo il tempo trascorso lì divertente) ma, sarà di fondamentale importanza stabilire alcune regole.

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Il sistema famiglia

Ogni famiglia costituisce un sistema, ossia un’unità organizzata composta da membri in relazione tra loro; si tratta di un sistema aperto, vale a dire che esiste un continuo scambio con l’esterno, ed evolutivo, ossia in continua trasforma-zione pur nella sua stabilità.Ogni membro condivide con gli altri re-gole e valori in base ai quali ci si rela-ziona, costruendo nel tempo una storia comune che contribuisce a sostenere il sentimento di appartenenza. Un sistema funzionale consente tuttavia a ciascuno di sviluppare la propria individualità e favorisce la crescita personale.

La famiglia “divisa”Quando, all’interno di una famiglia, av-viene una separazione o un divorzio, il primo problema che si risconta è quello legato ai figli. Alcuni genitori riescono di comune accordo a trovare soluzioni per quanto riguarda la cura dei loro figli, altri invece devono ricorrere al tribuna-le che deciderà per loro le dinamiche

dell’affido e della gestione del tempo da dedicargli. Le conseguenze di una se-parazione o di un divorzio incideranno inevitabilmente sulle scelte di vita dei vostri figli, pertanto, bisognerebbe af-frontare la situazione nel miglior modo possibile evitando possibili traumi.

Cosa prevede la legge? Alcuni anni fa la legge sull’affidamen-to e l’adozione è cambiata per cui non troveremo più alcune parole che in pas-sato venivano usate come ‘custodia’ e ‘accesso’. Le varie decisioni da dover prendere riguardano essenzialmente dove dovranno vivere i figli e con chi e successivamente quando e quante volte vedere l’altro genitore. La legge afferma che i figli hanno il di-ritto di vedere e frequentare entrambi i genitori. Dopo una separazione i ge-nitori dovrebbero dividersi le varie re-sponsabilità che interessano la salute, lo sviluppo ed il benessere dei propri figli anche se spesso non sempre accade. Le decisioni più importanti non dovrebbe-ro ma devono essere prese da entrambi

i genitori tenendo sem-pre in considerazione il volere dei propri figli.La legge vuole che i genitori cooperino e ri-escano a risolvere quei conflitti che più rendo-no difficile la situazione tra loro stessi e di con-seguenza i loro figli. Non è facile per nessu-no affrontare una causa di separazione o di di-vorzio. Sarà molto più

semplice se il tutto avverrà in maniera consensuale da entrambi i genitori, ma le cose si complicheranno se il dolore e la rabbia saranno ancora presenti. Se si avrà anche la paura e la preoccu-pazione che l’altro genitore non sia in grado di curare adeguatamente i figli, la situazione si farà sempre più dura da affrontare.

COSA POTETE FARE PER VOI STESSIBisogna star calmi ed essere pazienti perché i tempi che richiede il tribunale sono abbastanza lunghi ma pian piano tutto si risolverà. Se vi sentite stressati, cercate dei modi per svagare, uscite, fate due chiacchiere con qualcuno di cui vi fidate in modo tale da potervi sfo-gare quando più ne avete bisogno, non parlate sempre di questo argomento che

tanto vi affligge e cercate di distrarvi con qualche attività.Non dimenticatevi che probabilmen-te ciò che state provando voi, lo starà provando anche l’altro genitore per cui capiterà che vi direte cose offensive. Raccontare al tribunale la verità sugli eventi, non farà che aiutarvi a risolve-re questa situazione nel miglior modo possibile. COSA POTETE FARE PER I VOSTRI FIGLIScegliere insieme le decisioni da pren-dere, invece di ricorrere al tribunale, ri-sulterà la soluzione meno dolorosa da mettere in atto. I figli, soprattutto se pic-coli, non sanno cosa significa andare in tribunale, per cui sentire questa parola potrebbe spaventarli o fargli pensare

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che starà per accadere loro qualcosa di brutto. Bisogna cercare di evitare, quan-to più possibile, di spaventarli spiegan-dogli in maniera elementare che a loro non gli succederà niente e che non de-vono preoccuparsi. Non fatevi vedere che siete eccessiva-mente preoccupati per loro perché loro lo capteranno e si spaventeranno più di quanto lo siate voi.Non dategli modo di pensare che vostro figlio deve scegliere uno di voi genitori escludendo l’altro; la decisione di una separazione o di un divorzio non deve far cessare i sentimenti che un figlio prova per entrambi i genitori solo per-ché voi avete smesso di farlo l’un l’altro.

Altre cose su cui potreste riflettere • Pensate se sia il caso di informare o meno i vostri figli sulla decisione di an-

dare in tribunale. • Se decidete di dirglielo, spiegategli che, per risolvere questa situazione con

l’altro genitore, un giudice cercherà di aiutarvi nelle varie decisioni da pren-dere. Non spiegategli i minimi particolari, restate sul vago.

• Non mostrate ai vostri figli la documentazione relativa al tribunale. Anche quando sentite il bisogno di confrontarvi con altri, non fatelo davanti ai vo-stri figli.

• Non permettete che le altre persone ne parlino in loro presenza. • Quando avete un’opinione eccessivamente negativa nei confronti dell’altro

genitore, non manifestatelo ai vostri figli. Parlate con qualcuno che sia di-sposto ad ascoltarvi perché li potresti sconvolgere esageratamente.

• Se dovesse capitare che l’altro genitore incominci a parlare delle varie pro-blematiche riguardanti il tribunale ai vostri figli, fategli capire che è sbaglia-to. Il tribunale deve riguardare esclusivamente voi adulti.

• Non stravolgete le vite dei vostri figli, devono trascorrere nel modo più nor-male possibile. Devono continuare a vedere i propri amici, svolgere i loro hobby, far visita agli altri membri della famiglia come sempre hanno fatto. I figli non devono preoccuparsi dei problemi degli adulti ma, tutt’al più, de-vono solo preoccuparsi delle problematiche relative alla loro adolescenza.

Come reagiscono i figli alla separazione/divorzio dei genitori Spesso, i figli, non si rendono conto di cosa gli sta accadendo e provano diverse emozioni e sensazioni, infatti spesso si sentono: • turbati • tristi e malinconici per aver perso la propria famiglia unita • abbandonati e arrabbiati con il genitore che lascia casa• impauriti del fatto che se un genitore l’ha abbandonato andandosene, lo

potrebbe fare anche l’altro • confusi sul continuare o meno a voler bene, come prima, al genitore che

non vive più insieme a loro • responsabili del fatto che se la separazione o il divorzio è avvenuto, è stata

per colpa loro

La reazione dei figli a tale dolore, può manifestarsi attraverso diversi compor-tamenti come: • essere aggressivi • tirarsi indietro • assumere atteggiamenti di un bambino ancor più piccolo rispetto alla sua

età • aver paura nell’andare a dormire o fare brutti sogni • mangiare poco o non volere più le cose che prima gradiva mangiare.

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I rapporti tra voi e il vostro compagnoVoi insieme al vostro compagno, grazie all’unione creata, avete dato vita a dei figli e siete diventati, dunque, dei genitori e rimarrete tali anche quando la vo-stra storia smette di andare avanti. Delle volte accade che i risentimenti e la rab-bia sembrano difficili da superare; quando questo accade, fatevi aiutare anche da persone competenti in modo tale da non angosciare vostri figli. A mantenere i rapporti con l’altro genitore, potrebbe aiutarvi:• mantenere i contatti, in modo tale da scambiarvi le informazioni utili riguar-

do gli accordi da prendere e le possibili modifiche;• cercare di rendere stabile e pacifica la relazione con l’altro genitore anche

quando questo non da cenni di volerlo, provarci potrà andare solo a vantag-gio dei vostri figli;

• non fare delle scelte o prendere delle decisioni quando vi rendete conto di essere in uno stato d’animo non adeguato; quando vi sentite arrabbiati, offe-si o depressi potreste scegliere o decidere cose di cui potreste pentirvi poi;

• non essere invasivi nei confronti dell’altro genitore, rispettate il suo privato e la sua intimità, anche quando si trova a passare del tempo con i vostri figli, non intromettetevi;

• essere collaborativi il più possibile; • cercare di rispettare l’altro genitore come più potete anche se va contro il

vostro volere, sarà più semplice per i vostri figli.

Educazione familiare e sostegno alle funzioni genitoriali

Nella famiglia si stabiliscono reti di rela-zioni e di comunicazioni che la rendono uno dei nuclei centrali delle esperienze sociali. Sostiene lo sviluppo emotivo, costruisce la percezione di sé, consoli-da l’autostima. Elementi indispensabili per la formazione dell’identità perso-nale, per sostenere la relazione con gli altri e per affrontare gli eventi critici. Proprio per questo quando le modalità interattive familiari sono “disturbate”, finiscono per creare dei problemi che – se non affrontati e risolti – rischiano di continuare i loro effetti nel tempo.

Essenziali, pertanto, si presentano tutti quegli interventi che possono configu-rarsi come sostegno alla genitorialità. Un ruolo importante di aiuto può esse-re svolto dalle reti di sostegno presenti nella comunità, siano esse informali o formali. Per quanto riguarda queste ulti-me, una funzione importante può esse-re rivestita dai servizi istituzionali, nati, soprattutto in alcune regioni italiane, a sostegno dei compiti genitoriali di cura, e dalle agenzie di socializzazione – la scuola in primo luogo – presenti sul ter-ritorio.

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La violenza di genereLa violenza racchiude una grave e pervasiva invasione del sé che annienta il senso di sicurezza e la fiducia in se stessi e negli altri. Impotenza, passività, senso di debolezza, isolamento, confusione, incapacità di prendere decisioni sono alcuni fra gli effetti più frequenti. Violenze gravi e soprattutto ripetute, creano nella donna un sentimento di ansia intensa o di paura generalizzata. Sovente la donna, a seguito della violenza subita, soffre di depressione e di disturbi d’ansia e, soprattutto tra le giovani, di disturbi alimentari e fisici (disturbi ginecologici e gastrointestinali, dolori cronici, cefalea persistente ecc.). Nella letteratura di riferimento si identificano almeno 5 tipologie di violenza di genere:• fisica (maltrattamenti);• sessuale (molestie, stupri, sfruttamento);• economica (negazione dell’accesso alle risorse economiche della famiglia, anche

se prodotte dalla donna);• psicologica (violazione del sé)• stalking (comportamento persecutorio)

Se sei vittima di una di queste violenze, potrai rivolgerti:o Numero verde nazionale 1522o Centri Antiviolenzao Comune di Corigliano Calabroo Consultorio familiareo Associazione Mondiversi onlus

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SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILEIl Servizio di Neuropsichiatria Infantile si occupa delle disabilità d’origine neuro-logica (malformazioni congenite, incidenti neurologici connatali, epilessia, paralisi cerebrali infantili ecc.), genetica, dismetabolica, neurosensoriale, neuroortopedica, psichiatrico (disagi psichici di differente natura e gravità quali: disturbi del compor-tamento, dell’apprendimento, dell’alimentazione, del sonno, fino alle nevrosi più strutturate, all’anoressia, alle psicosi). Inoltre, delle difficoltà del linguaggio, dello sviluppo cognitivo, dell’apprendimento e del disagio psicologico e relazionale.Si rivolge a pazienti d’età compresa tra 0 e 18 anni e svolge consulenza alla scuola per tutto l’arco dell’età evolutiva.

Prestazionio Visita neuropsichiatrica infantile per individuazione di disturbi comporta-

mentali, dislessia, disturbi del linguaggio, disturbi della relazione, di ritardi dello sviluppo psicomotorio, epilessia.

o Valutazione diagnostica di tipo neuropsichiatrico, psicologico e neuropsico-logico.

o Individuazione alunni diversamente abili secondo la normativa dell’integra-zione relativa alla Legge 104/92.

o Consulenze neuropsichiatriche ad operatori esterni svolti in sede o fuori sede, su richiesta di altri servizi come:• Consulenze ad istituzioni quali strutture educative• Consulenze alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado• Consulenze per inserimenti in comunità qualora le visite specialistiche da

effettuare si dovranno svolgere fuori sede e richiedono tempi medio-lunghi• Consulenze con il medico di base • Consulenze servizi vari

o Verifica in equipe su casi (pazienti) con problematiche neuropsichiatriche, con altri servizi/strutture

o Attività di supporto sociale, individuale come:o Interventi per l’erogazione di sussidi economici o di supporto socioeconomicoo Colloqui con l’Assistente sociale per l’illustrazione di progetti sociali o di ac-

compagnamento alla risoluzione delle problematiche che scaturiscono dai propri pazienti con disabilità neuropsichiatriche

o Colloqui con i genitori

Al Servizio di neuropsichiatria infantile troverai: La neuropsichiatra L’Assistente sociale Lo psicologo

Dove si trova: Tale servizio è sito all’interno del Consultorio Familiare “GB. Filip-pelli” - Via Luigi Stevenson,1. Corigliano Calabro Scalo (CS). Tel.0983-888266 con i seguenti orari: Mattina: Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00; Pomeriggio: Di Lunedì e Mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 17.00.

COMUNE DI CORIGLIANO CALABROIl comune è l’ente locale che rappresenta una comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. È titolare di compiti in materia di servizi sociali che può svolgere in maniera auto-noma, associandosi con altri comuni o delegando la materia alle aziende sanitarie.

Aree di intervento: Disabili Minori e famiglia Stranieri Anziani Tossicodipendenti

Tipologia di servizi: Servizio Sociale professionale

Tra le figure professionali troverai: 5 Assistenti Sociali ed 1 Responsabile d’ufficio

PrestazioniSvolgimento di funzioni relative a informazione/orientamento/interventi (segreta-riato sociale; adozione; sostegno alla povertà; presa in carico utenza; affidamento minori a strutture; affido familiare; inserimento adulti in strutture; inserimento mi-nori in asili nido comunali; ludoteca; baby parking; integrazione scolastica; pre-stazioni sociali agevolate; rapporti con il Tribunale ordinario e dei minori; maltrat-tamento e abuso; tutela donne con grave disagio sociale; presa in carico minori ROM; accompagnamento minori non accompagnati; integrazione socio-sanitaria; rapporti e mediazione interistituzionale, rapporti con Prefettura, Questura, Centro per l’impiego; vari progetti attivi a favore di soggetti con handicap, in situazioni di estrema povertà, famiglie sfrattate).

Sportello sociale

Tra le varie figure troverai: 2 impiegati

Prestazioni − Informazione − Orientamento − Accesso e gestione della domanda

Dove si trova: Comune di Corigliano Calabro, Via Aldo Moro, Corigliano Calabro (CS) Settore Socio-educativo-formativo e della Solidarietà Sociale. Tel. 0983/83851 – 81906 – 891806 Fax 0983/81232. Orari: Mattina: Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8:00 alle ore 14:00; Pomeriggio: Martedì e Giovedì dalle ore 16:00 alle ore 19:00.

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L’associazione Mondiversi Onlus, opera nell’ambito dei servizi socio-educativi. Si tratta di una realtà del privato sociale no-profit che opera dal 2003 principalmente nel territorio della Sibaritide e nel distretto di Corigliano Calabro.Mondiversi Onlus si ispira a principi di carattere mutualistico e solidaristico e ha l’obiettivo di realizzare ogni attività tesa a promuovere, sostenere e sviluppare at-tività a difesa dei diritti dei bambini, degli anziani e delle persone in situazione di svantaggio sociale, economico, psichico e fisico. L’Associazione ha realizzato nel corso degli anni diverse attività e progetti inerenti le tematiche perseguite dallo statuto sviluppando e maturando diverse esperienze sul territorio.Le principali attività sono rivolte alla prevenzione del disagio e alla gestione di pro-getti, centri e strutture sociali e culturali non soltanto riferite alla prevenzione del disagio ma riguardanti inoltre le devianze, l’integrazione e l’aggregazione.L’Associazione pubblica, inoltre, l’omonimo periodico di comunicazione sociale, culturale, istituzionale Mondiversi.

All’interno dell’Associazione Mondiversi onlus troverai:

◆ Personale qualificato (Assistenti Sociali, Educatrici, Psicologi, Avvocati)

◆ Personale volontario

Dove si trova:Associazione Mondiversi onlus, Via Machiavelli, snc Corigliano Calabro Scalo; Tel/Fax 0983885582; Orari: Mattina: Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00; Pomeriggio: Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 16:00 alle ore 20:00.Sito web: www.mondiversi.ite-mail: [email protected]