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LABORATORI DI COMUNITA’

FareLegami - Crema - LABORATORI DI COMUNITA' - Incontro del 18 gennaio 2016

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LABORATORI DI COMUNITA’

Sono i legami fra le persone il vero fattore in grado di fare la differenza: relazioni tra persone, tra famiglie, tra istituzioni, tra enti non profit e soggetti economici.

Una rete di protezione in grado di mobilitare risorse che possono contrastare la vulnerabilità, sostenere la fragilità e prevenire il disagio, disegnando i contorni di una comunità “che gira”

I Laboratori nel Progettoü Il Progetto FARELEGAMI prevede l’attivazione di Laboratori di comunitàà per

coinvolgere le persone e gli attori di un contesto definito (un quartiere, un paese, un caseggiato, un luogo di lavoro) nel leggere insieme i problemi, ad ascoltare i bisogni e a progettare possibili interventi locali .

ü Il Laboratorio è un processo “generativo” delle capacità di auto-tutela e cura della comunità stessa, che sa trovare soluzioni ai problemi, è capace di creare legami sociali e reti di prossimità che possono sorreggere le fragilità al proprio interno.

ü Il Laboratorio è un luogo di relazioni in cui “pensare insieme” per poi “agire insieme” rispetto alle strategie individuate. La partecipazione ai Laboratori è “dinamica”, ovvero i partecipanti possono cambiare nel tempo a secondo delle esigenze individuate e degli interessi coinvolti.

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Quantità, tipologie e luoghiq Il progetto prevede l’attivazione annuale di 20 Laboratori, di cui 15 definiti a partire da una

dimensione territoriale (quartieri, zone, paesi, e denominati appunto Laboratori di Comunità) e 5 sulla base dell’identificazione di luoghi di lavoro (denominati “Laboratori nelle imprese”). Nel triennio si attiveranno quindi in tutto 60 Laboratori.

q Nello specifico, ogni anno saranno attivati 15 Laboratori di comunità nei seguenti territori:

- n.3 Laboratori in quartieri della Città di Crema

- n.3 Laboratori in altrettanti paesi dell’ambito distrettuale cremasco;

- n.2 Laboratori in quartieri della Città di Cremona;

– n.4 Laboratori in paesi dell’ambito distrettuale cremonese;

– n.3 Laboratori nel Comune e nell’ambito distrettuale di Casalmaggiore.

● Gli altri 5 Laboratori previsti all’interno dei luoghi di lavoro, verranno attivati in realtà produttive individuate grazie all’azione di mediazione delle associazioni di categorie e delle organizzazioni sindacali aderenti alla rete e sulla base di relazioni già avviate nell’ambito di altre progettualità realizzate.

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Il gruppo di progetto distrettualeü Ad aprile 2015 si è costituito il gruppo di lavoro, composto da persone

appartenenti a diverse realtà del distretto di Crema (comuni, cooperative sociali, enti di promozione sociale, associazioni, organizzazioni sindacali, diocesi...)

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Mandato iniziale:- spazio di pensiero per individuare le ipotesi guida del lavoro;- luogo dove tradurre la progettazione in linee operative non attuate dal gruppo stesso ma che chiameranno in causa i diversi contesti; - costruzione condivisa dei criteri per individuare i contesti nei quali attivare i laboratori di comunità;- costruzione dei criteri per individuare i community maker (caratteristiche, territorialità, referenze funzionali, candidature e selezioni…);- costruzione dei criteri di utilizzo del budget, non gestito dal gruppo stesso ma finalizzato all' interno del singolo laboratorio di comunità;

Le ipotesi guida-Intelligenze collettive: considerare la comunità protagonista, un luogo di relazioni in cui i cittadini non sono solo portatori di bisogni ma anche di competenze. La comunità ha capacità di autotutela e cura e sa trovare soluzioni ai problemi, sa creare legami sociali e reti di prossimità. La comunità ha competenze al suo interno.

-Carattere innovativo del progetto: riconoscere il valore aggiunto del poter co-costruire con altri, coinvolgendo la comunità attraverso la lettura condivisa dei bisogni e delle risorse, co-costruire anche corresponsabilità individuando risposte condivise per tendere al raggiungimento del bene comune

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-Costruire condivisione, significato rispetto al tema Lavoro di comunità in senso ampio. L’ipotesi condivisa è che per fare Lavoro di comunità sia necessario avere:

responsabilità/corresponsabilità, relazioni, competenze, collaborazione, partecipazione.

-Cosa intendiamo per Laboratorio di comunità: importanza dei terreni fertili, importanza della territorialità, strettamente collegate alla scelta del LAB MAKER, figura specifica del nostro distretto.

Criteri di metodoIl gruppo di lavoro ha individuato alcune linee guida:

• Il Laboratorio potrà avere come “territorio di riferimento” (adeguatamente motivato): un quartiere, una zona sociale, un Comune, un gruppo di Comuni;

• ogni Sub-ambito distrettuale dovrà essere sede, nel corso dei tre anni, di almeno un laboratorio di comunità;

• Il Laboratorio dovrà coinvolgere i soggetti locali non solo per “target” (es. solo chi si occupa di giovani o disabili), ma dovrà avere una partecipazione trasversale e diversificata;

• Il Laboratorio coinvolge le persone e gli attori del territorio per leggere insieme i problemi, ad ascoltare i bisogni e a progettare possibili interventi locali (micro-azioni di comunità);

• il Laboratorio dovrà porre particolare cura alle nuove condizioni di vulnerabilità, che sono il focus di interesse principale del progetto Fare Legami

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● Il Laboratorio, oltre alle risorse previste dal progetto, dovrà promuovere la ricerca e la convergenza di altre risorse, (in particolare tramite donazioni), soprattutto in funzione di una continuità del Laboratorio stesso

● Il Laboratorio dovrà essere aperto alla partecipazione differente e con diverse intensità dei soggetti locali

Lab makerNel condividere le peculiarità del ruolo del Community Maker e i criteri per l'individuazione di questa figura, il gruppo di progetto ha posto particolare accento alla caratteristica della territorialità, come punto di forza nell'avvio e nella conduzione dei laboratori in quanto è facilitata la conoscenza del contesto e delle risorse presenti e la costruzione di relazioni. Questa scelta inoltre valorizza figure già presenti, in grado quindi, nel momento in cui il laboratorio dovrà continuare in maniera autonoma, di proseguire nel lavoro di facilitazione.

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La scelta é stata di individuare nel nostro territori due figure con caratteristiche e funzioni differenti:

Community Maker, inteso come ponte, figura di raccordo e di sintesi operante a livello più ampio e su più azioni (non solo laboratori di comunità ma anche civic center e patti gener-attivi), che garantisce una continuità sui tre anni di progetto;

Lab Maker, inteso come figura radicata e riconosciuta nel contesto, che conosce il territorio e presenta capacità e competenze che gli consentono di muoversi agevolmente in esso (questo anche perché si è scelto di privilegiare, almeno nel primo anno, i terreni fertili) e che possa garantire una continuità nel tempo, a laboratorio concluso.

Criteri per l'individuazione dei contesti: la scelta di “terreni fertili”

Per procedere alla scelta dei luoghi dove attivare i Laboratori, il gruppo ha scelto di partire dalla presenza di “terreni fertili” individuati a partire dai seguenti criteri:

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Luoghi dove ci siano esperienze di rete tra le realtà presenti nella comunità;

Luoghi dove ci sia un interesse e un coinvolgimento dell’Amministrazione Locale disponibile a promuovere il coinvolgimento

Luoghi dove ci siano esperienze pregresse o in atto di progettazione condivisa;

in subordine, luoghi dove ci sia presenza di realtà attive e partecipi nel territorio ma non ancora abituate a lavorare in rete, ma che potrebbero mettersi in gioco in tale direzione;

Luoghi dove si prevede il possibile coinvolgimento di realtà con diverse appartenenze: Ente locale, terzo settore e associazioni, scuole, parrocchia, imprese.

Le manifestazioni di interesseIl gruppo ha predisposto una scheda conoscitiva e di disponibilità per raccogliere le manifestazioni di interesse dai territori interessati a sperimentare l’azione nel corso del primo anno del progetto.

È stato quindi chiesto ad ogni territorio di candidarsi, presentando già una rete di realtà interessata a divenire sede di attuazione di un Laboratorio di Comunità.

Il contenuto della scheda:la descrizione del contesto; la composizione della rete (presenza di realtà formali quali associazioni, cooperative, enti e informali come gruppi di promozione della persona e di socializzazione ad es associazioni di genitori, gruppi famiglia …); le esperienze di lavoro in rete e di progettazione condivisa; la motivazione che sostiene l’interesse ad attivare l’ esperienza di “laboratorio di comunità”

Il gruppo distrettuale ha valutato quindi le candidature pervenute sulla base dei criteri definiti, di concerto con l'Ufficio di Piano e il Comitato ristretto dei Sindaci dell'Ambito distrettuale

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I Laboratori di comunità della prima annualità di progettoI territori scelti come sede di Laboratori di comunità nella prima annualità risultano quindi essere:

● Per il Comune di Crema:

- zona 1 (Sabbioni, Ombriano);

- zona 3 (Santa Maria, Sant'Angela Merici, Santo Stefano);

- zona 5 (San Giacomo, San Bartolomeo dei morti)

● Per il distretto cremasco:

- Castelleone;

- Pandino;

- Soncino.

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Cosa può succedere nei Laboratori di ComunitàIl Laboratorio di Comunità potrebbe attivarsi coinvolgendo gli attori locali attorno ad un tema di “interesse generale” (o diffuso), un problema che riguarda la comunità (non tanto perché quel problema sia vissuto da tutti i cittadini, ma perché quel problema incide sulla qualità della vita di tutti, sul benessere e sulla coesione sociale, sul futuro della comunità).

Alcuni esempi di “oggetti di lavoro”:- precarietà lavorativa, povertà e “nuova vulnerabilità” : cosa può fare la comunità?- persone in condizioni di fragilità e isolamento sociale: quale contesto e occasioni di socializzazione?- nuove forme organizzative per i problemi inerenti l’abitazione- giovani e comunità locale: in che rapporto stanno e cosa si può fare?- gli stranieri nella comunità, tra diritti e doveri- la non autosufficienza diffusa: cosa può fare la comunità?- il tempo delle famiglie, tra lavoro e educazione, in ottica comunitaria ….

Sulla tematiche scelta, il Laboratorio potrebbe realizzare:- Analisi e confronto sul tema e sul ruolo che ha la comunità (anche raccogliendo dati e esperienze)- Raccolta di esperienze già presenti sul territorio e loro possibile collaborazione- Progettazione e attuazione di micro-azioni di comunità per conoscere e/o affrontare il problema individuato

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Budget

Il Laboratorio di Comunità, una volta individuato le micro-azioni, le necessità di risorse e le modalità di spesa, presenterà il piano attuativo al Gruppo di Lavoro “Laboratori di Comunità”, che sentita la direzione di progetto e con i necessari confronti, ne autorizza l’attuazione.

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Le micro-azioni di comunità che ogni Laboratorio individuerà potranno contare su un “budget di welfare comunitario” (individuato nel piano economico con un valore medio di € 12.000), che potrà essere incrementato da ulteriori risorse locali e da specifiche donazioni.

Il Laboratorio di Comunità individua, all'interno della propria rete, un soggetto attuatore, che stipulerà apposita convenzione con Comune di Crema o Comunità Sociale Cremasca per ricevere il “budget di welfare comunitario” e utilizzarlo per conto del Laboratorio stesso.

L'utilizzo del budget sarà poi oggetto di specifica rendicontazione qualitativa e quantitativa.

AccompagnamentoAvendo individuato i territori per la prima annualità, il gruppo di progetto ha rimodulato il proprio mandato, mettendo in atto un'azione di accompagnamento dei Laboratori individuati.

Sono nati sottogruppi del gruppo distrettuale, composti indicativamente da 2/3 persone, con il ruolo di aiutare il territorio a leggere il processo che sta portando avanti (quale rete si è costituita o si sta costituendo, come avviene il coinvolgimento dei vari soggetti della comunità, la realizzazione dell'analisi dei bisogni, l'ideazione delle azioni di comunità).

Il gruppo allargato diventa invece luogo di sintesi, confronto e indirizzo tra le diverse esperienze in atto oltre che di monitoraggio di quanto avviato.

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Le prossime scadenze

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Entro il mese di gennaio 2016 i Laboratori individuati per il primo anno di progetto devono presentare il piano attuativo e potranno attivare i propri lavori e produrre azioni indicativamente tra gennaio e luglio 2016.

Entro aprile 2016 si prevede di individuare i Laboratori da attivare nel secondo anno di progetto, che potranno attuarsi tra settembre 2016 e aprile 2017.

Entro aprile 2017 si prevede di individuare i Laboratori da attivare nel terzo anno di progetto, che potranno attuarsi tra settembre 2017 e aprile 2018.

La prospettiva di lavoro prevede che i Laboratori attivati possano continuare in modo autonomo a funzionare con proprie risorse.

I Laboratori nelle ImpreseIl Laboratorio con le Imprese nasce con un primo nucleo di soggetti che si incontrano e che condividono l’esigenza di costruire un rapporto “costruttivo” tra impresa, lavoratori e comunità locale.

A partire dalla conoscenza dei bisogni delle persone che vivono dentro l’impresa, il Laboratorio ricerca soluzioni e collaborazioni dentro e fuori l’impresa stessa, creando un valore aggiunto anche per la comunità e il territorio circostante. Si crea così un triangolo virtuoso tra Impresa, Lavoratori, Comunità.

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Gli “oggetti” di lavoro di un Laboratorio nei luoghi di lavoro possono essere:- l’equilibrio e la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura;- l’Impresa e i Lavoratori che si prendono cura di alcuni aspetti della comunità;- l’Impresa e la Comunità affrontano insieme alcuni problemi e questioni che “preoccupano” i lavoratori (per es. essere genitori/lavoratori di figli adolescenti);- l’Impresa, i Lavoratori e la Comunità lavorano insieme per “educare le giovani generazioni al lavoro”

Per la prima annualità, nel distretto cremasco sono state individuate le seguenti imprese disponibili ad essere sede di Laboratori: - Faster spa (Rivolta d'Adda) – Fondazione Benefattori Cremaschi (Crema) – CSM Bakery Solutions (Crema)

Coordinatori gruppo di progetto

Elena Brazzoli – Comune di Crema [email protected] tel. 0373 218736

Carla Pedrini – Comune di [email protected]

tel. 0373 218729

Alberto Fusar Poli – [email protected] Cell. 3495111350

In quel momento apparve la volpe."Buon giorno", disse la volpe.

"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno."Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."

"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…""Sono la volpe", disse la volpe. " Vieni a giocare con me, non sono addomesticata"."Ah! scusa ", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:

" Che cosa vuol dire addomesticare?"" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"

" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire addomesticare?""È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"

" Creare dei legami?"" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a

centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo

bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:

" Per favore …..addomesticami", disse." Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.

Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose"." Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non

hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un

amico addomesticami!"" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.

" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.(Antoine de Saint Exupery – Il piccolo Principe)

Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano,

i ciclisti si sorridono, si salutano e si uniscono.(Jacques Goddet, giornalista e

patron del Tour de France)