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La povertà assoluta in Italia (Istat)
Anno
% Persone
(Milioni)
2007
3,1%
(1,8 milioni)
2014
6,8%
(4,1 milioni)
2
La Strategia EU2020 e la lotta alla povertà
Uno degli obiettivi centrali della Strategia EU2020 è la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Con il Programma Nazionale di riforma (PNR) (attuativo della Strategia "Europa 2020) l’Italia si è data l’obiettivo di ridurre di 2.200.000 il numero di Persone in povertà relativa, deprivazione materiale o in famiglie a bassa intensità di lavoro.
Per inciso, erano 14.757.000 nel 2010, nel 2014 sono diventate 17.200.000.
L’Italia è uno dei pochi paesi europei in cui è assente uno strumento di protezione del reddito a garanzia del raggiungimento di uno standard di vita minimo per tutti i cittadini. Esistono schemi di contrasto alla povertà rivolti a specifici segmenti di popolazione: anziani (l’assegno sociale), persone con disabilità (l’assegno di invalidità civile), famiglie numerose (l’assegno per nuclei con tre figli minori), social card, sperimentazione del SIA nelle 12 città più grandi, ecc..
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Introduzione di una misura nazionale contro la povertà assoluta, EU 15
PAESE CON LEGGE PAESE SENZA LEGGE
Regno Unito Italia
Svezia Grecia
Germania
Paesi Bassi
Finlandia
Austria
Belgio
Danimarca
Irlanda
Lussemburgo
Francia
Portogallo
Spagna
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Le raccomandazioni dell’Europa all’Italia • Nel 2013 il Paese è stato sollecitato ad una maggiore efficacia dei trasferimenti
sociali con un attenzione particolare alle famiglie povere con bambini (Raccomandazione 4).
• Nel 2014 la Raccomandazione in materia di politiche sociali fa esplicito riferimento alla Sperimentazione del Sostegno per l’inclusione attiva, sollecitando una sua applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
• Il regolamento per l’utilizzo dei Fondi strutturali 2014‐20 contiene uno specifico obiettivo tematico in termini di lotta alla povertà a cui destinare almeno il 20% del Fondo sociale europeo. Per accedere a tali risorse il regolamento richiede obbligatoriamente alle nazioni l’adozione di una strategia nazionale di lotta alla povertà.
• La Commissione Europa ha valutato che l’Italia non ha ancora una strategia nazionale di lotta alla povertà. I programmi operativi sono stati comunque approvati con l’impegno ad adottare un Piano nazionale di lotta alla povertà entro il 2016 e comunque previo allargamento delle sperimentazioni del SIA entro il 2015.
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Il piano nazionale di lotta alla povertà 1. Introdotto nel nostro ordinamento: l’ASDI, un sussidio di disoccupazione
di natura non previdenziale, rivolto ai più bisognosi che abbiano esaurito il sussidio di disoccupazione ordinario (NAspI) senza aver trovato ancora occupazione. (6 mesi)
2. Sono state predisposte linee guida di intervento per le situazioni di grave emarginazione adulta e per i senza dimora.
3. Allargamento graduale della Sperimentazione con modifiche del Sostegno per l’inclusione attiva (SIA) all’intero territorio nazionale.
4. Fead e Povertà educativa (fondi per progetti del terzo settore e degli istituti scolastici.
5. Disegno di legge Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.
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il PON Inclusione • E’ stato deciso di dedicare un Programma operativo nazionale _(PON) a supporto del Sostegno per l’inclusione attiva (SIA).
• Con il Programma operativo nazionale andrebbe rafforzata la capacità dei servizi sociali territoriali di prendere in carico i nuclei familiari beneficiari attraverso la predisposizione di progetti personalizzati alla cui adesione risulta condizionata l’erogazione del sussidio economico.
• Attraverso il programma andranno potenziati i servizi sociali professionali per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo, i servizi di accompagnamento e le misure di attivazione rivolte ai beneficiari del sussidio economico.
• Andrebbe rafforzata la capacità di operare in rete con le altre amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, tutela della salute e istruzione, nonché di collaborare con soggetti privati (soprattutto no profit) attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà.
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I Programmi operativi Regionali (POR)
L’Accordo di partenariato Ministero/regioni prevede la realizzazione, nell’ambito della programmazione Regionale, di servizi sociali innovativi e interventi di presa in carico multidisciplinare a sostegno dei soggetti particolarmente svantaggiati e dei nuclei familiari multiproblematici, finalizzati al rafforzamento delle abilità sociali e all’inserimento lavorativo.
Nelle Marche sono previsti 2 POR uno per l’inclusione sociale e l’altro per l’inserimento lavorativo.
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I FINANZIAMENTI 2016-2019 (in mln di €)
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Intervento 2016 2017 2018 2019
SIA 750 1.150 +350 1.304 1.304
Carta acquisti 200
ASDI 600 270 170 200
PON inclusione 150 150 150 150
FEAD assistenza materiale (alimenti)
110 110 110 110
Fondo povertà educativa
120 120 100 100
TOTALE 1.930 1800+350 1.834 1.864
I FINANZIAMENTI 2016
Intervento Finanziamenti nazionali
Finanziamenti Marche
Estensione SIA 750.000.000 14.700.000
Social card tradizionale 200.000.000
Assegno di disoccupazione (ASDI
600.000.000
PON inclusione 150.000.000 2.300.000
FEAD Fondo aiuti europei agli indigenti (alimenti)
110.000.000
Fondo povertà educativa 120.000.000
TOTALE 1.930.000 17.000.000
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Il funzionamento del SIA
1. Un sussidio economico: regole di accesso definite dal Decreto. Erogato dall’INPS. Tutti ammessi. Da settembre 2016
2. Progetti di presa in carico: definiti dalle linee guida. I progetti personalizzati sono finanziati dal PON e dal POR (servizi di accompagnamento, misure di
attivazione degli assistiti, il personale dell’ATS). Dall’inizio del 2017
BANDO PON INCLUSIONE
Le risorse del PON sono assegnate agli Ambiti Sociali tramite Avvisi non competitivi, definiti dalla Autorità di Gestione (AdG) in collaborazione con le Amministrazioni Regionali, per la presentazione di proposte progettuali di interventi rivolti ai beneficiari del Sostegno per l’inclusione attiva e al rafforzamento dei servizi loro dedicati, coerenti con gli indirizzi nazionali.
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Utilizzo e rendicontazione dei fondi europei
Gli Ambiti, in qualità di Beneficiari del PON, hanno l’obbligo di: • assicurare che le operazioni e le spese dichiarate siano legittime e regolari, che
siano state effettivamente pagate e che siano conformi al diritto applicabile dell’Unione e nazionale, al Programma operativo;
• garantire il mantenimento di un sistema di contabilità separata o una codificazione contabile adeguata per tutte le transazioni relative a un’operazione ;
• garantire la conservazione della documentazione amministrativa e contabile; • assicurare l’utilizzo e la costante implementazione del sistema informativo
dell’AdG, SIGMA, per la registrazione e la conservazione delle informazioni e dei dati contabili, necessari alla gestione finanziaria, alla sorveglianza.
L’erogazione delle risorse agli Ambiti territoriali si baserà sul pagamento di un anticipo e, successivamente, sul rimborso delle spese rendicontate da parte degli Ambiti, certificate dall’Autorità di certificazione e ammesse a rimborso dalla Commissione Europea.
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L’importanza del DDL C. 3594
La presentazione del DDL 3594 è un evento politico di grande importanza per il welfare italiano.
I suoi contenuti, in generale, sono apprezzabili, pur in presenza di risorse non adeguate.
Consta di tre parti:
1. La misura nazionale di contrasto della povertà;
2. La razionalizzazione delle prestazioni assistenziali;
3. Il riordino dei servizi sociali.
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Grandi riforme del welfare sociale
Povertà ed emarginazione
sociale
Non autosufficienza
Prima infanzia
Germania (1961, 2003) Austria (1993) Francia (1970, 1975)
Austria (1970-1975) Germania (1995) Spagna (2005, 2008)
Francia (1998, 2006-2008) Francia (1997, 2001, 2007) Germania (2008)
Portogallo (1996) Spagna (2006) Portogallo (2006)
Spagna (1995-2000) Portogallo (1999, 2006)
Italia - Italia - Italia -
Grecia – Fonte: C. Gori
Grecia - Grecia -
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IL DISEGNO DI LEGGE DELEGA Il disegno di legge delega introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà basata sul principio dell’inclusione attiva. La misura prevede la predisposizione, per ciascun beneficiario, di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa che si accompagna all’erogazione di un trasferimento monetario. Grazie alle risorse del Fondo per la lotta alla povertà e all’inclusione sociale (previsto dalla legge di Stabilità 2016), che deriveranno dagli interventi di razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali, questa misura sarà gradualmente estesa. In questo quadro, il disegno di legge delega ha previsto: • l’istituzione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di un organismo
nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali; • l’attribuzione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali delle competenze
relative al controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, di cui questa misura di contrasto alla povertà dovrebbe far parte;
• la promozione di accordi territoriali (che vedono protagonisti servizi sociali e altri enti o organismi competenti) per l’inserimento lavorativo, la salute, l’istruzione e la formazione;
• il rafforzamento del Sistema informativo dei servizi sociali.
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La razionalizzazione delle prestazioni
Gli interventi di razionalizzazione riguardano le prestazioni di natura assistenziale e previdenziale già sottoposte alla prova dei mezzi (escluse quelle legate alla disabilità del soggetto beneficiario) e introducono il principio di “universalismo selettivo” nell’accesso. I criteri seguiti si baseranno sull’ISEE. L’obiettivo è quello di superare la frammentarietà delle misure e degli interventi in linea con i principi di equità ed efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni.
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Riprende il percorso riformatore
Dopo 16 anni (dalla L. 328/2000) riprende il percorso riformatore dei servizi sociali che sono deboli e straordinariamente disomogenei.
Il DDL che restituisce al Ministero un ruolo necessario di coordinamento, di stimolo e di verifica (ed oggi poco presente
stante anche la normativa vigente) delle politiche sociali per dare omogeneità territoriale nell’erogazione delle prestazioni
Linee guida per le singole tipologie di intervento. Promozione della gestione associata a livello di ambito;
criteri per individuazione degli ambiti.
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Verifica LEPS
Necessaria la previsione di attribuire al Ministero le competenze sulle verifiche e il monitoraggio dei LEPS.
Non ha significato avere i LEPS se poi non ci sono organismi preposti alla verifica che essi vengano rispettati.