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Nuovi Servizi per l’Occupazione Bene comune: nuove visioni, nuove opportunità Nicola Mezzetti, Ph.D.

Nuovi servizi per l'occupazione

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Nuovi Servizi per l’Occupazione

Bene comune: nuove visioni, nuove opportunità

Nicola Mezzetti, Ph.D.

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Disoccupazione in Europa

A metà del 2013 si è arrestata la crescita della disoccupazione in Europa

Il problema è maggiormente accentuato nei Pae s i de l Su d Eu ro pa e co l p i s ce prevalentemente la fascia dei giovani da 18 a 25 anni

I NEET hanno raggiunto il 12,9%

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Disoccupazione in Italia

Nel nostro Paese la situazione occupazionale non rispetta l’andamento generale europeo

A fine 2013 la disoccupazione ha oltrepassato il 12%, quella giovanile il 40%

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Il contesto italianoPost-industrializzazione

Si manifesta con la deindustrializzazione, ovvero la delocalizzazione delle unità produttive, e con il potenziamento del terziario avanzato

Incertezza economica

Il periodo di incertezza economica amplifica gli effett i d e l la p o st- i n du st r ia l i z zaz i o n e a c c e l e r a n d o n e g l i e f f e t t i s u l l a destandardizzazione del lavoro

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Disoccupazione, Nuovo Rischio Sociale

In questo contesto osserviamo quotidianamente che la disoccupazione non è più prerogativa dei giovani in attesa di stabilizzazione e che, anzi, è divenuta un nuovo rischio sociale

Per la prima volta nel corso degli ultimi 60 anni, in maniera strutturale, persone con esperienza perdono la propria occupazione senza giusta causa

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Disoccupazione di Lunga Durata

La disoccupazione di lunga durata (LTU), ovvero la condizione di disoccupazione che si protrae oltre i 365 giorni, continua comunque a crescere coinvolgendo in Europa il 5% della popolazione attiva (12,5 milioni)

Le persone in condizioni di LTU hanno più difficoltà ad affrontare la ricerca di lavoro con motivazione e proattività

In tutti i Paesi le fasce d’età più elevata sono quelle più vulnerabili; nei paesi più avanzati colpisce fino e oltre al 70% dei disoccupati oltre ai 50 anni di età

Nel nostro Paese questa forma di disoccupazione coinvolge tutte le fasce d’età più o meno allo stesso modo

Circa la metà degli inoccupati soffrono questo problema

E’ ragionevole ritenere che questa minaccia arriverà a coinvolgere la maggioranza dei disoccupati oltre i 45 anni

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Numeri

Circa il 25% del PIL è prodotto da agricoltura e industria, molto di più se contiamo costruzioni e attività immobiliari

Il 85% dei lavoratori ha più di 30 anni, il 30% (circa 5 milioni) più di 50

Quanti sono gli occupati a rischio?

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Inoltre...L’obiettivo fissato dal Consiglio di Lisbona del 2000 è quello di trasformare l’Europa nella “economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”

Quindi, nella prospettiva che l’Italia rimanga fra i Paesi capofila dell’Unione Europea e coi numeri attuali dobbiamo aspettarci che

finanziament i nazionali e d europei agevoleranno prevalentemente l’industria della conoscenza

vi saranno nuovi cambiamenti e nuove trasformazioni nel mondo del lavoro che avranno impatto sulla disoccupazione

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Disoccupazione: effetti collaterali

Lo stato di disoccupazione per un tempo prolungato espone l’individuo a rischio di

carenza di autostima

problemi motivazionali o psicologici

esclusione sociale

L’indennità di disoccupazione percepita in assenza di attività può portare l’individuo

in uno stato di passività dal quale può essere difficile risollevarsi

a cercare di attivarsi alimentando forme di economia sommersa

In condizioni particolari, fenomeni di disoccupazione di lunga durata possono innescare fenomeni di degrado sociale

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Bisogni del disoccupato

Non sentirsi solo, avere relazioni sociali

Sentirsi utile alla società e perciò riconosciuto

Provare amor proprio, aver fiducia in sé stesso

Sentirsi capace di influenzare positivamente il proprio futuro

Avere visibilità sulle opportunità offerte dal territorio

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Quindi?Negli altri Paesi europei, le stesse trasformazioni sociali sono avvenute vent’anni prima, a partire dagli anni ’70, quando il contesto economico e politico ha permesso ai differenti governi di contrastare le minacce sociali ed adeguare i rispettivi sistemi di welfare

Per contrastare le minacce che abbiamo di fronte è necessario intervenire tempestivamente e in maniera decisa sul nostro sistema di welfare, facendo tesoro dell’esperienza altrui

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L’esperienza europeaI Paesi europei che hanno vissuto prima di noi la stessa trasformazione sociale oggi riconoscono che un sistema di welfare che contrasti la disoccupazione è costruito sui seguenti temi:

occupazione

istruzione

servizi alla famiglia, riconosciuta come prima forma sociale di sussidiarietà, che negli ultimi 50 anni ha subito una profonda trasformazione strutturale

Per approfondimenti: Il libro bianco di Delors (1993), Il trattato di Amsterdam (1997), Il vertice sull’occupazione di Lussemburgo (1997)

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Le linee guida nazionaliLe linee guida nazionali accolgono quelle definite dall’Europa

Le linee guida definite nel libro bianco del mercato del lavoro (“Proposte per una società attiva e per un lavoro di qualità”, 2001), puntando sull’individuazione di nuove forme di flessibilità lavorativa, tenta di individuare delle contromisure ai rischi dovuti alla destandardizzazione del lavoro

Le linee guida Europee, riprese dal libro bianco del welfare (“Proposte per una società dinamica e solidale”, 2003), identifica come principali attori nella determinazione e nella realizzazione delle politiche sociali la società, e quindi anche il cittadino, attribuendo allo Stato e agli Enti Locali la responsabilità di favorire l’iniziativa dei cittadini, singoli e associati

Le linee guida del libro bianco del welfare (“La vita buona nella società attiva”, 2009) completano la definizione del welfare state del futuro delegandogli la responsabilità di intervenire in anticipo rispetto al formarsi del bisogno e di prevenire i fenomeni di esclusione sociale stimolando comportamenti e stili di vita responsabili e perciò utili alla società

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L’attualità...I fenomeni che si osservano fanno pensare che il sistema normativo abbiano recepito parzialmente le indicazioni delle linee guida nazionali ed europee

I numeri sulla disoccupazione suggeriscono che il sistema attuale ha difficoltà a contrastare le minacce che affliggono il mercato del lavoro e i rischi che si prospettano nel futuro prossimo

I tradizionali percorsi di reinserimento al lavoro basati sulla formazione spesso risultano demotivanti per persone in età avanzata e con significativa esperienza professionale

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Alcuni esempi realiGuido, mulettista disoccupato, 35 anni (16 di esperienza)

Erogata formazione di Lingue (inglese), uso del computer (pacchetto Office)

Renato, operaio specializzato nella produzione di materiali edili, 55 anni, 35 di esperienza nello stesso settore

Erogata formazione sull’uso del computer (pacchetto Office), addetto alla segreteria e all’amministrazione d’ufficio

Perché sono stati scelti quei corsi per Guido e Renato?

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Su Guido e RenatoUna volta formati Guido e Renato cercano lavoro, in competizione con molte persone più giovani e fresche di studi

Quanto sentiranno propria la conoscenza acquisita con la formazione?

Quanto riusciranno ad essere più convincenti di un giovane?

Un’azienda privata assumerebbe loro o un giovane che costa meno ed è più motivato?

Come gli consigliereste di proporsi sul mercato?

A nostro avviso la formazione non basta perché queste persone si trovano comunque svantaggiate sul libero mercato e disorientate perché non hanno la sicurezza di essere adatti a nuovi ruoli

E’ possibile elaborare percorsi di riposizionamento più virtuosi?

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Il bisogno socialeRiteniamo ci sia il bisogno di individuare una modalità alternativa di reinserimento al lavoro dei disoccupati con comprovata e significativa esperienza

economicamente sostenibile

economicamente vantaggiosa, rispetto ai percorsi tradizionali, per la persona che vi aderisce

che non disperda l’esperienza in possesso dei disoccupati

che soddisfi i bisogni della persona disoccupata

capace di innescare opportunità per il territorio

che contribuisca a contrastare il fenomeno della disoccupazione di lunga durata e i suoi effetti sull’individuo e sulla società

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L’ideaL’idea presentata in questo documento, che intendiamo analizzare in maniera più dettagliata in un apposito tavolo di lavoro, intende dare un proprio contributo per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

Integrare i servizi a sostegno dell’occupazione per risolvere i fenomeni di disoccupazione di persone con esperienze e capacità specifiche

Contrastare la disoccupazione di lunga durata e i suoi rischi sull’individuo e sulla società

Mettere a riuso l’esperienza dei disoccupati

Impegnare le persone disoccupate con esperienza per innescare dinamiche di sussidiarietà a beneficio dei soggetti economici a rischio di fallimento e per rispondere a bisogni specifici del territorio

Stimolare l’avvio di progetti di innovazione sul territorio

Strutturare questo tipo di impegno in modo che sia vantaggioso per tutti gli azionisti (Ente Locale, individuo, realtà economiche locali)

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Di cosa si parla?La visione è quella di un’organizzazione no-profit che agisca innescando dinamiche di sussidiarietà tra le persone disoccupate e le aziende/organizzazioni locali

facendo leva sui bisogni e sulle opportunità di investimento offerte dal tessuto economico locale

dando priorità ad azioni di innovazione o di supporto alle aziende in evidente difficoltà economico/finanziaria

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Cosa fa?Offre supporto organizzativo e assicurativo permettendo a coloro che devono reinserirsi nel mondo del lavoro

di prestare opera nelle realtà locali:

a sostegno delle aziende che sono in stato di difficoltà economico/finanziaria

a sostegno di giovani imprese (<2 anni di vita)

Svolgendo formazione presso le aziende del territorio, attività di affiancamento di giovani lavoratori o apprendisti, cooperazione in materia di salute e sicurezza (servizio prevenzione e protezione, L. 81/2008)

di organizzarsi in autonomia, sotto forma di impresa, per sopperire a specifici fabbisogni del tessuto economico locale:

fornendo supporto per accedere a forme di finanziamento pubbliche (locali, nazionali o europee) o private

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Come fa?Costruita attorno ad un nucleo di competenze specifiche (alcune di queste attualmente hanno difficoltà a collocarsi sul lavoro), fra cui

Diritto del lavoro

Economia e organizzazione aziendale

Fundraising ed europrogettazione

Psicologia

Scienze della formazione

Raccoglie, mantiene e studia informazioni su:

Composizione del tessuto economico locale

Specificità e fabbisogno delle aziende locali

Aziende locali in stato di difficoltà economica

Opportunità di innovazione di interesse per il territorio

Organizza e distribuisce l’effort dei soggetti aderenti sulla base delle informazioni raccolte, dei bisogni e delle opportunità sul territorio

Fa rete con il tessuto economico locale e con le organizzazioni dello stesso tipo sul territorio

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Accesso del soggetto alla struttura

Il disoccupato che soddisfa i criteri di selezione richiede l’accesso alla struttura al momento stesso in cui domanda l’indennità di disoccupazione o di mobilità

La domanda verrà accettata presso la struttura in grado di mettere a riuso le competenze del soggetto o di integrarle/completarle/adeguarle ai bisogni mediante attività di formazione da parte dei collaboratori già presenti

Tra il soggetto e la struttura vige un rapporto di collaborazione non onerosa

Svolgendo le attività individuate dalla struttura il soggetto potrà integrare l’indennità percepita, mantenersi occupato e adoperarsi in prima persona per guadagnare nuove opportunità

La struttura promuoverà la cooperazione tra più soggetti e svolgerà una funzione di facilitazione delle attività del soggetto verso terze parti

Quando il soggetto non presta opera presso aziende del territorio, questi potrà impegnarsi in attività di volontariato interno alla struttura, di fundraising, oppure di sviluppo di valore

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Accesso ai servizi della struttura

L’azienda che accede ai servizi di uno o più collaboratori della struttura corrisponde per ogni giorno di servizio prestato una quota dipendente dal proprio stato di salute finanziaria e che deve almeno compensare:

l’ incremento dell’ indennità percepita dal collaboratore e le relative imposte

parte dei costi operativi della struttura

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Sostenibilità economicaLa struttura organizzativa sarà mantenuta con

una quota del compenso corrisposto dalle imprese per i servizi o la manodopera erogati

i fondi ottenuti dalla struttura attraverso le attività di

fundraising sul territorio

partecipazione a bandi per il finanziamento di progetti nell’area del welfare

i servizi amministrativi prestati ai collaboratori nell’ambito dell’esecuzione di progetti finanziati che sono stati vinti col supporto organizzativo e di competenze della struttura stessa

Forme di crowdfunding (p.e., 5 per mille)

La struttura stessa potrà essere mantenuta anche attraverso forme di crowdsourcing (p.e., attività volontaria, oppure con l’aiuto degli stessi individui in cerca di occupazione)

individuazione di nuovi canali di finanziamento per le attività della struttura (fundraising, partecipazione a bandi)

parte dell’effort potrebbe essere impiegato per innovare la struttura o creare nuove opportunità, p.e.

proposizione di nuovi servizi da integrare nella struttura (e del relativo modello di sostenibilità)

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Il compenso degli aderenti

Come programma di riposizionamento sul lavoro, gli aderenti percepiscono

indennità di disoccupazione o di mobilità

una maggiorazione rispetto all’indennità percepita sulla base delle giornate lavorate presso un’azienda del territorio

Infine gli aderenti

rimangono attivi sul mercato del lavoro e possono reinserirsi nel mercato del lavoro durante l’esperienza di collaborazione con la struttura

possono fare rete fra loro e con le realtà locali, guadagnando la possibilità di

scoprire opportunità di investimento

riposizionarsi nel mondo del lavoro attraverso la costituzione di realtà imprenditoriali o associative (crowdsourcing)

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DomandeCome gestire l’integrazione economica mantenendo lo status di disoccupato?

Attraverso voucher INPS fino ad un massimo di circa 3000 €/anno

Attraverso un adeguamento normativo

In questo modo non si rischia che non assumano più i giovani?

Soltanto le aziende in stato di crisi economica, che quindi non possono assumere, possono accedere ai servizi di prestazione di manodopera

Come fanno le aziende in stato di crisi a generare lavoro?

Attivando progetti di innovazione (R&D) che in genere sono i progetti che per primi subiscono contrazioni quando l’azienda entra in stato di crisi

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Scenari: ipotesi 1Un’azienda è in cassa integrazione

C’è copertura finanziaria per il 50% del tempo lavorato, i dipendenti lavorano comunque full-time

Ritmi produttivi incalzanti, le risorse disponibili sono impegnate almeno per il 100% del tempo

Non si rinnova, si tagliano le attività di formazione e di innovazione

Spesso queste dinamiche amplificano gli effetti di una situazione di crisi

Come potrebbe l’azienda beneficiare della struttura?

Per liberare risorse chiave da impegnare in attività strategiche per la ripresa

Acquisendo risorse parzialmente da formare a cui delegare attività a basso contenuto professionale

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Scenari: ipotesi 2Startup e spinoff universitari, forti dal punto di vista tecnico, spesso mancano di conoscenza del mercato e della capacità di maturare un’idea precisa del valore per il cliente tipo

Gli aderenti alla struttura possono intervenire come collaboratori oppure come formatori o consulenti

Permettendo di perfezionare un prodotto

Attivando nuovi canali e contatti per la vendita

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Scenari: ipotesi 3Piattaforma di Crowdsourcing

La struttura raccoglie e valuta proposte di progetti innovativi o di interesse per l’Ente o il territorio

La struttura

organizza le risorse disponibili

offre un servizio di networking per individuare potenziali partner o azionisti (anche incubatori)

forma le risorse per procurarsi i fondi (finanziamenti pubblici o privati)

offre supporto gestionale per la realizzazione dei progetti

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ConclusioniQuesta prima analisi permette di affermare che ci sono le basi per ritenere gli obiettivi raggiungibili

E’ possibile prevedere percorsi virtuosi, vantaggiosi per tutti gli azionisti

Mantenere attivo il disoccupato permette di scongiurare i rischi della disoccupazione di lunga durata

Sostenibilità economica, è economicamente vantaggioso per tutte le parti

Il modello previsto, agendo per sussidiarietà in aiuto dei soggetti economici a rischio, interviene per risollevare situazioni di precarietà economico/finanziaria

Inoltre, esperienza a parte, i criteri di accesso al servizio sono i medesimi che regolano gli accessi alle indennità di mobilità/disoccupazione e pertanto le metriche di accesso rimangono invariate rispetto a quelle previste dallo Stato

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Altre opportunitàAttorno ad una realtà no-profit come questa possono orbitare diverse aziende for-profit per fornire servizi complementari, per esempio:

servizio di consulenza per aiutare le aziende in stato di crisi economica affinché possano beneficiare al meglio dei servizi della struttura

Alcune di queste possono essere il risultato dell’associazione, spontanea o incubata, degli aderenti alla struttura

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Che fine hanno fatto Guido e Renato?

Guido e Renato hanno trascorso il periodo di disoccupazione formandosi e acquisendo nuova esperienza presso realtà economiche bisognose

La nuova esperienza gli ha permesso di acquisire

una rinnovata consapevolezza di loro stessi, delle loro abilità, e della loro capacità di adattarsi a nuovi contesti e ruoli aziendali

nuove competenze

nuove relazioni

maggiore autostima e fiducia nel futuro

maggiore possibilità di ricollocamento

Ora:

Guido è operatore logistico nel magazzino di un venditore al dettaglio

Renato svolge controlli di qualità in un’azienda che produce materiali per pavimentazioni

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Le prossime attività

Consolidamento di un tavolo di lavoro allo scopo di

raffinare l’idea ed elaborare nuovi scenari di attività

coordinare e svolgere attività di networking per facilitare la realizzazione del progetto