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omitato per la Vita “Daniele Chianelli” C Il Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” è un’associazione di genitori di bambini malati di tumore che sostiene il centro di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Regionale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia. La sua azione promotrice si concretizza in 3 principali interventi: - l’appoggio psicologico, sociale ed economico al bambino malato e alla sua famiglia per migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti in ospedale e in famiglia; - la collaborazione con gli operatori sanitari per garantire al Centro un maggior livello di specializzazione; - la promozione della ricerca scientifica, necessaria per migliorare le terapie, limitarne gli effetti collaterali, ancora importanti, ed individuare nuove strategie di cura aumentando così la percentuale delle guarigioni. Questa pubblicazione vuol essere un contributo per far conoscere la malattia, sensibilizzare le persone e avvicinare alla realtà dei bambini malati. L’impostazione grafica e la semplicità delle spiegazioni lo rendono anche un valido supporto per facilitare la comunicazione della malattia e delle fasi di cura al proprio figlio. Ogni specifico operatore che incontra il bambino in ospedale, in day hospital, al residence, contribuisce a un progetto di vera guarigione: guarigione biologica, cioé l’eliminazione della malattia; guarigione psicologica globale, cioé il superamento delle angosce e dei timori correlati; guarigione sociale, cioé pieno reinserimento nel proprio ambiente. Per questo dedichiamo il presente volume a tutti coloro che vogliono sapere per capire come si può aiutare. 1

Sapere per capire

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omitato per la Vita “Daniele Chianelli”CIl Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” è un’associazione di genitori di bambini malati di tumore

che sostiene il centro di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Regionale “Santa Maria della

Misericordia” di Perugia.

La sua azione promotrice si concretizza in 3 principali interventi:

- l’appoggio psicologico, sociale ed economico al bambino malato e alla sua famiglia per

migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti in ospedale e in famiglia;

- la collaborazione con gli operatori sanitari per garantire al Centro un maggior livello di

specializzazione;

- la promozione della ricerca scientifica, necessaria per migliorare le terapie, limitarne gli effetti

collaterali, ancora importanti, ed individuare nuove strategie di cura aumentando così la

percentuale delle guarigioni.

Questa pubblicazione vuol essere un contributo per far conoscere la malattia, sensibilizzare le persone

e avvicinare alla realtà dei bambini malati.

L’impostazione grafica e la semplicità delle spiegazioni lo rendono anche un valido supporto per

facilitare la comunicazione della malattia e delle fasi di cura al proprio figlio.

Ogni specifico operatore che incontra il bambino in ospedale, in day hospital, al residence, contribuisce

a un progetto di vera guarigione: guarigione biologica, cioé l’eliminazione della malattia; guarigione

psicologica globale, cioé il superamento delle angosce e dei timori correlati; guarigione sociale, cioé

pieno reinserimento nel proprio ambiente.

Per questo dedichiamo il presente volume a tutti coloro che vogliono sapere per capire

come si può aiutare.

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abbraccio che cura‘L

nche i Bambini...AAnche i bambini si possono ammalare di tumore.

Le statistiche indicano che un bambino

ogni 650 sotto i 15 anni, ogni anno,

si ammala di tumore o di leucemia.

Sebbene queste malattie siano quindi molto

rare, in Italia ci sono circa 1400-1500

nuove diagnosi ogni anno e i tumori

sono la seconda causa di morte

del bambino dopo gli incidenti.

Esistono vari tipi di neoplasie maligne

nel bambino.

La leucemia è la forma più frequente,

seguita dai tumori del sistema

nervoso centrale, i linfomi, il neuroblastoma,

i sarcomi dei tessuti molli, i tumori ossei

e altre forme più rare ancora.

I tumori infantili sono molto diversi da quelli

degli adulti per tipo, per velocità di accrescimento e per diagnosi.

In Italia i bambini sono curati da una rete di centri di Ematologia ed Oncologia Pediatrica

distribuiti su tutto il territorio nazionale, che collaborano con i più importanti centri

mondiali per la cura di queste patologie.

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è moltopiù facileguarire

in questi annila scienza ha fatto progressi notevoli

i tumore o leucemia si può guarireDI progressi compiuti dall’oncologia pediatrica in questi ultimi decenni, sono notevoli e possono essere

riassunti in pochi dati.

Fino a 40 anni fa, l’esito di una diagnosi di leucemia o tumore era quasi sempre sfavorevole.

A partire dagli anni Settanta si sono registrati notevoli progressi terapeutici e le percentuali di

sopravvivenza sono progressivamente migliorate.

Per i tumori e le leucemie diagnosticati nel periodo 1978-1981, la sopravvivenza globale è stata circa

del 50%. Oggigiorno, globalmente, per tutte le forme sopra descritte, in alcuni casi il successo supera

il 70% delle diagnosi. Queste percentuali variano a seconda del tipo di tumore o leucemia, ma sono in

progressivo miglioramento grazie

alle attività di ricerca svolte

in Italia e all’estero.

Si può tranquillamente

affermare che al momento

della diagnosi

c’è speranza

di guarigione

per quasi tutti

i bambini curati

presso i Centri

specializzati.

4Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia

L’elemento fondamentale che ha caratterizzato questo successo deve essere individuato nella

cooperazione a livello nazionale e internazionale che si è realizzata fin dagli Anni ‘70 e che è volta a

realizzare principalmente due obiettivi:

1) ottimizzare gli standard di cura

su tutto il territorio italiano;

2) promuovere la ricerca coinvolgendo

il massimo numero possibile di Centri.

Una componente essenziale

del successo ottenuto

è da ricercarsi nella volontà dei pediatri

emato-oncologici di offrire un approccio

a tutto campo, aperto ai bisogni globali

del bambino e della famiglia, capace

di offrire non solo cure ma una vera

e propria presa in carico

del bambino attraverso la collaborazione

tra operatori sanitari e genitori definita

“alleanza terapeutica”.

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bene!

un altropassoavanti

a MalattiaLGli organi e i tessuti sono costituiti da cellule,

peculiari a quell’organo o tessuto.

Alcune di queste sono cellule immature che si dividono

in modo controllato e limitato per rinnovare costantemente

l’organo affinché funzioni al meglio.

Il tumore invece rappresenta la crescita incontrollata e tumultuosa

di una popolazione di cellule di un organo o tessuto.

Tali cellule derivano dalle cellule immature di quell’organo,

arrestate ad un grado incompleto di maturazione e quindi

trasformate in cellule tumorali, ormai fuori controllo.

La moltiplicazione di questa popolazione di cellule malate causa

la formazione di una massa (tumore) che cresce rapidamente,

da lì cellule tumorali si possono disseminare per il corpo

in piccoli isolotti (metastasi).

Questo può avvenire ad esempio per le cellule tumorali del rene

(tumore di Wilms), per quelle del sistema nervoso simpatico

(neuroblastoma), per quelle del muscolo (rabdomiosarcoma)

e per quelle del cervello, dell’occhio e dell’osso.

La leucemia è un tumore “non solido” che origina

dal midollo osseo, quel tessuto gelatinoso contenuto

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midollo osseo normale

midollo osseo leucemico

appunto dentro la cavità delle ossa, nel quale normalmente, a

partire da cellule indifferenziate, chiamate cellule staminali, per

successive divisioni e maturazioni, si producono alla fine le cellule che

circolano nel sangue: i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.

Questa produzione avviene quando vi è bisogno di nuove

cellule ed è costantemente controllata mentre quando le cellule immature

si trasformano in cellule leucemiche, si moltiplicano senza freno e

avviene, come per i tumori, una crescita rapidissima

ed incontrollata di cellule malate che impediscono

lo sviluppo di quelle normali del midollo osseo.

Diminuiscono, quindi, le cellule funzionali del sangue,

che si riempie di cellule malate.

Da ciò deriva la malattia, caratterizzata da

anemia (diminuzione di globuli rossi), tendenza ad

infezioni (leucopenia o diminuzione dei globuli

bianchi per il loro cattivo funzionamento) oppure

si può avere un aumento dei globuli bianchi

legato alla presenza di cellule malate (leucocitosi)

e il rischio di emorragie, con manifestazioni cutanee

e mucose (diminuzione delle piastrine o piastrinopenia).

Questa è la leucemia.

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La fabbrica del sangue all’interno delle ossa

e TerapieLI progressi terapeutici ottenuti negli ultimi decenni nella cura dei tumori dell’infanzia, rispecchiano la

stretta collaborazione tra specialisti di molte discipline mediche, coordinate da un superspecialista,

il pediatra ematologo oncologo. Il protocollo terapeutico e il programma da seguire sono specifici a

seconda del tipo, del grado e dell’estensione del tumore.

La possibilità dei centri di accedere anche a protocolli di ricerca in continua evoluzione, costituisce

uno dei motivi per cui in Italia le percentuali di guarigione sono tra le più alte del mondo.

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tengo compagniaal mio orsacchiotto... guariremo insieme!

a ChemioterapiaLLa chemioterapia è basata sull’uso di farmaci citotossici, cioè capaci di impedire la moltiplicazione

delle cellule o di ucciderle.

Questo effetto, pur manifestandosi su tutte le cellule, è massimo su quelle in più rapida moltiplicazione,

su quelle tumorali e su quelle leucemiche.

Nel caso delle leucemie, la terapia farmacologica è quasi sempre capace, nel giro di poche settimane,

di distruggere la maggior parte delle cellule malate, consentendo a quelle sane di ricrescere, così da

tornare ad una situazione di apparente normalità del midollo osseo e del sangue (remissione).

Il bambino si sentirà di nuovo bene e potrà tornare a casa. Le successive fasi di terapia, meno

intensive, servono a controllare e gradualmente uccidere le cellule leucemiche residue, fino ad

ottenere la completa scomparsa. Purtroppo in qualche bambino le cellule sono resistenti alla terapia

e si assiste alla ricomparsa della malattia (ricaduta) che può verificarsi anche nei primi anni dalla

sospensione delle terapie.

Negli ultimi anni, il miglioramento delle terapie di supporto, che servono a controllare gli effetti

collaterali della chemioterapia (trasfusioni mirate, uso di fattori di crescita cellulare, ecc.), ha

permesso un più efficace utilizzo dei farmaci antitumorali, somministrando la massima dose tollerata

in un più breve periodo di tempo. Così si avrà la possibilità di diminuire il tempo di durata delle

terapie ed aumentarne l’efficacia.

Nel caso di tumore solido, la chemioterapia viene utilizzata con modalità differenti a seconda del tipo

e quasi sempre assieme alla terapia chirurgica e/o quella radiante. Durante la chemioterapia, per gli

effetti citotossici sulle cellule sane, in particolare quelle che si moltiplicano con una certa frequenza, si

possono produrre vari effetti collaterali; la perdita dei capelli è uno di questi.

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Più importanti sono gli effetti sulla produzione

delle cellule del sangue.

Il bambino con una leucemia in remissione

o in trattamento è a rischio di infezioni

(per abbassamento dei globuli bianchi o neutropenia),

emorragie (per abbassamento delle piastrine

o piastrinopenia), grave anemia

(per abbassamento dei globuli rossi).

Tutto ciò può richiedere anche il ricovero

in ospedale in ambiente a bassa

carica microbica e per l’eventuale necessità

di effettuare trasfusioni

di emocomponenti

(globuli rossi, piastrine, plasma).

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ancoraun po’ e poi...

vai!!!

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a RadioterapiaLLe particelle elettroniche ad elevata energia prodotte dalle apparecchiature per la terapia radiante,

funzionano nè più nè meno, come farmaci citotossici: anche queste danneggiano tutte le cellule capaci

di moltiplicarsi, specialmente quelle tumorali.

Hanno un vantaggio sulla chemioterapia in quanto possono essere concentrate sul tumore, riducendo

così gli effetti sulle cellule normali.

Hanno però lo svantaggio di non arrivare dappertutto e per questo sono utilizzate soprattutto nei

tumori solidi.

La radioterapia, sebbene non dolorosa, non è priva di effetti collaterali negativi, che si possono protrarre

negli anni; è per questo che va utilizzata con molta cautela e soltanto in caso di reale necessità.

Negli ultimi anni ha subito importanti perfezionamenti: una migliore utilizzazione delle sorgenti di

radiazione; modalità di trattamento che permettono di concentrare la dose esattamente sul tessuto

interessato; l’utilizzo di sostanze che sensibilizzano il tessuto malato e proteggono quello sano dalla

radioterapia stessa. Non richiede generalmente il ricovero.

La radioterapia sull’intero corpo (Total Body Irradiation o TBI), in associazione con la chemioterapia

ad alte dosi, dovrebbe permettere la distruzione di tutte le cellule malate residue.

La TBI viene effettuata soltanto come “condizionamento” (preparazione) al trapianto di midollo osseo,

in alcuni tumori solidi e nelle leucemie resistenti alle terapie (vedi capitolo relativo al trapianto).

a ChirurgiaLLa terapia chirurgica è la più semplice da immaginare: il chirurgo toglie il tumore con il bisturi, in

anestesia generale.

A volte però, il bisturi non riesce a togliere completamente il tumore ed è per questo che viene associato

alla terapia radiante e alla chemioterapia per cercare di ridurre il volume della massa tumorale.

Un piccolo intervento chirurgico può essere utilizzato per fare una biopsia del tumore, ovvero per

prelevare un piccolo pezzetto da esaminare al microscopio, che permette di effettuare una diagnosi

specifica così da individuare la terapia più opportuna.

Molti bambini inoltre, iniziano il loro percorso terapeutico con un piccolo intervento chirurgico che

serve ad inserire un “catetere venoso centrale o CVC”.

Si tratta di un tubicino introdotto per tutto il periodo delle terapie, in una grande vena del torace, con

una specie di rubinetto che fuoriesce e permette di somministrare i farmaci e di prelevare il sangue per

i controlli, eliminando così l’eventualità dei cosiddetti “buchi”, dolorosi e fastidiosi.

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L’immunoterapia funziona utilizzando il nostro sistema immunitario, cioè quel sistema composto di

linfonodi, milza, tonsille, midollo osseo e globuli bianchi del sangue, che ci protegge dalla infezioni e

dalle malattie. Il nostro sistema immunitario lavora distinguendo le cellule buone, che compongono

i vari organi e tessuti del nostro corpo, da quelle “cattive” che portano malattie, distruggendole.

Le cellule “cattive” possono essere anche estranee al corpo, ad esempio germi che vengono da

fuori. Spesso il sistema immunitario agisce riconoscendo come estranee anche le cellule tumorali

proprio perché sono anomale e le distrugge sul nascere impedendone la moltiplicazione. Nel nostro

organismo le cellule tendono a mutare ogni tanto e il sistema immunitario solitamente ci difende.

A volte questo meccanismo non funziona. Gli scienziati fanno ricerche per capire perché il sistema

immunitario non riconosca molte cellule mutate che col tempo possano trasformarsi in cellule tumorali

e non vengono invece distrutte subito. I farmaci utilizzati in immunoterapia si sono mostrati capaci di

modificare il sistema immunitario a fare questo lavoro e possono essere utilizzati da soli, o, più spesso,

insieme alla chemioterapia per distruggere il tumore, in particolare la malattia residua minima. Questo

significa che, anche pochissime cellule tumorali non distrutte dalla chemioterapia, perché resistenti ai

farmaci, se lasciate, potrebbero essere in grado di riformare un tumore o causare una ricaduta della

malattia. Mentre la chemioterapia aggredisce le cellule tumorali direttamente, l’immunoterapia agisce

stimolando o facilitando il sistema immunitario che viene così ingaggiato nella lotta contro le cellule

tumorali. L’immunoterapia può essere utilizzata anche per alleviare certi effetti collaterali dei farmaci

antitumorali come ad esempio la tendenza a contrarre infezioni. Nuovi campi di ricerca, ancora molto

sperimentali, come la terapia genica, troppo complessa da descrivere in questo opuscolo, garantiscono

una possibilità futura di cura delle forme tumorali, che a tutt’oggi, non rispondono adeguatamente alle

terapie tradizionali e alimentano la fiducia che un giorno, speriamo non lontano,

ogni tumore troverà la sua cura.

mmunoterapiaI

l Trapianto di Midollo OsseoIQuando la probabilità di guarire da alcuni tipi di leucemie, definite ad alto rischio, è molto bassa,

oppure dopo una o più ricadute, o quando non si riesce a eradicare completamente il tumore

solido, si può ricorrere al trapianto di midollo osseo (TMO), detto anche trapianto di cellule staminali

emopoietiche. Essendo una procedura non priva di rischi e tossicità, non è indicato nei casi in

cui vi sono altre possibilità di terapia efficace. Lo scopo è di poter applicare la chemioterapia e la

radioterapia a dosi particolarmente forti da distruggere completamente le cellule tumorali o

leucemiche, quindi “guarendo”. Queste dosi non sarebbero compatibili con la vita in quanto,

porterebbero alla distruzione completa, anche del midollo osseo, che non sarebbe più in grado di

ricostruire se stesso e le cellule del sangue che normalmente fabbrica, e così si arriverebbe alla morte

per emorragia e infezioni. Con il TMO, si pratica una chemioterapia ad altissime dosi e un’irradiazione

corporea totale (TBI), distruggendo tutte le cellule tumorali insieme a quelle del midollo osseo. Una

volta effettuato lo schema terapeutico adeguato al bambino, si infondono le cellule del midollo osseo

del donatore come una semplice trasfusione di sangue (queste nuove cellule vanno spontaneamente

a collocarsi nella propria sede naturale, ovvero nella cavità delle ossa, dove riprendono a crescere e

a funzionare). Il midollo osseo del donatore da trapiantare deve avere un alto grado di compatibilità

(sistema HLA, una carta di identità dei nostri tessuti) con il bambino malato per evitare fenomeni

di rigetto e il fallimento della procedura. Quando il donatore è lo stesso bambino, parleremo di

autotrapianto o trapianto autologo, che non dà problemi di compatibilità e di rigetto.

Quando il midollo osseo è sano o in remissione, si può prelevarlo e “depositarlo” e dopo aver

praticato una terapia molto intensiva, in grado di distruggere la malattia, anche il midollo rimasto,

va reinfuso.

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Questo metodo viene utilizzato particolarmente nei tumori solidi perché il midollo osseo non è colpito

da malattia e quindi sano ed è indicato soprattutto negli stadi avanzati di tutti i tumori solidi pediatrici

a prognosi severa (linfomi maligni, neuroblastomi, tumori ossei, tumori del SNC, rabdomiosarcomi) o

che rispondono scarsamente al trattamento antitumorale.

L’autotrapianto viene utilizzato più raramente nei malati di leucemia e richiede particolari

accorgimenti.

Remissione

Ricaduta

Terapiadella ricaduta

Autotrapianto o trapianto

Il midollo viene prelevato in anestesia generale quando il bambino è in remissione completa di

malattia, senza segni nè sintomi, viene poi congelato e conservato a -160°C. Questa procedura può

essere effettuata anche quando c’è una ricaduta della malattia facendo particolare attenzione nel

ripulire il midollo da eventuali cellule malate residue. Spesso, nelle leucemie, si ricorre al TMO da

donatore (allogenico) perché con l’autotrapianto, spesso ci possono essere delle ricadute in quanto è

molto difficile eradicare tutte le cellule malate durante il condizionamento.

Nel trapianto allogenico, il donatore è compatibile quando le sue cellule hanno delle caratteristiche che

sono le più simili possibili a quelle del bambino (istocompatibilità HLA), in maniera tale da evitare o

ridurre il problema del rigetto. La compatibilità per questo tipo di procedura deve essere molto elevata,

più ancora che per la donazione del sangue o di un organo. Il donatore ideale e perfetto, sarebbe il

fratello gemello identico che condivide lo stesso, esatto corredo di geni (Trapianto Singenico), ma in

pratica i bambini trattati con donatore gemello mono ovulare, a volte soffrono, non di rigetto, ma di

una ricaduta della malattia per gli stessi motivi di quelli che hanno subito un autotrapianto. Lo stesso

sistema immunologico, che non era stato in grado di proteggere il bambino dalla leucemia, si dimostra

debole nel combattere eventuali residui di cellule malate.

I donatori ideali si trovano, quindi, tra i fratelli non gemellari, che condividono lo stesso patrimonio

genetico (padre e madre). Le probabilità che un fratello sia compatibile con il bambino malato, sono

circa il 25%.

Non trovando, invece, tra i fratelli un donatore ideoneo, si può procedere alla ricerca di un

donatore tra la popolazione generale (trapianto allogenico da MUD = “Mached Unrelated Donor”

o donatore compatibile non familiare) di donatori volontari.

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Esiste in Italia, come in altre nazioni, un Registro (IBMDR) che contiene i nomi delle persone che

si sono rese disponibili per questa donazione e che sono già state “tipizzate”, tramite un piccolo

prelievo di sangue. In alternativa, il donatore può essere un genitore o un fratello non perfettamente

compatibile (Trapianto Mismached o Aploidentico), in questo caso però le difficoltà del trapianto

aumentano; è necessario prendere speciali provvedimenti per evitare il rigetto di midollo osseo

non compatibile e soprattutto limitare la gravità della GVHD, reazione del trapianto contro ospite

(condizione molto delicata in cui il midollo trapiantato, per mezzo delle cellule del sistema immunitario

che porta con sè, può reagire con gli organi e tessuti del bambino che lo riceve).

Questa reazione, se non è molto aggressiva, aiuta a distruggere le cellule leucemiche.

Si ringrazia anche l’ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo) che sensibilizza l’opinione

pubblica sull’importanza di questo gesto.

La procedura del trapianto di midollo osseo consiste nel prelevare al donatore, da alcune ossa (per

esempio la cresta iliaca), il midollo osseo per semplice aspirazione con ago speciale, in anestesia

generale. Il donatore, dopo aver effettuato la donazione, può andare quasi subito a casa.

Non rimane che un piccolo temporaneo indolenzimento nelle aree di aspirazione; il midollo prelevato

per la donazione, viene rimpiazzato nel giro di pochi giorni e l’unico rischio è quello anestesiologico.

Dal 2006 è possibile donare anche prelevando cellule staminali del sangue periferico.

Al donatore vengono somministrati 4-5 giorni prima della donazione, farmaci chiamati “fattori di

crescita” che stimolano la produzione di cellule staminali emopoietiche, permettendone così il prelievo,

in centri trasfusionali attrezzati senza il ricovero in ospedale e senza anestesia.

La donazione di cellule staminali del sangue periferico è oggi in costante aumento.

Dopo essere stati sottoposti al trattamento terapeutico, che uccide sia le cellule tumorali/leucemiche

che quelle sane (fase di condizionamento), al bambino viene infuso il midollo osseo prelevato dal

donatore, che va a collocarsi nella giusta sede midollare, cioè all’interno della cavità delle ossa e inizia

a produrre, per moltiplicazione cellulare, nuovo midollo insieme alle cellule del sangue.

Il tempo necessario tra la preparazione del bambino per il trapianto, il trapianto stesso e l’attecchimento

del nuovo midollo osseo trapiantato, con la relativa produzione di nuove cellule del sangue in numero

sufficiente, è di circa un mese, da trascorrere ricoverato in isolamento stretto all’interno di speciali

camere o reparti “a bassa carica microbica”.

In alcuni casi, le cellule da trapiantare vengono ricavate dal sangue del cordone ombelicale, donato

dalle mamme che hanno appena avuto un bambino (trapianto di cellule staminali emopoietiche

cordonali). Il prelievo dalla placenta e dal cordone ombelicale dopo il parto, consente una raccolta

di sangue placentare molto ricco di cellule immature (cellule staminali emopoietiche - CSE) che sono

in grado, anche esse, di migrare verso le cavità svuotate delle ossa, moltiplicarsi e specializzarsi,

diventando nuove cellule di midollo osseo.

Il sangue placentare viene tipizzato e crioconservato in sacche (in apposite banche) fino al loro utilizzo

e cioè per il trapianto in un bambino compatibile. Queste cellule hanno delle caratteristiche dovute

alla loro immaturità che facilitano il trapianto, diminuendo il rischio di rigetto.

Questo tipo di trapianto è oggi ben utilizzato ed è fondamentale la donazione del cordone da parte

delle partorienti. Per informazioni su questo tipo di donazione consultare l’ADISCO, Associazione

Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale.

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rasfusioni, citoaferesi e donazioni di sangueTSia la leucemia

di per sè, sia

i trattamenti

antitumorali

in generale,

spesso

comportano

una diminuzione

nel numero delle

cellule del sangue.

Quando

diminuiscono

i globuli rossi

e l’anemia che ne

deriva supera un certo

valore critico,

si interviene con una trasfusione

di sangue, o preferibilmente

di globuli rossi concentrati.

Meno spesso avviene che il midollo

sia così povero di cellule da essere quasi vuoto.

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mi sentoimportantedonare

con amoreper aiutare

20

In questa fase il bambino ha poche o pochissime piastrine ed è esposto al rischio di emorragie, o pochi

o pochissimi globuli bianchi che lo rendono suscettibile ad infezioni gravi.

Per ridurre il rischio infettivo sarà necessario isolare il bambino o in casa, utilizzando una serie di

accorgimenti (facendo uso di mascherina, guanti, camice) precauzioni igieniche speciali, oppure dovrà

essere ricoverato in ospedale in camere a bassa carica microbica.

Per ridurre il rischio di emorragie, invece, si potrà ricorrere all’infusione di concentrati piastrinici che si

ottengono dal sangue di donatori compatibili.

Tuttavia per avere abbastanza piastrine, le “donazioni normali” di sangue spesso non bastano e

richiedono più donatori.

Bisogna pertanto riuscire a togliere al donatore singolo molte piastrine senza anemizzarlo.

Siccome il sangue del donatore contiene un elevato numero di piastrine, rapidamente rimpiazzabili

(infatti le piastrine vengono prodotte in continuazione), si può ricorrere alla donazione di sole piastrine

senza togliere anche i globuli rossi, attraverso un processo chiamato citoaferesi.

In questo caso il sangue intero viene prelevato da un apparecchio che separa e trattiene le piastrine

e/o i globuli bianchi e restituisce al donatore quello che non serve (il plasma e i globuli rossi).

solamento “L’isola della Vita”ISia la leucemia di per sè, sia i trattamenti antitumorali in generale possono comportare una grave

perdita delle difese immunitarie, soprattutto a causa della diminuzione dei leucociti (globuli bianchi)

o del loro cattivo funzionamento (blasti nelle leucemie). In questa fase il bambino deve essere isolato

per l’alta probabilità di contrarre infezioni. Se l’immunodepressione non è profonda, il bambino può

essere “isolato in casa” controllando le persone e gli oggetti con cui viene a contatto, utilizzando le

speciali maschere contro i germi e adottando rigide norme igieniche. Se l’immunodepressione è

grave, il bambino deve essere ospedalizzato, finché le sue difese non aumentano e sottoposto a

profilassi antibiotica endovenosa. In molti reparti sono state realizzate stanze speciali, o addirittura reparti

speciali a “bassa carica microbica”, cioè pressoché

sterili, dove il bambino può restare finché ne ha

bisogno, assistito dalla mamma o dal papà

e da personale sanitario che adotta le

stesse precauzioni della sala operatoria.

Questa situazione di estrema povertà di

leucociti si verifica anche nel bambino

trapiantato durante il periodo di attesa

dell’attecchimento del nuovo midollo.

Di solito quando il bambino viene

sottoposto a trapianto di midollo osseo

dovrà trascorrere circa un mese

in isolamento.

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l Residence “Daniele Chianelli”e l’assistenza domiciliare

I30 appartamenti, 1 sala giochi, 1 palestra, 1 medicheria, 2 ambulatori,

1 chiesa, 2 sale riunioni, 1 sala decoupage, 1 scuola, 1 reception...

...una casa per eliminare i disagi di una lunga permanenza

lontano dalla propria abitazione e ricreare

il clima sereno della famiglia unita,

indispensabile nei momenti

più difficili.

mi sento

come a

casa mia...

ciao,a

presto...

22

l Gruppo Multidisciplinaredell’Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia

I

nonsapreichi

preferire

23

Volontari

Infermiera

Medico

Fisioterapista

24

Il Gruppo Multidisciplinare opera nel Reparto di Oncoematologia

Pediatrica e nel Residence “Daniele Chianelli”.

Un gruppo unito e animato da un solo fine:

l’assistenza e la tutela globaledel bambino e non solo...

E’ ormai unanimamente accertato

che non è sufficiente trattare il bambino

soltanto in termini medico-sanitari

in quanto è fortemente stressato

non solo dalla malattia,

con tutti i cambiamenti fisici che comporta,

ma anche dalle sofferenze causate da vari fattori.

Questi possono essere dovuti dalla terapie,

dall’allontanamento dal proprio ambiente

durante l’ospedalizzazione,

dal cambiamento di atteggiamento

da parte di genitori, familiari,

amici, insegnanti.

Tutto ciò può essere causa di disturbi

psicologici che possono creare

problemi al futuro del bambino.

Maestra

Arteterapia25

Clown

Il programma di presa in carico del gruppo multidisciplinare

prevede la presenza non solo di operatori sanitari

quali medici, infermieri, oss, ma anche di insegnanti,

psicologi, assistenti sociali, fisioterapisti, operatori ludici,

musicoterapisti, clown, sacerdoti, arte-terapisti e volontari.

Tutti gli operatori lavorano in stretta collaborazione per

offrire al bambino un’assistenza globale, ovvero non solo

medica ma psicosociale per lui e la sua famiglia.

Si cerca, tramite il gruppo di specialisti, di creare ambienti

“a misura di bambino”, intervenendo non solo sulla struttura

e sugli arredi, ma garantendo una buona qualità di vita al

bambino stesso all’interno del reparto, cercando di non

spezzare il filo di continuità con la realtà domestica, con

spazi per il gioco e per la scuola e stabilendo dei rapporti

più confidenziali con gli adulti che lo

accompagnano in questa nuova “casa”.

Psicologa

26

MusicoterapiaAssistente Sociale

Mediatrice CulturaleServizio Religioso

Tutto questo non si sarebbe

potuto realizzare senza il grande

impegno del Comitato per la Vita

“Daniele Chianelli”.

Gli interventi sono stati indiretti,

attraverso importanti

finanziamenti non soltanto

per la ristrutturazione

degli ambienti ospedalieri

ma per borse di studio

o contratti per psicologi, pedagogisti,

assistenti sociali, musicoterapisti,

arte-terapisti, mediatrici culturali, diretti,

attraverso la gestione di gruppi

di volontari che supportano

in vario modo il bambino

e la sua famiglia.

Perché quando entri nel tunnel della malattia e ti sembra che il mondo ti crolli addosso, c’è qualcuno

che ti tende la mano.

Perché quando ti senti avvilito e incapace di combattere, puoi trovare il volto sorridente di un altro

genitore che ha lottato come te e che forse ha vinto la sua battaglia.

Perché mentre il tuo cuore è in tumulto e non sai come fare, ci sono dieci, cinquanta, cento genitori

che hanno vissuto o stanno vivendo la tua stessa storia e possono mettere a disposizione quello che

hanno appreso sulla propria esperienza.

Perché c’è qualcuno che ti accompagna, ponendosi al tuo fianco, per affrontare i problemi di ogni

sorta che possono sorgere nell’intricato e difficile cammino della malattia.

Perché c’è chi ti può assicurare che la strada imboccata è quella giusta, dirti che bisogna lottare e

andare avanti e farti sapere che non sei solo.

Perché c’è chi si impegna per migliorare gli spazi di degenza e le attrezzature sanitarie, per promuovere

la ricerca, per informare le persone, affinché il tuo bambino possa essere curato nel modo migliore e

nell’ambiente più idoneo e meno traumatizzante per lui.

erché il Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” in ematologia e oncoematologia pediatrica?

P

27

28

Perché c’è chi si adopera affinché il rapporto tra te e il tuo bambino,

e tra i tanti operatori sanitari e sociali

che ti circondano sia il più sereno possibile

per garantire, dentro e fuori l’ospedale,

una qualità di vita migliore.

Perché c’è chi lotta al fianco di tutti

i genitori, unendo le voci perché

siano forti e chiare, per affrontare

i problemi non risolti presso

le istituzioni pubbliche.

- conto corrente bancario presso Unicredit - Agenzia Perugia Silvestrini

IBAN IT 11 Q 02008 03029 000029413238 intestato a Comitato per la Vita “Daniele Chianell”

- conto corrente postale n. 13021068 intestato a Comitato per la Vita “Daniele Chianelli”

- organizzando manifestazioni per la sensibilizzazione del pubblico e la raccolta fondi a sostegno

dell’attività associativa;

- con lasciti testamentari;

- donando il 5x1000 della tua denuncia dei redditi;

- diventando socio, dando un contributo e partecipando alla vita dell’Associazione;

- offrendosi come donatore di sangue o midollo osseo o sei stai per diventare mamma, come donatrice

di sangue da cordone ombelicale;

- offrendo la propria disponibilità al volontariato in Ospedale o al Residence dedicando alcune ore

della tua settimana.

ome contribuireC

29

ita di BambiniV

30

Sara si fa pungere il ditoper la glicemia oppurele vene del braccio per la conta dei globuli bianchi

Laurasi prepara

per uncontrollo

Monicamangia a letto,

nella sua camera

31

I bambinisuonano in allegria

insieme almusicoterapista

Matteofa riabilitazionegiocando

Lucagioca con

la sua“amica”

volontaria

a GuarigioneL

32

Sebbene vi sia ancora molto da fare, oggi circa il 70% dei bambini che si ammalano di tumore può

guarire se adeguatamente trattato.

“Guarito”, per i pediatri oncologi, significa che “il rischio di riammalarsi del tumore primitivo è

praticamente uguale a quello di ammalarsi della popolazione normale”, che vuol dire, essendo

queste malattie rare, poco superiore allo zero. Significa che “i differenti organi e apparati del corpo

funzionano in modo appropriato per l’età del bambino” e che quindi lui sta bene e può continuare la

sua vita come tutti i suoi coetanei. Le dimensioni sociali del problema dell’assistenza a questi bambini

e dell’appropriato reinserimento dei guariti nella società sono evidenti nella stima secondo la quale,

grazie ai miglioramenti delle terapie, diventa sempre più numerosa la popolazione di soggetti che

hanno avuto un tumore nell’infanzia.

Si valuta infatti dal 2000 che un adulto su 700,

tra i 16 e i 34 anni, è guarito dal tumore infantile.

Nel 2010, invece, un giovane adulto

su 250 è un “guarito”.

L’oncologia pediatrica ha quindi

un nuovo compito: quello di seguire

e monitorare nel tempo questi

“giovani adulti” per segnalare e prevenire,

quando possibile, eventuali effetti

collaterali tardivi delle terapie

a cui sono stati sottoposti.

iopreferiscola scuolain ospedale

è tornatala

secchiona

l FuturoISe l’intensa attività di ricerca ha portato ai risultati sopra descritti, l’obiettivo per il futuro è quello di

riuscire ad avere ragione anche di quel 30% che, con le terapie attualmente a disposizione, non riesce

a superare la malattia, e di garantire un completo recupero funzionale, psicologico e sociale a chi,

invece, ha raggiunto il traguardo della guarigione.

I tumori infantili solidi e del sangue sono malattie che spesso guariscono

ma che richiedono cure lunghe e difficili.

Due anni, che corrispondono alla lunghezza media

del periodo di trattamento per la leucemia linfobastica

acuta, sono lunghi nella vita di un bambino

e successivi cinque anni per i controlli.

Durante questo periodo, la vita del bambino

deve poter scorrere nella normalità.

Sono nelle mani dei genitori

e degli insegnanti la crescita,

la maturazione del carattere,

l’apprendimento.

Devono essere in grado

di comprendere le difficoltà

che avrà il bambino ma

nello stesso tempo, lasciare a lui

il diritto di superarle con le proprie forze

per diventare un adulto come gli altri.33

Luca e Matteorientrano

in campo!

a Ricerca è Vita...LIn Italia, come all’estero, vi è una intensa attività di ricerca nel campo dell’oncoematologia pediatrica.

I risultati positivi, fino ad oggi raggiunti, fanno pensare per il futuro ad un ulteriore aumento delle

percentuali di guarigione. I progressi sono evidenti quando si pensa che, prima del 1947, la prognosi

dei bambini diagnosticati con leucemia linfoblastica acuta, la forma più comune e oggigiorno più

facilmente curabile, era di solo due mesi di vita. Grazie alla ricerca, oggi vi è una maggiore

comprensione dei meccanismi di base della malattia e vi è la disponibilità di sempre nuovi e più

efficaci mezzi terapeutici, per cui oltre il 70% dei bambini diagnosticati

con tumore o leucemia, se adeguatamente trattati, guariscono.

Nonostante questi successi, i problemi restano ed enormi

sono gli sforzi che si stanno completando per

l’elaborazione di protocolli sempre più efficaci

e meno tossici e per il miglioramento

delle tecniche trapiantologiche.

La ricerca in Umbria viene svolta in maniera

coordinata grazie ad una collaborazione

dell’Istituto di Ematologia dell’Univeristà di Perugia

con i vari centri, sia nazionali che

internazionali, resa possibile dai

moderni strumenti informatici

e telecomunicativi nonché

da molteplici occasioni di

incontro in seminari e convegni.34

un altropiccolo

successo

ome donare il tuo 5x1000CCon la prossima dichiarazione dei redditipuoi fare del bene senza spendere nulla

Una firma d’amore per la cura e l’assistenzadei malati, adulti e bambini, dell’Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale regionalee dell’Istituto di Ematologia dell’Università di Perugia che alloggiano con i familiari,senza nessun costo di affitto, presso il Residence “Daniele Chianelli”.

Se vuoi aiutare a guarirequei malati, adulti e bambini, che improvvisamente si ammalano di tuomori, leucemie e linfomi

sostieni la Ricerca donando il tuo 5 per milleal Comitato per la Vita “Daniele Chianelli”Codice Fiscale 94035470544

35

COMITATO PER LA VITA “DANIELE CHIANELLI”

Sede: 06135 Ponte San Giovanni (Perugia) - Via della Scuola, 147 - Tel. e Fax 075.395257

Ufficio: c/o Residence “Daniele Chianelli” - Tel. 075.5287508 Zona Ospedale “Santa Maria della Misericordia” Via Martiri 28 Marzo - Perugia - Tel. 075.5289822 - Fax 075.5287484 [email protected] - www.comitatodanielechianelli.it

Associazione Onluse per la Ricerca e la Cura delle Leucemie, Linfomi e Tumori di Adulti e Bambini

Finito di stampare nel mese di maggio 2013presso Litostampa - Ponte San Giovanni - Perugia

A cura del Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” e il Gruppo Multidisciplinare

in collaborazione con il Dott. Maurizio Caniglia,

Primario del Centro dell’Oncoematologia Pediatrica con Trapianto di Midollo Osseo,

di riferimento regionale, dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria della Misericordia” di Perugia

Tel. 075.5782415 - 075.5782202

Azienda Ospedaliera“Santa Maria della Misericordia” di Perugia

Grafica: Noemi Alunni

Illustrazioni: Sara Sassi