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PSICOLOGIA DELLA EMERGENZA istruzioni per l’uso degli operatori volontari
PERCORSO FORMATIVO PER VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE
seconda lezione“ Eventi Catastrofici e Vittime”
Dr.ssa Floriana De Michelepsicologa psicoterapeuta
AVEZZANO 29 Marzo 2011
http://www.studiopsicologiaabruzzo.it tel. 3391249564 [email protected]
“Eventi Catastrofici”
Disastri, catastrofi, calamità naturali, calamità tecnologiche, umane, nazionali o
internazionali;Conflitti fra stati, etnie, gruppi sociali;
Incidenti, stradali, sul lavoro;Atti delinquenziali; Atti violenti;
Persone scomparse; Persone rapite; Persone torturate; Profughi; Emergenza
118.
sono tutti eventi che quando portano al definirsi di un evento disastroso, si verifica un sovvertimento della vita
comunitaria e individuale , al punto che, la persona e la famiglia devono ricorrere alle proprie capacità di sopravvivenza in
modo straordinario e pressante
Tradizionalmente la concezione del disastro è
una concezione “Economica “,che si base cioè :
Sui danni alle cose (distruzioni materiali,danni finanziari );
Sui danni alle persone (morti ,feriti );
perciò la prima risposta all’evento e la sua valutazione dipende da:
l’Entità delle distruzioni materialil’ Entità delle perdite finanziarie
dal Numero delle vittime e dei feriti
Il significato delle parole Emergenza: da “ex mergere: uscire dall’acqua”, ciò che viene a galla, ciò che nasce e cresce. Momento critico che richiede un intervento immediato;Disastro: da “dis aster, cattiva stella”, grave sciagura che provoca danni di vaste proporzioni con morte di persone, soprattutto con riferimento a scontri ferroviari, collisioni aeree, navali;Catastrofe: nella strofe finale nelle tragedie greche è il capovolgimento, esito imprevisto e luttuoso di un’impresa;Cataclisma: dal greco “inondazione”, sconvolgimento come da terremoti, diluviCalamità: di incerta derivazione, evento che colpisce molte persone, come una epidemia;Disgrazia: da “dis gratia”, fatto grave con morti;Sciagura: da “ex augurare, maledizione “, sciagura aerea;Incidente: da “in-cadere”, avvenimento inatteso.
La concezione moderna dell’ evento disastroso, tuttavia, tende ad essere una
Concezione ”Economico-Psico-Sociale” (Form e
Nosow ,1958 ; Fritz ,1961 ), e considera, quali criteri di valutazione e di risposta dell’evento :
i Danni materiali, alle Perdite finanziarie e ai Danni fisici ( morti , feriti )
i Danni psichici e i Danni sociali
Ritiene, inoltre, prioritario:Adeguare l’ intervento in situazione di
emergenza alle nuove evidenze della ricerca psico – sociale
Centrare l’importanza degli Effetti psicologici a breve, medio, lungo termine dell’evento
disastroso sulle vittime e sul tessuto sociale.
lo scenario (Zuliani 1961, 1974, 1987, 1989)( FEMA 1995) dell’emergenza è distinto in base a:
che cos’è l’evento (disastro)
un evento concentrato nello spazio e nel tempo, una situazione di stress massimo e collettivo,
un evento nefasto, per lo più improvviso e brutale, una distribuzione su larga scala dell’ecologia umana,
una qualsiasi catastrofe naturale o provocata.
che cosa comporta: gravi danni e perdite sconvolgenti
impedimento delle funzioni sociali essenziali distruzioni materiali e di ecografia umana
disorganizzazione sociale incapacità di assorbimento autonomo, o di
autorisoluzione, danni di gravità e di dimensioni tali da richiedere
assistenza straordinaria di soccorso per la riparazione.
Gli ambiti di competenza di intervento riguardano soggetti istituzionali, non istituzionali e professionali,
essi sono:
Protezione CivileEsercito
Forze dell’OrdineVigili del Fuoco
Servizio SanitarioGestione Autostrade
Vigili UrbaniCRI
Associazioni Non profit OnG
Caritas
Le diverse tipologie dei disastri descritti in tabella ( tratta da: tesi di perfezionamento,di Flora Dal Sasso e Alessandro Pigatto; rielaborata da De Michele
Floriana)possono essere provocati o meno dall’uomo o avere un
carattere misto nel senso che le catastrofi naturali spesso sono aggravate da incuria o imperizia, per
esempio esondazioni di invasi per frane, crolli di edifici ritenuti sicuri.
L’impatto psichico, per quanto riguarda gli effetti sia a breve che a lungo termine, è correlato, in senso inversamente
proporzionale al suo livello di prevedibilità, nel senso che ci sarà un maggior impatto su una minore prevedibilità.L’imprevedibilità o l’attesa dell’evento catastrofico va
correlato in senso negativo al livello di mancata prevenzione e di incuria delle Istituzioni preposte.
Linee guida Regione Piemonte “L’intervento Psichiatrico e Psicologico negli Eventi Catastrofici”, Direzione Opere Pubbliche-settore Protezione Civile
La prevenzione è un aspetto molto importante nella valutazione degli eventi catastrofici ed è
altamente correlata a fattori di rischio.E’ possibile individuare alcune dimensioni
rispetto all’entità dell’emergenza, al rischio e alle misure da adottare ai fini preventivi,
tra cui:
Dimensione spaziale e geofisica, che permette di circoscrivere l’area del problema.
Ampiezza numerica e tipologia del gruppo sociale coinvolto.
Dimensione sociale dell’area di possibile emergenza; conoscerla significa comprendere se il rischio di un evento catastrofico riguarda decina o centinaia di persone e se coinvolge anche le fasce più deboli
della popolazione, come bambini o anziani.
Dimensione stressogena dell’evento, cioè la possibilità in cui sia possibile attaccare la
quotidianeità della vita, per cui sarebbe più difficile poter intervenire.
Dimensione della imprevedibilità dell’evento. Se l’evento fisico appare imprevedibile, sarà difficile
che il sistema sociale ricorra a risorse adeguate per fronteggiarlo, sia da un punto di vista tecnologico e organizzativo, sia da quello culturale ed emotivo.
L’imprevedibilità degli eventi che concorrono a creare contesti di emergenza rende vulnerabile al pericolo e
al rischio il territorio interessato e il suo sistema sociale
Gli studi sociologici descrivono la Vulnerabilità sociosistemica come il possibile danno, in termini di risorse umane, economiche e ambientali, che un evento esterno,
può provocare in un dato sistema sociale, quando si manifesta in un tempo ristretto.
Il concetto di vulnerabilità viene riferito anche alla predisposizione al danno che tale sistema presenta in
termini di rischio o di scarsa capacità di risposta. Si possono individuare, così, sistemi sociali più
vulnerabili, perché dotati di minori capacità di risposta, ma anche perché potrebbero essere più ricchi di risorse
umane, economiche e ambientali esposte a possibili danni.
La relazione tra vulnerabilità e rischio è complessa, ma si può considerare che a determinare il grado di rischio sia
la vulnerabilità della struttura fisica, sociale e istituzionale del territorio.
Il rischio esiste solo nella misura in cui esiste una vulnerabilità.
Il rischio è la condizione che si viene a realizzare quando un sistema vulnerabile si trova esposto ad una situazione specificamente pericolosa, laddove intendiamo per pericolo una situazione in grado di
indurre un danno nei sistemi coinvolti. L’emergenza può essere così considerata e ridefinita
come “la manifestazione di vulnerabilità presente in un determinato territorio”.
A.A.V.V. L’assistenza psicologica nelle emergenze. Ed. Erickson
Castelli C., Sbattella F. Psicologia di disastri Ed. Carocci
Un territorio è reso vulnerabile da tre sistemi che interagiscono tra loro:
il sistema naturale, che genera vulnerabilità geofisica e ambientale;
il sistema sociale, che genera vulnerabilità sociale; ha a che fare con la quantità e la tipologia delle persone
che vivono in un determinato territorio;il sistema politico-economico, detto anche
organizzativo, che genera vulnerabilità gestionale ed economica, ha a che fare con la struttura e
l’organizzazione del gruppo sociale.
Si definisce fase latentedell’emergenza la descrizione
del bilancio complessivo di vulnerabilità di ciascun territorio .
In questa fase, poiché i sistemi potenzialmente pericolosi non hanno ancora
sviluppato la propria azione distruttiva, si può intervenire
preventivamente per attenuare il rischio.
La grande sfida per la Protezione civile, e per i volontari che non vogliono limitarsi al ruolo di soccorritori, è proprio riuscire ad
incidere sulla fase latente delle emergenze, riducendo la vulnerabilità dei
territori.
In particolare, quest’aspetto, coinvolge la psicologia dell’emergenza e i professionisti dell’agire sociale,
poiché la possibilità di intervento sulle diversedimensioni della vulnerabilità, varia da un minimo di
possibilità d’intervento sul sistema naturale a una massima possibilità di azione sul
sistema politico-organizzativo.
Nella fase manifesta, invece, l’emergenza è un evento concreto che richiede una azione di risposta
immediata, attraverso la mobilitazione di risorse e l’attivazione di capacità operative.
Da un punto di vista organizzativo, occorre mettere insieme e coordinare le varie forze che intervengono
per dare una risposta immediata all’urgenza dell’evento critico.
In conclusione, abbiamo visto come l’imprevedibilità delle catastrofi n realtà corrisponda a livello psicosociale alla vulnerabilità degli stessi sistemi sociali la cui organizzazione è resposabilità dei sistemi
politici.Da ciò dipende anche il significato di:
Vittime o superstiti?
Definizione terminologica (Vocabolario della lingua Italiana, Devoto G. e Oli G.C.)
Vittima: Essere vivente, animale o uomo, che viene consacrato alla divinità e ucciso nel sacrificio;
chi perde la vita in seguito a calamità o disgrazie: le v. del terremoto, le v. della strada
chi subisce un danno ad opera dei suoi simili oppure a causa del proprio carattere o
temperamento, o perchè incapace di reagire, ritenersi a torto trascurato, osteggiato o
danneggiato.
Definizione terminologica(Vocabolario della lingua Italiana, Devoto G. e Oli G.C.)
Superstite: chi sopravvive ad altri, o è scampato ad una sciagura in cui
altri hanno trovato la morte: genitori s. ai figli, i s. del terremoto
di cose sopravvissute all’opera distruttrice degli uomini e del tempo
Essere vittima presuppone delle dimensioni affettive quali:
Subire l’eventoDisperazioneDepressione
RassegnazioneIncapacità.
Essere sopravvissuto presuppone delle dimensioni affettive e comportamentali quali:
Affrontare l’evento, reagireRisorgere
IndipendenzaDeterminazione.
I due termini indicano una evoluzione nel senso maturativo di superamento ed elaborazione di una
condizione di estrema inferiorità umana verso un nuovo equilibrio bio -psico - sociale, per cui affettivamente si passa dallo stato di vittima a quello di superstite per ritornare a quello di persona nel pieno equilibrio con
l’ambiente
E’ importante considerare che un evento disastroso non comporta esperienze dello stesso tipo e della stessa intensità per tutte le
persone e che le vittime abbiano vissuto la calamità avendo
alle spalle storie simili ed esperienze di traumi passati.Ogni superstite vive il disastro in modo unico e
personale.Ogni superstite è un unico individuo.
Reazioni di stress Indicatori Condivisi
Le differenze individuali dovute a fattori personali e culturali sono importanti per comprendere il significato delle reazioni
di stress delle vittime durante e dopo il disastro, tuttavia, per comprendere e valutare le reazioni delle vittime ci si può
riferire a degli indicatori condivisi
Indicatori Condivisi
Tipo di Evento che comprende: intensità dell’evento,
imprevedibilità e probabilità di ripetizione, minaccia di morte,
gravità ed estensione dei danni, valore simbolico dei contesti interessati
Indicatori Condivisi variabili proprie della vittima quali:
bassa autostima, bassa percezione di controllabilità degli eventi
preesistenti disturbi psicopatologici elevata reattività psicosomatica
preesistenti disturbi di personalitàcomportamento antisociale
tendenza a fronteggiare problemi emotivi con strategie di ipercontrollo ed evitamento
sesso femminile basso livello socio-economico,
disfunzionamento relazionale familiare precedenti esposizioni a traumi specialmente se non
superati
Indicatori Condivisi risposta soggettiva all’evento stressante:
risorse interne di cui la persona dispone, capacità di farsi aiutare e di trarre
giovamento dagli aiuti offerti supporto e risorse sociali :
qualità e tempestività degli interventi di aiuto, relazioni sociali che forniscano supporto emotivo, collaborazione della rete sociale nel post-
emergenza.
Fattori associati allo stress da calamità Le persone esposte direttamente ai pericoli
e al rischio di morire sono quelle che probabilmente subiranno le conseguenze
più gravi. A prescindere dal tipo di stressor,
la forza dello stimolo agente è un forte predittore di chi risentirà
maggiormente i danni.
Quanto più si vedono immagini stressanti, si percepiscono odori,
si odono suoni o si subiscono lesioni fisiche,
tanto maggiore è la probabilità che si manifesti lo stress post-traumatico.
Anche i familiari delle vittime rischiano il così detto trauma vicario.
esempi di fattori stressanti: Lesioni personali
Decesso o lesioni subite dalla persona amata, figli, ecc. Perdita di beni materiali
Stress persistente Reazioni di stress di altre persone significative
Traumi precedenti Aspettative su di sé
Esperienza precedente in situazione di calamità Percezione e interpretazione delle cause
Livello di sostegno sociale
Un disastro coinvolge molte persone:Chi subisce l’evento
I parenti, gli amici cariI soccorritoriLa comunità
Le persone con equilibrio psichicofragile
Tutti quelli che possono essere coinvolti
Classificazione delle Vittime(Taylor, Frazer 1981)
Vittime di primo livello:persone esposte direttamente alla calamità
Vittime di secondo livello:parenti ed amici delle vittime
Vittime di terzo livello:soccorritori
Vittime di quarto livello:la comunità coinvolta nel disastro
Vittime di quinto livello:persone il cui equilibrio psichico è tale
che possono reagire con disturbi emozionaliVittime di sesto livello:
persone che si sentono coinvolte per motivi indiretti.
Come aiutare i sopravvissuti
Nella prima fase del Post impatto:Garantire i bisogni materiali essenziali
(alloggio, vestiario, cibo, acqua, privacy, sonno)Riunire i nuclei familiari, aiutare a rintracciare
i propri cari, ricompattare la comunitàProteggere le persone confuse, offrire informazioni su
ciò che sta succedendo con indicazioni chiare. Porsi in un atteggiamento di ascolto non intrusivo
Nelle fasi successive:Valorizzare al massimo le risorse della comunità ( reti,
rituali, feste) Ponte con il passato ed elemento di continuità Restare
sempre disponibili all’ascolto accettante, i sopravvissuti hanno bisogno di raccontare anche più volte l’evento
Proporsi in modo calmo e rassicurante, confortare, comunicare in modo chiaro,
con attenzione a tutti gli aspetti non verbali
Aiutare i sopravvissuti al ritorno alla quotidianità ( scuola, lavoro) a riprendere il controllo della propria
vita;Affrontare i problemi di salute
Rassicurare sulla normalità delle reazioni da stressAccettare anche il silenzio
Aiutare ad aiutarsi.
Gruppi Maggiormente a Rischio Bambini, Anziani, Persone sole, Poveri, Persone non autosufficienti, Gruppi etnici
minoritari; Persone che usufruivano dei servizi
psicologici già prima del disastro; Soccorritori.
Persone a rischio
Chi si è trovato in pericolo di vita, o ha perso improvvisamente qualcuno
Chi ha subito perdite estreme, perdita della casaChi è stato sottoposto a richieste emozionali
intense da parte di superstitiChi ha avuto problemi psichiatrici in passato
Chi ha già avuto perdite importanti, soprattutto, nell’ultimo anno
Di fronte ad un evento drammatico improvviso e violento i bambini provano emozioni molto intense:
AngosciaPaura
Timore di essere separati dai genitoriTimore di venir abbandonati
Paura di morireI pianti l’attaccamento ai genitori, gli incubi, la confusione i
comportamenti aggressivi sono frequentiQueste reazioni anche se sono normali e transitorie non bisogna lasciarsi spaventare e rassicurare i genitori e tutte le persone che si prendono cura dei bambini
Gli anziani possono avere reazioni altrettanto particolari come i bambini
Le reazioni dipendono dallo stadio di vita nel quale si trovano
Possono aumentare insicurezza,vulnerabilità, senso di
impotenzaIncertezza, il senso della morte è molto
forte: potranno vivere ancora abbastanza per ricostruire la loro vita?
La catastrofe può risvegliare traumi antecedenti (guerra ed altri disastri)
Un aiuto agli anzianiPerdere parti importanti dell’identità personale e
storica (casa, beni, foto…)può aumentare l’isolamentosociale dell’anziano e favorire l’insorgere di sindromi
depressiveProteggere gli anziani dagli abusi e soprusi, con
particolare attenzione alle donne (vedove, donne chevivono sole)
I ricordi dolorosi possono aumentare il senso distordimento e sopraffazione.
L’ aiuto psicologico la speranza, deriva, oltre dalle parole,
daigesti, dal contatto fisico, dalla serenità
dell’ambientefamiliare, dalla ripresa delle abitudini
familiari esociali.
La rassicurazione costante combatte l’incertezza e ridona fiducia
Dott.ssa Floriana De Michelehttp://www.studiopsicologiaabruzzo.it