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Rischio Cardovascolare - di Anna Belfiore. 13 giugno 2012. Corso di formazione "valore nutrizionale e salutistico di prodotti agroalimentari” - Università degli studi di Bari.
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RISCHIO
CARDIOVASCOLARE Belfiore Anna
Concetto di rischio cardiovascolare
Rischio cardiovascolare assoluto
Possibilità per un individuo di sviluppare
eventi cardiovascolari (coronaropatie e/o
ictus) in un periodo di tempo definito (es. 10
anni).
Deriva dalla combinazione dei singoli fattori
di rischio.
Cosa sono i fattori di rischio
cardiovascolare
I fattori di rischio cardiovascolare
rappresentano tutti quelle condizioni che
aumentano la probabilità di presentare patologie del cuore e/o dei vasi (aterosclerosi).
La correzione dei fattori di rischio
cardiovascolare può rallentare la progressione
della malattia aterosclerotica e ridurre la
mortalità per ictus e cardiopatia ischemica.
Caratteristiche dei fattori di
rischio coronarico
Dimostrata relazione causale fra
fattore di rischio e coronaropatia
Elevata prevalenza nella
popolazione con coronaropatia
Elevata e dimostrata superiorità nel
predire il rischio cardiovascolare
Fumo
Iperglicemia Obesità
Ipertensione
Dislipidemia
Rischio
cardio vascolare
globale
Opportunità di un precoce intervento
• Lungo periodo asintomatico prima della malattia coronarica
acuta
• Metà di tutte le morti improvvise cardiovascolari non sono
precedute da sintomi di patologia cardiaca diagnosticata
• Elevata prevalenza dei fattori di rischio aterosclerotico nella
popolazione generale
• Valutazione prognostica dei fattori di rischio cardiovascolari
• Target di intervento per ciascun fattore di rischio
Dati di Mortalità: Unione Europea
Malattie del sistema cardiocircolatorio 43%
Suicidi ed incidenti 5%
Altre cause 20%
Cancro 26%
Malattie del sistema respiratorio 6%
Uomini Donne
Età (anni)
Mortalità per cardiopatia ischemica nella popolazione
generale, in base all’età e al sesso
Sviluppo delle malattie cardiovascolari: dai fattori di rischio agli eventi morbosi
Devereux RB et al, Circulation, 1993
Storia familiare come fattore di
rischio per coronaropatia
• Evidenza: Una storia familiare per coronaropatia
in un parente di 1° grado è un fattore di rischio
maggiore. Il rischio per coronaropatia è più alto
quando l’evento si è verificato in età giovanile e
quando ha interessato più parenti di 1° grado.
• Raccomandazioni: La presenza e l’età di
insorgenza precoce di coronaropatia in un parente
di primo grado dovrebbero essere valutati per
trattare in maniera più intensiva il paziente.
Studio INTERHEART
Numero di sigarette fumate al giorno e rischio di infarto miocardico
16
8
4
2 OR
(99%
CI)
mai 1-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-40 >41
Controlli 7489 727 1031 446 1058 96 230 168 56
Casi 4223 469 1021 623 1832 254 538 459 218
OR 1 1.38 2.10 2.99 3.83 5.80 5.26 6.34 9.16
Fumo e aumento ApoB/ApoA1 più forti fattori di rischio
Forte correlazione fra numero di sigarette e rischio di IMA
Yusuf S. et al., Lancet, 2004; 364: 937
- Studio di popolazione in 52 paesi, 15.152 casi e 14.820 controlli
- Effetto combinato dei fattori di rischio cardiovascolari
- 9 fattori rendono ragione di oltre 90% rischio di IMA
Livelli di colesterolo e rischio coronarico
I livelli plasmatici devono essere
inferiori a 115 mg/dl. Nei pazienti
ad alto rischio gli obiettivi
terapeutci devono essere
inferiori: C LDL ~ 100 mg/dl
I valori plasmatici devono
essere superiori a 35 mg/dl
Effetti protettivi degli a.
polinsaturi
Studio DART: la prescrizione di pesce due volte a settimana per i pz che avevano avuto un IMA, risultò in una diminuzione della mortalità totale e della mortalità coronarica.
Studio GISSI: la supplementazione della dieta con a. grassi per i sogg. con coronaropatia aveva ridotto il numero di morti nel periodo di osservazione di 3,5 anni
Inattività fisica
E’ un fattore di rischio maggiore,
modificabile
Si associa con l’aumento del peso
L’incremento dell’attività fisica ha un
impatto favorevole sui valori di LDL-C,
trigliceridi, HDL-colesterolo, sensibilità
all’insulina e pressione arteriosa
National Cholesterol Education Program Adult
Treatment Panel III, Circulation 2002
OBESITA’
L’obesità è definita da un BMI > 30 Kg/m2
(NCEP ATP III)
La circonferenza addome è una valida
misura
I soggetti obesi sono ad alto rischio di
dislipidemia, Diabete Mellito tipo II e
ipertensione.
Il controllo del peso corporeo deve essere
un intervento prioritario.
Yusuf S et al, Lancet 2005
Obesità addominale
Uomini > 102 cm
Donne > 88 cm
Lyon 2003; Trayhurn et al 2004; Eckel et al 2005
Effetti cardiometabolici negativi dei
prodotti degli adipociti
Adipose
tissue
↑ IL-6
↓ Adiponectina
↑ Leptina
↑ TNFα
↑ Adipsina
(Complemento D)
↑ Plasminogeno
attivatore inibitore-1
(PAI-1)
↑ Resistina
↑ FFA
↓Insulina
↑ Angiotensinogeno
↑ Lipoproteina lipasi
↑ Lattato
Infiammazione
Diabete di
tipo 2
Ipertensione
Dislipidemia
aterogenica
Trombosi Aterosclerosi
L’obesità addominale si associa
ad eventi avversi come la morte improvvisa
1
0
2
3
4
1 2 3 4 5
1
0
2
3
4
1 2 3 4 5
Ris
ch
io r
ela
tivo
ag
giu
sta
to p
er
l’età
Ris
ch
io r
ela
tivo
ag
giu
sta
to p
er
l’età
Quintile di diametro sagittale
addominale (SAD)
Quintile di BMI
p per il trend
= 0,0003
Paris Prospective Study 7079 uomini, monitorati per 23 anni
Empana JP et al.: Circulation 2004, 110: 2781-2785
Quintile 1 2 3 4 5
SAD (cm) 12–19 20–21 22–23 24 25–35
BMI (kg/m2) < 23,2 23,2–24,9 25,0–26,6 26,7–28,4 28,5–47,7
SAD è un predittore
migliore del BMI per
il rischio di morte
improvvisa
illlllll
llllllll
llllllll
llllllll
llllllll
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llllllll
llllllll
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llllllll
llllllll
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llllllll
llllllll
llllllll
llllllll
llllllll
llllllll
Circonferenza addominale come miglior predittore di DM T2 negli uomini (Health Professionals Follow-up Study, 27.270 sogg., follow-up 13 aa)
Ris
ch
io r
ela
tivo
* p
er
DM
T2
Wang et al Am J Clin Nutr 2005;81:555– 63.
* Aggiustato nei modelli Cox per età, fumo, attività fisica, consumo di alcool e
apporto di grassi trans e fibre misurato durante il follow-up, e per il BMI.
1,0
1,7
2,0
3,0
4,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
1°
(73,7- 86,4)
2°
(87,0-91,4)
3°
(92,1-95,9)
4°
(96,5-101,0)
5°
(101,6-157,5)
(1,1,2,5) (1,3, 3,0) (2,0, 4.5) (3,0, 6,7) (95% CI)
SOVRAPPESO nei bambini
ITALIA,GRECIA 36%
SPAGNA 27%
SVIZZERA 24%
INGHILTERRA 20%
FRANCIA 19%
GERMANIA 14%
POLONIA, RUSSIA 9%
International Obesity Task Force, 2002
Conferenza Europea sull’Obesità Copenaghen, 11-12 settembre 2002
International Obesity Task Force, 2002
L’obesità presente al
momento della pubertà,
aumenta il rischio per
malattie cardiovascolari,
anche qualora in età
adulta si modifichi lo
stile di vita e si
raggiunga un peso
normale
IPERTENSIONE E RCV
Elevata prevalenza nella popolazione
generale
Il più rilevante fattore di rischio CV
modificabile
Ictus
Coronaropatia
Scompenso
Fibrillazione atriale
Terapie con ottimo rapporto costo e
rischio/efficacia
9,5
3,3 2,45
23,5
2,1
45,4
21,3
12,4
6,2
9,97,3
13,9
6,3
22,7
0
10
20
30
40
50
Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne
Normotesi
Ipertesi
Rapporto di rischio 2.0 2.2 3.8 2.6 2.0 3.7 4.0 3.0 Eccesso di rischio 22.7 11.8 9.1 3.8 4.9 5.3 10.4 4.2
Coronaropatia Ictus Arteriopatia
periferica
Insufficienza
Cardiaca
Ta
sso
Bia
nn
ua
le a
gg
iusta
to p
er
età
pe
r 1
00
0
Kannel WB JAMA 1996;275(24):1571-1576.
RISCHIO DI EVENTI CARDIO/CEREBROVASCOLARI E VALORI PRESSORI
Studio Framingham (36 anni di follow-up)
Ipertensione
Complicanze renali
Complicanze vascolari
Complicanze retiniche
Complicanze cardiache
Complicanze cerebrali
Encefalopatia
Emorragia
Trombosi
Infarto Lacunare
TIA
Demenza
Ipertrofia ventricolare sin.
Scompenso cardiaco
Aritmie
Angina
Infarto
Emorragie assudati
Edema della papilla
Dissecazione aortica
Placche ateromatose
(aorta, carotidi, coronarie)
Nefroslerosi
Insufficienza renale
Complicanze
Ipertensione e rischio di ulteriori malattie
Malattia Rischio relativo
(ipertesi vs normotesi)
Arteriopatia coronarica 2 - 3 volte
Ictus 7 volte
Scompenso cardiaco 2 - 3 volte
Arteriopatia periferica 2 - 3 volte
6
5
3
2
1
0
4
Incidence (%)
7
STOP-1
SHEP
STONE SYST-
EUR
SYST-
China
HOT
CAPPP
STOP-2
NICS
NORDIL
INSIGHT
Stroke
MI
Kjeldsen et al 2001
Nei trails clinici sull’ipertensione
l’ ictus è più frequente dell’infarto
Probabilità di sopravvivenza in soggetti
ipertesi con altri fattori di rischio associati
Thomas F et al, Hypertension 2001
Dall’ipertensione all’ictus ischemico
Ipertensione
arteriosa
Rimodellamento
cardiaco
Rimodellamento
vascolare
Disfunzione
endoteliale
FA
Placche
ateromasiche
Trombosi
Occlusione
embolica
Occlusione
trombotica
ICTUS
ischemico
Fattori
circolanti
Ipercoagulabilità
Insulina,
glucosio, AII,
PAI I ecc
COSA CI DAREBBE UN
MIGLIOR CONTROLLO
PRESSORIO
Effetti del trattamento antipertensiovo sulla riduzione del
rischio cardiovascolare
DIABETE E RCV
Il Diabete Mellito, definito da valori di
glucosio a digiuno > 126 mg/dl è un
importante fattore di rischio indipendente
per coronaropatia.
La riduzione del colesterolo e della
Pressione Arteriosa, in paziente con
Diabete Mellito, riduce il rischio
cardiovascolare.
I soggetti con Diabete Mellito hanno un
rischio equivalente a quelli con
coronaropatia (DM è considerato un
equivalente di coronaropatia)
Diabete
≥ 126 mg/dl
Diabete
≥ 200 mg/dl
Glicemia a
digiuno
Glicemia dopo carico
orale di glucosio
< 110 mg/dl < 140 mg/dl
Normale Normale
< 126 mg/dl
≥ 110 mg/dl
< 200 mg/dl
≥ 140 mg/dl
↓ ↓
Linee Guida American Diabetes Association, 2004
Associazione fra Pressione Sistolica e mortalità
cardiovascolare in soggetti con Diabete tipo 2
Stamler J et al, Diabetes Care 1993
………..come
quantificare il rischio
cardiovascolare?
Global risk scores (such as the Framingham Risk
Score [FRS]) that use multiple traditional
cardiovascular risk factors should be obtained for
risk assessment in all asymptomatic adults
without a clinical history of CHD. These scores
are useful for combining individual risk factor
measurements into a single quantitative estimate
of risk that can be used to target preventive
interventions.
I IIa IIb III
Recommendations for General
Approaches to Risk Stratification
Programmi computerizzati per la stima del rischio a breve termine, basati sui dati del Framingham (non applicabili a tutte le popolazioni europee)
Modello SCORE (Systematic Coronary Risk Evaluation):
sesso, età, fumo, PAS, colesterolo tot.
Derivato da dati di 12 studi europei di coorte
Predice gli eventi fatali da CVD a 10 anni
Stratificazione del rischio cardiovascolare totale proposto dalle Linee Guida ESH/ESC, derivato dallo schema suggerito dalle Linee Guida WHO/ISH 1999
Stima del
rischio cardiovascolare
Carte del rischio in regioni europee
ad alto rischio (SCORE system)
Carte del rischio in regioni europee
a basso rischio (SCORE system)
Categorie di rischio
RISCHIO
CARDIOVASCOLARE
A 10 ANNI
FRAMINGHAM
CRITERIA
(rischio di complicanze cv)
SCORE
CHART
(rischio di complicanze cv
fatali)
Basso rischio aggiunto < 15 % < 4 %
Moderato rischio aggiunto
15 – 20% 4 – 5 %
Alto rischio aggiunto
20 – 30% 5 – 8 %
Molto alto rischio aggiunto
> 30% > 8%
Stratificazione del rischio cardiovascolare
Linee guida europee ipertensione, 2007
Linee Guida ESH-ESC 2007 Fattori che influenzano la prognosi nel paziente iperteso
• Cerebrovascolari Ictus, TIA, emorragia cerebrale
• Cardiache IMA, angina, rivascolarizzazione coronarica, scompenso
• Renali Nefropatia diabetica, insufficienza renale, proteinuria (> 300 mg/24 ore)
• Vascolari Vasculopatia periferica
• Oculari Retinopatia ipertensiva avanzata: emorragie, essudati e papilledema
• PAS/PAD
• Uomo > 55 anni
• Donna > 65 anni
• Fumo
• Colesterolo totale > 190 mg/dL o C-LDL > 115 mg/dL o C-HDL U < 40 o D < 46 mg/dL
• Familiarità per MCV precoci
• Obesità addominale (U 102 e D 88 cm)
• Glicemia a digiuno 102-125 mg/dl
• Glicemia da carico alterata
Fattori di rischio cardiovascolare
per la stratificazione Danno d’organo
Condizioni patologiche
associate
• Ipertrofia ventricolare sinistra
(IMVS U 125 e D 110 g/m2)
• Ispessimento Intima-Media carotideo 0,9 mm o placca
• Ipercreatininemia lieve (U 1,3-1,5 mg/dL o D 1,2-1,4 mg/dL)
• Riduzione della creatinina clearance (< 60 ml/min)
• Microalbuminuria (30-300 mg/24 ore; albumina/creatinina U 22 e D 31 mg/g; U 2,5 e D 3,5 mg/mmol)
• Indice pressorio arti inferiori/ arti superiori < 0,9
Diabete Mellito
• Glucosio plasmatico a digiuno (> 126 mg/dL)
• Glucosio plasmatico postprandiale (> 198 mg/dL)
o Per identificare i soggetti a rischio di CAD si utilizzano
funzioni di rischio derivate da studi longitudinali.
o L’appropriatezza di queste funzioni di rischio dipende dalle
caratteristiche della popolazione che le ha generate.
o A questo scopo è stata identificata la carta del rischio
cardiovascolare italiana, utilizzando dati italiani derivati da
diversi studi longitudinali iniziati fra la metà degli anni ’80 e
‘90, riorganizzati in un database e follw-up comuni nell’ambito
del progetto CUORE
www.cuore.iss.it
Carta italiana del rischio coronarico
Osservatorio epidemiologico cardiovascolare
Istituto Superiore di Sanità e ANMCO
Carta italiana del rischio coronarico
Per la costruzione della carta sono stati utilizzati i
seguenti fattori di rischio:
Sesso
Pressione arteriosa sistolica
Colesterolemia totale
Fumo di sigarette
Diabete
Soggetti a rischio elevato
Vengono considerati a rischio elevato i soggetti senza
un pregresso episodio di cardiopatia ischemica che, in
base alla combinazione di 6 fattori (età, sesso,
diabete, fumo, valori di pressione arteriosa e di
colesterolemia) abbiano un rischio > del 20% di
sviluppare un evento cardiovascolare nei successivi
10 anni…
RISCHIO CARDIOMETABOLICO
Il rischio cardiometabolico è un concetto nuovo che
supera e completa il concetto di rischio cardiovascolare
Després et al. Nature 2006; Vol 444: 881-887
Non c’è equivalenza fra RCV e RCM
RISCHIO CARDIOMETABOLICO
Il rischio cardiometabolico globale rappresenta il
rischio complessivo di sviluppare diabete di tipo 2
e/o malattie cardiovascolari (MCV) in seguito alla
presenza di un insieme di fattori di rischio classici
ed emergenti.
Després et al. Nature 2006; Vol 444: 881-887
RISCHIO CARDIOMETABOLICO
Con il concetto di rischio cardiometabolico si ha la possibilità di individuare meglio il paziente ad alto e
ad altissimo rischio cardiovascolare
Ai classici fattori di rischio vanno aggiunti altri fattori di rischio emergenti
FATTORI DI RISCHIO
CARDIOMETABOLICO
Fattori di rischio classico:
Fumo, ipertensione, elevato c-LDL,
Iperglicemia, obesità, diabete
Fattori di rischio emergenti (correlati alla obesità addominale):
Insulino resistenza; basso c-HDL, elevati
trigliceridi,bmarker infiammatori, NFDL, ovaio
policistico
La valutazione del rischio
cardiovascolare permette di individuare i
soggetti ad alto rischio e di iniziare
precocemente un appropriato
trattamento farmacologico.
La terapia medica va sempre preceduta
e/o accompagnata dalle modificazioni
dello stile di vita.
Obiettivo finale: ridurre l’incidenza degli
eventi cardiovascolari.
CONCLUSIONI
Obiettivi ottimali per la prevenzione nella popolazione generale
Dieta equilibrata
Attività fisica regolare
Astensione dal tabacco
Colesterolo < 190mg/dl
Colesterolo LDL ~ 115 mg/dl
Pressione arteriosa < 130/80 mmHg
indice massa corporea < 25 kg/m2
Glicemia ~110 mg/dl