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Presentazione Patocca A cura dei soci e simpatizzanti del Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale

Presentazione patocca (Paolo Longoni)

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Page 1: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Presentazione PatoccaA cura dei soci e simpatizzanti del Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale

Page 2: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Questo lavoro riporta un estratto significativodel dibattito che si è svolto sulla mailing listdel Centro Studi e Ricerche in Medicina Generaledurante il mese di gennaio 2016.

Vi invitiamo a leggere con attenzione gli stralciche abbiamo scelto e a prendere qualche appuntoche sarà utile per il lavoro di gruppo che seguiràalla fine della presentazione.

P.L. e G.B

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Nel nuovo studio, per appuntamento (ovvio, sono sempregarantite le urgenze vere o presunte, si fa medicina diiniziativa, per patologie ecc ecc), il "bancone" dellesegretarie è stato una rivelazione: il rapporto medico -paziente è diventato un'altra cosa rispetto a quando ero "ademand".

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Agnese sono totalmente d'accordo con te, siamopassati alla dipendenza senza accorgercene esoprattutto senza esserlo.Sono le considerazioni che facciamo tra colleghi chelavorano nelle case della salute, l'aumento diefficienza e di mole di lavoro è paradossalmente,almeno secondo la mia impressione, inversamenteproporzionale alla soddisfazione del paziente.

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Le crisi sono ricorrenti avviandosi alla conclusione delnostro lavoro, si ha meno voglia di trovare soluzionisoddisfacenti per noi e per i pazienti, difficile investirenel cambiamento per chi tra 2, 3 o 4 anni pensa dismettere, inoltre difficile prendere le distanze da unsimile lavoro, e' più facile smettere se si è meno coinvolti,se ci sono troppi punti critici.

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Mi sento una voce fuori dal coro...forse perchè horinunciato a costituire con i colleghi della mia AFT unaCasa della Salute, forse perchè faccio ancora medicinain rete e sono da sola con la segretaria che lavora conme da più di 10 anni nel mio solito ambulatorio, inquesto tempo storico di difficoltà sociali generali misembra di essere diventata più importante per ipazienti, un punto fermo in mezzo ad una Sanità intrasformazione paludosa e liquida.

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Io ho la convinzione che proprio la mancanzadell’interfaccia costituita da segretarie e infermiere siaun freno alla litigiosità dei pazienti, quanto meno conme (tra di loro forse la aumenta): certo,l’organizzazione può essere carente e l’attesa snervante,ma loro sanno che per qualsiasi problema, da quelloimportante alla più esimia “cavolata”, avranno comeinterlocutore diretto il loro medico, senza chiedereappuntamenti e senza incappare in segreterie neppuretelefoniche e questo rende la parte negativa accettabile.

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Siamo passati alla dipendenza senza accorgercene esoprattutto senza esserlo.Sono le considerazioni che facciamo tra colleghi chelavorano nelle case della salute , l'aumento di efficienza e dimole di lavoro è paradossalmente, almeno secondo la miaimpressione , inversamente proporzionale alla soddisfazionedel paziente.

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Prestar seria assistenza ai quaranta malati che vengono dalmattino fino a pranzo è fisicamente impossibile, quindi,senza volere, viene a esser tutto un inganno. Dodicimilamalati che vengono da te in un anno voglion dire,ragionando alla buona, dodicimila persone ingannate.

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Sono rimasto innamorato del lavoro che ho fatto peroltre 40 anni e sono altrettanto fermamente convinto diquanto sia necessaria una buona medicina generale inquesti tempi in cui si va troppo di corsa, in cui si staperdendo di vista l'umanità dei rapporti e la visioneunitaria dei pazienti ed in cui l'eccesso di medicina puòdiventare un fattore di malattia

Page 12: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Anche a distanza di tanti anni, ormai ho lasciato la MGda 10 anni dedicandomi esclusivamente alla liberaprofessione, credo che il primo e vero motivo di tutti iproblemi della Medicina Generale sia che ai pazienti nonviene data la possibilità di comprendere il "valore"dell'esercizio di questa professione

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E sì, perche' molte idee sono cambiate da quandoabbiamo iniziato, molti anni or sono, aesercitare. Partirei dall'impetuoso avanzare delleconoscenze biomediche; un profluvio di novita' continuee sempre piu' di dettaglio che oramai rendono manifestocio' che forse fino a qualche decennio fa poteva sfuggireo venir trascurato: l'affermarsi della clinica come insiemedi specialita' via via piu' numerose e dedicate alparticolare.

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Così dalla totale mancanza di conflitti di interesse (ilche e' di per se' positivo) i MMG sono finiti nellamancanza tout-court di interesse verso la professione

e si sono trasformati in funzionari con mansioniburocratiche e di gestione di una domanda (sia pureenorme) sempre meno qualificata per quella partenon delegabile e che rimane quindi giocoforza a lorocarico solo per mancanza di specialisti a cui delegarla

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Sono d'accordo in generale con Beppe, ma che i piu'giovani colleghi specialisti siano "incomparabilmente piu' preparati di noi" francamente proprio non lo vedo. Io li trovo scolastici nella *migliore* delle

ipotesi, tecnici della salute con un approccio alle terapie farmacologiche sistematicamente all'insegna del "nuovo e' meglio", una professionalita' nel rapporto con persone malate in generale modesta,

minore di quella dei loro colleghi piu' anziani, pervasa da atteggiamenti difensivi e aggressivita'diagnostico-terapeutica.

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Così, a parte la militanza CSeRMEG (una questione di fede), la docenza in Università dove favoleggio a ignari studenti una medicina generale idealizzata più che praticata e praticabile, ho ripreso la vecchia abitudine del mio predecessore di riunire periodicamente colleghi amici in serate "culturali". A distanza di anni, constato che è ancora molto richiesto lo specialista, magari non proprio il cattedratico cialtrone, ma comunque quello che ti spiega cosa fare e non fare in caso di patologie tutte ben codificate, così lontane dal grumo di problemi accartocciati tra loro che cerchiamo di sbrogliare ogni giorno.

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Parallelamente ad Agnese mi sono reso conto che il rapporto "buono" con le persone, che passava anche attraverso l'incontro e la prescrizione è andato impallidendo in misura proporzionale all'efficienza della mia segretaria. Ma la loro soddisfazione verso lei ha aumentato la loro impazienza nell'ottenere la ricetta e quindi la "soluzione semplice e veloce": come dire, più rapidamente hai una cosa e più aumenta l'ansia di averla prima e meno conta per te

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Io non credo molto nella fantomatica “medicina d’iniziativa” che ho provato a praticare per l’ipertensione e il diabete con scarso entusiasmo, e tutto sommato, vedo che, con un poco di “applicazione” le cronicità si riescono a gestire benissimo nello spazio della visita abituale. Nemmeno i colleghi che hanno aderito al fantomatico CReG hanno avuto grandi soddisfazioni in proposito

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Non credo sia questione di tempo che passa, anche se

conta pure questo, ma di carichi sempre maggiori e

sempre più pressanti. Non ho soluzioni definitive, anche

se continuo a pensare che una maggiore

organizzazione, un giusto equilibrio tra erogazione di

servizi e limite netto ad essi (ricordo che è l’offerta che

incrementa la richiesta) possa essere un valido

supporto

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Leggervi mi ha fatto comunque molto bene, praticamente posso dire che mi sembra emergere quanto segue:- l'efficienza ha aumentato comunque la percezione di urgenza e in alcuni momenti ha innalzato la soglia di litigiosità dell'utenza;- il nostro pre-pensionamento si accompagna a difficoltà

di prendere le distanze da un lavoro così coinvolgente nonostante lo stress e i lutti che ci aspettiamo ancora;…

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- impressione che si vada all'esaurimento per sfinimento del SSN;- sentirsi un punto fermo in mezzo a una sanità in trasformazione, paludosa e liquida....essere professionisti autorevoli;- consapevolezza del nostro ruolo soprattutto per difendere le persone dalla "troppa medicina";- ....e molto altro ancora!!

Page 22: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Una ironia che oltre che fuori luogo trovo inutile: il modello pauperistico statale marxista ha portato la mg ad un livello che non soddisfa nessuno, a parte te ovviamente.

Forse sarebbe il caso, invece di fare ironia, di ammettere che il modello è fallito o no?

Page 23: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Anche io non sarei così tranchant nei confronti di nuove idee di esercizio della “MG”, anche perché, a dirla tutta, il modello che oggi conosciamo credo sarà destinato a “prematura” estinzione, vuoi per carenza di professionisti “liberi” che di volontà del SSN di mantenere un sistema che sconta troppe differenze regionali e professionali.

Page 24: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Ogni tanto ho qualche nuovo paziente, e rimango

strabiliato dal fatto che hanno 3-4-5 specialisti che li

seguono: vanno dall'ORL per i tappi di cerume, dal

cardiologo per l'ipertensione, dallo pneumologo per

la bronchite, dall'urologo per la prostata, dal

diabetologo per un diabete senile insignificante,

dall'endocrinologo per gli anticorpi anti-tiroide, dal

gastroenterologo per la "colite", e cosi' via. E'

chiaro che in queste condizioni il MMG si occupa

solo di influenza, ricette e certificati.

Page 25: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

Cosa è diventato il centro studi?

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Per una volta non si parlava dei casi risolti e di quanto siamo bravi, ma di ciò che della nostra pratica non sappiamo modificare, che ci ferisce o ci manda in bestia. Ci eravamo raccontati gli intoppi, le scenate, le invasioni fuori orario, i tentativi di vampirizzarci, la delusione per i pazienti ingrati che cambiano medico senza motivo da un giorno all’altro. Scoprivamo che per tutti, a qualunque latitudine, qualunque fosse il sistema organizzativo, le cose non cambiavano granchè.

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Ho posto diversi ostacoli ai pazienti togliendo loro ciò

che rendeva la loro la vita più facile e la mia un inferno

Persiste una sproporzionata e diffusa percezione di

Urgenza che non trova quasi mai motivi nella realtà.

La pretesa di stare bene subito o di non ammalarsi,

passa attraverso richieste incongrue, prepotenti,

arroganti, che vorrebbero prescindere dalla presenza

e dalla stessa esistenza del medico. Il nostro ruolo è

sempre più marginale rispetto a tutti coloro che

(farmacisti, internet, esperti vari, specialisti,

fisioterapisti, infermieri) propinano direttive e

consigli.

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Il medico solitario è sicuramente un artigiano dalle

troppe imperfezioni, così come lavorare con altri non

vuol dire automaticamente riuscire a costituire un

gruppo (che è ben altra cosa).

Page 29: Presentazione patocca (Paolo Longoni)

La differenza principale che c’è tra un libero

professionista puro e un MMG convenzionato

con il SSN, sta proprio nella convenzione

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Buonasera, sono L. Francesca del 9°Corso MMG. Ti

scrivo per chiederti un consiglio sulle fonti bibliografiche

per l'argomento della tesi che mi piacerebbe approfondire

"rapporto MMG e medico specialista". Per il momento ho

trovato solo del materiale sul libro che ci hai prestato

"Medicina Generale" di Tombesi e Caimi.

Ti ringrazio anticipatamente per la disponibilità,

Francesca

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… perché a fine giornata come molti di noi mi chiedo chi

sono e se ha senso per me che mi spremano così … poi

oggi, domenica sera, dopo adeguato riposo, ritrovo il

senso di questa professione che amo profondamente ma

che sta diventando troppo pesante fisicamente.

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Hanno contribuito:

Giuseppe Belleri, Francesco Benincasa, Filippo Bianchetti, Giuliana Bondielli, Nino Cataldi,

Giampaolo Collecchia, Fabio D’Alessandro, Guido Danti, Roberto Della Vedova, Paolo Longoni, Marco Marchetto, Maria Milano, Giovanni Moretti, Agnese

Moro, Andrea Moser, Simonetta Pagliani, Patrizia Rodriguez, Maurizio Sarotto,

Paolo Schianchi, Massimo Tombesi, Max Vassura

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Yo-Yo Ma hainterpretato le suitesper violoncello diJohann Sebastian Bach

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Grazie della attenzione