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LE LICENZE NON PROPRIETARIE
OPENCONTENT, COPYLEFT
E CREATIVE COMMONS
A cura di: Avv. SIMONE ALIPRANDI, Ph.D. (www.aliprandi.org)
9 e 10 maggio 2016 – Avv. Simone Aliprandi, Ph.D. (www.aliprandi.org)
Le licenze non proprietarie: opencontent, copyleft e Creative Commons
i miei riferimenti in rete
• Il mio sito web: www.aliprandi.org
• Array Law Firm: www.array.eu
• Il mio blog: http://aliprandi.blogspot.it
• Twitter: @simonealiprandi
• LinkedIn: http://it.linkedin.com/in/aliprandi
STRUTTURA DEL CORSO
Introduzione1. Il diritto d'autore: principi generali2. Pubblico dominio, fair use e libere utilizzazioni3. Licenze open: principi generali4. Le licenze open per software5. Le licenze open per contenuti creativi: le Creative Commons
- - - - -6. Standard e formati aperti7. Software open source e standard aperti nella legislazione italiana8. Il licensing di dati e il fenomeno open data
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per approfondire
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per approfondire
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INTRODUZIONE
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Il copyright nell'era digitale
● un problema di tutti?
● c o p y r i g h t
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DIRITTO D'AUTORE: DUE OTTICHE
latotitolare dei
dirittisull'opera
latoutilizzatoredell'opera
©
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PARTE 1IL DIRITTO D'AUTORE: PRINCIPI GENERALI
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Che cosa tutela di preciso il diritto d'autore? /1
Articolo 1 – Legge 633/41
Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.
Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie [...] nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell'autore.
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Che cosa tutela di preciso il diritto d'autore? /2
Articolo 2 – Legge 633/41
In particolare sono comprese nella protezione: 1) le opere letterarie, drammatiche, scientifiche, didattiche, religiose, tanto se in forma scritta quanto se orale; 2) le opere e le composizioni musicali, con o senza parole, le opere drammatico-musicali e le variazioni musicali costituenti di per sé opera originale; 3) le opere coreografiche e pantomimiche, delle quali sia fissata la traccia [...]; 4) le opere della scultura, della pittura, dell'arte del disegno, della incisione e delle arti figurative similari, compresa la scenografia; 5) i disegni e le opere dell'architettura; 6) le opere dell'arte cinematografica, muta o sonora [...]; 7) le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento analogo a quello della fotografia [...];
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Che cosa tutela di preciso il diritto d'autore? /2
[continua Articolo 2 – Legge 633/41]
8) i programmi per elaboratore, in qualsiasi forma espressi purché originali quale risultato di creazione intellettuale dell'autore. Restano esclusi dalla tutela accordata dalla presente legge le idee e i principi che stanno alla base di qualsiasi elemento di un programma, compresi quelli alla base delle sue interfacce. Il termine programma comprende anche il materiale preparatorio per la progettazione del programma stesso. 9) le banche di dati di cui al secondo comma dell'articolo 1, intese come raccolte di opere, dati o altri elementi indipendenti sistematicamente o metodicamente disposti ed individualmente accessibili mediante mezzi elettronici o in altro modo. La tutela delle banche di dati non si estende al loro contenuto e lascia impregiudicati diritti esistenti su tale contenuto. 10) Le opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico.
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Fin dove arriva la tutela del diritto d'autore?
Articolo 9, n. 2 – TRIPs
La protezione del diritto d’autore copre le espressioni e non le idee, i procedimenti, i metodi di funzionamento o i concetti matematici in quanto tali.
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Forma esterna, forma interna, contenuto
Una distinzione che deriva da una nota teoria del giuristatedesco Josef Kohler.
La forma esterna è la forma con cui l’opera appare nella sua versione originaria (insieme di parole e frasi nelle opere letteraria; nella melodia, ritmo e armonia nell’opera musicale, ecc.).La forma interna è la struttura espositiva dell’opera (l’organizzazione del discorso, la scelta e la sequenza degli argomenti nell’opera letteraria; i passaggi essenziali del discorso musicale e nelle note determinanti la linea melodica nell’opera musicale, ecc.).Il contenuto è l’argomento trattato, le informazioni, i fatti, le idee, le opinioni, le teorie in quanto tali, e cioè a prescindere dal modo in cui essi sono scelti, coordinati e presentati. [continua]
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Forma esterna, forma interna, contenuto
[continua] Secondo tale teoria, la tutela ha per oggetto sia la forma esterna che interna, ma non il contenuto. Quindi il diritto d’autore protegge la forma espressiva dell’opera, e non si estende al contenuto.
In conclusione: è tutelata dal diritto d’autore l’opera dell’ingegno di carattere creativo formalmente espressa, mentre non sono suscettibili di protezione né le semplici idee, né forme espressive elementari non idonee a rappresentare fatti o sentimenti.
Fonte: http://www.dirittodautore.it/la-guida-al-diritto-dautore/loggetto-del-diritto-dautore/
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Come si acquisisce il diritto d'autoresu una propria creazione?
Articolo 6 – Legge 633/41
Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituitodalla creazione dell'opera, quale particolare espressionedel lavoro intellettuale.
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Come si acquisisce il diritto d'autoresu una propria creazione?
Articolo 6 – Legge 633/41
Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituitodalla creazione dell'opera, quale particolare espressionedel lavoro intellettuale.
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20 annidal deposito
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e quali sono di preciso i diritti acquisiti?
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diritti morali d'autore
diritti inalienabili e inestinguibili, strettamente legati alla personalità/reputazionecreativa dell'autore
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diritti esclusividi utilizzazione economica*
alienabili, scomponibili, indipendenti l'uno dall'altro; durano fino a 70 anni dalla morte dell'(ultimo) autore
* diritti d'autore in senso stretto
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diritti connessi*
diritti esclusivi su attività simili o connesse a quelle tutelate dai diritti d'autore in senso stretto
* connessi all'eserciziodei diritti di utilizzazione economica
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PARTE 2PUBBLICO DOMINIO, FAIR USE
E LIBERE UTILIZZAZIONI
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quando un'opera è in pubblico dominio?
a) quando lo stabilisce espressamente la legge(public domain by law)
[per l'Italia, vedi art. 5 legge 633/1941: “non si applica diritto d'autoreai testi degli atti ufficiali dello stato e delle pubbliche amministr.”]
b) quando scadono tutti i diritti di privativa su di essa(non sempre facile da definire)
c) quando il titolare dichiara di rinunciare all'esercizio deisuoi diritti (esempio: CC Zero)
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la teoria statunitense del fair use
sections 17 U.S.C. § 107
“the fair use of a copyrighted work, including such use by reproduction in copies or phonorecords or by any othermeans specified by that section, for purposes such ascriticism, comment, news reporting, teaching (includingmultiple copies for classroom use), scholarship, or research,is not an infringement of copyright.”
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la teoria del fair dealingdegli altri paesi di common law
Versione più ristretta e meno flessibile del fair use americano. Affinché si possa effettivamente invocareil fair dealing è necessario ricadere in alcuni casispecificamente definiti dalla legge.Questi casi generalmente comprendono: studio e ricerca,critica e commento, parodia e satira, cronaca...
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e nell'ordinamento italiano?!
Nell'ordinamento italiano tradizionalmente si parladi “libere utilizzazioni”, le quali però nel 2003 sonostate sostituite da un elenco ben preciso di“eccezioni al diritto d'autore”.
I vari casi sono definiti negli articolida 65 a 71-decies della legge 633/1941.
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un esempio di “eccezione al diritto d'autore”
Articolo 70 – Legge 633/41
1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.
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[continua] Articolo 70 – Legge 633/41
1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del MIBAC, sentito il MIUR, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma. [...]
regola
copyright
eccezione
libero utilizzo
scadenzatermini
©© CC
stabilitodalla legge
vedi articoli 65 e seguenti
stabilitodal titolaredei diritti
pubblico dominio
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PARTE 3LE LICENZE OPEN: PRINCIPI GENERALI
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L'open licensing
Ci sono casi in cui è lo stesso autore (o comunqueil titolare dei diritti) a preferire che la sua opera
circoli libera dai tradizionali vincoli del copyright.Per farlo, si possono utilizzare apposite licenze
(dette appunto “licenze open”).
Nell'ambito dei contenuti creativi le più note sono le Creative Commons; nell'ambito informatico le più
note sono quelle rilasciate dalla Free Software Foundation (es. la GNU GPL).
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licenza
dal latino “licere” → permettere, autorizzare
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50 sfumature di... open
immagine tratta dal libro “Creative Commons: manuale operativo” (www.aliprandi.org/manuale-cc)
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Ma... che cos'è di preciso una licenza?
Una licenza d'uso è un documento che il titolaredei diritti di proprietà intellettuale allega/collega
alla sua opera per regolamentarnele modalità di diffusione e di utilizzo.
Questo documento, basandosi sul diritto d'autore emuovendosi quindi entro i suoi confini,
da un lato definisce quali usi si possono fare dell'opera;dall'altro stabilisce quali condizioni devono rispettare
gli utilizzatori dell'opera.
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Il senso dell'open licensing
Provocazione 1 – Ma se l'obbiettivo è lasciare che la mia opera circoli liberamente perché dovrei applicare una licenza? Non basta diffonderla e non dire nulla riguardo al copyright?
Provocazione 2 – Ma se l'obbiettivo è lasciare che la mia opera circoli liberamente perché dovrei applicare una licenza? Non basta rilasciarla in pubblico dominio, rinunciando a tutti i diritti?
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Domanda 1) Applicare una licenza openad un’opera significa…
a) rinunciare parzialmente alla qualifica di autore;
b) distribuire un’opera in un regime di diritto d’autore più elastico rispetto al modello tradizionale;
c) autorizzare a priori la ridistribuzione dell’opera solo attraverso Internet;
d) controllare con maggiore affidabilità la diffusione e la duplicazione dell’opera.
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Domanda 2) Quale di queste definizioni può essere considerata corretta?
a) le licenze open sono strumenti per regolamentare la libera distribuzione di opere dell’ingegno;
b) le licenze open sono un metodo di tutela della paternità di un’opera creativa;
c) le licenze open sono documenti che impediscono a priori usi impropri delle opere;
d) le licenze open sono contratti di cessione esclusiva di diritti d’autore.
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Licenze Creative Commons: un video introduttivo
vedi video su: www.creativecommons.it/DiventaCreativo
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PARTE 4LE LICENZE OPEN PER SOFTWARE
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in principio era il software... libero
poi però...
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free software o open source?
(o FOSS?)
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Due diversi approcci
● Free Software Foundation→ indicazione di compatibilità con la GPL
● Open Source Initiative→ coerenza con la Open Source Definition
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Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Categorie_software.png
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Classificazione generale tipologie di software
La GNU General Public Licensee le 4 libertà fondamentali
0) Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo.
1) Libertà di studiare il programma e modificarlo.
2) Libertà di ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo.
3) Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio.
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Classificazione delle licenze FOSS*
*parte tratta da C. Piana e M. Ciurcina, Le licenze FLOSS: stato dell'arte ed evoluzioni, in A. Glorioso (a cura di), Il software libero in Italia
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Le cosiddette licenze permissive
Alcune licenze impongono condizioni di licenza talmente lasse da far dubitare della loro efficacia. Vengono comunemente chiamate “licenze permissive” perché consentono praticamente tutto e impongono praticamente nulla, se non che venga mantenuta la dichiarazione sull’origine del software e il testo della licenza, o poco più. La licenza permissiva più famosa e utilizzata è la “Berkeley” o BSD. [continua]
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Le cosiddette licenze permissive
Il codice rilasciato sotto tale licenza è utilizzabile e abbinabile con codice rilasciato sotto praticamente qualsiasi altra licenza, anche proprietaria. Il sistema operativo Mac OS X di Apple deriva da un progetto – Darwin, la cui licenza è appunto la BSD – ed è venduto sotto licenza strettamente proprietaria[senza visibilità del codice sorgente].
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Le cosiddette licenze copyleft
Le licenze copyleft sono quelle che impongono che anche opere derivate vengano mantenute sotto la stessa licenza originale. A seconda dell’ampiezza di questa condizione, si ha un copyleft “forte” o un copyleft “debole”.
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Copyleft forte
L’archetipo della licenza a copyleft forte è la GNU GPL, la licenza del progetto GNU e la più popolare delle licenze di software libero. Secondo questa licenza, tutte le opere derivate, nella più ampia concezione del termine concessa dal diritto d’autore, devono essere rilasciate sotto la stessa licenza.Alcuni hanno parlato in termini dispregiativi di “effetto virale”, quasi che la licenza abbia effetti infettivi.
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Copyleft debole
L’archetipo della licenza di copyleft debole è la GNU Lesser General Public License (o LGPL). Tale licenza è stata concepita per alcune librerie software del progetto GNU (infatti l’acronimo originale della LGPL era Library General Public License) in quanto si voleva che tali librerie fossero utilizzabili anche da programmi proprietari.Un’altra licenza di copyleft debole di ampio successo è la MPL della Mozilla Foundation. [continua]
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Copyleft debole
Le licenze “copyleft debole” prevedono che l’obbligo di utilizzare la medesima licenza per le opere derivate sia limitato alle modifiche al programma stesso, ma non si allarga a opere più ampie che ne incorporano il codice nel caso in cui questa parte di codice rimanga individuabile e separata dal resto.
PARTE 5LE LICENZE OPEN
PER CONTENUTI CREATIVI:
LE CREATIVE COMMONS
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le quattro clausole base
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Licenze_Creative_Commons
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Le sei licenze CC
Attribution
Attribution – Share Alike
Attributions – No derivatives
Attribution – Non commercial
Attribution – Non commercial – Share alike
Attribution – Non commercial – No derivatives
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Come si applicauna licenzaCreative Commons
si veda l'apposito widgetofferto dal sito ufficialecreativecommons.org/choose
Le licenze non proprietarie: opencontent, copyleft e Creative Commons
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Come si trovano operesotto licenze Creative Commons?
c'è un apposito motore di ricerca predisposto daCreative Commons →http://search.creativecommons.org/
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Come si trovano operesotto licenze Creative Commons?
oppure si può utilizzare Google in modalità ricerca avanzata → www.google.com/advanced_search
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PARTE 6STANDARD E FORMATI APERTI
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open standardpiù importante di
open source
Infatti…ce ne facciamo poco del software open source
se le informazioni che il software deve gestire sono strutturate secondo standard proprietari.
Una provocazione di partenza
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Il concetto di standard... in breve
● Qualche esempio classico di standard
● Standard de jure vs standard de facto
● Standard proprietario vs standard aperto
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Il peso degli standard nel mercato di oggi
● La definizione di uno standard condiziona per gli anni successivi lo sviluppo delle tecnologie ad esso connesse.
● Standard → interoperabilità → non dipendenza da un unico fornitore
● Standard vs brevetti: un rapporto difficile (teoria dei “campi minati“) → si veda articolo di Carlo Piana
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Formati aperti
● Sottoinsieme del concetto di standard aperti
● Definizione più precisa:«Diremo che un formato e aperto se il modo di rappresentazione dei suoi dati e trasparente e/o la sua specifica e di pubblico dominio. Si tratta generalmente (ma non esclusivamente) di standard fissati da autorita pubbliche e/o istituzioni internazionali il cui scopo e quello di fissare norme che assicurino l’interoperabilita tra software. Non mancano tuttavia casi di formati aperti promossi da aziende, che hanno deciso di rendere pubblica la specifica dei propri formati.»
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PARTE 7SOFTWARE OPEN SOURCE
E STANDARD APERTINELLA LEGISLAZIONE ITALIANA
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Il FOSS nella legislazione italiana: l'art. 68 del CAD
(*norma in via di revisione)
1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi nel rispetto dei principi di economicità e di efficienza, tutela degli investimenti, riuso e neutralità tecnologica, a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per contodella pubblica amministrazione;c) software libero o a codice sorgente aperto;d) software fruibile in modalità cloud computing;e) software di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso;f) software combinazione delle precedenti soluzioni.
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1-bis. A tal fine, le pubbliche amministrazioni prima di procedere all’acquisto, secondo le procedure di cui al codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163, effettuano una valutazione comparativa delle diverse soluzioni disponibili sulla base dei seguenti criteri:
a) costo complessivo del programma o soluzione quale costo diacquisto, di implementazione, di mantenimento e supporto;b) livello di utilizzo di formati di dati e di interfacce di tipo apertononché di standard in grado di assicurare l’interoperabilità e lacooperazione applicativa tra i diversi sistemi informatici dellapubblica amministrazione;c) garanzie del fornitore in materia di livelli di sicurezza,conformità alla normativa in materia di protezione dei datipersonali, livelli di servizio tenuto conto della tipologia disoftware acquisito.
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1-ter. Ove dalla valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico, secondo i criteri di cui al comma 1-bis, risulti motivatamente l’impossibilità di accedere a soluzioni già disponibili all’interno della pubblica amministrazione, o a software liberi o a codici sorgente aperto, adeguati alle esigenze da soddisfare, è consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma è effettuata secondo le modalità e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresì parere circa il loro rispetto.
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2. Le pubbliche amministrazioni nella predisposizione o nell'acquisizione dei programmi informatici, adottano soluzioni informatiche, quando possibile modulari, basate sui sistemi funzionali resi noti ai sensi dell'articolo 70, che assicurino l'interoperabilità e la cooperazione applicativa e consentano la rappresentazione dei dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto, salvo che ricorrano motivate ed eccezionali esigenze.
2-bis. Le amministrazioni pubbliche comunicano tempestivamente all'Agenzia per l'Italia digitale l'adozione delle applicazioni informatiche e delle pratiche tecnologiche, e organizzative,adottate, fornendo ogni utile informazione ai fini della piena conoscibilità delle soluzioni adottate e dei risultati ottenuti, anche per favorire il riuso e la più ampia diffusione delle migliori pratiche. […]
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PARTE 8IL LICENSING DI DATI E
IL FENOMENO OPEN DATA
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La tutela dei “dati”
Abbiamo detto che non esiste una “proprietà”sui dati e sulle informazioni in sé.
Ma allora perché si dice genericamenteche esiste una tutela giuridica sui dati?
Perché una direttiva europea del 1996 (dir. 96/9/CE)ha introdotto un particolare regime di tuteladelle banche dati che agisce su più livelli.
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La tutela dei “dati”
Abbiamo detto che non esiste una “proprietà”sui dati e sulle informazioni in sé.
Ma allora perché si dice genericamenteche esiste una tutela giuridica sui dati?
Perché una direttiva europea del 1996 (dir. 96/9/CE)ha introdotto un particolare regime di tuteladelle banche dati che agisce su più livelli.
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semplici dati einformazioni
database
non creativodatabase
creativo
diversi livelli di tutela
nessuna tutela
livello dirittod'autore
livello dirittosui generis
solo dirittosui generis
diritto sui generis+ diritto d'autore
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quindi tecnicamentenon sono i dati in sé ad essere tutelati,
ma le banche dati (o database)
in altre parole i dati sono tutelati solo in quantoaggregati e organizzati in un database
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Il licensing di dati (rectius: di banche dati)
Si possono utilizzare le Creative Commons nella versione 4.0, oppure altre licenze appositamente
pensate per licenziare il diritto sui generis(per esempio la Open Database License - ODbL).
oppure...
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Il rilascio in pubblico dominio
Un'opzione ancora più radicale è quella di rilasciare la propria opera direttamente in pubblico dominio, rinunciando definitivamente ad esercitare qualsiasi tipo di diritto su di essa.E' possibile farlo allegando all'opera una dichiarazione pubblica di rinuncia(in inglese detta “waiver”).
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CC0
Il public domain waiver più noto è quello realizzato da Creative Commons e si chiama CC0 (CC Zero).
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Il principio “open by default” è stato introdotto...
• sull'onda dell'entusiasmo peril tema “open data/trasparenza”;
• nel dicembre 2012 con il decreto Crescita 2.0 (poi convertito nella Legge 221/2012);
• per sfruttare in positivo l'inerzia delle PA;
• agendo su due articoli del Codiceamministrazione digitale (art. 52 e 68), masenza toccare la Legge sul diritto d'autore.
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Art. 52, comma 2, CAD (d.lgs. 82/2005)ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI
DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
I dati e i documenti che le amministrazioni
titolari pubblicano, con qualsiasi modalità,
senza l'espressa adozione di una licenza [...],
si intendono rilasciati come dati di tipo aperto
ai sensi all'articolo 68, comma 3, del presente Codice.
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