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Palermo, Resuttana-San Lorenzo 3, 2000-2010 (op. “Addiopizzo v”) PROCEDIMENTO PENALE N. 7635/11 R.G.N.R ( rito abbreviato) 1. Dati identificativi del procedimento Numero di registro: 7635/11 R.G.N.R. , 8301/11 R.G.G.I.P. Imputati: 1. M.A. fu Nicolo nato a Palermo 18.04.1953 2. S.B. nato a Palermo il 3.5.1964 3. M.d.V.B., nato a Palermo 01.05.1966 4. P.D.G.B. nato a Isola delle Femmine (PA) 18.11.1946 5. F.B., nato a Cinisi il 10.3.1956 6. D.C. nato a Palermo il 15 giugno 1974 7. P.C., nato a Giardini Naxos (ME) 16.04.1964 8. A.C.(cl. 35), nato a Carini il 21.10.1935 Deceduto 9. G.C. nato a Palermo 06.04.1965 10. A.C. nato a Palermo il 25.4.1976 11. N.C. nato a Palermo il 17.01.1980 12. S.D.A. nato a Terrasini il 17.07.1960 13. G.D.B. nato a Montelepre il 24.06.1958 14. L.D.M. nato a Torretta il 23.09.1951 15. P.D.M., nato a Cinisi il 06.01.1916 16. F.P.D.P. nato a Palermo il 17.10.1962 17. F.D. nato a Palermo il 16.12.1977 18. G.d.G.E. nato a Palermo il 22.07.1973 19. A.E. nato a Cinisi 04.01.1962 20. S.d.G.L. nato a Palermo 23.10.1964 21.G.L.C. nato a Palermo 28.11.1970 22.I.L.C. nato a Palermo il 5.12.1946 23. F.L.P. nato a Palermo 10.12.1974 24. S.L.P. nato a Palermo il 20.7.1942 25. S.L.P. nato a Palermo il 16.2.1975 26. G.M. nato a Palermo 24.06.1978 27. G.N. , nato a Palermo il 28.2.1965 28. V.P. nato a Carini 1.7.1976 29. S.R. nato a Palermo 30.10.1967 30. N.S. nato a Palermo il 5.8.1977 31. G.S. nato a Palermo il 12.07.1965 32. F.T. nato a Palermo il 20.08.1971 Autorità giudiziaria: Tribunale di Palermo, Sez. IV collegiale Vicende cautelari: S.B. detenuto presso la Casa Circondiale di Catanzaro, D.C. detenuto presso la Casa Circondiale di Palermo-Pagliarelli, P.C. detenuto presso la Casa Circondiale di Voghera, L.D.M. detenuto presso la Casa Circondiale di Messina, S.L.P. detenuto presso la Casa Circondiale di Milano “Opera”, S.L.P. detenuto presso la Casa Circondiale di Milano “Opera”, V.P. detenuto presso la Casa Circondiale di Milano, N.S. detenuto presso la Casa Circondiale di Avellino “Bellizzi”, F.P.D.P. detenuto la Casa Circondiale di Palermo-Pagliarelli, F.T.

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Palermo, Resuttana-San Lorenzo 3, 2000-2010 (op. “Addiopizzo v”)

PROCEDIMENTO PENALE N. 7635/11 R.G.N.R

( rito abbreviato)

1. Dati identificativi del procedimento

Numero di registro: 7635/11 R.G.N.R. , 8301/11 R.G.G.I.P.

Imputati: 1. M.A. fu Nicolo nato a Palermo 18.04.1953 2. S.B. nato a Palermo il

3.5.1964 3. M.d.V.B., nato a Palermo 01.05.1966 4. P.D.G.B. nato a Isola delle

Femmine (PA) 18.11.1946 5. F.B., nato a Cinisi il 10.3.1956 6. D.C. nato a Palermo il

15 giugno 1974 7. P.C., nato a Giardini Naxos (ME) 16.04.1964 8. A.C.(cl. 35), nato a

Carini il 21.10.1935 Deceduto 9. G.C. nato a Palermo 06.04.1965 10. A.C. nato a

Palermo il 25.4.1976 11. N.C. nato a Palermo il 17.01.1980 12. S.D.A. nato a Terrasini

il 17.07.1960 13. G.D.B. nato a Montelepre il 24.06.1958 14. L.D.M. nato a Torretta il

23.09.1951 15. P.D.M., nato a Cinisi il 06.01.1916 16. F.P.D.P. nato a Palermo il

17.10.1962 17. F.D. nato a Palermo il 16.12.1977 18. G.d.G.E. nato a Palermo il

22.07.1973 19. A.E. nato a Cinisi 04.01.1962 20. S.d.G.L. nato a Palermo 23.10.1964

21.G.L.C. nato a Palermo 28.11.1970 22.I.L.C. nato a Palermo il 5.12.1946 23. F.L.P.

nato a Palermo 10.12.1974 24. S.L.P. nato a Palermo il 20.7.1942 25. S.L.P. nato a

Palermo il 16.2.1975 26. G.M. nato a Palermo 24.06.1978 27. G.N. , nato a Palermo il

28.2.1965 28. V.P. nato a Carini 1.7.1976 29. S.R. nato a Palermo 30.10.1967 30. N.S.

nato a Palermo il 5.8.1977 31. G.S. nato a Palermo il 12.07.1965 32. F.T. nato a

Palermo il 20.08.1971

Autorità giudiziaria:Tribunale di Palermo, Sez. IV collegiale

Vicende cautelari:S.B. detenuto presso la Casa Circondiale di Catanzaro, D.C.

detenuto presso la Casa Circondiale di Palermo-Pagliarelli, P.C. detenuto presso la

Casa Circondiale di Voghera, L.D.M. detenuto presso la Casa Circondiale di

Messina, S.L.P. detenuto presso la Casa Circondiale di Milano “Opera”, S.L.P.

detenuto presso la Casa Circondiale di Milano “Opera”, V.P. detenuto presso la

Casa Circondiale di Milano, N.S. detenuto presso la Casa Circondiale di Avellino

“Bellizzi”, F.P.D.P. detenuto la Casa Circondiale di Palermo-Pagliarelli, F.T.

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detenuto la Casa Circondiale di Palermo – Ucciardone.

Stato del procedimento Pendente davanti alla sez IV collegiale del Tribunale di

Palermo.

2. Fonti ed elementi di prova acquisiti

Attivita di polizia giudiziaria: 1. Servizi di osservazione, 2. Intercettazioni

ambientali e telefoniche, 3. Identificazioni di persone, 4. Individuazione di imprese,

esercizi commerciali e siti di interesse, 5. Ricognizione fotografica effettuata dalle

persone offese, 6. Sequestro di un appunto dattiloscritto a i L.P. che ha confermato

la vitalita e l’operativita dell’associazione criminale Cosa Nostra nonche l’assetto

unitario e verticistico del sodalizio. Tale appunto dattiloscritto documenta, inoltre,

la ripartizione territoriale in mandamenti e famiglie, l’assetto di ciascuna famiglia e

le funzioni inerenti al ruolo svolto dai componenti la medesima.

Dichiarazioni di collaboratori di giustizia : Dichiarazioni di 1. Franzese Francesco, 2.

Nuccio Antonino, 3. Pulizzi Gaspare, 4. Bonaccorso Andrea, 5. F.B. Giuseppe, 6.

Andronico Emanuele, 7. Balistreri Francesco Paolo, 8. Chianello Angelo, 9. Gagliano

Raimond, 10. Giordano Salvatore, 11. Cracolici Isidoro, 12. Gallina Giovanni, 13. Lo

Nardo Francesco, 14. Spataro Maurizio, 15. Trapani Marcello, 16. Puleo Santino, 17.

Seidita Michele, 18. Velardi Mario, 19. Pasta Manuel, 20. Fontana Angelo.

Dichiarazioni di persone offese: 1. S.i.t. di A.C. in data 07-04-2009, 2. S.i.t. di C.C. in

data 04.04.2009, 3. S.i.t. di M.C. in data 04.04.2009, 4. S.i.t. di A.C. in data 28.05.2009,

5. S.i.t. di L.S. in data 16.04.2009. 7. S.i.t. di M.B. in data 27.1.2010

3. Capi di imputazione

Nei confronti di: P.D.G.B., S.D.A.1) per il delitto di direzione di associazione mafiosa (art. 416 bis, commi I, II, III, IV, VI, 61 n. 6 c. p.) M.A., M.d.V.B., G.C., G.D.B., S.d.G.L. (cl. ’64), L.P.,G.L.C., G.M., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede 2) per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p.G.L.C., M.L. ,I.L.C., S.L.P., S.L.P. in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 3) del delitto di concorso in trasferimento fraudolento di valori aggravato (artt. 110 c.p., 12 quinquies legge 7 agosto 1992 nr. 356, aggravato dall'art. 7 del d.l. 152/91);G.L.C.,I.L.C., S.L.P., S.L.P. in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 4) per il delitto di impiego di denaro di provenienza illecita aggravato ( 110, 81 cpv, c.p. artt. 648 ter c.p., 7 d.l. 13 maggio 1991, n° 152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991, n° 203), G.d.G.E.5) del delitto di

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favoreggiamento aggravato (artt. 378 comma 1° e 2° c.p., aggravato dall'art. 7 del d.l. 152/91 , G.N. 6) del delitto di favoreggiamento aggravato (artt. 378 comma 1° e 2° c.p., aggravato dall'art. 7 del d.l. 152/91) ;S.L.P., S.L.P., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 7) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203; S.L.P., S.L.P., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede 8) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203, S.L.P., S.L.P., A.C.cl.35, (in concorso con P.D.M. nei cui confronti si procede a piede libero trattandosi di soggetto ultrasettantacinquenne) in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 9) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 ; S.L.P., S.L.P., V.P. Mario, A.E., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 10) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 ; S.L.P., S.L.P., F.P., A.E., L.D.M., P.C. 11) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 ; S.L.P., S.L.P., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 12) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 629 comma 2° c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 ; S.L.P., S.L.P. 13) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 S.L.P., S.L.P., D.C., N.S. in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 14) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 629 comma 2° c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 , S.L.P. Giovanni e S.L.P. 15) del delitto di estorsione aggravata e continuata (artt. 81 cpv, 110 e 629 co. 2° in rel. al n.3 co. 2 dell’art. 628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991 n. 203), S.L.P. Giovanni, S.L.P. in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 16) del delitto di estorsione aggravata ( 110 e 629 co. 2° in rel. al n.3 co. 2 dell’art. 628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991 n. 203) ; S.L.P. e S.L.P. in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 17) del delitto di estorsione aggravata e continuata (artt. 81 cpv, 110 e 629 co. 2° in rel. al n.3 co. 2 dell’art. 628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991 n. 203) S.B. 18) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 S.L.P., S.L.P., P.C. (in concorso con tale Giuseppe in corso di identificazione) 20) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 ; S.L.P., S.L.P., P.C. 21) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 629 comma 2° c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 ; G.D.B. 22)delitto di estorsione aggravata (artt. 110 e 629 co. 2° in rel. al n.3 co. 2 dell’art. 628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991 n. 203) ;S.R. (in concorso con una persona allo stato ancora non identificata) 23)delitto di estorsione aggravata (artt. 110, 56, 629 comma 2° c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr. 203); S.L.P. 25)delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. c.p., 73 co. 1 d.P.R. N° 309/1990, ; N.S. 26)delitto p. e p. dall’art. 74 co. 2 d.P.R. n° 309/1990, N.S., F.P.D.P. in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 27)delitto p. e p. dall’art.

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74 co. 2 d.P.R. n° 309/1990, N.S., F.P.D.P.in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 28)delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. c.p., 73 co. 1 d.P.R. n° 309/1990 G.S., F.T., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 29) delitto p. e p. dall’art. 74 co. 2 d.P.R. n° 309/1990, G.S., F.T., in concorso con altri soggetti giudicati in separata sede. 30) delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. c.p., 73 co. 1 d.P.R. n° 309/1990, N.C. 31) delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. c.p., 73 co. 1 d.P.R. n° 309/1990, A.C. 32) delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. c.p., 73 co. 1 d.P.R. n° 309/1990, F.D. 33) delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. c.p., 73 co. 1 d.P.R. N° 309/1990.

4. Tempo e Luogo

1) In Palermo, Capaci, Isola delle Femmine e Terrasini ed altrove fino alla data odierna

(28.7.2011) per P.D.G.B. a decorrere dal 21.12.2000. 2) In Palermo e provincia fino alla data

odierna (28.7.2011) per G.D.B. a decorrere dall’1.08.1998. 3) n Palermo, il 18 aprile 2001,

data di iscrizione della ditta presso la Camera di Commercio 4) In Palermo sino alla data

odierna (28.7.11),5) In Palermo, sino al 5 novembre 2007 6)In Palermo, sino al 2 agosto 2007

7)In Palermo dal mese di dicembre 2002 al mese di aprile 2007. 8) In Palermo dal mese di

ottobre 2005 al mese di marzo/aprile 2006. 9) In Carini e Cinisi fino al mese di novembre

2007. 10) In Palermo e provincia fino al mese di novembre 2007; 11) In Cinisi nell’anno

2007. 12) In Cinisi fino al mese novembre 2007. 13) In Cinisi fino al 2007. 14) In Palermo

fino al mese di novembre 2007. In Palermo sino al novembre 2007 15) In Palermo sino al

novembre 2007 16)In Palermo, sino al novembre del 2007 17) In Carini dal 2002 al 2007 18)

In Palermo nel mese di febbraio 2009 20) In Palermo dal mese di settembre 2006 al mese di

ottobre 2007 21)In Palermo dal mese di luglio 2007 fino al febbraio 2008 ;22) In Palermo

accertato nel novembre 2007. 23) In Palermo ed altre parti del territorio nazionale ed estero

fino al 5.11.2007. 25) In Palermo ed altre parti del territorio nazionale ed estero fino al

5.11.2007. 26) In Palermo nel 2005 27) In Palermo ed altre parti del territorio nazionale ed

estero fino al gennaio 2008. 28) In Palermo ed altre parti del territorio nazionale ed estero

fino al gennaio 2008. 29) In Palermo, sino all’ottobre 2007. 30)In Palermo, sino all’ottobre

2007. 31)In Palermo, sino al marzo 2010. 32)In Palermo, sino al marzo 2010. 33)In Palermo,

sino al marzo 2010.

5. Dinamica Estorsiva

Capo d'imputazione n.1):

Valy
Evidenziato
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Il delitto di direzione di associazione mafiosa descritta in questo capo d'imputazione e

stato attribuito a P.D.G.B. e S.D.. Con specifico riguardo alla struttura di vertice della

famiglia mafiosa di Capaci ed Isola delle Femmine, plurime coerenti acquisizioni degli

inquirenti, hanno dato contezza della persistente appartenenza a Cosa nostra di P.D.G.B. e

della funzione direttiva dallo stesso assunta ed in fatto svolta in seno alla suindicata

articolazione territoriale del sodalizio mafioso in argomento. S.D. e risultato, invece,

responsabile della famiglia mafiosa di Terrasini.

Capo d'imputazione n.2) :

Il capo d'imputazione n.2 coinvolge 8 soggetti. Il primo tra questi, M.A., ha rivestito la

carica di socio accomandatario della “EDIL RESTAURI di M.A. S.a.S.”. con sede in

Palermo. Egli ha posto in essere una serie di condotte legate alla sua societa che hanno

favorito diversi associati mafiosi, tra i quali FRANZESE Francesco, ORLANDO Felice, DI

TRAPANI Diego, COLLESANO Vincenzo, in tal modo contribuendo in concreto

all’esistenza ed al rafforzamento dell’associazione e quindi alla realizzazione dei reati fine

che la stessa si prefigge. In merito sono apparse estremamente significative le

dichiarazioni che sono state rese dai collaboratori FRANZESE Francesco, NUCCIO

Antonino e SPATARO Maurizio, lette unitamente alle risultanze di pregresse attivita

investigative svolte della Squadra Mobile di Palermo e alle dichiarazioni di VELARDI

Mario. La stessa fattispecie criminosa e attribuita a M.d.V.B.. La posizione di quest'ultimo

e stata delineata dall'analisi ed interpretazione della documentazione sequestrata in

occasione dell’arresto il 5 novembre 2007 di S.L.P. e S.L.P., nonche dalle precise e

convergenti dichiarazioni di NUCCIO Antonino, TRAPANI Marcello e SPATARO

Maurizio. Inoltre e piu specificamente, sulla base dei fatti riportati all'interno di documenti

sequestrati dagli organi inquirenti – sulla cui veridicita non vi e motivo alcuno di dubitare,

dato lo “spessore” dei due interlocutori e la conferma che il contenuto dei “pizzini” ha

trovato nelle indagini – risulta provato che B. era talmente inserito nel contesto associativo

da avere rapporti personali con S.L.P., reggente, unitamente al padre Salvatore, del

mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo, da riferire direttamente allo stesso

notizie in merito a rilevanti iniziative economiche e produttive, a rapporti con esponenti di

vertice di altre famiglie mafiose anche di diverse province. La sua vicinanza al reggente gli

ha permesso addirittura di sollecitare quest'ultimo ad un pronto intervento punitivo nei

confronti di una attivita economica che non rispettava le gerarchie mafiose della zona.

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Infine, la totale disponibilita di BIONDO a favore del sodalizio mafioso diretto dai L.P. e

stata confermata dalle dichiarazioni di TRAPANI Marcello del 3.12.2008 nel corso delle

quali il collaboratore, pur non riconoscendo in fotografia l’indagato, ribadiva il carattere

fiduciario del rapporto con i L.P.. Il terzo soggetto attivo dele reato associativo contestato e

CORRAO Giovanni. La posizione all'interno dell'organizzazione criminale di questo

soggetto e emerso dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Veniva infatti

affermato che il CORRAO Giovanni, inteso “il testone”, era stato affiliato alla famiglia

mafiosa di Passo di Rigano, alle dirette dipendenze di GRECO Vincenzo, uomo d’onore di

quella famiglia mafiosa, per essere utilizzato come esattore del pizzo. Tuttavia, in

considerazione della scarsa affidabilita del CORRAO lo stesso venne poi sostituito da altri

soggetti. Il suo inserimento nell'associazione e ulteriormente confermato dalla vicenda che

lo ha visto coinvolto nella gestione della latitanza di FRANZESE Francesco e nel

reperimento dei documenti falsi utilizzati dal medesimo.

Anche G.D.B. risponde del delitto di associazione mafiosa. In particolare, l'attualita e la

permanenza del vincolo associativo dell'imputato sono state confermate dalle precise

dichiarazioni del collaboratore di giustizia PULIZZI, riscontrate dalla documentazione

sequestrata il 5 novembre 2007 in occasione dell’arresto dei latitanti Salvatore e S.L.P.. In

specie, PULIZZI Gaspare ha riferito che G.D.B.era presente, in rappresentanza della

famiglia di Montelepre, alla sua cerimonia di iniziazione, cui possono partecipare solo

uomini d’onore. Sulla figura di S.d.G.L. (cl. '64) , e sulla sua partecipazione all'associazione

criminale Cosa nostra, ha riferito il collaboratore FRANZESE: nel corso dell’interrogatorio

del 02.05.08, ha riferito che gli era stato indicato come referente per la zona di Parco dei

Principi, dopo l’arresto di Federico LIGA, direttamente da S.L.P.. In una precedente

dichiarazione sempre il FRANZESE aveva dichiarato che nella zona di Parco dei Principi,

si occupava di estorsioni un parente dei LIGA appellato come “barbone” e che svolgeva

come attivita lavorativa l’autista di autobus. L'organicita all’associazione mafiosa Cosa

Nostra diG.L.C. - in passato gia individuato quale reggente della famiglia mafiosa di

Partanna Mondello - e in particolare alla famiglia di Partanna (della quale sarebbe rimasto

a disposizione sebbene all’atto della sua scarcerazione non ne avesse ripreso la reggenza)

ha trovato la sua fonte nelle dichiarazioni dei collaboratori FRANZESE Francesco,

NUCCIO Antonino, ma soprattutto nella documentazione sequestrata in occasione

dell’arresto dei latitanti S.L.P. e S.L.P. che ha costituito un elemento di prova inconfutabile

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della commissione del reato al centro di questo capo d'imputazione. La persistente

appartenenza strutturale di F.L.P. alla associazione mafiosa Cosa nostra e invece

confermata da acquisizioni istruttorie, segnatamente costituite dall’apporto dichiarativo di

Franzese Francesco, Nuccio Antonino e Bonaccorso Andrea e da numerose prove

documentali. L'ultimo soggetto del secondo capo d'imputazione, G.M., e un pregiudicato

per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. E' stato

possibile confermare la sua posizione integrata all'interno dell'associazione criminale

anche dopo la scarcerazione dalla Casa Circondariale di Bologna, grazie a numerose

intercettazioni tra il medesimo e il L.P. , fatto che ha testimoniato una loro assidua

frequentazione. E' stato inoltre accertato che il fratello Messina Francesco aveva preso in

affitto un immobile, il giorno dopo la scarcerazione di L.P. che veniva utilizzato spesso

anche dai L.P.. Le intercettazioni ambientali effettuate all’interno del predetto immobile

permettevano di rilevare la presenza dei due fratelli L.P. in compagnia del G:M..

Capo d'imputazione n.3) :

Le sinergiche condotte realizzate da G.L.C., M.L.,I.L.C., S.L.P. e S.L.P. integrano appieno la

materialita del delitto descritto dal terzo capo d'imputazione. E' utile, in questa sede di

analisi, ribadire che secondo l’insegnamento della Suprema Corte, “il delitto di

trasferimento fraudolento di valori e una fattispecie a forma libera che si concretizza

nell'attribuzione fittizia della titolarita o della disponibilita di denaro o altra utilita

realizzata in qualsiasi forma. Il fatto-reato consiste nella dolosa determinazione di una

situazione di apparenza giuridica e formale della titolarita o disponibilita del bene,

difforme dalla realta , al fine di eludere misure di prevenzione patrimoniale o di

contrabbando ovvero al fine di agevolare la commissione di reati relativi alla circolazione

di mezzi economici di illecita provenienza”; (cosi Cass. Pen., Sez. I, 26 aprile 2007, Di

Cataldo).

In ordine alla particolare posizione di L.C., hanno assunto importanza le dichiarazioni di

A.L. – soggetto a cui era stato fittiziamente attribuito la titolarita della ditta individuale

denominata “LUCIA ANTONINO ATIIVITAi DI LAVORI GENERALI di COSTRUZIONI

” – che ha riferito di almeno due episodi direttamente ascrivibili alI.L.C. che, si era recato

di persona a pretendere il pagamento delle somme dovute per l’esecuzione dei lavori.

Per completezza, poi, occorre sottolineare il contenuto di un reperto sequestrato al

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momento dell'arresto dei L.P.. Tale reperto, analizzato dagli organi inquirenti, ha

confermato la partecipazione occulta di G.L.C. e del genitore I.L.C. nella impresa

formalmente riconducibile a M.L. e Lucia Antonino e gestita nella forma di una ditta

individuale intestata a A.L., avente ad oggetto “lavori generali di costruzioni”. Inoltre

venivano confermate le molteplici attivita di edificazione e ristrutturazione realizzate da

quella impresa e l’ammontare approssimativo dei ricavi e degli utili conseguiti; i prelievi

che dagli utili aziendali entrambi i L.C. avrebbero effettuato assumendone la destinazione

in favore di S.L.P.; il ruolo attivo diI.L.C. nella gestione dell’impresa fittiziamente intestata

a Lucia Antonino; i tentativi dei L. di affrancarsi dai L.C., asseritamente responsabili di

reiterate sopraffazioni in pregiudizio dei L.e, soprattutto, di una continuativa integrale

appropriazione degli utili aziendali conseguiti negli anni;

Quanto alla sussistenza della contestata aggravante di cui all’art. 7 D.L. 152/91, si osserva

come la condotta delittuosa in esame sia stata oggettivamente volta ad agevolare la

persistente operativita dell’organizzazione criminale Cosa nostra. Ed al riguardo, va

rimarcato che acquisizioni processuali costituenti patrimonio cognitivo basilare hanno

dato reiterata contezza del fatto che Cosa Nostra in maniera sistematica si avvale dei

meccanismi di interposizione fittizia e cio al fine – all’evidenza essenziale per il sodalizio -

di salvaguardia della disponibilita dei beni e dei valori illecitamente acquisiti.

Capo d'imputazione n.7) :

Le indagini hanno confermato che le modalita della fattispecie contenuta nel capo

d'imputazione n.7 – fanno sussistere anche l’aggravante di cui all’art. 7 della L. 12.7.1991

nr 203 in capo ai mandanti, per i reati contestati. Nel caso di specie, infatti, le minacce

verbali subite dalla persona offesa A.A., nonche la progressione degli atti intimidatori nei

suoi confronti, testimoniano senza ombra di dubbio che le modalita di stampo mafioso

abbiano raggiunto il loro effetto e, pertanto, rendono del tutto evidente la ricorrenza

dell’aggravante. I mandanti di tale pretese estorsive sono stati i S.L.P. e S.L.P., che ne

hanno ricevuto la rendicontazione finale, come si evince dai reperti sequestrati ed

analizzati dagli inquirenti.

Capo d'imputazione n.8) :

Con riguardo a questo capo d'imputazione e' stato rilevante la deposizione resa da F. A.,

amministratore delegato della E. s.p.a., il quale ha ammesso di essere stato assoggettato al

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pagamento del pizzo in relazione all’avvio dei lavori di ristrutturazione della villa “Amari

Bonocore Maletto”. I mandanti di tale pretese estorsive sono stati i S.L.P. e S.L.P., che ne

hanno ricevuto la rendicontazione finale, come si evince dai reperti sequestrati ed

analizzati dagli inquirenti.

Capo d'imputazione n.9) :

La sussistenza della estorsione aggravata e continuata descritto al capo d'imputazione 9)

sono confermate dalle deposizioni di A. F., A. M. e A. G., gli elementi documentali e

l’apporto dichiarativo del collaboratore di giustizia F.B.. Le persone offese hanno riferito

di avere piena cognizione della identita di coloro che, nell’interesse della famiglia mafiosa

di Cinisi, lungo un arco temporale di notevole estensione, si sono succeduti nella materiale

riscossione del pizzo loro imposto quali soci e gestori delle strutture alberghiere Hotel

Azzolini di Villagrazia di Carini ed Hotel Azzolini Palm Beach di Terrasini.un reperto

documentale, inoltre, denominato D12, sequestrato ed analizzato dagli inquirenti, forniva

un importante riscontro.

Capo d'imputazione n.10)

La ricostruzione dei fatti criminosi delineata dal capo d'imputazione n.10 hanno ricevuto

un apporto fondamentale dalle dichiarazioni della persona offesa. Il sig. A.C. ha infatti

riferito di avere corrisposto in due soluzioni una somma del complessivo ammontare di

settemila euro, ad un uomo presentatosi con il nome Roberto che lo aveva reiteratamente

invitato, per conto di “amici” a “mettersi in regola con l’organizzazione mafiosa”.

A.C., inoltre, presa visione del fascicolo fotografico predisposto dalla Squadra Mobile, ha

riconosciuto con certezza V.P. quale autore delle richieste estorsive. Anche per la

posizione e il ruolo ricoperto da A.E. ha avuto una valenza centrale la positiva

ricognizione fotografica effettuata da A.C.. Tale persona offesa ha infatti riconosciuto A.E.,

titolare della bottega di fabbro presso la quale, aderendo alla precisa direttiva loro

impartita, S.C. e A.C. hanno incontrato il Di Maggio nella circostanza in cui – secondo la

piu dettagliata ricostruzione resa da A.C. – hanno provveduto a consegnare al predetto la

somma in contanti di tremilacinquecento euro. Le dichiarazioni dei C. coerentemente

hanno poi trovato puntuale riscontro nelle indicazioni accusatorie rese dal collaboratore

F.B., il quale ha confermato l’assoggettamento al pizzo dei C. in relazione a taluni “lavori

di consistente importo effettuati all’interno dell’aeroporto” ed ha indicato il soggetto cui i

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L.P. avevano conferito l’incarico di sollecitare il A.C. a “mettersi a posto” anche in

relazione ad altro lavoro in corso di esecuzione a Palermo nell’ambito territoriale di

pertinenza del mandamento di San Lorenzo. I L.P. risultano quindi mandanti delle pretese

estorsive.

Capo d'imputazione n.11):

La persona offesa della fattispecie delineata dal capo d'imputazione n.11), amministratore

unico della S. Costruzioni di L.S. e C. s.n.c., ha riferito in ordine alle reiterate imposizioni di

imprese subappaltanti e di corresponsione di somme di denaro da lui patite in Cinisi

nell’anno 2004 in relazione alla edificazione di una scuola. Quanto alle modalita con le

quali i summenzionati indagati hanno imposto imprese subappaltanti e preteso il

pagamento del pizzo, lo L.S. ha reso dichiarazioni puntuali in ordine al tenore delle pretese

avanzata da F.P..

Le acquisizioni certamente hanno integrato un quadro indiziario grave nei confronti degli

indagati P. F., A.E., e P.C. - oltre che di S.L.P. e S.L.P. - in ordine alla estorsione aggravata e

continuata in esame. Non e stato in alcun modo ipotizzabile l’estraneita ai fatti di A.E. e

P.C.: le modalita stesse della condotta, l’esistenza di un rapporto collaudato tra G.D.M. ed

A.E., l’appartenenza strutturale a Cosa nostra di P.C., hanno evidenziato la consapevole

piena adesione dei predetti imputati alle illecite imposizioni contrattuali realizzate in

pregiudizio dell’imprenditore L.S.. Analoga valutazione concerne L.D.M., autore di una

delle illecite imposizioni contenute nel capo d'imputazione in corso di analisi e, al

contempo, beneficiario, unitamente al figlio Di Maggio Giuseppe - che lo ha coadiuvato

nelle esecuzione dei lavori - della estorsione contrattuale ascrivibile a F.P..

Capo d'imputazione n.12):

In ordine al fatto delittuoso descritto nel capo d'imputazione n.12 sono state fondamentali

le deposizioni di C.C. e M.C., che oltre a confermare la sussistenza del tentativo di

estorsione aggravata al centro di questo capo d'imputazione, costituiscono valido

elemento di riscontro estrinseco alle dichiarazioni accusatorie rese da F.B. nei confronti

dell’indagato G.D.M.. Le dichiarazioni del Briguglio hanno coinvolto anche L.P. –

segnatamente indicato quale mandante della gravissima aggressione consumata nell’anno

2005 in danno di M.C..

Capo d'imputazione n.13):

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Il capo d'imputazione n.13 descrive una fattispecie la cui ideazione e realizzazione e fatta

risalire a i S.L.P. e S.L.P., grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Briguglio.

La polizia giudiziaria ha proceduto all'identificazione e all'escussione a sommarie

informazioni dei V. indicati dal collaboratore quali vittime della estorsione al centro del

tredicesimo capo d'imputazione. I predetti si identificavano in V. G. e V. G. padre e figlio,

gestori della “N. V. Srl.” con sede a Terrasini in piazza Scalo n. 1, i quali, sentiti a S.I.T.

dichiaravano di non aver mai subito richieste estorsive. Riferivano inoltre che anni

addietro avevano subito l’incendio di una barca di loro proprieta e che verosimilmente il

tutto era avvenuto per cause accidentali. Null’altro erano in grado di riferire.

Contrariamente a quanto dichiarato dai fratelli V., nella documentazione sequestrata ai

latitanti L.P. si rinvenivano due manoscritti all’interno dei quali sono state trovate

annotate cifre inequivocabilmente riferibili a pagamenti effettuati dalla loro impresa. Cio

ha chiarito la posizione dei L.P. come mandanti di queste pretese estorsive.

Capo d'imputazione n.14):

Il delitto descritto al quattordicesimo capo d'imputazione ha ricevuto un apporto

fondamentale dalle dichiarazioni della persona offesa, A.C.. A.C. ha riferito che in data

1.06.2007, verso le ore 11.00, si presentava nel suo cantiere un giovane a bordo di uno

scooter scuro, il quale gli diceva che doveva andare a mettersi a posto perche altrimenti di

li a mezzora gli operai sarebbero stati buttati fuori dal ponteggio. Il giovane sarebbe stato

successivamente riconosciuto dal A.C. in una foto apparsa sul giornale per tale G.C.. Gli

inquirenti hanno verificato come l'estorsione e il risultato di una precisa direttiva impartita

dall’interlocutore epistolare del L.P., identificato in N.S.. Un’importante contributo alla

attivita investigativa svolta dalla Sezione Criminalita Organizzata della Squadra Mobile di

Palermo e derivato dall’accertamento tecnico effettuato dalla polizia scientifica su un

nastro per macchina da scrivere sequestrato nel corso della cattura dei L.P.. Tali

accertamenti hanno consentito di rilevare quanto era stato scritto da S.L.P. con la macchina

da scrivere in suo possesso utilizzando il nastro analizzato. La trascrizione completa delle

lettere ivi impresse e stata poi sottoposta ad attenta lettura da parte degli investigatori e ha

consentito, con l’importante contributo delle evidenze probatorie gia raccolte, di accertare

la posizione di mandanti ricoperta da i L.P..

Capo d'imputazione n.15):

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La fattispecie descritta dal capo d'imputazione n.15 e basata su un quadro indiziario grave

ed univoco a carico di S.L.P. e S.L.P. per le attivita estorsive ai danni di P. Cio si e evinto

dalla documentazione sequestrata in occasione dell’arresto il 5 novembre 2007 dei L.P.,

dall’esame di alcuni reperti emersi dagli accertamenti tecnici effettuati su un nastro per

macchina da scrivere sequestrato nel corso della cattura dei L.P., nonche dalle precise

dichiarazioni di Francesco FRANZESE. Infatti i precisi riferimenti contenuti nella

documentazione sequestrata, decodificati dalle indicazioni di FRANZESE, hanno

consentito di individuare l’attivita economica menzionata ed il suo titolare e di confermare

il ruolo dei L.P. come mandanti.

Capo d'imputazione n.18)

Elementi fondanti la responsabilita di S.B. in ordine al fatto delittuoso descritto al capo

d'imputazione n.18 sono state le dichiarazioni accusatorie di M.C., titolare della impresa

edile S.F. Costruzioni, e le risultanze del servizio di intercettazione telefonica eseguito

nell’ambito del presente procedimento. M.C., mutando la posizione di reticenza

inizialmente assunta, in data 6 giugno 2009 si e determinato ad ammettere

l’assoggettamento al pizzo in relazione a taluni lavori in corso di esecuzione in via

Ammiraglio Cagni, in Palermo ed ha indicato in S.B. il soggetto che ebbe ad avanzare e

reiterare la richiesta di “soldi per le famiglie dei bisognosi” (manifestamente

rappresentativa della capillare attivita di imposizione del pizzo che cosa nostra realizza

sul territorio in pregiudizio delle iniziative economiche in esso intraprese) nonche il

soggetto al quale ebbe a corrispondere, a titolo di acconto, la somma di denaro inerente a

“quel discorso degli amici miei” .

Capo d'imputazione n.20)

La ricostruzione operata dall’organo inquirente della fattispecie delineata dal capo

d'imputazione n.20), ha individuato V.R., socio ed amministratore unico della A.V. s.r.l.,

quale persona offesa dei delitti di estorsione aggravata e tentata contestati, in concorso tra

loro, a S.L.P., S.L.P. e P.C.. Fondanti, nell’ambito della ricostruzione in argomento, sono

state ritenute le dichiarazioni rese dal citato R. e da S. F., quest’ultimo direttore tecnico del

cantiere edile sito in via Tommaso Natale in relazione al quale i fatti di estorsione sono

ipotizzati.

Capo d'imputazione n.21)

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La condotta caratterizzante la fattispecie di cui al capo d'imputazione n.21, e

complementare a quella oggetto del capo d'imputazione n.20. Come dichiarato da R. V. e

S. F., P.C.aveva richiesto un incontro per farsi portatore, da parte di terze persone non

meglio indicate, di una ulteriore richiesta nei confronti dell’impresa edile consistente nella

proposta di acquisto di uno degli appartamenti al risibile prezzo di ottantamila euro.

Sempre lo S. fa riferimento ad una serie di imposizioni effettuate da P.C. nella scelta delle

ditte cui subappaltare alcuni lavori e si rammarica del fatto che, nonostante tutto, il P.C.

continuasse ad insistere in ulteriori pretese, chiedendogli di potere acquistare un

appartamento per soli 80.000 Euro.

Capo d'imputazione n.22)

Il quadro indiziario grave ed univoco a carico di G.D.B. per l’estorsione ai danni

dell’imprenditore D.A., al centro del capo d'imputazione 22, si evince dalla

documentazione sequestrata in occasione dell’arresto il 5 novembre 2007 di S.L.P. e S.L.P.,

all’epoca capi indiscussi del mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo. Il predetto

documento e stato attribuito con certezza a S.L.P. come risulta dalle conclusioni della

relazione di consulenza tecnica di natura grafologica. L’appartenenza di G.D.B.alla

famiglia mafiosa di Borgetto ha comportato, altresi , la sussistenza della circostanza

aggravante di cui al 2 comma dell’art. 629 in relazione all’art. 628 3 comma nr°3 c.p.

Capo d'imputazione n. 23)

Il quadro indiziario grave ed univoco a carico di S.R. per l’estorsione ai danni del gestore

della discoteca G. di Palermo – al centro del capo di imputazione n.23 - si evince dalle

precise ed analitiche dichiarazioni della persona offesa M.B., socio accomandante della

societa “L.P. s.a.s. e gestore unitamente ai fratelli M. e D. del ristorante e discoteca

denominato “G.” sito a Palermo.

Ulteriori elementi di prova raccolti a carico del R.S. sono costituiti dalle dichiarazioni dei

collaboratori di giustizia e dalla attivita investigativa finalizzata alla cattura dei latitanti

S.L.P. e suo figlio S.L.P.. Sul suo conto sono infatti emersi gravi indizi circa la sua

compartecipazione all’organizzazione mafiosa e segnatamente alla cosca dei L.P.;

6. Contesto criminale e territoriale

Tutte le condotte criminose contestate nel presente procedimente ricadono nel

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Mandamento di Resuttana-San Lorenzo. Questo Mandamento costituisce storicamente ed

anche attualmente una delle articolazioni piu vaste e potenti dell’organizzazione criminale

Cosa Nostra. Le investigazioni miranti alla cattura dei noti latitanti Salvatore e S.L.P.

HANNO CONSENTITO L’individuazione e la delineazione del tessuto associativo di

Cosa Nostra che - oltre ad assicurare le condizioni ideali per il mantenimento dello stato di

latitanza dei due sunnominati mafiosi – ha consentito loro – sino al 5 novembre 2007, data

del loro arresto - di continuare a regnare incontrastati in questa parte della Sicilia; e hanno

permesso l’identificazione di molteplici soggetti a loro collegati o comunque vicini e

disponibili, oltre che, ovviamente, di accertare numerosi reati da loro commessi.

Il Mandamento di Resuttana-San Lorenzo costituisce un complesso sistema illecito, che

negli anni '80 aveva il suo centro nella famiglia mafiosa di San Lorenzo, retta materialmente

da B. S. (noto per essere stato l’“autista” del capomafia Riina Salvatore, e che insieme a

quest’ultimo era stato arrestato il 15.1.1993), che gestiva tutte le estorsioni che si

verificavano nel territorio della famiglia, o che, comunque - quando le estorsioni relative al

proprio territorio venissero esatte da altre famiglie - ne riceveva successivamente le somme.

All'inizio del mese di agosto del 1998 C. I., nato a Palermo il 15.8.1950, sottoposto ad

indagini per il reato di associazione mafiosa in quanto appartenente alla famiglia mafiosa

di Tommaso Natale, decideva di iniziare a collaborare con la giustizia, consentendo di

ricostruire, in primo luogo, l’organigramma della famiglia di Tommaso Natale, quella che

da quel momento storico in poi “fa mandamento” anche rispetto alle famiglie di San

Lorenzo, Partanna Mondello, Carini, Isola delle Femmine, essendo passato il timone di

questo mandamento (e non solo di questo territorio) saldamente nelle mani della famiglia

L.P., ed in particolare, di S.L.P. Giovanni (cl. 1942) e di S.L.P..

C. ha consentito in particolare - subito dopo l’inizio della sua collaborazione - di pervenire

alla cattura del pericoloso latitante TROIA Mariano Tullio (avvenuta il 15 settembre 1998),

consigliere della famiglia di San Lorenzo, nonche al ritrovamento di un vero e proprio

arsenale, costituito da diverse armi occultate da S.L.P. e L.P. Calogero (pure lui figlio di

S.L.P.) all’interno di un terreno nella disponibilita del medesimo C.

Inoltre, grazie alle dichiarazioni di C., e stato possibile far luce su una serie di importanti

vicende della storia dell’associazione mafiosa: l’ascesa e la successiva “caduta” di Vito

Vitale, in rappresentanza dei “corleonesi” di Toto Riina, in contrapposizione ai

“corleonesi” di Binnu Provenzano, il passaggio del mandamento di San Lorenzo proprio in

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quel periodo - per decisione dei suoi vertici, i L.P. - dalla parte di PROVENZANO

Bernardo, tanto che era stato avviato un progetto di eliminazione di Vitale prima della sua

cattura.

Inoltre, grazie a CRACOLICI e stato possibile ricostruire il ruolo ormai centrale in “Cosa

Nostra” di S.L.P. Giovanni, e l’ascesa anche del figlio S.L.P. (in assenza dell’altro figlio piu

grande, L.P. Calogero, gia reggente del mandamento prima del 1998, e sino al dicembre

2006 in carcere).

E' emerso con chiarezza, pertanto, la posizione di rilievo assunta dal mandamento di San

Lorenzo all’interno dell’organizzazione Cosa Nostra, in considerazione del ruolo apicale

svolto dal latitante S.L.P. Giovanni, divenuto ormai - dopo oltre venti anni di latitanza ed

anche in conseguenza dell’arresto di alcuni dei piu autorevoli uomini d’onore - il piu stretto

collaboratore del capomafia (da poco catturato) Provenzano Bernardo e comunque il piu

importante esponente mafioso operante sul territorio metropolitano di Palermo.

In particolare, nell’ambito delle complesse ed ininterrotte attivita di indagine volte alla

cattura dei L.P., gli inquirenti hanno potuto riscontrare come questi, entrambi latitanti (e,

nella specie, entrambi latitanti in relazione ad alcune sentenze defintive per omicidio)

abbiano governato ancora con mano di ferro il territorio del mandamento di San Lorenzo-

Tommaso Natale.

S.L.P. si occupava della gestione materiale di alcune famiglie, come Tommaso Natale (che

e la famiglia cui appartengono sia lui, che suo padre Toto L.P., che suo fratello Calogero

L.P.), ma anche del territorio dello Zen (che non costituisce autonoma famiglia, ma e da

sempre roccaforte di S.L.P., e suo “serbatoio” per il reclutamento di nuova manovalanza

mafiosa), e della limitrofa famiglia di Partanna Mondello, che dall’uccisione di Saro

RICCOBONO ha sempre vissuto tra reggenze “interne” alla famiglia e “coreggenze” con

uomini d’onore di altre famiglie, tra cui, principalmente, proprio la famiglia di Tommaso

Natale (si pensi, ad esempio, alla reggenza di GRAZIANO Salvatore negli anni ’90).

L’avvenuto arresto, e le indagini compiute proprio per pervenire a questo, hanno

permesso, comunque, di documentare l’attualita di una cerchia di uomini d’onore, vicini a

S.L.P., ed in contatto anche con Toto L.P.. In particolare, FRANZESE e stato il principale

referente dei due L.P. sul territorio di Partanna Mondello. Ed attorno a lui ruotavano una

serie di persone che, oltre a gestirne la latitanza, si occupavano anche di gestire

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materialmente il territorio dal punto di vista mafioso (e cio sia per le continue attivita

estortive, sia per la pianificazione di episodi di danneggiamento ed anche omicidiari, oltre

che di delitti contro il patrimonio, in materia di stupefacenti e di armi). Tutto cio e stato

posto in essere rispondendo a logiche, forme e modalita di comportamento che connotano

chiaramente l’associazione come certamente di tipo mafioso, appartenente all’associazione

criminale “Cosa Nostra”.

La cattura dei L.P. e la costante azione degli inquirenti hanno sostanzialmente disarticolato

l'organizzazione di vertice del Mandamento di Resuttana-San Lorenzo. Tuttavia, cosi

come affermano importanti collaboratori di giustizia affiliati al Clan dei L.P. e operanti nel

medesimo territorio, ( tra cui PASTA Manuel e GIORDANO Salvatore) e in atto una

riorganizzazione del sodalizio criminale dedito, oggi piu che mai, alla riaffermazione del

proprio dominio sul territorio attraverso una sistematica imposizione del pizzo a danno

degli operatori economici che insistono su quest'area della citta .

7. Costituzioni di parte civile

M.B. : La persona offesa, M.B., ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nei

confronti di: S.R., nato a Palermo il 30/10/67 (in concorso con persona non identificata);

Alla base della motivazione della costituzione vi e un diretto ed evidente nesso di causalita

fra il reato contestato all’ imputato e la lesione di diritti soggettivi di rango primario del

Sig. M.B., per il quale ha chiesto la condanna al risarcimento dei danni non patrimoniali ex

art. 2059 c.c., sub specie di danni morali, esistenziali e biologici cagionatigli.

In quanto socio accomandante della societa L.P. s.a.s. nonche gestore, unitamente ai fratelli

Massimo e Daniele, del ristorante - discoteca denominato G., il sig. M.B. ha ricevuto

diverse richieste estorsive : ha deciso di denunciare e collaborare immediatamente con le

forze dell'ordine, grazie anche al sostegno offerto dalle associazioni antiracket.

S.C., nato a Trapani il 22.01.67 :La persona offesa, S.C. ha avanzato richiesta di costituzione

di parte civile nei confronti di: 1.G.D.M. nato a Cinisi il 29.03.1961 2. S.V. nato a Cinisi il

24.03.1975. Alla base della motivazione della costituzione vi e un diretto ed evidente nesso

di causalita fra il reato contestato agli imputati e la lesione di diritti soggettivi di rango

primario del Sig. S.C.. Il sig. C. ha infatti subito, insieme a suo padre, il sig. A.C., per tutto

l'arco di tempo dal 2001 al 2006, l'intimidazione, l'arroganza e la violenza della cultura

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mafiosa di Cosa Nostra. Nel corso del 2001, all’interno dell’aeroporto di Palermo, durante

l’esecuzione di alcuni importanti lavori edili, veniva fatta richiesta da esponenti di Cosa

Nostra palermitana al sig. S.C., di una somma di denaro a titolo di pizzo per “mettere a posto

la propria azienda”. Successivi atti di intimidazione hanno portato la parte offesa a pagare

due tranches, rispettivamente di euro 3000 ed euro 4000.

Nel 2006, le pretese estortive riguardavano dei lavori realizzati in Palermo presso la

caserma militare Beghelli (appalto aggiudicato alla ditta intestata a S.C. Nicolo , zio di

S.C.)e dei lavori di manutenzione straordinaria di un tratto stradale affidati alla S.S..r.l.

Anche in questo caso, il sig. S.C. ha pagato. Per questo motivo i danni lamentati sono di

natura sia patrimoniale che non patrimoniale.

A.C., nato a Valderice (TP) il 04.07.39

La persona offesa, A.C. ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti

di: 1. G.D.M. nato a Cinisi il 29.03.1961 2. S.V. nato a Cinisi il 24.03.1975 Alla base della

motivazione della costituzione vi e un diretto ed evidente nesso di causalita fra il reato

contestato agli imputati e la lesione di diritti soggettivdi rango primario del Sig. S.C. che

hanno comportato danni patrimoniali e non patrimoniali ex art. 2059 c.c., sub specie di

danni morali, esistenziali e biologici.

Insieme al figlio, il sig S.C., e stato sottoposto, dal 2001 al 2006, all'intimidazione,

all'arroganza e alla violenza della cultura mafiosa di Cosa Nostra. Infatti, i fatti che hanno

comportato la lesione di diritti soggettivi sono i medesimi descritti poc'anzi. In ordine alle

legittimazione formale, il sig. S.C. era cointeressato nella gestione di imprese edili ed in

particolare della S.S. s.r.l.

C.C.

La persona offesa, C.C. ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti di:

1) G.D.M., nato a Cinisi il 29.03.1961;

La parte offesa e stata soggetto a numerosi atti di intimidazione riferibili a richieste

estorsive avanzate da parte dell'organizzazione criminale Cosa Nostra, che hanno

comportato allo stesso danni di natura sia patrimoniale che non patrimoniale, nella specie

danni morali, esistenziali e biologici.

Nel 2000, a seguito del rifiuto di pagare il pizzo nonostante le reiterate richieste, il sig. C. e

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stato vittima di un danneggiamento al suo rimessaggio, poiche subiva l’incendio di una

barca posizionata all’interno dello stesso. Successivamente nel 2005, alcuni soggetti di

Palermo, muniti di mazze da baseball si erano recati a pestare il suddetto C. , ma

incorrendo in errore avevano malmenato il fratello Massimiliano, di simile corporatura,

cagionandogli lesioni in varie parti del corpo. In seguito a tale episodio quasi tutti i clienti

del paese avevano trasferito le loro barche altrove.

Con riferimento alla legittimazione formale e il sig. C. e titolare del “C.N.R.V.”, gestito

insieme al fratello M..

M.C.

La persona offesa, M.C. ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti

di: 1) G.D.M., nato a Cinisi il 29.03.1961;

Alla base della motivazione della costituzione vi e un diretto ed evidente nesso di causalita

fra il reato contestato agli imputati e la lesione di diritti soggettivi di rango primario del

sig. M.C., il quale ha vissuto, insieme al fratello, il sig. C.C., in un contesto caraterizzato

dall'intimidazione e violenza mafiosa. In particolare, il sig. M.C. rimaneva vittima di un

pestaggio il cui destinatario avrebbe dovuto essere il summenzionato fratello, che si era

rifiutato di pagare il pizzo, nonostante le reiterate richieste. Per questo motivo, oltre al

fatto di essere co-gestore insieme al fratello del “C.N.R.V.”, il sig.M.C. si costituisce per il

risarcimento dei danni non patrimoniali ex art. 2059 c.c., sub specie di danni morali,

esistenziali e biologici cagionatigli.

A.C., nato a Palermo il 14.06.1946

La persona offesa, A.C. ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti

di: 1.G.C. (classe ’41), nato a Palermo l’1.01.1941; 2.G.L.V., nato a Palermo il 13.12.1957;

Alla base della motivazione della costituzione vi e un diretto ed evidente nesso di causalita

fra il reato contestato agli imputati G.C. e G.L.V. e la lesione di diritti soggettivi di rango

primario subiti dal Sig. A.C., concretizzatasi in danni non patrimoniali ex art. 2059 c.c., sub

specie di danni morali, esistenziali e biologici. Il Sig. A.C., infatti, in qualita di

amministratore unico della societa EDIL.CO s.r.l. , impresa che si occupa della

realizzazione di costruzioni edili civili, industriali e stradali, incluse le assunzioni di

appalti per conto di enti pubblici e privati, era soggetto a diverse richieste estorsive e

intimidazioni tra il 2005 e il 2007.

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L.S.

La persona offesa, L.S., ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti di:

1) G.D.M., nato a Cinisi il 29.03.1961; 2) F.P., nato a Torretta il 3.05.1966;

Ripetute imposizioni di imprese subappaltanti e corresponsioni di somme di denaro a

titolo di pizzo nel corso dei lavori per l’edificazione di una scuola materna hanno

comportato la lesione di diritti soggettivi di rango primario del sig. L.S.. Invero, durante i

suddetti lavori per la costruzione di una scuola materna, il sig. L.S., in quanto

amministratore unico della societa vincitrice dell'appalto per un importo di un milione e

trecentomila euro, S. Costruzioni di L.S. e C. Snc, veniva sottoposto ad estorsione, accertata

grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Briguglio, ai riscontri

forniti dal vasto carteggio sequestrato ai noti latitantiS.L.P. e S.L.P. e alle dichiarazioni rese

in sede di sommarie informazioni dallo stesso imprenditore. Per questo motivo la parte

offesa chiede la condanna al risarcimento dei danni patrimoniali ex art. 2043 c.c. e non

patrimoniali ex art. 2059 c.c., sub specie di danni morali, esistenziali e biologici.

L’Associazione Onlus “COMITATO ADDIOPIZZO” con sede in Palermo, via Lincoln n.

131

Un pregiudizio immediato e diretto in conseguenza dei reati oggetto del presente giudizio.

Cio non solo perche sono stati lesi i suoi scopi istituzionali, ma anche e soprattutto in

ragione della concreta e peculiare attivita di lotta al sistema mafioso che l'associazione

costituita ha promosso e continua a promuovere nel territorio in cui le condotte criminose

si sono realizzate. Il Comitato Addiopizzo, infatti, non solo pone i beni giuridici tutelati

dalle fattispecie incriminatrici di cui all’art 416 bis e 629 c.p. come beni fondanti il sodalizio

stesso; la decisione di partecipare a questo giudizio come persona direttamente

danneggiata, rappresenta altresi un tassello nel percorso di auto-liberazione e di conquista

della dignita di un intero popolo.

Con riferimento alla legittimazione formale, i l Comitato ha chiarito di essere

un’associazione non riconosciuta (artt. 36 e ss. C.C.), che ha assunto tra gli scopi statutari

quello di “promuovere una cultura della legalita , della solidarieta e dell’ambiente, basata sui

principi della Costituzione, in opposizione al fenomeno delle organizzazioni criminali di stampo

mafioso e al pizzo in particolare”, di “promuovere l’elaborazione di strategie di lotta non violenta

contro il dominio mafioso del territorio e di resistere alle infiltrazioni di tipo mafioso” e “tutelare il

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diritto alla legalita ed al libero esercizio dell’attivita d’impresa, senza pressione malavitose, e di

garantire gli interessi e le prerogative dei consumatori e degli operatori economici che si oppongono

pubblicamente al racket delle estorsioni” (art. 2 punto 2 dello statuto ). E' cosi legittimato lo

scopo di far conseguire il risarcimento dei danni non patrimoniali cagionati

all’Associazione in dipendenza dei reati contestati agli imputati.

Con riguardo invece alla legittimazione sostanziale il procedimento penale in questione ha

ricevuto un concreto contributo investigativo da parte di alcune delle odierne persone

offese, tra cui il Sig. C.C., il Sig. M.C., il Sig. M.B., il Sig. A.C., il Sig. S.C., il Sig. A.C. e il Sig.

L.S., che hanno contattato gli esponenti dell’Associazione Addiopizzo e, grazie al sostegno

e supporto da questa offerta, hanno scelto di denunciare e fare luce sui gravi fatti di

estorsione (tentata o consumata) subiti. Il fatto che l'associazione abbia fornito massima

assistenza all'estorto, accompagnandolo nelle fasi piu critiche delle indagini, conferma la

serieta , la continuita e l'efficacia con cui, da otto anni, il Comitato Addiopizzo, agisce nel

territorio palermitano attraverso un capillare contrasto alle molteplici modalita con le

quali puo manifestarsi il fenomeno mafioso ed estorsivo. L'associazione, creata e

sostentata da imprenditori e volontari cittadini ha in questi anni contribuito a dar vita ad

una vera e propria rivoluzione culturale partendo dalla citta di Palermo.

L’Associazione Libero Futuro – Associazione Antiracket Libero Grassi - con sede in

Palermo, via Alcide De Gasperi n. 53.

La lesione di un diritto soggettivo relativo ad una situazione storicamente circostanziata -

in sintesi l’interesse alla legalita ed al libero esercizio dell’attivita d’impresa, senza

pressioni malavitose - assunto dall'Associazione nello Statuto a ragione della propria

esistenza ed azione.

Con riguardo alla legittimazione formale, l'immedesimazione fra il sodalizio e l’interesse

perseguito ha definito tale diritto assoluto ed essenziale dell'associazione. Infatti,

l’Associazione Antiracket Libero Futuro , costituita fra 52 commercianti, imprenditori ed

artigiani di Palermo, ha assunto tra gli scopi statutari quello di “difendere e tutelare i propri

associati ed i colleghi della citta di Palermo dal racket delle estorsioni, dall’usura e da ogni altra

forma di illegalita ”, di “prestare assistenza e solidarieta agli associati ed ai colleghi della citta di

Palermo danneggiati da attivita estortive o usuraie” e di “costituirsi parti civili nei procedimenti

penali per i reati di organizzazione criminale di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.), di estorsione

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(art.629 c.p.) e di usura (art.644 e s. c.p.)” (art. 2 sub a, b, e dello statuto). Tuttavia, non e

sufficiente che un’associazione ponga l’interesse che la norma penale intende tutelare

come scopo statutario del sodalizio. E’ necessario, altresi , che vi sia un interesse specifico

dell’ente e territorialmente localizzato, al fine di poter prospettare che la lesione dello

stesso abbia dato vita a un danno effettivo, immediato, diretto e risarcibile.

Invero, in ordine alla legittimazione sostanziale, il procedimento penale in questione ha

ricevuto un concreto contributo investigativo da parte di alcune delle odierne persone

offese, tra cui il Sig. C.C., il Sig. M.C., il Sig. M.B., il Sig. A.C., il Sig. S.C., il Sig. A.C. e il Sig.

L.S., che hanno contattato gli esponenti dell’Associazione Libero Futuro e, grazie al

sostegno e supporto da questa offerta, hanno scelto di denunciare e fare luce sui gravi fatti

di estorsione (tentata o consumata) subiti. Cio dimostra come l’Associazione Libero Futuro

esplica la sua azione nel territorio della citta di Palermo, esercitando la propria attivita a

sostegno delle vittime del racket delle estorsioni che operano in settori produttivi: negli

ultimi 4 anni, ha infatti prestato assistenza umana, legale e psicologica gratuita a circa 300

imprenditori; in particolare, il radicamento nel territorio cittadino della suddetta

associazione appare molto forte per due diversi ordini di ragioni: in primo luogo, Libero

Futuro e stata costituita fra (i pochi) imprenditori palermitani che in questi ultimi anni si

sono opposti al fenomeno del racket delle estorsioni e dell’usura per offrire loro

un’adeguata struttura di tutela ed assistenza; in secondo luogo, l’Associazione ha posto in

essere molteplici iniziative, che spaziano da azioni di volantinaggio e sensibilizzazione

rivolte ad operatori economici di diverse zone della citta , all’offerta gratuita di supporto

agli imprenditori che maturino la convinzione di ribellarsi ai fenomeni estortivi,

all’apertura di una sede nel centro di Palermo, alla diffusione di un numero telefonico

attivo 24 su 24 per le urgenze, attivita che hanno permesso in poco piu di quattro anni di

raccogliere, seguire e supportare le denunce e le collaborazioni di oltre 100 commercianti

palermitani.

F.A.I – Federazione delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane, con sede in

Napoli, Corso Umberto I n.22

La partecipazione al presente giudizio, come persona direttamente danneggiata, deriva

dall’autorita e dal ruolo che la F.A.I – ormai radicata nel territorio di Palermo e provincia

da diverso tempo – ha assunto in questi anni nella lotta all’usura ed al racket delle

estorsioni fra i commercianti, nelle strade e con le Istituzioni. La F.A.I. e un’associazione

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non riconosciuta (artt. 36 e ss. C.C.) costituita fra 69 associazioni “Antiracket e Antiusura” di

commercianti, imprenditori ed artigiani che ha assunto tra gli scopi statutari quello di

“promuovere le piu efficaci iniziative per il contrasto al racket dell’estorsione e all’usura”, “la

costituzione di parte civile nei procedimenti penali” e di “prestare assistenza e solidarieta a soggetti

che svolgono attivita economica vittime di richieste estorsive e di usura” (art. 3 sub c, d ed e dello

statuto). Fine prioritario della F.A.I. e dunque quello di tutelare il diritto al libero esercizio

dell’iniziativa economica privata, garantito dall’art. 41 della Costituzione e da numerose

altre disposizioni legislative. Tale fine, concretizzandosi in diritto soggettivo

dell'associazione, e suscettibile di lesione e di conseguente risarcimento.

In particolare, con riferimento alla legittimazione formale, e sempre individuabile una

lesione del diritto di personalita dell'associazione ogni qual volta essa abbia indicato nel

proprio statuto un tale interesse quale ragione stessa della propria esistenza, tanto da

potersi avere quell’immedesimazione fra sodalizio ed interesse perseguito. Cio comporta

la nascita di un danno morale idoneo a legittimare la partecipazione al giudizio penale.

Inoltre, e’ necessario che vi sia un interesse specifico dell’ente e territorialmente

localizzato, al fine di poter prospettare che la lesione dello stesso abbia dato vita a un

danno effettivo, immediato, diretto e risarcibile.

In ordine, quindi, alla legittimazione sostanziale, e di assoluta rilevanza sottolineare che

nel giudizio de quo, la F.A.I. ha assistito molti imprenditori e commercianti coinvolti come

persone offese, agevolando una collaborazione piena ed effettiva con le forze inquirenti

impegnate nelle indagini. L'Associazione si e schierata in prima linea contro Cosa Nostra

palermitana e contro la sotto-cultura da essa rappresentata, e ha cosi subito un rilevante

danno a causa delle condotte delittuose degli imputati.

8. Conclusioni del P.M. e delle parti civili

9. Decisione del procedimento

10. Problematiche di diritto emerse nel procedimento

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia a fondamento dei provvedimenti restrittivi

in carcere nella fase cautelare : Una delle prove cardine a fondamento dell'impostazione

accusatoria nei confronti degli imputati del presente procedimento e rappresentata dalle

dichiarazioni di molteplici collaboratori di giustizia. Come e noto, gia nel corso delle

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indagini preliminari, per potere fondatamente richiedere l'adozione di provvedimenti

restrittivi, le emergenze investigative frutto delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia

o comunque di chiamanti in correita , vanno vagliate sotto il duplice profilo

dell'attendibilita soggettiva - oggettiva dei collaboranti.

Nell'ipotesi in cui - come nel caso di specie - gli indizi siano costituti anche da

dichiarazioni accusatorie di correi, non puo pertanto prescindersi dall'esaminare la

credibilita soggettiva dei dichiaranti, da valutare secondo i noti canoni della spontaneita ,

costanza, coerenza, precisione del racconto, mancanza di interesse diretto all'accusa,

assenza di contrasto con altre acquisizioni, mancanza di contraddizioni (eclatanti o

difficilmente superabili). Quanto al profilo dell'attendibilita oggettiva della chiamata,

trova applicazione l'art. 192 c.p.p. alla stregua del quale deve valutarsi la sussistenza di

riscontri oggettivi tali da fare assumere alla chiamata il valore sostanziale di prova del

fatto addebitato. Il legislatore non ha predeterminato le fonti o gli elementi probatori

utilizzabili a tale scopo. Dunque, escluso che il riscontro di carattere oggettivo debba

essere costituito da elementi che gia in se forniscano la prova autonoma del fatto (poiche

altrimenti si verrebbe a negare “in radice” il valore probatorio di tali dichiarazioni, le quali

invece sono strutturalmente assimilabili alla prova rappresentativa diretta), questo puo

consistere in fatti obiettivi ed elementi indiziari di qualsivoglia tipo e natura, purche essi,

complessivamente considerati e valutati, risultino idonei ad avvalorare l'attendibilita

dell’ipotesi accusatoria.

In proposito, la costante giurisprudenza della Suprema Corte ha riconosciuto che i

riscontri estrinseci ben possono essere costituiti da altre dichiarazioni di imputati in

procedimenti connessi (c.d. dichiarazioni incrociate) « ... sempreche il Giudice abbia

proceduto alla valutazione della loro credibilita intrinseca e controllato che siano state

rese in modo indipendente, cosi da escludere che siano frutto di una concertazione o

traggano origine da una stessa fonte di informazione ... » (Cass., Sez. I, 11 giugno 1992, n°

6927).

A queste condizioni, « ... nella valutazione unitaria degli elementi di prova, una pluralita

di dichiarazioni di coimputati, tutte coincidenti in ordine alla commissione del fatto

oggetto dell'imputazione, legittima l'affermazione di responsabilita ... » (Cass., Sez. II, 24

luglio 1991, n° 7767).

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Nella sentenza del 21 aprile 1995 (imp. Costantino), le Sezioni Unite hanno avuto modo di

chiarire che i riscontri estrinseci, in materia cautelare, sono volti ad « ... assicurare alla

chiamata un elevato grado di affidabilita , cosi da superare l'alone di sospetto connaturato nella sua

provenienza ... ». A tale scopo e sufficiente « ... una conferma ab extrinseco della credibilita della

chiamata, considerata nel suo complesso, attraverso una serie di riscontri che per numero,

precisione e coerenza siano idonei a confermare quantomeno le modalita obiettive del fatto descritte

dal chiamante, in modo da allontanare, a livello indiziario, il sospetto che costui possa aver mentito.

Ne consegue che non e invece indispensabile che i riscontri riguardino in modo specifico la

posizione soggettiva del chiamato, poiche l'assenza di questo ulteriore requisito - nell'ipotesi in cui

non risultino elementi contrari al coinvolgimento di costui - non esclude di per se anche per la

naturale incompletezza delle indagini, l'attendibilita complessiva della chiamata, una volta che la

stessa sia stata accertata sia sotto il profilo intrinseco, sia - nei termini anzidetti - sotto quello

estrinseco ... ».

Con riferimento al procedimento in esame, i criteri di valutazione della prova hanno

pienamente recepito le indicazioni offerte dalla Corte di Cassazione.

In particolar modo essi possono essere cosi ricostruiti:

A) riscontri oggettivi e reali, emersi dalle indagini di P.g. relative all’episodio criminoso, in

riferimento alla verita del fatto storico esaminato ed alla sua corrispondenza con le

dichiarazioni dei collaboratori, per dedurne una prima conferma oggettiva della loro

attendibilita .

B) la capacita dei riscontri sub A) di rivelare ex se collegamenti del fatto con il soggetto

indagato;

C) la valenza probatoria delle “chiamate plurime o convergenti” (c.d. dichiarazioni

incrociate), nella misura in cui determinano quella “convergenza del molteplice” che

assurge a dignita di prova piena, addirittura idonee a sorreggere una pronuncia di

condanna.

D) la particolare valenza probatoria, come riscontro ex se di natura privilegiata, del

personale coinvolgimento del dichiarante nel medesimo fatto narrato, in qualita di

protagonista, specie in relazione ad episodi criminosi altrimenti destinati a restare

impuniti;

E) la speciale rilevanza che il riscontro privilegiato sub D) assume nel presente

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procedimento, nel quale una delle fonti di prova e data dalle dichiarazioni dei

sunnominati collaboranti, che hanno partecipato alla vita dell’organizzazione criminale

mafiosa e riferito i fatti ad essa attinenti. Ed a proposito di tutti i collaboratori sopra

indicati, essi hanno reso confessioni piene e senza riserve sulle proprie personali

responsabilita per gravissimi delitti, esponendosi alle relative conseguenze e dimostrando,

gia sotto questo profilo, un elevato grado di attendibilita ; tanto piu che, con la loro piena

confessione, hanno rivelato anche delitti dei quali non erano mai stati prima sospettati,

consentendo quindi l’accertamento della verita su fatti altrimenti destinati alla assoluta

impunita ;

F) la frazionabilita della chiamata di correo, nel senso della limitazione della conferma (o

della smentita) probatoria alle sole parti coinvolte senza estensione alle altre.

Presupposti per la liquidazione del danno in sede di giudizio penale ai sensi dell'art. 538

c.p.p.

Stante la natura del danno subito dagli enti costituiti parte civile nel procedimento in

esame, con riferimento ai beni oggetto di lesioni non patrimoniali, ovvero beni di natura

prettamente immateriale, e stata richiesta in sede di conclusioni la piena applicabilita del

disposto di cui all'’art. 538, comma 2, c.p.p. e dunque la liquidazione del danno nel

medesimo giudizio penale.

Tale richiesta muove dall'assunto che, sul piano della prova dell’esistenza ma anche della

quantificazione del danno subito dalla parte civile, liquidabile esclusivamente in via

equitativa, si puo e si deve fare riferimento alle medesime prove che sono poste a base del

giudizio di penale responsabilita dell’imputato.

Secondo tale impostazione, infatti, sarebbe superfluo lo svolgimento di un processo civile

ai fini dell’effettiva determinazione del quantum da risarcire, dal momento che l’entita

della lesione subita dai beni da risarcire non e suscettibile di prova con elementi

documentali e/o con accertamenti peritali idonei a comprovare il danno di natura non

patrimoniale.

Ecco perche , onde evitare un gravoso quanto dispendioso esercizio di ulteriore attivita

giudiziaria, la difesa di parte civile si e affidata al Tribunale affinche il danno a beni

immateriali, procurato dalle condotte delittuose degli imputati, veninsse liquidato gia in

sede penale, esistendo, con riguardo alla natura dei beni lesi, in modo evidente ed

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oggettivamente apprezzabile quella situazione di partenza (“se il danno non puo essere

provato nel suo preciso ammontare”) necessaria e sufficiente, ai sensi dell’art. 1226 c.c., per

giustificare una valutazione equitativa del danno.

Tale assunto tra l'altro e stato confermato dal G.U.P. di Palermo nella sentenza del

processo “addio pizzo” n. 38/08 rgnr dda ad avviso del quale: ”Venendo alla quantificazione

di questi danni derivanti sia dai comportamenti omertosi dei commercianti ed imprenditori, sia dai

citati reati ex art. 416 bis c.p. o comunque aggravati ai sensi del citato art. 7 D.L. 203/91, si dispone

di tutti gli elementi per una completa liquidazione in via equitativa senza la necessita di dover

rimettere le parti davanti al giudice civile il quale, in definitiva, non potrebbe integrare in alcun

modo il materiale istruttorio ai fini del risarcimento.

Sicche , al fine di evitare un’inutile duplicazione di giudizi ed un altrettanto superfluo allungamento

dei tempi giudiziari, vanno qui quantificati i danni nella loro intera portata. Nel computo della

somma da liquidare a ciascun ente o associazione, in mancanza di indici matematici di riferimento

cui agganciare la decisione, si deve ricorrere ad un metro necessariamente equitativo che tenga

conto, quanto piu possibile, del grado di svilimento e di umiliazione che i rispettivi scopi statutari,

di legalita , liberta e correttezza nella concorrenza imprenditoriale e commerciale, hanno subito, il

tutto legato, evidentemente, alle condotte delittuose emerse a seguito del giudizio". La ratio di tale

statuizione si basa dunque sulla natura immateriale dei beni ingiustamente offesi che suggerisce

come strumento esclusivo per la quantificazione del danno la liquidazione in via equitativa dello

stesso. Cio in coerenza con l’indirizzo ermeneutico costante, secondo cui oltre alla possibilita di

configurare la risarcibilita del danno non patrimoniale anche nei confronti della persona giuridica

ed in genere dell’ente collettivo, qualora sia lesa una situazione giuridica di questi ultimi che

equivalga ai diritti fondamentali della persona umana garantiti dalla Costituzione, va riconosciuta

anche la possibilita di liquidare il suddetto danno in via equitativa, qualora risulti impossibile

determinarne l’entita con precisione o, in relazione alla peculiarita del caso concreto, risulti

difficoltosa la precisa quantificazione di esso.

11. Rilievo mediatico

Nessuno

12. Procedure civili attivate

Al momento, nessuna.

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Valy
Nota
Di Piazza Francesco Paolo 1962 Cusimano Anello 1976 Cusimano Nicolò 1980 D'Anna Salvatore 1960 Corrao Giovanni 1965 Biondo Mario 1966 Ciaramitaro Domenico 1974 Cinà Pietro 1964 (elettricista CALLIOPE) Acquisto Michele 1953 EDIL RESTAURI S.a.s. Bruno Pietro 46 Puglisi Francesco 66 “ESTORSIONE LAVORI SCUOLA MATERNA CINISI” Di Bella Giuseppe 1958 Di Maggio Lorenzo 1951 “ESTORSIONE LAVORI SCUOLA MATERNA CINISI” Darrica Fabio 1977 Enea Giuseppe 1973 Evola Alberto 1962(fabbro) “ESTORSIONE LAVORI SCUOLA MATERNA CINISI” Liga Salvatore di Gioacchino 1964 Lo Cascio Isidoro 1946 Lo Cascio Giuseppe di Isidoro 1970 Lo Piccolo salvatore 1942 Lo Piccolo Sandro 1975 Lo Piccolo Filippo di calogero 1974 Messina Giuseppe di Salvatore 1978 Nicoletti Giuseppe 1965 Palazzolo Vito Mario di Giacomo 1976 Randazzo Salvatore di Antonino 1967 Serio Nunzio 1977 Spina Guido 1965 Tognetti Felisiano 1971