2
art 08-GEN-2017 da pag. 42 Settimanale Direttore: Tommaso Cerno nazionale Lettori Audipress 09/2016: 302.020 ESPRESSO 16 Forziere svizzero II vero patrimonio offshore degli Aleotti. I conti esteri del fratello di Verdini. II tesoro def deputato Genovese. Ecco la lista dei nomi eccellenti def sistema Credit Suisse Tra i ricchi clienti della banca anche persone insospettabili. Come la pensionata milanese che ha chiesto di condonare 66 milioni di euro di Paolo Biondani NA CAROVANA di fur- g o ni blindati con un'enorme quantita di banconote, 700 milioni di franchi svizzeri, in viaggio tra Lugano e Vaduz. E altri 600 milioni di euro nascosti con un contratto in codice tra la Confederazione elvetica e le Bermu- da. Sembrano scene da film, ma sono le basi economiche del piu grande bottino scoperto in Italia con anni di indagini fiscali: il tesoro esentasse di una potente famiglia di industriali farmaceutici di Firenze. Che ora svet- ta in cima alla lista dei presunti eva- sori del «Sistema Credit Suisse». In compagnia di molti altri clienti ita- liani, a cui la banca prometteva l'a- nonimato. Imprenditori, manager, banchieri. Ma anche intestatari di fortune misteriose. E personaggi le- gati alla politica. Come un parlamen- tare siciliano e il fratello (e partner d'affari) di un senatore toscano da anni al centro degli equilibri del po- tere nazionale. 11 colosso di Zurigo e la prima banca accusata dalla procura di Mi- lano di aver aiutato migliaia di italia- ni a nascondere all'estero fiumi di denaro, alimentati dall'evasione fi- scale e da altri possibili reati. Le prove raccolte, tra cui spiccano le istruzioni ai funzionari interni per tenere segreti i clienti italiani (rivela- te dall'Espresso nel febbraio 2016 nell'articolo "Manuale del perfetto evasore"), hanno convinto Credit Suisse a chiedere il patteggiamento per il reato di riciclaggio. La banca elvetica ha accettato di versare 101 milioni all' Agenzia delle Entrate e altri 8 milioni e mezzo di sanzioni. Chiusa l'inchiesta sulla banca, ora il fisco comincia a presentare il conto ai clienti identificati dopo i primi due anni di indagini. 11 nucleo di Milano della Guardia di Finanza aveva acquisito, con una perquisizione del dicembre 2014, i codici di oltre 13 mila soggetti (per- sone o societal che, grazie all'inter- posizione dell'istituto, hanno porta- to all'estero somme enormi: circa 14 miliardi. Gran parte dei file pero sono criptati, mentre i soldi sono mescola- ti in conti anonimi, che fanno mera- mente da contenitore. Finora I' Agen- zia delle Entrate ha identificato circa tremila italiani. Meta hanno gia ap- profittato dello scudo del 2009-2010 o della voluntary disclosure del 2015. Gli altri 1.500 non hanno mai chiesto sanatorie e ora rischiano sanzioni pesanti. Quasi tutti risultano titolari di apparenti contratti assicurativi, studiati per garantire l'anonimato (e quindi ribattezzati polizze-mantello) e nascondere i soldi alle Bermuda. I clienti italiani di Credit Suisse sono a conoscenza del fatto che il fi- sco indaga su di lorn. Alcuni hanno addirittura fatto causa in Svizzera per violazione del segreto bancario. In attesa dei processi, bisogna presu- mere che siano tutti innocenti e pos- sano giustificare i capitali esteri. L'u- nica certezza per ora e che il fisco ) li accusa di aver evaso una mon- tagna di tasse. Ecco i primi casi ac- certati da oltre dieci milioni. IL FORZIERE DEi TOSCANI Ettore Verdini, 68 anni, e accusato di aver nascosto all'estero piii di 13 milioni di euro. L'imprenditore e consulente toscano ha un fratello molto in vista: il senatore Denis Ver- dini, ex capo dei parlamentari berlu- sconiani, poi diventato leader di Ala, ii gruppo di centro-destra che ha sostenuto i governi Monti; Letta e Renzi. Gli inquirenti stanno approfon- dendo ii caso per verificare se si trat- ti solo di red di ti personali non dichia- ra ti. Ettore Verdini e azionista di al- cune sociera che non na vigano nell' o- ro: ha un quinto delle azioni ed e amministratore della Watertech, una fabbrica di contatori che nel 2015 gli ha garantito una quota di utili per circa 200 mila euro; inoltre e conti- tolare di tre immobiliari e di una holding che hanno dichiarato perdite complessive per circa due milioni. Ettore Verdini e stato anche con- trollore dei conti (in gergo, sindaco) di una ventina di aziende, soprattut- to edilizie. E ha lavorato spesso al fianco del fratello minore Denis, con cui ha condiviso anche l'indirizzo societario di Campi Bisenzio. Insie- me sono stati sindaci di sociera per azioni come la Ed.In.Uno, incorpo- rata nel 2003 dalla Baldassini-To- gnozzi-Pontello (Btp), il gruppo edi- lizio poi travolto dalle indagini sulla cosiddetta cricca dei lavori pubblici. Le verifiche sui 13 milioni e 330 mila euro portati all'estero in modo anonimo sono dovute anche a un problema giudiziario: Ettore Verdini e stato condannato a cinque anni, in primo grado a Firenze, per una ban-

Forziere svizzero. Aleotti e Verdini | L'Espesso -12.01.2017

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Forziere svizzero. Aleotti e Verdini | L'Espesso -12.01.2017

art

08-GEN-2017 da pag. 42

Settimanale Direttore: Tommaso Cerno nazionale Lettori Audipress 09/2016: 302.020

ESPRESSO 16

Forziere svizzero II vero patrimonio offshore degli Aleotti. I conti esteri del fratello di Verdini. II tesoro def deputato Genovese. Ecco la lista dei nomi eccellenti def sistema Credit Suisse

Tra i ricchi clienti della banca anche persone insospettabili. Come la pensionata milanese che ha chiesto di condonare 66 milioni di euro

di Paolo Biondani

NA CAROVANA di fur­g o ni blindati con un'enorme quantita di banconote, 700 milioni di franchi svizzeri, in viaggio tra Lugano e Vaduz.

E altri 600 milioni di euro nascosti con un contratto in codice tra la Confederazione elvetica e le Bermu­da. Sembrano scene da film, ma sono le basi economiche del piu grande bottino scoperto in Italia con anni di indagini fiscali: il tesoro esentasse di una potente famiglia di industriali farmaceutici di Firenze. Che ora svet­ta in cima alla lista dei presunti eva-sori del «Sistema Credit Suisse». In compagnia di molti altri clienti ita­liani, a cui la banca prometteva l'a­nonimato. Imprenditori, manager, banchieri. Ma anche intestatari di fortune misteriose. E personaggi le­gati alla politica. Come un parlamen­tare siciliano e il fratello ( e partner d'affari) di un senatore toscano da anni al centro degli equilibri del po­tere nazionale.

11 colosso di Zurigo e la prima banca accusata dalla procura di Mi­lano di aver aiutato migliaia di italia­ni a nascondere all'estero fiumi di denaro, alimentati dall'evasione fi­scale e da altri possibili reati. Le prove raccolte, tra cui spiccano le istruzioni ai funzionari interni per tenere segreti i clienti italiani (rivela­te dall'Espresso nel febbraio 2016 nell'articolo "Manuale del perfetto evasore"), hanno convinto Credit Suisse a chiedere il patteggiamento

per il reato di riciclaggio. La banca elvetica ha accettato di versare 101 milioni all' Agenzia delle Entrate e altri 8 milioni e mezzo di sanzioni. Chiusa l'inchiesta sulla banca, ora il fisco comincia a presentare il conto ai clienti identificati dopo i primi due anni di indagini.

11 nucleo di Milano della Guardia di Finanza aveva acquisito, con una perquisizione del dicembre 2014, i codici di oltre 13 mila soggetti (per­sone o societal che, grazie all'inter­posizione dell'istituto, hanno porta­to all'estero somme enormi: circa 14 miliardi. Gran parte dei file pero sono criptati, mentre i soldi sono mescola­ti in conti anonimi, che fanno mera­mente da contenitore. Finora I' Agen­zia delle Entrate ha identificato circa tremila italiani. Meta hanno gia ap­profittato dello scudo del 2009-2010 o della voluntary disclosure del 2015. Gli altri 1.500 non hanno mai chiesto sanatorie e ora rischiano sanzioni pesanti. Quasi tutti risultano titolari di apparenti contratti assicurativi, studiati per garantire l'anonimato (e quindi ribattezzati polizze-mantello) e nascondere i soldi alle Bermuda.

I clienti italiani di Credit Suisse sono a conoscenza del fatto che il fi­sco indaga su di lorn. Alcuni hanno addirittura fatto causa in Svizzera per violazione del segreto bancario. In attesa dei processi, bisogna presu­mere che siano tutti innocenti e pos­sano giustificare i capitali esteri. L'u­nica certezza per ora e che il fisco ) li accusa di aver evaso una mon­tagna di tasse. Ecco i primi casi ac­certati da oltre dieci milioni.

IL FORZIERE DEi TOSCANI Ettore Verdini, 68 anni, e accusato di aver nascosto all'estero piii di 13 milioni di euro. L'imprenditore e consulente toscano ha un fratello molto in vista: il senatore Denis Ver­dini, ex capo dei parlamentari berlu­sconiani, poi diventato leader di Ala, ii gruppo di centro-destra che ha sostenuto i governi Monti; Letta e Renzi.

Gli inquirenti stanno approfon­dendo ii caso per verificare se si trat­ti solo di red di ti personali non dichia­ra ti. Ettore Verdini e azionista di al­cune sociera che non na vigano nell' o­ro: ha un quinto delle azioni ed e amministratore della Watertech, una fabbrica di contatori che nel 2015 gli ha garantito una quota di utili per circa 200 mila euro; inoltre e conti­tolare di tre immobiliari e di una holding che hanno dichiarato perdite complessive per circa due milioni.

Ettore Verdini e stato anche con­trollore dei conti (in gergo, sindaco) di una ventina di aziende, soprattut­to edilizie. E ha lavorato spesso al fianco del fratello minore Denis, con cui ha condiviso anche l'indirizzo societario di Campi Bisenzio. Insie­me sono stati sindaci di sociera per azioni come la Ed.In.Uno, incorpo­rata nel 2003 dalla Baldassini-To­gnozzi-Pontello (Btp), il gruppo edi­lizio poi travolto dalle indagini sulla cosiddetta cricca dei lavori pubblici.

Le verifiche sui 13 milioni e 330 mila euro portati all'estero in modo anonimo sono dovute anche a un problema giudiziario: Ettore Verdini e stato condannato a cinque anni, in primo grado a Firenze, per una ban-

Page 2: Forziere svizzero. Aleotti e Verdini | L'Espesso -12.01.2017

08-GEN-2017 da pag. 42

Settimanale Direttore: Tommaso Cerno nazionale Lettori Audipress 09/2016: 302.020

ESPRESSO 17

carotta fraudolenta. Secondo l'accusa avrebbe beneficiato con una sua so­cieta di 450 mila euro sottratti ai creditori di un'impresa edile fallita. Annunciando appello, il suo av- ) vocato, Umberto Schiavazzi, ha dichiarato all'agenzia Ansa che «non un centesimo del fallimento e rimasto in tasca al mio cliente». L'accusa era nata dalle indagini sui prestiti cliente­lari che hanno portato al crac della Bee di Campi Bisenzio: Denis Verdini e stato per vent' anni presidente di quella banca, commissariata con un buco di oltre 100 milioni e poi venduta al prez­zo simbolico di un euro. Per la banca­rotta della Bee, il fratello Ettore e stato prosciolto. IL MILIARDO DEGLI ALEOTTI Nel 2008-2009 il governo Prodi aveva ricevuto la parte italiana della cosiddet­ta lista di Vaduz, comprata dai servizi segreti tedeschi: un elenco di 390 nostri connazionali con i conti alla banca Lgt del Liechtenstein. Al primo posto, con 4 76 milioni, c'era la famiglia Aleotti, titolare del gruppo farmaceutico Mena­rini. Alle richieste del Fisco, all'epoca, gli industriali di Firenze oppongono due scudi (anonimi) del 2002 e 2009. I pm di Firenze pero aprono un'inchiesta per capire come sia stato creato tutto quel nero. E nel 2011 scoprono che il colos­so delle medicine ha un «ufficio-om­bra» a Lugano, che fin dal 1985 con­trolla decine di offshore: servono a gonfiare i prezzi delle materie prime e tenersi i profitti all'estero. Una presunta frode fiscale che annulla gli scudi. Al processo che si e svolto nel tribunale fiorentino viene ricostruita anche la scena dei furgoni con i 700 milioni di franchi in viaggio tra Zurigo, Lugano e Vaduz. La procura pero accerta che patron Alberto Aleotti aveva "scudato" molto di piu: ben 1,2 miliardi.

Morto il fondatore, il tribunale con­danna in primo grado i due figli ed eredi, accusati di riciclaggio del tesoro del padre: dieci anni e mezzo per Lucia Aleotti, sette peril fratello Giovanni. La sentenza del settembre scorso ordina la confisca dei soldi, ma dovra essere con­fermata fino in Cassazione. Per recupe­rare il denaro, pero, bisogna trovarlo. 11 tribunale indicava solo un'ipotetica cassaforte: Credit Suisse Life & Pen­sion. Dove la Finanza di Milano ha ora rintracciato il secondo tesoro di Aleotti, dopo quello di Vaduz: altri 600 milioni. Nascosti alle Bermuda. GIOIELLI E CONTANTI Fracantonio Genovese, ex sindaco di Messina, parlamentare dal 2013, non

ha mai dichiarato ne condonato capita­li esteri. Mal' Agenzia delle Entrate ora gli contesta di aver nascosto 14 milioni

e 613 mila euro tra Svizzera e Bermuda. Anche il suo caso verra approfondito: il deputato Genovese e stato arrestato nel2014 (conil vialiberadella Camera) per falsi corsi di formazione, secondo l'accusa, pagati dalle casse pubbliche con milioni veri ma spariti. Eletto nel Pd, dopo la scarcerazione e passato a Forza Italia.

Tra gli altri grandi clienti di Credit Suisse compaiono soprattutto impren­ditori del Nord. In Piemonte svetta su tutti Carlo Re, l'industriale di Valenza che e azionista di maggioranza e presi­dente della Recarlo, un noto marchio di gioielli con ricavi (nel 2015) per 26 milioni e utili dichiarati per 139 mila euro. Secondo il fisco, avrebbe affidato alla banca svizzera piu di 74 milioni.

In Lombardia la classifica e guidata da un imprenditore milanese di origine iraniana, Albert Gorjian, che ha liqui­dato nel 2011 la sua societa di orologi e gioielli, dopo aver spostato ai Caraibi, secondo il fisco, oltre 51 milioni.

In Liguria spicca Emma Tanlongo, che oggi non ha imprese, ma e stata per vent'anni amministratrice di un'azien­da di trasporti marittimi: doveva rende­re bene, visto che la signora di Genova, secondo l'accusa, ha immagazzinato oltre 23 milioni fuori dall'Italia.

Nato e residente a Roma e invece il banchiere Carlo Maria Calabria, ex dirigente di Merrill Lynch, poi fondato­re della finanziaria Cmc Capital, infine assunto a Barclays. Ora deve spiegare al fisco perche non ha dichiarato oltre 19 milioni custoditi dal Credit Suisse, un'altra banca in cui ha lavorato. NONNA PAPERONA Le indagini puntano anche a chiarire se siano valide le sanatorie ( disclosu­re) chieste da persone che non hanno mai gestito imprese in grado di pro­durre grosse quantita di nero. Ad esempio una pensionata milanese, che non ha mai a vu to cariche societarie ed e proprietaria solo di due apparta­menti del valore massimo di due mi­lioni, ha chiesto di condonare piu di 66 milioni di euro targati Credit Suis­se. Un'ultraottantenne friulana, che possiede solo un'abitazione e una casettina al mare, ha domandato di sanare quasi 12 milioni. Mentre una nonnina pavese senza aziende ha la­sciato agli eredi la bellezza di 19 mi­lioni e mezzo. Denari mai dichiarati ne condonati. E nascosti fino all'ulti­mo alle Bermuda, un paradiso lonta­nissimo dalla Lombardia. •