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1 La mappa di una mappa Un altro modo di leggere #MappailPd di Roma

La mappa di una mappa. Un altro modo di leggere #mappailpd di Roma

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La mappa di una mappaUn altro modo di leggere #MappailPd di Roma

Alle prime critiche si è risposto che “non si può fare un bignami in 140 caratteri” sulla Mappa che è un documento di 85 pagine. Proviamo a farvi fare un giro, lungo scusate, nella Mappa di Barca accompagnandola con le nostre idee. I corsivi sono tratti dal testo del la relazione finale. il resto sono affermazioni a cuor libero e senza pretese, di un curioso appassionato.

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1. Premesse e conseguenze

Nella prima settimana di dicembre 2014, subito dopo che il Tribunale di Roma aveva avviato l’”Operazione Mondo di Mezzo” per porre fine a un vasto insieme di “azioni criminali di estorsione, corruzione e intimidazione mafiosa” nella Capitale2, la Federazione romana del Partito Democratico veniva commissariata per via del coinvolgimento nell’inchiesta di esponenti del partito. Il Commissario Matteo Orfini affidava a Luoghi Idea(li), gruppo impegnato in un progetto sperimentale nazionale nello stesso (pag 1)

L'indagine insomma parte da un assunto: il PD va cambiato perchè i suoi dirigenti erano coinvolti in Mafia Capitale e dunque si parte dai circoli

Il gruppo dirigente romano versa da anni in una situazione di divisione e paralisi. Il PD del Lazio era già stato commissariato nel 2010 da Vannino Chiti, ma le lotte intestine sono cominciate prima di ieri. Correnti ed alleanze trasversali, che Orfini conosce bene, si combattono da anni, veltroniani, d’alemiani, bettiniani, poi ex margherita, ..I renziani, pochi, arrivano per ultimi. Le alleanze sono mutevoli e l’occasione delle elezioni come delle primarie consolida ed esaspera il quadro conflittuale. Insomma andava male ben prima delle date da cui si fa partire la ricognizione e non è qualche centinaio di voti che fa la differenza. Se è vero che il più votato alle parlamantarie (Fassina), lo è per una convergenza politica.Ma è dopo la sua elezione a Presidente del Partito che Matteo Orfini, da commissario, assume compiti immediati come quello di mettere mano a situazioni davvero degenerate come Ostia, in rapporto con le istituzioni, e di trovare personalità politiche e estranee alla vicenda romana che facciano da garanti dal centro per una ricostruzione . Lo fa con tale determinazione da dover subire minacce e esser messo sotto tutela. Un impegno che svolge senza dover ricorre ad uno studio. Bypassando le divisioni e la paralisi del gruppo dirigente del PD provando a rifondare il partito direttamente anche con una delibera 1 che non ha bisogno di approfondimenti e ricerche. Decide però che la analisi e la riflessione sul PD siano affidate ad un valutatore esterno. Non affida il compito ad una Università o a un istituto di studi, ma ad un brillante figlio d’arte, un economista sessantenne e dirigente pubblico uscito dal brodo si coltura della FGCI degli anni 70, diventato poi studioso eminente nel regno Unito, importante all’OCSE e drigente pubblico al Tesoro, con Ciampi e Direttore generale del Tesoro, con Miccichè Tremonti e Berlusconi, poi senza alcun ufficio alla sua dipendenze. Diventa ministro per la coesione con Monti. Poi torna a svolgere una incarico di consulenza e studi presso la Ragioneria Generale dello Stato. Dopo aver votato Sel, Barca aveva avviato poi un suo percorso nel PD con un viaggio di studio di oltre un anno che battezza luoghi ideali2. A lui Orfini consegna in outsourcing l’analisi dei circoli dopo Mafia Capitale perchè lo svolga, evidentemente, nei ritagli di tempo

“La mappa-precisa il documento- non riguarda né la legalità dei comportamenti di iscritti al PD, tema proprio dell’indagine giudiziaria, né la regolarità delle iscrizioni o il rispetto delle regole dello Statuto e del Codice etico del partito da parte degli organi federali o delle Commissioni di Garanzia (pur rilevanti nelle nostre valutazioni), temi affidati al Commissario”

1 Delibera della Direzione romana relativa all'organizzazione dei circoli e del tesseramento 20152 "I luoghi idea(li) di Fabrizio Barca - Home page." 2014. 24 Jun. 2015 <http://www.luoghideali.it/>

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Precisazione inutile: se Mafia Capitale è la premessa dell’incarico come evitare che la mappatura dei circoli finisca per apparire legata a Mafia Capitale? La stampa, cui Barca concede numerose interviste, ha fatto solo il suo dovere. Ne viene un leit-motiv : il PD pericoloso e una lista di proscrizione piuttosto ampia. Precisazione contraddittoria con la premessa ed omissiva, si poteva infatti partire dalle politiche che hanno consentito fenomeni degenerativi come Mafia Capitale, individuare responsabili e dimostrare poi se e quanto ruolo i circoli avessero avuto.

Gli studi e le esperienze in politiche dello sviluppo di Barca rispondono alla puntigliosa convinzione che lo sviluppo si crea con la mano larga del seminatore sostenendo selezionando con griglie di criteri e migliaia e poi decine di migliaia di progetti dal basso di cui computare rigorosamente rispondenze ai criteri e risultati. Barca è a capo delle politiche per il Sud dal 1998, Il suo primo lavoro organico è sulla programmazione3 2000-2006. Una impostazione che viene fortemente criticata da Nicola Rossi 4 guardando ai risultati di questo paziente lavoro.La pagina web del sito Opencoesione diventa per questa evidente dispersione uno dei bersagli di Renzi sull’uso a pioggia dei finanziamenti europei.

Ne esce più un percorso più da esperto (teorico) di progettazione europea che da politico dello sviluppo. Per quel rigore analitico, un pò astratto, ma rigorosamente ed dichiaramente statalista e che lo contrappose ai sostenitori delle privatizzazioni e liberalizzazioni nel governo D’Alema: Forse è per questo suo curriculum che Barca è apparso la persona giusta per rivolgere (verso il basso e da fuori) lo sguardo sue quelle che, sarebbero le radici del male. Che lo stesso fosse già un politico, parte in causa rilevante nel dibattito interno al partito con numerose iniziative non è stato certo un deterrente La stessa citazione di apertura del filosofo Cassano5 echeggia questa banalità del male, per raggiungere ed estirpare la quale occorre scavare e, con la pazienza dell’econometrico, misurare indici, previsioni e dedurrne conclusioni e progetti a iosaInsomma la ricerca del male parte dal basso. Semmai è l’educazione al bene che verrò fatta dai migliori in palestra; servirà “Per prepararsi al “Congresso della rinascita”, ….per guardare oltre i fatti della cronaca giudiziaria.

Sempre in premessa, si chiarisce un punto su cui non a caso in questi giorni sono dovuti tornare sia Matteo Orfini che Fabrizio Barca Come ogni valutazione, anche la nostra valutazione dei circoli è opinabile. Sia per la discrezionalità dei giudizi, sia perché si può ovviamente dissentire dallo standard di valutazione che abbiamo impiegato. L’opinabilità è pleonastica. Il problema è che il combinato disposto degli standard prescelti e del modo con cui viene comunicato il lavoro danno sullo scenario politico un risultato

3 "Cento idee per lo sviluppo - Schede di programma ... - Dps." 2003. 24 Jun. 2015 <http://www.dps.tesoro.it/documentazione/docs/all/doc03.pdf>4 "Due regioni, una sola economia - Lavoce.info." 2014. 24 Jun. 2015 <http://www.lavoce.info/archives/23471/due-regioni-una-sola-economia/>5 … il male, nella sua lunga sfida contro il bene, [parte] con un margine di vantaggio difficile da annullare. Questo vantaggio dipende dalla sua ‘umiltà’, da un’antica confidenza con la fragilità dell’uomo, che gli permette di usarla ai propri fini. …

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devastante, ma molto coerente con le premesse, non dichiarate e non esplicitate, che corrono lungo l’indagine e che si rinvengono sia nel famoso documento6 presentato a giugno 2013

2. Una ricerca a tesi

Poiché si analizzano i circoli PD negli anni 2013 2014, ne viene fuori che la sinistra romana dagli anni 70 in poi, non ha responsabilità per le criticità del governo della Capitale e della emersione di attività criminale, ma vi resta coinvolta perché ha abbandonato i tempi d’oro (con qualche limite) delle giunte rosse. I tempi in cui si formò la generazione comunista cui Barca appartiene e cui Orfini si ispira. Tutto, o quasi, è avvenuto invece col PD, addirittura con l’ingresso della destra DC dovuta alla ricerca di voti, voti, voti. Le premesse di deduce starebbero nel Veltronismo e nell’impianto della Margherita, ma poi tutto consequenzialmente precipita PD delle primarie di Renzi, dove (sottinteso) hanno prevalso i metodi democristiani, la corruzione personalistica. Insomma non si vuole ridicolizzare, ma mancando reali coparazioni con il passato, alla fine i circoli insomma sono trattati come la pistola fumante della degenerazione.

Per argomentare questa tesi dove rinveniamo la mappa delle idee fondative della ricerca oltre la premessa

3. Gli obbiettivi valoriali della ricognizione dei circoli

Il “bene” è “un circolo aperto ai cittadini, interprete dei loro bisogni e delle loro idee e non strumento dell’Amministrazione o proprietà di un capo bastone, dove l’interesse collettivo prevale sugli interessi particolari, capace di progettare, e organizzato per farlo.” Il “male” è “Quando il potere è elevato a “fine”, il perseguimento dell’interesse particolare soverchia il perseguimento dell’interesse collettivo, il partito perde la fiducia dei cittadini, attrae chi cerca favori o rapide carriere, allontana i migliori, scivola nella collusione con l’Amministrazione, diventa brodo di cultura della corruzione” Il “luoghi” georeferenziati della indagine dei circoli sono : “le sezioni elettorali per le quali quel circolo ha il compito di “occuparsi” della campagna elettorale, monitorare il corretto svolgimento del voto (in primo luogo attraverso rappresentanti di lista) e organizzare le primarie.”Mappa il PD - Aree-circolo

6 "Un partito nuovo per un buon governo, di Fabrizio Barca." 2013. 23 Jun. 2015 <http://www.fabriziobarca.it/viaggioinitalia/un-partito-nuovo-per-un-buon-governo-fabrizio-barca/>

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Tra il bene e il male vengono stabiliti parametri più cospicui, quantificabili e riconducibili a luoghi che ci portino al circolo idealtipo di inizio e, dico io, al tipo di partito che la ricerca presuppone

4. Le Domande del questionario

Ad ogni circolo vengono così rivolte molte domande divise in 5 gruppi ● Anagrafe del circolo, nei risultati non appaiono o non pesano nulla il livello di studi,

estrazione sociale, attività professionale etc. Del resto come vedremo la base della analisi non è la società o quel che si pensa e se ne sa ma “il territorio”

● Attività politica nel biennio 2013/2014 su temi territoriali, nazionali e internazionale; l’allineamento dei pesi è tale che per default un interesse politico generalista una semplice adesione con la tessera, scala nella pesatura rispetto agli altri,

● Elezioni e congresso: domande su analisi del voto delle elezioni comunali del 2013, modalità di svolgimento della campagna elettorale e svolgimento del Congresso cittadino; La definizione del campo temporale non consente di saper nulla dei fenomeni su cui si indaga. (ad es.: perchè il PD ha perso a Roma contro Alemanno). E’ una foto statica, mentre le preferenze nascono un bel po' prima, le elezioni per i consigli municipali sono persino più vaste e definiscono una intera generazione di gestori di reti di consenso remunerati e di attori di spesa. Nulla questo c’è, sembra emergere solo negli anni 2013 2014

● Lavoro sul territorio…al di fuori del contesto elettorale, qui rileva molto come vedremo o l’idea che chi è attivista organizzato sul territorio è buono perchè cittadinanza è territorialità e più tale attività è “fuori dal perimetro elettorale” più contrbuisce al bene

● Rapporto con l’amministrazione pubblica: 4 domande per analizzare le modalità attraverso le quali il circolo parte da domande singole o collettive dei cittadini per mettere sotto pressione l'Amministrazione o per chiedere più informazione; come sopra

● ·Domande aperte: non si capisce se e come rilevano

E’ evidente che, per quante mediazioni e pesature siano possibili, la scelta delle domande oggettivizza una impostazione: un circolo dove ci si riunisce, poco, e occasionalmente su temi nazionali, con una la preminenza di interesse attorno alla primarie (pur sempre il primo esempio storico di contendibilità del partito) difficilmente andrà verso il polo del buono. Resterà più rischioso, perchè meno legato ai cittadini ai residenti e ai loro interesse. ll circolo viene insomma via via delineato, come spiegherà Orfini con più chiarezza, come un "comitato di quartiere". Con queste premesse fatalmente un circolo che si occupi e si mobiliti sì su questioni locali, che si muove molto per le primarie, in cui c'è un solo eletto che diventa "attrattore" scivola verso il male tende ad essere un circolo cattivo controllato da un monopolista del potere. Sarà anche una realtà presente, ma dedurla dai dati è una estrapolazione consequenziale falsa. Paradossalmente il meccanismo delle “correzioni” cui abbiamo assistito dopo la esplosione del caso, è simile a quello di un PM che stabilisce la legge, formula una accusa

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sulla base di una convinzione che si è fatta, emette un primo verdetto e poi concede un appello .

5. Ipotesi non contemplate dalla mappa1. E’ invece del tutto possibile che avvengano molte cose, ai confini opposti di questa

logica, che non rendono affatto questo risultato: una personalità forte, con mezzi espressivi, e capacità di analisi, determinata a conseguire un risultato politico, coalizza persone sul territorio con la sua capacità di leadership. Se è ispirata da un orientamento politico, si fonda su un processo di personalizzazione analogo a quello nazionale e perfettamente legittimo e contemporaneo (almeno da quando il PCI ha accettato la Tv a colori). Potrebbe ben trattarsi di un o di una leader motivazionale, che in qualunque comunità ha un ruolo. Se contribuisce anche finanziariamente in modo trasparente questo non è un disvalore. Sembra il ruolo di Patrizia Prestipino (renziana della prima ora) e del circolo dell’Eur scivolato nel girone del male. E' noto che lo stesso Fabrizio Barca aveva discusso una sorta di contratto di affitto con il circolo di Regola Campitelli per avviare il suo viaggio ed allora non negava la possibilità di una sua leadership nel partito. La leadership di Barca esiste eccome (a sua insaputa) almeno nel percorso luoghi ideali ed è autofinanziata, anche grazie alla visibilità ed al prestigio dell’ideatore in crowdfunding privatamente. Ed è vero che questo gli ha dato la possibilità di collaborare ed influenzare iniziative in molti circoli aumentando il suo patrimonio reputazionale in ambito politico. Che male c’è?

2. Quelli che vengono definiti Monopolisti del potere per il potere, ma che possono essere leaders locali, non sono necessariamente dei singoli. E’ accaduto che a Roma una comunità coesa di giovani politicizzati (poi definiti “giovani turchi7”) si sia coalizzata attorno a delle idee e ad alcuni leaders. Hanno puntato molto a Roma, su un circolo importante (quello di Mazzini), hanno promosso le loro idee, localmente e nazionalmente fino a configurare una corrente del partito e ad avere rappresentanza ed accesso a posizioni di potere di molti dei membri. Fino a selezionare parte del gruppo dirigente nazionale per affinità e qualità, per poi evolvere etc. Il Circolo Mazzini ha molti eletti e quella crescita è avvenuta con strumenti legittimi, progettando la realtà, ma non degli abitanti del quartiere, utilizzando la possibilità di intrecciare risorsr analitica e pro-attiva al potere e alla influenza di leaders nazionali e di operatori mediatici rilevanti. Ricordate quando il Foglio ospitò il dibattito sul rilancio del socialismo in Europa contro la deriva renziana? Per dire che ciò avvenuto in tutte la sedi con e senza le primarie. Altro che territorio e progettini, o monopolisti.Politica e leadership. C’è stata anche qualche eccesso (gli spartani) non ha portato bene , ma nulla di tragico.

Questi esempi per mettere in rilievo che la sommarietà selettiva con cui nell’indagine si attribuisce o si nega l'attributo di capo bastone finisce per essere extra-politica e di per sé piegabile, catturabile da una presunzione di tipo ideologico. Che si tratti di manipolatori di tessere e coscienze o peggio, ce lo dovrebbero dire i fatti e non le deduzioni e le formule Tutto viene ricondotto a quieste premesse toriche analitiche anche le sei categorie che qualificano i

7 "Giovani turchi, adesso c'è il manuale | Chiara Geloni." 2012. 24 Jun. 2015 <http://www.huffingtonpost.it/chiara-geloni/giovani-turchi-adesso-ce-_b_2269994.html>

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6. Circoli dal meglio al peggio ( con dei nomi strani)

1. Progettare il cambiamento: il nocciolo del bene starebbe nel progettare il cambiamento ergo il bene dei cittadini, il male è l’assenza

2. Ponte tra società e Stato (stato maiuscolo) cioè un non luogo, una transizione che ha poco a che fare con come agiscono davvero gli individui in carne ed ossa, tanto più che come vedremo la società è curiosamente definita solo dal territorio ed in particolare dalle criticità del territorio. Ciò nell’epoca della smaterializzazione e della disintermediazione è da verificare

3. Identità: termine ambiguo, quesi border-line o improprio, perchè echeggia la politica identitaria (leghisti ed estrema destra) In un partito politico moderno si dovrebbe stare insieme per programma e valori. I valori non definiscono una identità ma una scelta di impegno

4. Inerzia catturabile: dove si stabilisce un sinallagma tra inazione generale + attivismo nelle tornate elettorali (che è esattamente la caratteristica di grandi democrazie come quella statunitense), che porterebbe di per sè alla subalterintà ad interessi particolari. Chissà perchè. Mentre il PD nasceva da una idea più laica meno totalizzante della politica e del ruolo agli elettori

5. Presidio Chiuso questa è una caratteristica che, curiosamente, si attribuisce solo a due circoli sollevando tutti gli altri dal rischio chiusura e che in verità meriterebbe un altro discorso su apertura e chiusura (personalmente colloco tutto l’impianto teorico della ricerca dal lato della chiusura).

6. Potere per il Potere nelle azioni del circolo gli interessi particolari (quali) prevalgono, sovrastano o annullano gli interessi generali dei cittadini (quali sono?) del territorio di responsabilità. Il circolo è “di qualcuno” (monopolio) o è l’arena di uno scontro di poteri. Il partito è dannoso perché blocca il confronto sui contenuti, premia la fedeltà di filiera, emargina gli innovatori. Segni: assenza di separazione fra gruppo dirigente del circolo e Amministrazione, lontananza dai bisogni del territorio o loro uso strumentale, rarefazione o assenza di democrazia interna, trasparenza scarsa o nulla, andamento anomalo non motivato delle iscrizioni, deficit organizzativo.

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Torneremo più avanti sui due aspetti più furovianti di alcune queste definizioni. Vediamo in base a quali caratteristiche si finisce ad essere catalogati in uno o un altro tipo di circolo

La costruzione delle tipologie dipende dal rinvenimento e pesatura di una griglia di caratteristiche per riconoscere le qualità dei buono e cattivo

Apertura, Capacità di mobilitazione, Rapporto con l’amministrazione , Organizzazione , Capacità porgettuale

7. La Griglia dei Caratteri su cui si individuano dei poli buono e cattivo che portano i circoli ai suddetti gironi-categorie Le contraddizioni, le inattualità e le parzialità sono notevolissime

L'apertura dovrebbe contenere anche la capacità di informazione, di analisi critica e la raccolta di idee. Nonchè la reale apertura verso ipotesi culturali diverse. Ai congressi di un tempo, come alle feste partecipavano altre forze politiche ad esempio che ne è di questa apertura? Oggi si respinge un iscritto soprattutto se ha una certa idea. Invece apertura è intesa come uno sportello dei i cittadini che “abitano” il territorio che vengono ad esercitarsi ad individuare problemi locali e soluzioni, cosa positivissima ma versione limitata e limitante della idea di apertura. In esperienze antiche l’apertura era discutere dell’Vietnam ma anche ballare nel circolo. Oggi il concetto definisce addirittura lo scontro tra ipotesi e visioni del mondo. Molto più che uno sportello progettuale.

La mobilitazione è considerata un’altra qualità fondativa del bene una modalità che dovrebbe caratterizzare stabilmente le attività del circolo che in verità non è di tutti i cittadini. C’è una idea peculiare di democrazia e di cittadino fortemente orientata, non dedotta dai cittadini o da una idea comunemente riconosciuta, ma imposta da chi analizza.

Il rapporto con la amministrazione, presuppone la esigenza di un corpo intermedio che sostenga la partecipazione che sia il fulcro del funzionamento, mentre il centro dovrebbe restare la vita delle persone. Per molti, le persone normali, questo rapporto è una questione di efficacia e accountability degli eletti o dei public officers non solo locali che i circoli potrebbero spiegare e mettere a confronto se richiesti (al limite della Stealth Democracy). Per altri è conversazione non mediata da rituali ed è anche per questa via che la istituzioni possono sviluppare un “engagement” anche solo personale, anche attraverso i design delle politiche pubbliche. Che aiuti a scegliere Una parte della aspirazione dei cittadini è liberarsi del peso che nelle loro vite rappresentano spesso le istituzioni. Sono meno cives per questo? Le loro domande sono meno interessanti?

Organizzazione. Criterio un po’ leninista e un po’ aziendalista La continuità nella organizzazione diventa più importante della rilevanza degli argomenti, della qualità e dei i tempi delle interazioni ? A molti non interessa la fontanella, ma lo jobs act. Non quest' anno, ma quando sarò in ballo, a milioni interessa partecipare alle primarie e non a tante altre cose? Dire che questo li

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mette alla mercè di speculatori è un atto di sfiducia verso l’esercizio della cittadinanza. Anche per le riunioni molti non amano lo schema di una presidenza frontale e lunghi interventi. La Leopolda non ha certo attecchito in periferia come format diffuso. Capacità progettuale: per i ricercatori è un credit chiave, ma molti non vogliono progettare nè farsi progettare. Vogliono dire la loro su quello che ritengono importante quando lo ritengono, trovare un ascolto e magari trovare altre persone che insieme risolvono il problema senza aspettarsi la soluzione dalle istituzioni. Una dimensione partecipativa di diverso grado e intensità, non necessariamente solo con un carattere mutualistico o gratuito. Esiste anche la impresa, sociale o non.

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8. Digressione dalla Mappa ed esempi di categorie diverseTornando alla premessa di Barca: se non vi piacciono questi standard proponetene degli altri Qualche esempio:

1. Molte persone che si interessano o impegnano in politica intendono farlo a partire da esperienze personali, lavorative professionali e culturali che non hanno nulla a che vedere col territorio

2. Connessione attraverso nuovi strumenti (è parte dell’ecosistema che non viene valutata) un circolo che non è on line, non è aperto

3. Molti sono abituati ad interagire a risolvere problemi senza le istituzioni nel rapporto tra persone #riprendiamociroma

4. Per di più come gli elettori sono intermittenti ed è un loro diritto. Il voto e la partecipazione sono un diritto, non un dovere e nemmeno un valore etico

5. Insomma un maggiore pluralismo va accompagnato ad una capacità di informazione personalizzata e critica più che mobilitazione

6. Interazione con le istituzioni più semplice diretta, anche personale più che rapporto7. Funzionamanto creativo più che organizzazione nel pieno rispetto del palinsesto

personale di ciascuno8. Capacità ideativa e culturale, capacità di interpretazione critica diffusiva è più

importante di quella progettuale

Torniamo a navigare tra schede e realtà

9. I numeri e la realtà sociale

Questi criteri, che originano i giudizi e la mappa, danno dei numeri, che a loro volta vengono “adagiati” e “intrecciati” in grafici disegnati per comprendere la correlazione con la realtà politica e sociale. Nemmeno qui c’è neutralità , ma vengono fuori cose interessanti.Quali sono gli indici prescelti per descrivere la realtà sociale“Presenza di luoghi di socializzazione, Disagio scolastico, pressione demografici , studenti stranieri, pressione sui servizi che sommati danno un indice di criticità sociale : L’indice di allerta sociale IAS è calcolato mediante media aritmetica semplice dei tre indici compositi normalizzati (scarsità di luoghi di socializzazione e scambio, disagio scolastico, pressione sui servizi” Scusate la brutalità: non è una mappa della sfiga , ma ci arriva vicino. Chi mappa i dinamismi della città contemporanea usa numerosi altri indici, quelli semplici lavoro, impresa, produttività, cultura, indici che non rilevano solo la fatica ma anche il dinamismo delle realtà urbaneIl bello però è che anche seguendo questa linea di confronto qualcosa non funziona anche nel meccanismo di ripartizione di buoni e cattivi

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10. Caratteri dei circoli e esiti elettoraliA che serve la mobilitazione sul territorio ?

Correlando la qualità di questi circoli così definita con i risultati elettorali, che pure sono oggetto di costante “scetticismo” nella analisi, dove elettorale senz’altro, significa spesso rischio di corruzione, anche quando si dice solo elettorale o solo per le primarie. (Questo scetticismo verso un partito prevalentemente elettorale spiega la reazione di Barca alla sua precisazione sui democristiani nel PD “a forza di cercare vioti, voti, voti si insedia la Destra DC” . Chi si allarga perde in purezza nda)Bene ecco il risultato della relazione tra bene, male, e risultati elettorali: Alcune delle aree con la maggiore efficacia elettorale nel 2013 – che sono in gran parte esterne o a ridosso del GRA – corrispondono effettivamente a circoli con capacità di mobilitazione buona o comunque normale (a sud-est Anagnina, Morena e Osteria del Curato, verso il Litorale San Giorgio e Vitinia). Tuttavia anche i circoli che risultano meno capaci di mobilitazione mostrano un’efficacia elettorale superiore o pari alla media (in particolare Casalotti, e in misura minore Villaggio Breda). E al contrario, nelle aree con la più bassa efficacia elettorale, ve ne sono alcune che corrispondono a circoli con buone capacità di mobilitazione (Cesano e San Saba) o con livelli almeno superiori alla media (Ponte Milvio, Portonaccio e Testaccio). Da questa primissima ricognizione non pare dunque che il carattere “capacità di mobilitazione” sia correlato con l’esito del voto. Ciò può indicare che quel carattere da solo non è indicativo della capacità del circolo di avere un impatto nel territorio, ovvero che hanno operato molti altri fattori. A me è venuta in mente la scenetta di Corrado Guzzanti nel promo della Nokia: con questo possiamo parlarci con l’abitante del Botswana, ma io e te abitante del Botswana che se dovemo dì? Insomma questa mobilitazione, la capacità di progetto a che servono?

11. L’analisi delle politiche di Roma E’ la vera cartina di tornasole di un intento ideologicoE’ anch'essa una scelta. Si noti che i testi di riferimento e gli indici che riguardano la criticità sociale con cui vengono intrecciati i dati dei circoli sono tutti luoghi e indici di concentrazione o rarefazione di persone rispetto a luoghi servizi . Una impostazione della analisi sociale interessante, ma parziale, e tipica della cultura della sinistra degli urbanisti degli anni 70, 80 che qui non si vuole banalizzare. Una lettura ripresa da una parte della sociologia governante che è stata importante e ha dominato la cultura del gruppo dirigente degli anni 70 e 80, per il quale Barca non ha mai nascosto grande ammirazione . Di altre esperienze, nella parte di descrizione del contesto, come ad esempio quella DC si danno della definizioni che sembrano tratte da un film di Nanni Moretti. Insomma il PCI lotta contro la rendita, la lotta per la casa, ed ha capacita di controllo dal basso. La DC è “il malgoverno democristiano”. Tutte affermazioni fondate, ma che andrebbero discusse nel merito e che nel caso del PCI riservano sempre un potere un connotato meno negativo di

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quello che si rintraccia altrove . Veritas Diaboli manet in Aeternum8 e la sinistra è il Kathekon del male, ma anche la creatrice del bene Una verità parziale, una tipo di analisi della crescita urbana che ha conosciuto nel mondo cambiamenti rivoluzionari , ma che è rimasta ferma, a Roma, al rapporto tra conservazione monunumentale (le soprintendenze degli architetti del passato) e sviluppo extraurbano. ( i porgettisti di Corviale)Il mattone a fare da paradigma (variabile) del male, ma anche del bene.

Tutto bene o quasi fino all’arrivo del malvagio liberismo selvaggio, cui cedono via via Rutelli, Veltroni9 e del PD 10

Indici come le tipologie di lavori, le stratificazioni sociali successive, la diffusione della impresa, ma anche il ruolo della economia creativa, le performance dei poli universitari, vengono ignorati. Soprattutto è omesso il rapporto di quasi tutto con la spesa pubblica e lo stato e l’impiego statale e parastatale (fattore fondativo e DNA della Roma post-unitaria). Anche nella letteratura di riferimento 11. Stato e Mattone, sono l'ossessione del comunismo romano degli anni 70 in poi, rivisitata e alleggerita, per breve tempo, dalla valorizzazione creativa di Renato Nicolini e Gianni Borgna, rivalorizzate da parte della amministrazioni Veltroni e Rutelli. Mai però diventate vero volano industriale alternativo. Come non lo sono state tante altre occasioni che Roma ha avuto (le industrie di TLC e energetiche). Sembra una maledizione: Roma non deve produrre , deve amminstrare. Le responsabilità negative di quella stagione radiosa sono prima del demone della rendita, poi dei cedimenti, infine delle liberalizzazioni, delle esternalizzazioni. Chi ha sentito parlare di efficienza della macchina comunale delle partecipate delle società monopolistiche pubbliche? Il riformismo di prima del PD che ha ottenuto grandi risultati viene ridotto ad una semplificazione eroica: Un nuovo gruppo dirigente emerge studiando la sconfitta elettorale del 1985, emerge nella dura opposizione a Sbardella un vero gruppo dirigente, plurale e diffuso (quello che non emerge nell'epoca di Alemanno, sottinteso). E chi ha mancato di avvicendarlo? Dove si sono formati i nuovi gruppi dirigenti, ragionando su che? Raccontare il seguito come una lenta insinuazione del tarlo liberista cui non si è saputo resistere è una tesi, che occorrerebbe discutere. Ma invece questa fase viene definita : 1993-2006: La

8 "Veritas Diaboli Manet in Aeternum: Chaining the Katechon ..." 2011. 24 Jun. 2015 <https://en.wikipedia.org/wiki/Veritas_Diaboli_Manet_in_Aeternum:_Chaining_the_Katechon>9 2006–2013: Roma come fallimento di due progetti politici 10 La cronaca politica ci racconta, nel 2007, della nascita del PD romano come espressione di divisione correntizia, privo di amalgama. Spazio a due correnti DS, due correnti della Margherita, una corrente per le liste civiche (dentro un pulviscolo di grumi di consenso personale). 11 ecco tutti i riferimenti: Walter Tocci (cfr. “La città del tram”, in Tocci W., Insolera I., Morandi D., Avanti c’è posto. Storie e progetti del trasporto pubblico a Roma, Roma, Donzelli, 2008),Cfr. G.Campos Venuti, Amministrare L’urbanistica oggi, INU, 2013, cap. IV. . i veda per una prima esplorazione in questa direzione la nota di Walter Tocci http://waltertocci.blogspot.it/2015/05/non-si-piange-su-una-citta-coloniale.html. “l’esperienza romana degli anni 1993-2003 – scrive Campos Venuti (2013) – ha scelto una politica e una strategia tese a contrastare la rendita urbana, ma poi non è riuscita a concretizzare pienamente questa linea”. http://waltertocci.blogspot.it/2015/05/non-si-piange-su-una-citta-coloniale.html Tocci W., “La città del tram”, in Tocci W., Insolera I., Morandi D., Avanti c’è posto. Storie e progetti del trasporto pubblico a Roma, Roma, Donzelli, 2008. Cfr. De Muro P., Monni S., Tridico P., “L’evoluzione del modello socio-economico romano tra retorica e realtà”, in Pompeo F. (cur.), Paesaggi dell’esclusione. Politiche degli spazi, re-indigenizzazione e altre malattie del territorio romano, Torino, UTET, 2012. De Muro P. (cur.), Benessere e qualità della vita nei municipi di Roma, rapporto dell’Università di Roma Tre, 2012. Carlo Cellamare, “Processi di auto-costruzione della città”, in Urbanistica Tre, anno I. n. 2, maggio-agosto 2013.

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stagione dei sindaci: il nuovo riformismo romano (e il suo rovescio). Nella parentesi già alligna la cellula di negatività “il direttismo del sindaco” e la trasformazione della società pubbliche in S.P.A …. La successiva poi 2006–2013: Roma come fallimento di due progetti politici . Sparisce il potere che frena avanza il male.Si finisce per attribuire tutto la degradazione del panorama sociale a questa scia interpretativa.

12. Altri presupposti Ideologici:

Il potere per il potereMi rivolgo non tanto a Barca ma ai committenti ed a chi dovrebbe usare questa analisi per una opera di rinascita. Tra le negatività del sottotesto ce ne sono due importantissime: una il potere per il potere, viene usata per definire la categoria di circoli cattivi più diffusa e l'altra è l’interesse particolare contrapposto all’interesse dei cittadini. Cosa sia il potere per il potere non siamo riusciti a capirlo. Meno che mai in questi tempi di poteri diffusi, retificati e spesso deboli e sovrapposti nelle istituzioni e nei partiti e debolissimi e meno che mai ha senso immaginarne più di tanto in una struttura periferica come il circolo. Bisognerebbe piuttosto riconoscere e insegnare cosa è oggi il potere nella società a rete, le condizioni ed i problemi del suo esercizio, non ridurlo ad una categoria dello spirito Ma come si fa quando si ha davanti solo google maps e dei circoli con un pugno di iscritti? Come si fa con fotografie di piccoli particolari parziali a discutere e a capire, e far capire quanto si è spostato verso le persone , dove è. Bisognava da subito alzare lo sguardo e senza pregiudizi, magari nella direzione indicata dalal leadership nazionaleFacciamo qualche esempio per spiegarciA Roma conta più un circolo del PD di 42 iscritti o i potenti circoli di “cronies”12 formatisi dentro la Pubblica amministrazione e accanto a chi ha governato dal centro la spesa pubblica. La sinistra è solo nei circoli del PD o anche nel sindacato della Funzione Pubblica? Chi cattura davvero i regolatori, chi stabilisce ed illustra i criteri e l'agenda del CIPE, le primarie del PD di Capannelle? A Roma, sui rifiuti, si parla sempre di Cerroni (il potente monopolista) , ma contano più i dipendenti dell’AMA, Marino o il Messaggero? Chi ha smantellato la proposta che fu di Rutelli e De Carlo? Perchè? I concretismo di oggi è senza orizzonti e l’amminstrazione risente delle agende , dei framework stabiliti nel circuito mediatico, politico e giudiziario Sulla tragedia del salario accessorio conta di più il circolo, se c’è, degli Statali o il dirigente che ha stravolto anni fa la contrattazione collettiva locale e sancito il dominio improprio ed illegale di questa finzione? Un potere che nessuno ha voluto vedere e contrastare e che costa oggi 350 milioni e l’angoscia di tanti dipendenti. Sullo Stadio della Roma, conta più Marino, o il Messaggero? Sugli orientamenti di iscritti ed elettori, contano di più le cronache de la Repubblica, il Corriere , il Messaggero o il capo-bastone? Nei circoli non varrebbe la pena studiare anche un pò cosa è un media-bias ?Parliamo ancora di potere: in un partito politico coinvolto da un problema grande e diffuso come Mafia Capitale, il primo attivo si svolge con la relazione del magistrato inquirente che annuncia arresti. Come risposta il partito suddetto scioglie i suoi organismi dirigenti e

12 "Crony capitalism - Wikipedia, the free encyclopedia." 2011. 24 Jun. 2015 <https://en.wikipedia.org/wiki/Crony_capitalism> Trad Crony

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commissaria? Non è stato esercitato nei fatti , volenti o nolenti un potere esogeno. Parliamone, per favore. Anche nei circoli.Allora, domando, l’analisi ed il giudizio può limitarsi ad una ricognizione endogena ? Contrapposti a questo bel po pò di poteri, onestamente quello di un raccoglitore di preferenze fa un pò ridere. Eliminiamoli, riduciamoli, ma non ci vuole un messale che aiuti a recitare omelie ai peccatori. Non smettiamo anzi ricominciamo a parlare di politica per farlo. Bastava quel che Orfini ha già fatto per ricominciare sereni a farlo.

Interessi particolari e interessi dei cittadini. Io credo che un partito politico dovrebbe innanzitutto riconoscere i propri elettori come persone e metterli in condizione di esercitare la loro cittadinanza nelle forme preferite. Fidarsi e aiutarli i a riconoscere quali sono i propri interessi (per non farsi imbrogliare dalla lega) e a conoscere quali sono gli interessi in ballo (dalla gare per la pubblicità allo lo Stadio della Roma) e, sempre che siano legittimi permettergli di confrontarsi in trasperenza e alla fine alla politica di scegliere. Non si esercita la cittadinanza solo dividendosi tra chi vuole e chi non vuole il parcheggio sotterraneo (in media non lo vuole nessuno e tutti lo usano) ma anche per questioni rilevanti e strategiche la cui lettura, capacità di interpretazione deve essere sottratta adapprocci pregiudiziali e acritici

I circoli “progettare il cambiamento” invece sono definiti i migliori perchè sono più vicini ad uno specifico modello, un modello di design della decisione antiquato, vintage: bene organizzati e rivolti prevalentemente a problemi locali, considerano il territorio una palestra sperimentale (non viceversa) Quali sono poi gli interessi generali del cittadino? E’ un cives anche chi sceglie di delegare, chi vota solo alle elezioni, o alle primarie. Eccome. Lo è anche chi si fida di ( e mette alla prova) un o una leader, chi vuole informarsi e scegliere su libertà, sostenibilità, amministrazione pubblica e privata o lo è solo l'abitante di un territorio , come fosse un condominio più vasto ? Gli esempi portati anche dalle esperienze di Luoghi Ideali, sono di club, circoli di progettisti e pianificatori di territorio, apprezzabilissimi, utili, ma promotori di una cittadinanza monodimensionale, povera. Non c’è nè politica, nè visione extraterritoriale e nemmeno promozione della azione creativa (arte, cultura, lavoro)

13. Ripartire dalla Politica

L’analisi del partito, doveva partire dalla società e dalla politica non dai suoi circoliL’ analisi parte invece da una tesi interpretativa della politica e della città inficiata da qualche pregiudizio (ritroviamo il senso del documento Barca) è sommaria e discutibile La definizione dei circoli su quella griglia è parziale ed in parte sbagliata. Come alcune della conseguenze che se ne traggono nella parte dei suggerimenti : giusta la premessa che su debba usare (anche) un sistema di informazioni geo-referenziate a livello di singoli “quartieri” della città, ma assolutamente insufficiente e distorsiva quella che parte(ndo) da quelle fornite dal ..Rapporto. Giusto anche stimolare la partecipazione, direi però on e offline Sbagliato proporre di differenziare i diritti degli iscritti in relazione all’effettiva partecipazione; Il partito di pochissimi iscritti è il partito a la Bordiga (archeologia del movimento di sinstra), ragionevole invece rendere gli organismi più snelli. Giusto chiedere una misura dei risultati della pubblica amministrazione (un dovere della stessa riforma) ma occorre diffondere semmai una

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capacità critica sulla politica ed il modo di rappresentarla. Insomma lavorare su politica percepita, esperita, raccontata è un compito fondamentale di un partito che vive nella società della informazione. Poi ci sono problemi di orizzonte strategicoLo sfondo delle criticità romane mi riporta dritto al dibattito nel Labour di nuovo sconfitto da Cameron

Le domande pragmatiche di Blair sul New Statesman sono rimaste inevase e: “Basta riaffermare che siamo dalla parte di chi soffre” Basta respingere le politiche di austerità e riunificare tutto questo in un partito moralmente più saldo? “Basta tornare alla tradizione del confronto tra destra e sinistra”. O non si tratta di far meglio, di dire come rispondere per crescere, come far leva sulle libertà dei cittadini, sulle conoscenze diffuse grazie alla rete, alla tecnologia, alla conoscenza in forme nuove. Come rafforzare e vivificare le enormi risorse, il capitale umano e sociale della società a rete?” Miliband ha perso

La prima reazione di Chuka Umunna alla catastrofe è chiarissima Perché è andata così male? In primo luogo, perchè abbiamo parlato con i nostri elettori di base, ma non, con quelli della classe media aspirazionale. Abbiamo parlato della parte inferiore e superiore della società...... Ma abbiamo avuto troppo poco da dire per la maggioranza delle persone nel mezzo.In secondo luogo, abbiamo dato l'impressione che non eravamo dalla parte di coloro che stanno facendo bene. Abbiamo parlato molto - giustamente - della necessità di affrontare il capitalismo "irresponsabile", a favore di una maggiore volontà politica di affrontare la disuguaglianza, la povertà e l'ingiustizia... Ma abbiamo parlato troppo poco di coloro che creano ricchezza ... Ma non si può essere per il lavoro senza essere a favore delle imprese che li creano. ...Nonostante il fatto che la nostra offerta politica sia stata anche favorevole alla impresa, la retorica spesso suggerito altrimenti. E a volte abbiamo è sunato come se tassare le persone fosse un un bene in sé, piuttosto che un mezzo per raggiungere un fine.

A Roma le date della difficoltà non stanno tra Europee e Regionali o comunali , stanno tra la sfida lanciata da Matteo Renzi e il modo in cui l’ha presa, o subita, gran parte di un partito, di una classe intellettuale legata ad una formazione ed idee vecchie.

14. Il maledetto filo rosso a Roma

Un filo rosso collega l’analisi di Barca alla critica prevalente in una parte della sinistra del PD e della sinistra che ha prevalso a Roma, è chiaro: tutto il male sta nella scarsa difesa dei deboli. Questo svincola tutti dal confrontarsi con altre ipotesi e anche solo dal rintracciare e ricercare nella realtà degradata di Roma energie e risorse di chi fa bene per legarlo a chi non ce la fa. Putroppo non basta nemmeno l’evocazone più sincera ed intelligente del popolo (Bettini), di un nuovo carattere popolare, una architettura di democrazie deliberante, perchè non si confronta con lo scombussolamento di categorie ed i tempi del riformismo e del volontarismo renziano ( come tutta Europa ha da fare)

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Se un partito non ha una volontà, dentro un orizzonte strategico, se non ha una idea di metropoli addirittura come salvezza e razionalizzione dell’ambiente, come opportunità della crescita, si lascia tutto in balìa di una dimensione astratta e il territorio diventa una categoria dove non ci troveremo nulla. Se non ha idea del bene, non può combattere il male. Oppure arriveremo troppo tardi e troppo poco perchè incapaci di interpretare sia i numeri (falsati), sia i segnali deboli che annunciano il futuro. Quanti circoli sono attivi on line? Che fanno? Quanto conoscono della dimensione on line che avvolge unisce i territori, le persone quanto interagiscono, in modo appropriato? Non è virtuale, perchè dalla parrocchia al circolo di Zumba, dai latinos che si convocano via whatsapp, fino al sito delle foto d’epoca ci sono interazioni. Nella storia ci siamo sempre confrontati con alcune esperienze : abbiamo imparato le feste dell’Unità dalle Parrocchie, ma le parrocchie sono in crisi se sono solo territorio.Si va nella parrocchia (A Sant’Egidio) dove c’è, anche, un leader motivatore, o perchè si fa una politica mondiale. Insomma se cerchiamo solo gli strappi nel degrado (quando è tardi), non riusciremo a ricucirli, tantomeno trasformandoci in laboratori di progettisti. Dobbiamo trovare filo e balsami di speranza, ambulatori civici della informazione autogestita, l ’aiuto reciproco ed emersione del meglio, della ambizione a fare bene, non il bene, ad accrescere la ricchezza non solo territoriale Dovremmo cercare nelle università, nelle imprese, (non nelle litigiose rappresentanze d’impresa attive solo nei cocktail) , tra i giovani professionisti. Cercare, non farci cercare nella società della smaterializzazione, della mobilità, delle reti. Non lo possiamo fare sperando che scenda la vicina per la differenziata. Dobbiamo salire noi

Massimo Micucci