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le masse non lasciano la piazza

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le masse non lasciano la piazza volantino del PMLI Organizzazione di Pineto (TE)

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Page 1: le masse non lasciano la piazza

Contro le tasse, la povertà, Equitalia e il governo

LE MASSE NON

LASCIANO LA PIAZZA

Emarginare l'estrema destra fascista. Esigere la democrazia diretta nel movimento e l'elezione del gruppo dirigente

La grande mobilitazione di massa contro l'austerità, le tasse, la povertà, Equitalia e il governo, promossa a partire dal 9 dicembre su tutto il territorio nazionale dal Coordinamento 9 Dicembre con una serie di combattive manifestazioni, presidi, cortei, blocchi stradali e ferroviari che da Nord a Sud hanno paralizzato il Paese, continua ad allargarsi con decine di migliaia di manifestanti, lavoratori, camionisti, artigiani, commercianti, ambulanti, disoccupati, giovani delle periferie urbane, precari, aderenti ai centri sociali, studenti e senza casa che si uniscono alla lotta e presidiano le principali piazze delle città dal Nord, Centro e Sud Italia.

Nel corso dell'ultima settimana di lotta hanno fatto sentire forte la loro voce anche gli studenti medi e universitari che si sono uniti alla protesta partecipando in massa ai cortei e occupando piazze, scuole e Università.

Una grande mobilitazione popolare che cresce di ora in ora in vista della manifestazione nazionale di Roma che il Coordinamento aveva annunciato per il 18 dicembre in Piazza Del Popolo mentre si verificava una spaccatura al vertice del movimento fra i leader dei “forconi” siciliani e dei Liberi imprenditori federalisti europei (Life) del Veneto, da una parte, e i Comitati Riuniti Agricoli (CRA) dell'Agripontino (Latina) dall'altra per il “forte rischio di provocazioni”.

La spaccatura è stata ufficializzata sul sito del Coordinamento con un comunicato stampa a firma di nove responsabili locali dei comitati locali che “dichiarano di dissociarsi da ogni azione e/o iniziativa intrapresa dal Sig. Danilo Calvani del CRA Comitati Riuniti Agricoli, e dalle persone a lui facenti riferimento.

Si temono gli “scontri”, le “provocazioni” e le “infiltrazioni”, continuano a denunciare i protagonisti dei presìdi, specie dopo l'annuncio di Alfano che ha minacciato: “Lo Stato metterà tutta la forza necessaria” contro chi non “rispetta la legge e la democrazia...”.

Sulla stesse posizioni anche il neopodestà di Roma, il PD Ignazio Marino che ha già fatto sapere che non consentirà accampamenti e tendopoli in Piazza del Popolo.

Contraddizioni che confermano come all'interno del movimento e del Coordinamento agiscono avventurieri politici che lasciano grande spazio all'estrema destra fascista che aspira a prenderne la direzione politica e organizzativa e a cavalcare la protesta come è già successo in alcuni presidi di Roma, Torino e Milano dove i provocatori in camicia nera hanno cercato di pescare nel torbido mascherando la loro presenza dietro le bandiere tricolori. Un rischio favorito soprattutto dal

criminale atteggiamento assunto dai partiti e dai sindacati della “sinistra” borghese che, tutt'al più, si spingono a riconoscere il “disagio” sociale che esprime il movimento ma non lo sostengono, anzi lo criminalizzano e difendono a spada tratta il governo, il parlamento e le istituzioni borghesi. Un errore politico madornale e imperdonabile che più di ogni altra cosa blocca per il momento la confluenza della classe operaia nel movimento e le impedisce di prenderne la testa per orientarla nella giusta direzione politica e organizzativa e decidere gli opportuni metodi di lotta con cui portare avanti la protesta.

Qualcuno però comincia ad aprire gli occhi. Alberto Perino, leader storico dei No Tav, sostiene che “Dovremmo scendere in piazza assieme a questa gente, così eterogenea, così disorganizzata, e perciò molto genuina. Perché se li lasciamo in mano alla destra facciamo la fine della Grecia con Alba Dorata... Che la sinistra faccia attenzione a non regalare alla destra tutto ciò che non passa per le organizzazioni politiche o sindacali”.

Bisogna riconoscere che si tratta di un grande movimento di massa promosso e diretto dalla piccola borghesia mandata in rovina dalla perdurante crisi economica capitalistica e composto da camionisti, commercianti, contadini medi, il cosiddetto popolo delle partite Iva, precari, disoccupati, studenti, che esprime rivendicazioni comuni a milioni di lavoratori, pensionati, operai e famiglie popolari che hanno perso il lavoro, sono letteralmente al lastrico e non sanno più dove sbattere la testa.

Perciò è importante che il movimento continui a presidiare le piazze e a lavorare per una grande manifestazione di massa nazionale a Roma sotto le finestre di Palazzo Chigi. Occorre evitare che esso venga egemonizzato dalla destra, riassorbito nel pantano del parlamentarismo e del legalitarismo borghesi o finisca preda dell'avventurismo di piccolo gruppo. Un rischio che va evitato a tutti i costi emarginando da subito l'estrema destra fascista dalle iniziative di lotta e pretendendo fin da subito l'elezione dei rappresentanti ispirandosi ai principi della democrazia diretta e il movimento sia finalmente unito nella lotta contro il capitalismo e il governo Letta-Alfano che attualmente ne regge le sorti. Solo unendosi alla sinistra del movimento è possibile cominciare a spostare sulle nostre posizioni antigovernative, antistituzionali, antifasciste e anticapitaliste settori sempre più ampi di manifestanti.

(Estratti dell’articolo de “Il Bolscevico”" n. 46/2013 pubblicato sul sito www.pmli.it)

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