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1 Microcredito e Servizi per il Lavoro “Nuovi servizi per nuovi lavori: il microcredito e l’autoimpiego quali misure di politica attiva del lavoro” Rapporto finale Progetto “Microcredito e servizi per il lavoro”

Microcredito e servizi per il lavoro

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Microcredito e Servizi per il Lavoro

“Nuovi servizi per nuovi lavori: il microcredito e l’autoimpiego

quali misure di politica attiva del lavoro”

Rapporto finale

Progetto “Microcredito e servizi per il lavoro”

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Microcredito e Servizi per il Lavoro

“Nuovi servizi per nuovi lavori: il microcredito e l’autoimpiego

quali misure di politica attiva del lavoro”

Rapporto finale

Progetto “Microcredito e servizi per il lavoro”

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Il presente volume è a cura di Tiziana Lang

Si ringraziano quanti hanno contribuito all’ideazione e realizzazione del Rapporto: Francesca Aloisio, CristianaAltarocca, Daniela Ambroselli, Barbara Balzano, Maria Rosaria Cozza, Giovanni Esposito, Mario Esposito,Giuseppe Antonio Fazio, Giorgia Ferrara, Gildo Ghezzo, Antonello Intrisano, Lucia Liberatore, Francesca Lip-polis, Valentina Lupo, Roberta Messina, Maria Grazia Morabito, Alessandra Mori, Nunzio Pagano, NicolaPatrizi, Andrea Petrosellini, Vitanio Pietanza, Stella Piscopo, Marco Temperoni, Laura Uliano.

Hanno redatto i singoli capitoli: Capitolo 1. Francesco Verbaro (par.1.1), Laura Uliano (par. 1.2) Capitolo 2. Laura Uliano (par.2.1), Francesca Aloisio (par.2.2)Capitolo 3. Laura Uliano Capitolo 4. Gianni Esposito (par. 4.1, 4.2), Lucia Liberatore (par.4.3, 4.4)Capitolo 5. Nunzio Pagano (5.1), Roberta Messina (5.2), Francesca Aloisio par. 5.3)Capitolo 6. Francesca Aloisio (par. 6.1), Vitanio Pietanza (par.6.2)Capitolo 7. Tiziana Lang (par. 7.3, 7.4, 7.5, 7.6, 7.7), Nunzio Pagano (7.1, 7.2, 7.7)Capitolo 8. Francesco Verbaro Capitolo 9. Tiziana Lang

Elaborazione dati, grafici e tabelle a cura di Lucia Liberatore e Nunzio Pagano. Progetto grafico e impaginazione Francesco Callegher - www.studiocallegher.comIl testo è stato chiuso alla data del 30 giugno 2014

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IndicePremessa pag. 7Introduzione pag. 9

Capitolo 1 Il progetto microcredito e servizi per il lavoro: il ruolo dei servizi pubblici per l’impiego nel sostegno al lavoro autonomo e alla microimprenditorialità pag. 111.1 I servizi pubblici a sostegno del lavoro autonomo e dell’autoimprenditorialità pag. 111.2 Il progetto Microcredito e servizi per il lavoro pag. 15

Capitolo 2 Gli sportelli informativi per il microcredito e l’autoimpiego pag. 192.1 Uno sportello per informare, accogliere e orientare all’autoimprenditorialità pag. 192.2. Gli sportelli informativi del progetto e le amministrazioni coinvolte pag. 22

Capitolo 3 La formazione e l’aggiornamento degli operatori degli sportelli pag. 253.1 La formazione nel progetto pag. 253.2 I seminari informativi pag. 273.3 Sessioni formative e di aggiornamento pag. 29

Capitolo 4 La piattaforma Retemicrocredito.it e le sue funzioni pag. 314.1 La piattaforma pag. 314.2 I servizi offerti all’operatore di sportello pag. 344.3 I servizi offerti agli enti erogatori pag. 364.4 I servizi offerti agli utenti pag. 37

Capitolo 5 Il ruolo dei soggetti che gestiscono ed eroganomicrocredito pag. 395.1. Il ruolo degli enti erogatori pag. 395.2 Le attività di animazione del territorio pag. 415.3 I protocolli di intesa pag. 42

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Capitolo 6 Le reti locali a sostegno dell’attività degli sportelli edell’avvio di impresa pag. 476.1 Quali servizi di accompagnamento pag. 476.2 Il ruolo delle reti regionali pag. 48

Capitolo 7 Prime considerazioni sull’efficacia dell’attività di consulenza-informazione degli sportelli pag. 517.1 Il campione pag. 517.2 Le consulenze erogate dagli sportelli per il microcredito e l’autoimpiego pag. 527.3 L’identikit degli utenti degli sportelli pag. 557.4 Lo status degli utenti pag. 617.5 La tipologia di impresa pag. 647.6 La tipologia di consulenza pag. 667.7 Considerazioni conclusive pag. 68

Capitolo 8 La programmazione e gestione di servizi innovativi daparte delle pubbliche amministrazioni pag. 718.1 Poche risorse o poca programmazione? pag. 718.2 Tra riforma e miglioramento della gestione dei servizi pubblici pag. 748.3 I servizi innovativi del progetto: programmazione e gestione pag. 78

Capitolo 9 Il microcredito e l’autoimpiego quali strumenti di politicaattiva del lavoro: prime valutazioni e sintesi pag. 839.1 La crisi e la promozione di politiche attive del lavoro pag. 839.2 Il ruolo dell’informazione sulle politiche attive del lavoro per l’autoimpiego e il microcredito pag. 879.3 Conclusioni pag. 88

Bibliografia pag. 93

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Con il Rapporto dal titolo“Nuovi servizi per nuovi lavori: il microcredito el’autoimpiego quali misure di politica attiva del lavoro” l’Ente nazionaleper il microcredito conclude il progetto “Microcredito e Servizi per il Lavo-

ro”, sviluppato dall’Ente in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche So-ciali-Direzione generale delle politiche dei servizi per il lavoro.Il progetto, come ben spiegato nella pubblicazione finale, ha messo a segno risultatidecisivi aprendo interessanti prospettive sui nuovi programmi inclusivi di microcredi-to e autoimpiego creati per sostenere un’economia sociale di mercato. Nuovi modelli e strumenti innovativi sono stati sperimentati dal progetto finanziatodal Fse al fine di mettere in condizione i soggetti non bancabili di fare autoimpresa. Ilruolo del lavoro autonomo e dell’imprenditorialità quali realtà in grado di creare nuo-va occupazione è richiamato nella Strategia Europa 2020 e nel Piano di azione im-prenditorialità 2020 del gennaio 2013. Sono le nuove imprese infatti a dare nuova lin-fa, essendo fonte di occupazione con gli oltre quattro milioni di nuovi posti di lavorocreati nell’Unione tra il 2008 e il 2013. Ma se creare un’impresa o mettersi in proprionon è facile, resistere nel tempo è ancora più difficile. Ed è perciò necessario che le azio-

PREMESSA

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ni di stimolo e promozione all’autoimpiego abbiano come assi portanti l’informazio-ne e l’accompagnamento alla conoscenza e all’accesso agli strumenti finanziari dispo-nibili, di pari passo con la creazione di reti territoriali stabili per supportare chi vogliamettersi in proprio, sia nel periodo dello start up che in quello successivo. Ed è propriosu questi presupposti che il progetto “Microcredito e Servizi per il Lavoro” si è mossoelaborando un modello d’intervento dimostratosi efficace, il quale ha portato all’atti-vazione degli sportelli informativi in quattro regioni del sud e all’integrazione dellecompetenze tra diversi attori/ servizi presenti sul territorio. Il dado è tratto: gli sportel-li informativi per il microcredito presso i servizi pubblici per l’impiego, i comuni e lecamere di Commercio di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, i territori “convergen-za”, hanno orientato al microcredito oltre mille cittadini non bancabili in soli cinquemesi dall’avvio dell’attività. Centoventi operatori specializzati in consulenza sono sta-ti a servizio dei più deboli con il supporto della piattaforma informativa “retemicro-credito” creata dall’Ente, un unicum nel suo genere, in grado di offrire una variegatatipologia di servizi: da quello diretto all’operatore di sportello a quello rivolto all’enteerogatore fino al servizio per l’utente. Tutti gli step sono stati percorsi durante il pro-getto nella complessa rete del microcredito che comprende passaggi ed attori impre-scindibili: la formazione con le sessioni formative e di aggiornamento, il ruolo deglienti erogatori, le attività di animazione del territorio, le reti locali a sostegno dell’atti-vità degli sportelli. Un processo articolato che va perseguito con convinzione per undecollo del microcredito, una volta superati i “problemi normativi”.Tra le considerazioni finali del rapporto, posto che la crisi e la recessione hanno avutoforti effetti depressivi sull’economia italiana, emergono con evidenza due aspetti. Ilprimo: il microcredito è uno strumento di sviluppo locale e, al contempo, di politicadel lavoro se destinato all’avvio di forme di autoimpiego e microimpresa da parte disoggetti esclusi dal mercato del lavoro per una ri-attivazione, ri-collocazione, ri-quali-ficazione. Il secondo, invece, a testimonianza del risultato conseguito e da consolidarenell’imminente futuro, risiede nel fatto che gli sportelli informativi hanno coniugatopolitiche attive del lavoro, politiche di sviluppo e politiche sociali in un unico luogo,sul modello del one-stop-shop, colmando il vuoto informativo nella precisa direzionedi programmi per una “Finanza che include”, finalmente.

Mario BacciniPresidente Ente Nazionale per il Microcredito

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Il Progetto Microcredito e Servizi per il Lavoro, inserito nell’ambito delleattività cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per il periodo diprogrammazione 2007-2013, si è fatto promotore di un’azione di siste-

ma volta alla creazione e alla valorizzazione di strumenti operativi e innovati-vi per l’autoimpiego e la microimprenditorialità presso i servizi per il lavoro.Attuato dall’Ente Nazionale per il Microcredito, in accordo con il Ministerodel Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale delle Politiche dei Ser-vizi per il Lavoro- il Progetto ha creato una rete di servizi informativi, diorientamento e di accompagnamento sullo strumento del microcredito di im-presa e sugli incentivi per l’autoimpiego presso alcuni centri per l’impiego,comuni, camere di commercio di campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Al cen-tro dell’azione di sistema promossa dal progetto vi è il primo esperimento di“rete pubblico-privata” al servizio del cittadino che esplora l’offerta di mi-crocredito quale opportunità di autoimpiego. Una rete di soggetti e di servizi,costruita attorno alle politiche per l’accesso al credito e per l’autoimpiego,che nasce come sperimentazione nell’ambito del progetto, ma che si configura

INTRODUZIONE

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nel tempo quale esperienza virtuosa e, a parere di chi scrive, meritevole di di-venire un “esperimento permanente”.

Questo lavoro vuole essere l’occasione per tracciare un bilancio dell’intensaattività svolta dal progetto nelle quattro regioni Convergenza, che ha vistol’attivazione di efficaci percorsi di affiancamento alle amministrazioni locali ela costruzione di quella che possiamo definire “rete territoriale per il micro-credito”. Uno dei risultati più significativi e visibili è certamente rappresenta-to dall’apertura di un centinaio di sportelli informativi presso pubbliche am-ministrazioni che, in un breve periodo, hanno accolto e orientato al microcre-dito e all’autoimpiego oltre mille utenti. L’azione di rafforzamento della capa-cità istituzionale si è concretizzata nella formazione di circa centoventi “ope-ratori di sportello”, individuati tra il personale delle amministrazioni localiaderenti. Grazie al percorso di specializzazione i funzionari hanno acquisitole competenze necessarie a garantire l’innovativo servizio informativo e diconsulenza sul microcredito, avvalendosi tra l’altro dell’ausilio tecnologicodella piattaforma Retemicrocredito.it. Inoltre, è da ritenere sicuramente signi-ficativo l’elevato numero di convenzioni di collaborazione sottoscritte contutti i gestori di programmi di microcredito che operano nelle aree interessateal fine di sviluppare la funzionalità degli sportelli, nell’ottica dell’azione di re-te sopra citata.

Il presente lavoro vuole inoltre offrire un contributo tecnico pratico al dibat-tito che ruota attorno al tema del microcredito quale strumento di autoimpie-go e, a tal fine, si rivolge a tutti gli addetti ai lavori e agli stakeholder interes-sati. Tra questi: le Regioni e le amministrazioni centrali che finanziano con iloro programmi operativi (PO) gli strumenti di ingegneria finanziaria attualie futuri, gli enti erogatori di microcredito, con la loro esperienza di accompa-gnamento all’accesso al credito, le amministrazioni che hanno deciso di met-tersi in gioco aprendo uno sportello informativo, le agenzie centrali che gesti-scono strumenti nazionali di promozione dell’autoimpiego.

Mario EspositoCapo Progetto Microcredito e Servizi per il Lavoro

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1.1 I servizi pubblici a sostegno del lavoro autonomo e dell’autoimprenditorialitàIn una condizione di crisi economica persistente, la crescita dell’Italia rimane an-cora debole. La lunga contrazione della produzione ha subito una battuta d’arre-sto nell’ultimo trimestre del 2013, quando il PIL è aumentato ma di appena lo0,1%. Tuttavia, secondo le stime preliminari, a questo aumento ha fatto seguitoun lieve calo nel primo trimestre del 2014. L’occupazione non è diminuita quantoin altri Stati membri della zona euro, mentre vi è stata una drastica riduzione delleore lavorate e, al contempo, il tasso di disoccupazione è raddoppiato passando dal6,1% al 12,2% tra il 2007 e il 2013. Stando alle recenti previsioni della Commis-sione europea1, la crescita economica nel nostro Paese dovrebbe diventare positivacon un modesto 0,4% nel 2014 e accelerare all’1,2% nel 2015. Il mercato del la-voro reagisce con ritardo al miglioramento delle condizioni economiche, a comin-ciare dall’aumento delle ore di lavoro, fermo restando inevitabili processi di ri-strutturazione e di labour saving. A causa del leggero aumento dell’offerta di lavo-ro, il tasso di disoccupazione dovrebbe toccare il suo massimo quest’anno rag-giungendo il 12,8%, per poi scendere marginalmente nel 20152.

CAPITOLO 1

IL PROGETTO MICROCREDIITO E SERVIZI PER IL LAVORO: IL RUOLODEI SERVIZI PUBBLICI PER L’IMPIEGO

NEL SOSTEGNO AL LAVOROAUTONOMO E

ALL’IMPRENDITORIALITÀ

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Relativamente al tema mercato del lavoro, tra le raccomandazioni ricevutedall’Italia sul programma nazionale di riforma del 2013, rientra l’invito delConsiglio europeo ad assicurare l’effettiva attuazione delle riforme del mercatodel lavoro e del quadro per la determinazione dei salari, ad adottare ulterioriprovvedimenti per promuovere la partecipazione al mercato del lavoro, in par-ticolare delle donne e dei giovani, nonché a migliorare i servizi pubblici perl’impiego (raccomandazione n.4)3. Secondo le istituzioni comunitarie è necessa-rio mettere in moto processi più articolati e innovativi rispetto alle tradizionalipolitiche attive per l’occupazione, capaci di potenziarne l’efficacia4. In tal sensola piattaforma online “cliclavoro” e la creazione di una banca dati globale dellepolitiche attive e passive del lavoro previsti dalla legge 92/2012 e dal DL76/2013 sono strumenti utili che possono completare gli sforzi riorganizzatividei servizi pubblici per l’impiego5.

La strategia Europa 2020, e in particolare l’Orientamento 7 in materia di occu-pazione individuano il lavoro autonomo e l’imprenditorialità come fattori checontribuiscono a realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva6. Sisottolineano, in particolare, due aspetti:

● la necessità di investire e di promuovere il lavoro autonomo, l’impren-ditorialità e la creazione di posti di lavoro in tutti i settori, rilanciando cosìlo spirito imprenditoriale7. L’imprenditorialità è un possente volano della

1 Tutte le stime sono effettuate usando i modelli macroeconomici ITEM, IGEM e una ver-sione nazionale del modello QUEST III della Commissione europea presenti nella “Valuta-zione del programma nazionale di riforma e del programma di stabilità 2014dell’Italia”del 2.6.2014 SWD (2014) 413 final. 2 I dati sono tratti dal citato documento di lavoro della Commissione (SWD (2014) 413final) che accompagna la “Raccomandazione del Consiglio sul programma nazionale di ri-forma 2014 dell’Italia e formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2014dell’Italia” COM (2014) 413 final.3 COM (2013) 362 final del 29.05.2013 recante “Raccomandazione del Consiglio sulprogramma nazionale di riforma 2013 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sulprogramma di stabilità dell’Italia 2012-2017”4 Il Consiglio nella COM (2014) 413 final a seguito dei ritardi registrati, invita il Governoa procedere rapidamente con i piani di miglioramento dell'efficacia dei servizi per il lavoroe a potenziare il coordinamento e l’efficienza dei servizi pubblici per l’impiego in tutto ilPaese.

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crescita economica e occupazionale: essa è all’origine della creazione dinuove imprese e di nuovi posti di lavoro, schiude nuovi mercati e alimentanuove competenze e capacità. Quindi la creazione di posti di lavoro attra-verso la costruzione e il consolidamento di nuove imprese è fondamentaleper il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020: un numero significa-tivo di nuovi posti di lavoro è creato grazie a imprese di recente costituzio-ne e di queste quasi l’85% sono microimprese8; ● la necessità di dotarsi degli strumenti più appropriati per mettere in con-dizione i soggetti che oggi sono maggiormente in difficoltà, in primis i gio-vani, di cimentarsi nella creazione d’impresa9. Infatti, uno dei principaliostacoli alla creazione di imprese è la difficoltà di accedere al credito. Il set-tore della microfinanza non ha ancora raggiunto in Europa la maturità e ri-chiede da un lato maggiore semplificazione e razionalizzazione10, dall’altrolo sviluppo di maggiori capacità istituzionali. Ma esso deve operare semprepiù utilizzando la rete con gli altri soggetti che intercettano i potenziali be-neficiari, i disoccupati, i giovani, le donne, i migranti, i soggetti più svantag-giati. I servizi per l’impiego devono rinnovarsi e nell’orientare le persone al-la ricerca di un impiego, tener conto e informare (anche di queste possibili-tà), indirizzare i potenziali interessati verso gli sportelli o i servizi esistenti.

Ma se creare un’impresa o mettersi in proprio non è facile, resistere nel tempo èancora più difficile. Su questo non bisogna creare illusioni nei soggetti destinataridegli strumenti di microfinanza esistenti. Per questo le azioni di stimolo e promo-zione dell’autoimpiego e della microimprenditorialità hanno come presuppostofondamentale la funzione di informazione e accompagnamento alla conoscenza eall’accesso agli strumenti finanziari disponibili (tra i quali rientra il microcredito) ela creazione di reti territoriali stabili a sostegno delle necessità dei lavoratori che simettono in proprio, sia nel periodo dello start up sia in quello successivo. Questaattività, complessa, può essere garantita attraverso una collaborazione attiva sulterritorio tra diversi soggetti che devono agire in maniera strutturata e coordinata. In tal senso il progetto italiano Microcredito e Servizi per il Lavoro – finanzia-to nell’ambito del PON GAS 2007 – 2013 dalla Direzione Generale per le Poli-tiche dei Servizi per il Lavoro e attuato dall’Ente Nazionale Microcredito hasperimentato e diffuso nelle Regioni in Obiettivo Convergenza un modello

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d’intervento che si è dimostrato efficace, come vedremo oltre. Esso considera,come presupposto all’autoimpiego sostenibile di persone in condizione di svan-taggio sociale, la disponibilità dei servizi non solo di natura informativa ma an-che di accompagnamento e tutoraggio all’avvio di attività autonome e mi-croimprenditoriali, avvalendosi del coordinamento o del supporto dei servizipubblici per l’impiego e degli altri soggetti autorizzati all’intermediazione aisensi dell’art. 6 del decreto legislativo 13 settembre 2003, n.276 e s.m.i. La cor-retta realizzazione di un siffatto modello prevede come momenti fondanti lacreazione di sportelli territoriali informativi e l’integrazione delle competenzetra diversi attori/servizi disponibili sul territorio. Esso deve inoltre tener contodelle caratteristiche e delle criticità della domanda e dell’offerta di microcredi-to, affinché gli strumenti esistenti possano essere utilizzati in modo sempre piùefficace e produttivo.

5 In proposito confronta capitolo 86 Confronta Decisione 2010/707/UE del Consiglio, del 21 ottobre 2010, sugli orienta-menti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (GU L 308 del24.11.2010, pag. 46).7 Decisione 2011/308/UE del Consiglio del 19 maggio 2011 (GU L 138 del 26.5.2011,pag. 56) che mantiene per il 2011 gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a fa-vore dell'occupazione figuranti nell'allegato della decisione 2010/707/UE del Consiglio,del 21 ottobre 2010 (GU L 308 del 24.11.2010, pag. 46).8 Per quanto concerne le potenzialità di creazione di posti di lavoro legati all'imprendito-rialità si rinvia alla comunicazione della Commissione "Verso una ripresa fonte di occupa-zione", 18.4.2012, COM(2012) 173 final.9 Raccomandazione del Consiglio, del 22 aprile 2013, sull'istituzione di una garanzia peri giovani (GU C 120 del 26.4.2013, pag. 1). Le azioni previste dal programma dovrebberosostenere l'attuazione della raccomandazione del Consiglio sull'istituzione di schemi diGaranzia per i giovani da parte degli Stati membri e degli operatori del mercato del la-voro. Tale raccomandazione stabilisce che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni dovreb-bero ricevere un'offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, diapprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazioneo dall'uscita dal sistema d'istruzione formale..10 In linea con le indicazioni della comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011dal titolo "Un bilancio per la strategia Europa 2020", che raccomanda di razionalizzare esemplificare gli strumenti di finanziamento dell'Unione incentrandoli sul valore aggiuntoper l'Unione e sui loro effetti e risultati, il Regolamento n.1296/2013 (UE) istituisce unprogramma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale ("programmaEaSI") che nel suo 3^ Asse (“Microfinanza e impresa sociale”) prosegue e ulteriormentesviluppa le attività già avviate con lo Strumento europeo Progress di microfinanza, di cuialla Decisione n.283/2010/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, nell’ambito del delProgramma PROGRESS per l'occupazione e l'inclusione sociale 2007-2013 istituito conDecisione n.1672/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio.

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L’idea alla base del progetto Microcredito e Servizi per il Lavoro è dunque lavalorizzazione dei servizi a sostegno dell’autoimpiego, quale strumento aggiun-tivo di politica attiva del lavoro, reso sostenibile se adeguatamente supportatodal microcredito per l’avvio di impresa e lavoro autonomo. Nell’azione speri-mentale, quindi, le tradizionali politiche per l’occupabilità s’integrano conquelle dell’imprenditorialità al fine di contribuire a migliorare i livelli di inclu-sione sociale e lavorativa (nonché finanziaria) di coloro che si trovano in con-dizione di svantaggio in quanto disoccupati e/o non bancabili. In questo dise-gno risulta essere centrale il supporto che i servizi pubblici per l’impiego già of-frono, o possono offrire, alla creazione di autoimpiego come forma d’inseri-mento lavorativo per soggetti vulnerabili, esclusi o a rischio di esclusione dalmercato del lavoro11.

L’opportunità offerta dal progetto consente quindi di ideare e realizzare nei ter-ritori Convergenza un’azione di sistema secondo un modello di rete pubblica diservizi informativi, di orientamento e di accompagnamento che, in collabora-zione con i soggetti pubblici e privati che erogano microcredito, favorisce la co-noscenza e la fruizione dello strumento “microcredito” da parte dei potenzialibeneficiari.

1.2 Il progetto Microcredito e Servizi per il lavoroIl progetto Microcredito e Servizi per il Lavoro ha favorito, in estrema sintesi,la nascita di sportelli informativi per il microcredito presso i servizi pubbliciper l’impiego, i comuni e le camere di commercio delle regioni Convergenza.L’obiettivo è stato quello di diffondere la cultura del microcredito quale stru-mento d’inclusione lavorativa e sociale e, conseguentemente, l’autoimpiego co-me politica attiva del lavoro secondo le più recenti indicazioni dell’Unione eu-ropea12. A livello operativo il progetto Microcredito e servizi per il lavoro, si èbasato su due linee di intervento. La Linea d’intervento 1, caratterizzante ilprogetto, ha previsto la creazione di sportelli informativi dedicati al microcre-dito, attraverso il coinvolgimento di CPI, comuni, camere di commercio e lacreazione di reti partenariali per valorizzare i servizi sul microcredito (anche re-ti e sportelli già esistenti). La Linea d’intervento 2, invece, mirava alla creazio-

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ne di un tavolo di lavoro con i referenti delle quattro Regioni Convergenza, re-sponsabili delle politiche per il lavoro, finalizzato al confronto e all’eventualestudio di un modello di intervento condiviso e/o azioni sinergiche in grado divalorizzare le scelte di programmazione (anche attraverso l’utilizzo dei fondistrutturali) in tema di strumenti di microcredito e politiche occupazionali.

Con una manifestazione di interesse l’Ente ha individuato 78 amministrazioni(Province con relativi CPI, Comuni, Unioni di comuni, CCIAA) che si sono im-pegnate ad avviare i nuovi punti informativi sul microcredito e l’autoimpiegoal loro interno. Al termine del progetto, gli sportelli effettivamente aperti e ope-rativi sono 95: 27 in Puglia; 12 in Calabria; 25 in Sicilia e 31 in Campania. Glisportelli informativi per il microcredito e l’autoimpiego forniscono informazio-ni puntuali sui programmi di microcredito e sull’offerta di incentivi per l’avviodi impresa di livello locale e nazionale attivi nelle regioni di riferimento. Glisportelli non si configurano come un vero e proprio servizio aggiuntivo piutto-sto, più frequentemente, come un’integrazione e un rafforzamento di servizi giàesistenti presso le amministrazioni destinatarie dell’intervento.

Le amministrazioni locali, coinvolte nel progetto, hanno indicato il personaleche è andato successivamente a gestire tale servizio: si tratta di circa 165 traaddetti, funzionari e dirigenti delle quattro regioni convergenza. Per garantire

11 In tal senso un importante riferimento alla centralità del ruolo dei servizi per il lavoroè contenuto sia nella Legge n.92/2012 sia nella Legge n. 99/2013 con riferimento, da unlato, ai ridefiniti livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e, dall’altro, alla presa in carico daparte dei servizi per l’impiego delle generazioni più giovani, i cui livelli di disoccupazionehanno raggiunto nell’ultimo biennio soglie intollerabili (Garanzia Giovani).. 12 In proposito confronta T.Lang, “L’evoluzione della normativa comunitaria e le ricadutesui programmi” e le interviste correlate a P.D’Alessandro e G.Natoli in Osservatorio Mi-crocredito e Programmi Comunitari, “Microfinanza”, numero 0, Anno 1, 2013, pp.34-55.

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loro di acquisire le necessarie competenze per svolgere al meglio il servizio, ilprogetto Microcredito e Servizi per il Lavoro, nel mese di maggio 2013, ha or-ganizzato un ciclo di attività informative/formative in forma seminariale-resi-denziale. La formazione specialistica al personale individuato dagli enti e am-ministrazioni ha permesso di approfondire diversi temi: microcredito e autoim-piego, orientamento al lavoro autonomo e imprenditoriale, programmi e inizia-tive di microcredito attivi sul territorio di riferimento, incentivi all’autoimpiegoe alla creazione di microimpresa erogati da amministrazioni centrali e/o regio-nali, incentivi all’assunzione dei soggetti percettori di doti assunzionali o diparticolari gruppi bersaglio delle politiche attive del lavoro (giovani, donne,immigrati, over 50, ecc.), normativa fiscale sull’avvio e la gestione d’impresa,ecc., affiancamento consulenziale sul microcredito. Sono stati così formati i120 funzionari e dirigenti che in seguito hanno operato presso i nuovi sportelliinformativi (32 provenienti dalla Puglia, 15 dalla Calabria, 35 dalla Sicilia e 38dalla Campania). L’attività di formazione si è svolta in circa 26 ore settimanali(5 gg) per un totale di 102 ore di lezione e 35 docenti coinvolti, nella formuladel seminario residenziale con la presenza degli esperti di progetto sia delle se-di regionali sia della sede centrale, volta a favorire dinamiche di team buildingfra operatori e progetto.

La formazione specialistica si è svolta anche a distanza, grazie al supporto for-nito dalla Piattaforma di servizio realizzata ad hoc dal Progetto. Strumento es-senziale dell’attività informativa, la Piattaforma informatica per l’autoforma-zione e l’informazione sul microcredito e l’autoimpiego è finalizzata all’aggior-namento continuo del personale addetto, alla consultazione tecnica sui temi delmicrocredito e degli incentivi all’autoimpiego e alla microimprenditorialità,nonché a veicolare l’informazione che gli sportelli garantiscono all’utenza. In-fatti, attraverso la piattaforma, l’operatore di sportello è in grado di svolgereun’analisi dei punti di forza e di debolezza dei principali programmi di micro-credito, delle agevolazioni per l’avvio di impresa attive sul territorio, nonché difornire una consulenza approfondita all’utenza interessata (cfr. oltre capitoli 3e 4). A questo scopo ha fortemente contribuito anche la collaborazione instau-rata con FormezPA che prevedeva il dialogo tra le due piattaforme avviate daidue enti nell’ambito di due azioni di sistema del PON GAS 2007-2013. Ciò al

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fine di evitare la replica di spese già effettuate da due progetti e di massimizza-re l’utilizzo di strumenti informatici finanziati dalla medesima Direzione gene-rale del Ministero del lavoro ed entrambi miranti al miglioramento dei serviziper il lavoro nel Mezzogiorno. L’attività degli sportelli è rafforzata dalle sinergie create dal progetto con glienti e istituti di credito che erogano microcredito e con i soggetti che svolgonoattività di accompagnamento allo start up e al post-start up di impresa sui ter-ritori, come più diffusamente illustrato nei capitoli 5 e 6. L’interesse suscitato dall’attività degli sportelli nei territori in cui sono stati av-viati ha provocato un effetto trascinamento nei confronti delle altre ammini-strazioni locali e regionali che hanno ripetutamente chiesto di entrare a far par-te della Rete del microcredito per l’autoimpiego. Si è generato uno spirito di at-tenzione verso la creazione e il rafforzamento di servizi per il microcredito afavore dell’autoimpiego, fondato sulla volontà dell’amministrazione aderente alprogetto e non sulla presenza di un finanziamento che spesso produce un effet-to “spiazzamento” e di dipendenza nelle scelte gestionali.

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2.1 Uno sportello per informare, accogliere e orientare all’autoimprenditorialitàIl lavoro a contatto con l’utenza è più complesso di quanto si possa pensare: inqualsiasi occasione si attivi una dinamica tra due persone entrano in gioco di-verse variabili che non sempre sono manifeste e non sempre sono semplici daindividuare e gestire. L’operatore di front-office giornalmente entra in contattocon una realtà manifesta (azioni, comportamenti e comunicazione esplicita) chesottende anche una realtà latente, non direttamente osservabile ma pur semprepresente. L’attività di front-office svolta da un operatore di sportello informativo hal’obiettivo di dipanare la richiesta del cittadino-utente e analizzarne i reali biso-gni. Non è quindi un’attività sempre semplice e lineare, ma entrano in giocofunzioni complesse connesse ad ambiti quali l’accoglienza, l’interazione con ilcittadino e l’analisi della domanda. L’accoglienza, ad esempio, acquisisce un ruolo centrale e va vista come un mo-mento dinamico caratterizzato da componenti professionali, organizzative eoperative che si concretizza dal primo contatto tra cittadini e servizio. Si tratta

CAPITOLO 2

GLI SPORTELLI INFORMATIVI PER IL MICROCREDITO E L’AUTOIMPIEGO

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di una funzione attiva nella quale interagiscono la domanda individuale, il ser-vizio (erogato dall’operatore) e l’ente pubblico (rappresentato, in quel contesto,dallo stesso operatore). L’accoglienza deve essere, quindi, percepita e vissutacome un luogo di ascolto, elaborazione e indirizzo.

La tematica del microcredito e dell’autoimpiego, come ambito aggiuntivo a in-formazioni tradizionalmente erogate dallo sportello per l’impiego o da una ca-mera di commercio, da un lato certamente arricchisce la possibilità di fornirerisposte concrete relativamente ai fabbisogni occupazionali dell’utenza, dall’al-tro “complica” il lavoro dello sportello stesso, poiché l’area delle aspettative edelle dinamiche interiori dell’utenza risulta costantemente presente e va elabo-rata in condizioni di maggiori criticità. Grazie al progetto, la creazione di unarete locale e diffusa di sportelli informativi e punti di contatto sul territorio hapermesso di sperimentare una modalità innovativa di informazione e supportoper la fruizione degli strumenti di microcredito, soprattutto quelli indirizzati al-le persone appartenenti alle categorie di svantaggio. Gli sportelli per il micro-credito si avvalgono delle reti dei soggetti che localmente gestiscono e promuo-vono strumenti finanziari per il microcredito e l’autoimpiego, con l’obiettivo diproporre alla persona in cerca di lavoro l’idea alternativa dell’autoimpiego,considerando la specifica vocazione del microcredito all’avvio di attività lavo-rative autonome, così da aprire strade alternative al lavoro subordinato (micro-credito di impresa). Essi attivano un primo significativo aiuto informativo sulsostegno finanziario, rilevantissimo soprattutto se si considera il target cui è ri-volto (soggetti tecnicamente non bancabili, e in ogni caso non in grado di so-stenere costi e garanzie richiesti per il credito ordinario); inoltre, vigilano sul ri-spetto dell’obbligo alla partecipazione attiva a politiche di reimpiego cui è con-dizionato il beneficio del credito.

Un esempio evidente delle potenzialità legate al servizio informativo offerto da-gli sportelli - come correttamente ricordato da Oliveri “Non è un caso che l’in-tesa tra Ministero del Lavoro e Upi del 27 luglio del 2010 abbia previsto alpunto 12, che tra i servizi “ordinari” delle Province possa rientrare “l’impegnoad attivare presso i Centri per l’impiego di punti d’informazione in materia di

autoimpiego e microcredito dedicati ai soggetti percettori di sostegno al reddito

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o comunque svantaggiati in quanto non bancabili”13 - riguarda il sostegno che iprogrammi di microcredito potrebbero dare a tutte quelle persone, che nonpossono formalmente qualificarsi come disoccupati, né che abbiano accesso amisure di sostegno come la cassa integrazione, a causa della crisi: “Si tratta nonsolo della categoria degli “esodati”, ma anche di quell’insieme di lavoratori di-pendenti da aziende colpite da crisi, che per ragioni particolari non siano ingrado di avviare procedure di licenziamenti collettivi o accedere alla Cig e, con-testualmente, interrompano o ritardino gravemente gli stipendi. L’interventodel microcredito, in questi casi, è un ponte fondamentale per assicurare un mi-nimo reddituale a chi non disponga dei requisiti normativi per la percezione dibenefici o ammortizzatori sociali e, contestualmente, costruire un percorso diuscita, verso nuove forme o opportunità di lavoro”14.

Quindi, gli sportelli informativi per il microcredito e l’autoimpiego rappresen-tano da un lato un vero e proprio servizio informativo, dall’altro un servizioinnovativo, una sorta di percorso di pre-accompagnamento alla creazione erealizzazione di un piano d’impresa. Allo sportello si indagano le possibilità difinanziamento a livello nazionale e regionale per avviare nuove attività in pro-prio e si illustrano vantaggi e svantaggi delle varie tipologie di microcredito, alfine di orientare l’aspirante imprenditore nella scelta del finanziamento piùadatto alle sue esigenze e all’attività che intende avviare. Al contempo si forni-sce al soggetto interessato un primo quadro di informazioni di sistema, utili avalorizzare al meglio il servizio di microcredito. L’ottimizzazione del primo in-contro con l’utenza favorisce una miglior percezione dei servizi ma, soprattut-to, facilita il processo d’individuazione del percorso più adeguato per il cittadi-no. Passaggi fondamentali di questo iter risultano essere primariamente una fa-se di conoscenza (ascolto attivo) e una di comunicazione (condivisione e dialo-go) fino a giungere ad una percezione più ampia di informazioni che sottendo-

13 L.Oliveri, Percorsi sociali di dignità per nuove prospettive, in Microfinanza, Anno 1,n.3, 2013, pp.30-3314 Ibidem

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no anche elementi motivazionali, aspettative, speranze e progettualità. Elemen-to indispensabile in questa dinamica è il know-how dell’operatore - la sua com-petenza tecnica - unito alla sua capacità di gestire ed elaborare le varie richiesteprovenienti dai cittadini.

Come sarà possibile approfondire nel capitolo 4, attraverso la piattaforma in-formativa l’operatore di sportello, è in grado di svolgere un’analisi dei punti diforza e di debolezza, dei principali programmi di microcredito e delle agevola-zioni per l’avvio di impresa attive in quel momento, ma anche di fornire le pri-me essenziali indicazioni utili per la redazione del proprio piano d’impresa (ap-plicativo business-plan15), strumento indispensabile per pianificare adeguata-mente una nuova attività che possa nascere e crescere “sana e competitiva”.

2.2 Gli sportelli informativi del progetto e le amministrazioni coinvoltePer realizzare la rete capillare di sportelli informativi nelle quattro regioni coin-volte dal progetto, è stato pubblicato un “Avviso di manifestazione di interesse”rivolto alle amministrazioni interessate ad avviare il servizio di Sportello infor-mativo per il microcredito e l’autoimpiego presso le proprie strutture. L’Avvisoammetteva alla partecipazione i CPI e alcuni dei soggetti di cui all’art. 6 com-ma 1 e 2 del D.lgs. 276/2003 quali Camere di Commercio e Comuni delle re-gioni: Puglia, Calabria, Sicilia e Campania.

Alle amministrazioni coinvolte è stato richiesto di destinare risorse umane,strumentali e finanziarie all’apertura degli sportelli, anche nell’ambito dei pianidi razionalizzazione di cui all’art. 16 del DL 98/2011 finalizzati al contenimen-to delle spese in materia di funzionamento ed esternalizzazioni, per attivare

15 La sezione business-plan, è stata gentilmente messa a disposizione del progetto da For-mezPa a seguito di un apposito protocollo di intesa sottoscritto con l’Ente nazionale per ilmicrocredito (cfr. par. 1.2). Nella sezione si forniscono le principali informazioni burocra-tico-amministrative e sulle spese necessarie da sostenere per avviare una nuova iniziativaimprenditoriale o di lavoro autonomo, vengono indicati gli adempimenti da soddisfare pertipologia di attività, gli atti autorizzativi richiesti, gli enti abilitati al rilascio ed i riferi-menti di legge.

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nuovi servizi. Gli Enti ammessi alle attività progettuali sono stati dunque chia-mati a firmare un “Atto di Impegno” nel quale sono stati dettagliati gli impegnipresi dalle parti: per gli Enti firmatari mettere effettivamente a disposizione lerisorse e le strutture promesse, per il progetto Microcredito e Servizi per il La-voro fornire gli adeguati strumenti, a livello formativo e tecnologico, per la dif-fusione delle informazioni al personale incaricato della gestione degli sportelli.Nonostante i vincoli e i requisiti stringenti richiesti dal progetto la risposta del-le amministrazioni è stata sorprendente, a dimostrazione che non solo in pro-grammi basati sugli incentivi finanziari funzionano.

L’obiettivo progettuale puntava ad aprire un massimo di 50 punti informativinelle quattro regioni. Tale obiettivo è stato ampiamente raggiunto e superato,con riguardo sia alla partecipazione alla manifestazione di interessi sia all’aper-tura degli sportelli. Gli sportelli effettivamente aperti e operativi sono 95 (Pu-glia 27; Calabria 12; Sicilia 25 e Campania 31). La loro dislocazione geograficaè visibile nelle mappe regionali riportate di seguito, questa visualizzazione geo-referenziata degli sportelli consente di individuare i territori che dovrebbero es-sere oggetto di un’eventuale ulteriore azione di diffusione del modello speri-mentato.

In allegato si ripetono le tabelle con il dettaglio degli enti presso i quali i servizisono stati aperti, divisi per regione. Nel capitolo 7 sono analizzati alcuni datisull’attività di questi sportelli, a livello complessivo e per singola regione, comepure per tipologia di ente coinvolto.

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CAPITOLO 3

LA FORMAZIONE EL’AGGIORNAMENTO DEGLI

OPERATORI

3.1 La formazione nel progettoLa formazione del personale svolge un ruolo fondamentale nella trasformazio-ne dei modelli organizzativi della Pubblica Amministrazione, sempre più orien-tati, sulla spinta della continua evoluzione del quadro normativo, ad un pas-saggio da modelli di tipo burocratico a modelli di servizi di tipo manageriale,dove la responsabilizzazione sui risultati conseguiti e, dunque, le competenzeindividuali, giocano un ruolo fondamentale. L’organizzazione delle pubblicheamministrazioni sembra ancora rivolta all’erogazione di servizi di certificazionedi status e non di erogazione di servizi. Ne risente ovviamente la stessa organiz-zazione del lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno dove il pubblico impiego an-cora oggi appare soffrire di alcuni gravi squilibri che producono risposte scar-samente efficaci ed efficienti. L’investimento in formazione è quindi fondamen-tale per la crescita economica, culturale e sociale di un Paese. La formazioneper la Pubblica Amministrazione, in particolare, contribuisce allo sviluppo del-la capacità di servizio del sistema pubblico, incrementando il patrimonio di be-nessere e di qualità della vita dei cittadini e delle imprese. Una conoscenza ap-

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propriata consente di capire dove e come indirizzare un consapevole interventodelle politiche pubbliche. In un contesto geografico nel quale poca attenzione siè posta al momento del reclutamento, della selezione e formazione iniziale, di-venta centrale per la stessa riqualificazione delle pubbliche amministrazioniproporre dei percorsi formativi finalizzati e di specializzazione di nuovi profili,che certamente andrebbero recepiti formalmente nella programmazione trien-nale dei fabbisogni e nelle dotazioni organiche.

In tal senso, uno degli obiettivi prioritari del progetto Microcredito e Servizi per ilLavoro è stato quello di aumentare i livelli di conoscenza degli operatori degli spor-telli informativi, come visto tutti dipendenti di pubbliche amministrazioni, attra-verso la valorizzazione delle loro competenze e una formazione mirata sullo stru-mento del microcredito per l’autoimpiego, quale misura complementare alle politi-che “tradizionali” sull’occupabilità. Al di là dei saperi “tradizionali” a chi è addettoallo sportello informativo sono richieste alcune capacità nuove che esulano dallecompetenze primarie del servizio pubblico. Se non del tutto nuova è la dimensione“informativa” già fatta propria dalle pubbliche amministrazioni con i servizi al cit-tadino dei CPI, degli URP, dei SUAP, degli Informagiovani e degli enti camerali, è in-vece del tutto nuovo il ruolo di orientamento informativo svolto dai funzionaripubblici attraverso gli sportelli per il microcredito e l’autoimpiego. Un servizio checonsiste nell’accogliere e informare chi cerca lavoro e chi vuole creare microattivitàimprenditoriali sulle opportunità offerte dallo strumento microcredito nel territo-rio di riferimento; raccogliere informazioni sulle capacità, sulla formazione, sugliinteressi e sulle esperienze lavorative dell’utente; aiutare a formulare domande dicandidatura sui finanziamenti disponibili a livello regionale e ad utilizzare altristrumenti disponibili per accedere a finanziamenti di microcredito; prendere con-tatto con i promotori e presentare le loro candidature per i finanziamenti. Questonuovo ruolo sfidante richiede specifiche competenze, spesso non ancora presenti inmodo specialistico nelle organizzazioni pubbliche.

Nell’ambito del progetto, la formazione degli operatori è avvenuta, attraversol’impiego di tecniche miste (seminari informativi, sessioni formative e di aggior-namento, e moduli di formazione a distanza), proprio per supportare lo svilup-po di nuove competenze, necessarie per la gestione di servizi complessi.

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Per le persone che operano nelle amministrazioni è una prova importante, che faemergere alcune potenziali tendenze nel cambiamento organizzativo degli entipubblici che sono portatrici di notevoli impatti anche sul versante del lavoro,dei fabbisogni di figure professionali e delle politiche di gestione e sviluppo dellerisorse umane.

3.2 I seminari informativiIn particolare nell’ambito del progetto, la settimana seminariale formativa “ti-po”, che ha voluto preparare il personale pubblico coinvolto, è stata replicataper ciascuna delle quattro regioni (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e si è ar-ticolata in una serie di moduli informativi sul microcredito, sulle politiche attivedel lavoro e  sui temi di interesse degli sportelli. Non sono inoltre mancati mo-menti interattivi e di discussione, testimonianze e sessioni di trasferimento dicompetenze, inerenti la costruzione della rete locale e l’utilizzo della piattaformainformativa a servizio dello sportello. L’impiego di un mix di idonee tecniche diformazione professionale improntate ai principi della formazione competencebased, ha consentito il raggiungimento in breve tempo di conoscenze e capacitànecessarie per una rapida attivazione del servizio, offrendo al contempo un oc-casione di arricchimento professionale per gli operatori già impiegati presso leamministrazioni destinatarie e un rafforzamento delle strutture coinvolte, conpotenziali ricadute sull’efficacia complessiva dei servizi per il lavoro erogati neiterritori di riferimento.Rispetto all’impatto sulla qualità dell’offerta di servizi, il progetto formativo ha,in particolare, inteso:

●favorire lo sviluppo di un’offerta di formazione di primo livello comestrumento di riqualificazione professionale e rafforzamento delle strutturecoinvolte;●sviluppare un raccordo tra i soggetti chiave per l’attivazione di un’offertaa rete dei servizi, che intercetti le caratteristiche e le tendenze economico-produttive locali;●garantire un’offerta aggiornata di servizi integrati rivolti a tutta la popo-lazione locale disoccupata/inoccupata, mirati alla creazione di autoimpiego;

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●orientare e accompagnare le categorie a rischio di esclusione sociale e di-soccupazione nel processo informativo sull’accesso al credito e la creazionedi microimpresa;●sostenere, diffondere e concorrere allo sviluppo della formazione conti-nua (lifelong learning) attraverso il sostegno all’occupabilità dei parteci-panti stessi (gli operatori);

In questo modo è stato possibile non solo ottenere il rafforzamento del capitaleumano, incoraggiando il lifelong learning, ma soprattutto un forte potenzialedi ricaduta per lo sviluppo locale con l’innalzamento della qualità e della pro-fessionalità delle prestazioni che hanno consentito e consentiranno di intercet-tare in modo più completo le dinamiche dei contesti socio-economici su cuioperano per tradurle in opportunità lavorative e di inclusione sociale.

La settimana seminariale è stata organizzata in cinque giornate tematiche persviluppare specifiche competenze, come di seguito indicato:

●informazioni e aggiornamenti sulla normativa e le procedure vigenti a li-vello nazionale e locale in materia di microcredito e autoimpiego (TUBnuove disposizioni sul microcredito, normativa regionale in materia di mi-crocredito, elementi caratterizzanti il microcredito, caratteristiche operati-ve del microcredito, collaborazione tra attori pubblici e privati del mercatodel lavoro) ●informazioni su fattori di mercato e comportamenti di consumo propridello scenario di riferimento, sugli strumenti finanziari esistenti (conoscen-za della realtà economica e produttiva del territorio ) e sulla metodologiautile ad assicurare un’adeguata accoglienza che riesca ad analizzare le esi-genze ed i vincoli dell’utente per definire le caratteristiche ottimali della so-luzione da proporre. ●gestione delle relazioni con gli attori della rete per la scelta e la valuta-zione degli strumenti e delle soluzioni (servizi disponibili nel territorio, ca-nali di sostegno alle famiglie e agli individui, gestione delle relazioni congli stakeholders)●conoscenza ed utilizzo della Piattaforma retemicrocredito.it principalestrumento di lavoro e aggiornamento (autoformazione) per l’operatore disportello.

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L’interesse dimostrato dai partecipanti alle settimane seminariali è stato rileva-to attraverso un “questionario di gradimento delle attività formative, informa-tive e di aggiornamento” sottoposto loro al termine di ciascuna settimana. I ri-spondenti al questionario sono stati 115, il 37% dei quali ha valutato moltopositivamente l’utilità complessiva del seminario. Particolarmente elevato (111su 115) è stato il giudizio positivo dato dai partecipanti sull’utilità del progettoMicrocredito e Servizi per il Lavoro per il miglioramento e l’innovazione del-l’offerta di servizi pubblici per il lavoro ed anche (110 su 115) per la diffusionedella conoscenza dello strumento del microcredito quale politica attiva del la-voro per l’autoimpiego e la microimpresa, mostrando la viva esigenza di esserecostantemente aggiornati sulle evoluzioni in tema di microcredito, sia a livellolegislativo che per ciò che concerne i singoli programmi di microcredito attivi.A tal proposito è stata apprezzata molto la rivista Microfinanza, strumento uti-le per la diffusione della conoscenza del microcredito. Inoltre, è stata valutatamolto positivamente (109 su 115) l’attività seminariale come strumento per fa-vorire la conoscenza con gli altri operatori di sportello presenti sul territorioregionale di appartenenza. Si evidenzia in questo modo la necessità di mantene-re viva la rete creata tra gli operatori di sportello che ha come obiettivo il raf-forzamento del dialogo tecnico tra le pubbliche amministrazioni e di offrire alcittadino un servizio avanzato, sempre più efficiente e completo.

3.3 Sessioni formative e di aggiornamentoL’attività di formazione e aggiornamento è proseguita attraverso i seminari or-ganizzati sui territori interessati dall’azione del progetto, presso le amministra-zioni che hanno attivato lo sportello informativo per il microcredito e l’autoim-piego. Tale attività seminariale ha avuto come obiettivo il rafforzamento dellecompetenze degli operatori di sportello che orientano e accompagnano gliutenti interessati al microcredito. Nel corso dei seminari si è data particolareattenzione alla funzionalità della Piattaforma Retemicocredito.it, principalestrumento operativo implementato per supportare l’attività svolta dagli opera-tori, e lo stato di attuazione dei programmi di microcredito e delle politiche peril lavoro attive sul territorio di riferimento. Le domande poste dagli operatoridi sportello relative alla funzionalità della piattaforma si sono incentrate prin-

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cipalmente sulla modalità di interlocuzione tra gli operatori di sportello e glioperatori di microcredito e sulla fase “Registrazione consulenza” con particolareattenzione all’obbligatorietà o meno dell’inserimento di alcuni dati dell’utente.

Gli operatori hanno approfondito e rafforzato le conoscenze in materia di mi-crocredito grazie alla partecipazione diretta dei referenti dei programmi di mi-crocredito che hanno dato loro notizie puntuali e aggiornate sui programmi at-tivi, su quelli di prossimo avvio sui territori e sulle strutture di accompagna-mento allo start up di impresa a sostegno dei beneficiari di microcredito. I se-minari, inoltre, sono stati una valida occasione per approfondire la panoramicarelativa all’offerta di incentivi per l’avvio di impresa e l’autoimpiego quali stru-menti utili per favorire e meglio orientare all’inserimento lavorativo coloro chesi trovano in condizioni di svantaggio.

Un importante contributo è stato dato dalla partecipazione degli stakeholderistituzionali e non ai seminari: dirigenti provinciali dell’area lavoro, rappresen-tati istituzionali quali sindaci e assessori alle attività produttive al lavoro e allaformazione, rappresentanti dell’associazionismo imprenditoriale e professiona-le che hanno focalizzato l’attenzione sulle difficoltà di erogazione del credito,sull’importanza delle attività di sensibilizzazione dei giovani presso gli istitutidi formazione e sul contributo del microcredito all’aumento della microim-prenditorialità, sul fare rete e sull’importanza della corretta programmazionedegli interventi in relazione alle esigenze territoriali.In alcuni casi è stato possibile portare a conoscenza degli operatori degli spor-telli anche l’esperienza di alcuni giovani studenti che hanno raccontato le loroimprese nate a scuola, nei settori dell’e-commerce e delle nuove tecnologie, gra-zie incubatori di impresa creati all’interno degli istituti scolastici dei territori diriferimento.

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4.1 La piattaformaCome si evince dai precedenti capitoli, il progetto Microcredito e Servizi per il Lavo-ro prevede l’erogazione di una serie di servizi informativi, consulenziali, di monito-raggio dell’utenza, nonché di aggiornamento e di formazione a distanza da parte disportelli al pubblico avviati presso le amministrazioni che partecipano al progetto.Tali servizi sono erogati attraverso la piattaforma retemicrocredito.it. Si tratta diuna piattaforma informatica creata per facilitare i contatti tra domanda e offerta dimicrocredito e migliorare l’informazione sugli incentivi volti a favorire l’autoimpie-go. Un software su misura provvede ad avvicinare i potenziali imprenditori a chieroga microcredito, passando attraverso le istituzioni che conoscono i bisogni deicittadini. La piattaforma informativa aggiornata in tempo reale, affianca l’operato-re di sportello, che è così in grado di informare l’utenza sulle opportunità di autoim-piego, reperire e illustrare la normativa in materia di lavoro, informare sulle offerterelative agli incentivi assunzionali, dare assistenza nella compilazione delle doman-de di accesso al credito oltre che di lavoro, nonché fornire un panorama aggiornatosulle opportunità di microcredito a livello regionale e nazionale.

CAPITOLO 4

LA PIATTAFORMA“RETEMICROCREDITO.IT”

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La Piattaforma retemicrocredito.it si configura, quindi, sia come uno strumen-to di supporto per gli operatori degli sportelli informativi sia come strumentoper l’erogazione di servizi a vantaggio dell’utenza registrata degli sportelli stessi(individuazione di incentivi, informazioni fiscali, normativa d’impresa e del la-voro, ecc.) grazie alla possibilità di elaborare e stampare report, statistiche,schede informative, schede sinottiche a beneficio degli operatori e degli utentidegli sportelli informativi. Con il contributo della Piattaforma è possibile indi-viduare il fabbisogno potenziale dell’utente, offrire il servizio informativo ri-chiesto, favorire l’incontro tra le necessità rilevate e l’offerta di microcreditodel territorio.

La Piattaforma informativa è in grado di gestire: 1) l’attività formativa e di aggiornamento degli operatori attraverso i con-tenuti caricati sulla piattaforma (normativa e materiali di approfondimen-to vari, compreso il glossario dei termini finanziari e la Newsletter);

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2) l’informazione in ingresso (accoglienza, assistenza e mappatura del-l’utenza che accede allo sportello) e in uscita (comunicazione e servizi ero-gati);3) la ricerca e la gestione delle informazioni richieste circa il microcredito egli incentivi per l’avvio di impresa;4) l’agenda degli eventuali incontri dell’utenza degli sportelli informativicon gli operatori di microcredito (promotori e gestori di strumenti di mi-crocredito attivi nel territorio), ed il loro feedback sull’effettivo interesseper i prodotti di microcredito offerti.

Per meglio capire il meccanismo di funzionamento, nello schema seguente sonoriportati i flussi in entrata e uscita delle informazioni attraverso gli Sportelli in-formativi grazie al supporto della Piattaforma informativa.I servizi informativi sono erogati attraverso due piattaforme integrate i cui mo-duli sono personalizzati, secondo le specifiche di progetto.Le attività di consultazione delle informazioni, di tracciamento della clientela

INPUT SPORTELLO OUTPUT

RETE

DOMANDA

OrientamentoValutazione

della domanda

Informazioni

DATABASEOperatore

Assistenza

BANCAGESTORE

FONDOMICROCREDITO

ENTE NAZIONALEMICROCREDITO

Attivazione dell’offerta

Esplicitazione deibisogni complessi

Risposta edinformazioni o prime

necessità diorientamento

Strutturazionepercorsi di accesso

microcredito

Associazioni

ASL

Istituz.microfinanza

Sportelli esistenti(giovani e impr. Femm)

Conf. Commercio

Gestione fondiMicrocredito

EE. LL.

Centro per l’impiego

Istituzioni

Esperto microcredito

TUTORAGGIO

Pres richiestacontributo Percorso

accompagnamento Erogazione Servizi

EROGAZIONE

GestioneFinanziamento

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(CRM) e di reportistica si svolgono attraverso la piattaforma tecnologica(CMS) open source Joomla, mentre i corsi di formazione a distanza e i servizicollegati si erogano attraverso la piattaforma tecnologica (CMS) open sourceMoodle. Alla piattaforme si può accedere con i browser più comuni e senza bi-sogno di installare alcuno specifico software. L’accesso a questi servizi nella lo-ro totalità avviene attraverso un indirizzo Internet pubblico di un portale ac-cessibile, in cui sono pubblicate notizie orientate ai cittadini in cerca di infor-mazioni sul microcredito e i riferimenti di contatto e di allocazione degli spor-telli che forniscono consulenza presenti sul territorio.Da questo portale è possibile accedere ad aree riservate dedicate rispettivamen-te agli operatori di sportello, agli utenti che hanno usufruito del servizio infor-mativo presso lo sportello, agli operatori di microcredito. È presente, inoltre,un’area attraverso la quale è possibile ottenere i report contenenti i dati relativialle consulenze effettuate attraverso la piattaforma retemicrocredito.it.

4.2 I servizi offerti all’operatore di sportelloTra le aree presenti nella piattaforma retemicrocredito.it l’area Operatore diSportello rappresenta lo strumento di lavoro essenziale per l’attività degli spor-telli informativi per il microcredito e l’autoimpiego. Tale area riservata è messaa disposizione dell’operatore di sportello per la gestione della consulenza deisoggetti interessati al microcredito, in modo da poter essere in grado di indivi-duare il fabbisogno potenziale dell’utente e offrire il servizio informativo ri-chiesto. In particolare, come strumento informativo la piattaforma offre all’operatoredi sportello:

1) Informazioni dettagliate su tutte le operazioni di microcredito attive alivello nazionale, regionale e locale;2) Informazioni sugli incentivi regionali e nazionali di agevolazione del-l’avvio di nuove forme di autoimpiego, imprese individuali e microimprese,compreso il sostegno allo start up; 3) Informazioni puntuali in materia lavoristica e professionale. In partico-lare, si tratta di informazioni relative ai diversi settori di attività in cuil’aspirante imprenditore/lavoratore autonomo desidera avviare la propriaimpresa, per ciascuno dei quali vengono selezionati i profili professionali

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di appartenenza, descritti nelle loro caratteristiche e gli eventualiincentivi/sgravi esistenti per le diverse tipologie di attività; 4) Informazioni per approfondire l’analisi delle professioni,  i requisiti, ipercorsi formativi, gli sbocchi professionali e tutti i riferimenti utili per ini-ziare un’attività autonoma di tipo professionale o imprenditoriale.

L’area dedicata agli operatori di sportello è la sezione del portale in cui, oltread avere sempre a disposizione il materiale di approfondimento, aggiornamen-to e formazione in materia di microcredito e autoimpiego, si avvia la lavorazio-ne delle pratiche, si verifica lo stato di avanzamento delle richieste degli utentied è possibile consultare un elenco delle domande e delle risposte più frequentia sostegno delle attività dell’operatore stesso. In particolare, la lavorazione della pratica prende avvio nella fase di “Registra-zione consulenza” essendo questa la pagina dedicata alla gestione vera e pro-pria della consulenza in materia di microcredito. In questa sezione vengono in-seriti i dati anagrafici del soggetto interessato al microcredito ed altri dati si-gnificativi quali: Nome, Cognome, Età, Genere, Codice Fiscale, Status, Regione– Provincia e Comune di residenza, Nuova Attività, Sviluppo attività esistente,

Destinatario singolo/forma associata. Inoltre, si ha la possibilità di inserire in-formazioni aggiuntive sulla consulenza effettuata. L’operatore di sportello visualizza tutti i programmi di microcredito attivi nelterritorio di interesse del singolo utente, caricati a sistema e aggiornati in tem-po reale. Nella rosa dell’offerta di microcredito e per meglio finalizzare la con-sulenza all’utente, la piattaforma offre all’operatore una distinzione tra Pro-grammi Disponibili, ovvero l’elenco di tutti i programmi e Programmi Consi-gliati, ovvero l’elenco dei programmi consigliati dallo stesso sistema informati-vo, attraverso l’incrocio tra le informazioni relative al cittadino e le caratteristi-che del target di riferimento del programma di microcredito proposto. In prati-ca, in questa scheda l’operatore può visualizzare nell’elenco di destra i pro-grammi segnalati dal sistema e decidere se consigliarli tutti o se effettuare eli-minazioni e/o aggiunte di altri con l’uso dei relativi check. Infine, nella fase Registrazione consulenza, l’operatore di sportello seleziona latipologia di consulenza d’interesse scegliendone una tra le quattro presenti chesono: Informazioni generali, Consulenza base, Consulenza avanzata, Consulen-za completa e ha la possibilità di annotare l’eventuale appuntamento da lui

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stesso fissato per l’utente presso un ente erogatore di microcredito.Di uso esclusivo degli operatori di sportello, presente nell’area a loro riservata,è la sezione E-learning che permette, con la stessa utenza, l’accesso alla piatta-forma Moodle per la fruizione dei corsi di formazione a distanza, consultare imateriali disponibili e utilizzare servizi di comunità della piattaforma E-lear-ning (FAD).

4.3 I servizi offerti agli enti erogatoriL’area Operatori di Microcredito è l’area riservata messa a disposizione deglienti erogatori di microcredito. Detta area è stata appositamente sviluppata perconsentire ai soggetti promotori e gestori di strumenti di microcredito attivi neiterritori delle regioni Obiettivo Convergenza, di dare un feedback sull’effettivointeresse per i prodotti di microcredito offerti, da parte degli utenti che si rivol-gono ai loro uffici a seguito della consulenza ricevuta presso gli sportelli infor-mativi per il microcredito e l’autoimpiego avviati dal progetto. In tal modos’intende trasferire un’informazione il più esauriente possibile, sull’utilità didiffusione dello strumento del microcredito e su eventuali criticità.L’area “operatori di microcredito” è stata progettata per la gestione dell’esitodell’incontro con il soggetto che si è presentato presso l’ente a seguito di un ap-puntamento fissato da un operatore di sportello. In concreto, l’operatore di mi-crocredito in questa sezione del portale oltre ad avere sempre a disposizionel’elenco completo degli appuntamenti concordati attraverso gli sportelli infor-mativi per il microcredito e l’autoimpiego, ha la possibilità di dichiararne gliesiti confermando o meno:

● l’avvenuto appuntamento; ● il buon fine dell’operazione di concessione del microcredito.

Inoltre, in caso di esito positivo, l’operatore ha la possibilità di specificare:● l’ammontare del credito concesso;● il numero delle rate concordate.

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4.4 I servizi offerti agli utentiI servizi offerti ai cittadini che si rivolgono allo sportello sono erogati dallapiattaforma attraverso l’area Utente. Tale area riservata permette al cittadino diorientarsi tra le offerte disponibili rappresentate dall’operatore in sede di con-sulenza, al fine di individuare l’opportunità che per caratteristiche e vincoli,meglio risponde alle sue potenziali esigenze. Il sistema, all’atto di registrazionedelle consulenza, invia automaticamente, all’indirizzo email inserito, un mes-saggio con le chiavi di accesso all’area utente. In questa area il cittadino può vi-sualizzare i dati dello sportello presso il quale è avvenuta la consulenza, i datidella consulenza (programmi consigliati) e i dati dell’eventuale appuntamentofissato dall’operatore di sportello.Attraverso la piattaforma, l’utente ha quindi la possibilità di approfondire eanalizzare, anche in maniera autonoma, le informazioni sulle operazioni di mi-crocredito. Inoltre, attraverso l’ausilio della guida alla compilazione del proget-to d’impresa e al glossario dei termini finanziari il cittadino può simulare ilproprio business plan, utile strumento che permette di visualizzare dettagliata-mente obiettivi, mezzi, strategie e risorse tipici della fase di avvio di un’attivitàimprenditoriale.

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5.1 Il ruolo degli “enti erogatori” Il panorama dei soggetti che promuovono e gestiscono programmi di microcre-dito è variegato nei territori dell’Obiettivo Convergenza, come nel resto delpaese. I programmi di microcredito, come evidenziato nel rapporto di monito-raggio sui programmi di microcredito realizzato dall’ENM, spesso sono nati“dal basso” da sinergie realizzate su piccolissima scala da soggetti già attivi neiterritori, Diocesi, Onlus e Associazioni del terzo settore, piccoli istituti di credi-to locali. A questi ultimi va riconosciuto un ruolo centrale perché senza la loropartecipazione ai programmi gli altri soggetti non avrebbero potuto da soli av-viare e gestire alcun programma. Negli ultimi cinque anni sono state le Regionia diventate protagoniste nel settore, grazie all’avvio di programmi finanziaticon fondi comunitari che hanno avuto un incidenza quantitativa incomparabil-mente maggiore rispetto a quella messa in campo dagli altri promotori attivinei medesimi territori. Uno dei limiti incontrati dalle Regioni, e dalle loro fi-nanziarie regionali, è stato e rimane quello di non riuscire a portare l’offerta –il prodotto finanziario di microcredito – a conoscenza del pubblico appropria-

CAPITOLO 5

IL RUOLO DEI SOGGETTI CHEGESTISCONO ED EROGANO

MICROCREDITO

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to, ad intercettarne e a rappresentarne la domanda. Infatti, mentre i programmidi dimensioni più ridotte hanno una prossimità con il territorio tale da esserespesso addirittura nati sulla base di specifiche esigenze riscontrate – quindi inqualche modo a partire dalla domanda – i programmi più grandi – come quelliregionali – patiscono in qualche modo la loro “distanza” dalla domanda16.

Gli enti erogatori attivi nel territorio teatro delle azioni del progetto Microcre-dito e Servizi per il Lavoro sono stati coinvolti nelle attività progettuali a parti-re da un seminario organizzato ad hoc nel marzo 2013, volto a favorire la co-noscenza delle attività progettuali stesse e la nascita di un network fra gli ope-ratori e gli stakeholder presenti nei territori. Ciò in un’ottica di messa a sistemadelle risorse, in particolare con riferimento ai servizi di accompagnamento. Aun anno e mezzo da quell’incontro la quasi totalità dei soggetti promotori atti-vi ha sottoscritto un Protocollo di Intesa con il progetto mirato alla formalizza-zione degli impegni reciprocamente presi e già attuati nella pratica. I contenutidel protocollo impegnano l’ENM e i soggetti che gestiscono ed erogano micro-crediti nelle quattro regioni Convergenza a collaborare per la migliore e mag-giore diffusione del microcredito nei territori di attuazione del progetto. In par-ticolare, l’ENM si impegna a definire e mantenere attiva e aggiornata la sezionededicata agli “Operatori di microcredito” nell’ambito della piattaforma retemi-crocredito.it (vedi capitolo 4), al fine di consentire agli stessi operatori di mi-crocredito di interagire con gli sportelli come previsto dal protocollo di intesaper ricavare tutte le informazioni disponibili sui propri prodotti. Dall’altro la-to, gli enti erogatori firmatari dei protocolli, s’impegnano a verificare e mante-nere aggiornate le informazioni disponibili sui propri prodotti in Piattaforma(eventualmente chiedendone l’aggiornamento), e al contempo ad immetteredati di ritorno sui possibili beneficiari indirizzati dagli sportelli informativi alleproprie sedi/strutture.

16 Per un ulteriore approfondimento sugli strumenti di microcredito esistenti nelle quat-tro regioni Convergenza, vedi anche “Le multiformi caratteristiche del microcredito. Rap-porto finale di monitoraggio”, Ente nazionale per il microcredito, 2013.

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Gli sportelli sono, infatti, un serbatoio di possibili utenti che hanno già ricevu-to accoglienza, a cura di operatori appositamente formati, e che hanno avutoinformazioni particolareggiate basate sulle loro specifiche caratteristiche. I refe-renti dei programmi – in particolare di quelli regionali– hanno costruito unacollaborazione fattiva con gli sportelli giungendo, in alcuni casi, ad affidare lo-ro il “pre-screening” dell’utenza interessata ai loro prodotti. Ciò al fine di ab-breviare i tempi dei colloqui e della valutazione della richiesta da parte dell’en-te erogatore. È il caso, ad esempio, di PerMicro che nelle zone dove è attivo(Napoli, Bari/Foggia, Catania) ha affidato agli sportelli il pre-screening sullabase di un questionario predisposto dall’ente erogatore e somministrato pressogli sportelli informativi sul microcredito e l’autoimpiego.

5.2 Le attività di animazione del territorio Il risultato conseguito nella sottoscrizione dei Protocolli di intesa tra l’ENM egli enti erogatori di microcredito non sarebbe stato conseguito senza l’attivitàdi animazione costante del territorio realizzata dagli esperti del progetto. L’atti-vazione di task force regionali si è rivelata scelta vincente del progetto dal du-plice punto di vista sia del “presidio” nei confronti delle necessità delle ammi-nistrazioni ed enti che ospitano gli sportelli informativi sul microcredito e l’au-toimpiego sia della cura delle relazioni con gli enti erogatori e gli stakeholderpubblici e privati da attivare a supporto della sostenibilità dei potenziali lavo-ratori autonomi e microimprese beneficiarie di microprestiti. L’attività di animazione è consistita pertanto in una serie di eventi e incontri ditipo seminariale e non, tenutisi in tutti i territori interessati. Nel corso dei semi-nari è stata data visibilità all’avvio dell’attività degli sportelli nei territori di ri-ferimento anche in collaborazione con gli enti firmatari degli Atti di Impegnoche hanno ospitato diversi eventi di lancio e seminari informativi per gli opera-tori degli sportelli sui propri prodotti di microcredito (è il caso di Unicredit inSicilia sullo strumento JEREMIE microcredito, di Puglia Sviluppo, di BCC Me-diocrati in Calabria). Le varie iniziative di animazione territoriale, invece, sonostate orientate all’aggiornamento degli operatori degli sportelli sulle funzionali-tà della Piattaforma retemicrocredito.it e alla creazione di reti di supporto al-l’attività degli stessi sportelli favorendo l’incontro con gli enti che erogano mi-crocrediti sul territorio e con gli stakeholder che realizzano attività di sostegno

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all’avvio e al consolidamento d’impresa. Alla data conclusiva del progetto (30giugno 2014) gli eventi organizzati dall’ENM e dai partner locali del progetto,sono stati dodici tra Campania (3), Puglia (2), Calabria (2) e Sicilia (7). Le atti-vità di animazione sono state rilanciate puntualmente nella Newsletter17 delprogetto consentendo a tutti gli operatori degli sportelli, anche quelli che nonavevano potuto prendere parte agli eventi di animazione, di essere puntualmen-te informati sulle attività realizzate e i relativi contenuti.

5.3 I protocolli di intesa Per dare conto della realtà esistente sui territori e della sottoscrizione dei Pro-tocolli di intesa sopra citati di seguito brevemente si illustra lo stato dell’artedella sottoscrizione degli stessi18. Nella Regione Calabria sono attivi principalmente tre soggetti che gestisconoed erogano strumenti di microcredito: la Finanziaria Regionale Fincalabra, laBanca di Credito Cooperativo Mediocrati e la Camera di Commercio di ReggioCalabria. Sono stati sottoscritti protocolli di Intesa con Fincalabra e BCC Me-diocrati. Il programma di maggior rilievo dal punto di vista delle risorse dispo-nibili e dell’estensione territoriale è stato, durante il progetto, quello gestitodalla Finanziaria Regionale Fincalabra. Il protocollo sottoscritto dal progettocon tale Ente è tra quelli che prevedono la somministrazione della scheda dipre-screening, predisposta dalla stessa Fincalabra che prevede la rispondenzadegli utenti degli sportelli, che decidessero di presentare la loro richiesta di mi-crocredito alla finanziaria regionale, ai requisiti di ammissibilità previsti dalbando regionale in ordine allo svantaggio sociale e lavorativo degli stessi sog-getti proponenti. La Banca di Credito Cooperativo Mediocrati – anch’essa fir-mataria di Protocollo di Intesa con il progetto – è attiva da anni nel settore delmicrocredito con ben 3 prodotti dedicati e 21 sportelli attivi nel territorio di ri-ferimento, l’ultimo dei prodotti realizzati – il mutuo chirografario COSMO – ènato grazie allo strumento europeo Progress Microfinance, strumento di con-

17 In proposito cfr. Newsletter del progetto Microcredito e servizi per il lavoro, numeri 2-5 sul sito http://www.microcreditoitalia.org/index.php?option=com_content&view=arti-cle&id=469&Itemid=240&lang=it18 Cfr nota 15

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trogaranzia che permette alla banca di poter contare su 4,5 milioni di euro suf-ficienti per erogare ‘micro prestiti’ a favore di circa 180 imprese locali, in parti-colare gestite da donne, giovani, imprenditori autonomi e minoranze etniche,che spesso sono escluse dal sistema bancario tradizionale. Gli altri prodotti mi-crofinanziari offerti dalla BCC Mediocrati sono quelli denominati “Il Semina-tore”, gestito in partnership con la Diocesi di Cosenza, e “Voglio Restare 2.0”,un prodotto dedicato ai giovani residenti che desiderano investire nel settoredell’innovazione e del turismo del territorio, che mira ad invertire la tendenzamigratoria dei giovani calabresi.

Nella Regione Puglia sono attivi diversi soggetti erogatori di microcredito: laFinanziaria Regionale Puglia Sviluppo, la Diocesi di Andria e altre tre Diocesi(Ugento, Lecce e Gallipoli) che attuano il “Progetto POLICORO” della CEI,l’Associazione di Promozione Sociale Eticanonmente, la Fondazione Banco delMonte Domenico Siniscalco Ceci e una filiale di PerMicro, dislocata a Bari. Isoggetti nominati hanno sottoscritto un apposito protocollo di intesa con ilprogetto oppure, come nel caso della Finanziaria Regionale Puglia Sviluppo,hanno scelto di collaborare con il progetto sulla base di un accordo teso a veri-ficare il numero e la tipologia degli utenti degli sportelli per il microcredito chesuperano le selezioni dei bandi a valere sugli strumenti regionali per il micro-credito e altre forme di incentivazione dell’attività d’impresa19 (deve essere evi-denziato che gran parte degli sportelli informativi avviati dal progetto hannoscelto di essere inseriti nella rete regionale Sistema Puglia che si occupa propriodi promozione delle politiche di sviluppo, per l’occupazione e sociali). Altro ca-so è quello della Fondazione Banco del Monte Domenico Siniscalco Ceci, il cuiprogramma è gestito da Banca Popolare Etica, soggetto con il quale il progettoha siglato un Protocollo di Intesa a livello nazionale. Particolarmente attiva è laDiocesi di Andria, che ha festeggiato nel 2013 il decennale di attività del pro-getto “Barnaba”, nato nell’ambito del Progetto Policoro nazionale. Oltre al

19 L’accordo ha dimostrato la sua efficacia se si considera che 12 tra gli utenti che hannousufruito del servizio informativo degli sportelli per il microcredito e l’autoimpiego, inse-riti nel circuito regionale Sistema Puglia, hanno superato le selezioni per accedere al mi-crocredito e il finanziamento di impresa degli strumenti regionali attivi nel periodo2013-2014 (cfr. oltre par. 7.6).

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Progetto “Barnaba” la Diocesi di Andria ha promosso un’ulteriore azione rivol-ta ai giovani, denominata “Fiducia alle Idee”, ed ha avviato lo scorso hanno uninnovativo progetto di Social Housing.

Nella Regione Campania sono attivi diversi programmi, tra i quali: quello ge-stito dalla Finanziaria Regionale Sviluppo Campania (Microcredito FSE),quello gestito nell’ambito del “Progetto Policoro” dalla Diocesi di Caserta,una filiale di PerMicro, dislocata a Napoli, ed il programma denominatoDon.Gio.Pmi, gestito dalla Scarl Sistema Cilento. Esistono poi il piccolo pro-gramma di Microcredito del Rione Sanità e quello promosso dalla CCIAA diAvellino, di recentissima nascita. Tutti gli Enti Erogatori hanno sottoscritto ilProtocollo d’Intesa con il Progetto, tranne “Retesanità”, la rete di associazioniche ha dato vita al progetto nell’omonimo rione in quanto rivolto alla sola po-polazione residente nel quartiere e pertanto meno interessato dall’azione infor-mativa degli sportelli per il microcredito avviati dal progetto. Come nel casodella Regione Puglia e di Puglia Sviluppo, anche la finanziaria regionale Svi-luppo Campania - pur non avendo firmato un protocollo di intesa. – ha forni-to i dati necessari al monitoraggio dell’utenza degli sportelli per il microcredi-to, attraverso il confronto tra i dati degli utenti registrati agli sportelli e quellidei beneficiari dei prestiti a valere sul Programma “Microcredito FSE” dellaRegione.

Anche nella Regione Siciliana sono attivi diversi programmi, tra i quali: quellogestito dalla Regione con finalità sociali a valere sul POR FSE 2007-2013 (mi-crocredito per le famiglie), quelli gestiti nell’ambito del “Progetto Policoro” dadiverse Diocesi, due gestiti dalla Fondazione “Microcredito e Sviluppo” – “Gio-vani Idee” e “Microcredito nel Calatino” – e uno gestito dall’Associazione “Au-tonomamente Sud”, ma soggetto all’approvazione della Fondazione Microcre-dito e Sviluppo.

Un ruolo importante, come peraltro si evince dal fatto che Unicredit Spa haospitato un evento informativo specifico per gli operatori degli sportelli sicilia-ni dedicato ai diversi strumenti attualmente gestiti dall’Istituto, è poi rivestito

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dallo strumento di microcredito del programma “Jeremie SICILIA” per le microe PMI; finanziato a valere sul POR FESR e sul POR FSE 2007-2013 della Re-gione Siciliana e attuato con la collaborazione del FEI e di diversi istituti di cre-dito nazionali (tra i quali appunto, Unicredit - che gestisce il microcreditoFESR per le microimprese fino a un max di 25mila euro- e Banca Etica che fi-nanzia lo start up e rafforzamento di micro e PMI nel settore sociale fino a unmax di 100mila euro - quest’ultimo a valere sul POR FSE 2007-2013). Hannosottoscritto il Protocollo di Intesa con il Progetto i principali attori del territo-rio, tra i quali la filiale PerMicro di Catania di recentissima costituzione. È sta-to inoltre sottoscritto un ulteriore Protocollo di Intesa, che interessa le RegioniCampania e Calabria, con la Commissione Focus “Lavoro, Occupazione e Mi-crocredito” Rotary Distretto 2100. Le attività previste da tale accordo riguar-dano la fornitura a titolo gratuito di servizi di accompagnamento allo start updi impresa per l’utenza che si rivolga agli sportelli informativi.

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6.1 Quali servizi di accompagnamento Il nuovo Testo Unico Bancario (D. Lgs. 141/2010, modificato dal D. Lgs.169/2012) prevede che la prestazione di servizi ausiliari di assistenza e tutorag-gio dei soggetti finanziati sia tra gli elementi che, insieme all’ammontare e allafinalità, definisce le caratteristiche dei prodotti che possono effettivamente es-sere considerati microcredito.La norma non specifica nel dettaglio quali siano i servizi di accompagnamentoda offrirsi, ma – grazie alle ricerche effettuate attraverso il Progetto Monitorag-gio dell’Ente per il Microcredito sui programmi operativi nei territori Conver-genza tra il 2009 e il 2012 – è comunque possibile fare alcune valutazioni sullostato dell’arte dei servizi di accompagnamento attualmente erogati e su qualisiano le reti attualmente vive che supportano i programmi di microcredito esi-stenti. Un supporto preliminare alla richiesta di finanziamento permette inoltredi capire se il possibile beneficiario del prestito sia o meno nelle condizioni dirichiederlo, o se vada indirizzato ad ulteriori percorsi – come ad esempio quellidi alfabetizzazione finanziaria di base – che gli consentano di essere ammesso

CAPITOLO 6

LE RETI LOCALI A SOSTEGNODELL’ATTIVITÀ DEGLI SPORTELLI E DELL’AVVIO DI IMPRESA

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al finanziamento e, soprattutto, di riuscire a gestire l’attività in modo consape-vole fin dal suo avvio. Tra i programmi di microcredito monitorati le attività di supporto propedeuti-che all’eventuale erogazione del prestito di microcredito (analisi della propostaimprenditoriale, valutazione del grado di solvibilità dell’utente, predisposizionedelle pratiche per l’accesso al credito, ecc.) sono senz’altro le più diffuse e, nellamaggioranza dei casi, esse sono a titolo gratuito. Meno diffuse, ma comunqueestese e sfruttate dalla maggioranza dei richiedenti, sono le attività di monito-raggio e tutoraggio effettuate ex-post; mentre l’offerta di servizi di formazioneda parte dei promotori e dei loro partner, risulta decisamente più rara e spessocoinvolge solo una quota minoritaria di richiedenti. Una solida rete di servizicomplementari con un elevato livello di professionalità è considerata la verachiave della riuscita di un programma di microcredito, come mostrano le espe-rienze implementate, oltre a consentire un approccio pragmatico al tema, evi-tando di andare a finanziare soggetti che abbiano invece necessità di essere resipiù consapevoli.

6.2 Il ruolo delle reti territoriali Le Regioni che hanno realizzato programmi di microcredito hanno quasi sempreprevisto servizi accessori variamente articolati e condotti in proprio, quindi pre-valentemente a carico degli enti regionali, ovvero condivisi con associazioni e retigià presenti e diffuse sul territorio, soprattutto per la fase di informazione eorientamento, mentre le attività di accompagnamento successive all’erogazionedel microcredito, variano significativamente in termini di intensità e ampiezzatemporale: ad esempio per sei mesi nel caso della Campania, per due anni in Ca-labria. La Regione Campania ha messo in campo una pluralità di azioni sul terri-torio volte prioritariamente alla diffusione della conoscenza dello strumento mi-crocredito per la migliore riuscita del suo bando. L’efficacia dell’azione informa-tiva è testimoniata dall’altissimo numero di domande pervenute a seguito dellapubblicazione del bando, ma rimane ancora da strutturare meglio il percorso diassistenza post-erogazione in capo alla finanziaria regionale gestore. Anche lascelta dell’istituto di credito è stata legata alla capillarità della diffusione dellostesso (Banco di Napoli) sul territorio.

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Il microcredito promosso dalla Regione Puglia e gestito da Puglia Sviluppo pre-vede che tutti i possibili beneficiari siano convocati presso la sede del promotoreper verificare la fattibilità dell’iniziativa e definire gli aspetti di dettaglio della do-manda di finanziamento. Nella fase di attuazione degli investimenti e nella fasedi rendicontazione delle spese per tutti i beneficiari è prevista una fase di assi-stenza tecnica per la soluzione di problematiche gestionali e amministrative. Tali attività sono articolate in contatti informali con i beneficiari ed in una seriedi incontri obbligatori, ma il soggetto gestore sta costruendo, specie con le asso-ciazioni datoriali e con i centri per l’impiego diffusi nella regione, una vera e pro-pria rete territoriale di assistenza al microcredito regionale. Si è cercato di anda-re nella direzione di costruire un sistema di assistenza e informazione paralleloallo strumento finanziario che potesse essere sostenibile ed effettivo. La RegionePuglia nell’attivazione dei servizi di assistenza tecnica ha deciso di utilizzarestrutture che già facessero queste attività come le associazioni di categoria, gli uf-fici delle Commissioni Provinciali per l’Artigianato, i SUAP.

Fare leva sulle reti presenti sul territorio ed affidare ai principali nodi di tali reti losvolgimento di attività di assistenza, come nel caso della Puglia e della Calabria èstato quasi sempre frutto di una serie di relazioni con organizzazioni di volontaria-to, associazioni di categoria, strutture pubbliche e private di intermediazione di ma-nodopera, per diffondere informazioni e conoscenze sull’iniziativa intrapresa. Intutte le regioni va citata l’opera svolta territorialmente dalle Diocesi afferenti al Pro-getto Policoro che intercettano con le loro strutture un numero considerevole di po-tenziali beneficiari. Solo di rado però attraverso tali reti si è stati in grado di dare im-pulso ad attività di servizi complementari, che – secondo tutti gli stakeholder – sonoessenziali per il successo di un’idea di impresa o di lavoro. Fincalabra, per renderepiù efficiente il suo operato e cercare di abbattere in ingresso il numero delle prati-che alle quali non viene poi effettivamente dato seguito, per carenze di requisiti daparte dei richiedenti, ha scelto di affidare un’attività di filtro (pre-screening) anchealla rete degli sportelli informativi sul microcredito e l’autoimpiego che la realizzaattraverso la somministrazione di una scheda redatta ad hoc dalla stessa agenzia re-gionale. Questa modalità operativa è stata scelta anche da altri partner del progettoMicrocredito e Servizi per il Lavoro, in un’ottica di efficientamento dell’intero per-corso (PerMicro, Progetto Policoro).

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Nei territori delle Regioni Calabria e Campania i percorsi di microcredito esi-stenti sono supportati anche da soggetti privati dell’associazionismo come, adesempio, i membri della Commissione Lavoro del Rotary, che ha deciso di of-frire il proprio supporto professionale a chi ne faccia richiesta (tale collabora-zione è offerta a titolo gratuito per tutti i programmi di microcredito attivi inquesti territori e concerne, in particolare, l’accompagnamento pre- e post startup, anche di tipo tutoriale).

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7.1 Il campioneNel corso del primo semestre del 2014, cioè da quando la rete degli sportelliper il microcredito e l’autoimpiego e le funzionalità della Piattaforma informa-tica sono andate a regime, sono stati raccolti moltissimi dati sugli utenti (com-plessivamente 1121 tra cittadine e cittadini) che hanno utilizzato i servizi offer-ti dal progetto. Questi dati riguardano in particolare i servizi richiesti, la lorotipologia e lo stato di avanzamento delle consulenze erogate, gli sportelli chesono stati consultati con relativa georeferenziazione della domanda, la data delprimo contatto con lo sportello, il genere e l’età del soggetto richiedente, il suostatus occupazionale, la presenza di eventuali sostegni al reddito nel caso di la-voratori disoccupati o in mobilità senza indennità, ecc. Combinando opportunamente tutte le informazioni raccolte è possibile definirel’identikit degli utenti che fino al 30 giugno 2014 si sono recati presso gli spor-telli per usufruire dei servizi di consulenza / informazione sugli strumenti di mi-crocredito offerti. Si tratta, a ben vedere, del primo tentativo sistematico di cen-sire e classificare la domanda di microcredito su ampia scala.

CAPITOLO 7

PRIME CONSIDERAZIONISULL’EFFICACIA DELL’ATTIVITÀ DI CONSULENZA-INFORMAZIONE

DEGLI SPORTELLI

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È ovviamente possibile analizzare i dati complessivamente ma l’approfondi-mento per territorio consente di cogliere alcune peculiarità evidenziando glielementi comuni e mettendo a fuoco le eventuali differenze. Questa grande quantità di dati è stata raccolta in un apposito database che, co-me tutti gli archivi amministrativi, non può essere adoperato senza opportuniaggiustamenti a fini statistici, ma che è già in grado di rendere conto dei flussi edelle dinamiche legati all’utenza degli sportelli e dei comportamenti adottatidai cittadini che hanno usufruito della consulenza offerta presso gli sportelli.La rappresentatività dei dati è ovviamente influenzata dalla disomogenea di-stribuzione degli sportelli sul territorio. La distribuzione disomogenea deglisportelli sui territori interessati, come ben evidenziano le georeferenziazioni delcapitolo 2, è dovuta principalmente al fatto che essi nascono in risposta ad unamanifestazione pubblica di interesse e, quindi, non seguono una logica rappre-sentativa delle varie realtà produttive e lavorative dei territori, bensì rispondo-no al maggiore o minore interesse di singole amministrazioni locali ed entipubblici ad avviare un servizio innovativo presso le proprie strutture.Nei paragrafi seguenti sono illustrati raffronti tra tutti gli sportelli che, nell’ar-co dei sei mesi considerati, hanno registrato nel data base della Piattaformainformatica almeno una consulenza richiesta dai cittadini. Poiché non tutti glisportelli convenzionati hanno effettivamente ricevuto richieste di consulenza,non è possibile stabilire in assoluto quale regione o provincia è stata la più at-tiva, poiché non sappiamo quale sarebbe stato l’esito se tutti gli sportelli fosse-ro stati operativi. In proposito, considerando gli sportelli concretamente attivi,giova ricordare che sono stati coinvolti 36 enti (25 amministrazioni comunali,6 Camere di commercio e 5 amministrazioni provinciali). Ovviamente a livellodi province, il numero sportelli attivati è superiore al numero delle ammini-strazioni coinvolte, perché ciascuna di esse ha attivato uno o più centri perl’impiego.

7.2 Le consulenze erogate dagli sportelli per il microcredito e l’autoimpiegoLe consulenze erogate agli utenti, suddivisi per le tre tipologie di ente pubblico(comuni, camere di commercio e centri pubblici per l’impiego), sono riportatenella tabella 1 dove sono presentati i dati dei soli sportelli che nel periodo con-

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siderato hanno effettivamente ricevuto e orientato all’autoimpiego e microcre-dito almeno un utente. Su un totale di 1121 colloqui informativi il 44%, pari a 492 consulenze, si èsvolto in Puglia, il 21% in Sicilia (236 colloqui), il 18,5% in Campania (208interventi) e il 16,5% Calabria (185 consulenze).

Tabella 1Consulenze erogate dagli sportelli per il microcredito e l’autoimpiego (valori assoluti)Regione CCIAA COMUNE CPI Totale complessivoCalabria 29 55 101 185Campania 57 53 98 208Puglia 7 41 444 492Sicilia 52 184 236Totale complessivo 145 333 643 1121

Come era prevedibile gli sportelli più attivi in termini di consulenze erogate so-no quelli dei CPI con 643 consulenze, pari al 57,4% del totale dei colloqui, se-guono quelli dei comuni con 333 colloqui realizzati, equivalenti al 29,7% e, in-fine, le camere di commercio che hanno assistito 145 utenti, il 12,9% del totale(come detto sono in tutto sei le camere di commercio che hanno partecipato alprogetto e tutte hanno effettuato consulenze).

Grafico 1Consulenze erogate dagli sportelli per tipologia di ente (%)

CCIAA

COMUNE

CPI

57,4%29,7%

12,9%

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La maggior parte delle consulenze dei CPI sono state erogate in Puglia (447),con un particolare impegno da parte dei CPI della Provincia di Lecce, mentrequelle fornite dagli sportelli aperti presso i Comuni sono più numerose in Sici-lia (184). Le Camere di commercio della Campania sono le più attive con 57consulenze erogate, anche se la performance migliore è quella della CCIAA diPalermo che da sola raggiunge i medesimi risultati (52 consulenze erogate).

Grafico 2Consulenze erogate dagli sportelli per regione ed ente (dati assoluti)

Se non stupisce il dato dei centri per l’impiego, già attrezzati per offrire servizidi politica attiva del lavoro ai cittadini e con una maggiore dimestichezza nel-l’uso delle banche dati amministrative, in quanto hanno spesso attivato pressole proprie sedi un servizio per l’accompagnamento all’autoimprenditorialità eallo start up di impresa, sorprende positivamente l’iperattività di alcuni comu-ni, soprattutto di quelli siciliani che hanno in un certo senso ovviato alla man-cata partecipazione al progetto dei centri per l’impiego della Regione. Interessante anche notare come, dopo le prime settimane di “avviamento” delprogetto, l’affluenza agli sportelli (vedi grafico successivo) sia costantementeaumentata nel corso del tempo, a testimonianza di un interesse reale per le op-portunità offerte dal microcredito e dagli incentivi all’autoimpiego da partedell’utenza.

COMUNI

CCIAA

PROVINCIE CPI

SICILIA CALABRIA CAMPANIA PUGLIA

184

52

0

5529

101

53 57

98

417

444

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55

Grafico 3Andamento delle consulenze novembre 2013-giugno 2014

7.3 L’identikit degli utenti degli sportelli Nel prendere in esame l’insieme dei 1121 utenti che si sono rivolti agli sportelliper il microcredito una prima distinzione può essere fatta per genere (vedi gra-fico successivo) fascia di età. La prima evidenza è che l’utente tipo degli sportelli è maschio di età compresatra i 35 e i 49 anni. Ricadono, infatti, in questa fascia di età ben 269 dei 708uomini (38%) dei fruitori del servizio di consulenza (v. tab.2). Buona parte diessi si dichiara disoccupato, non iscritto a liste di mobilità né percettore di al-cuna indennità di disoccupazione.Per quanto concerne le donne prevalgono quelle della classe di età inferiore (trai 25 ed i 34 anni), in prevalenza disoccupate o inoccupate (sono 125 su 413,ossia il 30% del totale delle utenti).

1200

1000

800

600

400

200

0

nov-aa dic-aa gen-aa feb-aa mar-aa apr-aa mag-aa giu-aa

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56

Grafico 4Utenti degli sportelli per genere (dati assoluti)

Il gap di genere tra gli utenti del servizio è piuttosto elevato in tutte le coorti (siriscontra un differenziale medio di oltre 26 p.p.), con un divario che è minimotra i soggetti più giovani (16 p.p.) e massimo nel gruppo dei 35-49enni (circa40 p.p.), quindi nell’età che solitamente corrisponde al massimo impegno delledonne nelle attività di cura familiare.

Tabella 2Utenti degli sportelli per genere ed età (valori assoluti)Fasce di età F M Totale complessivo18-24 117 162 27925-34 125 173 29835-49 118 269 38750-64 50 91 141oltre 64 3 13 16Totale complessivo 413 708 1121

413

708

FEMMINEMASCHI

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57

Tabella 3Utenti degli sportelli per genere ed età (%)Fasce di età F M18-24 41,9% 58,1%25-34 41,9% 58,1%35-49 30,5% 69,5%50-64 35,5% 64,5%oltre 64 18,8% 81,3%Totale complessivo 36,8% 63,2%

Una conferma indiretta del peso del “fattore cura” sulla propensione all’au-toimprenditorialità delle giovani donne, già osservata in altri e ben più ponde-rosi studi20, ci viene anche dai dati riguardanti le consulenze effettuate agliutenti di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Sommando, infatti, i parziali delledue fasce di età rappresentate (18-24 e 25-34 anni), sia per i maschi che per lefemmine, si osserva come il 59,6% del totale delle donne utenti degli sportelliricada proprio in queste due coorti, a fronte del 47% circa del totale degli uo-mini. Al contrario, come sottolineato in precedenza, sono gli uomini della fa-scia di età centrale (35-49 anni), quella per intenderci del massimo impegno dabreadwinner, i più rappresentati percentualmente, con il 38% del totale degliutenti maschi. Le difficoltà incontrate costantemente dalle giovani italiane nell’inserirsi nelmercato del lavoro e, in seguito, nel permanere attive, soprattutto a causa del-l’assenza di adeguati sistemi di welfare per la conciliazione tra tempi di vita fa-miliare e professionale, pur con tutte le cautele del caso (a partire dalle caratte-ristiche delle informazioni disponibili, che si riferiscono a dati puramente am-ministrativi), sembrano essere pertanto confermate anche dal comportamentodegli utenti degli sportelli per il microcredito e l’autoimpiego.

20 In proposito si veda, ad es.: A.Padrone, Imprese da favola, edizioni Marsilio, 2011; Os-servatorio sull’imprenditoria femminile, Unioncamere, I trimestre 2014; Osservatoriosull’evoluzione dell’imprenditorialità femminile nel terziario 2009-2013, Censis-Confcom-mercio, 2014; 9° Censimento dell’industria e dei servizi - Rilevazione multiscopo sulleimprese, ISTAT, 2011 (paragrafo dedicato alla Microimprenditorialità).

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58

Se osserviamo la distinzione di genere dei richiedenti in relazione ai territori, afronte di una quota complessiva del 36,8% di utenti donne, rileva la forte pre-senza femminile in Puglia (48%), rispetto a un sostanziale equilibrio nelle altreregioni, dove non si supera mai il 18% del totale complessivo delle donne ri-chiedenti (413). Anche gli uomini pugliesi risultano, in questo senso, i più “pre-senti”, registrando una percentuale pari al 41% della quota complessiva diutenti uomini, che come mostra la tabella precedente è pari al 63,2%. Seguonogli utenti siciliani che pesano sul totale degli uomini del campione per il 23% e,a breve distanza, la Campania (18,9%) e la Calabria con il 16,8% .

Tabella 4Utenti degli sportelli per regione e genere (valori assoluti)Numero utentiRegione F M Totale complessivoCalabria 66 119 185Campania 74 134 208Puglia 200 292 492Sicilia 73 163 236Totale complessivo 413 708 1121

Il divario di genere più elevato si osserva in Sicilia, dove 38 punti percentualiseparano le quote di richiedenti donne e uomini, mentre quello più basso si re-gistra in Puglia con poco meno di 19 p.p.

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59

Grafico 5Utenti degli sportelli per regione e genere (%)

Alcune indicazioni interessanti derivano dall’esame dei dati per fasce di età eregione, visualizzati nel grafico n. 6 e nella tabella5.

Grafico 6Utenti degli sportelli per fascia di età (%)

In generale, le fasce di età più rappresentate sono quelle comprese tra 18 e 49anni, unite esse raggiungono l’86% del totale degli utenti, con un picco nellafascia 35-49 anni (34,5%). Per quanto concerne la distribuzione per regione,

CALABRIA CAMPANIA

PUGLIA SICILIA

F

M

F

M

F

M

F

M

64%36%

64%36%

69%31%

59%41%

18-24

25-34

35-49

50-64

oltre 6434%

13% 25%

27%

1%

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60

mentre in Puglia sono i giovani al di sotto dei 24 anni il gruppo più rappresen-tato, in tutte e tre le altre regioni i beneficiari dell’azione informativa deglisportelli sono stati soprattutto coloro che hanno tra 35 e 49 anni (con percen-tuali del 47% in Calabria, 39,4% in Sicilia e 31,3% in Campania).

Tabella 5Utenti degli sportelli per regione e fascia di età (valori assoluti) Regione 18-24 25-34 35-49 50-64 oltre 64 Totale

complessivoCalabria 36 40 87 22 185Campania 61 56 65 22 4 208Puglia 157 134 142 58 1 492Sicilia 25 68 93 39 11 236Totale complessivo 279 298 387 141 16 1121

La Sicilia è la regione con l’utenza meno giovane, solo il 10,6% degli utenti si-ciliani ha un’età inferiore a 25 anni, e al contempo la percentuale più alta diutenti over 50 (16,5%).

Grafico 7Utenti degli sportelli per regione e fascia di età (%)

CALABRIA CAMPANIA

PUGLIA SICILIA

18-24

25-34

35-49

50-644087

22 36

0 18-24

25-34

35-49

50-64

Oltre 6465

2261

56

4

18-24

25-34

35-49

50-64

Oltre 64

18-24

25-34

35-49

50-64

Oltre 64142

134

15758

1

93

6839

25

11

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In Calabria gli utenti più giovani sono stati accolti dai CPI di Cosenza (9) edallo sportello del Comune di Cassano allo Ionio (7), i due sportelli più attividi tutta la regione. Gli stessi che hanno registrato il maggior numero di utentiover 35 (18 su 87 di questa fascia di età). In Campania, invece, è stato il CPI diAgropoli a registrare la migliore performance assoluta anche con riferimento aigiovani con 30 utenti under 24 su 54 totali. La Camera di commercio di Salerno ha erogato consulenze sul microcredito el’autoimpiego soprattutto alle persone di età compresa tra i 35 e i 49 anni (13su 32 in totale). Diverso come già visto il discorso per la regione Puglia doveun singolo CPI, Tricase, ha registrato 271 consulenze orientative delle quali ben139 hanno interessato giovani al di sotto dei 24 anni, 55 under 34, 51 under49 e 25 soggetti over 50. In Sicilia, lo sportello che ha erogato il maggior numero di consulenze è statoquello attivato dalla Camera di commercio di Palermo che ha accompagnatoverso il microcredito in prevalenza utenti 35-49enni (22) o under 35 (15). I co-muni siciliani hanno accolto in particolare giovani delle due fasce di età centra-li: 14 giovani under 35 su 35 utenti totali dello sportello di Carini, 12 personeal di sotto dei 50 anni a Borgetto e 15 a Ragusa.

7.4 Lo status degli utenti In relazione allo status occupazionale dichiarato dagli utenti agli operatori de-gli sportelli si può verificare come il progetto abbia correttamente intercettatoil principale target group di riferimento: quello dei disoccupati e degli inoccu-pati. Infatti, queste due tipologie di utenti (nelle varie sottotipologie) assomma-no a oltre il 70% del totale degli utenti degli sportelli.

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Tabella 6Utenti degli sportelli per status occupazionale e genere (valori assoluti) Status occupazionale F M Totale

compl. Altro 14 33 47Disoccupato/a (iscritto alle liste di mobilita senza indennità) 22 35 57Disoccupato/a (non iscritto alle liste di mobilita e non percettore di indennità) 241 354 595Disoccupato/a percettore di sostegno al reddito (ammortizzatore) 9 21 30Inattivo/a 5 6 11Inoccupato/a 43 52 95Occupato 73 200 273Occupato/a (non sospeso/a) o in esperienza lavorativa (trasformazione di contratti) 6 7 13Totale complessivo 413 708 1121

Il 77% delle donne e il 66% degli uomini che si sono rivolti agli sportelli si tro-vano in questa condizione. Le donne, pertanto, sembrerebbero essere più interes-sate all’opportunità offerta dal microcredito per l’avvio di un’attività, di un lavo-ro autonomo o per la creazione di una microimpresa. Infatti, il 61% circa degliutenti si dichiara disoccupato, in larga parte non è iscritto a liste di mobilità opercettore di indennità (595) ed è solo in minima parte percettore di forme di so-stegno del reddito (30 casi su 1121). Tra i disoccupati non percettori di forme disostegno del reddito (indennità) il 59% sono maschi (354) e il 41% femmine (innumeri assoluti sono 241); tuttavia, se si osserva la composizione di genere delcampione, e si considerano le proporzioni interne a ciascuno dei due generi, èpossibile evidenziare come in proporzione siano le donne a presentare lo statusdi disoccupate non percettrici con maggiore frequenza: infatti il 58% di esse di-chiara all’operatore di sportello di trovarsi in tale condizione, a fronte del 50%dei maschi. Gli occupati che si sono rivolti agli sportelli rappresentano quasi unquarto degli utenti totali: si tratta di ben 273 persone, di cui 200 sono maschi e73 femmine, appartenenti alle due fasce di età più elevate.

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Grafico 8Utenti degli sportelli per status occupazionale (%)

Tra i disoccupati uomini, i più numerosi sono quelli della fascia di età 35-49anni (140 su 410), seguiti dai 18-24enni (117) e da quelli di età compresa tra i25 e i 34 anni (109). Tra le donne sono 92 (su 272) le disoccupate della fasciadi età 18-24anni, contro 81 di età 25-34anni e ancora 81 della fascia di età 35-49 anni. Lo status di inattivi o inoccupati è dichiarato da 106 utenti (58 ma-schi e 48 femmine), appartenenti soprattutto alle due fasce di età più giovani(76 su 106). A livello territoriale il maggior numero di disoccupati sono statiintercettati dai nuovi sportelli microcredito della Puglia con 367 utenti accolti eorientati al microcredito. La Sicilia, invece, presenta al contempo il numero piùelevato di occupati (39) e di inattivi/inoccupati (42) che si dimostrano interes-sati al lavoro autonomo e alla microimpresa.

AltroDisoccupato/a (iscritto alleliste di mobilità senza indennità)Disoccupato/a (non iscritto alleliste di mobilità e non percettoredi indennità)Disoccupato/a percettoredi sostegno al reddito(ammortizzatore)Inattivo/aInoccupato/aOccupatoOccupato/a (non sospeso/a)o in esperienza lavorativa(trasformazione di contratti)

24%

53%8%

1%3%

5%4%1%

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Tabella 7Utenti degli sportelli per status occupazionale e regione (valori assoluti) Status occupazionale Calabria Campania Puglia Sicilia Totale

compl.Altro 3 9 15 20 47Disoccupato/a (iscritto alle liste di mobilità senza indennità) 7 17 10 23 57Disoccupato/a (non iscritto alle liste di mobilità e non percettore di indennità) 81 96 367 51 595Disoccupato/a percettore di sostegno al reddito (ammortizzatore) 11 7 7 5 30Inattivo/a 2 3 3 3 11Inoccupato/a 19 22 15 39 95Occupato/a 62 52 67 92 273Occupato/a (non sospeso/a) o in esperienza lavorativa (trasformazione di contratti) 2 8 3 13Totale complessivo 185 208 492 236 1121

7.5 La tipologia di impresa Quanto alla tipologia di impresa che s’intende avviare, oltre la metà del cam-pione durante il colloquio informativo dichiara di voler creare una ditta indivi-duale (604 indicazioni su 1121 visitatori degli sportelli). Di questi un’ampiamaggioranza è costituita da uomini, 58% ossia 351 utenti, e il rimanente 42%da donne, pari a 253 utenti. Seguono le società di persone con 36 preferenzedichiarate: di cui 24 uomini e 12 donne che vogliono realizzare questo tipo diimpresa societaria. Sono, invece, residuali le preferenze espresse da tre utentidegli sportelli che desiderano avviare società cooperative (2 utenti uomini intutto) oppure società di capitali (in questo caso la preferenza è stata espressada un solo utente, anch’esso uomo), vedi grafico seguente.

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Grafico 9Tipologia di impresa che si intende creare (valori assoluti)

La maggior parte dei 604 potenziali auto-imprenditori - ossia il 34% di coloroche hanno indicato la ditta individuale - sono soggetti molto giovani apparte-nendo alla fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni. In termini assoluti, sitratta di 206 soggetti di cui oltre la metà uomini, 107 in totale pari a quasi il52% dei giovani utenti di quest’età che intendono avviare un’impresa indivi-duale. Seguono, in ordine decrescente, gli utenti tra i 35 e i 49 anni che sono 174, parial 28,8% dei futuri auto imprenditori. Solo il 33% di questi ultimi sono donne,in valori assoluti 58 utenti. Infine, ci sono gli utenti della fascia di età tra i 24 ei 35 anni, 153 in tutto pari al 25,4% del totale degli imprenditori individuali.Di questi il 51,7% sono uomini (79) e il 48,3% donne (74). Il comportamentodei soggetti che appartengono a questi ultimi due cluster rispecchia quanto rile-vato al par. 3 del presente capitolo in relazione alla distribuzione di genere eper fasce d’età degli utenti degli sportelli per il microcredito e l’autoimpiego.Le future ditte individuali si distribuiranno in modo disomogeneo a livello ter-ritoriale: la maggioranza di esse dovrebbe essere avviata in Puglia con 412utenti interessati a creare questo tipo di impresa, mentre in Calabria e Campa-nia dovrebbero stabilirsi, rispettivamente 97 e 95 ditte individuali. Anche per le società di persone, indicate da 36 utenti in totale, è utile segnalarecome quasi la metà dei soggetti interessati a questa tipologia di impresa (17) ri-cadano nella fascia di età dei 25-34enni e come, anche in questo caso, la Puglia

TIPOLOGIA DI IMPRESA PREVISTA

0 100 200 300 400 500 600 700

Società di capitali

Cooperative

Società di persone

Ditta individuale

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66

rappresenti il territorio dove si insedieranno la maggior parte di queste neo-im-prese (17 in termini assoluti pari all’80% del totale delle preferenze espresseper questa tipologia di impresa. Seguono, ma molto distanziate, la Calabria con4 e la Campania con 1 sola società di persone. Sia le due cooperative che l’unica società di capitali presenti nel campione, so-no state indicate da uomini in prevalenza della fascia di età compresa tra i 50 ei 64 anni (due su tre).

7.6 La tipologia di consulenza Particolarmente utile ai fini del presente progetto verificare quali servizi sonostati richiesti dagli utenti agli operatori degli sportelli. La Piattaforma consenteall’operatore dello sportello di registrare le diverse tipologie di consulenza of-ferte (v. capitolo 4). Gli operatori possono, infatti, fornire servizi molto perso-nalizzati (customer tailored) che muovono dal livello dell’informativa generaleper giungere fino alla consulenza avanzata e a quella definita “completa”, ossiariferita alle pratiche che vanno a concludersi al di fuori dello sportello pressol’ente/istituto di credito che valuta l’idea imprenditoriale e la sostenibilità fi-nanziaria ed eroga, se del caso, il micro-prestito.

Tabella 8Consulenze erogate per tipologia e regione (valori assoluti) Regione Cons. Cons. Cons. Info. Totale

avanzata base completa generali compl.Calabria 47 66 5 67 185Campania 12 25 5 166 208Puglia 14 35 12 431 492Sicilia 10 16 5 205 236Totale complessivo 83 142 27 869 1121Cons.= Consulenza

L’effetto di questa attività, che potremmo definire a “intensità informativa cre-scente”, è un creaming naturale dell’utenza che porta a selezionare i soli sog-getti realmente interessati a formare nuove attività autonome o microimprendi-

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toriali e, al contempo, a individuare gli altri fabbisogni “sociali” derivantidall’esclusione finanziaria degli utenti che rientrano nella categoria dei “nonbancabili”. Com’era da attendersi il numero maggiore di consulenze (869 su 1121) è consi-stito nel fornire informazioni generali sul microcredito. Ciò è dipeso, da un la-to, dalla novità costituita dal servizio di sportello sul microcredito all’internodelle amministrazioni ospitanti e, dall’altro, dalla naturale “curiosità” che spin-ge i soggetti, anche non direttamente interessati, a voler conoscere meglio il mi-crocredito e le sue caratteristiche. Laddove sono intervenuti massicciamente i CPI, come nel caso della Puglia edella Calabria, alle informazioni generali è seguita una fase di approfondimen-to della consulenza (di base e avanzata) che in 12 casi ha portato fino al con-cretizzarsi dell’idea imprenditoriale e al superamento delle selezioni dei bandi“Microcredito” e “NIDI” della Regione Puglia. Per la cronaca, comunque, sono state comunicate informazioni generalinell’87,6% dei casi in Puglia, nell’86,9% in Sicilia e nel 79,8% in Campania,mentre in Calabria l’utenza parrebbe essere stata più consapevole delle caratte-ristiche generali del microcredito avendo solo il 36,2% degli utenti richiestoquesto tipo di informazioni ed essendosi, invece, concentrato più sulle consu-lenze di tipo più avanzato (35,7% dei colloqui ha riguardato la consulenza dibase, e il 25,4% pari a 47 colloqui è stato registrato dagli sportelli calabresicome consulenza avanzata). In generale, è bene rilevare lo scarto tra le percentuali della consulenza infor-mativa (di base e avanzata), in tre regioni su quattro superiori al 79%, e quelledella consulenza completa che non superano mai il 3% del totale delle consu-lenze erogate (27 su 1121 colloqui effettuati).

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Grafico 10Consulenze erogate per tipologia e regione (valori assoluti)

7.7 Considerazioni conclusiveA conclusione di questo capitolo è possibile fare le seguenti considerazioni:

● se l’obiettivo del progetto era di favorire la conoscenza dell’opportunitàdell’autoimpiego e dell’autoimprenditorialità tra i lavoratori disoccupati einattivi e, al contempo, di facilitare la diffusione dello strumento del mi-crocredito per l’inclusione sociale e finanziaria dei soggetti più vulnerabilisul mercato del lavoro, si può affermare che questo è stato ampliamenteraggiunto. Gli sportelli, se pur nel brevissimo tempo preso in esame – unsemestre -, hanno consentito di ottenere un miglioramento della conoscen-za e un aumento dell’utilizzo degli strumenti finanziari esistenti, dandomassima diffusione sui territori alle informazioni sui programmi e accom-pagnando il progressivo avvicinamento agli strumenti di microcredito daparte di chi era realmente interessato a mettersi in proprio;● indirettamente il progetto ha prodotto un effetto in termini di capacitybuilding, rafforzando e ampliando i servizi per il lavoro (v. paragrafo 7.2 e

Consulenza avanzata

Consulenza base

Consulenza completa

Informazioni generali

CALABRIA CAMPANIA PUGLIA SICILIA

4766

5

67

12 255

166

1435

12

431

10 16 5

205

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69

capitolo 8), che in Italia e in particolare nel mezzogiorno registrano lemaggiori difficoltà e non riescono a offrire servizi integrati e avanzati, ogginecessari, per i soggetti particolarmente svantaggiati. Si è realizzato quindiun modello di intervento volto a realizzare quella rete di servizi prevista,oggi solo normativamente, dall’art. 6 del d.lgs. 276/2003;

● in caso di proseguimento del progetto, potrebbe essere interessante ap-profondire le ragioni del divario tra i numeri della Puglia e quelli delle al-tre regioni (vedi sopra paragrafo 7.2): una prima chiave interpretativa deldato potrebbe essere il forte input dato dall’amministrazione regionale allacreazione di servizi sul modello del one-stop-shop, che offrono sia in reteche in presenza, presso le amministrazioni locali, consulenza e accompa-gnamento sui temi dello sviluppo di impresa, del mercato del lavoro e poli-tiche attive del lavoro, e delle politiche sociali;

● altro tema sul quale sarebbe interessante investigare in futuro è legatoalla circostanza (come sopra evidenziato) che l’autoimpiego e il microcre-dito sembrano essere oggetto di interesse anche per il target degli occupati,(che ammontano a circa il 26% dell’utenza totale degli sportelli). È il datoche sorprende di più, e in senso positivo, visto che i servizi degli sportelliinformativi sull’autoimpiego e il microcredito sono stati progettati per so-stenere i soggetti maggiormente vulnerabili nel mercato del lavoro (disoc-cupati, percettori di sostegno al reddito, donne, giovani neet, ecc.) nei loropercorsi di reimpiego e di inclusione finanziaria, attraverso il microcredito.La circostanza che detti servizi si sono dimostrati “interessanti” anche percoloro che al momento un lavoro ce l’hanno meriterebbe senz’altro un la-voro di approfondimento per individuare le loro motivazioni.

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70

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8.1 Poche risorse o poca programmazione?Il persistere della crisi economica e finanziaria e l’aggravarsi della disoccupa-zione obbligano gli Stati a finalizzare al meglio l’azione delle pubbliche ammi-nistrazioni nonché a rivedere la riallocazione delle risorse pubbliche, attraversol’individuazione di priorità che tengano conto del mutato contesto economicoe sociale. In tale ottica, il tema del welfare, e in particolare del welfare to work,riguarda al contempo l’ambito delle competenze tecniche e quello delle risorseda destinare sia alle politiche sia al rafforzamento dei servizi per il lavoro. In questo senso rileva la grande quantità di risorse finanziarie che negli ultimianni sono state destinate alla capacità istituzionale delle pubbliche amministra-zioni a livello comunitario, nazionale e regionale, comprese quelle per il raffor-zamento dei servizi per il lavoro. Tuttavia è anche noto da anni come il calo diefficienza e di capacità delle pubbliche amministrazioni italiane gravino sull’in-tero sistema Paese in termini di incapacità di intermediazione delle risorse, diaumento della pressione fiscale, di attrattività, di competitività e di sviluppo delterritorio. Ciò che ormai si chiede alle amministrazioni pubbliche (vedi le ulti-

CAPITOLO 8

LA PROGRAMMAZIONE E GESTIONEDI SERVIZI INNOVATIVI DA PARTE

DELLE PUBBLICHEAMMINISTRAZIONI

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72

me leggi di stabilità) è di limitare i costi dell’apparato pubblico, rinunciando altema della qualità dei servizi e dell’impulso allo sviluppo. “Il blocco delle as-sunzioni, il blocco della contrattazione collettiva, i limiti alla spesa per la for-mazione continua sono tra le misure che più hanno inciso e stanno indebolen-do le amministrazioni pubbliche, anche rispetto al processo avviato negli anni’90 che avrebbe dovuto portare a un’amministrazione di servizi e di sviluppo inluogo di un’amministrazione certificatrice di status (“from the red tapes to re-sults” era uno degli slogan della riforma di quegli anni)”21. Nel settore dei servizi per l’impiego la qualità ha risentito parecchio delle limi-tazioni imposte dai Governi per rientrare nei limiti imposti dal patto di stabili-tà ma, ancor più, del mancato compimento del processo avviato nel 2001 con ilfederalismo fiscale e della sempre rinviata adozione dei livelli essenziali delleprestazioni e dei costi e fabbisogni standard. Tuttavia, in quest’ambito più chein altri ha giocato un ruolo rilevante, la scarsa attenzione dedicata al processodi programmazione, alla qualità degli obiettivi e all’impatto delle attività su be-neficiari e stakeholder, che ha portato all’organizzazione di servizi e all’eroga-zione di politiche attive poco coerenti con le esigenze del mercato del lavoro.

Non è un caso che proprio con la crisi, dal decreto-legge 29 novembre 2008, n.185 in poi, ci si sia posto il problema della presa in carico, da parte di servizi allavoro efficaci, dei lavoratori che disoccupati o cassintegrati percepivano formedi sostegno del reddito affinché fosse ridotto al minimo il periodo di sospensio-ne dal lavoro già coperto dalle politiche passive, e questi benefici fossero vinco-lati all’utilizzo di politiche attive per il reinserimento precoce nel mercato dellavoro (Accordo Stato-Regioni del 12 febbraio 2009). Come pure non è un fat-to occasionale che la legge 28 giugno 2012, n. 92, all’art. 4 comma 33, al finedi ampliare i destinatari riducendo il periodo di copertura degli ammortizzato-ri, abbia introdotto alcuni livelli essenziali delle prestazioni nell’ambito delleazioni che i servizi per l’impiego devono obbligatoriamente offrire ai beneficia-ri di ammortizzatori sociali per favorirne la ricollocazione o riqualificazione.

21 F. Verbaro, “Nel mondo della pubblica amministrazione. Le azioni sulla capacità istitu-zionale per la promozione degli strumenti finanziari e per lo sviluppo”, in “Microfi-nanza”, n.1, 2012.

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Proprio la diretta esposizione dei servizi per l’impiego a un’utenza ben definitae a problematiche bene evidenti avrebbe dovuto rendere più agevole il processodi programmazione e valutazione della performance, ma l’atteggiamento for-malistico ed autoreferenziale che spesso ha avuto la pubblica amministrazionenei confronti della programmazione e della valutazione non ha consentito difar decollare una governance dei servizi fondata sulla performance. Inoltre, puressendo il modello di programmazione, nel caso delle province – che fino a po-chi mesi fa erano le amministrazioni competenti nella gestione dei servizi perl’impiego22 - specificamente disciplinato dal decreto legislativo 18 agosto 2000,n. 267, e non direttamente dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, i siste-mi individuati si sono rivelati poco attenti a misurare e valutare i servizi e lefunzioni rilevanti per il mercato del lavoro del momento.Nel momento in cui si chiede ai servizi per l’impiego pubblici di migliorare l’effi-cacia della propria azione rispetto alle criticità del momento e di finalizzare i pro-pri interventi, la norma di riferimento dovrebbe essere il decreto legislativo 27 ot-tobre 2009, n. 150, che al Titolo II modifica completamente il sistema di program-mazione e valutazione delle pubbliche amministrazioni, al fine di meglio orientarel’azione e le risorse delle pubbliche amministrazioni e di aumentarne la produttivi-tà e la performance. Le novità maggiori del decreto legislativo in parola riguarda-no sinteticamente: l’approccio integrato della programmazione e della valutazio-ne, volto a ricomprendere ogni dimensione e attore dell’organizzazione; la corre-lazione tra programmazione gestionale e programmazione finanziaria; l’applica-zione della misurazione e valutazione della performance individuale a tutto il per-sonale; la correlazione tra performance individuale e performance organizzativa;la definizione ex lege delle caratteristiche degli obiettivi; l’attenzione dell’impattodell’azione sui bisogni della collettività e quindi sull’outcome23. La mancanzainoltre di un’utenza esigente e con un’aspettativa consolidata in materia di serviziper il lavoro ha contribuito a non far nascere una tensione e attenzione sui serviziper il lavoro. Basti ricordare come gran parte dell’intermediazione nel mercato dellavoro oggi avvenga attraverso canali informali.

22 Le disposizioni che prevedono la riforma e il superamento delle province di cui all’ar-ticolo 23 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201.

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A ciò si aggiunga il dibattito avviato in Italia sulla spending review, che a livel-lo strategico è diretta a migliorare l’allocazione delle risorse pubbliche rispettoalle priorità politiche superando duplicazioni ed inefficienze, e le disposizioniche prevedono la riforma e il superamento delle province. Un processo che ri-schia ancora una volta di orientare l’attenzione sugli input (le risorse) e nonsull’output (i servizi). L’attenzione posta sulle risorse umane assegnate ai serviziper il lavoro, inferiori rispetto alle medie europee, ha riguardato esclusivamentela quantità e non la qualità e i profili professionali e quindi le competenze ne-cessarie.

8.2 Tra riforma e miglioramento della gestione dei servizi pubbliciLe proposte contenute nelle più recenti leggi e progetti di riforma del mercatodel lavoro ipotizzano un nuovo modello di governance, in grado di generareuna profonda innovazione, sul modello europeo della flexsecurity. L’esigenzaalla base dell’intento riformatore è da un lato quella di garantire standard eprestazioni efficaci dei servizi per il lavoro su tutto il territorio nazionale, an-che attraverso l’integrazione tra politiche attive e passive e, dall’altro, di salva-guardare l’autonomia delle Regioni nella programmazione delle politiche attivedel lavoro (che come noto comprendono: orientamento, formazione, riqualifi-cazione, accompagnamento ad un impiego anche in forma autonoma, ricollo-cazione, ecc.). Lo stesso disegno di legge di riforma costituzionale, AS 1429, nelmodificare l’attuale art. 117 della Costituzione lascia invariata la competenzain materia di mercato del lavoro in capo alle regioni.

Nel Piano per il Lavoro messo a punto dall’attuale Governo, la riforma dellepolitiche attive per l’occupazione e dei servizi per il lavoro rappresenta uno deiprincipali nodi del DDL AS 1428 attualmente in discussione al Senato (il cd.Jobs Act)24. All’interno della delega in materia di servizi per il lavoro di cui

23 AAVV, “Organizzazione e governance dei servizi per il lavoro”, Formez PA, 2012, pp.158-159.24 Il disegno di legge contiene “deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortiz-zatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordinodei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e dilavoro”

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all’art. 2 del citato DDL si individuano alcuni principi e criteri direttivi tra iquali l’istituzione di un’Agenzia Nazionale per l’Impiego (partecipata da Stato,Regioni e Province autonome sotto la vigilanza del Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali) cui demandare la gestione integrata delle politiche attive epassive del lavoro. Un’idea questa, già presente tra le proposte di emendamentoal DDL “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una pro-spettiva di crescita” AS n.3249, non recepita dalla Legge “Fornero” (92/2012,che faceva riferimento alla necessità di creare un’“Agenzia nazionale per il la-voro25”), poi ripresa dal decreto-legge 28 giugno 2013, n.76 del Ministro Gio-vannini che all’articolo 5 istituisce una struttura di missione che opera in viasperimentale e temporanea (scade il 31.12.2015) con compiti di promozione“della ricollocazione dei lavoratori beneficiari di interventi di integrazione sa-lariale relativi, in particolare, al sistema degli ammortizzatori sociali cosid-detti “in deroga” alla legislazione vigente”, in attesa che si definisca il processodi riordino sul territorio nazionale dei servizi per l’impiego.

L’Agenzia Nazionale di cui al DDL “Poletti” non si caratterizzerebbe però peressere una struttura di impronta centralista e pubblicista ma, piuttosto, e piùopportunamente, sarebbe connotata da elementi di federalismo e di apertura almondo del lavoro. Il DDL prevede infatti la partecipazione di tutti i livelli isti-tuzionali e delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generalidella nascente Agenzia, che dovrà raccordare i propri interventi con quelli del-l’Inps e degli altri enti che esercitano competenze in materia di incentivi, perrealizzare l’auspicata condizionalità tra politiche attive e passive del lavoro.

Purtroppo, nel nostro Paese si usa guardare alle diverse riforme poste in esseredal legislatore in maniera parziale e secondo un ottica settoriale, senza indivi-duare le relazioni e le interconnessioni necessarie e fondamentali che esistonotra i diversi interventi26. Il superamento dell’autoreferenzialità delle pubbliche

25 Tale proposta ha visto la contrarietà delle Regioni che, pur condividendo la necessitàdi una struttura di riferimento nazionale, propendevano piuttosto per l’ipotesi di unaforma - modello gestionale decentrato che prevede la presenza di una Agenzia nazionalecon compiti di indirizzo, di sviluppo di linee guida nazionali, compartecipata da Agenzieregionali sul modello adottato dalle politiche di sviluppo ambientale.

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amministrazioni e delle loro riforme, spesso vissute e proposte solo in terminilegislativi, richiede riflessioni e approcci che pongono al centro la qualità deiservizi e il miglioramento della vita della collettività, come ricordato a livellosovranazionale dal recente rapporto dell’OCSE “Government at a Glance2013” che dedica un intero capitolo alla dimensione del ruolo di “servizio” chele pubbliche amministrazioni devono mantenere nei confronti del cittadino perassicurare la rispondenza dell’offerta alla molteplicità della domanda (indivi-dual needs). A tal fine, devono essere adottati, come sta effettivamente accaden-do in molti paesi Ocse, standard di servizio e di performance sempre più strin-genti e meccanismi attuativi che misurano e integrano le valutazioni dei cittadi-ni nei processi di erogazione27.

Nel concitato dibattito mainstream sulla riforma dei servizi per il lavoro, unodegli argomenti più ricorrenti riguarda la presunta incapacità dei servizi pub-blici di svolgere una rilevante attività di incontro tra domanda e offerta di la-voro. Sovente si legge, anche su importanti quotidiani nazionali, che i CPI in-termedierebbero non più del 3-4% delle opportunità di impiego assumendonedi conseguenza la sostanziale inutilità. Posto in questi termini il dibattito ri-schia di essere per diverse ragioni fuorviante.

I servizi per l’impiego, nati in una fase di sviluppo economico profondamentediversa da quella attuale, sono organizzati per funzioni e sono strutturati se-condo un modello di funzionamento del mercato del lavoro, delle politiche disviluppo e delle politiche di inclusione sociale, scarsamente flessibile al suo in-terno e scarsamente permeabile all’ambiente esterno, non corrispondente e fun-zionale ai mutamenti strutturali della attuale società globalizzata.

26 A fini esemplificativi rispetto alla tematica affrontata in questo capitolo, si pensi allaforte relazione che intercorre tra le disposizioni in materia di ciclo della programmazionee valorizzazione della performance organizzativa ed individuale contenute nel decreto legi-slativo 27 ottobre 2009, n. 150, e le disposizioni in materia di riforma del mercato del la-voro e potenziamento delle politiche attive, contenute nei provvedimenti anticrisi e nellalegge 28 giugno 2012, n. 92. 27 Government at a Glance, 2013, Ocse, 2013.

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Ai nuovi centri, più di quindici anni fa, quando sostituirono gli obsoleti ufficidi collocamento, fu affidato l’incarico di diventare mediatori attivi anche confunzioni, non secondarie, formative e di orientamento. Un cambiamento che hainvestito le istituzioni, trovatesi a fronteggiare l’esigenza di dotare tali strutturedi personale qualificato, di un sistema di analisi e raccolta, di collegare tra lorogli attori del mercato e condividere i risultati di esperienze nell’erogazione deiservizi per il lavoro. Come è spesso accaduto, anche questa riforma e riorganiz-zazione si è fermata sulle pagine della Gazzetta Ufficiale con la pubblicazionedel d.lgs. 469/1997 e scarsa efficacia hanno avuto le iniziative, finanziate con ifondi comunitari e con il fondo per l’occupazione, di empowerment e di capa-city building, in assenza di un modello chiaro a cui tendere e permanendo l’ap-proccio amministrativo tradizionale prettamente giuridico. Anche l’innovazioneconcernente l’ampliamento della rete dei servizi ai privati accreditati che avreb-be dovuto produrre, nelle intenzioni  del legislatore,  valore aggiunto  all’orga-nizzazione e alla  gestione  dei sistemi del lavoro, non ha avuto come suo risul-tato, a livello di nazionale, lo sviluppo di un sistema sinergico tra pubblico eprivato. La rigidità organizzativa e la limitazione di funzionamento solo di al-cuni dei servizi previsti, non hanno consentito lo sviluppo di funzioni, oggi es-senziali per un sistema di servizi per i lavoro, quale il sostegno alle transizionientro e fuori il mercato, l’attenzione all’integrazione tra politiche attive e passi-ve del lavoro, la personalizzazione delle prestazioni  per target mirati.

Pur essendo evidente che il modello organizzativo di riferimento del sistema de-ve essere flessibile, rispondente ai diversi bisogni espressi dalla domanda ed of-ferta di lavoro a livello locale, l’attuale mancanza di linee guida nazionali  rela-tive  a standard, livelli essenziali di prestazioni, competenze professionali, ge-stione dei sistemi informativi, modelli di  governance, incide negativamente sulcomplessivo  funzionamento del sistema del mercato del lavoro.

Una recente indagine condotta dall’Isfol fotografa la realtà dei servizi pubbliciper l’impiego e la confronta con quella degli altri paesi europei in base a tre pa-rametri costi, organizzazione e risultati. Dal raffronto emerge un quadro inparte atteso: investimenti scarsi, pochi addetti, sfiducia tra i disoccupati, ridot-ta efficacia nel trovare lavoro28. L’Italia dedica, infatti, ai servizi pubblici per

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l’impiego lo 0,03% del PIL (contro una media UE dello 0,25%): 500 milioni dieuro contro gli 8,8 miliardi della Germania e i 5 miliardi della Francia. Nonsolo: se la crisi 2008-2011 ha spinto gli altri paesi ad aumentare le risorse perchi cerca lavoro e a rafforzare i servizi, in Italia le risorse per le politiche attivesono ferme da anni e spesso riferibili ai soli fondi strutturali, e gli operatori delsettore non arrivano a 9mila, contro i 115mila di Germania e i 49mila in Fran-cia. D’altronde la spesa media italiana per la ricollocazione di un lavoratore di-soccupato è pari in media a 8.673 euro, mentre nei Paesi Bassi supera i 50milaeuro, in Danimarca i 44mila, in Francia è pari a quasi tre volte la spesa dell’Ita-lia, con 21.500 euro spesi in media per lavoratore ricollocato, e in Germania cisi “ferma” a 15.833. Non stupisce che, nelle condizioni date, i servizi per il la-voro italiani (pubblici e privati) registrino performance di collocamento netta-mente meno efficaci degli altri Paesi dell’Unione: nel 2011 in Europa sono staticollocati attraverso le agenzie l’1,8% dei lavoratori dipendenti e attraverso ser-vizi pubblici per l’impiego il 9,4%. In Italia le percentuali sono rispettivamentedello 0,3% e del 3,1%. In tutti i casi, Italia compresa, i centri per l’impiego sidimostrano più utili delle agenzie per il lavoro: il paese in cui funzionano me-glio è la Svezia (collocano il 13,2% dei dipendenti), seguita dalla Germania(10,5%). Ma quello che maggiormente colpisce nello studio Isfol è l’evidenzadella grave mancanza di collegamenti tra i servizi di intermediazione (in parti-colare quelli pubblici) e il mondo delle imprese, che rappresenta la domanda dilavoro. A ciò si aggiunga la bassa qualità della domanda che giunge ai serviziper il lavoro (lavori poco specializzati, a tempo determinato o lavoro autono-mo, ecc.) che comporta uno scadimento dell’attività di intermediazione e l’al-lontanamento dell’offerta dal servizio (lavoratori).

8.3 I servizi innovativi del progetto: programmazione e gestioneNel quadro considerato si inserisce il progetto Microcredito e Servizi per il La-voro per rilanciare nuovamente il ruolo del settore pubblico rispetto ad una sfi-da pesante che si pone agli stati nazionali europei per superare la crisi: crearesviluppo e lavoro. E farlo, collocando le amministrazioni del Mezzogiorno,

28 F. Bergamante, M. Marocco, “Lo stato dei servizi pubblici per l’impiego in Europa:tendenze, conferme e sorprese“, Isfol, 2014.

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normalmente le meno efficienti per l’alto numero di dipendenti e costo del per-sonale, nel processo di promozione dello sviluppo attraverso l’autoimpiego el’utilizzo degli strumenti finanziari quali il microcredito. Al cospetto di tassielevati di disoccupazione, che nei target più giovani superano ormai il 40 percento, e di inattività con decine di migliaia lavoratori espulsi da lungo tempodal mercato del lavoro e percettori di forme di sostegno del reddito, si è inter-venuti con una delle misure previste dalla Strategia Europa 2020 per offriremaggiori opportunità di reinserimento nel mercato del lavoro: l’autoimpiego ela microimprenditorialità. Una volta individuate le misure di sviluppo da promuovere è stato possibileagire per migliorare la capacità istituzionale delle amministrazioni coinvolte.L’avviamento di sportelli per il microcredito e l’autoimpiego in grado di offrireinformazioni aggiornate non solo sulle iniziative di microfinanza, ma anche suquelle azioni ad esse collegate che si rivelano utili per avere il quadro delle con-venienze che il settore pubblico mette a disposizione dei cittadini e delle impre-se nell’attuale fase di crisi, ha rappresentato il passo successivo.

Le numerose esperienze in materia di sportelli per le imprese o per l’occupazio-ne giovanile, come la stessa esperienza dei centri per l’impiego, hanno mostratonegli anni la debolezza crescente del settore pubblico incapace di risponderecon adeguati servizi di consulenza alle richieste sempre più specialistiche deicittadini. La pluralità di incentivi, doti, interventi a sostegno dello sviluppo edel lavoro, come quelli sul microcredito, richiedono veicoli informativi e sup-porti consulenziali minimi che il settore privato non riesce ad offrire. È chiaroche sportelli qualificati e strutturati sul microcredito per l’autoimpiego si pon-gono in linea con un processo di trasformazione delle pubbliche amministra-zioni che è teso a renderle partecipi di processi di sviluppo.

La sfida non può essere soltanto quella di rendere le amministrazioni più legge-re e di ridurre i costi fiscali e le barriere amministrative all’accesso, ma piutto-sto di far erogare dalle amministrazioni pubbliche servizi di assistenza e infor-mazione che avrebbero un costo elevato sul mercato, come nel caso dei servizidi accompagnamento all’autoimpiego e al microcredito.

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Le amministrazioni coinvolte hanno potuto usufruire di una serie di servizi in-formatici, formativi e di consulenza specialistica da parte dell’Ente nazionaleper il microcredito che hanno consentito loro di erogare il nuovo servizio ai cit-tadini interessati. Poiché gli sportelli informativi sull’autoimpiego e il microcre-dito si configurano quale servizio aggiuntivo rispetto a quelli offerti dalle am-ministrazioni partecipanti, è stato necessario prevedere una serie di impegni ditipo programmatorio e organizzativo che hanno contribuito ad aumentare il li-vello di coinvolgimento delle varie amministrazioni nel garantire la sostenibili-tà del servizio creato (e, indirettamente, il successo del progetto).

Tali impegni comprendevano l’individuazione della struttura operativa prepo-sta ad assicurare la sostenibilità del programma e degli interventi mirati all’atti-vazione dello sportello; l’introduzione nei documenti di programmazione, e inparticolare nel PEG/PDO, dell’obiettivo della realizzazione degli sportelli con lerelative risorse strumentali e umane, attraverso uno specifico ordine di serviziodirigenziale; la destinazione di apposite sedi aperte al pubblico e accessibili anorma di legge anche da soggetti diversamente abili all’attività dello sportello;la messa a disposizione di una o più postazioni dotate di personal computer eaccesso alla rete internet; l’utilizzo della pagina web dell’amministrazione perla promozione di iniziative sugli sportelli informativi sul microcredito e l’au-toimpiego; la previsione nel piano annuale della formazione dei propri dipen-denti, di cui all’art.7 del d.lgs.n.165/2001, di alcune giornate di formazione deipropri dipendenti per favorire la nascita dello sportello informativo e la cono-scenza tra il personale dei nuovi servizi erogati dall’amministrazione; la parte-cipazione del personale dello sportello alle attività formative in presenza e a di-stanza organizzate dal progetto; la pubblicizzazione dell’attività dello Sportellosul sito istituzionale dell’Ente. Da ultimo, il sostegno al monitoraggio dell’attività degli sportelli e, indiretta-mente, della performance degli stessi, servizio e personale, attraverso le regi-strazioni delle consulenze offerte agli utenti dei servizi che prevedono livelli didifficoltà e impegno crescenti (dalle informazioni generali alla consulenzaavanzata) come illustrato ai capitoli 4 e 7.

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In una realtà, come quella dell’obiettivo Convergenza, caratterizzata da una se-rie di indicatori negativi quanto a occupazione, pervasività ed efficacia dei ser-vizi pubblici, costi di gestione della PA, costo del credito più elevato della me-dia, i criteri di efficacia ed efficienza posti alla base dell’intervento, numero disportelli attesi (50) ed effettivamente avviati (95), tipologia di servizio innovati-vo, maggiore utilizzo degli strumenti micro-finanziari esistenti, creazione di retilocali a sostegno del sistema del microcredito, si sono rivelati fondamentali peril conseguimento dei risultati attesi e per l’effettivo miglioramento della perfor-mance dei servizi e delle amministrazioni nel loro complesso.

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9.1 La crisi e la promozione di politiche attive del lavoro La crisi e la recessione hanno avuto forti effetti depressivi sull’economia italianaimpedendo una pronta ripresa del paese. In particolare, nei territori in cui è statorealizzato l’intervento, si è registrato un processo più marcato di progressiva de-crescita come testimoniano, da un lato, la perdita di prodotto interno lordo nelquinquennio 2007-2012 (113 miliardi di cui il 36 per cento provenienti dal Mez-zogiorno) e la forte diminuzione del Pil pro capite delle regioni meridionali, chenel 2013 “è tornato ai livelli del 2003 con 16.888 euro” contro i 25.457 euro del-la media nazionale e i 29.837 euro del Centro Nord29; dall’altro lato, il fatto chela maggioranza dei posti di lavoro scomparsi nel periodo 2008- 2013 si concentraal Sud (300mila su 500mila totali). La disoccupazione causata dalla crisi economica si caratterizza per non essereesclusiva di alcuni territori o settori, nonostante alcuni ambiti e target siano staticolpiti più duramente di altri, soprattutto nella fase di avvio della recessione (a es.gli uomini nei settori costruzioni e manifatturiero). La pervasività del fenomenoha comportato un riesame generale delle politiche occupazionali e del lavoro di li-

CAPITOLO 9

IL MICROCREDITO E L’AUTOIMPIEGOQUALI STRUMENTI DI POLITICA

ATTIVA DEL LAVORO: PRIME VALUTAZIONI E SINTESI

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vello comunitario sin dal 2009. Soprattutto per queste ultime si è puntato sul con-cetto di attivazione del lavoratore disoccupato o, comunque, debole sul mercatodel lavoro (disoccupati di lunga durata, giovani, disabili, donne, persone immigra-te). Con questa espressione si intende il progressivo passaggio da un sistema dipolitiche sociali “protettive”, di tipo passivo, erogate nei confronti dei soggetti piùdeboli nell’ottica meramente assistenziale di conservazione e garanzia del reddito,a un sistema fondato su misure di politica attiva del lavoro, tese ad evitare la per-manenza nello stato di disoccupazione e ad incoraggiare una maggiore responsa-bilizzazione individuale, attraverso la formazione e la riqualificazione professiona-le, anche finalizzate all’avvio di un’attività autonoma di impresa o di autoimpie-go. Le nuove politiche occupazionali attivate a livello comunitario, nazionale e lo-cale intendono quindi migliorare l’occupabilità del singolo sul mercato del lavoro,ossia la quantità e la qualità dell’offerta di lavoro (capitale umano), diminuendola dipendenza delle persone prive di occupazione dal welfare (approccio welfareto work). L’inclusione del lavoro autonomo tra le politiche attive del lavoro non deve sor-prendere. Infatti, sin dalla Strategia europea per l’occupazione (1997) e, poi,nell’Agenda di Lisbona (2000), l’imprenditorialità ha rappresentato uno dei pila-stri delle politiche europee dell’occupazione, ritenute fra le leve principali dellosviluppo economico dell’Unione. Sempre dal Consiglio di Lisbona (2000) scaturi-sce la “Carta Europea per le PMI” con cui gli Stati membri s’impegnano ad agirea favore delle PMI in alcuni settori strategici: formazione e competenze degli im-prenditori e degli studenti, procedure di avviamento di impresa, digitalizzazione eICT, sistemi fiscali, mercato interno, ecc. Lo stesso Small Business Act del 2008, e successive revisioni e aggiornamenti, nelribadire il ruolo centrale delle imprese nell’economia europea, disegna un nuovoquadro per la politica europea in materia di micro, piccole e medie imprese, al fi-ne di costruire un ambiente più favorevole allo sviluppo e al consolidamento dellapiccola impresa.

29 Anticipazioni “Rapporto Svimez 2014 sull’economia del mezzogiorno”, luglio 2014.

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Il ruolo del lavoro autonomo e dell’imprenditorialità quali realtà in grado di crea-re nuova occupazione è richiamato, inoltre, nella Strategia Europa 2020 (cfr. quicapitolo 1) e nel Piano di azione imprenditorialità 2020 del gennaio 201330. Lenuove imprese, infatti, rappresentano la fonte più importante di nuova occupazio-ne con gli oltre quattro milioni di nuovi posti di lavoro creati nell’Unione tra il2008 e il 2013. Tuttavia, come fa notare il Piano di azione, dal 2004 “la proporzione di chi prefe-risce il lavoro autonomo al lavoro subordinato si è ridotta in ben 23 dei 27 Stati

membri”31, portando la percentuale di coloro che erano interessati al lavoro auto-nomo dal 45 per cento del 2010 al 37 per cento del 2013 (si consideri che tale ri-duzione non si registra in diversi Stati membri appartenenti all’ex-blocco dell’estnei quali, al contrario, aumenta la propensione al lavoro autonomo rispetto aquello subordinato, si tratta di: Repubblica ceca, Lettonia, Lituania e la Slovac-chia)33. È questa una delle ragioni per cui il Piano dedica particolare attenzione al-la formazione all’imprenditorialità delle giovani generazioni che avranno il com-pito di rivitalizzare il settore delle micro e PMI nel periodo post-crisi. È chiaro, dunque, come nel disegno dell’Unione le politiche di sostegno al lavoroautonomo e all’autoimpiego33 rientrino a pieno titolo tra le politiche attive del la-voro. Da un lato, esse favoriscono l’aumento generalizzato dell’occupazione (poli-tiche occupazionali), dall’altro, promuovono l’impiego di target specifici di popo-lazione (politiche del lavoro). Nel solco dell’approccio attivo sopra delineato, ilsostegno al lavoro autonomo e all’autoimpiego è indirizzato a favorire l’autosuffi-cienza e l’autonomia delle persone attraverso l’erogazione di “un mix di dispositi-vi che uniscono cash benefit (indennità, sussidi, crediti di imposta) e benefit inkind (come i servizi per l’impiego, di caring, di formazione, di orientamentoecc.)”34 finanziati, soprattutto, con risorse dei fondi strutturali sia a livello comu-nitario che nazionale e locale35.

30 COM (2012) 795 final “Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spiritoimprenditoriale in Europa”, del 9.1.201331 Ibid. p.4. 32 Ibid. p.4 nota 633 Con auto-impiego si intende la promozione del proprio lavoro in forma autonoma siacome attività di impresa sia come esercizio della libera professione. È quindi l’autonomiaa caratterizzare entrambe le forme di attività come ben delineato in “Self –employment esostegno pubblico alla imprenditorialità”, AAVV, Franco Angeli, 2014.

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Come rilevato in precedenza anche il microcredito, quale strumento d’ingegneriafinanziaria, è stato incluso tra le politiche di attivazione e responsabilizzazionedelle persone in difficoltà nel mercato del lavoro (welfare attivo), perché da un la-to favorisce l’inclusione lavorativa e finanziaria e, dall’altro lato, promuove l’atti-vazione personale come comportamento sociale, rafforzando al contempo il tessu-to micro-imprenditoriale nei territori. Ciò che spesso manca, però, è il collegamento sinergico tra politiche per l’occupa-zione e politiche per lo sviluppo. Specialmente nel caso delle PMI continuano a ri-manere sbilanciate le risorse assegnate dagli Stati membri al potenziamento dellamedia e grande impresa rispetto a quelle destinate alle microimprese, che presen-tano caratteristiche peculiari e abbisognano di interventi dedicati. Tra questi ulti-mi rientrano: le misure per l’accesso al credito e il relativo supporto finanziario, iservizi di sostegno a chi vuole avviare un’attività in proprio, i servizi di consulenza(compresi training e mentoring), le azioni per la semplificazione burocratica, gliinterventi sulla fiscalità e il welfare, il supporto motivazionale, le misure rivolte aitarget svantaggiati (giovani, donne, disabili, migranti). Il progetto “Microcredito e servizi per il lavoro” è intervenuto con alcune di que-ste misure sia sul target dei beneficiari finali sia sul sistema degli stakeholder. Larete degli sportelli informativi (95) ha agito sul versante della diffusione delle in-formazioni sugli strumenti di microfinanza e altre misure di accesso al credito trai beneficiari finali (soggetti svantaggiati poiché disoccupati e inoccupati) che si ri-volgono ai centri per l’impiego anche per altre questioni non inerenti il microcre-dito (semplificazione burocratica sul modello del one stop shop); al contempo, glisportelli hanno avviato efficaci collaborazioni con gli stakeholder, istituzionali enon, che svolgono attività di sostegno a chi vuole avviare un’attività in proprio alivello locale.

34 ibidem35 In proposito si vedano i Programmi operativi del Fondo sociale europeo e del Fondoeuropeo di sviluppo regionale della programmazione 2007-2013 che destinano parte dellerisorse disponibili sia a incentivi e indennità, tra cui gli strumenti di ingegneria finanziariafinanziati dal Fesr, ma anche il credito di imposta e gli incentivi a valere sul Fse - AssiAdattabilità, Occupabilità e Inclusione sociale-, sia a servizi di accompagnamento per lepolitiche attive del lavoro (Fse).

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9.2 Il ruolo dell’informazione sulle politiche attive del lavoro per l’autoimpiego eil microcreditoSe gli elementi qualificanti delle azioni di politica attiva per l’autoimpiego sono,dunque, l’esistenza di programmi e strumenti finanziari per la (micro-) imprendi-torialità e la realizzazione di una rete territoriale per la creazione di (micro-) im-prese, è importante che ad essi si affianchi un’azione capillare di tipo informativo. Le politiche attive per l’autoimpiego e la microimprenditorialità si basano sullaveicolazione di informazioni costantemente aggiornate sugli strumenti di micro-credito e gli altri incentivi destinati all’avvio di auto impiego, lavoro autonomo emicroimpresa.I programmi per la promozione dell’autoimprenditorialità devono prevedere azio-ni informative sul tema e incontri di networking (nel progetto in esame si è tratta-to di una serie di eventi promossi a livello locale per favorire l’incontro tra opera-tori degli sportelli, stakeholder istituzionali, erogatori di microcredito, incubatoridi impresa, beneficiari finali, scuole, ecc.); ma, anche, attività di orientamento al-l’imprenditorialità e all’autoimpiego per gli studenti universitari e degli istituti diistruzione superiore, e tra i lavoratori disoccupati che si rivolgono ai centri perl’impiego. A supporto di queste azioni è utile prevedere la realizzazione di prodot-ti informativi e divulgativi sia sui servizi della rete che sugli strumenti finanziari(microcredito) esistenti. Nei centri per l’impiego, nei comuni e nelle camere di commercio coinvolti dalprogetto sono stati realizzati, come descritto nei precedenti capitoli, punti infor-mativi (Sportelli) dedicati al microcredito e all’autoimpiego, connessi in rete traloro e con i programmi di microcredito attivi sul territorio. La presa in carico del-la persona ha consentito agli sportelli di relazionarsi con l’utenza anche per via te-lematica e di continuare a seguire l’iter della consulenza sul microcredito da partedegli enti erogatori fino all’esito positivo o meno (erogazione). L’assistenza ex-an-te non prevedeva l’esame approfondito dell’idea di impresa né il processo di affi-namento e definizione dell’idea fino all’ipotesi di impresa strutturata e definita intutti i suoi aspetti (trattandosi di sportelli informativi non deputati all’accompa-gnamento all’elaborazione del business plan). Per questo tipo di affiancamento il progetto ha previsto l’adesione alla retemicro-credito dei programmi di microfinanza e degli altri strumenti finanziari disponibi-li, che dovevano farsi carico dell’assistenza ai beneficiari finali (soggetti svantag-

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giati) nella predisposizione dell’idea strutturata d’impresa (business plan). Semina-ri informativi, portale informativo “retemicrocredito” per utenti e operatori deglisportelli, attività di pre-accoglienza, accoglienza e analisi del progetto imprendito-riale (con filtro delle idee di impresa che non presentano requisiti minimi di soste-nibilità), affiancamento nella richiesta del finanziamento (microcredito), queste leattività che hanno favorito l’incrocio tra domanda e offerta in materia di micro-credito.

9.3 ConclusioniA conclusione di questo rapporto è opportuno riprendere alcuni degli argomentiaffrontati e cercare di sintetizzare le evidenze più rilevanti in relazione all’efficaciadell’intervento realizzato per l’attuazione di politiche attive del lavoro volte all’au-toimpiego e microimprenditorialità. Ripercorrendo alcune delle considerazioni accennate nei capitoli del rapporto,proviamo a ricavare altresì alcune indicazioni utili per il policy maker e per laprogrammazione 2014-2020 in considerazione del quadro economico e socialeche caratterizza l’Italia.Per una migliore sintesi e (si spera) lettura proveremo a rappresentare tali conside-razioni finali per punti.1) La fase di crisi e di stagnazione che sta caratterizzando in maniera acutadal 2008 il nostro Paese e che segue un periodo di crescita comunque de-bole pone più di un interrogativo su quali possano essere gli interventi dipolitica pubblica più efficaci per rilanciare la crescita e delle politiche perl’occupazione. La crisi fiscale ha ridotto i margini di intervento della spesapubblica e richiede che l’intervento pubblico sia sempre più selettivo, effi-ciente ed efficace. Ciò a sua volta richiede apparati amministrativi capacidi individuare i target delle politiche e di destinare ad essi le risorse in ma-niera selettiva ed efficace. Servono dall’alto politiche industriali e di conte-sto, che aiutino il fiorire dal basso e il consolidarsi di una imprenditorialitàe occupazione stabile. Le politiche per l’autoimpiego sono politiche impor-tanti e centrali in un contesto a crescita negativa, in quanto sono innanzitutto dirette a rendere conveniente l’attività di intrapresa. Tra queste si col-loca certamente anche la politica per il credito alle imprese.2) L’autoimpiego è una forma di occupazione non più residuale, specie og-

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gi dopo la fine della distinzione tradizionale tra lavoro autonomo e lavorosubordinato. Si tratta di lavoro che crea a sua volta occupazione - quindibisogna studiare e attuare politiche attive del lavoro idonee a favorire e ac-compagnare l’avvio di microimpresa e autoimpiego. Ciò si colloca in lineacon la strategia europea del Piano di azione Imprenditorialità 2020 – Ri-lanciare lo spirito imprenditoriale in Europa che nell’introduzione sottoli-nea come sia necessario creare più imprenditori e favorire l’autoimpiego inEuropa.36

3) Il microcredito è uno strumento di sviluppo locale e, al contempo, è unostrumento di politica del lavoro se destinato all’avvio di forme di autoim-piego e microimpresa da parte di soggetti esclusi dal mercato del lavoro(ri-attivazione, ri-collocazione, ri-qualificazione). Sistemi creditizi ineffi-cienti volti a creare elevate barriere all’accesso al credito, rischiano di com-primere e di soffocare la propensione all’autoimprenditorialità e, quindi,di frenare in economie veloci e “changing” lo sviluppo, la crescita e l’occu-pazione.4) Conoscere gli strumenti di microcredito facilita l’incrocio tra doman-da/offerta (credito/ lavoratore disoccupato o inoccupato) per l’avvio di mi-croimpresa e lavoro autonomo. Lo dimostrano i dati del progetto: 12 mi-croimprese avviate dopo il passaggio dagli sportelli informativi e l’intercet-tazione di un programma della Regione Puglia. In un sistema Paese nelquale sono diverse le barriere all’accesso al mercato e alte le garanzie sulcredito, vi è il rischio evidente di favorire l’esclusione lavorativa e socialedi diversi strati della popolazione. La crisi economica, inoltre, lascia indie-tro diversi soggetti con competenze da spendere ma, con alta probabilità,non bancabili.

36 “New companies, especially SMEs, represent the most important source of newemployment: they create more than 4 million new jobs every year in Europe. Yet theengine for this recovery has been stuttering: since 2004, the share of people preferringself-employment to being an employee has dropped in 23 out of the 27 EU MemberStates.While three years ago for 45% of Europeans self-employment was their first choice,now this percentage is down to 37%. By contrast in the USA and China this proportion ismuch higher: 51% and 56% respectively. Moreover, when new enterprises are founded,they grow more slowly in the EU than in the USA or emerging countries, and fewer ofthem join the ranks of the world’s largest firms.” Da “Piano di azione Imprenditorialità2020. Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa”, 2013

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5) Siamo di fronte a un nuovo ruolo per i servizi per il lavoro? Solo in par-te. Si tratta di integrare e aggiornare il concetto di lavoro e al contempo digarantire una politica attiva in più da erogare in situ o avvalendosi di altrisoggetti che sul territorio sono in grado di accompagnare e seguire nelpost- start up le attività d’impresa avviate (i servizi per l’impiego sono de-putati a gestire l’avviamento alle politiche attive dei soggetti disoccupati esvantaggiati e questa è una politica attiva). Certamente anche questa poli-tica costituisce una sfida in più per i servizi per il lavoro e, soprattutto, lariprova dell’esigenza di avere una rete di servizi qualificati e continuamen-te aggiornati. Sono necessari quindi interventi sul personale dei servizi, at-traverso la formazione iniziale e l’aggiornamento continuo sui “bisogni”del lavoro e dell’impresa. 6) Le politiche attive per l’autoimpiego e la microimprenditorialità si pog-giano sulla disponibilità di informazioni costantemente aggiornate suglistrumenti di microcredito e gli altri incentivi destinati all’avvio di auto im-piego, lavoro autonomo e microimpresa. L’eccesso di incentivi, di misure edi politiche non riesce a produrre effetti per la mancanza di una correttaed efficace veicolazione delle informazioni in materia, che spesso non giun-gono ai destinatari.7) Gli sportelli informativi per il microcredito e autoimpiego hanno fattotutto ciò, mettendo insieme politiche attive del lavoro, politiche di svilup-po e politiche sociali in un unico luogo (sul modello del one-stop-shop)cercando di interpretare il bisogno informativo e consulenziale attuale perchi vuole accedere alle diverse forme di lavoro autonomo e subordinato.8) La crescita delle amministrazioni partecipanti e l’attivazione di nuovecompetenze e di nuovi servizi sono la spia di un dinamismo delle PA pre-sente e da promuovere, pur in territori con una bassa performance ammi-nistrativa. Il rafforzamento del settore pubblico sul fronte dei servizi per losviluppo rimane ancora oggi una sfida per il mezzogiorno e non solo. Nonsi tratta solo di semplificare e ridurre i luoghi e i tempi dell’intermediazio-ne del settore pubblico, ma di promuovere un ruolo positivo. Non può es-serci sviluppo, dinamismo e inclusione senza un ruolo attivo e intelligentedel settore pubblico.9) Anche in progetti come questo si corre il rischio di generare duplicazio-

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ni e frammentazioni o comunque di contribuire al caos degli interventi. Ilprogetto da questo punto di vista ha voluto innanzi tutto valorizzare leesperienze pregresse ed esistenti in materia di servizi all’occupazione e al-l’autoimpiego, valorizzando, integrando e rafforzando ove possibile per-corsi precedenti. Al contempo con il FORMEZ, affidataria di un altro pro-getto da parte del Ministero del lavoro, è stata realizzata una collaborazio-ne sulle banche dati e le informazioni tecniche prodotte, al fine di offrireun servizio integrato e di qualità sui territori. Un’occasione, quindi, di cre-scita delle due realtà progettuali, di risparmio di risorse per la PA, di scam-bio di buone prassi e di rafforzamento della strumentazione tecnologica.10) Un’ulteriore considerazione riguarda la caratteristica degli interventi eci è data dal fatto che non sempre a maggiori risorse corrisponde un mag-giore impegno delle amministrazioni e del personale e un miglior servizio.Serve innanzi tutto un progetto, una visione del servizio e un impegnodell’amministrazione che va aiutato con un adeguato supporto tecnico, piùche con risorse. Ciò va tenuto in considerazione a ridosso del nuovo ciclodi programmazione comunitaria 2014-2020, alla luce dell’esigenza dellepubbliche amministrazioni di riqualificare la propria mission e i propriservizi.

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CCIAA COSENZA1COMUNE DI ROSSANO1PROV DI CATANZARO - CPI CATANZARO 1PROVINCIA DI COSENZA - CPI COSENZAPROVINCIA DI COSENZA - CPI ROSSANO PROVINCIA DI COSENZA - CPI PAOLAPROVINCIA DI COSENZA - CPI CORIGLIANO CALABROPROVINCIA DI COSENZA - CPI CASTROVILLARIPROVINCIA DI COSENZA - UNIV (INCUBATORE IMPRESA GIOVANI) 6COMUNE DI CASSANO ALLO IONIO 1PROVINCIA DI CATANZARO - CPI SOVERATOPROVINCIA DI CATANZARO - CPI LAMEZIA TERME 2

calabria

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COMUNE DI NAPOLI 1CPI NOCERA INFERIORE 1CCIAA SALERNO 1CCIAA NAPOLI 1COMUNE DI NAPOLI II 1COMUNE DI NAPOLI III 1Muncipalità 1: Chiaia, San Ferdinando, Posillipo 10Municipalità 2: Avvocata, MontecalvarioMunicipalità 3: Stella, San CarloMunicipalità 4: Poggioreale, San LorenzoMunicipalità 5: Arenella, VomeroMunicipalità 6: Barra, San GiovanniMunicipalità 7: San Pietro, SecondiglianoMunicipalità 8: Piscinola, Marianella, Chiaiano, ScampiaMunicipalità 9: Pianura, SoccavoMunicipalità 10: Bagnoli, FuorigrottaCOMUNE DI NAPOLI - URP 1COMUNE DI ANGRI 1COMUNE DI SAVIANO 1PROVINCIA DI SALERNO 1PROVINCIA DI SALERNO CPI AGROPOLI 2PROVINCIA DI SALERNO CPI BATTIPAGLIACPI MAIORI 1CPI MERCATO SAN SEVERINO 1CPI OLIVETO CITRA 1CPI ROCCADASPIDE 1CPI SALA CONSILINA 1CPI SAPRI 1CPI SCAFATI 1CPI VALLO DELLA LUCANIA 1CPI SALERNO 1COMUNE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE 1CCIAA BENEVENTO 1

campania

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PROV BARI - CPI BARI 1COMUNE DI CONVERSANO 1CCIAA FOGGIA 1PROVINCIA DI BARI - CPI ACQUAVIVA DELLE FONTI 12PROVINCIA DI BARI - CPI ALTAMURAPROVINCIA DI BARI - CPI BITONTOPROVINCIA DI BARI - CPI CASAMASSIMAPROVINCIA DI BARI - CPI CORATOPROVINCIA DI BARI - CPI GIOIA DEL COLLEPROVINCIA DI BARI - CPI MODUGNOPROVINCIA DI BARI - CPI MOLFETTAPROVINCIA DI BARI - CPI NOCIPROVINCIA DI BARI - CPI MONOPOLIPROVINCIA DI BARI - CPI RUTIGLIANOPROVINCIA DI BARI - CPI TRIGGIANOCOMUNE DI MOLA DI BARI 1COMUNE DI NOICATTARO 1COMUNE DI CASTELLANA GROTTE 1COMUNE DI RUTIGLIANO 1COMUNE DI POLIGNANO A MARE 1COMUNE DI ADELFIA 1COMUNE DI ALBEROBELLO 1COMUNE DI TORREMAGGIORE 1COMUNE DI S. SEVERO 1PROVINCIA DI LECCE - CPI LECCE PROVINCIA DI LECCE - CPI TRICASEPROVINCIA DI LECCE - CPI MAGLIEPROVINCIA DI LECCE - CPI CASARANO 4COMUNE DI TORRE SANTA SUSANNA 1

puglia 29

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COMUNE DI BORGETTO 1COMUNE DI RIBERA 1COMUNE DI CATANIA 1CCIAA PALERMO 1COMUNE DI PALERMO 1COMUNE DI CARINI 1COMUNE DI TERMINI IMERESE 1COMUNE DI CINISI 1COMUNE DI CIMINNA 1COMUNE DI CASTELBUONO 1COMUNE DI CAPO D'ORLANDO 1COMUNE DI TAORMINA 1COMUNE DI CASTROREALE 1COMUNE DI FURCI SICULO 1FICARRA 1COMUNE DI PACE DEL MELA (FRAZIONE DI GIAMMORO) 1COMUNE DI MARSALA 1COMUNE DI MAZZARA DEL VALLO 1COMUNE DI PACECO 1COMUNE DI PARTANNA 1COMUNE DI SCIACCA 1COMUNE DI SANTA MARGHERITA DI BELICE 1COMUNE DI AVOLA 1COMUNE DI PIAZZA ARMERINA 1COMUNE DI RAGUSA 1

sicilia 25

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