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Rataran ANNO I Mese Giugno 2015 A cura di: Rataran Redazione news.rataran.com M A G A Z I N E

Rataran magazine giugno 2015

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Rataran

ANNO IMese Giugno 2015

A cura di:Rataran Redazionenews.rataran.com

M A G A Z I N E

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Cari lettori,

questo mese partiamo da noi, dall’Europa, dall’euro zona. Di fatti il primo articolo concerne la Grecia, i suoi recenti trascorsi, e il suo futuro, forse, all’interno dell’area euro. Il governo di Tsipras aveva denunciato fin da subito la sua strenua oppo-sizione all’austerity dei falchi europei. Oggi questa tenacia ha portato ad una forte incertezza che investe l’intera area euro e la sua valuta.

Giulio ci presenta le ultime strategie di Barclays sul cross Euro-Dollaro. Accanto alla view della banca inglese, Giulio, restando nell’abito del forex, ci presenta la situazione norvegese e le possibili mosse della Norges Bank.

Alle pagine 10-13 la consuetudinaria classifica di Rataran. Giuseppe racconta la classifica e presenta le operazioni che hanno portato i migliori consultant in vetta alla classifica.

Dopo la Cina è la volta dell’India. Matteo Parasacco racconta il ‘new deal’ dell’India di Modi. Un nuovo corso che, grazie al programma ‘Make in India’, si propone di dare un’accelerata allo sviluppo del manifatturiero e di rendere l’eccessiva buro-crazia un vecchio ricordo.

Matteo Croci invece continua il suo viaggio nel mondo della security e dell’in-dustria bellica-strategica. Dopo aver letto l’articolo di Matteo, forse, gli attacchi hacker faranno meno paura.

Siamo fieri di poter presentare una nuova collaborazione. Il numero di giugno comprende infatti anche articoli redatti dai nostri amici di Affari Globali. Giovan-ni Aversa ed Antonio Forte arricchiscono questo numero con interessanti analisi sugli interessi italiani in Libia e sull’impatto del Qe sul tesoro italiano.

L’analisi tecnica è lasciata ad un esperto. Algotrader, grazie ai suoi modelli, vi pre-senterà il suo modo di intendere la statistica e di applicarla, avvantaggiandosene, ai mercati finanziari.

Auguro a tutti una piacevole lettura e una buona estate,

Mattia Modonesi

*La Redazione di news.rataran ricorda che i presenti articoli sono stati pubblicati nel mese di giugno. Pertanto le previsioni e/o le analisi contenute negli articoli non possono essere ritenute una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di taluni strumenti finanziari. I prezzi, i valori e/o ogni altro dato e/o informazione qui riportata non hanno garanzia di completezza e/o accuratezza.

EditorialeGiugno 2015

NEW

S.RA

TARA

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AZ

IN

E

01. GREXIT: Ultimo capitolo per la Grecia europea?

02. Norges Bank haircut & Barclays view su EUR/USD

03. Montlhy Update:Rataran Top Consultant Giugno

04. ITALIA: QE e deficit, un nuovo (piccolo) tesoretto

05.INDIA: un anno di Modi per abbattere la corruzi-

one e rilanciare l’economia

06.ALGOTRADER: patterns statistici per nuovi algo-

ritmi

07.LIBIA: ecco tutti gli interessi economici minaccia-

ti dal’ISIS

IN QUESTO NUMERO

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Lo scorso 25 gennaio, ottenendo il 36,3% dei voti, il partito Syriza si è aggiudicato la maggioranza. Una maggioranza davvero modesta. Difatti il partito di

Tsipras, guadagnando solo 149 seggi su 300, non ha po-tuto ottenere la maggioranza assoluta in parlamento e ha così dovuto allearsi con i Greci indipendenti al fine di formare l’esecutivo.

La vittoria di Tsipras ha destato l’attenzione dei media e della piazza finanziaria mondiale. Essa coincideva con l’avvio del programma di alleggerimento quantitativo at-tuato dalla Banca centrale europea. In un primo momento molti pensarono che Tsipras potesse creare le condizioni per aprire dei negoziati concreti e capaci di mettere fine, una volta per tutte, alla querelle greca e al problema (i dati sono chiari, fu una manovra pro-ciclica) austerità.

Oggi la Grecia è nuovamente in recessione. Il gov-erno Tsipras non è riuscito a creare un terreno atto ad agevolare i negoziati con i creditori. Il Ministro delle finanze, Yanis Varoufakis, si è più volte scon-trato con i vertici della core-Europe, cercando di co-municare la fermezza del nuovo esecutivo. Questa ‘fermezza’ si è tradotta in un’incapacità di dialogo e in una sempre maggiore difficoltà a trovare com-promessi atti ad archiviare la questione ellenica.

All’interno dell’esecutivo greco si sono aperte dis-cussioni e una certa tensione è arrivata a mettere in discussione i rapporti tra il Primo ministro greco, Alexis Tsipras, e il Governatore della Banca centrale, Yannis Stournaras. In questo clima di tensione, lo stesso Varoufakis è stato screditato dai suoi col-leghi europei venendo definito come ‘dilettante’ e ‘giocatore d’azzardo’.

In questa bufera gli ultimi negoziati, tra Grecia e creditori, sono terminati con un nulla di fatto. Un esito che ha spinto il Presidente del Consiglio Eu-ropeo, Donald Tusk, a convocare un eurogruppo, alle 12:00, e un vertice tra capi di Stato e di Gover-no, alle ore 19:00 odierne (22/06/2015).

Le manovre europee di stabilizzazione economico finanziaria

L’area euro è cinque anni che vive una crisi di por-

tata devastante. Una crisi latente, che trova le sue origini in questioni politico-strutturali. Un’impasse generata da una fortissima incoerenza tra il proget-to, gli intenti e i mezzi legislativi implementati per rendere l’unione monetaria una realtà concreta e funzionante. Con l’avvio della crisi del debito sono state attuate numerose misure con l’obiettivo di stabilizzare l’architettura dell’euro zona e superare momenti di difficoltà endogena. A partire dal 2010, ovverosia dall’avvio della crisi greca, è stato crea-to lo European Stability Mechanism e lo European System of Financial Supervision. Il primo ha l’inten-to di creare una maggiore solidarietà economica e di implementare il monitoraggio macroeconomi-co e fiscale. Il secondo è un organismo di vigilan-za finanziaria. Inoltre l’Europa ha adottato nuove misure destinate ad aumentare la vigilanza bancar-ia e indirizzate alla creazione di un’unione bancaria comune. Queste sono state adottate in seno allo European System of Financial Supervision.

Ma la vera rivoluzione si è avuta con il ruolo giocato dalla Banca centrale europea. Il cambio di governo (il passaggio delle cariche da Trichet a Draghi) ha portato a una sempre maggiore importanza dell’is-tituzione di Francoforte.

GREXITUltimo capitolo per la Grecia europea?

Di: Mattia Modonesi

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Con il tempo e con l’aggravarsi della situazione macroeconomia e monetaria, la Bce ha deciso per l’attuazione di importanti misure. Innanzitutto, essa si è trasformata in un prestatore di ultima istanza, attuando il Securities Market Program. In seguito, l’annuncio dell’avvio di un’operazione di Outright Monetary Transactions, ha portato a un continuo rafforzamento del ruolo e della legittimazione del-la Bce. Legittimazione che solo di recente è stata riconosciuta. Di fatti, la Corte di Giustizia europea ha recentemente riconosciuto la compatibilità del programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea con il mandato dell’is-tituto. L’avvio del Quantiative easing europeo ha portato la Bce ad avere un ruolo, oltre che un peso, impensabile fino a pochi anni fa.

Il programma ELA e il rischio di un hair-cut dei col-lateral

Le promesse di Alexis Tsipras, relative a un nuovo corso, risultano sempre meno realizzabili. Il pro-gramma di austerity, che il primo ministro ave-va promesso di cancellare, ha portato l’economia greca a ridursi di un quarto, la disoccupazione a crescere esponenzialmente e ha spinto la popolazi-one a condizioni di vita insostenibili.

Oggi la Grecia, e con essa l’intera Unione, si trova dinanzi ad una situazione difficile da superare. In-fatti, non si è ancora arrivati a un accordo e sembra essere sempre più concreta l’ipotesi di un’uscita della Grecia dall’euro zona. Lunedì 22 giugno si ri-apriranno i negoziati e, durante un nuovo meeting dell’Eurogruppo, si cercherà di trovare una valida e sostenibile soluzione. Al fallimento dei negoziati di giovedì scorso, è nato un forte scontro in seno ai vertici ellenici. Da una parte il Governatore della Banca centrale ha dichiarato inammissibile un’usci-ta della Grecia dall’euro zona e, dall’altra, Tsipras ha ritenuto insensate le dichiarazioni del Governatore. Stournaras ha infatti lasciato una nota. In essa, il Governatore della Banca centrale greca, ha eviden-ziato l’importanza di un raggiungere accordi con i creditori internazionali. Questo clima d’instabilità ha portato a un’ennesima accelerazione dei prelievi dalle banche elleniche. Nell’ultima settimana sono stati prelevati oltre 2 miliardi di euro dagli sportelli. Da dicembre sono stati 32 i miliardi in fuga dalle banche. Queste notizie hanno portato Moody’s ad abbassare ulteriormente il rating sui depositi delle banche greche, oggi Caa3.

Questo clima ha portato le banche elleniche (in primis Piraeus Bank, National Bank of Greece, Al-pha Bank, Eurobank e Attica Bank) a dipendere sempre più dal programma – Emergency Liquidity Assistance – messo in atto dalla Banca centrale eu-ropea. Di fatti il sempre maggior prelievo di liquidi-tà, porta le banche greche ha richiedere immissioni di liquidità aggiuntiva dalla Bce. Il tetto dell’ELA è ora a 84.1 miliardi di Euro.

...l’uscita, o meglio la cacciata, della Grecia dall’euro zona com-porterebbe un effetto domino finanziario e politico. Ange-la Merkel, figlia dell’ex DDR, sa bene quanto costano queste fratture del e nel tessuto storico.

Pensare che, ancora una volta, la piazza finanziaria possa avere la meglio sulla politica reale e sul pro-getto europeo, soprattutto dopo le varie operazioni e misure, costosissime, attuate dall’Unione e dalla stessa Bce, appare molto difficile. Un default gre-co creerebbe un terribile precedente e porterebbe alla messa in discussione di equilibri instauratisi posteriormente alla crisi del debito. La questione portoghese è ancora viva e, allo stesso tempo, al-tre economie dell’europa opposta, quella core, potrebbero ambire a drastici cambiamenti e a una frammentazione, quindi fallimento, dell’euro zona. In questo scenario l’uscita, o meglio la cacciata, del-la Grecia dall’euro zona comporterebbe un effetto domino finanziario e politico. Angela Merkel, figlia dell’ex DDR, sa bene quanto costano queste frat-ture del e nel tessuto storico.

Il debito greco arriverà a una nuova ristrutturazi-one e la sua estinzione verrà posticipata e distribui-ta sui bilanci dell’Unione e dei suoi membri. È un capitolo triste della storia europea ma, allo stesso tempo, è un momento di decisioni. Superare ques-to momento, superarlo con una spartizione dei costi, politici e finanziari, significherebbe dare una forte spinta all’identità comunitaria oggi così in dis-cussione.

Mattia si è laureato cum Laude in Filosofia. Dopo aver studiato presso la Peking University di Pe-chino (CHN) ha conseguito, cum Laude, un Mas-ter double degree program in Economics presso l’Università della Svizzera Italiana (CH) e l’Albert Ludwig Universitӓt di Friburgo in Brisgovia (D). Oggi lavora in Svizzera per un fondo hedge.

Se non si trovasse un accordo concreto, allora si registrerebbe un crollo nel valore dei collater-al messi in garanzia dalle banche greche alla Bce. Questo movimento al ribasso porterebbe a una mancanza rilevante nei requisiti previsti dalla Bce per l’erogazione della liquidità, come previsto dal programma ELA. Un hair-cut nella liquidità garanti-ta dalla Bce al sistema bancario greco, porterebbe a una crisi bancaria di portata devastante.

Il punto

Le trattative sono in una fase di completo stallo. La diatriba tra Stournaras e Tsipras ha rivelato la forte divergenza di opinioni relative a una mag-giore o minore predisposizione al compromesso con i creditori. I creditori chiedono che nel corso dell’anno corrente vengano attuate ulteriori misure fiscali, capaci di portare ad un risparmio e quindi un rimborso di 3 miliardi di euro. Tsipras si è opposto, proponendo un rimborso di 2.5 miliardi di euro su due anni.

Il 30 giugno la Grecia dovrà rimborsare 1.6 miliar-di al Fondo monetario internazionale, e il 20 luglio 3.5 miliardi di euro dovuti alla Bce. Il 30 luglio sarà nuovamente il Fondo monetario a pretendere dalla Grecia il rimborso del debito. Questa sera si decid-erà, forse, su come gestire le scadenze. I problemi sono molti e, purtroppo, non riguardano solamente il ministero delle finanze greche, ma investono un’intera popolazione. Nella giornata di domenica 21 giugno il governo greco ha giocato d’anticipo, avanzando nuove proposte a Bruxelles. I punti cardine di questa prima proposta sono: un avanzo primario dell’1 per cento, manovre fiscali pari al 2 per cento del Pil, blocco dei pre-pensionamenti, au-mento della tassa di solidarietà per chi guadagna più di 30.000,- Euro l’anno e per le società che han-no utili superiori ai 500.000,- Euro.

Ci si dimentica troppo spesso che la Grecia è un paese dell’Europa unita e che sta pagando errori di politica economica e fiscale decisi per via esogena, vedi Troika. La Grecia dal canto suo, ha compiuto l’errore gravissimo di nascondere anni di deficit spending. Tuttavia il prezzo pagato appare, oggi, troppo oneroso.

Nella situazione economica in cui si trova, è matem-aticamente impossibile che la Grecia paghi il debi-to. Tuttavia il dilemma greco non è solamente una questione di politica fiscale ed economico-finan-ziaria, ma riguarda l’evoluzione del progetto eu-ropeo e di unione monetaria.

Accanto alla crisi greca si verifica un euro-scetticis-mo dilagante e l’avanzata, vedi le recenti elezioni danesi ed un eventuale ‘Brexit’, dei partiti nazional-isti. La questione immigrazione e trattato di Schen-gen ha creato nuove tensioni tra popoli confinanti.

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La Norges Bank, banca centrale norvegese, è pronta ad oper-are un taglio del costo del denaro pari a un quarto di punto percentuale. Attualmente il tasso norvegese è pari all’1.25%,

ma è ormai già da un mese che si paventa la possibilità di un hair-cut.

Inizialmente il taglio è stato posticipato in attesa dei dati sugli indicatori economici più importanti rivelatisi in seguito decis-amente non convincenti. Ad Oslo hanno deluso in particolare alcuni indicatori come Purchasing Managers Index (PMI mani-fatturiero) e l’indice sulla produzione industriale. Il Prodotto In-terno Lordo è invece aumentato dello 0.2%, ma in netto ribasso rispetto allo 0.9 % dell’ultimo trimestre 2014. Un altro fattore che esercita un’influenza negativa sull’economia norvegese è sicura-mente il crollo del prezzo del greggio: nella seconda metà del 2014 il prezzo del barile ha iniziato a scendere sotto i 100$ e ades-so un Brent a meno di 70 $ a barile sicuramente non giova alla crescita dell’economia del paese scandinavo.

Nonostante i prezzi del comparto immobiliare norvege-se siano praticamente triplicati negli ultimi 15 anni e pertanto la banca centrale stia subendo le sue forti pressioni inflazionistiche, il governatore Oeystein Olsen ha dichiarato la sua ferma intenzione di operare il tag-lio. Tutto ciò avrà (ma in realtà sta già avendo) pesanti effetti sul mercato del forex, in cui la corona norvegese dovrebbe registrare un massiccio sell-off nei confronti di euro e dollaro americano. Il cross con l’euro EUR/NOK, che attualmente si aggira attorno agli 8.7-8.8, dovrebbe sforare le resistenze delle ultime settimane in area 8.92, mentre il cross col dollaro americano dovrebbe tornare a quota 8 dollari per corona.

Norges Bank haircut & Barclays view su EUR/USDDi :Giulio Solfrizzi

FOREXMarket mover principale della settimana è si-curamente rappresentato dalle dichiarazioni del Federal Open Market Committee (FOMC) e dalla successivo monetary policy speech della Federal Reserve, previsti entrambi per mercoledì: variabile cruciale in quest’ottica sarà cogliere eventuali seg-nali riguardo il rialzo dei tassi di interesse in USA e quindi confermare il sospetto dei rumors degli operatori. Nell’attesa del meeting, gli analisti indi-viduano come strategia ottimale shortare il cambio euro/dollaro in considerazione di una serie di fat-tori: i segnali di ripresa manifestati dall’economia a stelle e strisce potrebbero essere “venduti” come la manifestazione concreta del fatto che il calo degli indicatori dell’economia reale e dei consumi regis-trato questo inverno fosse esclusivamente transi-torio (il mercato del lavoro ha subìto un impennata con l’aumento dei Non-farm Payrolls di c.a. 280k unità, nonché il Labor Market Conditions Index della FED, che è stato rivisto in aumento rispetto a quello di aprile); inoltre è prevedibile che la FED possa ribadire il concetto che l’inflation target del 2% si sta avvicinando sempre più (“gradually but steadily”). Un’ulteriore giustificazione potrebbe derivare dal fatto che l’indice dei prezzi al consumo,

in combinazione con i dati sui prezzi all’importazi-one, potrebbe gradualmente limare gli effetti della pressione al ribasso sull’internal inflation derivante a sua volta dal ritardo registrato nell’apprezzamen-to del greenback.

Analizzando nello specifico la posizione di Barclays sul cambio EUR/USD, la banca d’investimento bri-tannica ha una posizione short da quota 1,1240, con uno stop a 1,1680, in target per un movimento a 1,0460. Barclays è infatti fermamente convinta che la Yellen fornirà segnali inequivocabili per un prossimo doppio rialzo dei tassi da parte della FED, a settembre e dicembre. Tutto ciò, unito all’incertez-za politica della Grecia che rimane alta, con l’accen-tuarsi delle divergenze nei negoziati tra la Grecia e i suoi creditori, non può che far propendere per una posizione short sul cambio. Negli ultimi mesi, il biglietto verde si è apprezzato fortemente contro la maggior parte delle valute principali: più del 3% contro lo yen, dollaro australiano e neozelandese e ed è molto probabile che si verificheranno ulteriori aumenti in vista dell’annuncio post-riunione di due giorni del FOMC di mercoledì .

Giulio si è laureato a Bari in Economia Aziendale nel 2013 con una tesi in “Economia degli Intermediari Finanziari” e, dopo un semestre presso “La Trobe University” di Melbourne, si sta specializzando in Finanza all’Università Carlo Cattaneo. Attualmente lavora per Deutsche Bank AG nel ramo Compliance e Risk Management.

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Il mese di giugno si è concluso con la conferma del Consultant Marco al primo posto della nostra classifica gener-ale. La sua capacità, che gli ha permesso di raggiungere il gradino più alto del podio, è di aver totalizzato un risk/reward del 2.19 e una performance a un anno del 30.7%.

Durante i 30 giorni appena trascorsi, sono stati pubblicati 129 nuovi advice, sono stati chiusi 53 advice e ci sono 28 advice in attesa di essere pubblicati. Ora il totale degli advice pubblicati su Rataran è salito alla cifra di 4.941. Il bias dei consultant è stato rialzista. Dei 129 advice pubblicati, 111 sono stati ‘buy’ e solo 18 ‘sell short’.

Alla fine del mese di giugno 78 advice risultavano ancora aperti e in territorio negativo. La performance media di questi advises è pari a -2.66%. La performance dei 51 advice ancora aperti e positivi p pari a +2.57%. Contraria-mente a quanto detto, i 53 advice chiusi hanno ottenuto una performance media positiva del 1.12%. Presi nell’in-sieme, i 129 advice, stando alla data del 30 giugno, hanno registrato una performance media negativa dello 1.04%.

Il maggior profitto è stato ottenuto dal Consultant Lukas. Sul titolo Datalogic Spa (DAL:IM), ha registrato un gua-dagno del 13.77%. La perdita più alta, invece, è stata ottenuta sempre da Lukas, che con Fidia (FDA:IM) ha perso il 13.34%.

Monthly updateRataran Top Consultant Giugno

Come funziona Rataran

Rataran ha suddiviso il mondo in 6 aree geografiche (Nord America, America Latina, Asia, Africa e Oceania) e le tipologie di investimento in quattro categorie (Azioni, Obbligazioni, Materie prime e Forex).

Il Consulente potrà suggerire un’idea di investimento in-crociando l’area geografica e la tipologia di investimento (ad ex. Europa - Azioni) e pubblicarla sul sito.

Periodicamente Rataran classificherà i Consulenti per di-verse categorie ed assegnerà loro un punteggio ogget-tivo sulla base di tre elementi quantitativi (Performance, Rischio e Robustezza).

L’Utente avrà accesso alle idee di investimento pubbli-cate dai consulenti.

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Le piazze più frequentate dai Consultant sono state quella italiana, il FTSE Mib ha pesato per il 31% sul totale delle op-erazioni di acquisto e vendita, e il mercato europeo, 34%.

L’asset class soggetta a più transazioni è stata quella dell’azi-onario, 73.8% degli advice totali. Il Forex ha pesato per il 7.6% e le commodities sono rimaste sotto la soglia del 5%, 4.28% come le obbligazioni.

Top Consultant

Come anticipato, Marco resta, per il terzo mese consecutivo, saldamente in prima posizione. La sua performance since inception ha raggiunto il 25.70%. Performance a doppia ci-fra accompagnata da un ottimo risk reward ratio, 2.19. Una volatilità ottimale perché pari a meno della metà del rendi-mento.

Dall’analisi del suo profilo emerge che il 72% dei suoi advice sono positivi e in guadagno e che i guadagni medi sono quasi due volte le perdite medie (rapporto guadagno/per-dita). Infatti, a fronte di un guadagno medio dell’8.32%, la perdita media ammonta a -4.62%.

Il top consultant del mese è stato LinkedinTradingIdea. Ha ottenuto una performance del 5.16% mentre su base trime-strale Focus_US ha superato la concorrenza registrando una performance netta del 10.42%.

LinkedinTradingIdea ha ottenuto questo risultato senza pubblicare advice, ma attraverso la strategia dei mesi prece-denti.. La chiusura degli short su Saipem, Enel e Future Ftse Mib unitamente alla correzione del WTI gli ha permesso di ottenere il miglior rendimento ad un mese. Il secondo, Fo-cus_US, ha saputo sfruttare in maniera efficace i trend di al-cuni titoli del mercato USA, recuperando parte delle perdite precedenti.

Mercati

La fine di giugno rappresentava un periodo d’importanti scadenze per il debito greco. L’impossibilità della Grecia di onorare il prestito ottenuto dal Fondo monetario internazi-onale ha esacerbato la tensione tra il governo di Atene e le istituzioni di Bruxelles e Washington. Questa domenica (5 luglio 2015) si terrà un referendum che darà voce al popolo greco. Esso potrà decidere se accettare o no le condizioni presentategli dai creditori istituzionali.

Giuseppe si è laureato in Banking and Finance. E’ stato prima risk-manager di Ernst & Young Italia poi di Avvenire SIM, società di gestione basata a Milano. Oggi è vice-President e risk-manag-er di un’importante società svizzera di advisory finanziaria.

Sulla scia della tensione greca, l’Eurostoxx 50 ha perso, durante il mese di giugno, il 4.10 percento.

Passo di gambero per tutti maggiori indici mondiali. An-che l’americano S&P 500 perde il 2.10 percento.

In area asiatica, nonostante lo stimolo monetario, il Nik-kei nipponico perde l’1.59 percento e il 12 giugno si è arrestata la crescita ininterrotta della borsa cinese. Di fatti, da quella data, la borsa di Shanghai ha registrato giornate di forti contrazioni.

Sul fronte obbligazionario, prosegue il rialzo dei rendi-menti sui decennali dell’eurozona. Il Bund tedesco ha perso, durante i trenta giorni di giugno, quasi il 2 per-cento.

Sul mercato delle materie prime, eccezion fatta per al-cune materie prime agricole e/o tropicali, non si sono registrati movimenti interessanti.

L’attenzione resta sul casus ‘Grexit’. Da una prospettiva più esotica, l’andamento del CSI 300 cinese spaventa molto gli investitori e solleva dubbi sulla sostenibilità della crescita finanziaria del Paese.

Il top consultant del mese è stato LinkedinTradingIdea. Ha ottenuto una perfor-mance del 5.16% mentre su base trimestrale Focus_US ha superato la concorrenza reg-istrando una performance netta del 10.42%.

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Grafico 1. Tasso di interesse del BTP decennale italiano sul mercato secondario

Grafico 2. Tasso di interesse del BTP decennale italiano sul mercato secondario

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Il Quantitative Easing recentemente avviato dalla Banca Centrale Europea è stato ormai ampiamente analizza-to nelle sue caratteristiche tecniche e si è estesamente

dibattuto sugli effetti che avrà sulle variabili finanziarie e sulll’economia reale. In questo articolo si propone una elaborazione utile a calcolare quale potrebbe essere l’im-patto del QE sul deficit italiano.

Vi sono due canali principali attraverso cui l’azione della BCE andrà ad impattare sulla finanza pubblica: il primo è ormai noto ai più ed è la moderazione nella spesa per interessi passivi, a seguito della riduzione nel livello dei tassi di interesse delle nuove emissioni dei titoli di stato; il secondo, un po’ più nascosto, è la restituzione da parte della Banca d’Italia al Tesoro di parte delle cedole pagate sui titoli acquistati tramite il QE.

I due canali avranno diversa rilevanza nel determin-are un miglioramento del deficit, ma in entrambi i casi si tratta di effetti non trascurabili. Per capire quale potrebbe essere la riduzione complessiva del deficit si procede con l’esame disgiunto dei due canali per poi calcolare il risparmio rispetto alle previsioni contenute nel Documento di Economia e

Finanza dello scorso aprile.

Interessi Passivi

Come è facilmente intuibile osservando i dati mostrati nei grafici 1 e 2, il QE avrà un impatto positivo sulla spesa per interessi passivi. Nel grafico 1 è mostrato l’andamen-to sul mercato secondario del tasso di interesse del BTP decennale. È evidente l’ulteriore riduzione dei tassi che è seguita dopo l’annuncio ufficiale del QE. Ma già nel corso del 2014, con la riduzione del tasso guida, con il varo delle TLTRO, con l’annuncio dei programmi di acquisto di cov-ered bond e ABS e con la discussione preliminare sul pos-sibile acquisto dei titoli di stato, i tassi di interesse del BTP decennale avevano mostrato una tendenza discendente.

ITALIAQE e deficit, un nuovo (piccolo) tesoretto

Di: Antonio Forte

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Nelle ultime settimane si è verificata un’inversione nell’andamento dei tassi sui titoli di stato, in parte dovuta alle nuove tensioni derivanti dalla perdurante stasi nella risoluzione della crisi greca. Nonostante ciò, ma fiduciosi in un prossimo accordo tra autorità greche ed europee, la situazione rimane positiva. Tuttavia, l’andamento del tasso di interesse sui mercati è solo un indicatore di fidu-cia-sfiducia nei confronti dell’Italia.

Restituzione cedole

Il risparmio potenziale potrebbe essere superiore se si considera che le cedole che il Tesoro pagherà sui titoli acquistati dalla Banca d’Italia saranno in parte rigirate allo Stato. Prima di presentare l’effet-to di questo canale sui conti pubblici è utile soffer-marsi su questa ulteriore caratteristica che riguard-erà i rapporti tra stato italiano e Banca d’Italia.

Il decentramento operativo delle operazioni di acquisto di titoli nell’ambito del QE eviterà finanziamenti incrociati tra stati e banche centrali. Infatti, a titolo di esempio, se la Bundesbank acquistasse BTP, lo stato italiano pagher-ebbe le cedole alla Bundesbank e, quindi, ai suoi azion-isti. In questo caso, l’Italia avrebbe fatto fluire verso la Germania il pagamento degli interessi sul debito. Con la suddivisione a livello nazionale degli acquisti ciò non si verificherà. Rimane però da capire la destinazione delle cedole che la Banca d’Italia incasserà detenendo i titoli di stato italiani. Infatti, assumendo che la Banca d’Italia vada ad acquistare ogni mese lo stesso ammontare di titoli, ciò significa che a fine 2015 avrà in portafoglio 68,5 miliardi in più di titoli di Stato italiani e nel settembre 2016 arriverà a detenere in portafoglio 130 miliardi di euro di titoli ital-iani, secondo quanto comunicato dallo stesso istituto di via Nazionale. Data questa progressione negli acquisti e ipotizzando un tasso di interesse cedolare medio annuo dei titoli acquistati pari al 2,5 per cento, la Banca d’Italia dovrebbe ricevere da questi titoli un flusso cedolare pari a circa 1 miliardo nel corso del 2015 e tra 2,5 e 3 miliardi nel 2016 (è impossibile fornire una stima precisa perché non conoscendo quali titoli saranno acquistati dalla Banca d’Italia non è possibile fare elaborazioni precise sulla data di stacco della cedola dei vari titoli). Questo flusso sarà aggiuntivo rispetto ai ricavi che la Banca d’Italia normal-mente registra ogni anno e, esaminando il bilancio dell’is-tituto di via Nazionale, si può supporre che questi nuovi ricavi faranno incrementare di pari ammontare l’utile di esercizio, pari a 3 miliardi sia nel 2013 che nel 2014. Se fosse mantenuta l’attuale ripartizione degli utili (20% a riserva ordinaria, 340 milioni ai Partecipanti al capitale, 5% a riserva straordinaria e la parte restante allo Stato) si

Affariglobali.it è una piattaforma di informazione animata dalla volontà di promuovere la “cultura degli esteri”. La comprensione del presente passa attraverso i fenomeni che regolano l’economia e i rapporti tra gli Stati. In una società sempre più glo-balizzata ciò che avviene a livello nazionale è frutto di processi che avvengono a livello globale.

può ragionevolmente supporre che allo Stato verranno distribuiti tra i 700 e gli 800 milioni in più con il bilancio del 2015 e circa 2 miliardi in più con il bilancio del 2016.

Conclusioni

Pur con le dovute cautele, soprattutto riguardo la prima di queste due fonti di possibili rispar-mi, se si sommano i valori calcolati in precedenza si giunge ad un impatto finale non trascur-abile: rispetto alle previsioni del Documento di Economia e Finanza, il risparmio per le casse dello Stato ammonterebbe a circa 2,5 miliardi nel 2015 e a oltre 10 miliardi nel 2016.

Se sulla prima fonte, il risparmio sulla spesa per interessi passivi, si è ampiamente discusso negli ultimi mesi, poco si è detto delle cedole che la Banca d’Italia riceverà già a partire dai prossimi mesi. Questo ammontare potrebbe trasformarsi in un piccolo inaspettato tesoretto.

Se questa riduzione di spesa fosse integralmente utilizzata per ridurre il deficit, si riuscirebbe-ro a centrare gli obiettivi di finanza pubblica senza dover ricorrere ad altri interventi restrittivi e, quindi, al netto di alcuni interventi straordinari (come quello recentemente varato per le pensioni), si creerebbero nuovi spazi in bilancio per proporre ulteriori misure di stimolo eco-nomico.

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INDIA: UN ANNO DI MODIPER ABBATTERE LA CORRUZIONE E RILANCIARE L’ECONOMIA

La corruzione degli alti dirigenti del governo indiano è “scomparsa” da quando Narendra Modi è diventato primo ministro, poco più di un anno fa. “Questo è un

segnale incoraggiante per gli investitori stranieri” – assi-cura l’investitore miliardario Prem Watsa, il ‘Warren Buffet canadese’: l’India è l’unico paese di dimensioni significa-tive che gli piace al mondo, date le preoccupazioni eco-nomiche che aleggiano intorno agli Stati Uniti, all’Europa e alla Cina. Fairfax, il fondo di proprietà di Watza, conclud-erà il primo dei suoi investimenti previsti nel paese entro la fine del 2015.

L’economia Indiana ha ottime prospettive e da quando Modi è diventato primo ministro, la corruzione tra gli alti funzionari è diminuita drasticamente, insieme al deficit della bilancia dei pagamenti (passata dal 4,9% del 2013 all’1% di oggi). Dal punto di vista macro-economico, tutti gli osservatori sono concordi sui risultati ottenuti dal nuo-vo governo. In poco tempo, questa nuova prospettiva si espanderà anche ai livelli inferiori. Dato il breve periodo di tempo, questo è un risultato fenomenale.

Si tratta di un grande paese, ci vorrà del tempo per im-primere dei cambiamenti profondi, ma la fiducia verso il primo ministro è molto alta. Nel resto del mondo la sit-uazione è ancora preoccupante. Da un lato, l’economia cinese sta avendo un rallentamento, sempre più evidente, mentre la ripresa economica degli Stati Uniti resta ancora molto tiepida. L’unica economia di dimensioni significa-tive che sembra più solida è l’India. I mercati azionari indi-ani hanno scontato questa situazione e hanno raggiunto quotazioni maggiori; bisogna quindi stare attenti a dove/come investire. La visione deve essere almeno a cinque anni, per poter avere delle buone possibilità di riuscita.

Stiamo effettivamente assistendo a una deflazione neg-li Stati Uniti e in Europa. Il prezzo del petrolio è sceso in modo significativo – un grande beneficio per l’India, così come per altri paesi –anche se al momento le quotazi-oni sono risalite. L’aspettativa è che i prezzi del greggio scendano di nuovo, questo scenario sarebbe positivo per l’India e i suoi tassi di interesse, risultando in una bassa inflazione (da quando Modi è Primo Ministro l’inflazione è scesa al 5%, contro la doppia cifra del passato, grazie anche al crollo del prezzo del greggio).

Per concludere, nonostante resistano ancora alcuni indi-catori negativi (indice di crescita industriale), le previsioni sul futuro dell’economia indiana sono molto positive, so-prattutto se si intendono fare investimenti sul lungo peri-odo (strategia a cinque anni).

Matteo Parasacco, dopo una laurea in Società e culture d’Europa presso l’Università di Torino e la Warwick University, ha conseguito cum laude un Master Double Degree in Economia e Politiche In-ternazionali studiando tra l’Università della Svizzera Italiana (CH), l’Università Cattolica di Milano e la Zeppelin Universität di Friedrichshafen (D). Oggi lavora a Venezia in una società di consulenza stra-tegica che si occupa di Euro-progettazione a livello internazionale.

Di: Matteo Parasacco

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Gli amici traders sanno bene che il mercato è in continuo cam-biamento e che quindi bisogna stare aggiornati!

Per chi utilizza Algoritmi, come nel mio caso, l’aggiornamento consiste nel creare sempre nuovi codici da testare e eventual-mente aggiungere al portafoglio del trading, così da tenerlo in linea con il mercato.

Oltre, al consueto monitoraggio di quelli vecchi per vedere se mantengono i rendimenti (Out Of Sample), come nei backtest ( In Sample), oppure se conviene stoppare il codice.

Non voglio soffermarmi su quando si deve bloccare un codice perchè non è questo l’intento dell’articolo, anche se cosa molto importante!

Preferisco parlare dell’importanza che ricopre la ricerca di nuove soluzioni per la costruzione di Algoritmi che nel mio caso ha por-tato ad utilizzare Patterns Statistici.

Sotto c’è l’immagine di come si presenta la videata finale del soft-ware per analizzare mole elevate di dati con cui poi diventa prati-co e logico codificare i Patterns Statistici.

Patterns statistici per nuovi algoritmiDi: Rataran Redazione

ALGOTRADERMarket mover principale della settimana è sicuramente L’utilizzo di questi Patterns nel mio trading reale ha por-tato ad un sensibile miglioramento dei rendimenti legato anche ad un aumento della operatività, vista la loro par-ticolare dinamicità, permettendo di individuare meglio quando entrare a mercato.

Fatta la prima parte dell’Algoritmo, definendo l’ingresso, ora tocca alla seconda che consiste nel decidere quando USCIRE in Profit e StopLoss.

Non utilizzando indicatori e/o oscillatori perchè ritengo siano, per loro natura, in ritardo sui prezzi , mi baso per settare Profit e StopLoss sui valori denominati Rappor-to-Positivo (Positive-Ratio) e Rapporto-Negativo (Neg-ative Ratio) ricavati dalle analisi dei dati di : MAE – MFE – ETD più la Volatilità.

Tali valori sono dinamici, si aggiornano ad ogni cande-la del grafico, proprio per stare il più possibile in linea con il mercato. Nel codice ho previsto anche di tracciare sul grafico due linee, una di colore blu (Profit) ed una di colore rosso (StopLoss) per avere visivamente i valori dan-do un’idea del trade in corso.

Sotto ho riportato un’immagine di come si presenta il grafico con l’Algoritmo in attività che come potete vedere è molto pulito.

Roberto Cocchini alias Algotrader è un Consultant iscritto su Rataran dal 2014 ed è specializzato in modelli statistico-quantitativi per il trading.

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Uno dei tristemente più celebri Cyber Attack è quello che ha avu-to luogo da due anni a questa parte e che ha portato al furto di un ammontare stimato pari a un miliardo di dollari da oltre cento diverse banche sparse in tutto il mondo.

Alcuni hacker, provenienti da Russia, Ucraina, Cina e altre par-ti dell’Europa, sono infatti riusciti, tramite un software chiamato Carbanak, ad infiltrarsi nei sistemi di videosorveglianza e di ges-tione di diverse importanti banche, ad osservarne le procedure e, quindi, a sfruttarle a proprio favore facendo sì che i bancomat erogassero denaro in momenti precisi e trasferendo denaro sui propri conti.

Gli sforzi delle divisioni specializzate di diverse forze dell’ordine mondiali non sembrano tuttavia bastare a difendere le società da questi “criminali 2.0” e, di conseguenza, alcune società come Fire-Eye, AVG e Palo Alto Networks si sono messe al lavoro per cercare di diventare l’ultimo baluardo a difesa di banche e imprese contro i Cyber Attack.

Queste tre società di Cyber Security, tutte quotate negli Stati Uni-ti, forniscono servizi che spaziano dalla protezione dei server alla difesa di indirizzi e-mail, da servizi di intelligence a soluzioni per salvaguardare la sicurezza dei cloud.

L’apprezzamento della clientela di tutto il mondo per questo tipo di servizi e la certezza che ce ne sarà sempre più bisogno a porta-to i prezzi di queste società a un aumento da non sottovalutare. Nell’ultimo anno, infatti, le quotazioni di queste società hanno in-fatti visto un aumento del 124.57% per la Palo Alto, del 32.06% per la AVG e del 56.57% per la FireEye.

Un andamento tanto positivo del settore è iniziato, non a caso, nel giugno dell’anno scorso, momento in cui l’FBI, in collaborazi-one con altre forze dell’ordine tra cui la Polizia Postale e l’Europol, è riuscito, nel corso dell’operazione “GameOver Zeus”, a bloc-care una piattaforma peer-to-peer per l’accesso ai sistemi delle banche e alle credenziali dei clienti delle stesse, per l’appunto chi-amata Zeus.

Ad “aiutare” questi prezzi a schizzare alle stelle è stato, oltre ai numerosi Cyber Attack (buona parte dei quali fortunatamente sventata), un altro fattore: il grande sviluppo, nel corso degli ul-timi due anni, dei BitCoin, una nuova valuta puramente virtuale che, pur riuscendo a semplificare gli acquisti e le transazioni on-line, ha fornito un importante supporto agli hacker in quanto ga-rantisce agli stessi l’anonimato nei trasferimenti illeciti di denaro e nei ricatti aventi per oggetto lo sblocco di dati o programmi ille-galmente bloccati.

Visto, quindi, il crescente bisogno di alti livelli di sicurezza ciber-netica, sia a livello corporate, sia, purtroppo, a livello individuale, mi sento di poter affermare che, un investimento in società ap-partenenti al settore della sicurezza cibernetica potrebbe garan-tire, nel medio termine, buoni rendimenti.

Sino a qualche anno fa il modello quasi perfetto di rapina era rappresentato dalla rapina compiuta da Simon Gruber, interpretato da Jeremy Irons, nel terzo film della celebre saga di Die Hard.Sfruttando un attacco terroristico alla fer-mata della metropolitana di Wall Street, usato come diversivo, il criminale riesce infatti a svuotare l’intero Fort Knox.

In questi ultimi anni, sta invece prendendo piede un nuovo tipo di rapine, molto più temibile e quasi invisibile agli occhi della popolazione: i Cyber Attack.

Questo tipo di rapine non necessita di bombe né trapani, ma solo di un buon computer e di qualcuno che ne conosca le funzionalità come le proprie tasche, un hacker.

Ad “aiutare” questi prezzi a schizzare alle stelle è stato, oltre ai numerosi Cyber At-tack (buona parte dei quali fortunatamente sventata), un altro fattore: il grande svi-luppo, nel corso degli ultimi due anni, dei BitCoin...

Cyber securityCome sfruttare gli attacchi degli hacker a proprio vantaggio

Di: Matteo Croci

Matteo è al terzo anno di Economia Aziendale e Manage-ment all’Università Commerciale Luigi Bocconi ed è deciso, una volta conseguita la laurea triennale, a proseguire i suoi studi con una specializzazione in finanza. Al momento è trainee presso una società di Asset Management e non vede l’ora di entrare appieno nel mondo che più lo appassiona: la finanza.

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Giovanni Aversa Fondatore e responsabile editoriale di Affariglobali.it. Classe 1986, laureato in Relazioni Internazionali e con Master in Development Economics and International Cooperation. Ha svolto tirocini presso il Ministero degli Affari Esteri prima e l’Ambasciata Americana poi. Attualmente è Cultore della Materia in Economia nel Dipartimento di Economia e Impresa (DEIM) presso l’Università degli Studi della Tuscia e collabora con Assonebb, Associazione Nazionale di Banca, Borsa e Finanza a cui aderiscono imprese e banche (tra cui la Banca d’Italia) ed Eurocomunicazione.com, think tank sull’Europa in collaborazione con l’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo in Italia.

Scambi commerciali: Export. Nel 2013 l’export ital-iano si compone principalmente di prodotti en-ergetici raffinati (49%) e meccanica strumentale (11%). L’Italia è il terzo paese europeo in termini di investimenti nel paese, escludendo il settore oil&-gas. (Sace.it)

Energia: Petrolio e Gas. Circa il 20 % del petrolio ac-quistato dall’Italia e il 10 % del gas italiano arrivano dalla Libia. Importantissima è la presenza di ENI che porta avanti estrazioni di petrolio e gas in sei grandi aree in concessione. Ad Ovest, da Mellitah parte il gasdotto Greenstream controllato da ENI che arriva fino alle coste siciliane di Gela.

La Libia riveste un’elevata importanza geo-econom-ica in quanto permette all’Italia la diversificazione sul mercato energetico soprattutto in una situazi-one come quella attuale che vede l’Italia pericolos-amente “ingabbiata” tra la crisi in Ucraina con la Russia (secondo fornitore di gas e terzo di petrolio all’Italia) e la minaccia del Califfato in Libia.

Ringraziamo Giovanni Aversa, fondatore e responsa-bile di Affari Globali, per l’attenta e puntuale analisi.

News.rataran ha inaugurato una stretta e felice collabo-razione con il team di Affari Globali.

La Redazione di Affari Globali ci affiancherà nell’analisi di temi di carattere geopolitico e macroeconomico.

L’arrivo dell’ISIS sulle coste libiche rappresenta un per-icolo per l’Italia non soltanto in termini di sicurezza ma anche in termini economici. L’Italia, infatti, con la

sua ex colonia libica ha mantenuto nel corso del tempo importanti rapporti economici che l’arrivo del Califfato minaccia di destabilizzare.

La Libia ha da sempre rappresentato un interesse strate-gico nella politica estera italiana da Giolitti a Berlusconi, passando per Mussolini. Oggi l’Italia è uno dei più im-portanti interlocutori europei della Libia nel Mediterra-neo, nonostante il ridimensionamento avvenuto dopo la Guerra libica nel 2011. La collaborazione tra Roma e Tripo-li è oggi sottolineata dalle molte imprese italiane presenti sul suolo libico e attive non solo in campo energetico.

Infrastrutture: “Autostrada dell’amicizia”. La più im-ponente infrastruttura stradale mai realizzata dalle aziende italiane è l’Autostrada dell’amicizia che at-traverserà la Libia dal confine con l’Egitto a quello con la Tunisia. Il tempo stimato per la realizzazione dell’opera è di circa 20 anni e 3 miliardi di dollari e la sua costruzione è riservata a imprese italiane. La creazione dell’autostrada è stata prevista nel tratta-to di “Amicizia e Cooperazione” firmato il 30 agosto 2008 tra Italia e Libia. Trattato poi congelato con la rivoluzione ma i cui contenuti sono stati rilancia-ti dal Governo Monti nel 2012, dopo la caduta di Gheddafi. (adkronos.com)

ecco tutti gli interessi economici dell’Italia minacciati dall’ISIS

LIBIA

Di : Giovanni Aversa

Page 14: Rataran magazine giugno 2015

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