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L’ ASCOLTO ATTIVO L’ ascolto è un processo a due vie

Mela gialla chiara, elisa, federica, ari, ceci, mari

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L’ ASCOLTO ATTIVOL’ ascolto è un processo

a due vie

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-----ASCOLTARE COMUNICARE L’ASCOLTO

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PER QUESTO SI PARLA DI ASCOLTO ATTIVO! L’ascolto non può essere solamente passivo. La comprensione dell’altro richiede

sollecitazioni, esplicitazioni, concessione di spazi.

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TIPI DI ASCOLTO ATTIVOAscolto e osservazione di ciò che dice l’altro. (verbale) Ascolto e osservazione di ciò che non dice. (silenzio)

Ascolto e osservazione di come lo dice. (paraverbale)

Osservazione di come si presenta e si muove. (non verbale)

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LE FASINell’ascolto possiamo distinguere 3 fasi:

Ricezione con l’intenzionalità di centrarsi sulla fonte comunicativa e con l’impegno a comprendere il messaggio nel significato che questo ha per l’emittente;

Elaborazione e decodifica del significato tenendo presenti le diverse dimensioni comunicative con l’abilità di coglierle tutte senza distorcere o alterare il significato;

Risposta è il risultato di ciò che cogliamo di quanto abbiamo capito di quello che abbiamo ascoltato…

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RESTITUZIONE

Trasmettere all’altro ciò che si è ascoltato. .

https://www.youtube.com/watch?v=VyBwSQOxdAQ

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CHI ASCOLTA NON E’ UN RICEVENTE PASSIVO MA AGISCE PER FACILITARE LA COMUNICAZIONE

In che modo?A) Manifestare il proprio interesse ad ascoltare (verbale e non verbale: linguaggio visivo, del corpo, non interrompere, non distrarsi)B) capire che cosa vuol comunicare l’interlocutore; (fare richieste mirate per facilitare la comprensione della comunicazione, incoraggiare a continuare il discorso, richiesta brevi di informazioni, stimoli e approfondimenti…per comprendere meglio il messaggio)C) capire a quale scopo lo sta comunicando evitando di interpretare soggettivamente i messaggi dell’interlocutore; (parafrasando es: Allora, se non ho capito male, lei ha detto che...”), Mi rendo conto che per lei questo è molto impegnativoD) far capire che ha capito (feedback, riformulazione ecc)

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LE TECNICHE DELL’ASCOLTO ATTIVO

1)ASCOLTO PASSIVO: è il momento di silenzio interiore (e possibilmente anche esteriore), di chi è in ascolto. Ascoltare in silenzio permette all’altro di esporre senza essere interrotto. È così che percepisce l’attenzione che gli viene rivolta

2. Messaggi di accoglimento: Sono sia messaggi verbali (“ti ascolto”, “sto cercando di capire”..); che messaggi non verbali (cenni del capo, sguardo, sorriso…).

3. Messaggi verbali che incoraggiano chi parla ad approfondire quanto sta dicendo (“dimmi..”, “spiegami meglio”..) senza valutare o giudicare ciò che viene detto. L’assenza di giudizio è fondamentale al raggiungimento di una corretta comunicazione fra le parti. 4. Restituire il messaggio dell’altro permette di verificare se ciò che si è compreso è correttoEsempi di frasi introduttive dell’ascolto attivo sono: Ti senti… Mi stai dicendo che Mi pare di capire…

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Tecnica dell’ascolto attivo: la riformulazione

La riformulazione è una tecnica comunicativa che consiste nel ridire ciò che l’altro ha appena detto utilizzando le stesse parole o in maniera più concisa con altri termini, non aggiungendo nulla di proprio al contenuto, evitando in tal modo l’interpretazione.

Scopo: chi ascolta può ottenere l’accordo da parte dell’interlocutore e a suo volta quest’ultimo ha la conferma di essere stata ascoltata.

“Mi sta dicendo che…….”, “Lei vuol dire che…….”, “In altre parole……..”, “A suo avviso perciò……..”, “Così, secondo lei…….”

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La delucidazione sottolineando anche le emozioni che accompagnano il contenuto.

Si coglie dal non verbale oltre che dal verbale.

“Mi sembra di cogliere dal suo sguardo uno stato di preoccupazione” “Dalle sue parole ho l’impressione di cogliere delle perplessità circa……..!

Tecnica dell’ascolto attivo: la delucidazione

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Tecnica dell’ascolto attivo: saper porre le domande

Le domande aperte sono da preferire nella fase iniziale del colloquio, lasciano ampia possibilità di risposta, tendono ad ampliare e approfondire la relazione, stimolano l’esposizione di opinioni e pensieri (come, cosa vorrebbe, potrebbe, può approfondire, cosa ne pensa).

Le domande chiuse sono circoscritte, costringono ad una sola risposta specifica, spesso forzano una risposta, restringono e rendono più mirata la comunicazione, richiedono solo fatti oggettivi e a volte possono sembrare limitative e ostacolanti (quando?, dove?, chi?).

Le domande che iniziano con il “perché” possono essere percepite dalla persona come colpevolizzanti o accusatorie, pertanto andrebbero evitate.

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esercizio sull’ascolto: la parafrasi

Gruppi di tre – A parla, B ascolta, C osserva A e B.

1. A esprime un breve messaggio. Racconta in due minuti qualcosa che pensa di saper fare bene... B e C ascoltano senza intervenire.

2. B ripete il messaggio iniziando la frase con: “Mi stai dicendo che”? Oppure “Ti ho sentito dire che?” Focalizzarsi sul contenuto. Non interpretare.

3. A commenta le sue impressioni sul contenuto parafrasato dal collega B.

4. C comunica a B (che ha parafrasato) le sue osservazioni, facendo attenzione a non giudicare il collega ma cercando di aiutarlo. 5. Scambio ruoli

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esercizio 2 sull’ascolto: verbalizzare le emozioni

Gruppi di tre – A parla, B ascolta, C osserva A e B. 1. A esprime un breve messaggio. Racconta in cinque minuti una sua difficoltà sul lavoro o in famiglia. Nel racconto A cerca di usare predicati verbali come sentire, provare, sperare, desiderare, temere. B e C ascoltano senza intervenire.

2. B cerca di sintetizzare il messaggio di A focalizzandosi sull’emozioni di A. Può usare la seguente frase: “Bene, quello che mi hai detto finora è… dunque in questa situazione tu ti senti…? Ho capito bene?

3. A commenta le sue impressioni sul contenuto espresso da B. 4. C comunica a B le sue osservazioni, facendo attenzione a non giudicare il collega ma cercando di aiutarlo. 5. Scambio ruoli.

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la mappa dell’ascolto attivo