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! ! ! 20 FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005 P E R C O R S I e è vero che i metodi di recupero del ferro, provenienti dal settore del restauro, sono in genere inapplicabili per gli alti costi da sopportare, soprattutto quando non si trattano fer- ri artistici o di particolare pregio, è altrettanto vero che non deve nemmeno essere consentito l'uso indiscriminato di qualsiasi procedimento di pulitura o di sverniciatura con il rischio di effetti deleteri, sia dal punto di vista estetico che della conser- vazione dell'originarietà dell'opera. L'esigenza di minimizzare il danno sul materiale ferroso (ad esem- pio con pericolose saldature) e di impedire semplici riverniciature mal eseguite di ringhiere, balaustre e inferriate delle facciate li- berty, ci impongono di sensibilizzare tutti gli operatori e commit- tenti per diffondere una metodologia d'intervento adeguata per raggiungere i migliori risultati e salvaguardare opere non più ri- petibili. Analogamente a tutti gli altri elementi metallici presenti in facciata si eseguono le tre operazioni principali, che sono la pu- SUI FERRI ARTISTICI OCCORRE ADOTTARE LO STESSO APPROCCIO CONSERVATIVO SCELTO PER LA FACCIATA: DIAGNOSI, PULIZIA, CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE in FACC I ATA I FE RRI BATT U T I S

Ferri battuti in facciata

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Ferri battuti esposti al degrado

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Page 1: Ferri battuti in facciata

! ! ! 20 FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005

P E R C O R S I

e è vero che i metodi di recupero del ferro, provenienti dal

settore del restauro, sono in genere inapplicabili per gli alti

costi da sopportare, soprattutto quando non si trattano fer-

ri artistici o di particolare pregio, è altrettanto vero che non

deve nemmeno essere consentito l'uso indiscriminato di

qualsiasi procedimento di pulitura o di sverniciatura con il rischio

di effetti deleteri, sia dal punto di vista estetico che della conser-

vazione dell'originarietà dell'opera.

L'esigenza di minimizzare il danno sul materiale ferroso (ad esem-

pio con pericolose saldature) e di impedire semplici riverniciature

mal eseguite di ringhiere, balaustre e inferriate delle facciate li-

berty, ci impongono di sensibilizzare tutti gli operatori e commit-

tenti per diffondere una metodologia d'intervento adeguata per

raggiungere i migliori risultati e salvaguardare opere non più ri-

petibili. Analogamente a tutti gli altri elementi metallici presenti

in facciata si eseguono le tre operazioni principali, che sono la pu-

SUI FERRI ARTISTICI OCCORRE ADOTTARE

LO STESSO APPROCCIOCONSERVATIVO SCELTO

PER LA FACCIATA: DIAGNOSI, PULIZIA,CONSOLIDAMENTO

E PROTEZIONE

in FACC I ATAI FE RRI BATT U T I

S

16-25 Percorsi 2-05-2005 14:31 Pagina 20

Page 2: Ferri battuti in facciata

FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005 21 ! ! !

litura e sverniciatura, il trattamento di

protezione antiruggine e la verniciatura

finale di protezione.

CONSOLIDAMENTO E PULIZIA

Quando i ferri sono degradati seriamente

può risultare necessario intervenire, pre-

cedentemente alla pulitura, con alcune

operazioni che possiamo definire di con-

solidamento, anche se in realtà si tratta

quasi sempre di ricostruzione di parti

mancanti o addirittura di sostituzioni di

porzioni troppo danneggiate, nuove sal-

dature di giunzioni o di elementi che si

separano, interventi sugli ancoraggi o al-

tro. Quando si affrontano situazioni di

questo tipo, che presuppongono quindi

l'intervento del fabbro, e non si trattano

ferri vincolati artisticamente per i quali è

necessario il controllo delle Soprinten-

denze, tutto viene lasciato alla serietà,

sensibilità e bravura di chi decide sul da

farsi, siano essi imprese, architetti, ammi-

nistratori ed artigiani. Naturalmente la

scelta del metodo e delle modalità del-

l ' i n t e rvento più adatto è condizionata

dalle caratteristiche tecniche del manu-

fatto in ferro e dalle sue condizioni di de-

grado.

Con la pulizia si rimuovono tutte quelle

parti che alterano l'aspetto originale del

manufatto , che possono rappresentare

una causa di degrado, e si preparano le

superfici ai successivi trattamenti. Con il

consolidamento si cercherà di conferire

una maggior coesione al materiale me-

diante saldature, rivette, chiodi ribattu-

ti o altri interventi del genere. L'ulti-

ma irrinunciabile operazione è quel-

la della protezione, che consiste

nell'applicazione sulle superf i c i

del manufatto di prodotti che

contribuiscono a diminuire l'inci-

denza delle aggressioni esterne.

DIAGNOSI PRELIMINARE

Come fase preliminare di qualsiasi

intervento occorre predisporre tut-

te le operazioni che ci possono fornire

un quadro diagnostico

di Fabio Carria

" NELLA PAGINA AFIANCO, INFERRIATAALLA FINESTRA DI UNPALAZZO MILANESE

" IN QUESTA PAGINA,A SINISTRA, I FERRIDEI BALCONI DELLAFACCIATA IN VIASPADARI A MILANO; A DESTRA,LAVORAZIONE DEIFERRI BATTUTI TIPICADEL PERIODOLIBERTY segue a pag. 24

16-25 Percorsi 2-05-2005 14:31 Pagina 21

Page 3: Ferri battuti in facciata

! ! ! 22 FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005

La corrosione dei metalli esposti all’aria e l’intervento di protezione

C on “corrosione atmosferica” si intende definire

la reazione del metallo alle azioni prodotte dal-

l’ambiente esterno o, più precisamente, quel

processo di decadimento fisico delle caratteristiche tec-

nologiche a cui sono sottoposti i metalli esposti all’aria,

per l’azione chimica combinata dell’ossigeno e dell’umi-

dità, che produce l’effetto visibile della diminuzione di

sezione.

È ormai assodato che l’umidità presente nell’atmosfera

costituisce il fattore determinante dell’entità del pro-

cesso corrosivo, perché regola la formazione della rug-

gine sulle superfici dei materiali metallici, per cui quan-

do si superano determinati valori critici (generalmente il

60% di umidità relativa) ci potranno essere condizioni di

durabilità differenti a seconda delle condizioni climati-

che, del grado di riparazione del materiale dagli agenti

degradanti, nonché della presenza importante di agen-

ti contaminanti aggressivi, spesso presenti nelle atmo-

sfere urbane e industriali, quali i derivati solforati (l’ani-

dride solforosa e l’idrogeno solforato).

Purtroppo, però, l’umidità relativa non rappresenta il

solo elemento determinante dell’attacco corrosivo dei

metalli. Ci sono altri importanti fattori come la tempe-

ratura, le proprietà fisiche del materiale metallico, la na-

tura dei prodotti di corrosione superficiale, la possibili-

tà di attacco galvanico, che influenzano im modo deci-

sivo l’entità di ogni processo corrosivo. Raramente i fe-

nomeni della corrosione si diffondono in maniera omo-

genea e con spessore di attacco costanti, anzi molto

spesso l’effetto si concentra nelle zone di attacco senza

allargarsi troppo in superficie, ma entrando in profondi-

tà con distruzione del reticolo cristallino e producendo

cavità che determinano una fragilità progressiva alla

corrosione.

La protezione degli elementi metallici esposti all’aria è

sempre necessaria, perché impedisce la formazione del-

l’ossido di ferro (ruggine) e l’innesco dei fenomeni cor-

rosivi dovuti all’azione dell’ossigeno e dell’umidità. Na-

turalmente questa protezione sarà garantita nel tempo

se le opere metalliche possiedono caratteristiche di ma-

nutenibilità elevate, in particolare se accoppiati ad altri

materiali come il vetro o le plastiche e di forma tale da

impedire la perfetta pulizia dei depositi di ruggine. Per-

tanto l’intervento sugli elementi ferrosi consiste in:

! preparazione delle superfici mediante lavatura sgras-

sante con detergenti o solventi (elementi nuovi),

brossatura e raschiatura tramite spazzole metalliche

per eliminare, asportando, residui di ferro ossidato

(ruggine), precedenti pitturazioni in fase di distacco

1

2

P E R C O R S I

16-25 Percorsi 2-05-2005 14:31 Pagina 22

Page 4: Ferri battuti in facciata

FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005 23 ! ! !

(elementi già verniciati), residui di polvere e di spor-

co e una leggera carteggiatura finale. Se l’operazione

manuale non dovesse essere sufficiente si adoperano

anche leggere sabbiature, naturalmente attentamen-

te valutate in caso si tratti di manufatti storici;

! applicazione a pennello di prodotto antiruggine oleo-

fenolico al minio di piombo o ai fosfati di zinco;

! applicazione a pennello di trattamento protettivo con

pittura oleoalchidica data in ragione di almeno due

mani.

Il trattamento protettivo alla ruggine dei materiali fer-

rosi esterni trova soluzione nei composti derivati da al-

tri materiali come il piombo, oggi non più utilizzabile

perché nocivo in fase di produzione, e lo zinco. In effet-

ti lo zinco resiste bene all’azione dell’ossigeno rico-

prendosi di uno strato di carbonato basico di zinco per

cui, mancando i prodotti al minio di piombo con cui si

potevano dare facilmente maggiori spessori, la prote-

zione antiruggine viene eseguita con prodotti a base di

fosfati o cromati di zinco in più mani per gli strati sotti-

li che formano.

Il minio è un antiruggine ottimo anche come mano di

fondo per ferro e acciaio anche se recentemente viene

spesso sostituito con vernici di fondo al cromato di

piombo, che ha un effetto plastificante, aumenta l’ade-

sione ed evita le screpolature. È stato dimostrato che il

trattamento antiruggine è il solo responsabile dell’im-

pedimento della formazione della ruggine mentre una

verniciatura finale con buoni prodotti, l’accurata prepa-

razione dei supporti e l’abilità nell’applicazione sono,

tutti insieme, responsabili della durabilità del sistema .

Lo strato finale di protezione può essere eseguito con

pitture sintetiche a base alchilica, ma volendo si posso-

no ancora utilizzare prodotti ispirati alla tradizione, al-

l’olio di lino pigmentato con ossidi di ferro o con ferro-

micaceo. Sistemi più complessi di protezione superfi-

ciale, come quelli con prodotti poliuretanici o epossidi-

ci, che richiedono applicazioni più attente, sono impie-

gati per lo più in contesti industriali.

3

4 5

" FOTO 1-2SITUAZIONE DI UN

CANCELLO DI FERROBATTUTO PRECEDENTE

ALL’INTERVENTODI PROTEZIONE

" FOTO 3-4PARTICOLARI DELLA

PREPARAZIONEDELLE SUPERFICI

" FOTO 5SITUAZIONE FINALE,DOPO L’INTERVENTO

16-25 Percorsi 2-05-2005 14:31 Pagina 23

Page 5: Ferri battuti in facciata

! ! ! 24 FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005

P E R C O R S I

completo dello stato

di conservazione del manufatto in gene-

rale e dei suoi componenti in part i c o l a re ,

individuando il degrado, i processi di alte-

razione e quei meccanismi che possono

p ro v o c a rne il deperimento al fine d'inter-

v e n i re su di essi con i rimedi più eff i c i e n t i .

Alcune indagini permettono di compre n-

d e re le caratteristiche delle superf i c i

esposte (porosità, ecc.) e di individuare al-

cuni tipi di lavorazione degli elementi (fu-

sioni, giunti, ancoraggi, giunzioni, ecc).

L'analisi stratigrafica permette di risalire al

tipo e allo spessore delle precedenti pit-

turazioni individuando il colore dello smal-

to originale. Pertanto la scelta del meto-

do più idoneo da impiegarsi deve essere

basata sulle analisi della natura delle so-

stanze da asportare, sulla loro qualità e

quantità, sul tipo di superficie da pulire e

sulla sua estensione, sul suo stato di con-

servazione e, infine, sulle caratteristiche

del manufatto.

I PRODOTTI SVERNICIANTI

Se occorrerà aff ro n t a re una pulitura radi-

cale dovrà essere condotta con pro d o t t i

s v e rnicianti, debolmente aggressivi, sol-

tanto dove effettivamente necessario. È

i m p o rtante ricord a re che la rapidità di

azione di un prodotto sverniciante è dire t-

tamente pro p o rzionale alla sua aggre s s i v i-

tà. Per questo motivo è opportuno utiliz-

z a re prodotti e sistemi di pulitura ad azio-

ne lenta, eventualmente ripetendo l’ope-

razione più volte. Assolutamente da evita-

re la sabbiatura a forti pressioni, perc h é

a g g ressiva e rapidamente distruttiva, così

come pericolosa può risultare la svern i c i a-

tura a fiamma, perché comporta fenome-

ni di dilatazione soprattutto nei punti di

connessione con la muratura. È invece uti-

lizzabile, in alternativa, la micro s a b b i a t u r a

di precisione, permessa anche dalle auto-

rità di controllo sui manufatti artistici per-

ché rientra nei metodi consentiti.

Nella categoria dei prodotti svernicianti

presenti sul nostro mercato si possono di-

stinguere due tipi principali: i prodotti a

base di solventi clorurati e quelli conte-

nenti solventi non nocivi, cioè a base ac-

quosa. Questi ultimi contengono anch’es-

si dei solventi, ma non nocivi, in percen-

tuale minore, completamente biodegra-

dabili e di tossicità molto bassa. Natural-

mente gli svernicianti a base d’acqua ne-

cessitano di un tempo di applicazione e di

riposo del prodotto, sulla superficie da

decappare, maggiore rispetto ai prodotti

tradizionali a causa della minore aggressi-

vità verso gli strati di supporto. Ricapito-

lando, quindi, un corretto intervento de-

ve prevedere dapprima una raschiatura e

lavaggio allo scopo di eliminare le parti

degradate e marciscenti o i residui di rug-

gine accumulati. Si procede poi alla sal-

segue da pag. 21

16-25 Percorsi 2-05-2005 14:31 Pagina 24

Page 6: Ferri battuti in facciata

FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005 25 ! ! !

datura e stuccatura delle fessu-

re o dei giunti, dopo di che si ap-

plica un adeguato ciclo di pittura-

zione comprendente sia il trattamento

anticorrosivo che il film protettivo finale.

Ogni tipo di pittura ha funzioni decorati-

ve e protettive.

PROTEZIONE DEI FERRI BATTUTI

In passato, i ferri battuti si proteggevano

con olio di lino e biacca (carbonato basi-

co di piombo), mescolati a nerofumo op-

pure a coloranti neri derivati dalla com-

bustione di ossa e dai residui di vinifica-

zione. Un altro sistema consisteva nell’im-

mergere gli elementi in ferro battuto di-

rettamente in un bagno di olio di lino al

termine della fucinatura, quando ancora

erano caldi, in modo da ricoprirli con una

patina scura ed oleosa, resa dura e ade-

rente alle superfici dalla cottura provoca-

ta dal calore. In altri casi si usava un siste-

ma di protezione a base di catrame, deri-

vato dalla distillazione secca dei combu-

stibili solidi, dato a caldo e miscelato con

nerofumo o con carbone di legna tritato

finemente. Questo sistema non era adat-

to per elementi soggetti a movimento o

sfregamento da cui il catrame poteva ve-

nire asportato. Poiché le pellicole realiz-

zate con l’olio di lino non erano abba-

stanza lucide e dure si doveva aggiunge-

re resine naturali (fossili come l’ambra e

vegetali come elemi, dammar, mastice e

colofonia) tipiche della produzione indu-

striale di vernici fino ai primi anni del se-

colo scorso. La resina più utilizzata era la

colofonia, un prodotto derivato dalla di-

stillazione dell’acqua ragia. Ma la necessi-

tà di ottenere una maggiore rapidità di

essicazione e di esecuzione ha porta-

to alla progressiva sostituzione dei

leganti tradizionali con i moder-

ni prodotti sintetici che pur-

troppo, nonostante si propon-

gano come resistenti all’azio-

ne aggressiva degli agenti

degradanti, se analizzati nel

lungo periodo, pre s e n t a n o

delle caratteristiche pre s t a-

zionali di gran lunga inferiori ai

c o rrispondenti prodotti tradi-

zionali, anche nei nostri ambienti

urbani fortemente inquinati. Seb-

bene richiedano un periodo di essica-

zione più breve (circa metà tempo) e ab-

biano una maggior brillantezza, i prodot-

ti recenti oleoalchidici producono una

pellicola di minore elasticità, spessore,

adesività rispetto ai prodotti costituiti

dalle miscele tradizionali all’olio di lino.

Nel settore degli antiruggine si sono ri-

scontrate proprietà maggiori a livello pro-

tettivo nei prodotti con minio di piombo,

che, reagendo con l’olio di lino, forma

una pellicola dalla massima impermeabili-

tà. Tuttavia i prodotti formulati con minio

di piombo non sono più utilizzati per la lo-

ro tossicità in fase di produzione, esono

stati sostituiti dai prodotti a base di zinco.

In conclusione, i prodotti all’olio di lino

per la pitturazione e protezione delle

o p e re metalliche costituiscono una re a l-

tà superiore, a condizione che si rispetti-

no tempi e modi richiesti, facilmente

raggiungibile dai prodotti più modern i ,

sebbene un compromesso import a n t e ,

soprattutto per gli aspetti figurativi, è

stato indicato nei prodotti con ossidi di

f e rro naturale come le pitture di tipo mi-

caceo. !

" NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO,DECORAZIONIDEL PORTONEDI UN PALAZZO" IN BASSO,DETTAGLIO CURIOSOIN UN’INFERRIATA AFIRENZE

" QUI SOPRA, LARICCHEZZA DELLALAVORAZIONE DEIFERRI BATTUTI DELMAZZUCCOTELLI

16-25 Percorsi 2-05-2005 14:31 Pagina 25

Page 7: Ferri battuti in facciata

! ! ! 28 FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005

TECNOLOGIE & MATERIALI

l crescente lavoro di re c u p e ro degli edifi-

ci storici e prestigiosi ha aumentato in

questi ultimi anni l’attenzione anche nei

c o n f ronti degli elementi in ferro battuto

p resenti sulle facciate. Di conseguenza

sono state elaborate tecniche specifiche

per il loro re s t a u ro. Oggi finalmente ci si è

resi conto dei danni provocati dai gro s s o l a-

ni interventi del passato, per cui si pro c e d e

anche per questi manufatti alle indagini pre-

liminari per stabilire le cause del loro degra-

do, indicando poi il procedimento più adat-

to per bloccare l’ossidazione, re s t a u r a re il

manufatto e proteggerlo nella maniera più

i d o n e a .

Un interessante esempio di ricostru z i o n e

delle parti mancanti di alcuni elementi de-

corativi in ferro battuto è presente in un in-

L’INTERVENTO DI RECUPERO SU UN PORTALE MONUMENTALE DI EPOCA BAROCCA HA PERMESSO DI RICOSTRUIRE PARTI MANCANTI SENZA OPERARE FALSI STORICI

Ricostruire i ferri battuti con le RESINE

I

28-31 Tecnologie 2-05-2005 14:56 Pagina 28

Page 8: Ferri battuti in facciata

FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005 29 ! ! !

t e rvento di re s t a u ro conservativo, eff e t t u a-

to a Milano di alcuni anni fa. Si tratta di un

generale intervento di pulitura di tutte le

s u p e rfici lapidee del portale barocco del

Seminario Arcivescovile in Corso Venezia 5,

a pochi passi dalla centralissima piazza San

B a b i l a .

In merito al ferro battuto del Seicento oc-

c o rre dire che anche in Italia, come in tutti

gli altri stati europei, si accentuò in quel pe-

riodo una produzione di elementi d’orn a-

mento fortemente elaborati, grazie all’a-

vanzato pro g resso tecnico e alla ecceziona-

le malleabilità raggiunta con questo mate-

riale, che da solo oppure unito al bronzo ve-

niva spesso appoggiato al marmo o alla pie-

tra in grandiose composizioni che orn a v a n o

i monasteri, le chiese , i palazzi e le ville. Il

l a rgo uso del ferro battuto al-

l ’ e s t e rno degli edifici deriva dal

fatto che grazie alla sua duttili-

tà con questo materiale si possono forg i a re

f o rme curve, riccioli, motivi floreali. Un ge-

n e re di decorazioni strettamente legato al-

lo stile architettonico del periodo baro c c o .

Le applicazioni in ferro battuto contribui-

scono in maniera determinante a caratteriz-

z a re l’immagine complessiva degli edifici di

questo periodo aggiungendovi sempre ele-

ganza ed esclusività.

Nel caso degli edifici religiosi la simbologia

d e l l ’ o rnamento richiama i temi classici di

questo tipo d’iconografia, non disdegnan-

do variazioni artistiche anche molto raff i n a-

te. La fantasia e la tecnica dei fabbri art i g i a-

ni e il desiderio dei committenti hanno dato

di Cesare Portosa

Il portale che orna l’ingresso al Seminario Arcivescovile

di Corso Venezia a Milano è opera del Richini. Realizza-

to nel 1630 è caratterizzato da due erme colossali, che

raffigurano la Pietà, oppure la Carità (o la Teologia) e la

Speranza, oppure la Sapienza (o la Filosofia). Le erme

furono scolpite in ceppo gentile e sono sormontate da

due mascheroni d’aspetto grottesco, conformi al gusto

dell’epoca in cui si ricercava spesso il sensazionale. So-

pra l’elegante timpano del portale con la scritta “Semi-

narium” due putti in pietra reggono rispettivamente la

croce e il pastorale. Tra i putti è collocato uno scudo

sormontato da una corona e un cappello cardinalizio in

bronzo; dentro lo scudo compare la parola “humilitas”,

anch’essa in bronzo, che era il motto di San Carlo Bor-

romeo. Le opere di restauro eseguite sul materiale lapi-

deo esistente hanno compreso:

! il preconsolidamento delle superfici più se-

riamente degradate e fragili con materiali

reversibili in soluzioni di etilsilicato;

! la pulitura differenziata secondo il degrado

del materiale lapideo e della consistenza

dello sporco con tecniche miste, dall’acqua

nebulizzata su tutte le parti di bugnato e

del timpano superiore, alla fotoablazione

con apparecchiatura laser sulle due cariati-

di, alla microsabbiatura sui putti in pietra in

sommità al portale, impacchi sulle cornici

orizzontali e sui mascheroni superiori;

! il consolidamento superficiale delle parti

decoese evidenziatesi dopo la pulitura con

soluzioni di etilsilicato dato a più mani e la

protezione generale con prodotti delle dit-

te Wacher-Chemie e Rhone-Poulenc.

Un antico portale barocco ricco di simboli

COMMITTENTE SEMINARIO ARCIVESCOVILE DI MILANO

PROGETTO E D.L. ARCH. FABIO CARRIAIMPRESA TRIVELLA SPARESPONSABILE RESTAURO CESARE PORTOSA

Scheda dei lavori ANNO 1999

28-31 Tecnologie 2-05-2005 14:56 Pagina 29

Page 9: Ferri battuti in facciata

! ! ! 30 FACCIATE M&T gennaio·aprile 2005

TE C NOLOG I E & M ATE R IAL I

vita ad un’infinità di elementi decorativi in

f e rro, che hanno arricchito le croci e le cam-

pane presenti sui tetti e le cupole delle co-

s t ruzioni.

Per quanto riguarda, in part i c o l a re, il palaz-

zo milanese, sulla sommità del portale sono

posti due putti che reggono lo stemma or-

nato coi simboli pastorali e una serie di nap-

pe in ferro battuto, che si trovavano in gra-

vi condizioni di degrado, come si vede dal-

le foto scattate prima dell’intervento (vedi

pag. 29). L’ancoraggio alla struttura di so-

stegno di alcune nappe era totalmente de-

gradato, per cui si era verificata la caduta di

alcune di esse. Inoltre su quelle rimaste an-

cora attaccate la sezione dell’anello di ag-

gancio era così esigua da far supporre un

p rossimo distacco entro breve tempo. Il

corpo della nappa, nella maggioranza dei

casi, era pressochè mancante di consistenti

p o rzioni di materiale originario e la ru g g i n e

ricopriva totalmente le parti rimaste.

Lo stato di degrado delle campanelle era ta-

le per cui non si poteva ipotizzare la rico-

s t ruzione con altre parti metalliche, perc h é

tale intervento non poteva garantire un

buon risultato finale a causa delle condizioni

del materiale originario, così compro m e s s e

da non assicurare l’ottimale saldatura o fis-

saggio. Pertanto rimaneva una sola soluzio-

ne: la sostituzione completa con manufatti

nuovi, prodotti in laboratorio, simili a quelli

esistenti, ma che di fatto avrebbe pro d o t t o

un falso storico. Di fronte a questa grave si-

tuazione si è optato verso una ricostru z i o n e

completa di tutte le parti mancanti, nel se-

guente modo: desumendo le misure ed i

p rofili originali dall’unica rimasta intatta, è

stata ricostruita la zona mancante con re s i n a

p o l i e s t e re “armata” di micro f i b re. È eviden-

te che il coefficiente di dilatazione della re s i-

na è ben diverso da quello del metallo fer-

roso e la funzione delle micro f i b re è quella di

g a r a n t i re l’assorbimento di eventuali dilata-

zioni del ferro, evitando fessurazioni o dis-

tacchi proprio nei punti di sigillatura tra i due

materiali. Una volta pitturato l’intero manu-

fatto con una vernice di tipo micaceo non si

distingue più la parte aggiunta da quella ori-

ginale, come si può facilmente vedere dalle

foto scattate dopo l’intervento (vedi pag.

3 1 ). Occorre tener presente che i tempi di

reazione della resina sono molto brevi, nel-

l ’ o rdine di 15-20 minuti, per cui bisogna pre-

p a r a re tutto il necessario, rispettare le misu-

re e studiare bene la forma da ottenere in

maniera molto accurata, pre l i m i n a rmente al

l a v o ro manuale. È importante avere molta

cura nel trattamento di pulitura e di passiva-

zione delle superfici da trattare.

È bene pre c i s a re che tale intervento nei

modi in cui è stato effettuato, per le condi-

zioni limite in cui sono stati trovati i manu-

fatti in ferro battuto, può essere considera-

to come “sperimentale”, in quanto nei

28-31 Tecnologie 2-05-2005 14:56 Pagina 30

Page 10: Ferri battuti in facciata

p rossimi anni si verificheranno le reali con-

dizioni di conservazione del corpo delle

nappe, valutando proprio come la resina e

le micro f i b re abbiano sopportato le dilata-

zioni termiche tipiche del ferro. Anche l’an-

coraggio delle nappe al drappeggio è stato

r i c o s t ruito con la medesima tecnica e mes-

so in sicurezza con fili di nylon traspare n t e ,

in modo da scongiurare un’eventuale cadu-

ta del manufatto in caso di deterioramento

della ricostruzione, proprio per le circ o s t a n-

ze sopra espresse. !

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