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Marketplaces per gli appassionati di fai da te a confronto un lavoro di Silvia Ferretti

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Marketplaces

per gli

appassionati di

fai da te

a confronto

un lavoro di Silvia Ferretti

Tantissime persone coltivano il proprio hobby per svago e realizzano bellissimi oggetti: cappelli,sciarpe, maglie, orecchini, collane, bracciali, oggetti d’arredo, scrapbook e molto altro. Le attività di unavolta sono state riscoperte e modernizzate e le creazioni fatte a mano sono sempre più apprezzate.

Online spopola questa tendenza, e l’e-commerce sembra essere la soluzione migliore per chi vuolecominciare a vendere le proprie creazioni senza bisogno di grossi investimenti. Sono nati moltissimimarketplaces dedicati proprio a queste attività, che in questo modo può diventare redditizia.

Ma quali sono questi marketplaces? E cosa hanno in comune fra loro?

Sono luoghi dove vendere e comprare oggetti unici e personalizzati, frutto della creatività di chi apre un negozio, fatti con amore e passione, oppure oggetti vintage e materiali per creare.

Hanno una forte componente social, sono community di scambio e comunicazione basati sulla fiducia tramite il sistema dei feedback, sono strettamente connessi ai social network.

Puntano all’ internazionalizzazione, mettendo in comunicazione venditori e acquirenti di paesi diversi, fra cui l’Italia, tenuta molto in considerazione perché il made in Italy è sempre molto apprezzato, soprattutto all’estero.

E quali sono invece le differenze? Come scegliere quello giusto?

Fondata nel 2006 a Berlino, conta 300 mila venditori, 5,2 milioni di utenti, dal 2012 si è espansa inOlanda, Spagna, Polonia, Italia, mentre era già presente in Francia, Regno Unito. Il sito offrecreazione di account, profilo e negozio gratuiti, non sono applicate tariffe di inserzione, vieneapplicata una commissione del 5% del valore su ogni oggetto venduto, e la fatturazione avvienequando si arriva a 5€ di commissioni. DaWanda offre anche un servizio di SEO e marketing per ivenditori.

Nato nel 2008 in Francia e sbarcato anche in Italia nel 2012, AlittleMarket è una buona risorsa pergioielli, accessori, moda e abbigliamento in generale ma anche articoli per bambini, per la casa emolto altro. La gestione dei negozi personali è molto semplice, completamente gratuita, si paga unacommissione di vendita del 5% sul valore dell’oggetto, con una commissione minima di €0,50 sel’importo pagato è inferiore a €10.Dal 2014 AlittleMarket è stato acquistato da Etsy, ma entrambi mantengono le propriecaratteristiche invariate e le gestioni separate, quindi è possibile gestire shop su entrambe lepiattaforme contemporaneamente.

Fondata nel 2005 a Brooklyn, NY, è la community più ampia, con 1,4 milioni di venditori e 20,8 milioni diacquirenti attivi, provenienti da quasi tutti i paesi del mondo. I venditori sono artigiani hobbisti o negoziartigianali, ma sembra che ultimamente siano ben accetti anche i rivenditori di oggetti di fabbrica. Ogniinserzione su Etsy ha un costo di $0,20 per la pubblicazione, e dura quattro mesi, se l’oggetto vienevenduto viene applicata una commissione del 3,5% sul prezzo di vendita, escluse spese di spedizione etasse.

Misshobby è una realtà completamente Made in Italy nata nel 2009 e gestito da 7Pixel dal 2012. Qui tantiartisti italiani propongono le proprie creazioni artigianali. Maggiormente focalizzato sul mercato nazionalema permette comunque di proporre e vendere i propri oggetti ad acquirenti in qualunque parte del mondo.Offre una buona visibilità grazie all'integrazione con motori di ricerca prezzi: gli articoli in vendita vengonoautomaticamente inseriti nei cataloghi di Trovaprezzi e Shoppydoo. L'apertura di un negozio costa 12€l'anno, commissione del 3.5% sulle vendite. Una realtà recente ma molto promettente e in continuacrescita. Permette ovviamente anche di vendere oggetti ad utenti di altre nazioni.

Realtà italiana nata nel 2009, offre la possibilità di aprire un negozio e la pubblicazione di annuncisenza limiti, gratuito fino a quando le vendite raggiungono i complessivi 200€ diviene a pagamento,con il 4% di commissioni sul venduto oppure un abbonamento mensile di 19,99€ o annuale a 199,99€.Ovviamente chi vende poco sceglierà la formula con commissione, chi invece ha un buon giro di affaripuò trovare conveniente il costo fisso. E’ frequentato da diversi utenti italiani.

Il nome di questa community italiana è quello di un piccolo cinghiale originario delle isoledell’oceano Indiano. Babirussa.it non è solo un marketplace, è molto attivo anche nelsostenere iniziative ecologiche come Carbonfund.org e Mach’s Grün per piantare alberi checompensino le emissioni di carbonio prodotte da siti e blog. Il sito è lui stesso carbon neutral.L’apertura del negozio sulla piattaforma è gratuita. Le offerte rimangono per tre mesionline. Babirussa addebita una provvigione del 10% solo in caso di effettiva vendita.

Artesanum è un progetto sociale più che un marketplace, si propone solamente come vetrinae non come intermediario. Completamente gratuito, presuppone che venditori e acquirenticomunichino fino a trovare il giusto accordo per completare la compravendita, e questopenalizza un po’ il sito perché non tutti gli acquirenti amano dedicare troppo tempo allacomunicazione con il venditore. La promessa sociale del sito è quella di donare a progetti cheappoggiano l'artigianato nel mondo, per 20 anni, i profitti del portale.

Fondato nel 2013, è un marketplace internazionale e social community relativamente giovane. SuEzebee ogni utente registrato può aprire uno shop gratuitamente e vendere i propri prodotti adun’utenza internazionale senza pagare commissioni sulle vendite realizzate o costi di inserzione.Ezebee incarna il concetto di social commerce, un e-commerce con partecipazione più attiva.Inoltre permette di gestire una propria pagina con blog, album fotografici e pagine eventi, estrumenti gratuiti di marketing per promuovere la propria vetrina sui social.

Piattaforma made in Italy che si definisce “aggregatore” di tutte quelle realtà presenti in rete dicoloro che si dedicano all’hobbistica e alle arti manuali di ogni genere. Come i suoi concorrenti, mettea disposizione degli utenti una community di scambio e dialogo e una forte connessione ai socialnetwork per promuovere la visibilità delle vetrine. Il venditore che vuole aprire il proprio shop suHobbybay deve pagare un canone di abbonamento venditore e una commissione del 10% sul valoredell'oggetto venduto, ovviamente escluse le spese di spedizione.

Abbiamo fatto conoscenza dei portali maggiori, ma per scegliere il marketplace più adatto alle nostre esigenzedobbiamo tenere conto di altri fattori, oltre ai costi di apertura del negozio e alle commissioni sulle vendite.

Se vogliamo far conoscere la nostra vetrina, occorre scegliere una piattaforma che abbia molta visibilità eattragga il maggior numero di utenti interessati ai prodotti handmade. Inoltre, è anche importanteverificare che non attragga più artigiani che compratori, altrimenti la concorrenza sarà ancora più spietata.

Non è sufficiente registrarsi e mettere online le proprie creazioni per vendere.Occorre impegnarsi nell’aumento della propria visibilità.

Per farsi conoscere dal pubblico, si può partire affidandosi alla propria rete di contatti perché diffondano la notizia che le vostre creazioni sono online e disponibili. Occorre poi essere molto social, dedicando tempo e cura ai propri profili sui social network. Fra gli altri, Pinterest è il migliore, perché vi permette di pubblicare le foto dei vostri oggetti. Purchè siano belle!

Non bisogna dimenticare poi il proprio sito o blog personale, uno spazio dove poter aumentare la fiducia del pubblico nei riguardi del vostro marchio (insomma, un po’ di personal branding!) e avere possibilità di dialogo con i vostri clienti.

Fra tutti questi marketplaces, come scegliere quello giusto?

Infine, pubblicizzate sempre ciò che fate e fissatevi obiettivi raggiungibili!

Sui redditi derivanti da vendita on line si pagano le tasse normalmente. I redditi derivanti da e-commerce, sono redditi a tutti glieffetti, devono essere dichiarati e hanno la stessa trattazione giuridica dei redditi conseguiti normalmente. Dobbiamo quindi aprirepartita IVA, oppure é possibile vendere on line senza partita IVA?

Se la nostra attività di artigianato é di tipo sporadico, non organizzata, occasionale (per prestazioni occasionali si intendono – ex art. 61 c.2 – le attività che coinvolgono il lavoratore per un massimo di 30 giorni complessivi nell’anno solare e non superano compensi superiori a5000 euro, sempre nell’anno solare), possiamo operare senza partita IVA, emettendo delle normali ricevute con codice fiscale.

Quando poi vorremo trasformare il nostro hobby in un lavoro vero e proprio, che ci impegna più tempo e non risponde ai requisiti dioccasionalità, allora per metterci in regola sarà necessario aprire partita IVA con tutti i costi che ne derivano. Per ogni chiarimento èsempre bene rivolgersi a consulenti professionisti per assicurarsi di operare nel pieno rispetto delle normative vigenti.

Prima di concludere, occorre dedicare un minuto anche agli aspetti legali e fiscali della vendita online.

SITOGRAFIA E CREDITS

http://vocearancio.ingdirect.it/artigiani-del-web-quando-un-hobby-ti-fa-guadagnare/http://www.nuovetendenze.net/a-little-market-le-commerce-del-fatto-a-mano/http://www.oggi.it/famiglia/casa/2012/09/27/creo-e-metto-online-e-ci-guadagno/

http://www.we-comm.com/i-migliori-siti-per-vendere-su-internet-oggetti-fatti-a-mano/http://motherboard.vice.com/it/read/da-etsy-a-sweatsy

http://www.thevortex.it/2013/03/intervista-a-claudia-helming-ceo-fondatrice-di-dawanda/http://www.ziostartup.com/dawanda-com-per-espandere-il-tuo-business.html

http://www.joja.it/2012/08/31/dawanda-opinioni/http://www.style.it/mamma/organizziamoci/2015/05/22/storie-di-mamme-le-creative-di-a-little-market.aspx

http://www.unideanellemani.it/appuntamenti-sul-magazine-di-alittlemarket-italiahttp://coccoledifimo.blogspot.it/p/misshobby-cose-e-come-acquistare.html

http://www.joja.it/2010/05/31/su-miss-hobby-e-tutto-fatto-a-mano/https://ilovecharms.wordpress.com/shop/

https://trasferimentotec.wordpress.com/2013/07/10/blomming-tre-shop-in-uno-ecco-come-cambia-il-modo-di-comprare-e-vendere-il-social-commerce/http://www.dailybsness.com/wiki/E-commerce:_aprire_un_negozio_online_con_Blomming

http://www.girlsintech.it/monica-paparatto-blomming/http://www.joja.it/2011/01/27/babirussa-la-community-italiana-del-handmade-e-vintage/

http://www.school-of-scrap.com/2011/vendere-craft-quanto-costa-babirussa/http://www.lafoglianews.it/articoli/eco-news/372-babirussa.htmlhttp://coccoledifimo.blogspot.it/p/il-mio-negozio-artesanum.html

http://filoecoloridiila.blogspot.it/2010/05/novita-interessanti-artesanum-in.htmlhttp://www.school-of-scrap.com/2011/vendere-craft-mi-piace-e-non-mi-piace-su-artesanum/

http://www.prezzibassionline.net/2014/02/confronto-tra-piattaforme-per-vendere-e.htmlhttp://cpiub.com/2015/04/etsy-o-a-little-market/

Font: Rudiment di Kevin Richey; KG When Oceans Rise di Kimberly GesweinImmagine lavagna: http://www.lartsegnala.org/lart/wp-content/uploads/2012/07/blackboard.jpg

Silvia Ferretti 2015