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IL TERZO SETTORE (PARTE 3) KAIROS Volontari per l'empowerment territoriale

Terzo settore 3

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Page 1: Terzo settore 3

IL TERZO

SETTORE(PARTE 3)

KAIROSV o l o n t a r i p e r l ' e m p o w e r m e n t t e r r i t o r i a l e

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Le tendenze e le linee disviluppo

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Cambiamenti e tendenze in atto

Processi endogeni (tendenze organizzative edevolutive)

Dinamiche esterne (relazioni gli attori delmercato e la pubblica amministrazione – ilripensamento culturale)

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Profilosociostrutturale

e culturale

• Limitata dimensione

• Diversificazione

• Polarizzazione

• Reti di collaborazione

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Persistenza dilimitate dimensioni

⇝Crescente presenza di organizzazioni medie e medio-piccole;

⇝Quota di occupati (3%);

⇝Rapporto tra spese operative e prodotto internolordo (3,1 %)

⇝Prevalenza del carattere solidaristico

⇝Basso ricorso a strumenti propri del mercato

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Diversificazionecrescente

⇝ Pluralità di ambiti d’intervento

⇝ Entità eterogenee (genesi, longevità, rilevanzaeconomica, forme giuridiche e organizzative)

⇝Diffusione territoriale

⇝ Carattere di pubblica utilità 64,8% Vs entitàmutualistiche 35.2%

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polarizzazione

I dati evidenziano una polarizzazione tra un ampiaplatea di piccole organizzazioni, di tipoprevalentemente volontario e associativo, e un arearelativamente più concentrata di organizzazionifortemente professionalizzate e dotate, in parteconsistente, di un grado relativamente elevato dispecializzazione e di istituzionalizzazione.

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Capacita’ difare rete

⇝ Attitudine all’innovazione e alla sperimentazione

⇝ Immettono innovazione a livello strutturale,conoscitivo e operativo

⇝ Recettori degli orientamenti emergenti nella società

⇝ Maggior impatto dell’azione realizzata

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Aumento delleorganizzazioni ad

elevata professionalita’

• Lavoro volontario• Finalità pubbliche e mutualistiche• Prevalente contribuzione dei soci

Non profit associativo

• Piccole imprese professionalizzate• Forte sostegno finanziario pubblico• Bassa capitalizzazione• Democraticità interna• Produzione di beni e servizi di pubblica utilità

Imprese sociali

• Istituzioni di grandi dimensioni• Prevalentemente professionalizzate• Elevata capitalizzazione• Radicate nei territori e partecipate da forze sociali e enti locali

Non profit istituzionale

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Innovazione e costruzione di reti

• Crescita della professionalità

• Sensibilità verso i nuovi bisogni

• Capacità di innovazione organizzativa

• Disponibilità a costruire reti

• Reti con soggetti profit e enti pubblici

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approfondimenti

Da rivedere la distinzione tra attività profit e attivitàlucrativa ...

Profit Noprofit

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approfondimenti

Impresa sociale

Forme organizzative

miste (volontari e

professionisti)

Sperimentazione (coniuga l’attività

imprenditoriale e la produzione di beni di pubblica utilità)

Partnership condivisa

(enti istituzionali e di mercato)

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approfondimenti

Economie di scala Professionalizzazione e

specializzazione delle funzioni

Marketing sociale Condivisione di know how e

best practice Accesso al credito e a

finanziamenti Policy

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approfondimenti

L’innovazione organizzativa nonpuò limitarsi a considerazioni diefficienza e razionalizzazione; uninnovazione organizzativa non puòprescindere infatti da unarielaborazione culturale e valorialeche reinterpreti la missioneoriginaria senza abbandonarla nètradirla, in un processo nonsemplice che risulta tanto più riccoquanto più avviene attraverso ilconfronto e la contaminazione conaltre organizzazioni.

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approfondimenti

Progettare forme di

partnership

Si amplia la risposta ai bisogni sociali e migliora la

qualità della stessa

Individuare sinergie virtuose

Diventano più abili nel valorizzare il capitale

sociale prodotto

Mantenere una propensione

all’apprendimento reciproco

Migliora lo stile relazionale con gli altri

soggetti sociali

Relazioni fiduciarie reciproche. Una

risorsa per l’azione Generare

capitale sociale

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Il capitale sociale

Il capitale sociale, concetto complesso emultidimensionale, consta di relazioni fiduciariereciproche (informali e formali) regolate da norme, chedefiniscono la forma, i contenuti e i confini degliscambi. Esso è una risorsa per l’azione in quantoconsente il raggiungimento di fini altrimentiirrangiungibili. Non è tangibile, essendo il risultato diun processo di interazione dinamico e processuale, erappresenta 2una proprietà di un collettivo e non di unsingolo”.

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Il capitale sociale

Per prodursi e circolare ha bisogno di fiducia: infattiattraverso la fiducia si saldano i nodi delle retirelazionali e dalla quantità di fiducia che circola nellerelazioni dipende l’estensione quantitativa, temporale espazionale dei reticoli sociali.

Produzione di capitale sociale e azione sociale compiutadalle organizzazioni del terso settore sono strettamentecorrelati. Di tale connessione si avvale l’intero corposociale che può vedere crescere al proprio interno ladotazione di civicness: partecipazione attiva agli affaripubblici, pratica di legami orizzontali di reciprocità ecooperazione, condivisione di codici di solidarietà,fiducia e tolleranza, promozione di stili di vita civile.

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Trend di sviluppo

Innovazioni organizzative e nuova disponibilità acostruire reti e partnership comportano dunque unrilevante avvicinamento sia con le logiche checontraddistinguono l’impresa profit, sia con le stesseimprese che agiscono sul mercato. Dal punto di vistaeconomico e economico aziendale, questo processo dicrescenti relazioni e scambi tra organizzazioni di Terzosettore e edntità di mercato permette di individuare iseguenti trend:

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• Imprese, atteggiamento di corporate social responsability –interazioni con organizzazioni no profit;

• Fondazioni di impresa, da una logica di finanziamento all’ente auna logica di finanziamento al progetto;

• Cresce la presenza di persone aventi esperienza nel mondo profitnei consigli di amministrazione degli enti no profit;

• Le organizzazioni prestano sempre maggiore attenzione aifinanziamenti di tipo comunitario;

•Aumenta la quota di organizzazioni no profit che produconobilanci di esercizio strutturati e veri e propri bilanci di missione;

• Le organizzazioni no profit stanno diventando sempre più aperterispetto ai temi e agli strumenti di natura gestionale;

• Cresce il numero di enti che svolgono attività commerciali anche amezzo di società strumentali;

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Si tratta di orientamenti che esplicitano l’assunzione di comportamentidi tipo privatistico da parte delle organizzazioni di Terzo settore e dicomportamenti di responsabilità sociale da parte delle imprese.

Si osserva in questo casocome i trade offs traorganizzazioni di Terzosettore e attività commercialiconsentano a entrambi diapprendere reciprocamenteculture organizzative e stilid’azione, secondo unadinamica di ibridazione chepuò condurre a unarricchimento e all’assunzionedi stili innovativi perentrambe le parti.

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