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La Montagna, 1 ottobre 2015 “Il fico e l’uva passa” Miei cari semi, c’erano una volta tre amiche ed andarono a visitare una città, era estate, vi trovarono la festa locale, bambini che giocavano, gente che faceva giochi, e dissero loro di andare a visitare un monastero molto bello, non so se del XVI o XII secolo, era molto bello, splendido, lo stavano visitando e si misero d’accordo per fare una preghiera e meditare, c’era serenità, e all’improvviso ci fu come un silenzio molto speciale, c’erano canti soavi, i canti gregoriani, che ci accarezzano in quei momenti speciali, in quel silenzio, e stando loro attente, sentirono una voce, quella Voce che noi diciamo: “Da dove verrà? Dall’Universo? Forse è Il Signore o la Sua Santissima Madre?” e restarono attente, e la Voce diceva loro così: “Contenta e felice sono di vedervi, vi offro un regalo, nelle vostre mani deposito un fico fresco e meraviglioso, che è venuto fuori dal fico, ed a lato vi dò un’uva passa”. Trascorse un po’ di tempo e la voce se ne andò. Continuarono a meditare ed al risveglio, avevano un sorriso, si sentiva una pace, si sentiva un’allegria all’interno, una delle amiche commentò: “Che regali straordinari! Però che vorrà dire?”. Si misero, quindi, a parlare, analizzare, e nessuna trovò la risposta. C’era qualcuno seduto un pochino più lontano, ascoltò la conversazione e disse: “Se mi permettete, vi darò la risposta”, loro sorrisero, lo guardarono e dissero: “Siiii!”, con quella curiosità così meravigliosa che solo l’infanzia ha, quando siamo bambini o il nostro bambino interiore; e disse loro così: “Il regalo del fico significa la freschezza, avere 20 anni, essere forte, avere tutte le vitamine, avere tutto ciò di cui ha bisogno il corpo, la mente, affinchè possa agire il fisico, questo significa il fico, è un alimento, è una gioventù, è una freschezza; così è l’essere umano quando ha 20 anni, giovane, fresco, bello, bellissimo. Al lato – disse – deposito un’uva passa, l’uva passa è quando entrate nell’età della maturità, quando cominciate ad avere già 30 anni, arrivate ai 40, e andate a salire verso i 50, quella è l’uva passa, le sue rughe vogliono dire che ha vissuto, sono mezzo secche perché è tutto già

Messaggio de La Jardinera, 1 ottobre 2015

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La Montagna, 1 ottobre 2015

“Il fico e l’uva passa”

Miei cari semi,

c’erano una volta tre amiche ed andarono a visitare una città, eraestate, vi trovarono la festa locale, bambini che giocavano, gente chefaceva giochi, e dissero loro di andare a visitare un monastero molto bello,non so se del XVI o XII secolo, era molto bello, splendido, lo stavanovisitando e si misero d’accordo per fare una preghiera e meditare, c’eraserenità, e all’improvviso ci fu come un silenzio molto speciale, c’eranocanti soavi, i canti gregoriani, che ci accarezzano in quei momenti speciali,in quel silenzio, e stando loro attente, sentirono una voce, quella Voce chenoi diciamo: “Da dove verrà? Dall’Universo? Forse è Il Signore o la SuaSantissima Madre?” e restarono attente, e la Voce diceva loro così:“Contenta e felice sono di vedervi, vi offro un regalo, nelle vostre manideposito un fico fresco e meraviglioso, che è venuto fuori dal fico, ed a latovi dò un’uva passa”. Trascorse un po’ di tempo e la voce se ne andò.Continuarono a meditare ed al risveglio, avevano un sorriso, si sentiva unapace, si sentiva un’allegria all’interno, una delle amiche commentò: “Cheregali straordinari! Però che vorrà dire?”. Si misero, quindi, a parlare,analizzare, e nessuna trovò la risposta.

C’era qualcuno seduto un pochino più lontano, ascoltò laconversazione e disse: “Se mi permettete, vi darò la risposta”, lorosorrisero, lo guardarono e dissero: “Siiii!”,con quella curiosità così meravigliosa che solol’infanzia ha, quando siamo bambini o il nostrobambino interiore; e disse loro così: “Il regalodel fico significa la freschezza, avere 20 anni,essere forte, avere tutte le vitamine, avere tuttociò di cui ha bisogno il corpo, la mente, affinchè possa agire il fisico,questo significa il fico, è un alimento, è una gioventù, è una freschezza;così è l’essere umano quando ha 20 anni, giovane, fresco, bello, bellissimo.Al lato – disse – deposito un’uva passa, l’uva passa è quando entratenell’età della maturità, quando cominciate ad avere già 30 anni, arrivateai 40, e andate a salire verso i 50, quella è l’uva passa, le sue rughevogliono dire che ha vissuto, sono mezzo secche perché è tutto già

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concentrato, Conoscenza, Vissuto, e sanno quello che vogliono, ciò che aloro conviene, ciò che desidererebbero, e dove vanno. Se aprite un’uvapassa e l’assaggiate, comproverete che è dolce come il miele, profumatacome il fiore più bello, e gradevole come il Sole e la brezza che l’hannoaccarezzata, durerà anni ed anni, perché mantiene il Nettare el’Essenza”.

Miei cari semi, all’udire queste parole, fuì così felice, perché se fossirimasta come quel fico fresco, bellissimo che “Non sono stata mai”, e

gustoso, e con tanto desiderio per gli occhi ditutti, sarei marcita, lì invece che ora sono comel’uva passa, resistente, chiaro che le rughe sonolì, se fossi una gonna, un pantalone, li stirerei esarei perfetta, però quelle rughe di cui parlo nonsi possono stirare nemmeno con la migliore

crema, perché bisogna lasciarle, bisogna accettare ciò che siamo, gli anniche passano, il segno che ci lasciano, e ridere di noi stessi, sapereAccettare che quell’uva passa era, un giorno, un grappolo d’uvasplendido, che però seppe invecchiare e vivere; e sono carissime le uvepasse.

Una delle amiche aveva pianto molto quando aveva compiuto i 40anni, perché pensava che finiva il mondo, conosco persone di 60 annimeravigliose, giovani, stupende, eleganti, perché hanno dato piùimportanza all’Intelligenza, all’Ensenanza, ad aiutare gli altri, ad aprire ilcuore e stare sempre con un sorriso. Compatisco i giovani che sono cosìbelli e quando non hanno quello che vogliono, si frustrano e sono brutti,bruutti, perché la faccia gli diventa con tutte le rughe del mondo, ma noncome l’uva passa, di capriccio e rabbia.

Miei cari giovani, sapete che siete i miei preferiti ed ho moltaammirazione per voi, rappresentate l’avvenire, accettatevi come siete,perché siete già vecchi, siete anziani, non avete vissuto e siete già stanchidella vita, non avete quello che volete e non avete voglia di vivere.

Vi posso dire che qui alla Montagna c’èsempre una creazione, c’è sempre qualcosa da

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fare, c’è sempre qualcosa, il perché lottare, esempio i fiori, gli alberi, ifrutti, persino le pietre e i tronchi.

Stavo ascoltando il mare di vari paesi e le onde parlavano tutte lastessa lingua e c’era un’onda molto simpatica, giocava in mezzo al mare,ballava, saltava, c’erano altre onde più grandi ed i loro giochi eranosempre di andare sul battigia, questa onda giocherellona voleva restaresempre nel mezzo, perché lì era dove ballava meglio, faceva surf, di tutto, evedendo che le sue amiche andavano muovendosi verso il battigia, disseloro: “Attente! Attente! Se vi affacciate al battigia, andrete ad urtare lerocce o semplicemente la sabbia. Venite, venite, venite! E dopo sparirete”.Le sue amiche non la ascoltarono e si misero a giocare con i gabbiani,giocavano con i gabbiani, saltavano tra loro, perché non so se l’aveteosservato, ma ai gabbiani piacciono mooooolto le onde, nel momento incui scendono lasciano scoperti lumache, granchietti, tutto ciò di cui hannobisogno per vivere, quindi loro sono amici delle onde. La nostra ondasimpatica gridava: “Attenta, attenta che te ne vai! E sparirai”, e di nuovo

l’amica le disse: “Però vieni, vienicon noi, gioca con i gabbiani,guarda che divertente, noi diamoloro le carezze alle loro zampine eloro saltano e noi ridiamo”, “peròallora morirete”, e le sue amiche siguardarono negli occhi e dissero:

“Non hai capito ciò che è la vita, il nostro lavoro è venire fino allabattigia, sparire nella sabbia, ritirarci di nuovo, per cominciare, questo sichiama l’alta marea e la bassa marea, però anche frangiflutti. Hai vistoqualche volta una spiaggia che non abbia sabbia o pietre? Dove sicustodisce tutta l’acqua del mare? Pensaci!”. L’onda simpatica disse:“Bene, visto così, rischierò di andare sulla battigia”. Andò sulla battigia egiocò con i gabbiani e quando era già taaanto stanca, si svegliò di nuovonel mezzo del mare e comprese: “Coloro che non danno, non ricevono,coloro che hanno paura, non avanzano, coloro che non perdonano, nontrovano la Pace dentro di loro, coloro che non applicano l’umiltàfiniscono da soli, coloro che non danno valore all’Amicizia che è l’UnicoAmore, il grande Amore, muoiono di solitudine e di tristezza, coloro chenon riconoscono che si sono sbagliati o semplicemente che hanno avutofrustrazioni e non chiedono perdono, li aspetta la solitudine e colui che le

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ha riconosciute dice al suo amico: “Mi spiace, un giorno mi è scappato, tiho detto che sei pigro, ed abbiamo passato tanti anni insieme, abbiamovissuto in uno chalet, il luogo si chiamava La Valle, dopo siamo andatisalendo, salendo, ma sempre insieme, sono stato così geloso perché mi haitolto il mio cane, davvero era mio il mio cane?, no, semplicemente tu glivolevi bene più di me, ma mi sono sbagliato, perché in quel momentopensavo che ero io il padrone, in quel momento per me era più importanteuna lattina di red bull, e tu ti andavi a comprare le maddalene e facevi lasiesta, oggi apro gli occhi e ti chiedo perdono amico mio, oggi con il cuorein mano ti chiedo perdono perchò voglio mantenere quell’amicizia e dirtiche sei nobile, che sei grande e che hai molto amore, Mimosin ti amava edil mio cane pure. Chi sei tu? È questo cuore, oggi sei solo, però puoicontare su di me”. Questa è l’Amicizia, è un’orma, è un’emanazione, èuna memoria che ci seguirà in questa vita e le vite a venire.

Servidora desidera vedervi nel Pianeta di Perfezione, vedervi pervite e vite e vite e stare sempre con voi e dirvi quanto vi amo, quantomerito avete e quanto siete grandi e quanto onore avete sempre di più,quando comprendete che con l’umiltà bisogna chiedere perdono, c’è soloun Giudice e sta nell’Universo, e quel Giudice non ha volto, peròsappiamo che dà la Vita, che è l’Unico che ci vede, così Io non hovergogna e Vi chiedo perdono perché Vi amo e desidero la vostraAmicizia per sempre.

Mie stelle, Vi amo e Vi voglio bene! E siete uniche.

Con tutto il mio amore,

La Jardinera