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The Princeton Offense 61 Attacco Corner Nel 1996 Pete Carril chiude la sua carriera da head coach a Prince- ton per assumere lʼincarico di assistant coach con i Sacramento Kings. Resterà a Sacramento fino al 2006, per passare, con simile incarico, ai Washington Wizards per un anno e poi tornare ai Kings sempre come assistente dal 2009 al 2011. Nel periodo con i Kings collabora con tre capi allenatore: Garry St. Jean, Eddie Jordan e Rick Adelman. So- prattutto con questʼultimo si crea unʼottima collaborazione che pone le premesse per unʼimplementazione dei principi del Princeton Offense, in quello che verrà definito come lʼattacco Corner. Il gioco nato nel perio- do 1999-2006 è stato poi applicato a lungo da Adelman nei suoi anni agli Houston Rockets ed oggi è largamente diffuso tra molte squadre NBA e non solo 26 . Lʼattacco Corner conserva le idee guida del gioco Princeton e nel contempo cer- ca di supplire alla mancanza di un vero e proprio centro. Infatti, si adatta molto a squadre che non hanno un centro che ha gioco in post basso, non ha tiro da quella posizione e soprattutto non ama le batta- glie che si giocano in quellʼarea cruciale per il gioco della pallacanestro. Si parte dallo stesso schieramento dal quale si dà inizio alla serie “Low Post” del Princeton. 1, dopo aver passato in ala, non taglia verso il lato debole, ma va ad occupare lʼangolo sul lato forte. Nel con- tempo 5 sale verso il gomito alto sul lato forte della lunetta (diagramma n. 106). 26. In quegli anni i Kings potevano schierare un quintetto con Jason Williams, Bobby Jackson, Peja Stojakovic, Chris Webber e Vlade Divac. Diagramma 106

Attacco corner da Princeton Offense di Raffaele Imbrogno

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Offense

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Attacco Corner

Nel 1996 Pete Carril chiude la sua carriera da head coach a Prince-ton per assumere lʼincarico di assistant coach con i Sacramento Kings. Resterà a Sacramento fi no al 2006, per passare, con simile incarico, ai Washington Wizards per un anno e poi tornare ai Kings sempre come assistente dal 2009 al 2011. Nel periodo con i Kings collabora con tre capi allenatore: Garry St. Jean, Eddie Jordan e Rick Adelman. So-prattutto con questʼultimo si crea unʼottima collaborazione che pone le premesse per unʼimplementazione dei principi del Princeton Offense, in quello che verrà defi nito come lʼattacco Corner. Il gioco nato nel perio-do 1999-2006 è stato poi applicato a lungo da Adelman nei suoi anni agli Houston Rockets ed oggi è largamente diffuso tra molte squadre NBA e non solo26.

Lʼattacco Corner conserva le idee guida del gioco Princeton e nel contempo cer-ca di supplire alla mancanza di un vero e proprio centro. Infatti, si adatta molto a squadre che non hanno un centro che ha gioco in post basso, non ha tiro da quella posizione e soprattutto non ama le batta-glie che si giocano in quellʼarea cruciale per il gioco della pallacanestro.

Si parte dallo stesso schieramento dal quale si dà inizio alla serie “Low Post” del Princeton. 1, dopo aver passato in ala, non taglia verso il lato debole, ma va ad occupare lʼangolo sul lato forte. Nel con-tempo 5 sale verso il gomito alto sul lato forte della lunetta (diagramma n. 106).

26. In quegli anni i Kings potevano schierare un quintetto con Jason Williams, Bobby Jackson, Peja Stojakovic, Chris Webber e Vlade Divac.

Diagramma 106

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Siamo sempre nella logica della serie “Low Post”: passaggio al post e chi passa blocca per lʼaltro attaccante sul lato forte (diagrammi n. 107-108).

Diagramma 107 Diagramma 108

Diagramma 109

5 riceve e con un giro dorsale in al-lontanamento fronteggia canestro. 1, leggendo il comportamento della difesa, potrà:

· tagliare in backdoor, con 2 che salta fuori sul perimetro (dia-gramma n. 109).

· Tagliare a ricciolo, con 2 che di nuovo esegue un pop out (dia-gramma n. 110).

· Tagliare a 45°, con 2 che ta-glia dentro lʼarea (diagramma n. 111).

2 potrà anche fi ntare il blocco e ta-gliare immediatamente a canestro con 1 che lo rimpiazza.

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Chi tra 1 e 2 esegue un taglio dentro lʼarea resterà sul quarto di prove-nienza, per poi tornare in angolo. Lʼidea, come sempre nel Princeton, è avere su un quarto di campo una collaborazione a tre o a due e sullʼal-tro una collaborazione a due o a tre.

Mentre sul lato forte abbiamo questa collaborazione a tre, sul lato de-bole 3 e 4 si scambiano senza utilizzare blocchi, in modo da evitare facili cambi alla difesa27.

Dopo il passaggio per 2, 5 può restare un attimo fermo per consentire un gioco di isolamento per 2 (con 1 che libererà il quarto di campo), oppure portare un blocco per il compagno, che potrà reagire come sempre o sfruttando il blocco o giocando un “reject” (diagrammi n. 112-113).

Diagramma 110 Diagramma 111

27. Nella versione de�initiva di Adelman, adottata da altri coach come Terry Porter (attuale capo allenatore all’Università di Portland), si giocherà un blocco “�lare” sul lato debole. Lo sviluppo qui presentato è fedele alla versione originale di Carril e Adelman.

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Se tutto questo non accade, 2 ripassa la palla a 5 e gioca con lui un hand off. Se su questa ultima azione X5 eseguirà uno show sulla palla, 5 reagirà fi ntando il passaggio e attaccando in palleggio il canestro (diagramma n. 114). Questa è una differenza fondamentale tra lʼhand off e il pick and roll. Nel primo caso non sarà possibile optare per la soluzione di hard o soft show, in quanto apre la strada a 5 per una sua penetrazione a canestro.

Dopo aver ricevuto palla da 5, 2 attaccherà il centro del campo per una sua soluzione o per un passaggio diretto o sul backdoor di 3 (diagram-ma n. 115).

Diagramma 112

Diagramma 114

Diagramma 113

Diagramma 115

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Se il passaggio di 2 per 5 viene anticipato, si avrà il taglio backdoor di questʼultimo e il taglio fl ash di 4, con uno scambio fi nale di posizioni tra 4 e 5 (diagramma n. 116)

Pinch post

Se il ribaltamento della palla inizia inve-ce con un passaggio di 2 per 3, si avrà il taglio di 4 nella “Pinch area”, dove 3 cercherà di passargli palla (diagramma n. 117). Uno sviluppo del gioco molto simile a quello del Triangolo di Tex Winter.

Dopo il passaggio, 3 taglierà deciso per ricevere un hand off e attaccare il canestro (diagramma n. 118). Se la difesa cambia per chiudere la penetrazione di 3, questi ripasserà palla a 4 che è saltato fuori sul perimetro (diagramma n. 119). Questo passaggio può essere fatto da 3 battendolo a terra dietro la schiena (passaggio veloce ma non molto sicuro) o dopo arresto e un giro frontale in allontanamento, per creare spazio tra attaccante e difensore.

Diagramma 116

Diagramma 117

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Questa soluzione è quella che per numerosi campionati ha permesso a Chris Webber di prendere molti tiri non contestati.

Se il passaggio per 4 non sarà aperto, 3 potrà sfruttare il posto di bloc-co che il compagno può creare per la palla (diagramma n. 120). 3, se non ha una soluzione a canestro e non ha il passaggio aperto per 4, tenendo vivo il palleggio può sfruttare il blocco portato sulla palla da 4 (diagramma n. 121).

Diagramma 118 Diagramma 119

Diagramma 120 Diagramma 121

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Mentre sul lato forte si gioca questa collaborazione a due, sul lato de-bole 5 e 2 porteranno un blocco stagger per 1 che lo sfrutterà se pos-sibile con un curl. 5, a questo punto, porterà un secondo blocco questa volta per 2 (diagrammi n. 122-123).

Diagramma 122

Diagramma 123

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