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Pavia, 8 Maggio 2010 AVV. CRISTIANO NOVAZIO F & D AVVOCATI VIA LARGA, 16 20122 MILANO Tel 02.55199488 Fax 02.54010698 [email protected] FEDERAZIONE ITALIANA PALLACANESTRO Comitato Regionale Lombardia Corso di Diritto Sportivo LA RESPONSABILITÀ CIVILE NELLO SPORT

La responsabilità civile nello sport di Cristiano Novazio

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RELAZIONE DELL'AVVOCATO CRISTIANO NOVAZIO SULLA RESPONSABILITÀ CIVILE NELLO SPORT

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Page 1: La responsabilità civile nello sport di Cristiano Novazio

Pavia, 8 Maggio 2010

AVV. CRISTIANO NOVAZIO

F & D AVVOCATIVIA LARGA, 1620122 MILANO

Tel 02.55199488 Fax 02.54010698 [email protected]

FEDERAZIONE ITALIANA PALLACANESTROComitato Regionale Lombardia

Corso di Diritto Sportivo

LA RESPONSABILITÀ CIVILE NELLO SPORT

Page 2: La responsabilità civile nello sport di Cristiano Novazio

Responsabilità sportiva e ordinamento statale

Per responsabilità si intende quel fenomeno mediante il quale si descrive la reazione dell’ordinamento dinanzi alla lesione delle proprie norme posta in essere dai singoli associati

Normalmente la violazione di tali regole rimane circoscritta all’ordinamento sportivo che reagisce attraverso la comminatoria di sanzioni disciplinari espressamente previste dai vari regolamenti federali

Tali regole (come la loro violazione) sono indifferenti per l’ordinamento statale e hanno efficacia meramente interna. Si parla in tal caso di responsabilità sportiva.

Può però succedere che tali regole abbiano una valenza non solo interna ma anche esterna, a cui può appunto conseguire una reazione anche dell’ordinamento statale. L’illecito sportivo, allora, viene a configurarsi anche come illecito penale o come illecito civile.

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La responsabilità civile in ambito sportivo

Anche per la responsabilità civile nello sport si applicano le

norme dettate dal codice civile in materia di responsabilità.

La responsabilità civile si presente in due forme:

Extracontrattuale;

Contrattuale.

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La responsabilità civile extracontrattuale

In materia di diritto civile, il sistema dell’illecito è aperto nel senso che, a differenza dell’ambito penale, non viene tipizzato l’atto illecito.

Tre tipi di responsabilità extracontrattuale: Diretta; Indiretta; Oggettiva.

La regola generale di responsabilità ammette il risarcimento in tutte le ipotesi di “…fatto doloso o colposa che cagiona ad altri un danno ingiusto” (art. 2043 c.c.). Si tratta della c.d. responsabilità diretta.

In caso di responsabilità diretta, spetta sempre a colui che agisce per il risarcimento dare la prova della colpa di colui che lo ha cagionato.

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La responsabilità civile extracontrattuale

E' possibile configurare, accanto alla responsabilità diretta del danneggiante (art. 2043 c.c.) anche una responsabilità indiretta (prevista dagli art. 2047, 2048 e 2049 c.c.), dove a rispondere del danno è chiamato un soggetto diverso da quello che ha commesso il fatto che lo ha cagionato.

Ricorre una vera e propria presunzione di responsabilità, nel senso che chi agisce per il risarcimento non è tenuto a provare la colpa del danneggiante (come avviene invece nella responsabilità diretta).

Prova liberatoria

Esiste una terza ipotesi di responsabilità civile prevista dall’ordinamento giuridico: la responsabilità oggettiva (che prescinde da dolo e dalla colpa di chi ha commesso il fatto). Vi rientrano le ipotesi di esercizio di attività pericolose (art. 2050 c.c.), danno cagionato da cose in custodia (art. 2051 c.c.) e danno cagionato da animali (art. 2052 c.c.).

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La responsabilità civile contrattuale

Ipotesi di responsabilità contrattuale in capo all’ente sportivo:

Nello svolgimento della propria attività, l’associazione o società sportiva possa stipulare contratti ed assumere, in relazione a questi, precisi obblighi.

Normativa in materia di sicurezza sul lavoro > prestazioni sportive dilettantistiche (problema);

Corsi organizzati dalle associazioni ove, all’atto dell’iscrizione dell’allievo, sorge un rapporto contrattuale;

L'organizzatore di manifestazioni sportive in cui è prevista la partecipazione di pubblico dietro pagamento di un biglietto di ingresso;

Presunzione di responsabilità, salvo che non si provi che l’inadempimento è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa non imputabile (art. 1218 c.c.).

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La responsabilità civile degli organizzatori

di competizioni

La persona fisica, la persona giuridica, l’associazione, il comitato che promuove, assumendosene tutte le responsabilità nell’ambito dell’ordinamento giuridico dello Stato l’incontro di uno o più atleti con lo scopo di raggiungere un risultato in una o più discipline sportive, indipendentemente dalla presenza o meno di spettatori e, quindi, indipendentemente dal pubblico spettacolo”.

La responsabilità: danni occorsi agli spettatori della manifestazione sportiva e agli atleti che partecipano alle competizioni agonistiche.

In quest’ultimo caso, la dottrina ha individuato tre ipotesi: per inadeguatezza o pericolosità dei mezzi tecnici utilizzati per la gara; per l’inidoneità psicofisica degli atleti; per l’inidoneità e/o insicurezza dei luoghi e degli impianti dove si svolge la

manifestazione

Le clausole di esonero da responsabilità, che gli organizzatori tentano con frequenza di far sottoscrivere ai gareggianti e a tutti quelli che partecipano a vario titolo alla manifestazione sportiva, sono da considerarsi radicalmente nulle.

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La responsabilità di arbitri e direttori di gara

Esaminare se una eventuale condotta colposa dell’arbitro, configurabile sotto il profilo della negligenza o dell’imperizia in ordine alla direzione e alla disciplina della competizione, possa costituire fonte di responsabilità per eventi verificatisi durante lo svolgimento della stessa.

Di regola, l’ampissima discrezionalità tecnica di cui gode l’arbitro nell’esercizio dei suoi poteri rende in concreto assai ardua la dimostrazione di una sua colpa per imperizia o negligenza.

Diversa situazione si prospetta, invece, negli sport che si sostanziano nell’aggressione diretta dei contendenti (es. pugilato).

Responsabilità per i danni – patrimoniali ed eventualmente morali – recati all’atleta a causa del rapporto inveritiero del giudice di gara? > solo per condotta dolosa o colposa.

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La responsabilità civile dell’atleta

Teoria del rischio sportivoL'atleta che decide coscientemente di intraprendere l’esercizio di una disciplina sportiva assume su di sé il c.d. rischio sportivo, inteso come accettazione delle conseguenze lesive riconducibili all’alea normale connaturata all’attività pratica.

Limiti:

Difficile configurare un tacito consenso ai rischi connessi allo sport in capo ai minori coinvolti in attività sportive presso scuole e parrocchie

Problema dell’attività sportiva venga svolta amatorialmente, oppure in allenamento (attenuazione)

Il parametro dell’imputabilità delle condotte dell’atleta si atteggia poi in modo diverso a seconda che la disciplina sportiva preveda o meno il contatto fisico.

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La responsabilità civile dell’atleta

Il parametro dell’imputabilità delle condotte dell’atleta si atteggia poi in modo diverso a seconda che la disciplina sportiva preveda o meno il contatto fisico.

Teoria del rischio consentito:

Molte attività sportive comportano una dose più o meno elevata di rischio per l’incolumità fisica degli atleti: il superamento dei margini del “rischio consentito” può essere pertanto fonte di responsabilità colposa.

Distinzione: - sport a violenza esclusa (tennis); - sport a violenza eventuale (pallacanestro); - sport a violenza necessaria (pugilato).

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Il rispetto della norma tecnica sportiva

Le regole del gioco costituiscono i parametri di riferimento per individuare i modelli di condotta che è lecito attendersi dall’atleta nel caso concreto e sono determinanti per la valutazione della colpa.

La normativa federale rappresenta quindi una traccia, un dato a cui necessariamente far riferimento, ma non costituisce un limite vincolante.

Solo l’accertamento di fatto condotto dal giudice di merito può, in sostanza, stabilire se le regole federali abbiano o no carattere esaustivo.

Eccezione > casi in cui lo svolgimento della gara abbia costituito solo l’occasione dell’azione intenzionalmente lesiva e avulsa dalle esigenze della competizione (fallo a gioco fermo, di reazione, o comunque lontano dallo svolgimento dell’azione) > RESPONSABILITA‘.

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La responsabilità civile nel gioco della pallacanestro

I regolamenti federali contengano diverse previsioni in ordina alla responsabilità:

Regolamento esecutivo FIP

Art. 2) Idoneità alla pratica sportiva;

Art. 71) Compiti, diritti e doveri dei dirigenti accompagnatori;

Art. 72) Obbligo della presenza del medico di servizio;

Art. 75) Efficienza del campo di gioco.

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La giurisprudenza in materia di responsabilità civile nella pallacanestro

L'opinione dominante: Tribunale di Udine (14.12.2007) > pallacanestro come sport a violenza eventuale.

Differente corrente (minoritaria): Tribunale di Rieti (12.1.2001) > il basket va ascritto fra gli sport in cui il contatto fisico è proibito ovvero ammesso in termini ristretti.

No mere classificazione prive di utilità > decisive in una controversia di fronte al giudice in materia di responsabilità.

La conferma che si tratti di uno sport a violenza eventuale: disposizioni federali > ammettono l’eventualità del contrasto fisico; Corte di Cass. (1951 del 2000): “non è possibile escludere anche lo scontro

fisico tra giocatori avversari e il prodursi di eventi lesivi”.

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Altre sentenze nel campo della pallacanestro

La corte di cassazione, in tema di lezioni occorse durante una gare di basket, ha sostenuto che le regole federali sportive hanno un duplice finalità: di garanzia della correttezza della competizione e di garanzia dell’incolumità dei contendenti.

Conforme > Trib. Ivrea (10.10.2005), in cui si è sottolineato il ruolo di presidio per l’integrità fisica svolta da alcuni regolamentali, tra cui quello del basket: “nel regolamento FIP si trova una compiuta disciplina delle condotte di gara degli atleti, con apposite norme di tipo cautelare”.

Quali sono nella pallacanestro i confini entro i quali l’alea sportiva può essere ritenuta normale, esonerando l’autore delle lesione da responsabilità? > Trib Milano (23.2.2009) > primo criterio da valutare ai fini dell’accertamento di una responsabilità civile dell’atleta è quello del rispetto delle norme tecniche.

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Discrezionalità del giudice

Il rispetto della regola sportiva è solo un indizio per il giudice

Il giudice non è obbligato a rispettare in ogni caso la valutazione tecnico-sportiva ma deve in concreto valutare ex novo la situazione.

Il giudice può non attenersi alla valutazione fatta dal direttore di gara;

non si può escludere che una condotta rispettosa delle regole tecniche non possa essere fonte di responsabilità civile in caso di eventi lesivi;

Il giudice dovrà considerare il gesto, che deve essere astrattamente consentito (sport a violenza eventuale), nel particolare contesto di gioco in cui si è verificato;

Criterio supplettivo > principio di lealtà e correttezza.

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Conclusioni

Il principio fondamentale in materia resta quello del rispetto delle regola sportiva

Se si punissero le condotte dannose rispettose delle regole del gioco, ciò costituirebbe un ostacolo allo sviluppo dello sport che svolge funzione sociali molto importanti

La regola tecnica non esaurisce l’esame da parte del giudice che deve operare un continuo raffronto tra norme sportive (speciali) e norme statali (generali) che prevalgono sulle prime in caso di conflitto.

Cassazione > “i doveri di correttezza, lealtà sportiva e prudenza dell’atleta non si esauriscono nella necessaria osservanza delle regole del gioco, ma impongono al competitore di “astenersi da azioni di manifesta e particolare pericolosità”; il quid in più sta dunque nel “senso vigile e umanitario del rispetto dell’integrità fisica e della vita sia dell’avversario sia dei terzi”.

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