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Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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ATTI DEL CONVEGNO Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? tenutosi a Potenza, c/o il Park Hotel, il 20 luglio 2012.

Il convegno è stato promosso da Regione Basilicata Dip. Attività Produttive, Politiche dell’impresa, Innovazione Tecnologica Marcello Pittella - Assessore Dip. AAPP, PI, IT Regione BasilicataMichele Vita - Direttore Generale Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata Vito Marsico - Dirigente Ufficio Energia Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata

in collaborazione con

Sviluppo Basilicata SpA Società finanziaria e di sviluppo in house alla Regione Basilicata unico azionistaRaffaele Ricciuti – Amministratore Unico Sviluppo Basilicata SpAMarco Ponzio – Direttore Business Unit Sviluppo Basilicata SpA

SponsorEDISON – EDP RENEWABLES – ENEL GREEN POWER – ERG RENEW FRI-EL GREENPOWER – GAMESA – RWE INNOGY ITALIA – SORGENIA – VERONAGEST

Coordinamento editorialeAnnamaria Verrastro Referente Comunicazione Business Unit Sviluppo Basilicata SpA

DesignDiego Calocero - Potenza

Sbobinamento interventi e fotoVideo Systems Broadcast Soc. Coop. - Potenza

StampaTipografia Grafiche Zaccara - Lagonegro

Finito di stampare nel mese di ottobre 2012 su carta certificata FSC certificazione internazionale che garantisce che la materia prima utilizzata proviene da foreste dove sono rispettati rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

____________________________________________________

Dip. Attività Produttive, Politiche dell’impresa, Innovazione Tecnologica Via Vincenzo Verrastro, 8 – 85100 Potenza

Sede legale ed operativa: Via Centomani, 11 - 85100 PotenzaUfficio di Matera: Rioni Sassi, Recinto I Fiorentini - 75100 Matera

Per informazioniSviluppo Basilicata SpAT. +39 0971 50661 - F. (Pz) +39 0971 506664 - F. (Mt) +39 0971 506655 – [email protected] - www.sviluppobasilicata.it

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ATTI DEL CONVEGNO 20 LUGLIO, POTENZA

FONTI ENERGETICHE RINNOVABILIquali prospettive?

quali prospettive?

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ringraziano gli SPONSOR

AGGIUNGERE LOGHI

che hanno permesso, con il contributo offerto, l’ottima riuscita del convegno “Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?” tenutosi al Park Hotel di Potenza il 20 luglio 2012. I costi dell’evento e di atti regionali sono stati integralmente coperti dalle sponsorizzazioni senza esborso di denaro pubblico.

ringraziano gli

SPONSOR

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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INDICE

Prefazione Vito De Filippo .............................................................................8Presidente Regione Basilicata

INTERVENTI PARTE I ......................................................................................11

Saluto del Sindaco di Potenza Vito Santarsiero ....................................13

Moderatore: Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Introduzione Marcello Pittella ...................................................................17Ass. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica Regione Basilicata

Relazione introduttiva Michele Vita .......................................................22Dir. Gen. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica Regione Basilicata

Davide Tabarelli ..............................................................................................32Presidente Nomisma Energia“Scenari e politiche energetiche”

Cristina Martorana .......................................................................................38Esperta di diritto amministrativo ed energetico, Studio Watson, Farley e Williams“Evoluzione del Quadro Normativo Nazionale e Regionale. Criticità e prospettive”

Elio Manti ........................................................................................................45Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare“Green–Economy nell’ambito degli investimenti in tema di efficienza energetica”

Chiara Vergine ................................................................................................51Responsabile Connessioni Terna

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INTERVENTI PARTE II......................................................................................57

Piero Lacorazza ...............................................................................................59Presidente Provincia di Potenza

Giovanni Campeol .........................................................................................65Docente di Valutazioni Ambientali, Università Iuav di Venezia“Aspetti metodologici delle valutazioni ambientali”

Antonio Martini .............................................................................................72Direttore dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli idrocarburi e le georisorse MISE“Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle Fonti Energetiche Rinnovabili”

Andrea Gilardoni ...........................................................................................78Docente in Economia e Gestione di Impresa, Università Bocconi di Milano “Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico”

Vincenzo Viti ...................................................................................................83Ass. Dip. Formazione, Lavoro, Cultura e Sport Regione Basilicata

Giandomenico Marchese ............................................................................88Direttore Generale Società Energetica Lucana SpA

Monica Cataldo ..............................................................................................93Responsabile Vettoriamento e Misura Direzione Territoriale Rete Enel Puglia e Basilicata

Conclusioni Vito De Filippo .....................................................................100Presidente Regione Basilicata

° ° ° ° ° Presentazioni dei relatori (slides) ............................................................109Scenari e politiche energetiche .............................................................111Davide Tabarelli

Energie rinnovabili: un tuffo nel futuro ............................................118Cristina Martorana

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Regione Basilicata: lo sviluppo delle rinnovabili .......................................122Chiara Vergine

Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle FER .........126Antonio Martini

Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico...135Andrea Gilardoni

Relazione del Direttore Generale SEL SpA ...................................................143Giandomenico Marchese

Connessioni di produttori - Gestione delle richieste di connessione alle reti in BT e MT ...............................................................................................150Monica Cataldo

° ° ° ° ° Interventi dal pubblico ..........................................................................................157Vitantonio Iacoviello ..............................................................................................158

Presentazione di Ares - Alternative and renewable Energy Sources - BattipagliaOpportunità tecnologiche: gassificazione di biomasse legnose impianti ibridi ........................................................................................160

° ° ° ° ° Foto evento ..............................................................................................................167Strumenti di comunicazione ...............................................................................171

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Prefazione

La politica energetica riveste un ruolo fondamentale nella società contemporanea, la sua funzione è essenziale in tutti i principali settori dello sviluppo economico e sociale.Nelle società del ventunesimo secolo l’approvvigionamento di energia sicura, sostenibile ed economicamente conveniente, determina in misura consistente la prosperità delle popolazioni influenzando la disponibilità di beni e servizi e la competitività dei sistemi produttivi.In questo contesto l’Unione Europea si è posta una serie di obiettivi ambiziosi per garantire che i futuri sistemi energetici siano puliti, sicuri, economicamente convenienti e sostenibili.Recentemente, con la Tabella di marcia per l’energia 2050, l’UE ha individuato le sfide da affrontare per ridurre entro il 2050 le emissioni di gas a effetto serra dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990, assicurando al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la competitività dei sistemi produttivi.Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi un ruolo fondamentale è svolto dalle fonti rinnovabili di energia che, oltre a contribuire in maniera diretta alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, consentono di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, aumentandone in tal modo la sicurezza e migliorando la competitività dei sistemi produttivi con la creazione di nuove attività imprenditoriali, aumento dell’occupazione, crescita economica e opportunità di esportazione.Ovviamente il tema dell’energia costituisce una priorità delle politiche della Regione Basilicata.Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale, coniugando una analisi qualitativa e quantitativa dello stato di fatto con fondate ipotesi di sviluppo, definisce gli obiettivi e gli strumenti dell’azione dell’Amministrazione regionale in campo energetico.La strategia energetica regionale è volta al riequilibrio del bilancio energetico attraverso il contenimento della domanda e lo sviluppo dell’offerta energetica endogena favorendo la diffusione di tecniche e tecnologie finalizzate al risparmio energetico ed alla produzione di

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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energia e biocarburanti a partire da fonti rinnovabili.Particolare attenzione è rivolta alle potenzialità di sviluppo di filiere produttive energetiche da fonti rinnovabili, promuovendo la crescita di imprese operanti nel campo della produzione di energia e della componentistica energetica.In questa prospettiva la Regione Basilicata ritiene essenziale attivare attorno al comparto energetico un circuito virtuoso che, valorizzando le risorse disponibili in loco, mobiliti le eccellenze della ricerca, dell’innovazione tecnologica, del settore produttivo e delle istituzioni territoriali per favorire la formazione ed il consolidamento di filiere produttive innovative e competitive stimolando la crescita di attività a carattere imprenditoriale nei comparti della produzione energetica, puntando alla formazione di un distretto produttivo specializzato, nella consapevolezza che la razionalizzazione e riconversione del modello regionale di produzione e consumo di energia, secondo modalità sostenibili, fondi le sue possibilità di successo proprio sullo sviluppo di queste innovative filiere produttive.La sfida che la Regione Basilicata si trova ad affrontare consiste nel promuovere un modello energetico locale che, nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo e nazionale, coniughi i bisogni dei cittadini e sostenga al tempo stesso le esigenze di sviluppo degli altri settori economici e sociali al fine di garantire uno sviluppo armonico ed ordinato del territorio nella sua globalità.Lo sviluppo locale non può definirsi tale se causa degrado ambientale e intenso sfruttamento del territorio, deve porsi, al contrario, come riferimento la garanzia della propria sostenibilità, intesa come capacità di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere le possibilità delle generazioni future.

Vito De FilippoPresidente Regione Basilicata

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L’evento di cui presentiamo gli atti, ha inteso affrontare ed approfondire il tema delle Fonti Energetiche Rinnovabili e delle relative problematiche con cittadini, operatori economici, studiosi, esperti e mondo politico. Regione Basilicata e Sviluppo Basilicata ringraziano il moderatore e i relatori per la disponibilità, professionalità, i preziosi e qualificatissimi contributi che hanno saputo dare al convegno.

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La realizzazione del documento ha richiesto vari controlli sul testo. Nonostante ciò, è possibile che il documento non sia privo di refusi.Ce ne scusiamo in anticipo.

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Buongiorno e benvenuti al convegno FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI:

QUALI PROSPETTIVE? Un incontro che già dal titolo pone una lunga serie di

problematiche e di aspettative che in questa mattinata, che si preannuncia

ricca e articolata, proveremo ad analizzare e comprendere.

Ne parleremo dettagliatamente, infatti, con molti e qualificati esperti,

auspicandoci, anche, che, prima dell’intervento conclusivo del Presidente De

Filippo, ci sia tempo sufficiente per aprire un piccolo dibattito sui temi emersi

nel corso della mattinata.

Ma prima di entrare nel dettaglio delle problematiche che il tema pone,

chiedo subito al Sindaco di Potenza Vito Santarsiero di accomodarsi qui sul

podio per un saluto e per un benvenuto ai relatori e, naturalmente, a tutti

quanti voi.

Porto a tutti il saluto della città che mi onoro di rappresentare e, consentitemi di ringraziare, da subito, l’Assessore Marcello Pittella e l’ingegnere Michele Vita per il graditissimo invito rivoltomi ad essere presente qui con voi, stamane. Un incontro particolarmente significativo che ci consentirà di fare il punto su un tema di grandissima attualità, quello delle Fonti Energetiche Rinnovabili, un tema sul quale l’assessorato è fortemente ripiegato e che apre nuovi orizzonti. Non possiamo non sottolineare la qualità dell’azione messa in campo da Marcello Pittella, e stamane grazie anche all’assoluto valore dei relatori, avremo la possibilità di poter entrare nel merito delle questioni nel miglior modo possibile. Ovviamente saluto quanti sono arrivati a Potenza da ogni parte di Italia, da ogni parte della Regione, essendo un incontro aperto a tutti gli operatori per una comune valutazione delle questioni.

Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Vito SantarsieroSindaco di Potenza

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Consentitemi anche, nel ruolo di Sindaco e di rappresentante dell’ANCI, di salutare il Presidente dell’ANC piccoli comuni, il Sindaco di Sant’Angelo Le Fratte Michele Laurino e le altre autorità presenti. Il contesto più ampio, Assessore, in cui collocate il vostro incontro, è quello della questione ecologica se vogliamo guardare l’orizzonte più vasto inteso come rapporto tra uomo e ambiente. Sempre più questa questione - che è la questione che ci riporta ad un modello di sviluppo sbagliato, un modello di sviluppo che sempre più mette a rischio quegli equilibri delicatissimi che regolano un pò la nicchia ecologica del nostro pianeta - sempre più la questione ecologica si caratterizza come questione energetica; sempre più si comprende che è la questione energetica la questione che bisogna affrontare per risolvere ed aggredire le grandi questioni ambientali che ha dinanzi a sè l’umanità.Affrontare la questione energetica significa affrontare questioni di produzione, questioni di emissione, questioni di consumo: sono i tre grandi filoni su cui operare. L’Europa guarda alla questione energetica in maniera molto forte; la strategia di Europa 2020, pone le efficienze energetiche esattamente al centro di quella crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e la questione energetica, la questione dell’efficienza energetica, costituisce una priorità fondamentale, una priorità che oggi comprendiamo sempre di più e che chiede un rafforzamento delle politiche a tutti i livelli ed in tutti i settori. In tale contesto un ruolo importante è proprio svolto dagli Enti locali, Regioni, le nostre città, i nostri comuni, un ruolo fondamentale, primario, da svolgersi per agevolare, promuovere e regolamentare un uso più efficiente dell’energia nei propri territori e nell’utilizzo delle proprie infrastrutture.L’Europa guarda a questo settore con grande interesse. L’Europa, nei nuovi regolamenti strutturali in discussione, quelli che andranno a finanziare il ciclo di programmazione 2014-2020, investe moltissimo nel settore energetico.Il quadro strategico comunitario che detta un pò le linee generali, inserisce esattamente tra le priorità tutti quegli investimenti verso la transizione da una economia ad alto consumo energetico e ad alte emissioni di carbonio ad una economia a basso consumo energetico e a basse emissioni di carbonio.

| Santarsiero

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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L’Unione Europea mette a disposizione strumenti finanziari importanti: ENEA l’assistenza energetica europea a livello locale, EF i fondi per le efficienze energetiche, contratti di prestazione energetica, partenariato pubblico privato e così via.Purtroppo, dobbiamo registrare come nel nostro Paese, a fronte di questa azione forte, messa in campo dall’Europa, ci siano delle contraddizioni: da un lato le affermazioni di principio, andare verso l’Europa 2020, andare verso l’ottenimento di quegli obiettivi nel settore energetico che sono obiettivi di carattere strategico, dall’altro un arretramento rispetto alle politiche di sostegno a favore delle azioni che portano a energie rinnovabili, al contenimento del consumo energetico, alla mancanza di una azione di carattere integrato, a politiche territoriali che vanno in quella direzione.È una questione che ci dobbiamo porre molto come Mezzogiorno, in un Paese che produce il 20% di energie da fonti rinnovabili e che, ovviamente è un 20% che auspichiamo possa crescere molto.E dove questo 20% è diventato 100, per il 61 è eolico e per il 24 è fotovoltaico, vede in particolare il Mezzogiorno protagonista. Nel settore dell’eolico, dove il 98% della produzione è tutto nel sud, con regione leader la Puglia, e nel fotovoltaico dove abbiamo una percentuale molto alta, ancora con regione leader la Puglia, noi dobbiamo comprendere che abbiamo esaurito una prima stagione dove le fonti rinnovabili hanno avuto una progressiva crescita grazie all’utilizzo di fondi europei e grazie ad una normativa adeguata di sostegno. Questo ha consentito alle nostre regioni del Mezzogiorno ed anche alla nostra regione, di poter assestare un’adeguata tecnologia, la nascita di imprese, l’avvio di investimenti in ricerche ed innovazioni che sono gli elementi fondamentali per la crescita del settore e la crescita dell’economia locale.Ora che questa stagione si è esaurita e si apre il nuovo ciclo, quello che porta Europa 20-20, ciclo 2014-2020, credo sia interesse fondamentale del Mezzogiorno, aprire un tavolo delle regioni di questa parte del Paese sulla questione del sostegno delle fonti rinnovabili in energia.Una stagione che deve proseguire, che non può vedere il Mezzogiorno fermarsi rispetto ad un percorso di eccellenza che lo vede in una posizione di primazia nazionale e per certi versi, europea e sicuramente mediterranea.

| Santarsiero

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Ovviamente la questione energetica investe altri settori: pensiamo alla riqualificazione del patrimonio edilizio, un altro settore molto vasto, pensiamo a tutte le questioni che riguardano il miglior utilizzo energetico delle infrastrutture.Su questo i Comuni, con il Patto dei Sindaci, stanno operando. La città di Potenza ha approvato il suo PAIS e le infrastrutture della mobilità sono chiamate a svolgere un ruolo principale. È evidente che il piano regionale al quale state lavorando non può non tener dentro tutte queste questioni.E da una visione unitaria io credo possa cominciare ad emergere una nuova prospettiva di sviluppo della nostra regione, una nuova visione, una visione che può essere anche di carattere mediterraneo facendo dell’energia il volano di sviluppo e la costruzione del nuovo futuro delle nostre comunità.Grazie e buon lavoro.

[email protected] www.comune.potenza.it

| Santarsiero

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Ringrazio due volte il sindaco Santarsiero, perché ha fatto un intervento

rapido e al contempo molto efficace e perché ha illustrato perfettamente le

implicazioni principali dei temi che ci apprestiamo a trattare, risparmiandomi,

quindi, l’incombenza di un’introduzione più dettagliata al convegno.

Non manco, tuttavia, di anticiparvi, essendo molti gli ospiti che si

alterneranno a questo tavolo, che vedrete anche un pò di movimento, di

persone che salgono e scendono, di cavalieri che cambiano. Sono certo

che tutto questo via vai non produrrà confusione. Ma anche se dovesse in

qualche momento accadere, non dobbiamo dimenticare che non è possibile

affrontare le problematiche che le energie rinnovabili pongono da una

posizione monolitica, da un unico punto di vista, poco propenso a cogliere le

sfumature, le differenze, le molteplicità ad esse connesse.

Ma ho preso già troppo tempo e quindi cedo subito la parola all’Assessore

Marcello Pittella.

Grazie, noto editorialista del Quotidiano, nonché Docente di Comunicazione all’Università Federico II e alla IULM di Milano.Daniele Pitteri mi consegna, sostanzialmente, dodici minuti.Io ti ringrazio, Daniele, per essere qui, per aver accolto l’invito; la tua presenza rende ancora più prestigiosa questa manifestazione, questa giornata.Due minuti di questi dodici, me lo consentirete, io li devo dedicare ai saluti che non sono di rito, ma piuttosto ad un benvenuto che voglio ovviamente consegnare a tutti i presenti numerosissimi quest’oggi in Basilicata, ed un benvenuto della e dalla Regione Basilicata ai tanti ospiti graditissimi ed in particolare, me lo consentirete, ai

Marcello PittellaAss. Dip. Attività Produttive,Politiche dell’Impresa, InnovazioneTecnologica Regione Basilicata

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relatori che hanno aderito all’invito della Regione, per una giornata di approfondimento per noi estremamente importante, io oserei dire “strategica”, sapendo che le loro sono tra le migliori competenze nazionali e internazionali nel settore; sono molto grato e onorato di poter ospitare tanto sapere e tanta conoscenza.Vorrei porgere un saluto affettuosissimo al Sindaco, recupererò anche parte del suo intervento in maniera molto veloce; un saluto affettuosissimo e un grazie ai colleghi Consiglieri regionali Singetta, Navazio, Romaniello che vedo in sala; al Segretario della UIL Vaccaro, ai tanti amministratori, ai tanti imprenditori che hanno voluto partecipare direttamente e indirettamente alla buona riuscita di questa giornata di approfondimento. E un ringraziamento particolare, me lo consentirete, con una sottolineatura di merito che va all’indirizzo del Dipartimento egregiamente diretto dall’Ing. Michele Vita; vorrei rivolgere alla sua persona un affettuoso e calorosissimo applauso, per la qualità e l’impegno che con i suoi collaboratori mette quotidianamente. Così voglio ringraziare i Dirigenti che vedo in sala, dell’Ufficio Energia: Marsico, Rasola, tutti i loro collaboratori perchè attraverso le loro azioni quotidiane noi tentiamo di andare incontro alle tante istanze, anche alle tante ansie che il mondo produttivo e imprenditoriale mette in campo e ci consegna.Ed un saluto ed un ringraziamento a Sviluppo Basilicata che è il braccio operativo della Regione Basilicata in tante azioni, soprattutto quelle legate e dedicate al mondo produttivo, che anche in questa occasione con Raffaele Ricciuti e Anna Verrastro, si mostra essere all’altezza del compito.Prima questione: creare una sostenibilità ambientale, occupazionale e di sviluppo economico che accompagni in parallelo le attività legate alle estrazioni petrolifere e dunque del petrolio e che la Regione si candidi a sostituirlo senza determinare contraccolpi sia nella struttura sociale sia nella struttura socio-economica della stessa. L’incontro di oggi si inscrive, sostanzialmente, in questo solco, recuperando tre necessità: la prima: un approfondimento giuridico-amministrativo, necessario - anche vista la velocità con cui la normativa che sovrintende le fonti rinnovabili viaggia -, la seconda: una responsabilità istituzionale ed amministrativa nell’indicare obiettivi chiari e nel perseguirli in tempi altrettanto certi e celeri; la terza, una partecipazione di programma e di rischio imprenditoriale

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da parte della intrapresa di settore. Da qui nasce, è nato, il tavolo di confronto con il mondo delle imprese di settore, da qui la semplificazione amministrativa che abbiamo tentato di mettere in campo con la Legge 8 del 2012 - e annunciamo anche l’approvazione in giunta regionale della modifica della stessa Legge 8 – perché impugnata dal governo nazionale, come tutti sanno, su tre aspetti particolari; noi abbiamo voluto velocemente, come Dipartimento, proporre e approvare in Giunta - oggi passa nelle mani del Consiglio – una nuova versione, sostanzialmente, che introduce un’ulteriore semplificazione per gli impianti fino a 200 megawatts, evitando, sostanzialmente, di sottoporli alla valutazione di impatto.Da qui la sfida che la Regione lancia nel tempo del V Conto Energia, che non rallegra molti, e proietta questa stessa sfida nel dopo V Conto Energia, in un modello che, a mio giudizio, deve essere intelligente, di comunità, nella sintesi virtuosa tra capacità e velocità della comunicazione e della conoscenza, efficientamento energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili e nuova organizzazione del governo di un territorio e delle sue priorità.Cambia l’approccio, innanzitutto della politica su questi temi.Queste sono le basi su cui potremo costruire il nuovo Piano Energetico o avviare la discussione sul nuovo Piano Energetico anche sulla scorta del Burden Sharing, del decreto sul Burden Sharing, quasi a consegnarci una sorta di contraddizione tra nuova missione o ulteriore missione consegnata alla Regione Basilicata e, purtroppo aspetti che stanno sia sull’economico, sia sugli incentivi che sulla metodologia relativa alle soglie e alle aste che creano non pochi problemi; per cui noi dobbiamo correre e dobbiamo saper correre per essere competitivi. Che sia un Piano Energetico che apra ad altre fonti e pensa alla geotermia, sarà anche questo oggetto di una comunicazione che anticipo in Consiglio Regionale, in occasione dell’approvazione dell’assestamento di Bilancio, che proprio il Dipartimento insieme all’Università e agli Enti di ricerca ha messo in campo e costruito proprio sulle nuove politiche e sul nuovo approccio alle politiche industriali delle piccole e medie imprese delle energie in particolare.Che sia un PIEAR questo che rivaluti e riconsideri le attuali soglie rispetto, dall’idroelettrico al mini idro e dalle biomasse alle minibiomasse, avendo noi immaginato, sostanzialmente, Daniele, un approccio che va verso la micro diffusione energetica sul territorio, che

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promuova la realizzazione in aree pubbliche di microimpianti fino a 200 kilowatt per sfruttare i tanti salti idrici di cui siamo sostanzialmente ricchi, nonché piccoli impianti alimentati da biomassa consistente nel cosiddetto “cippato”, ovvero in quelle apposite essenze vegetali, colture dedicate da impiantare in aree incolte o prive di vocazione agricola in senso tradizionale. E che sia un PIEAR che recuperi una importante finalità sul versante del teleriscaldamento, riprendendo in termini anche più concreti e più veloci e operativi, l’idea del Distretto Energetico, o ancora, l’ottimizzazione delle efficienze energetiche delle strutture pubbliche degli opifici industriali.Che sia un Piano Energetico che generi occupazione, per maestranze in senso proprio e per tecnici di primo livello.È nostra la proposta allo studio dei due Dipartimenti, quello delle Attività Produttive e quello della Formazione e Lavoro, di mettere in campo, Daniele, di concerto con i PIEAR nazionali ed internazionali del settore, anche possibilità di approfondimenti, di percorsi professionalizzanti, attraverso l’utilizzo di voucher specifici a sostegno.Che sia un Piano Energetico che viaggi in parallelo al potenziamento della rete di trasmissione nazionale, allo stato sottodimensionato, in un rapporto più virtuoso, più proficuo con TERNA, in un tavolo di concertazione anche molto approfondito e che recuperi alla programmazione lo sviluppo e che metta insieme l’uno e l’altro aspetto per evitare che si compia, sostanzialmente, una sperequazione territoriale e soprattutto perché è evidente al Dipartimento Attività Produttive come a quello dell’Ambiente, come tanti progetti, forse troppi, quelli proposti sono privi di connessione benestariate da TERNA, per cui diventa, sostanzialmente, difficile portarli a casa.E questi in breve, i cinque titoli ai quali, ovviamente si aggiungeranno gli stimoli, i suggerimenti che verranno nel corso del dibattito, delle discussioni, delle relazioni, per una Regione che vuole sintonizzarsi su innovazione e ricerca – lo diceva Santarsiero – e su un modello di città intelligente al quale il nuovo PIEAR deve necessariamente agganciarsi, rimarcando un approccio e una mentalità nuova che incroci velocità amministrativa, merito progettuale, e sua compatibilità territoriale e un bilancio sociale della intrapresa.Io penso che i fondi strutturali 2014-2020 e il programma Horizon 2020 irrobustiscono questo mio e questo vostro convincimento e ci convincono che la strada intrapresa è quella giusta e noi vogliamo

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percorrerla facendo sul serio, senza esitazioni, consapevoli che parte significativa del nostro futuro e sviluppo risiedono nella nostra capacità di mettere in campo buone pratiche, sì buone pratiche; alla politica si chiede questo e alla pubblica amministrazione si chiede questo; noi ci siamo, vogliamo esserci, vogliamo lavorare anche insieme, soprattutto insieme a voi tutti, perché la Regione Basilicata possa diventare un pò il fiore all’occhiello di buone pratiche in tema di energia alternativa. Grazie e buon lavoro a tutti.

_______________________________ass.attivita.produttive@regione.basilicata.itwww.basilicatanet.it

| Pittella

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Ringrazio l’assessore Marcello Pittella, oltre che per il benvenuto che mi ha

dato e per le parole, esagerate, che ha voluto rivolgermi, per la competente

efficacia del suo intervento e per aver rispettato al minuto i tempi che

avevamo prestabilito, cosa che mi consente di indicarlo come esempio da

seguire a tutti gli altri relatori della mattinata.

Chiedo ora a Michele Vita che, come sapete, è il Direttore Generale del

Dipartimento Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione

Tecnologica della Regione Basilicata, di accomodarsi al podio e di prendere

la parola.

Buongiorno a tutti.Nel rivolgere un saluto e un ringraziamento a tutti i presenti, consentitemi di farne uno particolare alle aziende che hanno sponsorizzato il nostro evento e a Sviluppo Basilicata tutor in house della Regione e più segnatamente all’Amministratore Unico Raffaele Ricciuti, ad Anna Verrastro che insieme a Giovanni Mastronuzzi e Maria Bartolomeo della direzione del Dipartimento, molto professionalmente, direi, e senza trascurare alcun dettaglio, hanno curato gli aspetti organizzativi di questo convegno.Infine un ringraziamento particolare è rivolto all’intero staff dell’Ufficio Energia della Regione diretto dall’Avvocato Vito Marsico con il quale condividiamo momenti di soddisfazione e di angoscia insiti proprio nella peculiarità e nella complessità delle problematiche che quotidianamente la struttura è chiamata ad affrontare.Quando due mesi fa l’Assessore Pittella mi chiese di organizzare un’importante rassegna sul tema delle energie rinnovabili, gli diedi subito il mio assenso, ben sapendo che non si trattava proprio di una

Michele VitaDir. Gen. Dip. Attività Produttive,Politiche dell’Impresa, InnovazioneTecnologica Regione Basilicata

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passeggiata.I temi in discussione sono tantissimi e anche complessi, a partire dagli aspetti normativi e regolamentari, a quelli legati alle scelte politiche e programmatiche, senza trascurare gli aspetti legali alla sostenibilità ambientale ed economica che anche i processi di sviluppo delle fonti rinnovabili comportano.L’impatto dei problemi legato allo sviluppo delle FER, in Basilicata è stato lento e progressivo nel tempo. Per certi versi è stato simile allo sviluppo delle attività petrolifere in Val D’Agri e nelle aree territoriali contermini.Difatti, sia in un caso che nell’altro, si è passati dalle prime applicazioni osservate con molto scetticismo, incredulità e magari con molta curiosità da parte dei cittadini, ad una fase, come quella attuale, sicuramente più consapevole e partecipata soprattutto rispetto agli effetti vincolanti e condizionanti che tali attività – mi riferisco sia alle fonti rinnovabili e sia al petrolio – potrebbero indurre nei confronti dell’ambiente e del territorio, magari ipotecandone l’uso e le sue vocazioni naturali.L’attività di sviluppo delle fonti rinnovabili in Basilicata, parte da lontano: il primo strumento di pianificazione energetico in Basilicata che è stato uno dei primi in Italia, vede la luce nel 2001 e precisamente il 26 giugno quando il Consiglio Regionale adottò il piano energetico regionale ancor prima dell’emanazione del decreto legislativo 387 del 2003 che rappresenta il nostro quadro di riferimento legislativo. Il piano ipotizzava scenari a medio e lungo periodo per la realizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare per quella eolica, stabiliva una potenza massima installabile di 128 MW; per le biomasse prevedeva la realizzazione di sei centrali, ciascuna della potenza di 13 MW; nessuna previsione invece per gli impianti idroelettrici.Altri tempi, diremmo ora; col senno di poi. Si sono poi succeduti nel tempo, diversi provvedimenti normativi e regolamentari: la legge regionale 9 del 2007 che nel mentre rinviava all’apposito piano la possibilità di presentare istanza di autorizzazione unica per gli impianti eolici di potenza superiore ad 1 MW, prevedeva la possibilità di realizzare impianti fino ad 1 MW.Subito dopo la Legge Regionale 31 del 2008 che ha previsto la realizzazione di impianti eolici fino a 1 mega ed un numero massimo di cinque aerogeneratori e gli impianti fotovoltaici a terra, prima non

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consentiti, fino ad 1 MW nelle aree industriali e 500 kilowatt nelle aree agricole.Successivamente la Legge Regionale 42 del 2009, incrementava, invece da 500 kW ad 1 MW, la potenza installata negli impianti fotovoltaici nelle aree agricole.E arriviamo, infine, alla emanazione della Legge Regionale n. 1/2010 che tutti conoscono – è una legge ancora vigente – con la quale è stato approvato il P.I.E.A.R. (Piano Energetico Ambientale Regionale). Il Piano per un verso conferma la possibilità di realizzare impianti da fonti rinnovabili fino a 1 MW mediante DIA, per l’altro verso fissa i limiti per la realizzazione di esercizi di impianti di potenza superiore a 1 megawatt con le seguenti soglie di potenza installabili: per l’eolico fino a 981 MW, per il solare fotovoltaico fino a 359, per le biomasse fino a 50, per l’idroelettrico fino a 48. La potenza installabile totale è pari a 1.438 MW.La legge rinviava ad apposito disciplinare da adottare con delibera di Giunta, sentita la Commissione consiliare competente, la compiuta disciplina dell’iter procedimentale.Come è noto, il disciplinare, successivamente adottato con DGR del 2010, prevedeva che le istanze potessero essere presentate a partire dal 15 gennaio 2011.In tale data vennero presentate ben 150 istanze che oggi sono lievitate ad oltre 300.Quelle risultate procedibili, disaggregate per tipologia a tutto il 12 luglio scorso, sono per l’eolico 157 su 213 pervenute, per una potenza installabile e procedibile di 5242 MW, per il fotovoltaico 48 su 97 per una potenza di 475 MW, per le biomasse 2 su 3 per una potenza complessiva di 51 MW, per l’idroelettrico ancora 2 su 3 per una potenza di 1 MW.Prima dell’avvio del procedimento - dove il rilascio dell’autorizzazione è unica - e quindi, prima ancora della convocazione delle Conferenze dei servizi, sono state convocate le pre-Conferenze, ossia degli incontri con le società proponenti le cui istanze erano risultate improcedibili, allo scopo di individuare, congiuntamente agli interessati al rilascio di valere il nulla osta e conseguentemente velocizzare le procedure per la convocazione della Conferenza dei Servizi. Le Conferenze dei Servizi finora avviate, sono state 105. Negli ultimi mesi sono state rilasciate autorizzazioni uniche per circa 200 MW che non impegnano

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le soglie di potenza installabili per la fonte eolica. Mentre sono in via di definizione i procedimenti per ulteriori 200 MW.Tornando all’excursus giuridico e legislativo, va menzionata la sentenza 107 del 2011 della Corte Costituzionale che dichiara l’incostituzionalità della norma regionale che consentiva la realizzazione degli impianti da FER fino a 1 MW mediante DIA. L’efficacia retroattiva di tale sentenza ha fatto salvi i soli rapporti esauriti, cioè la DIA presentata entro il 31 dicembre 2010 e non oggetto di osservazione da parte dei Comuni.Il Decreto Legislativo 28 del 2011 introduce la facoltà per le Regioni di elevare a 1 MW la soglia degli impianti autorizzabili con la cosiddetta PAS (Procedura Abilitativa Semplificata). Lo stesso Decreto stabilisce una serie di limitazioni per gli impianti fotovoltaici a terra, limitando l’accesso agli incentivi statali a quelli non superiori a 1 MW se realizzati in area agricola.Il IV Conto Energia, risalente al 5 maggio dello scorso anno, ha ulteriormente ridotto gli incentivi per gli impianti da realizzare in aree agricole. Con il Decreto 15 maggio 2/12, il cosiddetto Burden Sharing, il governo ha fissato per ogni regione le quote di energia rinnovabile da raggiungere entro il 2020. L’aumento maggiore della quota rinnovabile fra tutte le Regioni, toccherà proprio alla Regione Basilicata, che dovrà passare dall’attuale 7,9% al 33% di energia pulita.Veniamo ora alle vicende più recenti, - mi riferisco alla L.R. n.8 del 2012 e ai Decreti Quinto Conto Energia e al Decreto rinnovabili, pubblicati lo scorso 10 luglio sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale.La Legge Regionale n. 8 del 2012, nasce per tener conto delle modifiche normative nel frattempo intervenute, in particolare recepisce i dettami del Decreto Legislativo 28, introduce una generale semplificazione procedurale e la possibilità di incrementare la produzione da fonti rinnovabili.Tanto il Governo quanto i proponenti hanno evidenziato due criticità dell’impianto normativo.La prima concerne l’introduzione della cosiddetta nuova tassa di 10.000 euro, anche per i procedimenti in corso per ogni MW di potenza richiesta fino a 20 MW. La seconda riguarda le modalità di versamento della predetta nuova tassa che unitamente alla previsione preesistente: 50.000 euro per ogni

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MW oltre i 20 MW dovrebbe essere effettuato in un’unica soluzione entro 90 giorni dal rilascio del provvedimento di autorizzazione.Questi incisivi oneri, al di là delle considerazioni di ordine giuridico, svolte dal governo, sono evidentemente molto penalizzanti per gli operatori del settore.Sia perché, come detto, si applica anche ai procedimenti in corso, sia perché renderebbero più gravose le loro iniziative in un quadro normativo di riferimento, più incerto.E infatti, il versamento di oneri più elevati rispetto a quelli inizialmente programmati, sarebbe insostenibile a fronte tanto della riduzione degli incentivi, quanto dell’alea collegata al sistema delle aste.In altri termini, gli operatori, dovrebbero effettuare un consistente versamento prima ancora che l’impianto sia realizzato e soprattutto senza avere alcuna certezza di risultare aggiudicatari delle quote che saranno messe all’asta.Tutte queste problematiche sono ben note alla Regione che, anche alla luce dell’impugnativa innanzi alla Corte Costituzionale, ha provveduto ad emendare la Legge 8/2012 con un nuovo disegno di Legge Regionale adottato in Giunta qualche giorno fa, in data 18 luglio. La Regione ritiene di superare queste criticità, prevedendo sia l’eliminazione della nuova tassa, sia del sistema di versamento dell’importo corrispondente al progetto di sviluppo locale che, per un verso tenga conto della concreta possibilità da parte dell’operatore di accedere agli incentivi, per altro verso contempli la possibilità di effettuare il pagamento in maniera anche dilazionata previa acquisizione di apposita fidejussione svincolabile progressivamente.Con il medesimo disegno di legge si provvede, inoltre, a limitare l’obbligo della procedura di screaning degli impianti eolici di potenza superiore a 200 kW. Ed invero, mentre prima della Legge 8, tale obbligo vigeva per i soli impianti eolici di potenza superiore a 1 MW, con la predetta Legge l’obbligo era stato esteso a tutti gli impianti eolici a prescindere dalla potenza.La proposta emendativa mira, dunque, a salvaguardare le valenze ambientali e paesaggistiche senza tuttavia appesantire eccessivamente il procedimento per gli impianti di piccola generazione. Tanto in ossequio al principio sancito dalla normativa nazionale di favorire la

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cosiddetta generazione diffusa.Vorrei affrontare ora alcune questioni che più frequentemente vengono poste alla nostra attenzione dagli operatori.La prima: è noto che molti degli impianti proposti sono privi dei progetti di connessione benestariati da TERNA. Tale circostanza, come pure è noto, in larga misura è ascrivibile al fatto che TERNA ha investito scarse risorse in Basilicata per il potenziamento della rete. A riguardo la Regione non ha mancato di attivare tavoli informali e di esercitare la propria moral suasion per indurre TERNA a rivedere i propri programmi di investimento nel senso auspicato.Questa azione prosegue e sarà ulteriormente intensificata nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi.Altra questione riguarda l’istruttoria delle istanze di autorizzazione unica, quando si protrae ben oltre i 180 giorni previsti dalla normativa.In proposito non si può fare a meno di evidenziare che il ritardo è in primo luogo ascrivibile alla presentazione in un solo giorno (il 15 gennaio 2011) di oltre 150 istanze a cui ne sono poi seguite altre 160. Né si può sottacere che larga parte di questo lasso temporale è servito per la valutazioni di competenza del Dipartimento Ambiente.Ad ogni buon conto, molti progetti sono ormai giunti a maturazione, per cui, a partire dalle prossime settimane, se non dai prossimi giorni, la Giunta comincerà a rilasciare le autorizzazioni uniche richieste. Il ritardo cui si faceva prima cenno non è peraltro, un’esclusiva della Regione Basilicata, atteso che, come onestamente riferito dagli stessi operatori di settore, in altre Regioni, vedi ad esempio la Puglia e la Campania, il processo autorizzativo è ancora più lento, molto più lento.Fra i temi più delicati del procedimento autorizzativo vi è anche quello delle cosiddette sovrapposizioni; non è questa probabilmente la sede per anticipare soluzioni, ma può essere questa l’occasione per registrare, magari, i punti di vista degli operatori del settore.Conta in ogni caso sottolineare che il tema è fortemente attenzionato, tra l’altro nella consapevolezza per un verso, che lo stesso è complicato dalla maggiore o minore velocità con la quale gli operatori hanno acquisito i prescritti pareri, per l’altro verso, che qualunque soluzione presti il fianco a possibili contenziosi. Gli anzidetti temi assumono valenza ancora maggiore alla luce delle

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disposizioni contenute tanto nel decreto Burden Sharing quanto negli ultimi due recenti decreti ministeriali.Sono convinto inoltre che il Quinto Conto Energia presenta luci ed ombre, forse più ombre che luci. Sicuramente rappresenta una brusca frenata nella direzione delle fonti rinnovabili, in quella della green economy più in generale.Le osservazioni delle Regioni non sono state accolte nella loro interezza. Accontentiamoci di aver incassato pochissime cose, tipo l’esemplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri, e soprattutto la maggiore attenzione che la norma riserva agli impianti il cui proponente è un Ente pubblico.Questa possibilità è stata proposta e fortissimamente sostenuta al tavolo nazionale di concertazione proprio dalla Regione Basilicata.Veniamo a un’altra questione spinosa del Quinto Conto: la soglia di potenza oltre la quale scatta l’obbligo di iscriversi al registro, ignorata la richiesta imprescindibile delle Regioni che chiedevano di portare da 12 kW a 100 kW il valore limite di potenza.Secondo la versione finale potranno, infatti, accedere agli incentivi, senza passare per il registro gli impianti sotto i 12 kW, quelli tra 12 e 20 che accettino di ricevere una tariffa incentivante decurtata del 20% e quelli fino a 50 realizzati in sostituzione dell’eternit. Esonerati dal registro anche gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative; quelli a concentrazione e quelli su edifici e terreni della pubblica amministrazione, purchè realizzati con gare d’appalto pubbliche, anche qui con un tetto di spesa di 50 milioni di euro.Con il decreto FER elettriche, è stato alzato di 300 milioni di euro il limite del costo indicativo annuo di tutti gli incentivi per le rinnovabili elettriche ad esclusione di quelli fotovoltaici. Al di fuori del meccanismo dei registri e delle aste, accedono direttamente all’incentivo gli impianti eolici e alimentato da fonte oceanica di potenza fino a 60 kW nonchè gli impianti idroelettrici di potenza nominale fino a 50 kW gli impianti alimentati a biomasse, prodotti di origine biologica e sottoprodotti di origine biologica di potenza fino a 200 e gli impianti alimentati a biogas con potenza fino a 100.Gli impianti per tutte le tipologie di fonti rinnovabili con potenza al di sopra dei 5 megawatt potranno accedere alla tariffa incentivata mediante una procedura competitiva di asta al ribasso.

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La graduatoria è formata in base al criterio della maggiore riduzione percentuale offerta.Gli altri impianti che non accedono direttamente agli incentivi non sono soggetti alla procedura d’asta, richiedono la tariffa incentivante, previa iscrizione in appositi registri.Alcune considerazioni, la prima: la frenata allo sviluppo alle fonti rinnovabili in Italia introdotta da questi due recenti decreti, il Quinto Conto e il Decreto Fer electric, sicuramente contrasta con la finalità del Decreto Burden Sharing che fissa le quote regionali di energia da raggiungere nel 2020.La strada è molto in salita, soprattutto per la nostra Regione, costretta a recuperare, - lo dicevamo prima – un gap di partenza molto elevato (33% da recuperare).La seconda osservazione riguarda il fotovoltaico. Una prospettiva, seppure limitata, potrebbe essere rappresentata dai SEU, cioè dai Sistemi Efficienti di Utenza.A livello internazionale c’è già chi si attrezza per investire senza sostegni pubblici. Nella regione di Toledo, la società SOLARIA quotata dalla borsa di Madrid, intende realizzare con i propri moduli, un impianto da 60 MW, investendo 60 milioni di euro. Lo scorso marzo era stata la tedesca Jegher Like Solar ad annunciare l’intenzione di realizzare nell’arco dei tre anni un impianto da 250 MW nella regione dell’Estremadura; lo stesso sta accadendo nella provincia di Cordova, e altri casi ancora.Che cosa significa SEU: se un produttore potesse vendere direttamente l’energia ad una piccola e media impresa con elevati consumi diurni, facendola pagare 0,16, 0,18 euro al chilowatt – che è la tariffa vigente – il suo impianto si ripagherebbe da solo senza bisogno di incentivi.Il futuro delle rinnovabili post incentivi, secondo molti, si ricollegherà in una relazione sempre più stretta tra produzione e consumo di energia. Vendere energia pulita senza passare dalla rete, ma producendola direttamente in loco, è una strada molto interessante; è una possibilità che ovviamente non ci risolverà tutti i problemi.Un’altra considerazione – mi avvio alla conclusione - l’incisiva evoluzione della normativa di settore e le continue innovazioni tecnologiche, che connotano la materia delle rinnovabili, ci stanno inducendo a riflettere sulla opportunità – lo diceva prima l’Assessore – di rivisitare il Piano Energetico adottato nel 2010.

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Per quanto la rivisitazione non dovrebbe riguardare, in maniera sostanziale, l’eolico, salvo che, per taluni aspetti di carattere procedurale, nel senso della semplificazione. Altre fonti, si pensi in particolare, all’idroelettrico, al geotermico, alle biomasse, necessiteranno, invece di una profonda riconsiderazione, vuoi in termini di elevazione delle attuali soglie, sebbene per impianti di taglia piccola e media, vuoi in termini di finalizzazione, si pensi, ad esempio, al tema del teleriscaldamento, ovvero alla ripresa in termini operativi dell’idea del distretto energetico, o ancora, all’ottimizzazione delle efficienze energetiche, alle strutture pubbliche e agli opifici industriali.In questa prospettiva, l’auspicio della Regione è che si aprano ampi spazi per gli operatori di settore e che gli stessi con il contributo di esperienza e conoscenza possano fornire già in questa fase preliminare, input utili a rivisitare il piano, in un’ottica tesa, tra l’altro, ad attrarre investimenti e ad accrescere la competitività complessiva del territorio, salvaguardandone al tempo stesso e, se possibile, accentuandone le valenze ambientali e paesaggistiche.La Regione, in ogni caso, intende promuovere, di intesa con l’Università, studi, progetti e impianti pilota nei settori dell’idroelettrico, promuovendo la realizzazione in aree pubbliche di micro impianti per sfruttare gli innumerevoli salti d’acqua di cui la nostra Regione è ricca, nonché piccoli impianti alimentati da biomasse, consistenti nel cosiddetto cippato, ovvero in quelle apposite essenze vegetali, quindi, colture dedicate da impiantare in aree incolte o comunque prive di vocazioni agricole in senso tradizionale. Per fare questo, dicevo, è essenziale attivare intorno al comparto energetico, un circuito virtuoso, che valorizzando le risorse disponibili in loco, mobiliti l’eccellenza della ricerca, dell’innovazione tecnologica, nel sottore produttivo e delle istituzioni presenti sul territorio.Concludendo, siamo consapevoli che bisogna pensare ad un vero e proprio modello di sviluppo energetico locale che consenta di contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo e nazionale e al contempo stesso capace di coniugare i bisogni dei cittadini, garantendo uno sviluppo economico e sociale e territoriale armonico e ordinato. Tutto ciò in un contesto locale che prevede la realizzazione di un Distretto Energetico in Val D’Agri e nel prossimo anno il varo della nuova programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020 che come è noto, destina circa il 60% dell’intera risorsa FESR

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alle fonti energetiche rinnovabili, alla ricerca e all’innovazione. Siamo anche consapevoli che per fare tutto ciò non è semplice ma non è neanche impossibile. Una cosa è certa: questa è la direzione che intendiamo imboccare nel futuro prossimo venturo, contando anche e soprattutto sull’apporto di voi tutti. Grazie per l’attenzione.

[email protected] www.basilicatanet.it

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Davvero molto dettagliato questo intervento di Michele Vita, che voglio

ringraziare non solo perché ha ricostruito la storia delle politiche ambientali

della regione negli ultimi anni, delineando un quadro utilissimo per la nostra

discussione, ma – permettetemi un’annotazione personale – per la visione

assolutamente fuori dal comune in questo momento in Italia, un paese

concentrato sul suo eterno presente, che ha prospettato, indicando una

strada da seguire nel futuro. L’indirizzo che prospetta, come avete potuto

cogliere dalle sue parole, è quello di chi già sta guardando al dopo Quinto

Conto Energia. Non si sofferma sull’attualità, ma guarda avanti e guarda

oltre. Un atteggiamento decisamente innovativo nel panorama nazionale

delle politiche pubbliche di sviluppo.

Prego adesso di raggiungermi qui al tavolo Davide Tabarelli, Presidente di

Nomisma Energia; Cristina Martorana, esperta di diritto amministrativo ed

energetico; Elio Manti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio

e del Mare; Chiara Vergine, Responsabile delle Connessioni Terna.

Approfitto anche per salutare il Senatore Carlo Chiurazzi, che ci ha raggiunto

da poco, il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e il Senatore

Romualdo Coviello, tutti ospiti, ovviamente, molto graditi.

Ma non voglio perdere altro tempo e cedo, quindi, subito la parola a Davide

Tabarelli Presidente di Nomisma che ci prospetterà quali sono gli scenari

entro i quali le politiche energetiche potranno o dovranno muoversi.

Grazie.Spero di essere all’altezza di queste belle presentazioni.È un piacere, è un onore essere tornato in Basilicata, a Potenza, in questa parte di Italia così importante per l’energia, a cui sono particolarmente legato soprattutto per il petrolio.

Davide TabarelliPresidente Nomisma Energia

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Io devo parlare di scenari energetici e di politica energetica all’interno di un contesto dedicato alle fonti rinnovabili, con una visione globale, mondiale. Vi devo parlare di questi argomenti cercando di collocare il futuro delle rinnovabili nel quadro generale dell’energia che è fondamentale per l’umanità, per l’Italia e per la Regione Basilicata. Parlerò velocemente, in dieci minuti, di tutti questi argomenti. Ricordo che l’energia è una questione fondamentale dell’esistenza umana, di tutti gli uomini; quest’anno è l’anno mondiale dell’energia sostenibile per tutti; un miliardo e mezzo di persone non sanno cos’è l’elettricità; quasi tre miliardi non sanno cos’è l’energia commerciale, cioè le fonti che noi paesi ricchi utilizziamo in abbondanza.Il futuro dell’energia è una tendenza a crescere in maniera sostenuta, perché c’è più gente che vuole energia. Oggi l’80% della domanda di energia nel mondo è coperta da fonti fossili, in particolare il petrolio che è la prima fonte col 31%, seguita dal gas con il 22%, perciò gli idrocarburi, quelli di cui è ricca la Basilicata, coprono ancora il 53% della domanda mondiale. Il carbone, purtroppo, è la fonte che cresce di più e che conta ora per il 27% del totale.Più fossili vuol dire più emissione di CO2, perciò ne deriva l’urgenza di decarbonizzare, da cui tutte le politiche energetiche degli ultimi 30, 40 anni, nei paesi industrializzati, fra cui l’Italia.Che cosa è che spinge sulla domanda di energia nel mondo? Due fattori, volendo sintetizzare: uno, la mobilità delle persone e delle merci, che si scarica soprattutto sul petrolio e sui suoi derivati, e l’altro è l’energia elettrica perché non è una fonte, è un vettore, sono degli elettroni che si muovono, che trasformano l’energia primaria in una forma più versatile per il consumatore finale. Per fare l’energia elettrica possiamo utilizzare più carbone, gas e fonti rinnovabili.Come si collocano le rinnovabili rispetto al resto: i costi di produzione sono stati abbattuti - questa è stata una rivoluzione tecnologica straordinaria - in particolare negli ultimi mesi per il fotovoltaico perché siamo a 50 centesimi per watt per capacità installata, quando siamo partiti nel ‘79 eravamo a 40 dollari – insomma una caduta straordinaria.I costi dell’eolico sono allineati alle fonti tradizionali. Le stime in alcuni casi, offshore nel mare del Nord, parlano di 50 euro per megawattora, contro costi nelle moderne centrali a carbone sotanzialmente intorno

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a questi livelli. Gli incentivi italiani per le pale offshore sono superiori ai cento, in forte calo, ma la riduzione dei costi è stata straordinaria, forse irripetibile.Gli obiettivi europei, da cui poi partono anche le nostre politiche nazionali, ci impongono di insistere ancora sulle fonti rinnovabili. In questa direzione si muove il nostro conto energia per il fotovoltaico e i vari decreti per le fonti rinnovabili. L’ultimo documento importante dell’Europa è questa Energy European Roadmap 2050 che pone obiettivi estremamente ambiziosi. Abbiamo bisogno di far aumentare le fonti rinnovabili da circa 9-10% dei consumi finali di oggi, verso il 17% al 2020. Voglio farvi notare che altre fonti come il petrolio e il gas sono destinate comunque ad avere un ruolo importante anche in futuro.Gli incentivi di cui sentiremo parlare più tardi del nuovo Conto e del nuovo sistema di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili per produrre elettricità comportano oneri dell’ordine di 10 miliardi euro all’anno. A livello unitario sono dei valori compresi fra 100 e 300 euro per megawattora che, rispetto a costi in forte calo, consentono ancora buoni profitti. Fino ad oggi il totale della spesa per incentivi è di 23 miliardi euro: quello che abbiamo speso in Italia per le fonti rinnovabili negli ultimi 30 anni, dalla Legge 308 dell’82 che attuava il Piano Energetico dall’81 fino ad oggi. Dal 2011 al 2020 la stima è di una spesa di 100 e oltre miliardi di euro, quello che spenderemo nei prossimi nove anni.Perciò da qui capiamo l’esigenza di dare una frenata nella spesa, ma questo non toglie che ci sia la possibilità di aumentare leggermente i contributi, in quanto i prezzi sono relativamente bassi rispetto all’utilità che l’elettricità dà quando consumata. L’elettricità, un chilowattora, costa 19 centesimi alle famiglie e 2,4 centesimi è la parte dedicata alle rinnovabili che salirà al 3,1 – era 0,9 solo quattro anni fa. È stato un aumento straordinario, ma la gente è disposta a pagare qualcosa in più per aiutare l’ambiente. Dobbiamo essere però più efficienti nello spendere queste risorse finanziarie.La domanda di energia in Italia negli ultimi anni è crollata, perché purtroppo siamo un paese che si sta deindustrializzando e che ora è in recessione. Ricordatevi che esistono delle regole storiche, non tanto economiche,

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che dicono che la sostenibilità, prima di tutto, è dare la possibilità alle persone che vivono su un territorio di avere un lavoro e di poter costruire un progetto futuro.E questo si fa storicamente non con i servizi, nè con le Banche o la Finanza, ma si fa con le fabbriche che devono rispettare l’ambiente e devono essere posti dove si fa bene, dove la gente lavora.Noi purtroppo, questo lo stiamo un pò abbandonando; vanno via le fabbriche e c’è meno domanda di energia, da cui il crollo del PIL.Qualcuno vorrebbe misurare la ricchezza con qualcosa di diverso dal PIL, ma è molto difficile.Vedete, è un Paese il nostro che usa ancora molti idrocarburi, e li userà ancora nei prossimi trenta anni perché la mobilità si scarica sui derivati del petrolio e perché l‘elettricità la facciamo col gas.È un posto, l’Italia, dove abbiamo una enorme espansione delle fonti rinnovabili, che abbiamo visto che ci costa caro, ma la gente è disposta a pagare, ma dobbiamo essere più efficienti. Abbiamo un enorme aumento della produzione da fonti rinnovabili.Vi devio un attimo sul petrolio, perché questa è una terra di petrolio – scusate se esagero un pò – ma la considero un pò anche la mia terra, essendo io italiano ed essendo questo un paese con altissima motorizzazione. Abbiamo un consumo di petrolio di 72 milioni di tonnellate che equivale a 1,2 milioni barili giorno. Qua in Basilicata ne stiamo producendo 80 mila barili al giorno e speriamo di aumentarlo a 150 mila, perché noi all’estero abbiamo circa 10.000 pozzi che lavorano per noi, con l’effetto che trasferiamo fuori tutta la ricchezza delle Royalties e della gente che ci può lavorare. Facciamo un regalo ai Libici, ai Sauditi, al mare del Nord dove c’è la Norvegia che è il primo paese al mondo per ricchezza perché hanno un fondo sovrano alimentato con le Royalties da 300 miliardi di euro. Quello della Norvegia deve essere un riferimento, pur sapendo che in altre parti del mondo è una maledizione il petrolio.Parte delle mancate entrate colpiscono soprattuto le regioni. Per la Basilicata le cose sono diverse, in quanto incassa parecchie royalties. Abbiamo visto che a livello nazionale c’è stata una esplosione di incentivi per le rinnovabili e parte delle Royalties da petrolio qua sono già destinate al finanziamento e progetti sulle rinnovabili.Si può discutere sui progetti, come renderli più sicuri, ma poi occorre procedere per creare lavoro, ricchezza, tassazione e royalties per le

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Regioni, magari anche per i contadini, come fanno negli Stati Uniti. Sentiamo parlare di rivoluzione del gas nel mercato americano, lo shale gas, che qua in Europa non si trova mai, ma una delle ragioni che hanno portato questo è perché i proprietari del terreno hanno diritto a ciò che c’è nel sottosuolo e prendono più soldi.Il futuro delle fonti rinnovabili in Italia è in forte crescita, un’esplosione.Tuttavia, freneranno le fonti come l’eolico e il fotovoltaico, mentre l’esplosione riguarderà soprattutto le fonti termiche, cioè le biomasse. Abbiamo sentito parlare prima che è una cosa fondamentale per una ragione boschiva e montana come la Basilicata, ma questo non è una rivoluzione, è un ritorno al passato, in quanto da sempre si utilizza il bosco per fare energia.Tecnologicamente dobbiamo andare sulla micro generazione perché lo chiede la politica, lo chiede la gente, è la democrazia dell’energia, però la politica dell’energia è questa in tutto il mondo, in particolare nei paesi ricchi come l’Europa.Allora, dobbiamo andare a catturare quelle nuove tecnologie, relative alle basse temperature, nella piccola produzione da biomassa, ma questo lo abbiamo fatto noi nel mondo, in Europa, in Italia, in Pianura Padana, da sempre, cioè utilizzare gli scarti dell’agricoltura o la legna che veniva dalle nostre foreste.E questo però è necessario perché le fonti rinnovabili elettriche hanno già preso abbastanza finanziamenti.Quali le conclusioni: la prima è che la crescita della domanda energetica mondiale non conosce sosta, perché ci sono miliardi di persone che lo vogliono, vogliono stare meglio; questo stare meglio lo porta l’energia, cresce l’utilizzo del carbone, oltre che del petrolio e del gas, ma soprattutto del carbone, che è quello che emette più CO2. La principale causa di questa espansione è la Cina, questo squilibrio, perché esporta tantissimi prodotti che produce a bassi costi, perché ha manodopera che paga 50 euro al mese e perché usa carbone per l’elettricità che usa per fare questi manufatti. E questo è un danno ambientale di cui dobbiamo sempre essere coscienti. Più fossili però aumentano l’emissione di CO2, da cui l’urgenza di fare qualcosa. Abbiamo deciso politicamente di ridurre le emissioni e adesso è anche tardi dire: gli incentivi alle rinnovabili sono costati troppo. Abbiamo preso degli impegni, 17% di rinnovabili al 2020 sui consumi finali, target che è secondo me molto difficile. Anzi, io spero

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di non farcela perché vuol dire che il PIL tornerà a salire, così anche i consumi finali di energia. Raggiungere gli obiettivi ambientali perchè stiamo consumando meno. Ci stiamo impoverendo, invece dobbiamo raggiungere gli obiettivi con grande tecnologia.Le politiche europee sono molto ambiziose, imperniate sulle rinnovabili, ma ciò porterà ad una specializzazione dove c’è sole, in particolare nel sud d’Italia, dove si farà più fotovoltaico, si faranno più biomasse, che è una forma di cattura dell’energia solare antica, ma da utilizzare oggi con tecnologia più sofisticata e moderna. È una irripetibile occasione di sviluppo per questa terra, per fare più industria, per fare più tecnologia, per fare più strutture.Grazie.

[email protected] www.nomismaenergia.it

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Con l’intervento di Davide Tabarelli abbiamo iniziato a toccare alcuni dei temi

prefigurati da Michele Vita nella sua dettagliata relazione e dall’Assessore

Pittela nel suo intervento.

Tabarelli ha delineato un quadro molto composito, ma in qualche modo

obbligato, in cui le alternative fra cui scegliere sono in realtà poche, così come

le strade potenzialmente percorribili. E questo mi pare molto interessante,

anche alla luce degli obiettivi già fissati e previsti, e quindi in qualche modo

non rinegoziabili, non solo a livello nazionale, ma, soprattutto, sul piano

continentale.

Oltre a questo, però, mi hanno colpito due elementi su cui probabilmente

ritorneremo ancora nel corso della mattinata. Mi riferisco in primo

luogo al calo della domanda energetica a seguito del processo di de-

industrializzazione che sta interessando da diversi anni il paese e a cui è

necessario prestare molta attenzione in una prospettiva di riorganizzazione

e sviluppo delle politiche energetiche. In secondo luogo penso alla necessità,

direi quasi obbligatorietà, di ricaduta economica che non solo le fonti di

energia rinnovabile, ma tutte le fonti di energia, debbono avere sui territori,

per le comunità che li abitano e non soltanto per i proprietari dei suoli.

Adesso con Cristina Martorana toccheremo un altro tema molto importante

in parte prefigurato nella relazione di Michele Vita, ossia l’evoluzione, in

materia di energia, del quadro normativo nazionale e regionale. Il titolo

che Cristina Martorana ha dato alla sua relazione lo leggete alle mie spalle:

“Energie rinnovabili un tuffo nel futuro”.

Ovviamente non vi tedierò con una completa ricostruzione del quadro normativo di riferimento. Il titolo del mio intervento è stato volutamente lasciato ampio e generico al fine di garantirne un’opportuna – se

Cristina Martorana Esperta di diritto amministrativo ed energeticoStudio Watson, Farley e Williams

Cristina MartoranaEsperta di diritto amministrativo ed energeticoStudio Watson, Farley e Williams

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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necessaria – modulazione durante i lavori odierni. Invero, al momento della sua definizione, non si sapeva ancora se il decreto FER e quello relativo al Quinto Conto Energia per il fotovoltaico, sarebbero stati approvati; e pertanto non si sapeva se avremmo parlato de iure condendo o de iure condito. Grazie poi agli interventi che mi hanno preceduto, una gran parte del quadro normativo di rilievo è stata coperta; pertanto passiamo oltre e andiamo subito a trattare i punti cardinali attorno ai quali, a mio giudizio, si è mosso ed evoluto il mercato rilevante: il mercato dell’energia e delle fonti rinnovabili. Invero, la liberalizzazione del mercato elettrico, a partire dal decreto Bersani nel ‘99; gli obblighi assunti ai sensi del protocollo di Kyoto; gli obbiettivi da raggiungersi a livello comunitario; la semplificazione normativa; l’articolo 117 della Costituzione per come è stato modificato e riformulato e che riconosce, sostanzialmente, un ruolo rilevante alle regioni in materia energetica; il sistema degli incentivi: costituiscono tutti – nel loro complesso – i cardini (da me detti, i punti cardinali) attraverso i quali il mercato elettrico (in senso atecnico) ha il volto che conosciamo.E se, da un lato, sicuramente questi punti cardinali hanno permesso al mercato dell’energia di arrivare dove siamo e di portarci a discutere oggi di una nuova regolamentazione degli incentivi; di domanda e offerta di energia; di rete infrastrutturale; dall’altro lato, non possiamo non evidenziare che ci sono state delle criticità nel percorso che è stato compiuto e che ha portato sin qui. Non è un tema che tratterò personalmente in questa sede, ma il problema delle infrastrutture di rete - e la Regione Basilicata è una delle regioni che sicuramente risente di questa criticità, laddove per quanto rileva io parlo dell’infrastruttura della rete - è un problema/tema con cui lo sviluppo - in termini numerici e di potenza – degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili si imbatte ed è costretto a confrontarsi. È, infatti, è un dato incontrovertibile, che in regioni dove si è cercato di partire prima, com’è stata la Puglia, ma anche la Sicilia, si è arrivati ad avere un numero di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili autorizzati grandemente superiore a quello che la rete elettrica era capace di ricevere; con tutti i problemi che potete facilmente immaginare legati ad iniziative autorizzate ma – di fatto - irrealizzabili o economicamente in perdita. Forte si è posto quindi il tema di come concertare meglio l’azione regolatoria in modo che si

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muovesse a supporto dello sviluppo del settore dell’energia; in altre parole in modo che lo sviluppo della produzione di energia da fonte rinnovabile e il potenziamento dell’infrastruttura elettrica andassero di pari passo anche al fine di garantire la connessione dei nuovi impianti “in sicurezza”. Altra criticità è legata, dal mio punto di vista, ad una mancanza di reale visione comune (intendi, condivisa) a livello di politica energetica in Europa. Invero, a dispetto degli obiettivi 20-20-20 di cui sempre si parla, per quello che io registro soprattutto adesso che siamo in preda ad una crisi economico-finanziaria forse senza precedenti, non c’è una reale politica comune; forse anche perché, oggi più che mai, tale politica è condizionata da fattori che le sono intrinsecamente estranei, nonché da fenomeni “suggestivi”. Un esempio per tutti il mancato ritorno al nucleare e tutto ciò che ne è conseguito. Il mancato decollo del mercato delle emission treading nonché il mancato reale sviluppo del mercato dell’efficienza energetica sono certamente altri elementi di criticità del settore; come pure è una criticità ciò che sta accadendo in tema di incentivi alle rinnovabili. Ed i decreti appena approvati lo dimostrano.È una storia - quella degli incentivi - che sta per conoscere la parola fine; anche perché, come giustamente appena analizzato, sono talmente diminuiti i costi di produzione, grazie anche allo sviluppo della tecnologia e alla concorrenza, che stiamo quasi arrivando alla grid parity (quella situazione in cui il costo per la produzione di energia da fonte rinnovabile è equiparabile a quello per la produzione di energia da fonte non rinnovabile, o convenzionale). Ma se la parola “fine” gli incentivi la dovevano necessariamente conoscere, è anche vero che, a mio avviso, il “finale della storia” andava scritto in modi e tempi diversi; e, magari, identificando da subito i “benefici” che sarebbero stati riconosciuti ai produttori di energia da fonte rinnovabile per il fatto stesso di contribuire alla attuazione degli obiettivi comunitari e del protocollo di Kyoto. E ciò anche al fine di non bloccare – con effetto immediato, paralizzante e penalizzante – gli investimenti nel mercato rilevante. Ulteriore criticità, a mio giudizio, è costituita dal grosso problema della lunghezza e farraginosità (oltre che conflittualità, causa l’elevato numero di ricorsi e contestazioni da parte delle comunità locali) cui sono soggetti tutti gli iter autorizzatori che si devono seguire per

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poter costruire un impianto, o potenziare una infrastruttura ecc. In realtà, come ho accennato, grazie alla semplificazione normativa, le norme per poter arrivare all’emanazione di un provvedimento autorizzatorio in tempi celeri ci sono: l’autorizzazione unica è nata proprio a questo scopo, oltre che per evitare di far gravare sul soggetto che vuole intraprendere queste iniziative imprenditoriali la responsabilità della mancanza di un nulla osta, un permesso, o un parere. Con l’autorizzazione unica, è l’ente competente, la Regione o la Provincia, a seconda dei casi, che si fa coordinatore del procedimento e si preoccupa di riunire tutti i “protagonisti” in conferenza di servizi. Quelle norme, come dicevo, ci sono; ci sono da tempo e, di recente, sono state ulteriormente semplificate. Eppure, è un dato di fatto, che troppo spesso si registra un’incapacità da parte delle competenti amministrazioni (forse anche dovuta alla volontà di cercare di coordinare le varie voci; di concertare le varie opinioni; “di dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte”), di chiudere i procedimenti nei termini di legge. Un’incapacità di applicare nel dettaglio, di seguire pedissequamente, la norma. Il che ha comportato, e comporta, storture di sistema; disincentivo all’investimento; mancanza di certezza del diritto.Ma ritorniamo alla politica governativa in tema di incentivi. Sono io la prima a sostenere che probabilmente è stata fatta in modo sbagliato e con tempi sbagliati; che si è esagerato nel dare troppo senza fare selezione e senza promuovere (i.e. premiare) la tecnologia e le iniziative “meritevoli”. Ma è altrettanto vero che quella politica energetica, quella normativa regolamentare, è stata decisa, voluta ed emanata proprio allo scopo di dare un forte impulso al settore. Non saremmo mai arrivati a questi target in così poco tempo, se non ci fosse stata quella politica. E se vogliamo essere ancora considerati cittadini di uno Stato di diritto che tutela gli affidamenti, è un dato di fatto che non possiamo cancellare tutto con un colpo di spugna. Non è che perché abbiamo “improvvisamente” realizzato che abbiamo dato troppo, che abbiamo permesso investimenti speculativi, che non siamo stati in grado di selezionare le iniziative meritevoli da quelle che non lo sono, che ci possiamo sentire legittimamente autorizzati a tagliare, con efficacia retroattiva, gli incentivi su cui gli investitori hanno fatto affidamento. Non possiamo, e soprattutto, non possiamo farlo come lo stiamo facendo, perché è in gioco la credibilità del

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nostro Paese. Dobbiamo continuare a consolidare l’affidamento che gli investitori hanno fatto e non sacrificarlo a qualsiasi costo.In questo contesto, a chi mi parla di prospettive e mi chiede come vedo il mercato, io rispondo: ci sono delle prospettive, ed è questa la ragione per cui ho sottotitolato l’intervento “un salto nel futuro”; ma a certe condizioni. Sicuramente la grid-parity è una prospettiva; il problema semmai è quello di capire non tanto quando ci arriveremo (probabilmente è una questione di un anno, due, forse tre; sicuramente ci arriveranno prima le regioni del sud); ma è quello di capire se e come intendiamo sostenere chi investe in un’ottica di grid-parity. E lo dobbiamo capire e dire adesso.Oggi il mercato elettrico è un mercato maturo; e lo è anche grazie agli errori fatti. Senza voler essere banale, è un dato di fatto che pur essendosi concretizzate iniziative che sono state solo il frutto di speculazioni o di pura volontà di “cavalcare l’onda”, ci sono molti progetti, e tante iniziative in corso, che hanno portato del reale valore aggiunto (anche in termini economici) e che permettono oggi all’Italia, e anche a questa Regione di avere, ripeto, una certa posizione sul mercato. Le rinnovabili, assieme all’efficienza energetica e al gas, sono “prospettive”. Ma il Governo Italiano non può unicamente focalizzarsi sul taglio agli incentivi; deve soprattutto dare, sin da subito, messaggi chiari e cristallizzare quei messaggi in norme altrettanto chiare, che delineino la strada che si vuole intraprendere per attuare dette prospettive; per attrarre nuovi investimenti nel mercato rilevante; che portano lavoro e fanno girare l’economia.Poche parole sulla Regione Basilicata: l’escursus normativo è stato delineato benissimo dai relatori che mi hanno preceduto. Mi fa piacere aver sentito parlare delle modifiche che intendete approvare rispetto alla recente legge regionale impugnata dal Governo Italiano davanti alla Corte Costituzionale. Non ho avuto ancora modo di leggere la proposta di modifica, ma posso qui sottolineare che è un ottimo messaggio per gli investitori, perché sono testimone del fatto che, soprattutto l’articolo 13 (quello sulle compensazioni ambientali e gli oneri istruttori) aveva creato un po’ di problemi. Vi dirò poi, in una seconda eventuale sezione di questo convegno, se sono stati così bravi da superare tutte le eccezioni di incostituzionalità.Sta di fatto che se questa regione intende dare un forte impulso

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allo sviluppo delle rinnovabili e vuole attrarre investimenti nel suo territorio, la questione di legittimità costituzionale può costituire l’occasione per pensare ad un testo unico di norme che raggruppi in se, lo coordini, dandogli una logica, tutte quelle previsioni, incluso anche il piano di indirizzo energetico, rilevanti un materia. Un testo unico che dovrebbe costituire il “manuale di guida” per gli investitori; una specie di vademecum che cerchi di dare una certezza che è quella che va a cercare l’investitore di regole nel momento in cui io vado a investire in un territorio. E non solo. Si parlava prima delle autorizzazioni e delle lentezze e farraginosità burocratiche. A mio giudizio, visto che – come avete detto - avete tutte quelle domande da istruire, e visto che siete in ritardo (e correte il rischio di essere “colpiti” dall’ormai costante orientamento giurisprudenziale alla luce del quale se una Regione o una Provincia ritarda, rispetto ai tempi tecnici, nel rilascio dell’autorizzazione, può essere sostituita da un commissario ad acta e condannata al risarcimento dei danni subiti), fatevi forti delle norme esistenti in materia e iniziate a selezionare. Legge alla mano, cominciate a non istruire tutte quelle richieste autorizzatorie che sono carenti o non redatte in conformità ai requisiti normativi; cominciate a non istruire tutte quelle richieste non corredate dal preventivo di connessione accettato, dalla soluzione tecnica di connessione accettata. Non partire neanche. È inutile perdere tempo a guardare tali istanze; se un’istanza non è presentata come legge richiede non va processata, va eliminata. Punto e basta. E sono sicura che, già grazie a questo semplice suggerimento, dalle 300 e rotte istanze protocollate, non dico che arriverete a portarne avanti metà, ma sicuramente ne scartarete una buona parte. Potrà piacere quello che dico, potrà non piacere, ma è un dato di fatto che solo operando così potrete “eccellere”.Sul Quinto Conto energia, appena approvato, avete sentito già parlare i relatori che mi hanno preceduto, e non mi soffermo. Ma sottolineo solo due cose, che si raccordano con quanto da me sopra detto. Il Governo Monti è un governo di tecnici e insigni professori; adoro i professori, mio padre è un professore universitario (anche se insegna fisica e con l’energia e le rinnovabili non c’entra nulla), ma come i governi che lo hanno preceduto è riuscito a fare un grande pasticcio. Perché non ha solamente ridotto gli incentivi all’insegna

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della sostenibilità, ma operato dei veri e propri tagli, ha approvato un quadro regolatorio non chiaro e denso di procedure inutilmente farraginose, in una parola non si è lasciato guidare dalla chiarezza, certezza del diritto e tutela dell’affidamento. E non solo. Provate a leggervi le norme transitorie che disciplinano il passaggio dal preesistente regime al nuovo, sia nel decreto Quinto Conto energia, che nel decreto FER. Mi auguro che con le termiche facciano meglio, perché tali norme sono “intrise” di illegittimità costituzionale. Vi faccio solo un esempio e poi taccio; provate a leggere l’articolo 1 del Quinto Conto Energia. Leggendolo capirete che il Quinto Conto entrerà in vigore nel momento in cui matureranno certi presupposti (e sappiamo già che entrerà in vigore il 27 agosto p.v). Ad oggi quindi significa che vale il Quarto Conto Energia, giusto? Bene. Alla luce del Quarto Conto Energia, tutti i grandi impianti che non sono listati nel famoso registro A, ma che comunque sono entrati in esercizio, avranno diritto alle tariffe 2013. Perfetto. Peccato che il IV comma dell’articolo 1 ti dice che nel momento in cui il Quinto Conto Energia entra in vigore, il Quarto Conto sopravviverà solo per i piccoli impianti e per gli impianti che sono nel registro A e a certe condizioni (comunicazione fine lavori nei tempi). Allora, se io ragiono con la mente del costituzionalista dico: è una norma che se non letta in modo diverso da come appare, è illegittima. Per cui, siccome in uno stato di diritto questo non dovrebbe accadere, anche se il mio impianto non rientra in quelle due eccezioni, se è entrato in esercizio quando vigeva il Quarto Conto che mi dava diritto alle tariffe 2013 sono a posto. Peccato che – e sono pronta a scommettere che così accadrà – quando il responsabile di quell’impianto andrà a chiedere al GSE gli incentivi nel gennaio 2013, si vedrà respinta la domanda di ammissione. Unica possibile tutela? Un bel ricorso al competente tribunale amministrativo con richiesta di rinvio alla Corte Costituzionale. Probabilità di vittoria? Scarsa.Ditemi voi, io non aggiungo altro.

[email protected] www.wfw.com

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Grazie alle parole di Cristina Martorana abbiamo introdotto nella nostra

discussione alcune questioni di natura normativa decisamente importanti

per il peso che hanno sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e, più in generale,

del quadro energetico nazionale.

Adesso invito, pregandolo di rispettare i tempi che abbiamo stabilito, perché

siamo terribilmente in ritardo sulla tabella di marcia, Elio Manti del Ministero

dell’Ambiente del Territorio e del Mare, che ci parlerà di green economy

nell’ambito degli investimenti in tema di efficienza energetica.

Eccoci, grazie buongiorno a tutti sono Manti, Ministero dell’Ambiente, lavoro presso la Direzione Sviluppo Sostenibile Clima ed Energia, porto i saluti del Ministro, che mi ha chiesto espressamente di salutare tutti voi, di salutare l’assessore Pittella che ci ha invitato cortesemente a questa giornata di lavoro. Non propongo slide perché ero certo, ieri in ufficio, che oggi avrei dovuto rivedere, come sta per succedere, tutto il mio intervento in relazione agli interessanti spunti che sono stati dati dall’Assessore direttamente, dal Direttore, dal Sindaco di Potenza. Volevo fare un ragionamento rapido su alcune cose che il Ministero dell’Ambiente sta facendo su questa partita e poi puntare l’attenzione su una delle questioni che il Ministero dell’Ambiente ritiene centrale, nell’idea del Ministro, il collegamento che esiste fra investimenti per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e la strutturazione e il rafforzamento di filiere locali e quindi la revisione in senso ecologico energetico di una politica industriale che veda la parte delle tecnologie, l’innovazione sull’efficienza sulle rinnovabili centrali, ecco questo è un ragionamento che credo debba essere affrontato con maggiore intensità direi, con più attenzione.

“La Repubblica”

Elio MantiMinistero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare

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La parte iniziale, la stabilizzazione, il Ministro dell’Ambiente diciamo è uno dei partner istituzionali che produce le politiche pubbliche, nel campo delle energie, delle fonti energetiche, dell’energia rinnovabile, dell’efficienza energetica. Noi puntiamo alla stabilizzazione ovviamente del quadro normativo per ridurre tutti quei costi ombra che gravano sui quadri economici degli investitori, prima si è detto tempi autorizzativi, l’incertezza sugli incentivi sono deterrenti agli investimenti. Noi insieme al MISE cooperiamo su questa partita, cercheremo di fare meglio più avanti. La stabilizzazione di questo quadro però fa il paio con un altro aspetto che dicevo prima, è molto interessante, è molto rilevante per il Ministero dell’Ambiente, è stato evocato sia dal Sindaco che dall’Assessore, cioè una questione di prospettive di programmazione pubblica sulla conclusione dei fondi strutturali e politiche di coesione del periodo 2007–2013.C’è un grande problema, si apre un varco molto interessante sul 2014-2020 appunto credo che i territori come la regione Basilicata devono essere pronti a cogliere tutte le opportunità che in questi settori, l’Unione Europea ci offre. Andremo in un regime di risorse che vengono riprofilate a ribasso anche in sede comunitaria ma abbiamo la possibilità di lavorare con grande attenzione, ci possiamo preparare oggi per il futuro.Il tema con il quale volevo fare un ragionamento con voi è come gli interventi per l’efficienza per l’energia possano effettivamente sostenere una politica industriale a scala regionale. Il problema non è quindi soltanto tecnologia, non è quindi soltanto un problema autorizzativo, ma il vero problema è ripensare le politiche di sviluppo territoriale a partire dagli investimenti in campo energetico, climatico ed ecologico. Scusate, metterei insieme queste tre cose. Ripensare lo sviluppo territoriale, parlerò di questa cosa: lo sviluppo territoriale, nella programmazione 2000-2006, era stato spinto attraverso la progettazione integrata territoriale. La progettazione integrata territoriale prevedeva che fossero dei cluster di amministrazioni locali che si mettevano insieme per fare dei progetti di sviluppo più o meno ambiziosi. La difficoltà probabilmente dei PIT (Progettazione Integrata

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Territoriale), stava nel fatto che le amministrazioni locali generavano queste coalizioni, questi cluster perché erano delle coalizioni opportunistiche, si mettevano insieme perché dovevano accedere ai finanziamenti che la Commissione Europea erogava.La prospettiva di vita di un cluster opportunista è molto bassa perché comunque vive soltanto di risorse che vengono dall’esterno.Il Ministero dell’Ambiente sta lavorando sulla costituzione di Smart Cities ma in particolare Smart Communities che è un’evoluzione di Smart Cities perché tiene dentro tutta la dimensione rurale che detiene asset ecologici, energetici e climatici e li cede ai sistemi urbani per le loro economie. Anche qui abbiamo un problema di aggregazione tra amministrazioni comunali. Perché sono vincenti sulla parte energetica? Qui ritorno al mio ragionamento iniziale, perché è possibile pensare a una politica di sviluppo territoriale, appoggiata sull’architrave efficienza energetica e produzione energetica. È possibile perché tutti i territori sono dotati di asset energetici che vanno rivalorizzati. L’Assessore diceva prima le risorse idriche salti miniidro risorse forestali con la gestione forestale, biomassa questi sono asset che devono essere intercettati e devono essere resi disponibili nella produzione di valore e di sviluppo territoriale.L’idea di politiche energetiche che sostengono lo sviluppo, è un’idea praticabile a differenza delle coalizioni opportunistiche, generiamo valore e generiamo risorse per l’economie territoriali. È questa la differenza.Stresso molto questo concetto di politiche industriali da un lato e di politiche di sviluppo locale e sviluppo territoriale appoggiate sugli interventi di produzione ed efficienza energetica.Scusate, evoco sempre, come dire, un pò come un mantra, l’idea dell’efficienza energetica, perché mentre si discute molto della produzione, le tecnologie, i vantaggi dell’economie territoriali derivanti da interventi di efficienza energetica, sono pari se non superiori a quelli della produzione di energia. Farò un esempio molto concreto per gli amministratori locali che sono qui, amministratori anche di piccoli comuni che possono avere vantaggi diretti sulla partita energia, ma questo lo dirò dopo. Dicevo che abbiamo fatto dei veri studi, noi stiamo proponendo

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nelle 4 Regioni convergenti all’interno di un programma che la mia Direzione, io stesso, gestiamo nel POIN Energia 2007-2013, stiamo proponendo la costituzione di comunità sostenibili che sono cluster di piccoli comuni che si aggregano, per politiche energetiche climatiche, che devono regolare il loro modello di sviluppo locale, ma di questo si parla, quindi stiamo parlando di politiche di sviluppo da un lato e di politiche industriali dall’altro.La questione spesso evocata, anche oggi gli investimenti nel campo dell’energia, dovranno generare innovazione e occupazione. Questo assioma che così viene, la correlazione sembra così naturale, la correlazione fra investimenti in campo energetico e sviluppo in nuova industria, non è così automatico, c’è un gran lavoro da fare in mezzo. Fin ad oggi per esempio, gli investimenti per il fotovoltaico generavano risorse, come dire ricchezza nei territori.Nel periodo iniziale degli interventi nel fotovoltaico, la ricchezza, i costi che sostenevamo noi per i nuovi impianti, realmente andavano ad alimentare l’economia dei paesi, della Germania, dove lì si producevano, noi abbiamo il problema di sostenere e incentivare la parte di produzione e la parte di efficienza energetica, ma strutturare filiere locali che possano soddisfare la domanda emergente di tecnologie per l’efficienza della produzione. Altrimenti non radichiamo qui la ricchezza, produciamo qui domanda, ma non c’è la parte dell’offerta. Se noi dobbiamo parlare di mercato, bisogna stabilizzare la parte normativa, bisogna incentivare - tra l’altro il Ministro dell’Ambiente, si dovesse arrivare alla grid-parity, - il Ministero dell’Ambiente utilizzerà sempre gli incentivi e quindi il sistema di regolazione economico per orientare il mercato di produttori verso tipologie di tecnologie, verso innovazione, verso alcune scelte. La leva della regolazione economica è una leva che le amministrazioni pubbliche continueranno ad avere. Detto questo, noi abbiamo il problema di far restare qui la ricchezza che viene generata. Questo è un problema incisivo, ma l’Assessore, stamattina bene diceva quando ci parlava del raccordo tra le attività produttive, la parte formazione, perché è ovvio che è necessario, esiste la domanda di tecnologie che va soddisfatta con filiere locali. Esiste una domanda di competenze, che deve essere formata qui. Esiste una domanda di nuova professionalità in campo energetico e anche climatico, che va comunque soddisfatta

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E allora abbiamo questa revisione, dobbiamo ripensare al modello di sviluppo locale pensando che gli investimenti in campo energetico generano ricchezza. C’è un problema di accesso al credito, sia quando si costruiscono quadri finanziari, sia per l’impresa che per le pubbliche amministrazioni, specialmente se intendiamo lavorare nella prospettiva delle partnership pubblico-private, dobbiamo in qualche modo capire dove andare a prendere questi denari. Il Ministro dell’Ambiente, è noto, ha attivato questo Fondo Kyoto, ha attivato questo Fondo Kyoto deposito e prestiti, 470 milioni per imprese, pubbliche amministrazioni, questo è un fondo di rotazione, questo è un modo per agevolare l’accesso al credito, ma non basta. Una parte sulla quale vorrei, due questioni, dico solo i titoli sennò mi si rimprovera, da un lato c’è la questione del rafforzamento istituzionale, le amministrazioni locali, anche le amministrazioni regionali, devono essere messe nelle condizioni di governare processi complessi. Il processo complesso è da un lato gli investimenti per l’energia, dall’altro ricadute in termini di innovazione, c’è tutto il problema della ricerca, dall’altro lato c’è tutto il problema del sostegno alle nuove imprese, c’è tutto il problema della formazione. Tutte queste questioni devono essere guardate attraverso gli adempimenti normativi e gli obblighi normativi, cioè tutta la questione della programmazione del 2014-2020 che dice - a proposito segnalo soltanto la proposta dell’articolo 28 che è un articolo interessante - che dice che sarà promosso un tipo di sviluppo per comunità. Questo è molto interessante, ma ci saranno dei programmi di sviluppo per comunità secondo il modello leader, perché in pratica con i GAL, quello è il modello con il quale potranno essere sostenute le comunità, con cui saranno incentivate. La costituzione di comunità sostenibili energeticamente, climaticamente ed ecologicamente orientate. Il problema del rafforzamento istituzionale è un problema centrale, molto spesso le amministrazioni pubbliche non riescono a governare questi processi, aggiungo che in alcune realtà del Mezzogiorno al problema della capacità istituzionale si affianca anche quello della legalità. Molto spesso le amministrazioni pubbliche sono travolte dal fiume di denaro e di incentivi che cadono su quel territorio e si finisce per alimentare l’illegalità. Abbiamo un tavolo su questo con il Procuratore antimafia nazionale,

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è un problema vero, finiamo per incentivare comportamenti illegali. Questo riguarda il direttore Martini che di questo sa molto. L’ultima questione è quella del sistema di governance. Il sistema di governance riprende due questioni, quello della democrazia energetica - faccio l’esempio che volevo fare prima, anzi ne faccio due. Il primo esempio è questo: noi abbiamo la disponibilità di biomassa forestale, molto spesso nei boschi, sono demanio pubblico, sono di proprietà pubblica, quindi la biomassa che ne deriva è di proprietà pubblica, quindi è un bene comune, il problema è da quel bene comune io ricavo energia e quindi reddito per la collettività, come ridistribuisco questo reddito che proviene da un bene che è di tutti, è un problema di governance del bene comune, che è un problema centrale, quindi di democrazia. L’ultimo esempio è quello dell’efficienza energetica: noi stiamo lavorando moltissimo con piccoli comuni e anche con comuni con un migliaio di abitanti. Lavoriamo sul prezzo dell’efficienza energetica, stiamo rifinanziando l’efficientamento energetico nelle scuole, con risorse abbastanza importanti. Le amministrazioni comunali e provinciali riescono ad avere delle economie sulla bolletta elettrica, e ci stiamo impegnando con loro per poterle reinvestire, per la prosperità della comunità, non soltanto per interventi in campo energetico e climatico, ma per la prosperità della comunità, perché vogliamo far vedere questa nostra prospettiva investimenti in campo energia, sviluppo, reindustrializzazione e nuove prospettive per le comunità locali. Grazie.

[email protected]

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Mentre invito Chiara Vergine ad accomodarsi qui affianco a me, perché ha

anche lei delle slide da proiettare, ringrazio Elio Manti che ha ripreso, in una

prospettiva nuova, alcuni argomenti già toccati stamattina. In particolare mi

hanno colpito due cose: l’enfasi particolare che Manti ha posto sui benefici

che devono ritornare alle comunità dall’utilizzo delle fonti di energia - quindi

i ricavi derivati dalla produzione di energia devono determinare sviluppo

e prosperità per le comunità locali. In secondo luogo Manti, per quanto in

maniera non esplicita, ha suggerito e prospettato che il futuro del nostro

paese passa da quelli che noi oggi consideriamo territori marginali, periferie.

Se saremo in grado di intervenire attivamente per favorire lo sviluppo di

questi territori, allora avremo una buona prospettiva di futuro, altrimenti

saremo destinati a implodere.

Cedo adesso la parola a Chiara Vergine, che ci parlerà dello sviluppo delle fonti

rinnovabili, ovviamente dal punto di vista della rete, essendo responsabile

delle connessioni di Terna.

Buongiorno a tutti.Il mio intervento toccherà tutti i punti su cui stamattina Terna è stata chiamata a rispondere.Innanzitutto il processo di connessione alla rete: molti operatori presenti in sala sanno che Terna è concessionaria del servizio di trasmissione, del dispacciamento dell’energia elettrica e nella sua nuova struttura organizzativa anche della connessione, con la nascita nell’aprile 2012 di Terna Rete Italia, di cui faccio parte, la società incaricata di esercire appunto la connessione.Nel suo ruolo di gestore della rete di trasmissione Terna ha l’obbligo di connettere “chiunque ne faccia richiesta”.

Chiara VergineResponsabile Connessioni Terna

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Il processo di connessione alla rete è abbastanza complesso. È il risultato di una serie di delibere dell’Autorità che si sono susseguite, con esiti più o meno soddisfacenti, finalizzate al miglioramento di un sistema che in alcuni punti resta ancora non troppo chiaro. In particolare, mi sento di affermarlo, nella gestione dei rapporti con le regioni.Trovare un punto d’incontro tra il processo autorizzativo condotto dalla regione ed il processo di connessione condotto da Terna, risulta particolarmente difficile, come d’altronde è emerso nel corso della mattinata. Questa difficoltà, ad oggi, si può risolvere unicamente con la collaborazione attiva tra i vari soggetti coinvolti.Del processo di connessione mi interessa dare rilievo alla sua fase centrale, già evidenziata dal Dottor Pittella questa mattina: quando è richiesto a Terna di fornire il benestare ad un progetto proposto dal titolare dell’impianto di produzione e poter quindi avviare l’iter autorizzativo ai sensi del DLgs 387/03.Facendo riferimento alla slide n. 7 (appendice 1), possiamo vedere il numero di pratiche di connessione alla rete di Terna, ovvero le richieste di nuove connessioni maggiori di 10 MW, ad esclusione di quelle del distributore relative alla regione Basilicata. I numeri mostrano inoltre che sul tavolo dell’ufficio connessioni ci sono richieste per oltre 11 GW - attenzione, non MW ma GW -.Come ha affermato stamattina la Regione, e ripetuto poi, anche il dott. Vita: non tutte queste iniziative di connessione, che pervengono al gestore di rete, sono in realtà procedibili.Anche se per il Codice di Rete e per la procedura di connessione lo sono, per la Regione sono, invece, improcedibili.Un numero così elevato di pratiche attive, tra le quali molte che non hanno motivo di essere processate, determina i ritardi di cui la Regione viene accusata mentre causa disagi e rallentamenti per gli operatori seri.Le potenzialità della fonte eolica in Basilicata sono elevate; la regione ha una grande ricchezza, sia in termini di ventosità (fonte eolica) che di irradiazione solare (fotovoltaico). Una ricchezza che forse non è stata colta in questi anni, a differenza di altre regioni come Puglia e Campania, in cui c’è stata un’esplosione, forse un po’ disordinata, delle rinnovabili. La Basilicata è forse partita con un po’ in ritardo, ma quello che potrà fare, sicuramente lo può fare nel migliore dei modi.

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Le richieste di connessione sono prevalentemente da fonte eolica, seguite dal fotovoltaico, anche se al momento non sappiamo quanti di questi 1300 MW di richieste di connessioni potranno andare avanti alla luce dei nuovi incentivi e al di là delle potenzialità che il territorio può offrire.È pure vero che per quanto riguarda l’eolico, al momento i 9 GW è un traguardo difficile da raggiungere: in Basilicata sono attualmente installati circa 300/350 MW di eolico ed ha un picco di consumo pari a circa 2.000 MW, relativamente basso rispetto al dato nazionale.Quindi la Basilicata si candida anche a diventare una Regione esportatrice di nuova energia da fonte rinnovabile verso le regioni limitrofe: la Campania in particolare è una regione estremamente deficitaria.La slide n. 8 rappresenta le aree e linee critiche in Italia calcolate secondo la metodologia approvata dall’AEEG 173/11 e pubblicata sul sito di Terna; la Basilicata è area critica anche se ovviamente si parla di “criticità”, tra virgolette, virtuale, legata alle 11 GW di richieste di connessione.Tra queste, come già accennato stamattina, risultano ancora assenti iniziative da fonte idroelettrica. Ci sono stati contatti con alcuni operatori di impianti idroelettrici, per sviluppare iniziative interessanti, che prevedono anche la possibilità di realizzare pompaggi e, in un’ottica di esercizio della rete, il gestore non può che apprezzare. Parliamo dal punto di vista della rete.Il Dott. Pittella ha evidenziato, nel suo intervento, un problema molto importante: la rete in Basilicata è sottodimensionata. È vero: la rete in Basilicata è sottodimensionata, ma lo è perché è stata sviluppata prima da Enel, titolare della rete in alta tensione fino al 2005, poi da Terna in base a quelle che erano le esigenze del territorio. Quindi non c’è una mancanza di volontà, ovviamente, da parte del gestore a sviluppare la rete, ma l’assenza di un input di pianificazione come oggi lo è invece l’incremento di produzione.In questo caso infatti, di fronte alla possibilità di collegare nuova fonte rinnovabile, sono previsti numerosi e importanti interventi di Terna, sul piano delle reti.Nella slide n. 10 vengono rappresentati i progetti riconducibili a fonti rinnovabili.Alcuni sono in uno stato abbastanza avanzato, ad esempio la stazione

| Vergine

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di Aliano, che Terna completerà nei prossimi mesi. Questi sono interventi riconducibili direttamente alla connessione della fonte eolica, ma non c’è solo questo; mi permetto a tale riguardo a chiarire quanto è stato affermato questa mattina.Terna ha un piano d’investimento di circa 4 bilioni di euro nei prossimi 5 anni. Su 4 bilioni di investimenti, per la maggior parte concentrati nel mezzogiorno, in base alle diverse esigenze di ogni singola Regione, oltre 2,5 sono riconducibili alle sole fonti rinnovabili; pertanto non c’è assenza di volontà da parte di Terna di investire nel territorio della Basilicata.Infine altri interventi, riconducibili al piano di sviluppo di Terna, sono già sui tavoli delle regioni interessate. Ad esempio il nuovo elettrodotto 380 KV Aliano-Tito, opera necessaria per consentire alla Regione Basilicata di esportare l’energia rinnovabile prodotta, anche verso la Campania.

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[email protected]

| Vergine

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Grazie al quadro che Chiara Vergine ci ha delineato, abbiamo capito due cose:

l’importanza della rete importante e gli investimenti che al sud, in particolare

in Basilicata, si stanno facendo per costruire reti energetiche. Si tratta di un

tema che ci interessa molto, ovviamente. Ma ancor di più deve interessarci un

altro elemento emerso dalla relazione di Chiara Vergine: la Basilicata come

potenziale esportatore di energia. Un ulteriore importante argomento, fra i

tanti toccati in questa prima parte del convegno e su cui penso ritorneremo.

Dopo il coffee break, naturalmente.

Grazie e a più tardi.

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[email protected] www.mohma.it

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Direttore Generale Società Energetica Lucana SpA

“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università

a

Regione Basilicata

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Apriamo questa seconda parte con un intervento non programmato, ma

che vi preannuncio essere un utilissimo contributo al nostro convengo: il

Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza.

Ringrazio la Regione Basilicata, nelle persone del Presidente De Filippo e dell’Assessore Pittella, per l’invito rivoltomi e proverò, nell’ultima parte del mio intervento, ad offrire anche alcune proposte che potrebbero tornare utili allo sviluppo del lavoro nei prossimi mesi.Parto dalla consapevolezza che ci troviamo in un contesto di crisi dovuto, in realtà, al fatto che chi ci ha preceduto ha, in qualche modo, consumato più di quanto si poteva.Rispetto a questo dato di fatto, si tratta adesso di ripartire assumendo un profilo etico nei confronti delle nuove generazioni, con la consapevolezza che questo mondo non l’abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri ma preso in prestito dai nostri figli, a cui dobbiamo riconsegnarlo migliore di come lo abbiamo trovato. Tale nuovo profilo etico, assieme alla sostenibilità, può addirittura rappresentare una delle leve possibili per uscire dalla crisi in atto.Sono molto contento delle cose ascoltate fin qui, in particolare dal dr. Manti, perché mi consentono di riprendere, nel mio intervento, un percorso già avviato dal nostro Paese, non solo - come è stato citato - in riferimento al decreto sulle liberalizzazioni dell’allora Ministro Bersani, durante il primo governo Prodi, ma anche rispetto alla grande idea di Industria 2015, che in qualche modo si poneva il problema di come mettere in relazione domanda e offerta e la cui paternità è dello stesso Bersani come Ministro dello Sviluppo Economico all’epoca del secondo governo Prodi.

a

Piero LacorazzaPresidente Provincia Potenza

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Il punto è come costruire una filiera radicata sul territorio, generare opportunità per le imprese e creare nuovi profili professionali, anche attraverso una riorganizzazione della filiera dell’istruzione e della formazione. Il ruolo della formazione, per far incontrare domanda e offerta di lavoro nel settore dell’energia, è un ruolo molto importante e può essere arricchito – ne discutevamo con l’Assessore Viti – da quello dell’istruzione, rispetto alla quale, in particolare per quel che riguarda la formazione tecnico superiore, la Regione Basilicata dovrà compiere scelte significative nei prossimi mesi. La Conferenza di Rio ci ha trasferito una grande difficoltà poiché non è approdata a grandi risultati, tuttavia restano – e chiudo subito la premessa – le grandi opportunità che comunità energeticamente consapevoli, nel quadro normativo europeo, possono offrire a tutti noi. Aggiungo a ciò le grandi potenzialità del Burden Sharing con l’avvio, dal 1 gennaio 2013, della grande asta dei titoli di carbonio che rappresenterà, dal mio punto di vista, una straordinaria possibilità se per tempo saremo in grado di leggerla in termini di sviluppo. Vengo alla Basilicata per non tediarvi e quindi abbrevio di molto gli appunti che mi ero preparato.Penso, in sostanza, che abbia ragione il Direttore del Dipartimento Attività Produttive Michele Vita - nella parte della sua relazione che ho ascoltato e che immagino sia stata condivisa dall’Assessore Pittella e sia parte integrante del suo intervento – nel porre un tema di aggiornamento e di riflessione sul piano energetico e, in particolare, su aspetti che ritengo fondamentali in un contesto che è mutato in termini di regole ed in termini di incentivi, sia per via della lunga gestazione del piano sia per i rapidi cambiamenti intervenuti dopo l’approvazione dello stesso. Aspetti che riguardano, in particolare, il rapporto tra vincoli e mercato. E per essere ancora più chiari e netti il rapporto tra pianificazione o strumenti di pianificazione e investimenti. E’ in corso di redazione il piano paesaggistico regionale che fa riferimento alla legge regionale sull’urbanistica n. 23 del 1999 e la cui attuazione, presentando notevoli ritardi, ci ha messo in difficoltà, determinando scelte nel piano energetico regionale che vanno verso la definizione di tetti di produzione di energia laddove bisognava invece concentrarsi maggiormente sulla ricerca di un punto di potenziale equilibrio tra vincoli territoriali e investimenti.

| Lacorazza

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Aggiungo – lo diceva la dottoressa prima, adesso non ricordo il cognome, me ne scuserà – che il rapporto chiaro, netto, pulito, anche per dare maggiore trasparenza agli investimenti, tra vincoli e mercato aiuta la semplificazione delle autorizzazioni, unitamente all’individuazione precisa del chi fa cosa. Questi due elementi consentono una maggiore semplificazione, più velocità e trasparenza degli atti. Il tutto anche con una maggiore certezza per chi investe. Se si aggrediscono questi due punti (rapporto chiaro tra vincoli e mercato e definizione del chi fa cosa), infatti, anche la semplificazione della procedura dall’autorizzazione unica, dal mio punto di vista, può essere di molto alleggerita per dare corpo agli investimenti ed evitare il panico e le difficoltà che le lungaggini burocratiche provocano alle imprese e a chi in qualche modo sta in questo mercato del lavoro. Aggiungo poi un altro elemento da considerare: l’ospitalità dei territori che non è solo un rapporto di vincolo tra territorio e mercato, e di compiti e funzioni tra le diverse istituzioni, ma anche di disponibilità di reti.Il grande mercato sostanzialmente delle prenotazioni – vogliamo chiamarlo un po’ nero, chiamiamolo come vogliamo – è stato un altro elemento di turbativa all’interno degli investimenti, che alcune volte ha provocato ritardi e non ha permesso di cogliere le potenzialità che soprattutto la produzione da fonti energetiche rinnovabili poteva determinare.Quanto al tema dei vincoli nel rapporto tra territori e investimenti, questi vincoli a mio avviso possono essere appesantiti o alleggeriti se si costruisce un patto, lo chiamo così, tra istituzioni e investitori, perché i grandi impianti o sono avvertiti come utili dalle comunità che li ospitano e quindi si fanno carico, per esempio, degli obiettivi dei Seap (laddove i Seap ci sono)- mi riferisco al patto dei Sindaci, cioè investimenti privati che aiutano le comunità energeticamente sostenibili a raggiungere quegli obiettivi di efficienza e risparmio energetico – o, dal mio punto di vista, il vincolo tra territori e mercato deve essere più pesante. Anche i privati, in sostanza, in un quadro normativo compatibile, si devono far carico di accompagnare comunità energeticamente sostenibili - si era provato con i progetti di sviluppo locale –partecipando e sostenendo i comuni nel raggiungimento degli obiettivi che in qualche modo i Seap pongono rispetto alla strategia Europa 2020 e al pacchetto clima energia 20/20/20.

| Lacorazza

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In questo contesto di valutazioni è fondamentale arrivare ad alcune scelte strategiche che riguardano l’energia, sia quella prodotta da fonti rinnovabili sia quella prodotta da fonti fossili, la loro utilità, l’integrazione e/o la possibilità di riconversione. Prendiamo l’idroelettrico. Pongo un interrogativo su questo tema: vogliamo produrre energia dai salti d’acqua presenti in Basilicata oppure utilizzare l’idroelettrico per colmare il gap tra approvvigionamento e distribuzione e/o tra approvvigionamento e discontinuità delle stesse reti. Faccio un esempio: se la potenzialità dell’idroelettrico è di 50, 60 o 70 megawatt – non lo so cito numeri a caso – perché noi dobbiamo stare sulla produzione, possiamo utilizzare l’idroelettrico per immetterlo nella rete quando nella rete non è possibile produrre energia da fonti rinnovabili perché non c’è vento e non c’è sole?Stessa cosa per la geotermia: perché nel nuovo accordo con Eni e con Total non lavoriamo ad un processo graduale di riconversione dei pozzi che in qualche modo già ci sono e sono perforati? Insomma una gamma di elementi che potrebbero essere approfonditi anche definendo, dal mio punto di vista, con maggiore nettezza come dovrà essere il distretto dell’energia in Val d’Agri. Distretto che a mio parere dovrebbe rappresentare un ambito energetico costruito in particolare sull’edilizia sostenibile – e su questo punto condivido gran parte dell’intervento del dr. Manti - perché in questo settore c’è una risposta alla crisi e perché oggi una politica keynesiana green costruisce meccanismi di fecondità ripetuta. Il tema dell’efficienza energetica legata all’edilizia è infatti risparmio, riduzione di emissioni, risposta alla crisi e nello stesso tempo sviluppo, perché su un’abitazione e su una scuola non ci lavora l’impresa o il professionista cinese, ma al contrario si costruiscono quegli spazi di economia locale nei quali oggi siamo necessariamente chiamati ad investire, oltre a creare una nuova consapevolezza in chi la abita o la frequenta. Penso – lo dico all’Assessore Pittella – che da questo punto di vista abbiamo bisogno di una legge regionale sulla certificazione degli edifici.C’è ancora troppa confusione in Italia. La mia opinione è che ci voglia una legge che recepisca le direttive comunitarie, che metta a sistema il lavoro sui Seap che si sta facendo e che, secondo me, sul modello

| Lacorazza

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| Lacorazza

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CasaClima a Bolzano, faccia qualche riflessione rispetto ad una riorganizzazione della Società Energetica Lucana (Sel) e delle Agenzie Provinciali – rifunzionalizzandole anche alla luce del decreto della Spending review.È inoltre necessario che i Seap, legati ai regolamenti urbanistici, considerino l’abbattimento dell’Imu, della Tarsu, della Tia, anche per rafforzare le misure nazionali sulle ristrutturazioni, e infine sarebbe opportuno valutare la costituzione di un fondo alimentato in parte dalle prossime royalties del petrolio – mi riferisco in particolare alla Total – che sia una sorta di incentivo in grado di dare la spinta ad una nuova programmazione agevolando quel passaggio dalla seconda alla terza evoluzione industriale, che insieme all’economista Jeremy Rifkin abbiamo ritenuto auspicabile.La Basilicata ha una grande potenzialità: utilizzare le royalties per investimenti in economia verde, creando un fondo che alimentato così potrebbe aggredire – e concludo – quattro questioni. Primo: patrimonio pubblico, alleggerendo la bolletta soprattutto dei comuni e delle autonomie locali che non ce la fanno più con i propri bilanci.Secondo: intervenire su una nuova concezione del trasporto pubblico locale, favorendo in particolare la mobilità sostenibile.Terzo: la dematerializzazione, che può costituire una chiave di riduzione delle emissioni, può anche aiutare a garantire maggiore efficienza alle autonomie locali, dal momento che investire in processi di informatizzazione spinta è importantissimo in un momento perché si dovrà fare di più e meglio con meno personale. Quarto: un fondo che alimenti l’efficienza energetica sul sistema industriale, che è fuori dal Burden Sharing, ma che necessita di investimenti a cui le compagnie petrolifere devono essere chiamate.La mia opinione – e ho concluso – è che le Compagnie devono impegnarsi sull’acquisto dei titoli di carbonio che dal 1 gennaio 2013 sono disponibili. Ciò è importante perché noi sul Burden Sharing possiamo correre molto di più rispetto altre Regioni, possiamo scambiare, monetizzare, reinvestire sostanzialmente in alcuni settori strategici.Siamo un grande territorio con pochi abitanti, con tanta foresta, ma anche con possibilità di ridurre quote di emissioni.Secondo me possiamo diventare un’apripista su questi settori, in Italia

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e nel Mezzogiorno; un piccolo modello europeo che fa della green economy - quella che vive di risposte sul territorio - la sua chiave di volta.Quest’insieme di scelte e provvedimenti, lo dico all’Assessore Pittella, l’abbiamo chiamato “Abitare Basilicata” perché in realtà contiene investimenti sull’edilizia ma allo stesso tempo mira, attraverso la valorizzazione di questo settore, a trattenere da noi imprese e giovani per farli abitare in Basilicata. Grazie e buon lavoro.

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[email protected] www.provincia.potenza.it

| Lacorazza

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Ringrazio vivamente Piero Lacorazza perché ha sollevato dei temi molto

interessanti, quali, ad esempio, il mix energetico e le problematiche connesse

alla sostenibilità energetica nel settore edile. Uno snodo, quest’ultimo, di

importanza primaria, che si ricollega alla Smart Community di cui ci ha

parlato poco fa Elio Manti e che tocca un punto che nell’attualissimo dibattito

sulle Smart Cities viene spesso aggirato, ossia l’adeguamento energetico del

patrimonio immobiliare esistente, ivi compresi gli edifici storici. Un passaggio

obbligato per le nostre città e per i nostri centri storici per potersi adeguare ai

parametri correlati alle smart cities.

Devo poi dire, anche con un pò di ironia, che noi ad ora abbiamo ascoltato due

politici che non solo hanno fatto degli interventi molto efficaci e competenti,

entrando nel merito delle questioni, ma che sono stati anche gli unici a

rispettare i tempi previsti. E questo mi sembra un segnale molto interessante,

che smentisce - ma forse perché sono politici appartenenti ad una nuova

generazione – l’idea a cui purtroppo ci siamo abituati di una politica verbosa

e vuota. Ne approfitto, naturalmente, per chiedere ai prossimi relatori di

essere altrettanto attenti ai tempi assegnati.

Cedo ora la parola al Prof. Giovanni Campeol, docente di Valutazioni

Ambientali, all’Università Iuav di Venezia, che ci parlerà, appunto, degli

aspetti metodologici legati alle valutazioni ambientali.

Ringrazio gli organizzatori per l’invito, il moderatore e tutti i presenti che vedo numerosi e attenti.Siccome il tema che dovrei affrontare è uno di quelli che quando lo presento all’Università in genere gli studenti tentano il suicidio (nel senso che non è facile digerire la disciplina valutativa, soprattutto quando affronta le questioni legate alle teorie, ai modelli e alle

Giovanni CampeolDocente di Valutazioni Ambientali,Università Iuav di venezia

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tecniche valutative), cercherò di non presentare questi aspetti; piuttosto vorrei dissertare sul rapporto tra il procedimento valutativo e le strategie di sviluppo delle energie rinnovabili.Ciò in coerenza anche con gli interventi che mi hanno proceduto e, in particolare, vorrei fare riferimento a quanto detto dal Dott. Tabarelli e dall’Avv. Martorana, i cui contenuti sono da me pienamente condivisi.Tabarelli nel suo intervento presentato in modo semplice e lineare, così come le persone intelligenti sanno fare, ci ha prospettato due scenari di sviluppo delle energie rinnovabili: uno “alto” e uno “basso”.Provocatoriamente ritengo di affermare che lo scenario “alto” è irrealizzabile, poiché il sistema Italia non è capace di costruire un processo industriale per uno sviluppo delle energie rinnovabili in grado di realizzare una politica razionale, ciò a causa principalmente di una perversa applicazione della procedura amministrativa.Per quanto le tecnologie siano oramai ad alta innovazione e le normative, nazionali e regionali, in genere contengano utili riferimenti alla progettazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, tutto ciò trova un ostacolo rilevante, a volte insormontabile (un vero “collo di bottiglia”), nel procedimento di valutazione di impatto ambientale.Tutti i proponenti pubblici e privati ma anche i funzionari pubblici, presenti in questo convegno, sanno benissimo che questo è il nodo fondamentale e su questo tema vorrei esternare alcune riflessioni.Occupandomi di valutazione di impatto da ben prima dell’emanazione della Direttiva europea sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del 19851, posso affermare che, in Italia, questo procedimento ha innescato una vera e propria paranoia politico- amministrativa.Mentre in altri paesi europei, in materia di VIA, si è strutturato un meccanismo procedimentale di tipo razionale e tendenzialmente semplice (in Francia, ad esempio, la procedura prevede la compilazione di una scheda di verifica dei documenti prodotti), da noi, invece, si è strutturato un meccanismo amministrativo, caratterizzato da “gigantismo procedurale” e da “nanismo valutativo”, che sta uccidendo il nostro Paese.Tale situazione non trova alcuna giustificazione politica, teorico-metodologica e tantomeno culturale, anche se qualche spiegazione _________________

1) Direttiva europea 85/337.

| Campeol

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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è possibile ritrovarla nella storia di come si sono progettati i grandi impianti energetici e non solo.Infatti, va ricordato che soprattutto in anni passati si realizzarono cattivi interventi e con essi, furono elaborate cattive valutazioni nelle quali, a volte, i dati venivano aggiustati a dovere, le informazioni ambientali rilevanti si nascondevano, e le valutazioni ambientali venivano elaborate utilizzando modelli valutativi di tipo solo qualitativo-descrittivo-fantasioso, ragion per cui la Pubblica amministrazione, nell’esprime il proprio parere di compatibilità ambientale, si permetteva la più ampia discrezionalità.Per chi avesse voglia e tempo, è sufficiente leggere le valutazioni ambientali elaborate per alcuni progetti come strade, ferrovie, impianti eolici, fotovoltaici opere idrauliche, nelle quali si può osservare come spesso esse fossero piene di superficialità, veri e propri errori di calcolo e senza alcuna relazione di causa-effetto con il progetto2.Ne consegue, quindi, che oggi è diventato assolutamente necessario elaborare progetti di grande qualità e dotati di intrinseca “intelligenza strategica”, corredati da valutazioni ambientali3 molto precise e in grado di definire la cosiddetta “soglia di compatibilità ambientale”. In questo modo la Pubblica amministrazione, nel rilasciare l’autorizzazione, non è più legittimata a fornire pareri totalmente discrezionali, apodittici o, addirittura, di natura politico-ideologica.Se da un lato, quindi, il proponente deve raggiungere la massima qualità progettuale possibile4, dall’altro la Pubblica Amministrazione

________________

2) Come relatore di una recente tesi di laurea sul tema della valutazione

ambientale di un’opera viaria, ho potuto verificare che, anche in tempi

recenti, si continua ad elaborare progetti che non tengono in alcuna

considerazione le questioni ambientali più rilevanti.

3) In questo contenitore vanno inserite le tre grandi tipologie valutative

ambientali, ovvero: lo Studio di Impatto Ambientale, nel procedimento di VIA;

il Rapporto ambientale, nel procedimento di VAS; la Relazione di Incidenza,

nel procedimento di VIncA; la Relazione Paesaggistica, nel procedimento

Paesaggistico.4) Va ricordato che in questo campo un ruolo importante svolgono le grandi

società pubbliche, come TERNA, ENEL, ANAS, etc., poiché devono essere di

esempio nel predisporre ottimi progetti ed ottime valutazioni ambientali.

| Campeol

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non può utilizzare il procedimento di VIA per rallentare o fermare artatamente i progetti.L’emanazione della direttiva europea sulla VIA dell’85, serviva per migliorare i progetti, non per bocciarli! Chi utilizza questo procedimento per bocciare un progetto ha una visione scientificamente e culturalmente distorta e giuridicamente illegittima del procedimento (l’Avvocato Martorana, ovviamente, potrà meglio di me dissertare in merito a codesto argomento).Questa modalità ostativa di molte Pubbliche Amministrazioni si manifesta anche quando si presentano interventi ben progettati e di grande qualità tecnologica, corredati da buone valutazioni ambientali, perfettamente integrate nel processo progettuale5!L’attuale situazione di difficoltà nel procedimento amministrativo di valutazione ambientale, si manifesta soprattutto quando vengono presentati progetti per la realizzazione di impianti elettrici da fonti energetiche rinnovabili.Perché, oggi si fermano questi progetti?Una risposta possibile è individuabile nel cattivo ruolo (a volte veramente schizofrenico) dei vari attori sociali, principalmente pubblici, che partecipano nel più generale procedimento amministrativo di valutazione ambientale.La prima questione è il ruolo della politica (e dei politici), intesa in questo caso come governo della funzionalità della cosa pubblica. E’ mai possibile che la politica oggi non sia più in grado di “governare” un procedimento amministrativo, facendo in modo che esso sia razionale e rispondente pienamente alla legge e non, ad esempio, all’arbitrio dei propri funzionari pubblici?Com’è possibile, ad esempio, che un dirigente di una Regione che autonomamente, o su indirizzo magari recondito del politico di turno, si inventi da un momento all’altro la necessità di elaborare particolari documenti rispetto a quello che prevede la legge, costringendo i proponenti, che investono milioni di euro per realizzare impianti elettrici con energie rinnovabili, a piegarsi per farlo contento?

_____________5) La valutazione ambientale perché sia veramente efficace deve essere

capace di integrasi nelle diverse fasi progettuali, secondo lo slogan

“progettare valutando e valutare progettando”.

| Campeol

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Questa modalità del procedimento non è accettabile, non solo perché non produce razionalità amministrativa, oltre che mancanza di rispetto della norma, ma anche perché contiene subdoli meccanismi (coperti da prescrizioni tecniche) a volte rispondenti a precise ideologie contrarie alla realizzazione di impianti che utilizzano le energie rinnovabili!Ne consegue che la politica deve organizzare un’efficace governance del procedimento amministrativo, attraverso un ruolo attivo, autorevole e soprattutto trasparente.Nel procedimento di valutazione ambientale, in senso lato (VIA, VIncA, Paesaggistica) è necessario che i soggetti pubblici che devono emanare i provvedimenti di compatibilità ambientale dei progetti, siano in grado di entrare nel merito delle modalità con le quali viene svolta la valutazione: quali tecniche, quali indicatori, quale ponderazione delle componenti ambientali, quale formula usare per definire la “compatibilità ambientale”, etc.Ciò significa che i vari attori pubblici devono conoscere bene la norma, applicandola in modo coerente e razionale e non arbitrario6, ma anche conoscere i metodi e le tecniche valutative7, senza inventarsi l’elaborazione di documentazioni a volte bizzarre8.

________________

6 Non è infrequente scoprire che pur di fermare o rallentare la realizzazione

di un progetto si stravolga il contenuto normativo anche di rango europeo.

Ad esempio nel procedimento di VIncA, di un progetto previsto in un’area

SIC, si è chiesto di svolgere comunque e sempre la valutazione appropriata

anche se la fase di screening dimostrava inoppugnabilmente che non si

manifestavano impatti potenziali significativi.

7 Spesso la questione valutativa non viene nemmeno affrontata nel suo

contenuto metodologico e tecnico, ma si approfitta del procedimento

amministrativo per dare sfogo ad interpretazioni ideologico- personali

del funzionario di turno. Ciò non deve essere possibile in quanto modalità

giuridicamente illegittima e deontologicamente scorretta.

8 In una regione italiana si è arrivati addirittura a prescrivere che,

nell’elaborazione della Relazione paesaggistica per progetti eolici, si debbano

produrre delle vedute pittoriche a “mano” del paesaggio in fase ex post!

Richiesta questa senza alcuna motivazione scientifica ne’ normativa, forse

dettata da motivazioni di tipo sociale per dare un lavoro ai molti diplomati

dei liceo artistici, strutturalmente disoccupati!

| Campeol

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E’ accettabile che, a fronte di uno Studio di impatto ambientale in cui si dimostra in modo anche quantitativo che un progetto è “ambientalmente compatibile”, la pubblica amministrazione emani un provvedimento in cui si boccia lo stesso “... in base al principio di precauzione ...” (sic)? Di fronte a provvedimenti di questo tipo è evidente che un ricorso al TAR da parte di un proponente finisca per essere vincente! Tuttavia l’obiettivo non è tanto vincere al TAR (fatto necessario quando è assolutamente impossibile un’altra strada), quanto far sì che i provvedimenti della pubblica amministrazione siano razionali, ben motivati dal punto di vista scientifico e tecnico.Purtroppo la pubblica amministrazione, nel governare il procedimento valutativo, è caratterizzata da due condizioni: alcune realtà non manifestano alcuna conoscenza del metodo e delle tecniche di valutazione ambientale, avendo spesso un atteggiamento non collaborativo, altre invece sono molto preparate in questo campo dimostrando di contro un alto livello di collaborazione9.Concludo con un esempio che mi ha visto direttamente partecipe, emblematico di come possono funzionare i procedimenti amministrativi in materia ambientale in Italia.In una Conferenza di Servizi di qualche anno fa, promossa da una Regione italiana al fine di recepire il parere della Sovraintendenza regionale in relazione alla proposta di un progetto eolico, presenta i risultati della Relazione paesaggistica, redatta secondi i contenuti del DPCM 12.12.200510, nella quale chiaramente si dimostrava che il progetto era paesaggisticamente compatibile.Il Sovrintendente, assieme ai suoi collaboratori, dopo aver ascoltato con grande attenzione la presentazione di questa valutazione ambientale11, affermò: “benissimo, non mi era mai capitato che ________________

9 La collaborazione tra proponente e autorità pubblica è una delle condizioni

fondamentali per realizzare buoni progetti e definire razionali procedure

amministrative. Va riscontrato che spesso le Sovrintendenze sono molto

restie a costruire questi processi partecipativi.

10 Alcuni criteri di valutazione del paesaggio contenuti nel DPCM 12.12.2005,

sono individuabili, ad esempio, nella lettura della “diversità, integrità, qualità

visiva, rarità e degrado”.

11 La Relazione paesaggistica è una vera propria valutazione ambientale, in

quanto la norma chiede che si adottino precisi criteri di valutazione.

| Campeol

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Page 71: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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qualcuno applicasse il DPCM per valutare le trasformazioni del paesaggio indotte da un intervento!”, e poi: “finalmente abbiamo capito che si può applicare il DPCM attraverso i criteri in esso contenuti”.A quel punto, soddisfatto della condivisione espressa dal Sovrintendente, nel merito e nel metodo, della Relazione paesaggistica, chiesi: “che tipo di provvedimento intendete adottare in merito a questo progetto eolico?”.Risposta del Sovrintendente: “Noi votiamo contro!”, e io di rimando: “Mi scusi, perché?”.Risposta del Sovrintendente: “Perché le pale eoliche si vedono, quindi il progetto è incongruo con il paesaggio e ... , poi, siamo contro l’eolico. Arrivederci”. Anche questo avviene nel nostro straordinario Paese! Grazie per l’attenzione.

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[email protected] www.iuav.it

| Campeol

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

L’intervento del Prof. Campeol ha posto alla nostra attenzione altri punti

nevralgici: il funzionamento amministrativo, l’indirizzo politico, la capacità

della politica, che purtroppo non sempre esiste, di gestire i processi. Soprattutto

ha posto la grande questione del rapporto fra natura e manufatti dell’uomo,

cogliendo alcuni aspetti “bizzarri” nei comportamenti e nei regolamenti in

essere in materia di tutela del territorio. Che, per carità, è sacrosanta, ma

che oggi, mano alle regole, impedirebbero, ad esempio, la costruzione di un

acquedotto romano, che pure consideriamo parte fondamentale del nostro

paesaggio e, assieme ad altri grandi interventi architettonici e ingegneristici

effettuati nei secoli passati, una delle principali leve di attrattività turistica e

culturale del nostro paese. Il paesaggio è sempre frutto del rapporto fra uomo

e natura, anche dove non ci sono manufatti architettonici, come nel caso

dei vigneti sulle colline piemontesi o del Chianti, di straordinaria bellezza e

caratterizzanti il territorio.

Allora, mi sembra molto interessante imparare a ragionare su questo aspetto

con laicità e non attraverso prese di posizione ideologiche, proprio come,

giustamente, il professor Campeol ci ha indicato.

Cedo ora la parola ad Antonio Martini, Direttore dell’Ufficio Nazionale

Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse che si soffermerà sul mix

energetico, ponendo particolare attenzione ad una delle fonti di energia

alternativa, la geotermia.

Grazie. Io avrei delle slide da proiettare, molto velocemente, chiaramente, non tutte sennò il moderatore mi richiama – siamo tutti terrorizzati; prima ero terrorizzato soltanto dal moderatore, ora anche dal Professore perché sono un uomo dell’Amministrazione, anche se è giusto essere richiamati alle procedure, ai tempi: deve essere

Antonio MartiniDirettore dell’ufficio Nazionale Minerario per gliidrocarburi e gestione MISE

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l’impegno di tutti.Intanto lasciatemi, ovviamente, ringraziare, io ho una funzione che generalmente mi porta in Basilicata per altre cose e, spero che il lavoro che facciamo come UNMIG possa contribuire e sostenere sempre più un’attività che –se me lo permette il Professore- può essere sostenibile da un punto di vista ambientale.Prima scherzavamo sul concetto di sostenibilità, ma appunto, bisogna essere seriamente calati all’interno di quelli che sono i paradigmi della sostenibilità per poterla applicare con successo.Ma soprattutto mi preme ringraziare l’Assessorato alle Attività Produttive che invece mi ha invitato in un’altra veste, in quanto cultore di geotermia e anche perché in questa fase da due anni l’Amministrazione centrale ha ripreso delle competenze importanti in questo campo, quindi ora faremo velocemente un approfondimento su questa materia.Chiaramente vi porto i saluti del Capo Dipartimento Energia, Ing. Senni e del Direttore Generale Risorse Minerarie ed Energetiche, Ing. Terlizzese. Finito il preambolo, spesi i due minuti iniziali -come diciamo da copione- partirei con qualche considerazione.Le slide sono in inglese perché sono un punto di arrivo di 15 giorni fa in un altro Convegno, penso che molto interessante, ma non vorrei presentarvi le slide con i contenuti didascalici, che spero di dire io in modo un pò più rapido ed efficace, ma come grafici e numeri.Il punto di partenza di ogni azione di programmazione è la conoscenza del territorio.E nel 1986 fu fatta una legge molto illuminata, quelli erano anche anni in cui si facevano leggi strategiche, prima si citava il varo del Piano Energetico dell’81, poi ci fu un altro Piano Energetico nel 91 ed ancora oggi stiamo lavorando per fare un nuovo programma energetico.Ora vi mostrerò qualche elemento di quello che si sta cercando di fare.In questi giorni il Governo sta lavorando, tra le altre cose anche su questo, già da due mesi circa; stiamo concretizzando, entro fine luglio, quelle che sono le linee guida per la strategia energetica nazionale.In questo contesto, come tutti sapete, esistono dei pilastri sui quali si basa questa strategia – alcuni sono stati anche citati precedentemente – li ricordo velocemente: il primo, e non potrebbe essere altrimenti,

| Martini

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è l’efficienza energetica, questo è il primo valore assolutamente da raggiungere; il secondo è la creazione di un importante hub nel Mediterraneo per il gas, d’altro canto l’Italia ha una tipicità, è un’area, diciamo, matura da un punto di vista degli idrocarburi, quindi ha la possibilità anche di utilizzare in modo efficiente ed efficace vecchi giacimenti ormai depletati che possono, in piena sicurezza, essere utilizzati per stoccare gas, come attualmente facciamo. E qui purtroppo, c’è un problema di tempistica dei procedimenti amministrativi, anche qui si sconta una durata dei tempi che non può essere molte volte coerente con i bisogni della creazione, come si può dire, di potenzialità di risposta alle crisi.Quando due anni fa ci fu la crisi con la Libia e si chiuse il Greenstream, il gasdotto che portava gas in Italia, certamente un pò di preoccupazione sul sostenere la punta della domanda di gas c’è stata.Però l’hub del Mediterraneo non è fatto solo di stoccaggi di gas ma anche di alcuni rigassificatori, posti in modo coerente con quelle che sono le diverse aree di approviggionamento.Terzo elemento fondamentale sono appunto le energie rinnovabili e su quelle faremo poi un focus maggiore, ma ulteriormente anche l’utilizzo ecocompatibile di idrocarburi, che sono un patrimonio nazionale.Ora vediamo di tornare al discorso iniziale.Parlavamo della strategia e nella strategia, se parliamo di fonti rinnovabili, abbiamo una fonte particolarmente importante che è la geotermia che da più di cento anni è stata sviluppata in Italia e che ha dato luogo a importanti innovazioni tecnologiche, titolari delle nostre industrie, in particolare dell’ENEL, in questo caso.Parlavamo prima della strategia che si era messa in atto quindici - venti anni fa, che è stata rinnovata recentemente nel 2009 con la legge Sviluppo. In quel contesto è stata prevista una nuova strategia di conoscenze del territorio che deve portare a definire con tutte le regioni un quadro sulle potenzialità geotermiche che permetta, poi, uno sviluppo coerente con quelli che sono i diversi possibili utilizzi.Negli ultimi due anni si sono sviluppate molte attività in questo settore e questo penso che è uno degli elementi fondamentali, visto che, ad esempio anche per la Basilicata, che non ha le stesse potenzialità della Toscana, della Campania, del Lazio e della Sicilia, cioè tutte quelle regioni che si trovano lungo l’arco vulcanico italiano,

| Martini

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nella zona più calda, ma ha potenzialità con temperature minori, però utilizzabili con -potremmo dire- la sinergia di impianti già esistenti.Questo infatti è quello che, come strategia, la Regione sta valutando, ovvero l’utilizzo di precedenti infrastrutture energetiche petroliferie per sinergizzare proprio, potremo dire in modo virtuoso, la fine di un ciclo e l’inizio un altro. E su questo elemento si gioca un importante scenario di crescita perché, come tutti potete immaginare, la geotermia, in quanto materia mineraria, sconta fortemente quello che è il costo iniziale dell’investimento e il rischio di questo investimento.E quindi poter già disporre di risorse note e raggiungibili in modo semplice, è molto importante.Un’altra cosa molto importante -e apprezzo molto quello che diceva il Direttore Vita, circa gli obiettivi della Regione in campo FER – oltre che perseguire la geotermia, vuole sviluppare il miniidro e le biomasse. Se vedete su questo grafico – queste sono dati che il Ministro Passera due o tre mesi fa ha presentato alle Commissioni Parlamentari, quindi sono dati non di Martini, ma certificati a livello ministeriale – è interessante vedere come l’intero valore degli investimenti e dei costi, diciamo, della finanza mossa da quel tipo di tecnologie, geotermia, idroelettrico e biomasse, è al 90% italiano, come filiera industriale che viene sostenuta.E questo aspetto, se lo rapportate all’attuale 50% per il fotovoltaico, penso che dica qualcosa di molto importante.Il fotovoltaico nel 2008 era il 25% italiano e il 75% estero come valore economico che veniva sviluppato sul territorio, quindi penso quanto questo sia importante come Ministero dello lo Sviluppo Economico, in particolare per i settori che curano le politiche industriali, quindi - prima il mio amico Elio Manti mi ha rubato un po’ di lavoro, io facevo quello prima, ora faccio altro: mi sei piaciuto molto con quale passione hai portato avanti questo discorso, che è fondamentale- bisogna rilanciare una coniugazione tra politiche di sviluppo locale e politiche energetiche intese in senso di politiche industriali connesse a filiere che permettono di raggiungere degli obiettivi comuni di crescita.Tornando alla realtà lucana dal punto di vista geotermico, dicevamo, siete una regione non particolarmente geotermica ma che ha potenzialità geotermiche, con la sinergia di cui ho parlato.

| Martini

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E poi un altro aspetto molto importante è quello di sviluppare la filiera e poi l’attuazione, l’applicazione pratica delle sonde geotermiche; in Basilicata ci sono condizioni climatiche meno meridionali di altre regioni, quindi c’è la possibilità di far decollare -come ad esempio è successo in Lombardia- un’importante azione di utilizzo di una tecnologia che non presuppone che ci siano alte temperature, ma che ci sia una certa rilevanza differenziale dal punto di vista climatico, che sfruttano quindi condizioni nel sottosuolo senza avere neanche, potremo dire, gli impatti di una attività comunque mineraria che può avere delle ricadute sul territorio non sempre positive.In questo contesto –cerco di arrivare alla chiusura- noi come Ministero, dicevo prima da un anno abbiamo ripreso una competenza specifica sulla geotermia che si riferisce alla sperimentazione di impianti pilota per la produzione di energia elettrica ad emissioni nulle.E su questo siamo stati, potremo dire, sostanzialmente premiati dal Decreto sulle tariffe elettriche, in quanto questo tipo di impianti non rientrano nelle aste, non rientrano negli elenchi e soprattutto hanno un incentivo considerevole.La quota massima di megawatt che possono essere sviluppate in questo modo è modesta perché quello che ci interessa è avere una differenziazione territoriale che permetta di andare a sperimentare diversi segmenti.Se si riuscisse, come pensiamo, a validare questa tecnologia, il salto sarebbe molto importante perché si riuscirà a perseguire quello che è l’obiettivi nell’ambito della crescita della geotermia al 2020 che è previsto il 3% del fabbisogno nazionale, attualmente siamo poco più dell’1½, quindi raddoppiare questo patrimonio con un risparmio di circa 3 milioni di TEP annui.Per raggiungere questo, ovvio che bisognerà riuscire ad arrivare a coniugare effettivamente la sostenibilità ambientale con la specifica operazione industriale che presuppone, ovviamente, delle cautele particolari, come tutte le attività industriali.E quindi penso che il nostro percorso potrà vedere un rinnovato incontro con la Regione Basilicata anche con la possibilità, se fosse possibile trovare una situazione dove è presente una temperatura a profondità accettabile, nel caso specifico, con tecnologie ed impianti già disponibili, intorno a 100-120 gradi – ma bisogna scendere abbastanza in profondità in Basilicata per arrivare a queste

| Martini

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| Martini

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temperature- sarebbe importante sperimentare un impianto di questo tipo, visto che sono impianti piccoli, fino a 5 megawatt che vengono approvati e gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico insieme con i colleghi dell’Ambiente, e che vedono le Regioni interessate in prima persona, perché danno comunque l’Intesa e fanno la valutazione ambientale, quindi seguono da vicino tutto il processo.Su questo penso che potremo lavorare prossimamente, quindi lascio la parola agli altri relatori. Grazie.

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antonio.martini@sviluppoeconomico.gov.itwww.sviluppoeconomico.gov.it

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Grazie mille ad Antonio Martini che ha illustrato le potenzialità della

geotermia, una rinnovabile, di cui raramente, però, si parla.

Adesso è il turno del Professore Andrea Gilardoni, che alla Bocconi di

Milano è docente di Economia e Gestione di Impresa e che è Presidente

dell’OIR, l’Osservatorio Internazionale per l’Industria e la Finanza delle Fonti

Rinnovabili.

Come OIR-Osservatorio Internazionale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili, da me fondato e presieduto, nel novembre dell’anno scorso abbiamo proposto ad alcuni operatori del settore delle rinnovabili di fare un bilancio di quella che era stata l’esperienza in Italia del sostegno alle rinnovabili per quattro anni rilevanti, dal 2007 al 2011, con lo scopo di mettere a fuoco i costi e i benefici riversatisi sul Paese in quel periodo, e che si riverseranno fino al 2020. Il bilancio costi-benefici, i cui dati sono riportati nelle slide allegate, evidenzia un vantaggio netto stimabile in circa 70 miliardi di euro, dovuti soprattutto alla maggiore occupazione e ai risparmi nelle importazioni di gas.Questo lavoro si concludeva proprio nel momento in cui si sviluppava un violento attacco al mondo delle rinnovabili, sostenuto anche dal Ministro Corrado Passera che ricordava come, ogni anno, la bolletta degli italiani sarebbe stata gravata di molti miliardi di euro – pro quota, per ciascun italiano – proprio per sostenere il costo delle rinnovabili, Un attacco, peraltro, non ingiustificato. Tra il 2007 e il 2011 abbiamo investito circa 50 miliardi di euro nelle rinnovabili (in vero per almeno 30 miliardi di euro finanziati dal sistema bancario italiano

Andrea GilardoniDocente in economia e gestione di Impresa, Univesità Bocconi di Milano

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e internazionale) e, come diceva Tabarelli, per i prossimi 10-15 anni spenderemo – anche se bisogna vedere cosa succederà - dagli 8-10 miliardi di euro annui per ripagare gli investimenti effettuati.Tutto ciò deve essere evidentemente oggetto di riflessione, soprattutto in un momento di crisi economica in cui si tagliano le pensioni oltre che la spesa sociale e di servizi pubblici; 8-10 miliardi all’anno sono una cifra molto consistente soprattutto, come dirò fra poco, in una situazione di grande sovraccapacità produttiva di elettricità.C’è da chiedersi, come ha fatto sua relazione annuale l’ex Governatore Draghi della Banca d’Italia, se non si sia prestata poca attenzione alle priorità vere del Paese e, diciamo noi, se sia stato corretto impegnarsi per 10 miliardi all’anno nelle rinnovabili o se non valeva la pena investire, ad esempio, nella banda ultralarga che costerebbe 20 miliardi complessivamente.Quindi, ribadisco, la posizione del Ministro Passera non era, e non è, totalmente infondata. E in effetti, anche i più determinati sostenitori delle rinnovabili ammettono come il sistema di sostegno alle rinnovabili sia andato fuori controllo. Ed è stata una cosa secondo me grave non solo perché noi tutti avremo un onere sulla bolletta ma perché questo onere (che non dipende solo dal sostegno alle rinnovabili) rende meno competitivo il Paese. Ma quale è la prospettiva della domanda di elettricità in Italia? Il consumo di energia nel 2007 è stato di circa 347 Terawatt; ora, il consumo previsto nel 2012 è di 324-325 Terawatt (fonte Terna). Il nuovo presidente di Assoelettrica Chicco Testa, ricordava che se chiude una acciaieria significa che circa l’1% del consumo nazionale di energia è perso per il resto della storia. Ci sono acciaierie che tutti noi sappiamo che chiuderanno, si tratta di decidere quando, ma chiuderanno.Quindi, oggi sommessamente ci si chiede se si ritornerà mai ai consumi del 2007. Io ritengo di no; ci sono tutta una serie di elementi che mi inducono a pensare che non si ritornerà mai più.Sono andato all’assemblea di Assocarta per sentire gli umori di altri produttori energy intensive; posso riferirvi che - a bassa voce – qualcuno diceva: “appena la fabbrica diventa un po’ vecchia ben difficilmente la rifaremo in Italia”. Non parliamo dell’alluminio.La popolazione non sale, classico fattore di consumo; la priorità del nostro Governo, è stato sottolineato in varie occasioni dal

| Gilardoni

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Sottosegretario prof. De Vincenti, si concentrano nel risparmio/efficienza energetica, come più volte richiesto, credo giustissimamente, da Confindustria. Ciò significherà ulteriori contrazioni nei consumi di elettricità. Quindi il quadro che vedo è non certamente di crescita; ed anche se, come sogniamo tutti, l’economia dovesse ripartire in modo tumultuoso, credo ripartirà con delle logiche di consumo energetico molto più contenute. In conclusione, il quadro prospettico della domanda è, almeno nei prossimi anni, molto probabilmente depresso.Un altro dei motivi per cui Passera non ha tutti i torti, è che oggi, in Italia, la capacità produttiva installata di energia elettrica è di circa 120.000 Megawatt. Il fabbisogno di punta, cioè il momento in cui nel nostro Paese esprime la domanda massima - notare che dura un attimo, poi il fabbisogno cala - è di 56.000 Megawatt, cioè la metà della capacità istallata, ed è successo a metà di dicembre 2011. In questo quadro, se noi smettessimo oggi di investire in rinnovabili nessuno se ne accorgerebbe; dobbiamo avere presente questa situazione ed anche se la politica governativa non lo dice chiaramente, essa si inquadra oggettivamente in questo scenario. Cosa sta succedendo nel resto del mondo? Esattamente il contrario di ciò che succede in Europa. C’è una crescita tumultuosa delle rinnovabili, come abbiamo evidenziato nell’ultimo rapporto OIR, che nel 2011 ha raggiunto 237 miliardi di dollari investiti nel mondo, contro i 215 dell’anno prima. Cioè, nella parte del mondo che cresce si sta investendo pesantemente nelle rinnovabili. E quindi si apre dal punto di vista del nostro Paese, uno spazio interessante. Parlavo con un imprenditore che opera in questa regione, che è stato mio allievo e si è laureato con me (e che saluto), che mi segnalava appunto il fatto che l’azienda dove lavora sta ormai puntando al mercato internazionale, sta guardando la Turchia, sta guardando la Bulgaria, sta guardando la Polonia, molti altri stanno guardando il Sud America. Altro elemento che dobbiamo considerare in questa nostra riflessione, è il calo o crollo del costo delle rinnovabili e da qui parte la pars construens della mia riflessione. Un mio collaboratore è andato qualche giorno fa in Brasile, a San Paolo, e ha verificato che una nuova grande azienda cinese (che non conoscevamo, e che si aggiunge alla lista dei grandi operatori) esponeva un cartellone offrendo i pannelli

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a 500 euro al Kilowatt. E se si tratta un pochino, probabilmente si scende anche a 450. Rammento che i nostri pannelli sono stati pagati probabilmente mediamente 2.000/2.500 euro a Kilowatt. Quindi, ci troviamo oggi ad aver iperinvestito e se lo rifacessimo oggi invece di spendere 50 miliardi ne spenderemmo probabilmente un terzo in meno. Però questo apre un quadro, secondo me, prospettico di grande interesse. Di fatto, oggi abbiamo raggiunto la grid-parity che vuol dire, in sostanza, che è possibile fare un impianto fotovoltaico senza sovvenzioni e guadagnandoci. E’ stato detto in apertura dal direttore Vita: ci sono investimenti in Spagna fatti senza sostegno e a me risulta che siamo arrivati a 400 Megawatt di pannelli. Senza sostegno, ripeto. Un imprenditore siciliano qualche giorno fa mi diceva nell’orecchio che, in fondo, alla grid parity già ci siamo nei pannelli anche se poi lo si nega perché si vuole un pò di sostegno ancora; ma la verità è questa. Posso anche dirvi, in via riservata, che mi è giunta la notizia di un’azienda molto importante che anche nel settore dell’eolico sta sperimentando la grid-parity degli impianti. Non in questa regione, ma in una regione non molto lontana da qua. Insomma, io credo proprio che, molto prima del previsto, siamo di fronte a una nuova pagina. Che secondo me è tutta da scrivere. Non è chiaro, infatti, dove stiamo andando; per esempio in questa situazione di grid-parity si investirà ancora nelle rinnovabili o no, nel nostro Paese? Io credo che si investirà ancora. Io credo che si andrà avanti poiché vi è un fenomeno di inerzia e culturale che si è sviluppato. E poi ci sono gli operatori che spingono e i bassi prezzi che aiutano. In una regione come la Basilicata, secondo me si potrà benissimo andare avanti, perché ci sono le condizioni naturali perché questi impianti rendano. C’è il sole, c’è il vento e quindi rispetto ad altre regioni dove c’è meno sole, o non c’è vento, il potenziale esiste. Più in generale, credo che ci siano degli spazi ancora interessanti in tutto il Paese.Ma un ulteriore sviluppo delle rinnovabili, che si somma a quello degli scorsi anni, genera un tema complicatissimo perché, come si è già visto, incide sui consumi di gas. I consumi di gas in Italia sono passati da 80 miliardi di metri cubi ai 65 previsti per quest’anno, e

| Gilardoni

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probabilmente se le rinnovabili andranno avanti si scenderà ancora. Questo crea dei problemi perché le accise su cui noi paghiamo il gas sono fonti di introito per lo stato. Queste fonti stanno diminuendo e il Governo sta ragionando sulle direttrici di un nuovo piano energetico e ha un grande bisogno di capire dove effettivamente stiamo andando per riportare sotto controllo il sistema. Concludo segnalando che nella presentazione da me predisposta, che non ho avuto tempo di presentare, abbiamo fatto un’analisi su quale sarebbe l’impatto in Basilicata della realizzazione del piano energetico del 2010 predisposto dalla Regione pur sapendo che esso dovrà in varie parti essere modificato. Un solo dato su cui riflettere: se il piano 2010 fosse realizzato ci sarebbe un incremento occupazionale stimabile intorno alle 2.000 unità. 2.000 persone che potrebbero trovare lavoro grazie allo sviluppo degli impianti eolici e fotovoltaici; tale valore è basato su parametri nazionali che possono essere ragionevolmente accolti anche nel caso di specie; ad esempio, nel fotovoltaico sono tre addetti per ogni Megawatt installato. Vi ringrazio.

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[email protected]

| Gilardoni

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Il professor Gilardoni ci ha delineato in maniera molto precisa un quadro

economico bifronte, caratterizzato da un lato da grandi possibilità di sviluppo

e dall’altro da un insieme di problematiche innestate proprio da quelle grandi

potenzialità. D’altra parte, mi pare molto importante sottolineare la fiducia

che il professore ha dimostrato nei confronti della convenienza di investimento

anche in condizioni di grid-parity. Naturalmente, questo significa uno scatto

e un piccolo cambio di mentalità da parte dell’imprenditoria, che dovrà

cominciare a ragionare - o ricominciare a ragionare - solo ed esclusivamente

in termini di capacità del mercato di sviluppare utili e ritorni economici e non

esclusivamente avvalendosi di una redditività finanziata dai cittadini, come

ricordava Gilardoni, attraverso la bolletta Enel.

La parola adesso a Vincenzo Viti, assessore, alla Formazione della Regione

Basilicata.

Voglio dire al Dottor Pitteri che a me sono molto piaciuti i titoli di coda che sta riservando agli interventi che si susseguono nel corso di una giornata così intensa. Mi aspetto quindi che il titolo di coda riservato a me sia ugualmente benevolo e ricostruttivo del “senso” della mia riflessione, che sarà molto rapida. Un’altra cosa che mi ha molto colpito, e voglio coglierla come elemento positivo, è il riconoscimento che stiamo perfettamente rispettando i tempi entro cui contenere i nostri interventi che sono stati assegnati a noi quali esponenti della “casta politico-istituzionale”. E ciò ricorrendo ad una estrema astuzia della ragione: se conteniamo i tempi della nostra riflessione, è perché avvertiamo che i tempi della politica e i margini della sua sostenibilità stanno finendo. E ciò ci induce a rispettarli rigorosamente, anche per un accorto riflesso di autotutela.

Vincenzo VitiAss. Dip. Formazione, Lavoro,Cultura e Sport Regione Basilicata

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Naturalmente scherzo e dichiaro che svilupperò tre pensieri molto rapidi. Primo: considero il dibattito di oggi estremamente utile e fecondo per la vivacità degli apporti che sono intervenuti, per l’integrazione fra essi, e per il riconoscimento che mi pare venga all’azione della Regione Basilicata e alle generazioni di Amministratori che si sono succeduti nel corso del tempo.La Regione appare essersi posta all’altezza delle aspettative, aver raggiunto gli obbiettivi che l’Assessore Pittella ha molto lucidamente individuato, sia nella revisione del PIAR sia nelle proposte di adeguamento dell’impianto legislativo che fin ora ha accompagnato le azioni poste in essere. Mi pare sia stata sottolineata la particolare capacità che abbiamo manifestato di superare le obiezioni del Governo, di doppiare gli impedimenti che volta per volta ci sono stati rappresentati e di aver raggiunto quegli obbiettivi di semplificazione che hanno rappresentato un incentivo sia allo svolgimento delle attività amministrative sia all’ammodernamento dell’impianto logistico di cui la Regione si è dotata. L’Assessore Pittella ha rilevato inoltre lo strabismo fra gli obiettivi che il decreto di sviluppo si è posto e la scarsa dotazione di risorse posta a sostegno di questi obiettivi. Mi pare sia stato in qualche modo osservato che fissare una soglia minima per ogni Regione a fronte di risorse come quelle stanziate dal decreto è apparsa un’operazione sostanzialmente cabalistica. Si è anche rilevato che le energie rinnovabili sono un cantiere in continua evoluzione. E credo che proprio lo sforzo che stiamo conducendo nella riconsiderazione delle soglie relative all’idroelettrico, al geotermico e alle biomasse sia stato orientato a ricalibrare i profili del piano regionale di sviluppo che punta sulle energie alternative ed è in fase di avanzata elaborazione. Credo peraltro che sia inutile tornare a sottolineare, come ha detto anche il professor Gilardoni nel suo intervento poco fa, che il ricorso bilanciato alle rinnovabili incide in modo significativo sul prezzo dell’elettricità e si traduce in un incremento di ricchezza potenziale ai fini della generazione di energia elettrica. Secondo pensiero: ciò che è avvenuto e che avviene su scala globale,

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sulle rinnovabili, somiglia molto all’evoluzione tecnologica e di prodotto che si è verificata negli anni 90 e nei primi anni del 2000, per la telefonia e per le telecomunicazioni. È chiaro: ricerca e sviluppo hanno cooperato e cooperano nella messa a punto di soluzioni innovative, sia pure in maniera simmetrica per quel che riguarda il solare, le bioenergie e la geotermia, contribuendo ad alimentare l’efficienza e a ridurne i costi. Ma il dibattito che si è sviluppato quest’oggi e che ho molto apprezzato, sottolinea come in questo momento non esistano le condizioni infrastrutturali che consentano di sfruttare fino in fondo tutta l’energia prodotta dalle rinnovabili. Disponiamo di una rete unidirezionale, purtroppo caratterizzata da picchi e da cali, e che va prontamente adeguata. Così come credo vada regolato e riorganizzato l’immagazzinamento di energia. Non esistono infatti sistemi di accumulo di energia adeguati a questa capacità generativa, e non mi pare si stia provvedendo al sostegno degli investimenti per stoccare l’energia prodotta e non consumata finora. Così come è importante, secondo me, sviluppare impianti di produzione e di trasporto di elettricità, tenendo conto del fattore dei problemi della rete, dell’accumulo, dei sistemi di stoccaggio elettrochimico e di nuovi pompaggi idraulici dell’energia prodotta e generata, nonchè dell’impatto ambientale e paesaggistico. Ultimo pensiero che è quello che attiene alla mia responsabilità di Assessore alla Cultura, al Lavoro e alla Formazione Professionale. La cultura è il fertilizzante dell’azione pubblica ed è il contenitore di quella sintesi tra valori ambientali, valori antropici e valori civili. La cultura congiura all’equilibrio tra forze produttive e pretende la definizione di profili di una formazione che aspira a conciliare educazione civile, sensibilità istituzionale e concrete prospettive di occupabilità. Per queste ragioni stiamo ripensando l’intero impianto e l’intera strategia della formazione, nel senso che non intendiamo replicare il modello sociale esistente, né ripetere figure professionali e profili che appartengono a un’epoca che abbiamo superato dal punto di vista dell’evo tecnologico e della maturità scientifica. Stiamo puntando su figure nuove e alternative, che rompano l’uniformità del mercato della formazione, che rappresentino un elemento di irrobustimento

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di proposte e di stimoli verso gli investitori che, incontrando queste figure, possano in qualche modo interconnettere l’offerta formativa con le prospettive di investimento alle quali stiamo lavorando. Cito solo un dato per concludere: l’occupazione diretta e indiretta in Italia nel settore delle fonti rinnovabili è stata stimata tra le 115.000 e le 150.000 unità. Sono stime della Confartigianato. Credo che a questi obiettivi dobbiamo tendere, se teniamo conto che stiamo vivendo la coda della vecchia programmazione del Fondo Sociale Europeo e ci apriamo alle nuove impostazioni del settennio che ci porterà fino al 2020. Questa coda la stiamo gestendo investendo e concentrando risorse proprio per definire meglio questa fase per qualificarla in sistemi di innovazione e di cambiamento dei profili formativi, perché essi colgano l’obiettivo di una strategia che li colleghi all’energia e ai settori che più spingono verso la occupabilità. Dentro il “Piano regionale del lavoro” al quale stiamo lavorando e che con il presidente De Filippo presenteremo in sintesi al Consiglio regionale tra qualche giorno, stiamo definendo i profili delle politiche attive del lavoro che sembrano più innovative e che appaiono in grado oggi di raggiungere obiettivi di occupabilità, quali l’apprendistato, il credito di imposta sugli investimenti e sull’occupazione e la “formazione continua” che tende a recuperare la platea storica dei percettori degli ammortizzatori sociali con l’obiettivo di recuperarli dentro habitat innovativi quali sono quelli ai quali ho fatto chiaramente riferimento. Il “Piano del lavoro” sarà la cornice valoriale che dovrà orientare i processi formativi e collegarli allo sviluppo delle attività produttive. Pensiero finale. Il Dottor Manti con il quale mi sono compiaciuto per l’intervento che ha pronunciato poco fa, ha posto un tema che a me pare suggestivo: la Basilicata è una regione periferica o una regione centrale? Credo che in tutti e due i casi, sia che appaia periferica sia che appaia centrale, la Basilicata ha dentro di sè un grande valore fertilizzante e vitalizzante. Se la Regione è periferica, nella categoria di Manti, essa, dalla periferia, può indurre sviluppo al centro. Se invece è regione centrale, essa è ancor più destinata ad accumulare e capitalizzare i vantaggi competitivi di questa operazione. La Basilicata dispone di un valore, di una capacità e di una prospettiva di tenuta connettiva tra aree metropolitane quali sono quelle pugliesi e

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quelle campane. Se si osserva - con preoccupazione - lo sfarinamento che sembra incombere su una regione che perde una provincia, le prefetture, tutti i vecchi pennacchi del potere istituzionale, l’energia potrebbe ben dare, nel riordino delle attività produttive, un potere rivitalizzante di tenuta e di coesione sociale.Il Presidente De Filippo sa bene, che se vogliamo rispondere alle sfide che vengono dall’effetto disgregante di scelte nazionali, solo operazioni di questo genere possono tenerci insieme per difendere identità, valori e coesione civile. Con questo credo, caro Dottor Pitteri, di aver tenuto fede all’impegno al quale sono stato chiamato.

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[email protected] www.basilicatanet.it

| Viti|

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Grazie Assessore, non solo per aver rispettato i tempi, ma anche perché

ha posto alcuni temi nuovi, oltre a riprenderne, arricchendoli, alcuni già

toccati da altri interventi. In particolare vorrei sottolineare il nuovo ruolo

che la formazione deve avere e il nuovo modo di intendere la formazione.

Da questo punto di vista, alcune regioni, non tutte, stanno iniziando a

ragionare in maniera molto diversa rispetto al passato relativamente ai

processi di formazione continua, anche grazie all’innovazione determinata

dall’istituzione dei fondi interprofessionali, che hanno radicalmente

modificato le prospettive della formazione continua.

Prima di cedere la parola a Giandomenico Marchese, Direttore generale della

Società Energetica Lucana, vorrei sottolineare che mi pare estremamente

importante che siano riuniti in un solo assessorato formazione, lavoro, cultura

e sport. Secondo me si tratta di ambiti inestricabili e strettamente connessi

fra loro. Il lavoro e la formazione al lavoro senza la cultura non possono

esistere. E l’idea che la cultura sia welfare e produca welfare la trovo molto

importante. Scusatemi se ho rubato un minuto. La parola a Giandomenico

Marchese.

Preliminarmente porto il saluto del Presidente Petrone che per motivi personali non può essere presente a questo interessante convegno. Proverò ad essere sintetico e ad utilizzare anche meno minuti di quelli che mi sono stati assegnati iniziando dal rappresentare quel che ad oggi è stato messo in campo dalla Regione Basilicata, a partire dall’intuizione che portò nel 2006 alla costituzione della Società Energetica Lucana, struttura in-house altamente specializzata chiamata a supportare le politiche regionali in materia di energia. Naturalmente dal 2006 il mondo è molto cambiato ed oggi, nel

Direttore Generale Società Energetica Lucana SpA

Giandomenico MarcheseDirettore GeneraleSocietà Energetica Lucana SpA

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| Marchese

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nuovo contesto globale, è forte l’esigenza, come è emerso anche dalle relazioni odierne del Direttore e dell’Assessore, di una nuova strategia di sviluppo, partendo dalla rivisitazione del Piano energetico regionale, al fine di creare un’idea condivisibile di Basilicata del domani e consolidare il ruolo di primario attore della scena energetica nazionale della nostra Regione. In questo credo la Società Energetica Lucana potrà continuare a dare un contributo importante. Tonando a quanto fin qui fatto, la Società Energetica Lucana in questi tre anni di fase di start up è stata impegnata in una serie di attività, nel ruolo e secondo le linee di intervento assegnatele dalle norme regionali, molto diversificate tra loro che vanno dall’attività di studio e consulenza tecnico-giuridica, alla pianificazione e programmazione strategica in materia energetica a supporto dell’Amministrazione regionale allargata, dalle attività di centrale di committenza per l’energia e di monitoraggio delle royalty del gas ad attività di carattere più propriamente industriale, volte prevalentemente alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica. Certo, in una visione di prospettiva, tanto altro si può ancora fare. Penso al settore della formazione, per ricollegarmi a quello che diceva l’assessore Viti, in merito al quale forse si potrebbero mettere in campo sinergie maggiori sulla formazione di tecnici ed operatori per l’efficienza energetica, che riguarda interventi capaci di sostenere e far crescere l’imprenditoria locale, contribuendo alla effettiva realizzazione dello sviluppo sostenibile del sistema Basilicata. Ho fatto cenno alla realizzazione degli impianti ad energia rinnovabile. Questo tipo di attività ha visto molto impegnata la Società, sono stati posti in essere dei progetti molto interessanti con altri Enti regionali, penso all’operazione denominata “Sole per le Aziende Sanitarie e Ospedaliere”- mi sembra che proprio ieri la giunta regionale ha cofinanziato con fondi comunitari questa operazione che noi contiamo di concludere entro la fine dell’anno- che prevede appunto la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica a servizio delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, e che già oggi ritengo di poter affermare costituiscano un risultato importante. Importante anche alla luce delle difficoltà e delle criticità legate a tale tipo di attività che l’esperienza maturata ha permesso di rilevare. Criticità che hanno inciso in maniera significativa sulle

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nostre attività quale operatore pubblico, e che hanno senza dubbio un’incidenza importante e maggiore per gli operatori privati del settore. Segnalo, su tutte, come il tema della programmazione, rispetto all’esecuzione, in materia energetica è fondamentale, per cui vi è l’assoluta necessità di una programmazione certa e di medio-lungo periodo. In tema di incentivazione della produzione di energia solare fotovoltaica, ad esempio, riusciremo ancora a gestire in misura accettabile, in quanto operatori pubblici, l’accesso agli incentivi del IV conto energia, però da un primo esame di questo Quinto conto energia e del decreto sulle FER elettriche, non si possono sottacere le difficoltà cui andranno incontro gli operatori del settore che hanno già pianificato le proprie attività rispetto a delle regole che sono in continua e veloce evoluzione. Oltre all’attività industriale, come detto, la Società Energetica Lucana, quale braccio operativo della Regione Basilicata e nel rispetto delle regole di tutela della concorrenza e del mercato, presta servizi di consulenza energetica a favore degli enti pubblici dell’amministrazione regionale allargata, quindi Regione, enti sub-regionali, ma anche enti locali, nonché un’altra attività, che sta portando ottimi risultati, che è quella dell’acquisto aggregato dell’energia. Questo tema è molto attuale, anche alla luce del decreto sulla spending review, e mi piace sottolineare come il ruolo di centrale di committenza ci consente di avere un puntuale monitoraggio dei consumi energetici della P.A. regionale allargata e di aumentare la possibilità di pianificazione e coordinamento di politiche volte al perseguimento di obiettivi di livello regionale. Certo l’attività richiede alla struttura un impegno, in termini di risorse, importante ma stiamo verificando che riusciamo a conseguire dei risultati notevoli, in termini di riduzione dei consumi e della spesa, anche rispetto a quelli che si conseguirebbero aderendo alle gare che vengono realizzate da CONSIP a livello nazionale. Altra attività importante, anche in prospettiva, su cui voglio soffermarmi, è tutta l’attività che stiamo svolgendo per effetto di un ruolo che ci ha assegnato la Regione Basilicata, in stretta collaborazione, per adesso, con la Provincia di Potenza, ma che ci auguriamo di svolgere anche con la Provincia di Matera, rispetto ai piani energetici comunali. Stiamo, infatti, collaborando quale struttura di supporto tecnico alla

| Marchese

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redazione di 16 piani energetici comunali, obiettivo per il solo 2012, che secondo me potrebbero essere il punto di riferimento e di partenza della nuova programmazione regionale e delle nostre attività future. In quest’ottica la Società potrà e dovrà supportare e fungere da collante tra le scelte di pianificazione strategica regionale e le scelte locali, che si sviluppano attraverso i PAES, e indirizzare conseguentemente l’utilizzo delle risorse disponibili a livello regionale. Immagino ad esempio, ricollegandomi a quello che è stato detto questa mattina, un fondo che possa essere utilizzato in favore dei piani energetici comunali; una sorta di premialità nei confronti dei comuni che abbiano avuto una maggiore sensibilità vero i temi energetici, ed abbiano pianificato, anche con il supporto della Società Energetica Lucana, una serie di iniziative in campo energetico entro un piano di azione ben definito e di lungo periodo, come sono i PAES. A questo punto non vorrei farvi credere di trascurare un tema, che cito solo poiché è forse quello più importante nel prossimo futuro, che è quello dell’efficienza energetica; sullo stesso, tuttavia, non mi soffermo perché autorevoli relatori hanno affrontato questo tema in maniera approfondita ed esaustiva prima di me. Fatta questa panoramica, vado brevemente alle conclusioni. Quali prospettive? La Basilicata è candidata a rivestire un ruolo di rilievo per le risorse naturali di cui dispone e per il contesto socio economico e territoriale; una grande regione, con grandi ricchezze naturali e piccoli numeri, che ne fa luogo ideale di sperimentazione del “futuro” sviluppo sostenibile.Coniugare ambiente e sviluppo, utilizzare le ricchezze naturali del territorio per creare nuova ricchezza e realizzare il passaggio dall’economia del petrolio all’economia sostenibile. Tale azione è ben contemplata nei documenti che sta predisponendo la Regione Basilicata nelle varie interlocuzioni in materia di Memorandum.Trasformare l’obiettivo imposto alla Basilicata dal burden sharing - 33,1% del consumo da rinnovabili - nell’ambito della Strategia 20/20/20, in un’occasione di sviluppo, attraverso la definizione di una nuova strategia energetica. Considerare le possibili evoluzioni legate alla green economy ma anche alle fonti tradizionali, ed in particolare a tutte le attività connesse alle estrazioni petrolifere.

| Marchese

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Tutte questioni ben chiare ai decisori regionali e di cui ha parlato già ampiamente l’assessore Pittella e parlerà sicuramente il presidente De Filippo.Per quel che è il mio ruolo, posso dire che in questo contesto la Società Energetica Lucana si candida, e salvo verificare gli effetti della spending review, sperando che migliori nella conversione in legge, ad essere organo di consulenza e programmazione della Regione Basilicata, vero e proprio energy manager regionale, rafforzando sempre più le proprie capacità di lettura e interpretazione degli scenari economici e normativi fondanti il mercato della green economy accanto ed in aggiunta a quello delle fonti convenzionali. Grazie per l’attenzione e arrivederci.

[email protected] www.societaenergeticalucana.it

| Marchese

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Fra le tante cose toccate da Giandomenico Marchese vorrei sollecitare

la vostra attenzione sul criterio di premialità per i comuni virtuosi,

connettendolo all’adeguamento energetico del patrimonio edile esistente,

uno degli argomenti più volte sfiorato questa mattina. Diciamo che

soprattutto ritornando ancora su uno degli elementi che varie volte abbiamo

sfiorato questa mattina, ossia l’adeguamento energetico dell’edilizia

esistente. Diciamo anche che assieme a meccanismi premianti bisognerebbe

prevederne di punenti per tutti quei comuni che invece continuano a non

sviluppare politiche energetiche virtuose, arrecando ulteriori danni alla

qualità del nostro ambiente.

È ora il turno di Monica Cataldo, responsabile territoriale della rete Enel in

Puglia e Basilicata. Prego.

Ho il difficile compito di stare nei tempi e dire qualcosa di nuovo, visto che la giornata è stata intensa, sono stati toccati tanti argomenti interessanti.Innanzitutto Enel distribuzione è un gestore di rete che gestisce in concessione, la rete di distribuzione di media e bassa tensione. È un gestore di rete con obbligo di connessione di terzi. È una premessa importante che faccio perché questo significa che qualsiasi richiesta di connessione, passiva o attiva, produttore o cliente, che ci pervenga da parte di un cliente, deve sempre essere rispettata, onorata, con una soluzione di connessione che possa essere semplice o complessa. Negli anni, lo scenario regolatorio, perché chi regolamenta, chi segue fà in modo che siano trattate in maniera indiscriminata le connessioni e l’autorità per l’energia elettrica e il gas che è un organismo indipendente, che ha emanato delle delibere in passato, sin dal 2005

Monica CataldoResponsabile Vettoriamentoe Misura Direzione Territoriale Rete Enel Puglia e Basilicata

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| Cataldo

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con la delibera 281 per le connessione dei produttori in media e alta tensione e successivamente, delibere che sono confluite nel testo integrato per le connessioni attive, il famoso TICA, lo conosciamo tutti, che ha voluto raccordare, introdurre degli elementi comuni per tutte le tipologie di connessione e dare delle regole precise. E successivamente perché l’interesse sulle connessioni è cresciuto -parlo sempre, mi riferisco sempre alla rete che conosco, quella di media e di bassa tensione- ha visto negli anni, soprattutto nel 2009 e nel 2010 l’esplosione delle domande di connessione. Allora l’autorità, anche per rispettare, per prevenire la possibilità di speculazioni o di prenotazione diciamo, della capacità di rete, aveva introdotto già successivamente dal 2011 con la delibera 125, dei meccanismi che prevedevano il versamento di alcune garanzie, proprio per impedire, per fare in modo che chi fosse veramente interessato alla connessione, potesse andare avanti, impegnandosi in maniera concreta. Inoltre sempre con la stessa delibera venivano stabilite un pò le regole dei contatti tra gestori di rete, tra Enel distribuzione e Terna nella fattispecie, perché le soluzioni di connessione andavano via via crescendo di complessità, andavano ad impattare, a interessare anche i gestori di rete di livelli di tensione diversa, che come sapete, sono anche due gestori differenti. Come sapete anche –storia- il discorso delle garanzie è stato in un primo momento bloccato con una sentenza del TAR Lombardia, successivamente l’autorità, anche accogliendo un numero considerevole di osservazioni, anche da parte dei gestori di rete, nonchè dai produttori -ci ha riprovato insomma- rintroducento le garanzie, introducento con la delibera 187, recentissima, alla fine dell’anno scorso, introducendo di nuovo il meccanismo delle garanzie, e anche altre forme di regolamentazione per quanto riguarda la rassegnazione di potenza, o discorsi di questo tipo; ma ahimè, sapete tutti, o per fortuna, c’è stata poi una sentenza del Consiglio di Stato che ha detto basta, di garanzie non ne vogliamo sentire più. E l’autorità per l’energia elettrica e il gas successivamente, anche abbastanza recentemente, parliamo di maggio, è venuta fuori con una delibera, la 226, che in primis ha abolito tutto il discorso della presentazione di garanzie, in maniera definitiva, ha abolito alcuni articoli importanti, che rappresentavano il motivo, l’unico strumento

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che avevano i gestori di rete per poter annullare delle pratiche, andare a toccare, in un certo modo a scardinare quelle forme di iniziative che erano lì, latenti e che potevano avere una non so che forma di inerzia, rappresentavano comunque a un occhio attento, avevano carattere speculativo, a un occhio attento. Ma con l’abolizione di questi articoli in maniera molto schietta e sincera, i gestori di rete non hanno più nessuno strumento per annullare pratiche, se non la decadenza dell’accettazione del preventivo, ma quella insomma è una cosa abbastanza banale. Questo per rispondere a chi durante il coffe break mi diceva: adesso ci dirà quanta potenza liberate in Basilicata? In questo momento i gestori di rete non hanno grossi strumenti, non hanno strumenti per poter andare a scardinare questo meccanismo. Non mi dilungo sugli aspetti autorizzativi, perché li conoscete meglio di me, ci sono state delle leggi, in particolare nella Regione Basilicata, che hanno favorito, hanno semplificato gli iter autorizzativi per la realizzazione e anche la connessione degli impianti di produzione e questo ha portato quindi, in maniera molto favorevole, a far crescere le domande nella Regione Basilicata (io sono competente anche sul territorio della Puglia. Anche lì c’è stato un fenomeno analogo, forse un impatto anche un pò più deciso, forse è partito un pò prima) che si sono poi concretizzate non soltando in domande, ma poi in connessioni vere e proprie. Ecco, l’apporto in più rispetto a tutto quello che è stato detto stamattina, tutto molto importante. Mi piace lasciarvi qualche segnale su che cosa è successo, sta succedendo alla rete, alla nostra rete, a seguito di tutte queste connessioni, e quali possono essere gli scenari futuri. Innanzitutto qualche numero, questi sono numeri di dicembre dell’anno scorso: come potete vedere questi sono a livello Italiano, rete di distribuzione, BT bassa tensione, media tensione e alta ma nelle quote parti di alta tensione di competenza della distribuzione. Non parliamo di rete Terna. Sono stati raggiunti numeri considerevoli di connessioni, in termini di numero di impianti, in termini di potenza connessa, la cui distribuzione, diciamo ripartizione all’interno del territorio nazionale - come potete vedere, la nostra struttura Enel Distribuzione è organizzata in macro aree - qui vedete accorpate per macro aree regionali.

| Cataldo

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Quello che colpisce è come noi, come macro area sud cioè Puglia e Basilicata, Calabria e Sicilia, abbiamo realizzato oltre 32.000 connessioni. Come potete vedere nello scenario nazionale non siamo i primi, perché come numero di connessioni c’è il Triveneto che non ci guarda, perché ha connesso un numero elevato, molto elevato di impianti di bassa tensione. Vedete, come numero di connessioni siamo gli ultimi in sostanza insomma, ce la giochiamo con poco, ma come vedete la potenza di connessione è elevata rispetto agli altri. Questo cosa vuol dire, che a parità di impianti i nostri hanno connesso una potenza maggiore. Stesso discorso vale per le richieste in piedi, abbiamo in essere delle richieste che banalmente diciamo, prenotano la capacità di rete in quanto sono istanze che hanno ancora diritto di essere lì, perché hanno ancora motivi di validità, per la soluzione, e come potete vedere nella nostra macroarea ha numeri considerevoli; per quanto riguarda la Basilicata abbiamo 3700 pratiche ancora in piedi, circa 3000 mega watt ancora pronti, perché sono tutti impianti grossi, impianti da un mega watt o giù di lì insomma. Quindi questa rete è attualmente ancora occupata, è virtualmente, diciamo, occupata. Qui ho portato altri numeri del 2011 mi piaceva aggiungere un po’ di numeri dell’anno in corso, anche perché il discorso è sempre lo stesso, per la potenza, il numero di impianti attivati per la nostra regione il nostro simbolo è DP, direzione Puglia e Basilicata, e nella media nazionale, vedete l’istogramma del numero di impianti attivati, ma come vedete come mega Watt la potenza è maggiore; abbiamo avuto un numero di impianti attivati nei mesi di Maggio e di Giugno elevatissimo, in maniera particolare in Basilicata. Abbiamo passato delle giornate intense, soprattutto nei mesi di maggio e di giugno. Si parlava anche prima, la domanda, parlo sempre delle reti di media e bassa tensione, come vedete, la domanda, cioè quanto viene l’assorbimento che hanno le nostre reti, è attualmente - insomma sono dati del 2007 questi-, è coperto per un po’ meno della metà dagli impianti già in essere, già attivati. Se dovessimo attivare tutti gli impianti che sono lì pronti, che sono

| Cataldo

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con pratiche in essere, avremmo di gran lunga superato il nostro fabbisogno. Questo, l’origine, l’avere un numero così elevato di richieste ha portato i gestori di rete a dover affrontare un problema serio sulla rete, la famosa saturazione di rete. Mi piace fare questo paragone, perdonatemi se è molto semplice. La rete che abbiamo noi qui, in Puglia e Basilicata, non è una rete fortissima, perchè storicamente avevamo la richiesta di carico, che era quella che era, quindi avevamo una rete dimensionata per la richiesta di carico che c’era. All’improvviso, nell’arco di due anni, anche meno, sono piovute tantissime richieste, come se si fosse portato un flusso su una strada comunale, si fosse fatto confluire il traffico di un’autostrada, con tutta la pesantezza e quello che c’è. E quindi la rete ha dovuto essere aggiornata, le soluzioni di connessione sono dovute diventare sempre più complesse, con molto spesso necessità di interfaccia, di interventi anche sulla rete a livello di tensione superiore, la rete di Terna, dicevo poco fa. Questo si è tradotto nella richiesta di realizzazione di nuove cabine primarie o di potenziamenti di cabine primarie esistenti con l’inserimento di terzi Tierre.Questa è un pò la situazione, la distribuzione delle nuove future cabine primarie, sono ben 84, vi dico onestamente, con le rinunce di alcuni produttori e gli annullamenti che siamo riusciti a consolidare prima della delibera 226, siamo riusciti ad abbassare un po’ questo fenomeno di saturazione di rete che purtroppo è ancora serio. Non a caso la Basilicata come anche la Puglia, a parte la provincia di Bari, sono aree critiche, definite dall’Autorità per le Energie Elettriche e gas, aree critiche. Che cosa ha significato, che cosa sta significando questo, questo numero consistente di produttori attivi sulla rete di media e di bassa, per la nostra rete. Normalmente i flussi di energia, sono entranti nella rete di distribuzione, cioè dalle rete di trasmissione nazionale a 380 kilowatt, a 150, entrano nella rete di media, per andare a servire i clienti di media, bassa, ovviamente non sto parlando dei clienti di alta, quindi per andare ad alimentare i clienti di media e di bassa. Adesso, avendo una generazione sulla rete di bassa e di media sempre crescente, questo si sta traducendo in una inversione del flusso

| Cataldo

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di energia, cioè la produzione è tanta che ha determinato, e sta determinando in maniera crescente, nelle nostre sezioni di passaggio alta-media, che sono quelle da noi controllate come distribuzione, sta verificando un crescente numero di inversione del flusso di energia, che è un fenomeno che crea un problema di stabilità della rete, e che può portare addirittura al temuto funzionamento d’isola della rete. Questo che cosa vuol dire, ovviamente non ci dobbiamo allarmare, ma questo vuol dire che la rete sta migrando verso una struttura storica che era di rete passiva, insomma di utenza, in una struttura dinamica bivalente, diciamo bidirezionale. E quindi la rete deve essere sempre più intelligente. Abbiamo una generazione distribuita, i flussi di potenza, come vi dicevo poco fa, non hanno più soltanto un verso ma possono averne un altro, e quindi la rete deve star dietro, la rete deve diventare intelligente, la rete deve attrezzarsi in modo tale da soddisfare e da poter mettere insieme tutte le necessità, distribuire l’energia in modo efficiente, sostenibile e vantaggioso per tutti gli elementi, gli attori in gioco, i clienti passivi, i clienti attivi, quindi cercare di ottimizzare i flussi energetici per quanto riguarda la produzione, in base alla domanda che ci può essere nel tempo e, perché no, soprattutto aumentando l’affidabilità della rete stessa e riducendo l’impatto sull’ambiente; se n’è parlato tanto. Quindi questo passa anche e soprattutto attraverso un maggior ruolo e una maggiore consapevolezza del cliente sulla rete e non è più soltanto un soggetto passivo, ma diventa un soggetto che interagisce con la rete stessa. Non a caso sono nati, ne sentivo parlare poco fa, l’Assessore Viti, abbiamo in corso, abbiamo in pentola una serie come distribuzione, le famose smart green, una serie di progetti, che si stanno concretizzando in maniera, diciamo seria, che puntano proprio a questo, allo stoccaggio, si stà lavorando su questo, in maniera concreta. Poi passa anche per altre forme di utilizzo dell’energia che si trova distribuita nella rete, che può essere la mobilità elettrica. Insomma è uno scenario nuovo, importante, ma sentivo parlare stamattina dell’importanza delle smart green, delle reti intelligenti come un’opportunità, come una possibilità di sviluppo, ed è tutto vero e concreto. Aggiungo un’altra cosa, è anche un’esigenza della rete adesso,

| Cataldo

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perché la rete per come si è evoluta adesso, ha bisogno di diventare intelligente, quindi va bene la parte importante di investimento, però è anche un’esigenza, cioè dobbiamo evolvere verso questo discorso di rete intelligente. Grazie.

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[email protected]

| Cataldo

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Daniele PitteriEditorialista quotidiano“La Repubblica”Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano

Moderatore

Mentre sentivo parlare Monica Cataldo pensavo alla straordinaria circostanza

verificatasi circa 130 anni fa, quando contemporaneamente due grandissimi

inventori e imprenditori – Edison e Bell – si posero il problema della creazione

di reti, senza le quali le loro invenzioni, la luce elettrica e il telefono, non

avrebbero potuto avere alcun futuro. Monica Cataldo ha fatto emergere

che oggi le reti non sono solo infrastrutture fisiche, ma anche infrastrutture

intelligenti. Anzi, siamo in presenza di reti fatte da intelligenze, da un insieme

di infrastrutture, tecnologie e persone.

Purtroppo abbiamo più di un’ora di ritardo, cosa che, a malincuore, ci

costringe ad annullare la parte dibattimentale che auspicavamo all’inizio.

Tuttavia preghiamo tutti coloro che volevano intervenire a farci pervenire i

propri contributi in modo da poterli inserire negli Atti di questo convegno che

saranno pubblicati subito dopo l’estate.

Prima di cedere la parola al Presidente della Regione Vito De Filippo per le sue

conclusioni in merito ai temi trattati stamani, mi congedo, ringraziando tutti

i presenti per l’attenzione e la partecipazione.

A lei la parola, Presidente.

Ho seguito con molta attenzione il dibattito di questa mattina. E ho ascoltato interessanti proposte immesse nella rete della discussione. Quindi eviterò di affidare alla mia sintesi tutto ciò che è stato ampiamente approfondito e vorrei, ricollegandomi soprattutto all’intervento dell’assessore Pittella, che ha introdotto i lavori insieme al direttore Vita, darvi un ulteriore elemento di orientamento rispetto al senso di questo incontro, anche sulla scorta delle indicazioni che il governo regionale aveva inteso fornire in precedenza.Questa non è la solita iniziativa convegnistica, ma prova a svolgere

Vito De FilippoPresidente Regione Basilicata

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una funzione di tipo istituzionale, e quindi profondamente politica: una parola, quest’ultima, spero non desueta, richiamata più volte nel corso della discussione, proprio perché ad essa fanno capo precise scelte e ambiti definiti di responsabilità. Scelte e responsabilità che fanno di questo incontro un momento decisivo, anche per la presenza, in sala, dei rappresentanti di tutte le Istituzioni, a partire dal Presidente della Provincia di Potenza che, come al solito, ha svolto su questo tema un ottimo intervento. Mi consentirete inoltre di salutare i molti parlamentari e i tanti consiglieri regionali presenti. Questo prologo mi serve per dire due, tre cose semplici.C’è un sommovimento non sempre facilmente percepibile nel settore dell’energia nel nostro paese. Per la verità non è una novità. Non è un’eccezione. Sommessamente penso che, come Paese, siamo andati, e continuiamo ad andare ancora oggi, un pochino ad orecchio sul tema dell’energia.Proverò a spiegare che significa questa battuta. Dicevo: c’è un sommovimento, che è stato pure misurato in alcuni interventi, sui bisogni. O meglio, sulla decrescita dei bisogni. Sicuramente, c’è stato negli anni precedenti un sommovimento sulle fonti energetiche possibili, dal momento che per ragioni comunitarie, planetarie e ambientali le fonti fossili, in un arco temporale più o meno prevedibile, saranno in via di ultimazione. E come dicono gli esperti siamo in una fase di sommovimento in termini normativi e programmatici, sia a livello locale che regionale e nazionale.Trovare una rotta nel settore dell’energia in Italia non è una pratica molto semplice. Ci sono limiti che io, ovviamente accennerò e descriverò, che in una regione come la Basilicata, sono particolarmente visibili. Da noi c’è il mix più autorevole, più potente, per molti aspetti anche quello meno facilmente sostenibile sia in termini ambientali che di percezione da parte della comunità. E’ il mix delle fonti fossili, rappresentato dal petrolio e dal gas, da un lato, e dalle potenzialità sulle rinnovabili (sole, vento, salti idraulici), dall’altro. Nell’ambito del contesto più generale del dibattito nazionale, alla luce dei bisogni e degli obiettivi da conseguire, avendo però presenti i limiti imposti da normative e programmi ma anche dalla condizione naturale di partenza e dalle potenzialità della nostra regione, il rischio che si corre è che se i vari elementi non trovano un punto di

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| De Filippo

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tenuta e di sintesi, si potrebbero oggettivamente creare disgregazioni sociali, come sta succedendo francamente in Basilicata. Diciamolo pure: la percezione e il senso comune che ci sono in questa regione, che partono apparentemente dal petrolio e dal gas, ma che possono potenzialmente travolgere anche le soluzioni più ambientalmente sostenibili di tipo energetico sui consumi, ci dovrebbero convincere che serve un’azione profonda, aperta, trasparente, concertativa di verifica e di monitoraggio per i prossimi anni, a livelli che io considererei addirittura sorprendenti per la tenuta di questi due equilibri. Mi consentirete di dirla così. Noi abbiamo approvato qualche anno fa, non in grandissima compagnia, un piano di indirizzo energetico ambientale, sulla base di una precedente esperienza. Vedo il senatore Chiurazzi, allora assessore alle Attività Produttive. Chi meglio di lui potrebbe confermarlo? Con il primo piano energetico, approvammo un piano di indirizzo energetico ambientale: l’ultimo in una fase nella quale i limiti della programmazione regionale furono anche oggettivamente segnalati. Partì la Società Energetica Lucana. E io feci una battuta a quel tempo, dicendo: come dopo la seconda guerra mondiale, l’emergenza abitativa costrinse lo Stato a mettere in campo gli Istituti autonomi delle case popolari per colmare il più grande dei problemi creati dai bombardamenti, così i territori avranno bisogno, nei prossimi anni, per garantire il giusto equilibrio tra la crescita dei bisogni e le non sempre sostenibili energie da fonti fossili, di un management permanente, costante, che io spero venga prima o poi incluso in tutte le pubbliche amministrazioni. La Società Energetica Lucana partì in quella fase, anche in un contesto nazionale abbastanza complicato, per accelerare questa possibilità manageriale, Ma soprattutto per creare quella cultura che io spero diventi, come sta diventando in molte esperienze anche comunali e provinciali permanenti, un esempio di gestione adeguata, innovativa, avanzata del settore dell’energia. Con tutti i limiti di quel piano di indirizzo energetico ambientale, in un Paese, come il nostro, “gas dipendente”, ancora oggi, nonostante vi sia un obbligo normativo che è quello imposto dalla legge del 2009, non solo non c’è il piano energetico nazionale, ma non sono ancora pronte le strategie energetiche nazionali. Oggettivamente i territori italiani, a partire dalla Basilicata che, per

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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le ragioni che dirò in conclusione, soprattutto per quanto riguarda le fonti di tipo fossili (petrolio, gas) come le forze politiche in maniera condivisa, stanno dicendo ormai a chiare lettere e ad alta voce, hanno bisogno di un’interlocuzione a livello nazionale ed europeo, per poter essere istruite sul da farsi e per verificare meglio le scelte fatte. Ripeto, noi abbiamo a disposizione un piano energetico regionale, in un quadro di programmazione nazionale non ancora pronto e con una serie di spinte più o meno incisive, più o meno condivisibili, sul fotovoltaico e sulle fonti energetiche rinnovabili, così come i due ultimi decreti in qualche modo hanno definito e impostato. Il che ovviamente ha creato complicazioni non soltanto dal punto di vista degli investimenti, come ci ha fatto notare Enel a proposito della quantità di fonti energetiche rinnovabili che vengono immesse in rete. Quella stessa rete che produce oggettivamente una esigenza di investimenti e una intelligenza (un termine che mi piace molto) che ovviamente si presta a future valutazioni, tutte da fare. Quindi l’incontro di oggi, per dirla in sintesi, si muove in questo quadro complicato, col governo regionale e con l’assessore Pittella che hanno prontamente organizzato un evento assolutamente di qualità, partendo dal presupposto che il modo migliore per non fare errori, per evitare danni e difficoltà al territorio, alle imprese, alle amministrazioni e ai cittadini è quello di costruire un percorso resistente di concertazione, valutazione e consultazione. Un metodo permanente, trasparente, che pur privo di quel quadro nazionale, che sarebbe stato sicuramente molto più utile, ci ha comunque consentito di inquadrare il problema non solo in termini di obbiettivi di produzione, come ha ricordato il presidente della Provincia, ma anche sul versante della organizzazione, proprio perché il Burden Sharing impone una vera e propria programmazione dei consumi energetici sul territorio: dai trasporti alla pubblica amministrazione, a tutti gli energivori di altissima qualità in termini smart, in termini, appunto, intelligenti. Proprio per questo, noi abbiamo messo in campo, anche con la collaborazione di Enel e di tante amministrazioni, a partire dai centri di ricerca, una interessante iniziativa sulle Smart City, che vorrei ricordare è tutta finanziata con risorse regionali.La Smart City della Basilicata, infatti, non utilizza risorse rivenienti dal programma operativo nazionale, perché noi siamo esclusi dai benefici previsti per le Regioni convergenza.

| De Filippo

|

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Io assegno a questa sperimentazione, proprio in relazione agli obbiettivi del cosiddetto Burden Sharing, una funzione rilevante, perché da quello che si sta traducendo in termini progettuali, quel programma, nel settore ambientale, dei trasporti, della mobilità, del turismo prova a costruire, in sintesi, dei “dimostratori”. Cioè dei modelli che una volta replicati o se possibilmente sperimentati e quindi replicabili, danno ad un contesto regionale, un’intelligenza di raggiungimento di quegli obbiettivi che sono assolutamente rilevanti per la Basilicata. Ed io continuo a sottolineare che non riguardano soltanto la quantità di produzione, di fonti energetiche, ma il contesto più generale nel quale si svolgono le iniziative dei privati, delle energie, vuoi delle pubbliche amministrazioni, vuoi di tutti quanti quei soggetti che possono in qualche modo animare il territorio. Quindi non solo è complicato perché il cambio di modello del nuovo conto energia, sulle fonti energetiche rinnovabili può oggettivamente determinare effetti controproducenti, anche se come ha detto l’ingegnere Vita ci sono prospettive di disincentivazione, di compatibilità, di sostenibilità nel settore energetico. Le esperienze spagnole sono sicuramente molto belle, sono state citate anche questa mattina e ad esse noi dobbiamo guardare con molta attenzione. Ma non è solo l’ingrediente incentivo che crea difficoltà, è il mix di registri e di aste che sono state inserite nei due decreti. Voglio dire, sommessamente, che mi è capitato in quella circostanza di rappresentare le Regioni nell’interlocuzione con il Governo. E in quella circostanza il sottosegretario De Vincenti, ci ha strappato un parere favorevole. O meglio ci ha strappato un sì condizionato alla accettazione di un documento presentato dalle Regioni, nel quale erano contenuti alcuni emendamenti da noi considerati insuperabili, assolutamente decisivi, soprattutto sul tema dei registri e dell’elevazione dei massimali a 12 kilowatt. Sono gli stessi elementi sui quali questa mattina l’assessore Pittella vi ha intrattenuto, parlando della sburocratizzazione. A tal proposito, in alcuni casi, noi siamo andati oltre la normativa e siamo stati richiamati dalla Corte Costituzionale, provvedendo poi a modificare le norme oggetto di contestazione.Certo, il tema autorizzatorio, in una valutazione di sostenibilità ambientale, è assolutamente rilevante.

| De Filippo

|

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Quindi, per concludere, aggiornamento del piano di indirizzo energetico ambientale, quale momento di start up dell’iniziativa odierna. Lo ripeto: abbiamo approvato un piano di indirizzo energetico in un quadro nazionale allora impreciso, inesistente. Oggi, grazie ai dati della rete e di Terna, si è prodotto oggettivamente un avanzamento straordinario. Stamattina ho sentito la rappresentante di Terna che ha fatto un interessante annuncio anche in termini di investimenti. Speriamo. Ma io vorrei ricordare a molti degli operatori che a un certo punto, non so se propriamente o impropriamente (vedo in sala l’ing. Scuderi, che potrebbe sicuramente dire una parola chiara in proposito), la Regione Basilicata aveva fatto ricorso addirittura all’Autorità dell’energia, sollecitando l’apertura di un Tavolo, perché nei rapporti Territorio-Terna-Imprenditoria c’erano cose che non ci apparivano totalmente puntuali e precise. Siamo molto contenti che si annuncino investimenti rilevanti. Alcuni li conosciamo. E io spero che possano rendere ancora più semplice un’operazione programmatica smart, intelligente, che sulle rinnovabili si può ancora fare. Quindi lo start up, come dicevo, parte oggi. Il metodo è quello adottato questa mattina, con gli operatori che hanno interessi imprenditoriali, con le pubbliche amministrazioni, con i decisori pubblici, con i rappresentanti delle pubbliche amministrazioni che hanno interesse, competenze ed elementi da immettere nella rete della nuova programmazione. Io vorrei segnalare la legge 31 del 2008. Ed in particolare l’articolo 9 di questa legge, che per la prima volta nella storia della Basilicata (e consentitemi di utilizzare un pò di aulicità, che certe volte fa bene alla fiducia e incoraggia il nostro lavoro), costituì un link promettente e straordinario per i prossimi anni, nel rapporto tra fonti fossili e fonti rinnovabili. E questo perché “costrinse” la Regione Basilicata ad utilizzare le royalty che ricavavamo dalla vendita del gas presso il punto di scambio virtuale, in modo da guadagnarci anche qualcosa, per finanziare i primi investimenti pubblici che la SEL sta facendo nel settore delle rinnovabili. Io credo che questo sia un elemento di forza e di ricchezza della Basilicata: petrolio, rapporto tra gas e petrolio, prospettiva smart city, sostenibilità in termini ambientali nei prossimi anni. Del resto, il memorandum a suo tempo sottoscritto con il Governo dice esattamente questo: zero petrolio da oggi in poi in termini di nuove

| De Filippo

|

Page 106: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|106|

autorizzazioni, di nuove concessioni, se non in un quadro nuovo di rapporti tra Stato, Regione e Compagnie, che determini effetti positivi in termini di sostenibilità ambientale, tutela alla salute e anche di occupazione e di sviluppo. In questo senso sono apparse molto interessanti, nel lavoro che dobbiamo fare per l’aggiornamento del PIEAR, alcuni elementi emersi nel dibattito. Ne cito soltanto alcuni. Dobbiamo continuare sul tema dell’investimento in termini di efficienza energetica, soprattutto nel settore dell’edilizia, a partire da quella pubblica. Dobbiamo procedere con investimenti infrastrutturali che forse, ancora una volta, nei programmi del memorandum, le fonti fossili possono garantire. Dobbiamo procedere, perché hanno dato risultati interessanti, in una organizzazione degli acquisti pubblici e dei grandi energivori in termini associati. Io credo che questa possibilità di stare sul mercato con quote più consistenti di acquisti ci possa dare risultati rilevanti anche sul piano regionale. Assegno in termini di dimostrazione al programma di smart city esiti importanti sulla nostra programmazione sia dal punto di vista energetico che ambientale e turistico. Faccio un solo esempio: ci sono piccole autovetture che vengono prodotte da grandi gruppi industriali, tra cui alcuni di matrice italiana, che sono molto interessanti per i tre settori appena citati. Pensate a quanto sarebbe interessante una visita dei Sassi di Matera a bordo di queste mini-car, che non costano molto, sono sostenibili in termini energetici, hanno un forte impatto comunicativo e determinano una sostenibilità in termini ambientali, con prospettive di Burden Sharing anche molto interessanti.Quindi la Smart City e i dimostratori che noi potremmo ricavare da questa operazione sono molto utili, al pari dei cosiddetti SEU (questo nuovo acronimo sulla efficienza), e sulle batterie di accumulo, a loro volta indispensabili per consentire un uso ottimale delle fonti energetiche rinnovabili. Infatti c’è molta produzione che a volte è prodotta quando non serve e che invece dovrebbe essere stoccata in fasi particolari dell’anno, in rapporto ai cicli produttivi e alle esigenze della pubblica amministrazione. Per dirla tutta, c’è ancora una volta l’esigenza di un uso intelligente e smart di ciò che noi potremmo in qualche modo attuare. L’aggiornamento del piano di indirizzo energetico ambientale ha una parola predominante che è quella

| De Filippo

|

Page 107: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|107|

dell’innovazione; innovare un palazzo, costruirlo in termini sostenibili, in termini energetici, adeguare cittadini e imprese ai consumi, sostenere punti di investimento in settori energivori o in produzione particolarmente energivori, governare i territori in termini ambientali, con trasporti sostenibili. È tutto intorno a questa parola che una piccola realtà demografica, ma un grande territorio geografico, come il nostro, con grandi risorse energetiche rinnovabili e con grandi risorse fossili, può scrivere, com’è stato indicato anche questa mattina, una pagina interessante nel quadro energetico non solo nazionale ma anche europeo. E l’attenzione manifestata da un pubblico oggettivamente numeroso accorso a questa nostra prima iniziativa, non solo mi fa piacere, ma ci fa sperare sull’evoluzione di un dibattito produttivo, forte, complesso e sicuramente dagli esiti innovativi per la Basilicata e per l’intero Paese.

____________________________

[email protected] www.basilicatanet.it

| De Filippo

|

Page 108: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata
Page 109: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|109|

Scenari e politiche energetiche .....................................................................................111Davide Tabarelli

Energie rinnovabili: un tuffo nel futuro ...................................................................118Cristina Martorana

Regione Basilicata: lo sviluppo delle rinnovabili ....................................................122Chiara Vergine

Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle FER ..................... 126Antonio Martini

Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico ..............135Andrea Gilardoni

Relazione ...............................................................................................................................143Giandomenico Marchese

Connessioni di produttori - Gestione delle richieste di connessionealle reti in BT e MT ............................................................................................................150Monica Cataldo

Page 110: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|110|

| Vita |

Page 111: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|111|

| Tabarelli

|

Fonti energetiche rinnovabili, Fonti energetiche rinnovabili, Fonti energetiche rinnovabili, quali

Fonti energetiche rinnovabili, quali quali prospettive?

Fonti energetiche rinnovabili, Fonti energetiche rinnovabili, quali quali prospettive?prospettive?prospettive?prospettive?

Fonti energetiche rinnovabili, Fonti energetiche rinnovabili, prospettive?prospettive?

Opportunità tecnologiche:

• gassificazione di biomasse legnose

• impianti ibridi

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

pensare nuovo

superamento degli schemi tradizionali

creatività

focalizzare la propria visione del mondo

pensare la Tecnologia

per riconcepire l'Economia

come regola Naturale

di governo delle Società

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

ARES in breveARES in breve ARES in breve

ARES nasce nel giugno 2010 come società di engineering vocata allo

specifico settore degli IAFNR (Impianti a Fonti Nuove e Rinnovabili) e

dell’URE (Uso Razionale dell’Energia)

La quasi 20nnale esperienza delle risorse umane sul tema della

Pirolisi – Gassificazione ha portato alla joint con Ansaldo, che ha

sviluppato un reattore di gassificazione ad hoc per le biomasse

Pirolisi Fanghi -> Nuovo Reattore -> Gassificazione Biomasse

Scenari e politiche energetiche

Davide TabarelliNE Nomisma Energia

Potenza, 20 luglio 2012

giugno 2012 Agenda

I consumi mondiali di energia

Crescita troppo sostenuta delle emissioni

La politica europea

Lo scenario in Italia

Il Piano rinnovabili

Il Piano efficienza energetica

Conclusioni

2

giugno 2012

3

Scenario globale

Page 112: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|112|

giugno 2012

4

1,3 miliardi persone non accedono a sistemi commerciali di energia

1 miliardo persone non accede all’elettricità

3 miliardi persone dispone solo di carbone e scarti agricoltura o biomasse

giugno 2012 Nel 2030 le fonti fossili rappresenteranno

ancora il 77% della domanda globale

5

Consumi mondiali di energia al 2030 (mld.tep)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

2005

2010

2015

2020

2025

2030

Altre rinnovabili

Biomasse

Idroelettrico

Nucleare

Carbone

Gas

Petrolio

Consumi mondiali di energiaMiliardi di tonnellate equivalenti petrolio

2011: 13,4 mld.tep

2030: 18,0 mld.tep

Fonte: Elaborazioni NE Nomisma Energia su dati IEA e BP

giugno 2012 Le emissioni mondiali di gas serra

21,023,5

27,229,5

40,838,0

40,0

47,148,4

0

10

20

30

40

50

60

1990 2000 2005 2008 2030

SF6 - Industrial processes

PFC - Industrial processes

HFC - Industrial processes

N2O - Totale

CH4 - Altri

CH4 - Energia

CO2 - Altri

CO2 - Combustibili

Emissioni mondiali di gas serra Gt CO2-equiv.

54,4

Emissioni di gas a effetto serra diversi dalla CO2

per consumi energetici

Consumo combustibili fossili

6

Fonte: Elaborazioni NE Nomisma Energia su dati IEA

Emissioni mondiali di gas serra (Gt CO2 equiv.)

| Tabarelli

|

Page 113: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|113|

Mobilità

Bisogno primario dell’uomo che si scarica sui veicoli a motore

Sempre più sofisticati e con costi minori

L’unico propellente rimane il derivato del petrolio

Elettricità e idrogeno lontani oltre il 2050

Elettricità

Non è una fonte di energia, ma è un vettore di energia

Estremamente versatile per il consumatore finale

Il suo consumo è a basso impatto ambientale

Cosa spinge la domanda di energia?

7

Più petrolio

Luglio 2012

Mobilità

Bisogno primario dell’uomo che si scarica sui veicoli a motore

Sempre più sofisticati e con costi minori

L’unico propellente rimane il derivato del petrolio

Elettricità e idrogeno lontani oltre il 2050

Elettricità

Non è una fonte di energia, ma è un vettore di energia

Estremamente versatile per il consumatore finale

Il suo consumo è a basso impatto ambientale

Cosa spinge la domanda di energia?

8

Più carbone gas e rinnovabili

Luglio 2012

9Giugno 2012

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0

2010 CCGT Brent 100 $/bbl

2010 Coal 120 $/t

Nucleare alto

Nucleare basso

Eolico

Biomasse

Idro piccolo

Idro grande

Fotovoltaico

Costo capitale

Costi operativi

Combustibile

Decomissioning

Permessi emissioni CO2

Fonte: NE

25

Costi di produzione dell'elettricità ad aprile 2011: confronto rinnovabili e tradizionali (€cent/kWh)

I costi si stanno allineando________________

| Tabarelli

|

Page 114: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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9Giugno 2012

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0

2010 CCGT Brent 100 $/bbl

2010 Coal 120 $/t

Nucleare alto

Nucleare basso

Eolico

Biomasse

Idro piccolo

Idro grande

Fotovoltaico

Costo capitale

Costi operativi

Combustibile

Decomissioning

Permessi emissioni CO2

Fonte: NE

25

Costi di produzione dell'elettricità ad aprile 2011: confronto rinnovabili e tradizionali (€cent/kWh)

I costi si stanno allineando________________

Luglio 2012

10

La European Energy Roadmap 2050

Elaborazioni NE Nomisma Energia su dati Commissione Europea

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

FER Gas Nucleare Petrolio Carbone

2005

2030

2050

Range d'utilizzo di fonti energetiche nel consumo finale lordo di energia al 2030 e al 2050 rispetto ai livelli 2005*

* Range d'utilizzo al 2030 (arancione) e al 2050 (verde) delle diverse fonti , confrontato con i livelli del 2005 (grigio)

11Luglio 2012

Gli incentivi alle altre fonti: il decreto FER

0

50

100

150

200

250

300

350

Eolic

o o

nsh

ore

Eolic

o o

ffsh

ore

Idro

elet

tric

o

Oce

anic

a

Geo

term

ica

Gas

di dis

cari

ca

Gas

da

pro

cess

i di

dep

ura

zione

Bio

gas

Bio

mas

se

Bio

liquid

i so

sten

ibili

Range d'incentivo per impianti alimentati da FER con potenza fino a 5 MW* che entrano in esercizio nel 2013

* 10 MW per la fonte idroelettrica, 20 MW per quella geotermica

€/MWh

Elaborazioni NE Nomisma Energia

| Tabarelli

|

Page 115: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|115|

Luglio 2012

12

Altri fondi regionali ed europei4,0 0,0

14,1

3,2

1,3

3,6

3,1 28,00,7

61,0

0

20

40

60

80

100

1982-2010 2011-2020

AsteTariffa Onnicomprensiva

Conto energia fotovoltaico

Certificati Verdi

Cip 6/92 rinnovabili

Legge 308/82 (PEN 81)

Stima spesa politiche sostegno FER per elettricitàmld. €2010

23,2

106,2

40 anni di incentivi in Italia

Il sostegno finanziario alle fonti rinnovabili in Italia risale all’inizio degli anni ‘80 con la legge 308/82.

Da allora si sono susseguite numerose misure, a livello nazionale e regionale.

Al 2010 il totale cumulato della spesa può essere stimato in 23,2 mld.€.

Il balzo nel prossimo decennio porterà il totale, in base a stima conservative, a oltre 100 mld.€.

Elaborazioni NE Nomisma Energia

Luglio 2012

13

10,2 9,7 10,4

2,92,6

3,0

0,9 2,4

3,1

0

5

10

15

20

25

IV trim 2008 fine II trim 2012 tariffa 2020

IVA

Imposte

Oneri generali rinnovabili

Costi di Commercializzazione

Oneri generali altri

Trasporto

PerequazioneDispacciamento

Combustibile alle centrali

Tariffe elettriche mercato regolato in Italia€cent/kWh

19,0

21,4

18,1

La tariffa elettrica in Italia ha raggiunto un massimo storico a 19 €cent/kWh

La tendenza è di crescita anche nei prossimi anni

La componente rinnovabili è più che triplicata in 4 anni ed è destinata ad un ulteriore aumento al 2020.

Il peso delle rinnovabili sul totale è superiore a quello delle tasse. A questi andrebbero aggiunti una quota dei maggiori oneri di trasporto, per circa 0,4 €cent nel 2020.

Il peso sulla bolletta elettrica

Elaborazioni NE Nomisma Energia

Luglio 2012

14

0

50

100

150

200

250

1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035

Italia: domanda di energia

mln.tep

Carbone

Rinnovabili

Gas

Petrolio

Importazioni elettriche

Nucleare

stima 2011: 182

2030: 205

Previsioni

| Tabarelli

|

Page 116: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|116|

giugno 2012

15

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

1950 1953 1956 1959 1962 1965 1968 1971 1974 1977 1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010

Produzioneidrocarburi

Consumoidrocarburi

Deficit Interno 2010: 91%

Produzione e Consumo di Gas e Petrolio in ItaliaMtep

16

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

1970

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

2012

2014

2016

2018

2020

2022

2024

2026

2028

2030

Entrate potenziali

Entrate effettive

Entrate totali per lo Stato da attività petrolifereMln.€

Previsioni

Più E&P più prelievo fiscale

20 Marzo 2012

giugno 2012

17

-

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035

Biomasse e rifiuti

Fotovoltaico

Eolico

Idro

Geo

Produzione elettrica da fonti rinnovabili in Italia

(GWh)

Previsioni

| Tabarelli

|

Page 117: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|117|

Crescita inarrestabile dei consumi e emissioni

Urgente decarbonizzare

I fossili conteranno ancora molto

Politica europea molto ambiziosa

Grandi potenzialità nelle regioni del sud

Irripetibile occasione di sviluppo sulle rinnovabili

Conclusioni

giugno 2012

19

giugno 2012

Davide [email protected]

---------------------------------------------

NE – Nomisma EnergiaVia Montebello, 2

40121 – Bologna (Italy)Tel. +39 051 19986550Fax. +39 051 19986580www.nomismaenergia.it

20

| Tabarelli

|

giugno 2012

Consumo finale lordo di energia da FER al 2020 secondo il Piano d'azione nazionale (Mtep)

PAN: al 2020 consumo finale lordo di energia da FER doppio rispetto al 2010

Fonte: Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili

1,93,9

6,1

10,54,8

5,7

7,0

8,5

0,2

1,0

1,8

2,5

0

5

10

15

20

25

2005 2010 2015 2020

Consumo finale lordo atteso di energia da FER nei trasporti

Consumo finale lordo atteso di elettricità da FER

Consumo finale lordo da FER atteso per riscaldamento e raffreddamento

6,94

10,62

14,88

21,49

Consumo finale lordo di energia da FER al 2020 secondo il Piano d'azione nazionale

Mtep

18

Consumo finale lordo di energia da FER al 2020 secondo il Piano d’azione nazionale (Mtep)

Page 118: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|118|

| Martorana

|

Watson, Farley & Williams

Energie rinnovabili: un tuffo nel futuro

Avv. Cristina Martorana

Evoluzione del quadro normativo nazionale e regionale.

Criticità e prospettive - 20 luglio 2012

Watson, Farley & Williams

I punti cardinali del settore

La liberalizzazione del mercato

elettrico

Gli obiettivi dell’Unione europea

e il Protocollo di Kyoto

La semplificazione normativa

L’articolo 117 della Carta

Costituzionale

Il sistema degli incentivi

Watson, Farley & Williams

Criticità

I mancati investimenti nelle

infrastrutture

La mancanza di una reale politica

condivisa a livello di Unione

europea

Il mancato “decollo” del mercato

dell’emission trading

L’incapacità di applicare le norme

sulla semplificazione e quindi di

semplificare

Una politica in materia di

incentivi sbagliata nei modi e nei

tempi

Page 119: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|119|

Watson, Farley & Williams

Le prospettive

Un mercato maturo con

potenzialità ancora inesplorate

La Grid Parity

L’innalzamento degli obiettivi

europei

Il riconoscimento del mercato

delle rinnovabili come unica

alternativa ad altre fonti

energetiche e comunque

complementare al mercato del gas

La selezione dello

sviluppatore/investitore “sano” e

del progetto “buono”

Watson, Farley & Williams

La Regione Basilicata: un’occasione da non perdere

La legge regionale 8/2012: luci ed

ombre

Profili di incostituzionalità e

possibili rimedi

Burden Sharing: gli obiettivi per il

2020

L’utilità di un Testo Unico

regionale

Watson, Farley & Williams

Il Quinto Conto Energia

Il regime transitorio

Presupposto per l’accesso agli

incentivi

Sistemi di incentivazione

Sotto 1 MW Sopra 1 MW

| Martorana

|

Page 120: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|120|

Watson, Farley & Williams

Il Decreto FER

Il regime transitorio

L’accesso agli incentivi e il sistema

delle aste

Il destino dei Certificati Verdi

L’impatto della ricognizione delle

aree critiche ad alta

concentrazione di rinnovabili

Watson, Farley & Williams

Stabilità

legislativa

Concertazione

delle autorità

competenti

Finanziamenti

Watson, Farley & Williams

Avv. Cristina MartoranaPartner

Studio Legale Associato a

Watson, Farley & Williams

[email protected]

Energie rinnovabili: un tuffo nel futuro

| Martorana

|

Page 121: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|121|

All references to ‘Watson, Farley & Williams’ and ‘the firm’ in this presentation mean Watson, Farley & Williams LLP and/or its affiliated undertakings. Any reference to a ‘partner’ means a member of Watson, Farley & Williams LLP, or a member or partner in an affiliated undertaking, or an employee or consultant with equivalent standing and qualification. This presentation constitutes attorney advertising.

© Watson, Farley & Williams 2012 Watson, Farley & Williams

| Martorana

|

Page 122: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|122|

Regione Basilicata:

LO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI

POTENZA, 20 LUGLIO 2012

Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

AGENDA POTENZA, 20 LUGLIO 2012

Il processo di connessione alla RTN

Le richieste di connessione in regione Basilicata

2Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

I principali interventi per le connessioni

Il coordinamento Regione/Terna

POTENZA, 20 LUGLIO 2012

TERNA S.p.A. è la società responsabile (pubblico concessionario) in Italia dellatrasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete ad alta e altissimatensione, e opera nel rispetto dei principi di trasparenza, neutralità e non discriminazione (aisensi dell’art. 9 della Convenzione annessa al Decreto Ministeriale 20 aprile 2005).

Terna Rete Italia S.p.A. è la Società del Gruppo Terna che si occupa dell’esercizio, dellamanutenzione e dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, nel rispettodell’ambiente e delle comunità.

CONNESSIONE ALLA RETE DI TRASMISSIONE NAZIONALE

3Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

Terna, nel suo ruolo di Gestore Nazionale, ha l’obbligo di connessione alla Rete di tutti i soggetti che ne facciano richiesta; In particolare è competente per la connessione in alta e altissima tensione alla Rete di Trasmissione Nazionale di impianti con una potenza uguale o superiore a 10 MW; L’iter di connessione alla Rete elettrica nazionale è regolamentato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas attraverso delle apposite Deliberazioni che Terna ha recepito nel Codice di Trasmissione, Dispacciamento, Sviluppo e Sicurezza della Rete (Codice di Rete).

| Vergine

|

Page 123: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|123|

POTENZA, 20 LUGLIO 2012PROCESSO DELLE CONNESSIONI RTN E NORMATIVA DI RIFERIMENTO

90 gg 120 gg

90 gg 120 gg

Richiesta di connessione

Invio progetto delle opere

Autorizzazione Regionale +

Richiesta STMD

Elaborazionepreventivo

Accettazionepreventivo

Rilascio benestare

Elaborazione STMD

AccettazioneSTMD

Contratto di connessione

60 gg

4Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

Del. 19 dicembre 2005 - ARG/elt 281/05

Del. 23 luglio 2008 - ARG/elt 99/08 (TICA)

Del. 4 Agosto 2010 - ARG/elt 125/10 (TICA)

Del. 22 Dicembre 2011 - ARG/elt 187/11 (TICA)

Del. 28 Maggio 2012 - ARG/elt 226/12 (TICA)

CODICE DI RETE

ESECUZIONE LAVORI ED ENTRATA IN SERVIZIO

AGENDA POTENZA, 20 LUGLIO 2012

Il processo di connessione alla RTN

Le richieste di connessione in regione Basilicata

5Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

I principali interventi per le connessioni

Il coordinamento Regione/Terna

POTENZA, 20 LUGLIO 2012REGIONE BASILICATA: POTENZIALITA’ PER LE RINNOVABILI

Radiazione SolareVentosità a 100 m

6Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

kWh per metro quadro prodotti in un anno da un impianto di 1 kilowatt picco

| Vergine

|

Page 124: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|124|

POTENZA, 20 LUGLIO 2012NUOVI IMPIANTI DI PRODUZIONE DA FONTE RINNOVABILE

MW PZ MT Totale BASILICATA Numero Richieste

Eolico 7.103 2.172 9.275 197

Fotovoltaico 719 619 1.337 54

Biomasse 0 221 221 5

• Richieste di connessione (dati al 01/07/2012):

Richieste di connessione valide per impianti da fonte rinnovabile > 10 MW

7Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

Biomasse 0 221 221 5

Termoelettrico 20 909 929 3

Totale 7.842 3.920 11.762 259

Ulteriori 2.700 MVA circa di richieste di potenza di trasformazione per richieste di connessione < 10 MW su rete MT

• Punta massima dei consumi 2010 in Basilicata: 2.690 MW

POTENZA, 20 LUGLIO 2012

ARG/elt 173/10

Criticità sulla rete di trasmissione

NUOVI IMPIANTI DI PRODUZIONE DA FONTE RINNOVABILE

8Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

Criticità sulla rete di distribuzione

Classificazione per Provincia delle aree di competenza Enel Distribuzione ai sensi della art 4 Delibera 99/08 e s.m.i.:

AGENDA POTENZA, 20 LUGLIO 2012

Il processo di connessione alla RTN

Le richieste di connessione in regione Basilicata

9Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

I principali interventi per le connessioni

Il coordinamento Regione/Terna

| Vergine

|

Page 125: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|125|

POTENZA, 20 LUGLIO 2012PANORAMICA DEGLI INTERVENTI PER CONNESSIONI PREVISTI IN BASILICATA

AreaGENZANO

AreaMONTEMILONE

MATERAAmpliamento

AreaMELFI

AreaS.MAURO

AreaGROTTOLE

AreaMONTESCAGLIOSO

AreaTITO

Avigliano

VaglioOppido

10Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

LEGENDA

SE 380/150 kV autorizzata

SE 380/150 kV in autorizzazione

SE 220 (220/150) kV autorizzata

SE 220 (220/150) kV in autorizzazione

SE 150 kV autorizzata

SE 150 kV in autorizzazione

Nuova linea 220 kV

Nuova linea 150 kV

Nuova linea 150 kV realizzate da Enel

S.MAURO FORTE

ALIANO

AreaLAURIA

PISTICCI

AreaS.ARCANGELO

AGENDA POTENZA, 20 LUGLIO 2012

Il processo di connessione alla RTN

Le richieste di connessione in regione Basilicata

11Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

I principali interventi per le connessioni

Il coordinamento Regione/Terna

POTENZA, 20 LUGLIO 2012COORDINAMENTO REGIONE/TERNA

Autorizzazione unica D. leg. N 387/03 per impianti di produzione e opereconnesse e infrastrutture indispensabili;

Acquisizione in ambito CdS del parere tecnico a cura Terna sul progetto degliimpianti per la connessione appartenenti alla RTN;

Emissione Decreti Autorizzativi:

• consentire la realizzazione degli impianti RTN secondo le specifiche Terna;• rilascio autorizzazione definitiva alla costruzione ed all’esercizio degli impianti RTN;

12Direzione Dispacciamento e Conduzione| PEO – Connessioni RTN

• rilascio autorizzazione definitiva alla costruzione ed all’esercizio degli impianti RTN;• voltura a Terna delle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti, oltre che per

l’esercizio;• pubblica utilità, urgenza, indifferibilità imposizione di vincolo preordinato

all’esproprio;• aree interessate da impianti RTN: necessario titolo di proprietà o equivalente a

garantire la permanenza in servizio degli impianti.

| Vergine

|

Page 126: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|126|

www.eni.it Ministero dello Sviluppo Economico

Dipartimento per l’Energia

Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche

Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle FERStrategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle FER

Ing. Antonio MartiniIng. Antonio Martini

Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse

FONTI ENERGETICHE RINNOVABILIFONTI ENERGETICHE RINNOVABILI

quali prospettive?quali prospettive?

Potenza, 20 luglio 2012

Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse

www.eni.it

2

A.A. ITALIAN POTENTIALITALIAN POTENTIAL

1)1) MSE NATIONAL RESOURCES MSE NATIONAL RESOURCES

INVENTORYINVENTORY

2)2) MIUR (Ministry for University and MIUR (Ministry for University and

Research)TECHNOLOGICAL Research)TECHNOLOGICAL

PLATFORMPLATFORM

www.eni.it

3

Legislative Decree February 11th 2012, n. 22

Art. 2 - National geothermal resources inventory

Papers(reports, updates, geothermal wells,

geothermal sources and thermic maps)

Projects(available database’s update and widening with info about fluids

chemical-physical temperatures and

analysis)

Geographical questioning

1)1) NATIONAL RESOURCES INVENTORYNATIONAL RESOURCES INVENTORY

| Martini

|

Page 127: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|127|

www.eni.it

4

C O R S I C A

ANCONA

L'AQUILA

PERUGIA

FIRENZE

GENOVA

Teramo

Fermo

Ascoli Piceno

Macerata

Pesaro Urbino

Rimini

Ravenna

Forlì - Cesena

Arezzo

Siena

Prato

Pistoia

Lucca

Pisa

Livorno

Rieti

Terni

Viterbo

Grosseto

Massa Carrara

La Spezia

M A R E

L I G U R E

M A R E

T I R R E N O

Isola del Giglio

L a g o d i

B o l s e n a

Fiu

me T

evere

Fiume Tevere

M A R E A D R I A T I C O

Fiume Arno

Isola di Capraia

Isola di Gorgona

Isola di Montecristo

Isola d'Elba

ARCIPELAGO TOSCANO

Isola Pianosa

Lago diVico

Lago diBracciano

LagoTrasimenoMURLO

MO NTEGEMO LI MENSA NO

BO C CHEGGIA NO

MO NTE

SA NTA

CRO CE

RO C C A STRA DA

MO NTEBA MBO LI

LA Q UERC E

MO NTE LA BBRO

C INIGIA NO

RIP A RBELLA MA ZZO LLA

S. C IPRIA NOO RC IA TIC O

C A TA BBIO

PO GGIO MO NTO NE

P IT IGLIA NO

MU RC I

TRA V A LE

C HIUSDINO

LUSTIGNA NO

LA RDERELLO

C A NNETO

RIO SEC C O

BA GNO RE

V A LENTA NO

P IA NC A STA GNA IO

C A MP IGLIA D'O RC IAC A ST IGLIO NE D'O RC IA

LE C A SC INELLE

FRA SSINI B

GUA RDISTA LLO

PEC C IO LI

RO SIGNA NO

C A STEL V ISCA RDOC A STEL GIO RGIOGRO TTE

DI CA STRO

LA V EDUTA B

MO NTO RIO

PO NTE RIGOC ENTENO

LA GO DI BO LSENA B

PO MO NTE

C A NEPINA

MO NTERO SIV EJA NO

MA NZIA NA B

LA V EDUTA A

LA GO DI BO LSENA A

A BBA DIA SA N SA LV A TO RE

LUC IGNA NO

C O RTO LLA

C A STEL GIO RGIO -TO RRE A LFINA

MO NTEC C HIO

MO NTA LC INO

SUTRI

BA GNO LO

TO BIA

LA GO DI V IC O

GERFA LC O

FRA SSINI A

RIPA D'O RC IA

C ELLE SUL RIGO

P ERETA

SC A NSA NO

P IA NA DEL DIA V O LO

C A NINO

CELLERE

PA RRA NO

MA NZIA NA A

A RRO NE

A RLENA DI C A STRO

C A SA DEL C O RTO

MO NTENERO

11 CONCESSIONI DI

COLTIVAZIONE

1 Emilia Romagna

1 Lazio

8 Toscana

1 Veneto

23 PERMESSI DI RICERCA

1 Lazio

1 Lombardia

1 Sicilia

18 Toscana

1 Valle d’Aosta

1 Mare Tirreno

62 ISTANZE DI PERMESSO DI RICERCA

26 Lazio

2 Lazio/Toscana

5 Lazio/Umbria

7 Sardegna

4 Sicilia

16 Toscana

1 Toscana/Lazio

1 Umbria

1 ISTANZA DI CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

1 Toscana

10 ISTANZE PER SPERIMENTAZIONE DI IMPIANTI PILOTA

3 TOSCANA

2 LAZIO

1 UMBRIA/LAZIO

3 SICILIA

1 CAMPANIA

TOSCANA - UMBRIA

www.eni.it

ISC HIA

C A MP O BA SSO

NA P O LI

L'A Q UILA

RO MA

Avellino

Salerno

Benevento

Caserta

Isernia

Pescara

Chieti

Teramo

Ascoli Piceno

Frosinone

Latina

Rieti

Terni

Viterbo

Grosseto

Isola del Giglio

L a g o d i

B o l s e n a

M A R E

T I R R E N O

IsolaPalmarola

Lago diVico

Lago diBracciano

Fiume Tevere

Isola di Ponza

Isola Zanone

ISOLE PONTINE

Isola di Ventotene

Isola d'Ischia

I. Procida

Fiume Volturno

Lago di Lesina

C A TA BBIO

P O GGIO MO NTO NE

P IT IGLIA NO

MU RC I

RO MA

O V EST

V A LENTA NO

LA GO DI A LBA NO

FO RMELLOLA GO DI BRA C C IA NO

MO NTE A GUZZO

A V ERNO

FO RIO D'ISC HIA

A GNA NO -SO LFA TA RA

Q UA RT O

TRIPP O DI-RO TA RO -MO NTA GNO NE

V A LLE DI SUIO

MO LET TA

MA NZIA NA B

TO LFA

V EJA NO

MO NTERO SI

LA DISP O LI

LA RIC C IA

GRO TTE DI C A STRO

LA GO DI BO LSENA B

C A STEL V ISC A RDOC A STEL GIO RGIO

LA V EDUTA B

P O NTE RIGO

MO NT O RIO

C A NEP INA

P O MO NTE

MO NTE SA LLUSTRIFIUMIC INO

BO C C EA

MO NTE EP O MEO

LA GO DI BO LSENA A

LA V EDUTA A

C A STEL GIO RGIO -

TO RRE A LFINA

C A SA DEL C O RTO

CINIGIANO

SUTRI

BA GNO LO

TO BIA

LA GO DI V IC O

C ELLE SUL RIGO

PERETA

C ENTENO

SC A NSA NO

P IA NA DEL DIA V O LO

C A NINO

SA BA TINI SUD

C ELLERE

MA NZIA NA A

A RRO NE

A RLENA DI C A STRO

MO NTEC C HIO

C A STEL DI GUIDO

5

LAZIO

11 CONCESSIONI DI

COLTIVAZIONE

1 Emilia Romagna

1 Lazio

8 Toscana

1 Veneto

23 PERMESSI DI RICERCA

1 Lazio

1 Lombardia

1 Sicilia

18 Toscana

1 Valle d’Aosta

1 Mare Tirreno

62 ISTANZE DI PERMESSO DI RICERCA

26 Lazio

2 Lazio/Toscana

5 Lazio/Umbria

7 Sardegna

4 Sicilia

16 Toscana

1 Toscana/Lazio

1 Umbria

1 ISTANZA DI CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

1 Toscana

10 ISTANZE PER SPERIMENTAZIONE DI IMPIANTI PILOTA

3 TOSCANA

2 LAZIO

1 UMBRIA/LAZIO

3 SICILIA

1 CAMPANIA

www.eni.it

CA GLIA RI

Ogliastra

Olbia - Tempio

Nuoro

Medio

Campidano

Sassari

Carbonia -

Igles ias

Oris tano

I. dell'Asinara

I. di Budelli

I. della Maddalena

I. di CapreraI. Tavolara

I. Molara

Isola diS. Pietro

Isola diS. Antioco

Isola Serpentara

SILIQ UA

SEDIN I

C UGLIERI

M A RTI S

IGIA

A NGLO NA

6

11 CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

1 Emilia Romagna

1 Lazio

8 Toscana

1 Veneto

23 PERMESSI DI RICERCA

1 Lazio

1 Lombardia

1 Sicilia

18 Toscana

1 Valle d’Aosta

1 Mare Tirreno

62 ISTANZE DI PERMESSO DI RICERCA

26 Lazio

2 Lazio/Toscana

5 Lazio/Umbria

7 Sardegna

4 Sicilia

16 Toscana

1 Toscana/Lazio

1 Umbria

1 ISTANZA DI CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

1 Toscana

10 ISTANZE PER SPERIMENTAZIONE DI IMPIANTI PILOTA

3 TOSCANA

2 LAZIO

1 UMBRIA/LAZIO

3 SICILIA

1 CAMPANIA

CAMPANIA

FO RIO

POTENZA

CAMPOBASSO

NAPOLI

L'AQUILA

ROMA

Foggia

Avellino

Salerno

Benevento

Caserta

Isernia

Pescara

Chieti

Teramo

Ascoli Piceno

Frosinone

Latina

Rieti

Terni

Viterbo

Grosseto

Isola del Giglio

L a g o d i

B o l s e n a

M A R E

T I R R E N O

IsolaPalmarola

Lago diVico

Lago diBracciano

Fiume Tevere

Isola di Ponza

Isola Zanone

ISOLE PONTINE

Isola di Ventotene Iso la

d ' Isch iaI. Pro cid a

Fiume Volturno

Lago di Lesina

ISOLE TREMITI

Isola Caprara

Isola San Domino

Lago di Varano

Isola Pianosa

C A TA BBIO

P O GGIO MO NTO NE

P IT IGLIA NO

RO MA

O V EST

MONTE LABBRO

MURC I

V A LENTA NO

P IA NC A STA GNA IO

BAGNORE

TRIP P O DI-RO TA RO -

MO NTA GNO NE

A V ERNO

FO RIO D'ISC HIA

C A STEL V ISC A RDOC A STEL GIO RGIOGRO TTE

DI C A STRO

LA V EDUTA B

MO NTO RIO

P O NTE RIGOC ENTENO

A GNA NO -SO LFA TA RA

Q UA RTO

LA GO DI BO LSENA B

PO MO NTE

LA GO DI BRA C C IA NO

V A LLE DI SUIO

MO NTE SA LLUSTRI

LA GO DI A LBA NO

FIUMIC INO

M O LETTA

C A NEP INA

MO NTERO SI

FO RMELLO

MO NTE A GUZZO

BO C C EA

V EJA NO

MA NZIA NA B

TO LFA

LA DISPO LI

LA RIC C IA

MO NTE EPO MEO

LA V EDUTA A

LA GO DI BO LSENA A

C A STEL GIO RGIO -TO RRE A LFINA

MO NTEC C HIO

C A STEL DI GUIDO

CINIGIANO

SUTRI

BA GNO LO

TO BIA

LA GO DI V IC O

C ELLE SUL RIGO

P ERETA

SC A NSA NO

P IA NA DEL DIA V O LO

C A NINO

SA BA TINI SUD

C ELLERE

P A RRA NO

MA NZIA NA A

A RRO NE

A RLENA DI C A STRO

C A SA DEL C O RTO

A GNA NO

SARDEGNA

| Martini

|

Page 128: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|128|

www.eni.it

7

Isola di Pantelleria

P A NTELLERIA

C A MPO GEO TERMICO

PA NTELLERIA

SC A URI P A NT ELLERIA

11 CONCESSIONI DI

COLTIVAZIONE

1 Emilia Romagna

1 Lazio

8 Toscana

1 Veneto

23 PERMESSI DI RICERCA

1 Lazio

1 Lombardia

1 Sicilia

18 Toscana

1 Valle d’Aosta

1 Mare Tirreno

62 ISTANZE DI PERMESSO DI RICERCA

26 Lazio

2 Lazio/Toscana

5 Lazio/Umbria

7 Sardegna

4 Sicilia

16 Toscana

1 Toscana/Lazio

1 Umbria

1 ISTANZA DI CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

1 Toscana

10 ISTANZE PER SPERIMENTAZIONE DI IMPIANTI PILOTA

3 TOSCANA

2 LAZIO

1 UMBRIA/LAZIO

3 SICILIA

1 CAMPANIA

C A MP O GEO TERM IC O

EO LIA NO

PALERMO

Messina

Siracusa

Catania

Ragusa

Enna

Caltanissetta

Agrigento

Trapani

Isola di Marettimo

ISOLE EGADI

Isola di Levanzo

Isola di

Favignana

Isola Filicudi

Isola Alicudi

Isola di Ustica

Isola Vulcano

Isola Lipari

ISOLE EOLIE

Isola SalinaIsola Panarea

Isola Stromboli

C AM PO

GEO TERM IC O GERBINI

CA MPO GEO TERMICO SC IA C CA

NA FT IA

M A ZA RA DEL V A LLO

SICILIA

MARE TIRRENO MERIDIONALE

www.eni.it

8

Geothermal production in Italy since year 2000 to 2010

www.eni.it

9

Extent and power trend of geothermal plants in Italy

| Martini

|

Page 129: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|129|

www.eni.it

Last year was created at the Ministry of Education, University and Research the Italian Technology Platform for the Geothermal Energy between technical and scientific boards and companies, with the participation of some governmental bodies such as Ministry of Economic Development – DGRME (General Directory for Mining and Energy Resources). As a first step it was issued a draft for a Geothermal Energy Research Strategic Plan with the aim of fostering a technological system to develop the huge geothermal potential of Italian territories.

Hereof follow potentialities for national geothermal sector:

10

2)2) PIATTAFORMA TECNOLOGICAPIATTAFORMA TECNOLOGICA

www.eni.it

Timing of geothermal technologies development:

11

TECHNOLOGIES 5 10 15 years

HYDROTHERMAL X

EGS X X

OFF SHORE X X X

UNCONVENTIONAL X X X

HEAT CHANGER EGS X X X

www.eni.it

Geothermal electric national power assessment (MW):

12

TECHNOLOGIES 10 15 years

HYDROTHERMAL 2000 3000

EGS 500 1500

HEAT CHANGER EGS 50 200

OFF SHORE 600 1200

UNCONVENTIONAL 0 500

| Martini

|

Page 130: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|130|

www.eni.it

B. ITALIAN ENERGY STRATEGYB. ITALIAN ENERGY STRATEGY

1)1) INTERNATIONAL ENERGY INTERNATIONAL ENERGY

FRAMEWORKFRAMEWORK

2)2) NATIONAL ENERGY STRATEGYNATIONAL ENERGY STRATEGY

13

www.eni.it

Energy demand in the world is esteemed increasing, but a flat one in industrialized countries and strongly growing in the developing ones

OECD

Non-OECD 54%

65%

2010 2030

46% 35%

Fonte: BP Energy Outlook 2011

+0,2%

+2,7%

+1,6%GDP unit energy

quantity

reducing on

2% per year

14

www.eni.it

Gas and renewable energies are more and more increasing among power sources, while oil will reduce significant market rates.

Evolution on energy consumption per source

Fonte: BP Energy Outlook 2011

15

| Martini

|

Page 131: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|131|

www.eni.it

Key-elements of National Energy Strategy

▪ Energy sector in international context is growing fast, with an increasing demand –

mostly in developing countries - and two energy sources deemed as 'winners', such

as gas and renewable energies.

▪ New National Energy Strategy is focused on clear objectives and suitable for

country's growth needs and maintenance of environmental impact standards :

- A more competitive Energy in terms of costs, as a benefit for households and

enterprises;

- Increased safety and autonomous supply system;

Sustainable economic growth through the development of energy sector.

▪ In order to carry out our plans and taking account of consolidated issues, our efforts

are focused on five points :

- Energy Efficiency

- South-European Gas Hub Development:

- Sustainable development of renewable energies

- Revival of hydrocarbons domestic production

- Management system implementation

16

www.eni.it

Within Climate-Energy Set (the so called “20-20-20”) Italian target for the renewable energies is equal to 17% of total consumption

Total Italian target

17%

26%

(~100 TWh)

17%

10%

Impact of renawable energy on total consumption, 2020

Goals for sector (National Action Plan – 2010)

Electricity

Heating

Transport

www.eni.it

18

In the electric sector by 8 years in advance the target for 2020 is nearly achieved

100

95

Annual production (TWh)

105

90

85

80

75

70

65

60

55

50

0

~100 TWh

2020 target

201211

85

10

77

09

63

08

58

2007

48

| Martini

|

Page 132: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|132|

www.eni.it

19

Government intends to continue to develop renewable energy exceeding the UE targets ’20-20-20’ …

Low environment impactLess dependence on imported fossil

fuels, with improvement on balance of

payments and certainty of supplyFlattening the demand curve (for FV),

with potential positive impact on

wholesale marketGradual reduction in the benefit of

historical cost (solar power toward ”grid

parity”)Major impact on the national economic

chain

Strategic benefits of renewable energy

compared to traditional sources:

New goals of electricity

from renewable

production:

Above 30%(>100 TWh)

www.eni.it

… And continuing to support the domestic industry that is developing

Rates of the national contribution compared to the whole life total cost (investments + operating

costs and fuel) – estimes….

Geothermal

90%

Biomass

80-90%

Hydro

80%

Wind power

70%

Solar power

50%

Gas (combined

cycle)

20%

Growing from ~25% in 2008

www.eni.it

Measures adopted to fix the quota of the annual installed power

1 - 50 kW

50 - 5.000 kW

(50 - 20.000

per idro e

geo)

> 5.000 kW

(20.000 per

idro e geo)

Power Measures adopted

Access of plants in case they win bid to fall of

incentives in quantities predetermined annual

power

Access of plants after they have been entered

in log in predetermined quantities of annual

power

Free access to incentive systems after the

entry into service21

| Martini

|

Page 133: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|133|

www.eni.it

F R

A N

C I

A

A L G E R I A

S V I Z Z E R A

C O R S I C A

T U N I S I A

A U S T R I A

C R O A Z I A

ISOLA

DI

MALTA

S L O V E N I A

B O S N I A -

E R Z E G O V I N

A

FORIO

CATANZARO

BARI

POTENZA

CAMPOBASSO

NAPOLI

PALERMO

ANCONA

L'AQUILA

TRIESTE

ROMA

PERUGIA

VENEZIA

BOLOGNA

FIRENZE

TRENTO

MILANO

CAGLIARI

GENOVA

TORINO

AOSTA

M A R E A D R I A T I C O

M A R E A D R I A T I C O

M A R E

I O N I O

M A R E

T I R R E N O

C A N A L E D I S I C I L I A

22

C. ITALIAN GEOTHERMAL C. ITALIAN GEOTHERMAL

EXPECTATIONSEXPECTATIONS

www.eni.it

23

C.1 ZERO EMISSIONS C.1 ZERO EMISSIONS

GEOTHERMAL GEOTHERMAL

PLANTSPLANTS

1)1) PILOT PLANTS: PILOT PLANTS:

DEMONSTRATION AND DEMONSTRATION AND

EXPERIMENTAL PLANTSEXPERIMENTAL PLANTS

2)2) POTENTIAL AND SATELLITE POTENTIAL AND SATELLITE

MARKET ON NATIONAL SCALEMARKET ON NATIONAL SCALE

Decreto legislativo 11/02/2010, n. 22

Riassetto della normativa in materia di ricerca

e coltivazione delle risorse geotermiche

Art. 1, comma 3-bis. Al fine di promuovere la ricerca e lo

sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a

ridotto impatto ambientale di cui all'articolo 9 del

decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sono

altresì di interesse nazionale i fluidi geotermici a

media ed alta entalpia finalizzati alla

sperimentazione, su tutto il territorio nazionale,

di impianti pilota con reiniezione del fluido

geotermico nelle stesse formazioni di

provenienza, e comunque con emissioni nulle, con

potenza nominale installata non superiore a 5

MW per ciascuna centrale, per un impegno

complessivo autorizzabile non superiore ai 50

MW; per ogni proponente non possono in ogni caso

essere autorizzati più di tre impianti, ciascuno di

potenza nominale non superiore a 5 MW.

www.eni.it

24

| Martini

|

Page 134: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|134|

www.eni.it

25

C.2 OFFSHORE GEOTHERMYC.2 OFFSHORE GEOTHERMY

Exploration permitExploration permit

Southern Mediterranean Sea 1 – MARSILI Southern Mediterranean Sea 1 – MARSILI

VV

oo

ll

cc

aa

nn

www.eni.it

Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse

web site:www.sviluppoeconomico.gov.itemail:[email protected]@sviluppoeconomico.gov.it

| Martini

|

Page 135: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|135|

| Gilardoni

|

Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico

Prof. Andrea GilardoniPresidente OIR

Fonti energetiche rinnovabili: quali prospettive?Potenza, 20 luglio 2012

Indice

• L’Osservatorio OIR

• I costi e benefici delle rinnovabili per l’Italia:

sintesi di uno studio a livello nazionale

• Focus sulla Basilicata: impatto del Piano energetico

regionale del 2010

2

L’Osservatorio OIR

Page 136: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|136|

| Gilardoni

|L’Osservatorio e i suoi Partner

Partner OIR 2012

• Avviato nel 2008 dalla collaborazione tra AGICI, UniCredit e GSE.

• Elabora quadri aggiornati delle principali dinamiche delle rinnovabili in Italia

e nel mondo.

• Luogo di incontro privilegiato per le diverse imprese attive nelle rinnovabili,

finanza e P.A.

• Formula proposte costruttive destinate al sistema politico-amministrativo.

Partner Strategici

4

L’Osservatorio: schema di attività

Attività

Nazionali

Attività

Internazionali

Advisory

Seminari Rapporto Annuale

Il Network Nazionale e Internazionale dell’OIR

Studi di mercato:

Country Report

Working Paper/

studi ad hoc

Convegno annuale

OI

R

5

Le attività nazionali: i rapporti annuali

6

Disponibile il Rapporto

2012

Page 137: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|137|

| Gilardoni

|

Attività internazionali: I seminari sui grandi mercati emergenti

Seminari

Workshop per dibattere concretamente col mondo imprenditoriale italiano le opportunità di business nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica in quattro grandi mercati emergenti:

Cina: Milano - 21 marzo 2011Russia: Milano - 20 Maggio 2011India: Milano - 7 Luglio 2011 Brasile: Milano - 30 Settembre 2011Turchia: Milano - 16 marzo 2012

Le opportunità per le imprese italiane in Sud AfricaMilano, 24 Settembre 2012

Country Report on Renewables

Rapporti approfonditi sul settore delle rinnovabili in specifici Paesi

Country Report on Renewables

222220000011112222

Country Report on Renewables

I costi e benefici delle rinnovabili in Italia:Sintesi di uno studio a livello nazionale

Il quadro d’insieme 2002-2011

• Forte spinta alle rinnovabili: crescente fabbisogno energetico e maggiore sensibilità ambientale, espressa attraverso normative internazionali (Protocollo di Kyoto) ed europee (obiettivi al 2020)

• Sviluppo industria delle rinnovabili: ha generato lavoro e competenze, sostenuto la bilancia commerciale con l’estero, promosso approvvigionamenti energetici sicuri e a prezzi prevedibili, ha originato miglioramenti tecnologici alla base della progressiva riduzione dei costi di generazione

• Inefficiente governo: eccessivi oneri di incentivazione impegnati tra 2007-2011; tardivo tetto ai sostegni, forte peso su bollette consumatori per anni, salvo….

• Vivace dibattito sui reali costi e benefici: condizionato da pregiudizi e interessi, scarso rigore scientifico e focalizzazione su temi importanti ma parziali (ad es. emissioni o occupazione).

In questo quadro l’OIR ha sviluppato una attenta analisi dei reali costi-benefici delle rinnovabili al 2030 in Italia alla luce delle esperienze maturate tra il 2008 e il 2011. I risultati evidenziano significativi impatti positivi sul Paese e stimolano riflessioni sulle politiche energetiche complessive.

9

Page 138: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|138|

| Gilardoni

|Metodo di lavoro. I passi fondamentali

10

Le filiere considerate, i costi e i benefici

1. Eolico• Onshore• Offshore

2. Biomasse • Solide• Liquide• Gassose

discarica da residui agricoli

3. Idrico• Mini hydro• Grande hydro

4. Solare• Fotovoltaico• Concentrazione

5. Geotermico

11

Le filiere considerate

• Mancate emissioni di CO2• Mancate emissioni di NOX• Mancato import di comb.li fossili• Costo opportunità import comb.li fossili• Occupazione diretta • Occupazione indiretta• Appiattimento della curva di domanda• Export componentistica• Royalties• IMU

Benefici

• Incentivi• Consumo fuel• Costo opportunità import fuel • Intermittenza • Import componentistica

Costi

Investimenti 2008-2011: lo “start-up” (1/2)

12

Stima Benefici (€ x 1.000.000)

Emissioni CO2 5.356

Emissioni NOX 243

Mancato import combustibili fossili 25.755

Costo opportunità import comb.li fossili 9.001

Nuova occupazione 34.713

Appiattimento curva domanda 22.734

Export netto componenti 469

Royalties 3.016

IMU 2.244

TOTALE 103.530

Stima Costi (€ x 1.000.000)

Incentivi 89.259

Costo intermittenza 1.013

Import di biomasse 3.105

Costo opportunità import biomasse 642

Import netto componenti 12.527

TOTALE 106.546

Il bilancio dello “start-up” 2008-11 (esteso al 2030) è negativo per 3 Mld €. L’installato eolico, idroelettrico,

geotermico e delle biomasse è in linea con il PAN. Insufficiente il controllo delle installazioni PV e dei relativi

oneri.

Saldo netto: -3 Mld €

NOTA: Dati attualizzati al 5%.

Page 139: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|139|

| Gilardoni

|

Fonte

: Ela

bora

zio

ni Agic

i, 2

012

Investimenti 2008-2011: lo “start-up” (2/2)

Il dato globale è condizionato dalle varie filiere. Geotermico e eolico producono i maggiori benefici netti anche grazie alla industria esportatrice. Il PV ha un saldo negativo per l’inefficace controllo degli oneri di incentivazione, per riferimenti normativi incostanti e sub-ottimali (Salva Alcoa) nonché per il robusto import di componenti nel 2010 e ancor di più nel 2011. Si noti che il PV genera i benefici lordi massimi. Per le bioenergie il saldo è poco sopra la pari: pesa il forte sviluppo di impianti ad oli vegetali il cui import grava sui conti.

13

NOTA: Dati attualizzati al 5%.

Instal lato

2008-2011

(GW)

Benefici

(mln €)

Costi

(mln €)

Saldo

(mln €)

Saldo

(€/MWh)Benefici /Costi

Idroelettrico 0,5 11.559 5.948 5.610 26 1,94

Geotermico 0,1 654 80 574 71 8,22

Bioenergie 1,4 11.276 11.108 168 1 1,02

Fotovoltaico 12,6 64.049 86.466 -22.418 -74 0,74

Eolico 4,1 15.993 2.943 13.050 99 5,43

TOTALE 18,6 103.530 106.546 -3.016 -4 0,97

Investimenti 2012-2020: una nuova

prospettiva di generazione di ricchezza (1/2)

14

Stima Benefici (€ x 1.000.000)

Emissioni CO2 4.785

Emissioni NOX 202

Mancato import combustibili fossili 29.298

Costo opportunità import combustibili fossili 6.696

Nuova occupazione 45.541

Appiattimento curva domanda 12.626

Export netto componenti 21.696

Royalties 1.171

IMU 2.179

TOTALE 124.194

Stima Costi (€ x 1.000.000)

Incentivi 44.079

Intermittenza 1.080

Import di biomasse 69

Costo opportunità import biomasse 19

Import netto componenti 222

TOTALE 45.467

Nell’ipotesi di perseguimento del PAN e del 4° conto energia per il PV, il bilancio costi-benefici per le installazioni attese

tra il 2012 e il 2020 è stimabile in 79 Mld €.

Saldo netto: 79 Mld €

NOTA: Dati attualizzati al 5%.

Fonte

: Ela

bora

zio

ni Agic

i, 2

012

Investimenti 2012-2020: una nuova

prospettiva di generazione di ricchezza (2/2)

15

La Tabella riassume i benefici attesi per filiera. Il tetto agli incentivi per il PV contribuisce a contenere i costi associati a questa tecnologia a differenza del periodo 2008-2011. Anche le bioenergie presentano migliori risultati prevalentemente per il ridotto import di oli vegetali.

NO

TA:

Dati a

ttualizzati a

l 5%

.

Installato

2012 - 2020

(GW)

Benefici

(mln €)

Costi

(mln €)

Saldo

(mln €)

Saldo

(€/MWh)Benefici/Costi

Idroelettrico 1,0 9.790 7.416 2.374 17 1,32

Geotermico 0,1 3.528 2.148 1.380 24 1,64

Bioenergie 1,0 11.251 9.100 2.150 19 1,24

Fotovoltaico 17,3 72.707 17.297 55.410 168 4,20

Eolico 5,3 24.383 6.966 17.417 123 3,50

CSP 0,6 2.535 2.539 -5 0 1,00

TOTALE 25,3 124.194 45.467 78.726 98 2,73

Page 140: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|140|

| Gilardoni

|

16

Il bilancio complessivo: dal 2012 si raccolgono

i frutti

Stima Benefici (€ x 1.000.000)

Emissioni CO2 10.141

Emissioni NOX 445

Mancato import combustibili fossili 55.052

Costo opportunità import comb.li fossili 15.697

Nuova occupazione 80.254

Appiattimento curva domanda 35.360

Export netto componenti 22.165

Royalties 4.187

IMU 4.423

TOTALE 227.724

Stima Costi (€ x 1.000.000)

Incentivi 133.338

Costo intermittenza 2.093

Import di biomasse 3.173

Costo opportunità import biomasse 660

Import netto componenti 12.749

TOTALE 152.013

Nelle Figure si rappresentano i costi e i benefici delle rinnovabili nel periodo 2008-2030. Gli incentivi

costituiscono la principale voce di costo. I benefici più rilevanti sono la nuova occupazione, il mancato import di

combustibili fossili e l’appiattimento della curva di domanda elettrica dovuta al PV.

Saldo netto: 76 Mld €

NOTA: Dati attualizzati al 5%.

17

Alcune conclusioni…

1. Chiusa definitivamente la pagina dei sostegni indiscriminati e onerosissimi alle rinnovabili

2. In due anni è cambiato fortemente il quadro: Crollo dei consumi energetici nazionali, esplosione delle rinnovabili, bolletta troppo cara (impatto sulla capacità di competere), grande eccesso di capacità installata vs domanda di picco (120.000 MW/56.000 MW), impatto sulla rete di distribuzione e relativi costi, ecc

3. Forte calo/crollo del costo delle rinnovabili : la grid parity è sostanzialmente raggiunta

Necessità di ripensare integralmente il sistema: basterà il nuovo Piano Energetico Nazionale?

Focus sulla Basilicata:

impatto del Piano energetico regionale del

2010

Page 141: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|141|

| Gilardoni

|Il potenziale FER della regione Basilicata

19

Il potenziale FER della

Regione Basilicata, MW.

Fonte: Agici su Regione Basilicata, 2012

48

981

359

50

Mini-Hydro Eolico PV Biomasse

Ampio potenziale FER per la Regione Basilicata

Particolarmente rilevanti gli spazi per l’eolico: nella Regione presente l’8% del potenziale nazionale

Rilevanti anche i margini per il PV

Quali benefici dallo sfruttamento del

potenziale della Basilicata?

20

Benefici delle rinnovabili per la

Basilicata al 2020, mln €.

Fonte: Agici, 2012

8,7 0,5

63,30,3

325,8

Mancate emissioni CO2

Mancate emissioni NOX

Mancato import gas

PV Peakshaving

Occupazione

Benefici al 2020 pari a 400 milioni di €

Tale valore è uguale al 5% del PIL 2011 della Regione

L’impatto occupazionale è il più rilevante

Importante anche il mancato import di gas

Mancate emissioni CO2 (ton) 611.040

Mancate emissioni NOX (ton) 338

Mancato import gas (bcm) 0,27

Occupazione (n. occ. dir.) 2.113

Quali filiera generano gli impatti più positivi?

21

Benefici delle rinnovabili per la

Basilicata al 2020, mln €.

Fonte: Agici, 2012

La filiera PV genera i maggiori impatti soprattutto a causa degli impatti occupazionali generati

L’eolico è la seconda fonte con 146 mln € di benefici

Modesto l’impatto per le altre fonti a causa del basso numero di MW ancora installabili

8

146

232

13

Mini-Hydro Eolico PV Biomasse

Page 142: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|142|

| Gilardoni

|Focus sugli impatti occupazionali

22

Impatti occupazionali per fonte

Fonte: Agici, 2012

24

981

1.077

31

Mini-Hydro Eolico PV Biomasse

Oltre 2.000 nuovi occupati creati: l’1% della popolazione attiva

Il PV è la filiera che genera le maggiori ricadute con oltre 1.000 nuovi occupati

Circa 1.000 nuovi posti di lavoro creati nella filiera eolica

Meno rilevanti le altre filiere

Grazie per l’attenzione!

andrea.gilardoni@unibocconi

.it

Page 143: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|143|

| Marchese

|

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

FOCUS

1. S.E.L. oggi

2. ENERGIE RINNOVABILI: SCENARI (Internazionali e Nazionali)

3. LA BASILICATA E L’ENERGIA : Petrolio e Rinnovabili. Memorandum, PIEAR e Burden sharing

4. S.E.L. domani

Pag. 3 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Focus 1

S.E.L. oggi

1. Le norme

La Società Energetica Lucana S.p.A., istituita con L.R. n. 13 del 31 luglio 2006, è chiamata a “supportare le

politiche energetiche regionali ”, ponendo in essere “azioni miranti a migliorare:

� la gestione della domanda e dell’offerta dell’energia,

� la promozione del risparmio e dell’efficienza energetica

� a favorire un migliore utilizzo delle risorse energetiche locali, convenzionali e rinnovabili, operando

altresì nei mercati dell’energia elettrica e del gas”.

Come meglio definita nel Piano d’Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR) di cui alla L.R. n. 1/2010,

“la mission specifica di SEL è:

la valorizzazione e la gestione delle risorse degli asset strategici messi a disposizione dall’azionista per

implementare azioni finalizzate alla creazione di esternalità positive per le comunità locali: cittadini,

famiglie, imprese ed istituzioni pubbliche.”

Pag. 4 di 20

Convegno: “Fonti energetiche innovabili. Quali prospettive?”Potenza, 20 Luglio 2012

Relazione del Direttore Generale - Avv. Giandomenico MARCHESE

Page 144: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|144|

| Marchese

|

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

2. Le attività

La Società è attualmente impegnata in una serie di attività, molto diversificate tra loro, che vanno:

� attività di studio e consulenza tecnico-giuridica in materia energetica a supporto dell’Amministrazione

regionale “allargata” (Regione, Comuni, Aziende Sanitarie, Enti sub-regionali…):

� partecipazione ai lavori dei tavoli legislativi e di regolamentazione nazionale e regionale,

� redazione di studi di fattibilità in materia energetica,

� pianificazione e programmazione strategica

� partecipazione ai lavori sul Memorandum d’Intesa

� PAES

� attività di centrale di committenza per l’energia e per il gas

� monitoraggio delle royalties del gas,

� attività di carattere più propriamente “industriale”, volte prevalentemente alla realizzazione di impianti di

produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica.

Tutte attività che riguardano settori con forti elementi di specializzazione e differenziazione tra loro, che

richiedono pertanto prestazioni altamente qualificate e a cui si fa fronte con una struttura snella e flessibile.

Pag. 6 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Tra queste attività, per il loro peso specifico (in termini di costi, impegno finanziario e utilizzo di risorse umane)

sul contesto aziendale, meritano particolare menzione:

o L’ATTIVITÀ “INDUSTRIALE” - prevede essenzialmente la realizzazione di impianti per la produzione di

energia da fonte rinnovabile. La pianificazione degli investimenti in tale ambito ha riguardato una pluralità

di interventi ed è stata volta, in particolare, allo sfruttamento del solare-fotovoltaico associato ai seguenti

Progetti/Operazioni:

-SOLE per A.L. (PO FESR)

-SOLE per le AZIENDE SANITARIE (PO FESR)

-ACCORDI con i COMUNI e con la REGIONE BASILICATA

- progettazione di impianti definiti “GRANDE FOTOVOLTAICO” (Aliano): su tali impianti anche alla luce del

recente decreto disciplinante il V conto energia e della normativa (art. 65 D.L. n. 1/2012 come convertito

dalla L. n. 27 del 24 marzo 2012) in merito alla realizzazione degli impianti in aree agricole sono in corso

studi di fattibilità per la realizzabilità in grid parity.

Pag. 7 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Sono, inoltre individuati diversi obiettivi, da conseguirsi mediante specifiche linee di intervento:

1. realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili su aree attualmente non

utilizzate o scarsamente utilizzate (terreni regionali, terreni di Enti Pubblici Economici della

Regione, superfici di edifici di proprietà pubblica regionali);

2. aggregazione, razionalizzazione e acquisto aggregato di Energia per la P.A. lucana e per i soggetti

privati Interessati;

3. interventi di efficientamento energetico dei grandi energivori pubblici;

4. formazione, alta formazione e ricerca sul settore energetico (con particolare riferimento a

produzioni innovative di energia e realizzazione di eventuali impianti e/o prototipi in spin off);

5. informazione, education e servizi di supporto ai cittadini;

6. valorizzazione del gas naturale della Regione;

7. contributi alle imprese che adottino o si impegnino ad adottare interventi per il risparmio

energetico;

8. consulenza e supporto alla Regione Basilicata ed alla Pubblica Amministrazione lucana.

Pag. 5 di 20

Page 145: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

|145|

| Marchese

|

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Importante e strategica attività anche per la rilevanza attribuita dal Piano di Azione Italiano per

l’Efficienza Energetica (PAEE)

Vantaggi

-Buona prassi per la pianificazione degli interventi in materia energetica.

-Aumento della possibilità di politiche di monitoraggio e coordinamento al fine di perseguimento di

obiettivi di livello regionale.

-Ricadute positive in termini ambientali e socio-economici.

-Strumenti di partecipazione della collettività alle scelte strategiche locali.

Criticità

-Necessita di un maggior coordinamento tra la redazione dei piani locali con la programmazione

regionale in materia.

-Copertura finanziaria degli interventi previsti nei Piani, anche attraverso un maggior coordinamento

con la programmazione finanziaria regionale.

-Copertura finanziaria dei futuri costi di gestione per l’attività di monitoraggio ed aggiornamento dei

PAES.

Pag. 9 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

o ACQUISTO AGGREGATO - la Società svolge anche la funzione di centrale di committenza (ex l.r. 31/2008

art. 9) per l’abbattimento dei costi di energia elettrica e gas attraverso l’aggregazione dei consumi delle

Pubbliche amministrazioni regionali.

Vantaggi

-Monitoraggio dei consumi energetici della P.A. regionale “allargata”.

-Aumento della possibilità di pianificazione e coordinamento di politiche volte perseguimento di obiettivi

di livello regionale.

-Risparmi di spesa ed economie di scala anche nello spirito delle recenti leggi emanate in materia dal

legislatore nazionale.

-Replicabilità.

Criticità

-Acquisizione, gestione e organizzazione di una mole notevole di dati.

-Gestione rapporti con gli enti.

-Gestione passaggi contrattuali.

Pag. 10 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Vantaggi

-Risparmio sulla bolletta a carico del bilancio regionale.

-Aumento della produzione di energia da fonte rinnovabile e diversificazione energetica regionale.

Criticità

-Procedure burocratico amministrative farraginose.

-Normativa e politica incentivante in continua evoluzione che non consente pianificazioni di medio e

lungo periodo;

-Onerosità e responsabilità connesse alle attività di attuazione;

o PIANI DI AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE (PAES) - attività di supporto, con il ruolo strategico delle

Province, svolta a favore dei Comuni nell’ambito del programma europeo ‘Covenant of Mayors’. L’attività si

sostanzia nella redazione dei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile, quali strumenti per la

programmazione delle politiche energetiche locali, a favore dei Comuni sottoscrittori dell’accordo

attualmente anche finanziato con le risorse finanziarie del PO FESR.

Pag. 8 di 20

Page 146: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

|146|

| Marchese

|

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

In questo scenario un ruolo determinante è quello delle istituzioni pubbliche da esercitarsi nell’ambito di una

strategia energetica definita e di lungo periodo, in un contesto normativo- amministrativo chiaro e snello, in cui è

imprescindibile una politica incentivante lo sviluppo delle rinnovabili, la promozione dell’efficienza, il

sostegno a innovazione e ricerca capace di portare a ricadute positive su industria (creazione filiera

nazionale) e occupazione

La sviluppo delle rinnovabili in Italia, soprattutto del fotovoltaico, è stato sostenuto da una politica incentivante

che ha presentato luci ed ombre ma si è dimostrata imprescindibile per lo sviluppo del settore.

Oggi, pare profilarsi una nuova strategia di approccio all’incentivazione ed allo sviluppo energetico più in

generale (punto dolente – non chiaramente delineata), testimoniata da ultimo dai due decreti sulle

rinnovabili elettriche di recente emanazione, più virtuoso, basato sull’efficienza dei costi, su un sistema di

generazione diffusa della produzione di energia elettrica (incentivazione di piccoli impianti destinati

prevalentemente all’autoconsumo anche per esigenze di sicurezza del sistema elettrico nazionale) e sulla

massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese e con una re-indirizzamento che

privilegi settori fino ad oggi trascurati (calore ed efficienza) su cui pare siano destinate a concentrarsi le

restanti risorse a disposizione sino al 2020 per il conseguimento degli obiettivi europei.

Pag. 12 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

2. Prospettive

Appare chiara la scelta già effettuata a livello nazionale (vedi i due recenti decreti) di una nuova strategia e di un

nuovo modello di sviluppo energetico che sia basato su:

o Politiche mirate, chiare e di lungo periodo con obiettivi e strumenti definiti;

o Snellimento ed omogeneizzazione delle procedure burocratiche - amministrative;

o Razionalizzazione dei ruoli degli attori istituzionali e maggior coordinamento tra gli stessi;

o Ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse finanziare, evitando gli eccessi e coniugando efficienza dei sistemi

di incentivazione ad una adeguata redditività degli investimenti;

o Agire sulla produzione ma anche sull’efficienza energetica (incentivi e sensibilizzazione), maggiore

impegno in ricerca e sviluppo.

o Risolvere le criticità infrastrutturali, senza le quali diventa impossibile vincere la “sfida rinnovabile”.

In questo nuovo scenario il SUD e la Basilicata occupano una posizione strategica e costituiscono una grande

opportunità per il Paese per la “ricchezza” dei territori e per ruolo che possono svolgere nell’area mediterranea,

anche per la presenza (prevista) di importanti reti transnazionali.

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Focus 2

ENERGIE RINNOVABILI: SCENARI (Internazionali e Nazionali)

1. Scenario

A fronte degli obiettivi c.d. 20\20\20 posti dall’Unione Europea, l’Italia si trova a dover pianificare lo sviluppo della

produzione e definire e stimolare politiche di efficienza nei consumi.

Gli obiettivi europei infatti si raggiungono non solo attraverso la sviluppo della produzione rinnovabile ma anche

attraverso la riduzione dei consumi (efficienza energetica)

Lo sviluppo delle rinnovabili costituisce un obbligo nell’ambito della Strategia europea 20/20/20, un’opportunità

per la diversificazione energetica e la tutela dell’ambiente, ma anche e soprattutto un’occasione di sviluppo

(nella ricerca e innovazione, nel settore industriale, per la crescita dell’occupazione).

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Page 147: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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| Marchese

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

2. La sfida

Coniugare ambiente e sviluppo, utilizzare le ricchezze naturali del territorio per creare nuova ricchezza e

realizzare il passaggio dall’economia del petrolio all’economia sostenibile. Tale azione mi sembra che sia ben

contemplata nei documenti che sta predisponendo la Regione Basilicata nelle varie interlocuzioni in materia di

memorandum.

Trasformare l’obiettivo imposto alla Basilicata dal burden sharing (33,1% del consumo da rinnovabili)

nell’ambito della Strategia 20/20/20 in occasione di nuovo sviluppo attraverso la definizione di una nuova

strategia energetica.

3. Quale modello

Rinnovabile diffuso (produzione ed efficienza), più adatto al contesto della nostra regione, in modo da

garantirsi l’autosufficienza energetica, o HUB-energetico, grandi interventi in grado di garantire nuova

ricchezza, anche oltre ed al di là del petrolio ?

La scelta ai rappresentanti della Comunità. Ma non è detto che un’opzione escluda l’altra. Entrambe

potrebbero essere strade percorribili in una nuova strategia di crescita che, in occasione ed in ottica burden

sharing, partendo dal PIEAR permetta di ridefinire e perseguire gli obiettivi di crescita ed il futuro della regione.

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

4. Come fare

Naturalmente il modello di sviluppo è legato a doppio filo alle scelte ed input (per competenza) del livello

nazionale e risente delle stesse criticità (alcune delle quali si ripropongono negli stessi termini anche a livello

locale).

Opportunità

Definizione di una strategia di crescita chiara e di lungo periodo, che permetta di perseguire gli obiettivi imposti

con il burden sharing trasformandoli in occasione, attraverso:

o Sviluppo della produzione da rinnovabili pianificato, utilizzando le potenzialità del territorio ed in particolare

quelle non ancora sfruttate (Investigando le cause ed definendo i possibili rimedi allo scarso sviluppo o

assenza di alcune settori, (ad es. biomasse solide, geotermico, etc., cfr. il recente volume dello SVIMEZ

sul tema);

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Focus 3

LA BASILICATA E L’ENERGIA : Petrolio e Rinnovabili. Memorandum, PIEAR e Burden sharing

1. Scenario

Nell’ambito dello scenario illustrato e in vista degli obiettivi europei, regionalizzati con il c.d. Decreto Burden

sharing dello scorso 15 marzo 2012, la Basilicata è candidata a rivestire un ruolo di rilievo:

- per le risorse naturali di cui dispone;

-per il contesto socio economico e territoriale (una grande regione, con grandi ricchezze naturali e di “piccoli

numeri”) che ne fa luogo ideale di sperimentazione del “futuro” (sviluppo sostenibile);

- e, anche, per la posizione geografica strategica che occupa in un contesto internazionale.

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Page 148: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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| Marchese

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

o Snellimento procedure, e semplificazione iter burocratici ed amministrativi (agendo anche a livello

nazionale) che costituiscono una importante criticità per l’utilizzo dei fondi pubblici (pensiamo alle risorse

dei fondi comunitari 2007/2013 e per il prossimo settennio) e per gli investimenti privati nel settore

(sviluppo finanza di progetto);

o Problema delle infrastrutture energetiche, vero vincolo allo sviluppo (sia che la scelta sia per l’HUB

energetico che per lo sviluppo diffuso)1. Una soluzione – tutta locale ed indipendente dagli attori nazionali-

potrebbe venire dalle smart-grids, ma anche in questo caso sono necessarie scelte di indirizzo,

investimento e un ruolo importante gioca, ancora una volta, la ricerca e l’innovazione.

1 Esempio concreto: Il DM FER Elettriche non fotovoltaiche del 6 luglio scorso ha previsto all’articolo 25, comma 2, che l’Autorità aggiorni le proprie deliberazioni tenendo conto, ove

necessario, delle zone critiche, ad elevata concentrazione di impianti non programmabili, per le quali i gestori di rete propongano motivate misure di programmazione dell’ulteriore capacità

produttiva incentivabile ovvero l’adozione di specifici dispositivi di sicurezza, a carico dei soggetti realizzatori;

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Focus 4

S.E.L. domani

S.E.L. può essere attore determinante sulla scena, qualunque sia il modello di sviluppo prescelto, quale:

� supporto alle politiche di programmazione e raccordo tra i vari livelli istituzionali ed i vari attori (non solo

istituzioni, università ed enti ricerca ma anche e soprattutto mondo produttivo e cittadini), ricordando la

mission assegnata

� stimolo e sostegno all’effettuazione degli interventi nel settore ;

� ma anche intervenendo direttamente per il perseguimento e realizzazione degli obiettivi posti.

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

o Investire su ricerca e innovazione, attraverso il coinvolgimento e coordinamento di tutti i possibili attori

(Amministrazioni, Università, Enti di ricerca, Categorie), affinché siano da traino allo sviluppo del

rinnovabile, alla creazione di una nuova filiera industriale alla crescita dell’occupazione;

o Investire su ed incoraggiare efficienza e risparmio energetico (occasione per il sostegno e lo sviluppo ad

esempio del settore edilizio, importante fattore dell’economia locale), anche attraverso la messa a frutto dei

“ritorni” dallo sfruttamento delle fonti convenzionali (petrolio e Memorandum).

oSensibilizzare ed incoraggiare mediante incentivi diretti a famiglie ed imprese comportamenti virtuosi

finalizzati a promuovere investimenti in processi o prodotti caratterizzati da un più contenuto utilizzo

energetico.

Criticità

o Razionalizzazione competenze e coordinamento degli attori: individuare in maniera univoca i ruoli dei

diversi soggetti istituzionali coinvolti nei processi

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Page 149: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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| Marchese

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CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

Alla luce del quadro generale sopra delineato e di altre possibili ed intellegibili considerazioni legate alla mission

da affidarsi ad una società pubblica (e salvo verificare gli effetti della spending review) quale la Società

Energetica Lucana, si può affermare che, in una prospettiva di contesto che guarda alla Regione Basilicata, in

forza delle risorse naturali di cui è ricco il territorio (petrolio, ma anche acqua, sole, vento, boschi), quale attore

energetico di rilevanza nazionale, la strada praticabile pare davvero essere quella di consolidarsi quale Energy

manager regionale, vero e proprio ente strumentale della Regione nel perseguimento di finalità pubblicistiche

sue proprie in materia energetica.

Un Energy manager i cui compiti sono inquadrabili nell’ambito delle seguenti tematiche:

� Supporto al decisore regionale in materia di pianificazione-programmazione strategica e

regolamentazione regionale in ambito energetica .

� La Società dovrà supportare il decisore regionale nei rapporti con l’esterno (rapporti con lo Stato e

con i più importanti stakeholder nazionali ed internazionali) e in ambito interno (supporto alle politiche

programmatorie e di regolamentazione regionali in materia energetica).

Pag. 21 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

� Supporto strategico su “ grandi temi ” .

I “Grandi temi” potranno identificarsi nei seguenti: Petrolio e gas; Pianificazione e sviluppo di alcuni grandi

interventi-obiettivo in ambito green; Centrale di committenza per l’acquisto aggregato.

Promuovere la ricerca e l’innovazione nei settori energetici e cooperare a tal fine con Enti ed Istituzioni in

Programmi di ambito nazionale e sovranazionale.

� Realizzazione sul territorio regionale di uno sviluppo sostenibile e di qualità .

La Società dovrà supportare e fungere da collante tra le scelte di pianificazione strategica regionale e le

scelte locali (attraverso, ad esempio, i PAES) ed indirizzare conseguentemente l’utilizzo delle risorse

disponibili.

In tale ottica si può puntare ad interventi di piccolo taglio e diffusi sul territorio, ma basati su una strategia e

pianificazione di contesto. Strategia che preveda la formazione di tecnici ed operatori, che riguarda interventi

capaci di sostenere e far crescere l’imprenditoria locale, contribuendo alla effettiva realizzazione dello sviluppo

sostenibile e di qualità del sistema Basilicata. I possibili beneficiari sono: P.A. regionale “allargata”, cittadini,

tessuto economico-produttivo e, conseguentemente, sociale regionale.

Pag. 22 di 20

CONVEGNO: “FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE?”

1. S.E.L. energy manager regionale

L’insieme delle attività previste in capo alla Società, o comunque svolte dalla stessa, merita una riconsiderazione

alla luce dei nuovi scenari nazionali ed internazionali in ambito energetico. Occorre in tal senso considerare le

possibili evoluzioni legate alla green economy ma anche alle fonti tradizionali, ed in particolare a tutte le attività

connesse alle estrazioni petrolifere.

Le stesse avranno un’incidenza significativa sul contesto regionale e sulle politiche di sviluppo in materia, da

quelle necessariamente dettate dal c.d. Burden sharing al Memorandum d’Intesa sul petrolio.

In questo contesto la Società Energetica Lucana si candida ad essere organo di consulenza e programmazione

della Regione Basilicata, vero e proprio energy manager regionale, rafforzando sempre più le proprie capacità

di lettura e interpretazione degli scenari economici e normativi fondanti il mercato della green economy accanto

ed in aggiunta a quello delle fonti convenzionali (petrolio). Il tutto ovviamente nel pieno rispetto del regime del

libero mercato e della concorrenza.

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Page 150: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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| Cataldo

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CONNESSIONI DI PRODUTTORI

Gestione delle richieste di connessione alle reti in BT e MT

Uso: inserire classificazione

Quadro normativo di riferimento

Delibera 89/07

(connessioni BT)

Delibera 89/07

(connessioni BT)

Delibera 281/05

(connessioni MT/AT)

Delibera 281/05

(connessioni MT/AT)

TICA (Testo Integrato Connessioni Attive)

Allegato A della delibera AEEG 99/08

TICA (Testo Integrato Connessioni Attive)

Allegato A della delibera AEEG 99/08

fino al 31/12/2008

dal 1/01/2009

TICA modificato (Testo Integrato Connessioni Attive)

Allegato A della delibera AEEG 125/10

TICA modificato (Testo Integrato Connessioni Attive)

Allegato A della delibera AEEG 125/10

dal 1/01/2011

TICA 3

Delibera AEEG 187/11

TICA 3

Delibera AEEG 187/11

dal23/12/2011

Delibera AEEG 226/12Delibera AEEG 226/12dal

28/05/2012

08/03/2012

Delibera 84/12

Uso: inserire classificazione

T.U. 1775/33

Connessioni: aspetti autorizzativi

D.lgs 387/03

Legge regionale Basilicata

1/2010 e 21/2010, succ. 8/2012

Semplificazione per impianti di

produzione di taglia superiore a

quelli previsti dal D.lgs 387/03

ATTIVE PASSIVE

Page 151: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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| Cataldo

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Uso: inserire classificazione

La generazione distribuita e l’impatto sulla

rete elettrica

Uso: inserire classificazione

MWN.

Connessioni BT+MT+AT

Dati progressivi

Potenza BT+MT+AT

Dati progressivi

797 3.335

58.835

132.870

278.690

2.373

4.710

6.361

9.080

19.096

3.101

275.345 FV (98,8 %) 11.305 FV

(59,2 %)

Totale connessioni BT + MT + AT

Connessioni su rete Enel Distribuzione

Uso: inserire classificazione

Fotovoltaica

8.815 MW

Eolica

580 MW

Biogas, Gas di

discarica

e biomasse

312 MW

Idraulica

124 MW

Non

rinnovabile

185 MW

NUM. 159.892 234 423 158 177

NORD-EST

53.867 connessioni

2.555 MW

SUD

32.280 connessioni

2.668 MW

CENTRO

38.220 connessioni

2.545 MW

NORD-OVEST

36.517 connessioni

2.048 MW

Connessioni su rete Enel Distribuzione

Impianti connessi nel 2011

TOTALE NAZIONALE

160.884 connessioni

10.016 MW

Page 152: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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| Cataldo

|

Uso: inserire classificazione

26.016 MW

13.014 MW

5.625 MW

978 MW 1.238 MW

62.782 4.691 2.636 916 283

NORD-EST

14.591 richieste

5.231 MW

SUD

27.298 richieste

24.378 MW

CENTRO

20.448 richieste

14.060 MW

NORD-OVEST

8.971 richieste

3.091 MW

TOTALE NAZIONALE

71.309 richieste

46.870 MW

Richieste in corso su rete Enel Distribuzione

Progressivo 2011

Fotovoltaica EolicaBiogas,

Gas di discarica

e biomasse

IdraulicaNon

Rinnovabile + altre

NUMERO

Uso: inserire classificazione

Connessioni su rete Enel Distribuzione

Impianti connessi nel 2012

n. Impianti attivati

MW attivati

Concentrazione attivazioni

a fine maggio e giugno

15,5%

In Basilicata

In Basilicata

è stato attivato

il 33% della totale

potenza attivata

Uso: inserire classificazione

Totale nazionale

28.505 MW

39.545 MW

Impatto sulla rete di distribuzione

Confronto potenza richiesta-carico-connessa (rete MT-BT)

28.505 MW

Confronto potenza richiesta-carico-connessa (rete MT-BT)Confronto potenza richiesta-carico-connessa (rete MT-BT)

14.549 MW

Page 153: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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| Cataldo

|

Uso: inserire classificazione

2008 2009 2010

Nuove Cabine Primarie

Ampliamenti di Cabine Primarie

Trimestre

TrimestreTrimestre

2008 2009 2010 2011

2011

Richieste di connessione a rete TERNA

(dato cumulato al 30.06.2011)

Impatto sulla rete

Coinvolgimento della RTN nelle soluzioni di connessione MT

Dati a ottobre 2011: 212 Nuove CP + 280 Ampliamenti

Uso: inserire classificazione

2

3

1215

16

20

19

1

10

22

5

A Cura ENELA Cura ENEL

5

4

17

14

11 13

106

A Cura ProduttoreA Cura Produttore6

29

30

148

32

1019

26

16

925

27

15

12

20

35

36

37

38 2324

25

26

28

29

41

3232323232

121212

Aree Provinciali CriticheAree Provinciali Critiche

Uso: inserire classificazione

Rete di Trasmissione Nazionale

380 – 220 kV

Rete

MT - BT

Rete di Trasmissione Nazionale

150 kV

Flussi di energia

Impatto sulla rete

Page 154: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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| Cataldo

|

Uso: inserire classificazione

Impatto sulla reteSezioni AT/MT con inversione flusso di energia

217

(6%)

494

(14%) 169

(5%)

366

(10%)

Uso: inserire classificazione

Smart Grids

Capacità trasporto unidirezionale

Trasporto Bidirezionale

Contatore Elettronico

Telecontrollo

Sistemi Forecast

Ieri Oggi Domani

Rete IntelligenteRete AttivaRete Passiva

Dispacciamento

Banda Larga

Intelligenza Distribuita

Sistemi ForecastSistemi Forecast

Evoluzione della rete

Rinnovabili - Efficienza Energetica – Domanda Attiva

Uso: inserire classificazione

L’evoluzione del sistema elettrico

Da reti passive a reti attive di distribuzione

Page 155: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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| Cataldo

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Uso: inserire classificazione

Introduzione alle reti intelligenti

Una rete elettrica intelligente è in grado di integrare le azioni di tutti gli attori connessi, produttori o consumatori, per distribuire energia in modo efficiente, sostenibile, economicamente vantaggioso e sicuro.

• integrare la generazione distribuita da fonti rinnovabili

• fornire ai clienti strumenti per ottimizzare i propri consumi e migliorare il funzionamento del sistema globale (domanda attiva)

• diffondere un’infrastruttura di ricarica per la mobilità elettrica

• ridurre significativamente l’impatto ambientale

• aumentare il grado di affidabilità.

La rete intelligente utilizza prodotti e servizi innovativi uniti a tecnologie evolute di monitoraggio, controllo, comunicazione, al fine di:

Uso: inserire classificazione

Smart Grids

Le reti intelligenti rappresentano un vantaggio sia per l’ambiente che per i clienti,

In quanto consentono:

• affidabilità e qualità nella fornitura dell’energia elettrica

• efficacia nella distribuzione dei flussi di energia e flessibilità nella gestione dei picchi della domanda (con conseguente minore necessità di nuovi impianti di generazione)

• tutela ambientale, migliore supporto alla diffusione delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO₂

• consapevolezza per il clienti del proprio stile di consumo e spinta ad un uso sempre più razionale dell’energia.

Uso: inserire classificazione

Le principali aree di innovazione su cui si basa il

funzionamento delle reti intelligenti sono:

• partecipazione attiva del cliente

• misura intelligente dei consumi elettrici

• integrazione delle energie rinnovabili

• stoccaggio dell’elettricità

• mobilità elettrica.

Il piano di implementazione è stato definito per raggiungere gli obiettivi europei del cosiddetto pacchetto “20-20-20 al 2020” per limitare l’”effetto serra”.

Education & communication

Smart Grid

Citizen

ICT & TLC

Distributed generation and storage

Waste and w

ater

Efficie

nt build

ing

Transportation

Energy in the city

Smart Grids: le innovazioni

Page 156: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata
Page 157: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

In questa sezione pubblichiamo gli interventi dal pubblico prenotati durante i lavori del convegno a noi pervenuti che, come noto, solo per motivi puramente legati al fattore tempi, non è stato possibile ascoltare. Ringraziamo vivamente per la partecipazione attenta e per i contributi offerti.

Intervento del Signor Vitantonio Iacoviello...............................................................158

Presentazione di Ares - Alternative and renewable Energy Sources - BattipagliaOpportunità tecnologiche: gassifi cazione di biomasse legnose impianti ibridi .....................................................................................................160

Page 158: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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Intervento del Signor Vitantonio IacovielloCome cittadino lucano, avrei voluto ribadire che da sempre reputo essere contro gli interessi della nostra regione, del suo territorio e del suo ambiente in senso lato, continuare a veder sorgere a dismisura grandi impianti industriali eolici e fotovoltaici e che da sempre ritengo (in ottima compagnia) che si debba andare verso:-Micro impianti (quelli della tabella A per intenderci), sì da avere da un lato impatto nullo e dall’altro vantaggi economici spalmati sulla intera popolazione, ritorni veri occupazionali in situ, sviluppo di aziende locali, insomma, produrre là dove si consuma, come in tanti diciamo, a partire dal Ministro dell’Ambiente, e che si debba smettere di finanziare noi lo sviluppo occupazionale estero (Elio Manti in rappresentanza del Ministro).- Il perseguimento dell’efficienza e del risparmio in campo energetico e l’abbattimento drastico degli impatti (Viti raccomanda di prestare molta attenzione all’impatto ambientale e paesaggistico e, se ben ricordo, dà sagge lezioni sul valore della cultura ...a buon intenditore).Avrei sollevato il problema che deriva dai dati citati dall’ing.Vita: solo per l’eolico sono in esame 157 progetti dichiarati procedibili, per 5245 MW di potenza: tradotto in pale mediamente alte quanto grattacieli di 50 piani, nell’ipotesi di 2MW ciascuna, significherebbero più di 2500 (duemilacinquecento) pale a segnare il nostro territorio, contro le attuali circa 300, se ben ricordo.Se fossero approvate queste istanze (le prime autorizzazioni a giorni, ci informa Vita), tutti i bei discorsi ascoltati nel convegno, da Pittella ma anche da Lacorazza, andrebbero a farsi benedire... da qui allora l’accorato appello, che appieno sottoscrivo, di quest’ultimo: stabilire, con riguardo alla allocazione degli impianti, ora, dove non si può e dove si può, e come. Tradotto, nulla si muova prima di approvare un serio piano paesaggistico, come da tempo in tanti chiediamo.Ma, in attesa, e non potendo e/o volendo bloccare l’iter dei progetti, che fare?In primis, come suggerisce Cristina Martorana, esperto di diritto amministrativo ed energetico, non perdere neppure tempo ad esaminare i progetti privi del benestare Terna, ma respingerli e basta.In secondo luogo, dico io, respingere i progetti che non rispettano le leggi oggi esistenti (la Martorana insiste nel dire che leggi ce ne sono), a partire dalle linee guida statali, che peraltro neppure la Regione

| Iacoviello

|

Page 159: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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ha in grande considerazione, visto che ha emanato un Disciplinare “spacciato” per adeguato alle linee guida ma che adeguato non è: è questo un macigno di non poco conto...trecento progetti presentati sulla scorta di un disciplinare che potrebbe essere giudicato illegittimo dal TAR e non solo.Per non parlare della storiella del “microeolico” in salsa lucana, storiella della quale non è qui il caso di riparlare...è una brutta storia e basta e, a mio modo di vedere, si fa sempre in tempo a rinsavire, quanti guai all’orizzonte...Ancora, bocciatura e denuncia alla magistratura ove ne ricorrono gli estremi, per i progetti che non rappresentano la vera realtà dei luoghi, per quelli che descrivono i territori con quelle che definisco “foto a testa bassa” (mostrano stradine polverose, fili d’erba e campi riarsi invece di Beni Culturali, abitazioni, arboreti ecc...), contravvenendo così alle linee guida ed alle buone norme di progettazione.Campeol, docente di valutazioni ambientali che pure ha strappato un lungo applauso quando se l’è presa con le amministrazioni e con le soprintendenze (apparendo dunque schierato legittimamente a favore degli impianti eolici), si è lasciato sfuggire quello che io ho rilevato studiando quattro progetti eolici: “nei progetti abbiamo imbrogliato i dati e nascosto informazioni”. Parole sue e non mie, io più prudentemente dico che ho rilevato “imprecisioni e carenze“ in quattro progetti eolici e che, poiché anche per disposizione regionale i progetti definitivi non sono integrabili, essi vanno respinti (Regione Basilicata, non farti trascinare in pericolose sanatorie).Un invito per i titolari delle aziende i cui progetti dovessero cadere nelle tipologie di cui detto: ritirate gli stessi. Un invito alla Regione: si invitino tutte le aziende che ritirano i progetti a collaborare tecnicamente e finanziariamente, con giusti utili, ad un nuovo tipo di sviluppo, più consono alle potenzialità del territorio lucano e nel rispetto dei suoi cittadini.

[email protected]

| Iacoviello

|

Page 160: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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Fonti energetiche rinnovabili, Fonti energetiche rinnovabili, Fonti energetiche rinnovabili, quali

Fonti energetiche rinnovabili, quali quali prospettive?

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Opportunità tecnologiche:

• gassificazione di biomasse legnose

• impianti ibridi

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

pensare nuovo

superamento degli schemi tradizionali

creatività

focalizzare la propria visione del mondo

pensare la Tecnologia

per riconcepire l'Economia

come regola Naturale

di governo delle Società

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

ARES in breveARES in breve ARES in breve

ARES nasce nel giugno 2010 come società di engineering vocata allo

specifico settore degli IAFNR (Impianti a Fonti Nuove e Rinnovabili) e

dell’URE (Uso Razionale dell’Energia)

La quasi 20nnale esperienza delle risorse umane sul tema della

Pirolisi – Gassificazione ha portato alla joint con Ansaldo, che ha

sviluppato un reattore di gassificazione ad hoc per le biomasse

Pirolisi Fanghi -> Nuovo Reattore -> Gassificazione Biomasse

| Ares

|

Page 161: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Partnership ARESPartnership ARES Partnership ARES

Partner Tecnologici

• Ansaldo Boiler

• Eco Engineering

• ICMEA

• Ener-G

• Zuccato

• Ecologia Informatica

Partner Scientifici

• ENEA Casaccia (Roma)

• ENEA Portici (NA)

• CNR Napoli

• Univerità degli Studi di Napoli Federico II

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

CogenerazioneCogenerazione Cogenerazione

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA)Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

La Cogenerazione è la produzione combinata e contemporanea di

energia elettrica e termica a partire da un’unica fonte di energia

primaria

Un impianto di cogenerazione,

a differenza degli

impianti tradizionali,

produce energia

elettrica recuperando quella termica

COGENERAZIONE MEDIANTE COGENERAZIONE MEDIANTE GASSIFICAZIONE DI BIOMASSE VEGETALI GASSIFICAZIONE DI BIOMASSE VEGETALIVEGETALI

Opzioni tecnologiche

| Ares

|

Page 162: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Gassificazione di biomasse vegetali di biomasse vegetali

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Tecnologia Ansaldo Tecnologia Ansaldo BoilerTecnologia Ansaldo BoilerBoiler Boiler

1 Soffiante aria alimento

2 Nastro trasportatore

3 Gassificatore

4 Sistema di alimentazione biomassa

5 Ciclone

6 Scambiatore di preriscaldo aria

7 Scambiatore di raffreddamento Syngas

8 Scrubber

9 Filtro Syngas

10 Pompe idrauliche

11 Struttura di sostegno

IMPIANTO IBRIDO BIOMASSE IMPIANTO IBRIDO BIOMASSE /SOLARE TERMODINAMICOIMPIANTO IBRIDO BIOMASSE /SOLARE TERMODINAMICO/SOLARE TERMODINAMICO IMPIANTO IBRIDO BIOMASSE IMPIANTO IBRIDO BIOMASSE /SOLARE TERMODINAMICO/SOLARE TERMODINAMICO

Opzioni tecnologiche

| Ares

|

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Combustione in CaldaiaCombustione in Caldaia Combustione in Caldaia

La combustione in caldaia comporta chiaramente maggiori

emissioni

Un corretto sistema di filtraggio

e il corretto conferimento

consentono di tenerci entro

rigorosi parametri ambientali

Caldaia Q T G

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Collaborazione con ENEA (Casaccia, Roma)Collaborazione con ENEA (Casaccia, Roma) Collaborazione con ENEA (Casaccia, Roma)

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA)Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Un impianto solare termodinamico è una tipologia di impianto

elettrico che sfrutta, come fonte energetica primaria, la

componente termica

dell'energia solare

per la produzione

di energia elettrica

attraverso la

concentrazione

solare

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Schema Schema funzionale solare termodinamicoSchema funzionale solare termodinamicofunzionale solare termodinamico funzionale solare termodinamico

| Ares

|

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Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Impianto IbridoImpianto Ibrido Impianto Ibrido

Soluzione innovativa finalizzata alla realizzazione di centrali di

produzione di energia elettrica che sfruttino i principi della

cogenerazione mediante biomasse vegetali combinate con le

opportunità offerte dal solare termodinamico, in modo da garantire

una produzione costante di energia nell’arco delle 24 ore e nei 365

giorni /anno abbattendo significativamente il consumo di biomasse

Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Schema funzionale impianto ibridoSchema funzionale impianto ibrido Schema funzionale impianto ibrido

RICADUTE SUL TERRITORIORICADUTE SUL TERRITORIO RICADUTE SUL TERRITORIOOpzioni tecnologiche

| Ares

|

Page 165: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

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Via SS. 18, km 76,450 - Centro SAN LUCA 84091 BATTIPAGLIA (SA) Via Borgo La Croce 3 50121 FIRENZE

Ricadute sul territorioRicadute sul territorio Ricadute sul territorio|

Ares|

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Page 169: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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Sala piena 300 posti a sedere.

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Page 172: Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

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| Invito-Programma

A4 21x29,7

|

| Manifesti

70x10075x15090x180

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| Cartellina

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| Save the Date

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| “banner”retropalco

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| fascia loghi

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| “banner”retropalco

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NOME COGNOMERuolo

NOME COGNOMERuolo

| Cavaliere

|

Società finanziaria per Azioni in house alla Regione Basilicata unico azionista. Opera a sostegno della ricerca, creazione, sviluppo, internazionalizzazione e competitività delle PMI e del territorio, attraverso la progettazione e/o gestione di strumenti agevolativi e finanziari (fondi di capitali di rischio, fondi di garanzia, incentivi), la partecipazione a programmi comunitari, la gestione di incubatori di impresa, l’assistenza tecnica alla PA.

| Copertina

Atti|

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Organizzazione Evento:

Si ringrazia il personale di Segreteria della Direzione Generale del Dipartimento Attività

Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica della Regione Basilicata Giusi Lo

Vecchio, Maria Bartolomeo, Giovanni Mastronuzzi, la referente della funzione Comunicazione

Business Unit di Sviluppo Basilicata Anna Verrastro e tutti i fornitori per i professionali e

puntuali presidi alla complessa organizzazione dell’evento.

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note

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