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A tutti i membri Responsabili del Comitato Cittadinanza Attiva Ambiente e Legalità Ai Gruppi Locali di Salerno, Parma, Perugia, Terni , Roma, Palermo e Lucca Rappresentante del Gruppo Locale di Parma: Alex Mallozzi , di Perugia Michele Pietrelli , di Terni: Andrea Conti , di Roma Roberta Lombardi, di Palermo: Massimo Merighi, di Lucca: Patrizia Pappalardo un piccolo decalogo a difesa dei nostri diritti Esempio: Impianto già esistente che rientra nella lista di obbligo di VIA (valutazione ex post) Cosa chiedere alle istituzioni: Sindaco, ARPA, ASL, INAIL? Oggetto: V.I.A. (Valutazione d’Impatto Ambientale), indagine epidemiologica circoscritta all’area inquinata, la V.I.S. (Valutazione d’Impatto Sanitario), e rilievi ambientali: comparto aria, acqua e suolo Il Comitato chiede al Comune di ______ lo studio della Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) delle Fonderie, acciaierie, inceneritore site in via ________, (…). Nello specifico analisi del rischio industriale e sanitario, con riferimento alla valutazione dei potenziali effetti dannosi dell’esposizione umana o di componenti ambientali ad agenti o attività pericolose. Si chiede di conoscere tipo, quantità e caratteristiche di nocività delle sostanze emesse dall’impianto. Si chiede di conoscere i parametri relativi alla sorgente: altezza, diametro e caratteristiche costruttive del camino, velocità di uscita, temperatura e densità dell’effluente; parametri metereologici: gradiente termico verticale, intensità, direzione, struttura e profilo verticale del vento; parametri topografici: presenza di edifici di una certa altezza nelle vicinanze del camino. Si chiede se l’azienda x abbia adottato le BAT, migliori tecniche per la prevenzione integrate dell’inquinamento. Il Comitato chiede all’ASL y la V.I.S. e chiede se sia stata svolta un’indagine epidemiologica circoscritta all’area della (…) _________ dove le _____________ operano sin dal 19…. Se essa non è presenta, si chiede di effettuare l’indagine, con l’aiuto dei medici di base, col fine di ricercare tutte le patologie legate all’inquinamento atmosferico, inquinamento del fiume, inquinamento del suolo agricolo attraverso il deposito delle sostanze per mezzo dell’aria, e quindi inquinamento dei cibi, si fa presente che vi sono terreni agricoli in zona dove i cittadini si nutrono direttamente da essi. Il Comitato chiede all’ARPA se siano state effettuate indagini ambientali riguardanti il comparto aria, suolo e acqua, in merito alle emissioni di sostanze inquinanti dell’azienda ________ di via __________, e quindi il risultato dei rilievi svolti. Comitato Cittadinanza Attiva Ambiente e Legalità sede nazionale via Pietro Capasso 27 84100 Salerno 1

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A tutti i membri Responsabili del

Comitato Cittadinanza Attiva Ambiente e Legalità Ai Gruppi Locali di Salerno, Parma, Perugia, Terni , Roma, Palermo e Lucca

Rappresentante del Gruppo Locale di Parma: Alex Mallozzi, di Perugia Michele Pietrelli, di Terni: Andrea Conti, di Roma Roberta Lombardi, di Palermo: Massimo Merighi, di Lucca: Patrizia Pappalardo

un piccolo decalogo a difesa dei nostri diritti

Esempio: Impianto già esistente che rientra nella lista di obbligo di VIA (valutazione ex post)

• Cosa chiedere alle istituzioni: Sindaco, ARPA, ASL, INAIL?

Oggetto: V.I.A. (Valutazione d’Impatto Ambientale), indagine epidemiologica circoscritta all’area inquinata, la V.I.S. (Valutazione d’Impatto Sanitario), e rilievi ambientali: comparto aria, acqua e suolo Il Comitato chiede al Comune di ______ lo studio della Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) delle Fonderie, acciaierie, inceneritore site in via ________, (…). Nello specifico analisi del rischio industriale e sanitario, con riferimento alla valutazione dei potenziali effetti dannosi dell’esposizione umana o di componenti ambientali ad agenti o attività pericolose. Si chiede di conoscere tipo, quantità e caratteristiche di nocività delle sostanze emesse dall’impianto. Si chiede di conoscere i parametri relativi alla sorgente: altezza, diametro e caratteristiche costruttive del camino, velocità di uscita, temperatura e densità dell’effluente; parametri metereologici: gradiente termico verticale, intensità, direzione, struttura e profilo verticale del vento; parametri topografici: presenza di edifici di una certa altezza nelle vicinanze del camino. Si chiede se l’azienda x abbia adottato le BAT, migliori tecniche per la prevenzione integrate dell’inquinamento. Il Comitato chiede all’ASL y la V.I.S. e chiede se sia stata svolta un’indagine epidemiologica circoscritta all’area della (…) _________ dove le _____________ operano sin dal 19…. Se essa non è presenta, si chiede di effettuare l’indagine, con l’aiuto dei medici di base, col fine di ricercare tutte le patologie legate all’inquinamento atmosferico, inquinamento del fiume, inquinamento del suolo agricolo attraverso il deposito delle sostanze per mezzo dell’aria, e quindi inquinamento dei cibi, si fa presente che vi sono terreni agricoli in zona dove i cittadini si nutrono direttamente da essi. Il Comitato chiede all’ARPA se siano state effettuate indagini ambientali riguardanti il comparto aria, suolo e acqua, in merito alle emissioni di sostanze inquinanti dell’azienda ________ di via __________, e quindi il risultato dei rilievi svolti.

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Opere soggette a VIA:

• Raffinerie di petrolio greggio • Centrali termiche ed altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW • Impianti destinati allo stoccaggio dei residui radioattivi • Acciaierie integrate di prima fusione della ghisa e dell’acciaio • Impianti per l’estrazione, il trattamento e la trasformazione dell’amianto • Impianti chimici integrati • Autostrade e vie di rapide comunicazione • Tronchi ferroviari per il traffico • Aeroporti con piste di decollo e di atterraggio lunghe almeno 2100 metri • Impianti di eliminazione dei rifiuti tossici e nocivi mediante incenerimento, trattamento

chimico e stoccaggio a terra; • Dighe e altri impianti a trattenere e regolare o accumulare le acque in modo durevole • Impianti di incenerimento e di trattamento dei rifiuti con capace superiore a 100 t. al giorno • Impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 100 mila abitanti

equivalenti • Cave e torbiere con più di 500 mila metri cubi di materiale estratto e aventi un estensione

superiore a 20 ettari E’ necessario inviare una semplice raccomandata con ricevuta di ritorno.

• Se l’Ente non risponde la prima volta entro 30 giorni, bisogna inviare una seconda richiesta indicando anche la data delle prima richiesta.

• Se l’Ente non dovesse rispondere una seconda volta, trascorsi altri 30 giorni, allora ci si rivolge al Mediatore Europeo.

• Successivamente si può chiedere l’intervento della Giustizia ordinaria. Invece, nel caso di risposta, si valuta il tipo e si entra nel merito della questione cercando di individuare le responsabilità e quale norma non viene attuata. Esempio: L’Amministrazione locale intende realizzare un impianto che rientra nella lista di obbligo di VIA. (valutazione ex ante)In questo caso è diritto di ogni cittadino informarsi sul progetto e l’opera da costruire, e chiedere di partecipare al processo decisionale col fine di valutarne l’utilità pubblica. In questi casi nascono i Comitati che chiedono legittimamente di partecipare.

Gli Studi d'Impatto Ambientale tratto da Giacomo Pianola, Pippo Gianoni, Elementi base per la valutazione ambientale, capitolo 3, in Virginio Bettini (a cura di), Valutazione dell'Impatto Ambientale, UTET 2002, p.98

• il pluralismo delle idee, dei valori e dei sistemi di riferimento e di interessi • l'interesse pubblico non può essere definito in anticipo e in assenza di un processo

partecipativo • i criteri di analisi e valutazione devono tenere conto di fattori diversi e non quantificabili

solo sotto il profilo finanziario • la giustificazione di un progetto è un elemento di base e deve tener conto dell'integrazione di

criteri di valutazione diversi • si sviluppano progetti modulari con strutture decisionali orizzontali • il progetto può essere modificato ed è difficilmente definibile in anticipo

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• la crisi delle risorse materiali e finanziaria è chiara, siamo di fronte alla necessità di ottimizzare il rendimento

• il processo partecipativo è un elemento necessario dell'iter decisionale • i progetti pubblici sono costantemente oggetto di opposizione, anche da parte di gruppi

minoritari • i gruppi minoritari hanno strumenti molto potenti (internet) per l'organizzazione di

un'opposizione strutturata e vengono di regola coinvolti nella procedura • il lavoro del professionista è spesso criticato • i gruppi di protezione dell'ambiente sono organizzati e aumenta la presa di coscienza del

problema ambientale • ogni progetto è potenzialmente dannoso, deve essere dimostrata la sua compatibilità

ambientale prima della sua realizzazione • le nozioni di impatto e di rischio sono chiare e riconosciute • la scienza ha dimostrato i suoi limiti, la nozione d'impatto irreversibile è riconosciuta anche

se poco applicata • il concetti di mitigazione è chiaro e riconosciuto, quello di compensazione è chiaro ma non

applicato. Si fa strada la nozione di sviluppo sostenibile o sostenibilità, troppo spesso interpretata quale strumento per giustificare qualsiasi progetto.

Tratto da Enrico Falqui, VIA e partecipazione pubblica, capitolo 8, in Virginio Bettini (a cura di), Valutazione dell’Impatto Ambientale, UTET 2002 p. 246 Il 21 luglio 2001 è entrata in vigore la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente al valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (Valutazione Ambientale Strategica) Nel 1991 è entrata in vigore la legge 241/90 che prevede (art.14) l’indizione di due tipi di conferenza di servizi:una quando fosse opportuno effettuare un esame contestuale dei diversi interessi pubblici coinvolti nel procedimento amministrativo («Conferenza dei Servizi istruttoria»); l’altra quando l’amministrazione competente dovesse acquisire intese, concerti, nulla osta o validazioni da altre amministrazioni pubbliche («Conferenza dei Servizi decisoria») La direttiva 2001/4242 (27/08/2001) L’art.6 della Direttiva sancisce il principio della ««consultazione pubblica» (artt. 6 e 7) delegando agli Stati membri dell’Unione Europea a fissare le regole di applicazione del procedimento di partecipazione pubblica La legge 127/97 (Bassanini) ha modificato la conferenza di servizi in modo da facilitare la realizzazione di opere pubbliche, consentendo di superare interessi minoritari locali che potevano bloccare il procedimento decisionale e abolendo la necessità dell’unanimità dei consensi da parte dei soggetti abilitati a partecipare all’interno della Conferenza dei Servizi. Questa modifica è andata a scapito dei procedimenti di partecipazione pubblica previsti dalle direttive comunitarie e dalla legge 146/94 in materia di valutazione di impatto ambientale. Chi partecipa, tratto Marcella Schmidt, partecipazione e VIA, capitolo 9, in Virginio Bettini (a cura di) Valutazione dell’Impatto Ambientale, UTET 2002 p. 272 Il coinvolgimento del pubblico rende disponibile un meccanismo per andare oltre alle stime degli esperti e introdurre i valori e le conoscenze degli interessati nelle pratiche di valutazione. Secondo alcuni, il termine pubblico è troppo generico (se mai bisognerebbe parlare di «pubblico» al plurale), mentre sarebbe preferibile individuare un collegamento diretto tra un progetto e le persone coinvolte (Saunders, 1999); si è preferito, quindi, fare riferimento al termine inglese stakeholders da intendersi come «parti interessate e coinvolte» (IAP, /nterested and Affected Parties). Gli stakeholders, o portatori d'interesse, sono organizzazioni o persone «che hanno diritto ad essere consultate in base alla loro condizione legale o posizione pubblica e che hanno acquisito la priorità di coinvolgimento nelle questioni o nelle località coinvolte» (Ortolano, 1996, p. 21). Per la Banca

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Mondiale sono: «Coloro che sono influenzati dal risultato - in senso negativo o positivo - o coloro che possono influenzare il risultato di un intervento progettato» (World Bank, 1996, p. 125). Le comunità, invece, «sono composte da diversi individui e gruppi, che spazi ano dai rappresentanti dei residenti e proprietari, agli imprenditori rappresentanti di interessi commerciali» (Saunders, 1999, p. 7), tali interessi possono essere sia diretti che indiretti, quindi più difficili da identificare. Tra gli stakeholders possiamo identificare le seguenti categorie con, ovviamente, forti differenze a livello regionale e locale:

• popolazione locale; • altre comunità coinvolte; • proponenti di un' opera; • agenzie governative e amministrazioni locali; ONG.; • persone influenti; enti pubblici locali.

In una procedura di VIA, gli stakeholders devono essere, possibilmente, identificati al più presto, al meglio nella fase di screening; il coinvolgimento del pubblico deve continuare poi in modo interattivo durante l'intero processo e essere ripetuto in ogni fase. La fase di scoping offre un'ulteriore occasione per controllare che tutti gli stakeholders siano stati individuati. La Banca Mondiale propone una serie di domande come schema di riferimento per assicurarsi di non aver tra-lasciato nessuno:

• chi può essere coinvolto e quali sono i suoi i rappresentanti; • chi sono i responsabili; • come identificare le persone prive di mezzi di espressione (i «senza voce»); chi si potrà

mobilizzare; • quali sono le risorse tecniche e finanziarie in gioco ecc. (World Bank, 1996).

La partecipazione può avvenire a diversi livelli, dalla lettera del singolo cittadino, al comitato locale, all'azione nazionale e internazionale (conferenze sul cambiamento globale, misure internazionali di controllo dell'inquinamento). Il livello di partecipazione, tuttavia, viene a dipendere moltissimo dal livello socioculturale degli abitanti e dalla qualità di partenza dell'ambiente stesso; è indispensabile che tale contesto sia studiato attentamente e integrato tra gli elementi di partenza di ogni analisi. Si possono ipotizzare a questo proposito scenari diversi che, indipendentemente dal tipo di progetto, possono influire radicalmente sull'esito della procedura e sulla capacità di coinvolgere i portatori d'interesse: Duna situazione di elevata qualità ambientale e una popolazione già coinvolta nelle scelte territoriali: la partecipazione sarà spontanea e si potranno usare tecniche di mediazione dei conflitti; una situazione di abitudine al degrado ambientale e quindi di indifferenza verso un ambiente già compromesso (ad esempio, nelle periferie urbane): ogni forma di coinvolgimento sarà lenta e difficile;

• una situazione di stress ambientale, degenerata a tal punto da provocare protesta contro ogni nuovo progetto: la partecipazione sarà elevata ma con forme di ostruzionismo e diffidenza verso ogni tipo di mediazione.

• una situazione di abitudine al degrado ambientale e quindi di indifferenza verso un ambiente già compromesso (ad esempio, nelle periferie urbane): ogni forma di coinvolgimento sarà lenta e difficile;

• una situazione di stress ambientale, degenerata a tal punto da provocare protesta contro ogni nuovo progetto: la partecipazione sarà elevata ma con forme di ostruzionismo e diffidenza verso ogni tipo di mediazione.

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Ancora più importante è considerare i rapporti di potere tra le diverse forze in gioco: quando, infatti, si è in presenza di forti disparità di potere non si può arrivare a nessun tipo di approccio negoziabile; anzi, parlare di partecipazione in aree prive dei basilari strumenti di coinvolgimento democratico, rischia di trasformarsi in una pratica mistificatoria e ingannevole. Nel classico schema di Arnstein, a questo proposito, si ipotizza una scala della partecipazione disposta su otto livelli, dal «controllo dei cittadini», il più elevato grado di potere dei cittadini, fino al più basso grado di non-partecipazione, la «manipolazione» (Arnstein, 1969, p. 217). Come emerge da diversi casi di studio, l'assenza di consultazione e di partecipazione, nel lungo periodo, può innescare una protesta ad oltranza e causare difficoltà molto maggiori alla realizzazione di un progetto di quelle che si possono prevedere mediante una prassi di consultazione (incomprensioni, tempi lunghi, costi, opposizione di attivisti ecc.): secondo la Banca Mondiale, quindi, la partecipazione è sempre conveniente, anche per i progettisti. Tra i potenziali ostacoli ad un effettiva consultazione con il pubblico la Banca Mondiale (1996) ancora ricorda:

• la povertà; • il contesto rurale (difficoltà di accesso e comunicazione); • l'analfabetismo; • la cultura e i valori locali (possono condizionare alcuni gruppi e impedire la libertà di

partecipazione); • la lingua (difficoltà di comunicazione in lingue diverse); • i sistemi legali (possono essere in conflitto con gli usi tradizionali, all'uso del suolo e delle

risorse); • i gruppi d'interesse (possono avere punti di vista contrastanti e interessi acquisiti); • la riservatezza (può essere importante per il proponente e impedire il coinvolgimento del

pubblico fin dall'inizio e la valutazione di alternative). Come si partecipa Dalla letteratura specialistica internazionale in materia di conflitti ambientale e di dinamiche partecipative emerge un quadro dettagliato dello sviluppo di tali conflitti e dei principali strumenti e politiche d'azione rivolte alla risoluzione di essi; è importante notare come nella maggior parte dei casi tali strumenti non si escludano a vicenda, ma anzi tendano a sommarsi e a sovrapporsi. Tra i canali a disposizione dei cittadini per fare sentire la propria voce ricordiamo: l'azione legale: è la prima e più evidente via di risoluzione dei conflitti all'interno di un sistema democratico. Può essere condotta a diversi livelli, con il ricorso e la denuncia di ogni abuso e irregolarità (anche nelle procedure di VIA) presso tribunali regionali, nazionali, europei e internazionali. Richiede alti costi e tempi lunghi, con incerte garanzie di successo; la consultazione popolare: il referendum, a qualsiasi livello (statale, regionale, locale) risente della grossa difficoltà di dovere trasferire un problema complesso in un quesito sì/no. Le divisioni amministrative (che raramente coincidono con le aree più colpite dal disagio), inoltre, rendono l'esito delle consultazioni molto incerto, poiché dipendono da un elettorato che risiede in prevalenza lontano dal progetto in discussione: in una consultazione popolare, il disagio della minoranza può essere facilmente ignorato dalla volontàdella maggioranza e sancito, quindi, da una decisione democratica, nonostante il netto prevalere di voti contrari nelle aree più colpite; la disobbedienza civile e la protesta (manifestazioni, occupazione dei siti, azioni dimostrative, blocco delle vie di comunicazione, sciopero fiscale): si tratta di tattiche legittime, ma spesso illegali (con tutte le conseguenze che ciò può comportare) che risponde in genere alla perdita di fiducia nelle normali procedure democratiche (Susskind, Cruikshank, 1987). Leggiamo ancora nel celebre libello di Thoreau:

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Under a government which imprisons any unjustly, the true piace for a just man is also a prison (Thoreau, 1984, p. 20). Hanno successo soprattutto nelle prime fasi di un conflitto ambientale, mentre tendono a perdere di incisività nei tempi lunghi; la pressione politica (elezioni di rappresentanti nelle consultazioni elettorali, appoggio a partiti favorevoli alla protesta): implica l'inserimento di una problematica specifica nel quadro di un programma politico di più ampio respiro e richiede tempi lunghi; la mediazione: dagli anni Settanta, soprattutto in contesti di democrazia pluralista di tipo anglosassone (Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia), oltre che nel Nord Europa, dove le vie arbitrali hanno maggior diffusione di quelle giudiziali, sono state elaborate tecniche negoziate di risoluzione dei conflitti; si tratta di metodi basati sulla creazione del consenso, attraverso l'uso di guide di negoziazione e mediazione e l'intervento di figure professionali (mediatori, negoziatori, legali), che spaziano tra campi d'intervento diversi, dai conflitti d'impresa, a quelli commerciali, alla gestione pubblica e, non per ultimo, all'ambiente. Per mediazione s'intende «l'introduzione in una disputa di una terza parte accettabile, neutrale, priva di potere decisionale autoritario ma che aiuta le parti coinvolte nella disputa a trovare soluzioni al conflitto mutuamente accettabili» (Saunders, 1999, p. 28). La mediazione non deve essere costrittiva e funziona solo se la distribuzione del potere non è troppo sbilanciata; è particolarmente utile per mettere in evidenza le diverse questioni di valore tra le diverse parti. Tra i prerequisiti si elencano la fiducia reciproca, la volontà di raggiungere soluzioni reciprocamente vantaggiose, la possibilità di realizzare e controllare gli accordi. Il quadro di riferimento è quello della Aiternative2 Dispute Resoiution (ADR) e della Conflict Resoiution (CR), procedimenti contrattuali rivolti ad «affrontare i conflitti attraverso processi negoziali a cui tutte le parti interessate partecipino in modo volontario ed informale (ossia al di fuori di ogni costrizione di tipo giuridico legale), attraverso relazioni faccia a faccia, che mirino a produrre come risultato finale, un accordo liberamente sottoscritto» (Bobbio, 1994, p. 13). L'obietti-vo dichiarato è quello di trasformare un conflitto a «somma zero» (win-iose, una parte vince, una perde) in un gioco a somma positiva (win-win, tutti e due vincono), secondo il principio del mutuai gain approach (Susskind, Cruikshank, 1987). Commenta De Marchi:

In sostanza è l'accettazione di una condivisione e definizione concordata del potere tra gli attori che entra in gioco nella negoziazione. A ciò si aggiungono le caratteristiche del contesto sociale, economico, politico, legale che possono creare un ambiente più o meno favorevole alle soluzioni di questo tipo (De Marchi, 2001, p. 304). L'istituzione di un foro di negoziazione, come emerge dalla letteratura internazionale, risulta essere la strategia più attuale nella risoluzione dei conflitti ambientali. Il vantaggio di un approccio negoziato è di aprire la discussione a tutti i soggetti interessati, costringendo le parti a dichiarare esplicitamente i propri obiettivi; non si deve trattare di una soluzione di compromesso, quanto di un processo aperto a cui partecipano tutti (Susskind, Cruikshank, 1987). Il foro può consentire di riaprire la discussione secondo un modello partecipato, con precise informazioni e garanzie sul progetto definitivo. L'organizzazione del foro comporta:

• la scelta dei rappresentanti (comitati, sindaci, associazioni); • l'esplicitazione degli obiettivi (mediante un elenco scritto delle priorità di tutte parti in

causa); • la definizione di un calendario preciso di incontri, sempre rinegoziabile e flessibile; • l'informazione dettagliata e la discussione sul progetto, sui rischi e sulle responsabilità.

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I pilastri del Comitato sono tre: Cittadinanza Attiva -> democrazia diretta, Bilancio Partecipativo Ambiente -> VIA (Valutazione dell’Impatto Ambiente) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e Legalità -> introduzione della Class Action vera, stile americana, no Bersani. Il primario compito del Comitato è quello di informare e mettere in rete le persone, sensibilizzarle sul problema dell’inquinamento, le conseguenze e le armi per difenderci. Il grosso impegno del Comitato sarà quello di parlare alle persone, informale sulla convenienza economica dell’azione legale stile Class Action e quindi di sostenere attivamente i disegni di legge proposti da alcuni parlamentari e dal Coordinamento Nazionale Reset Class Action. Bisogna informare i cittadini circa gli strumenti per dimostrare che chi inquina può uccidere e non è più sola teoria, in fine, che si possono cercare e trovare le prove dell’inquinamento nel nostro corpo, ed in questo caso è fondamentale l’aiuto di associazioni come l’ISDE e Medicina Democratica. Iniziamo un bel corso di formazione interno: indice degli argomenti del Forum Sostenibilità e Decrescità dove si accede anche alla piccola biblioteca on-line divisa per argomenti. la prima azione indispensabile è capire cosa dobbiamo cercare, quindi vi illustro la lista di libri da cui attingo informazioni, parte di queste sono state messe on-line in http://beppegrillo.meetup.com/263/ nelle sezione files. Dizionario: inquinamento, igiene, epidemiologia, biopsia, class action, VIA, VAS, Bilancio Partecipativo Scaricate da subito:

• Simonia Zati, diritto all’informazione in materia ambientale http://files.meetup.com/330164/diritto%20informazione%20e%20partecipazione%20in%20materia%20ambientale.pdf

• Andrea Beccarelli, Sara Mariasole Giacomini, Pier Alberto Albertazzi, Inquinamento ambientale e salute umana: acquisizioni scientifiche e priorità della ricerca internazionale e italiana, in Valutazione Ambientale 08

• tratto da Marino Ruzzenenti, l'Italia sotto i rifiuti, jacabook; Luigi Mara, Presentazione sull'inquinamento causato dagli inceneritori a recupero energetico, Caso AsmBrescia

• FABRIZIO BIANCHI (Sez. Epid. Istituto Fisiologia Clinica CNR Pisa) e EVA BUIATTI (Oss.Epidemiologia Toscana), La valutazione d'impatto sulla salute (VIS),

• articolo da L'Espresso "SOS Cancro" • report finale del Progetto Europeo "Enhance Health"

http://www.alessandroronchi.net/files/relazione_enhance_health.pdf • tratto da Valutazione Ambientale N°5 2005, gli indicatori per la VIA e la VAS

http://files.meetup.com/330164/VA05-Indicatori%20per%20VIA%20e%20VAS.pdf • disegno di legge sulla Class Action dell’on.Pedica (IdV)

http://files.meetup.com/367722/06_10_17_1834_15PDL0016260_Pedica.pdf • disegno di legge degli on. Poretti, Capezzone (RnP)

http://files.meetup.com/367722/06_07_21_1443_15PDL0013560_Poretti.pdf • Articolo la Class Action negli USA

http://files.meetup.com/367722/Class%20Action%20Italia_class%20action_storia_Studio%20Legale%20Pacchioli.pdf

• INQUINAMENTO ATMOSFERICO E DANNI ALLA SALUTE http://files.meetup.com/330164/ISDE%20Italia%20News-n166.pdf

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• valutazione del rischio http://files.meetup.com/330164/valutazione%2520del%2520rischio.1111067370.pdf

• Diossine, Traffico, Termovalorizzatori http://files.meetup.com/330164/Federico_Valerio_1.pdf http://files.meetup.com/330164/Federico_Valerio_2.pdf

• Mortalità per linfomi non Hodgkin nei comuni della Regione Toscana dove sono stati attivi inceneritori di rifiuti solidi urbani nel periodo 1970-1989

http://files.meetup.com/330164/biggeri3.pdf • dal Trattato di Medicina del Lavoro

http://files.meetup.com/330164/rischi%20e%20patologie%20metalli.pdf testi: Marino Ruzzenenti, L’Italia sotto i rifiuti, Jaca Book, Milano 2004 Virginio Bettini (a cura di), Valutazione dell’Impatto Ambientale, Utet, Torino 2002 Paolo Ficco e Maurizio Santoloci, Diritto all’ambiente, Edizioni Ambiente, Milano 2006 Maurizio Pallante, la decrescita felice, Editori Riuniti, Roma 2005 Giovanni Allegretti, l’insegnamento di Porto Alegre, Alinea Firenze 2003 Inoltre basta iscriversi alla mailing list dell’ISDE e dell’ARPAT per ricevere informazione aggiornate circa l’inquinamento e gli effetti sulla salute. In fine, voglio dirvi una cosa, quello che stiamo facendo è stupendo! Grazie a tutti!

Cari saluti Peppe Carpentieri

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