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50 ZOOM COMUNICAZIONE UN NUOVO QUADRO GIURIDICO. UNA POLITICA COMUNITARIA PIÙ CORAGGIOSA IN TEMA DI TUTELA DELLE INFORMAZIONI, IN MODO DA PREVENIRE I RISCHI IN UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ TECNOLOGICA E DIGITALE. L a richiesta di Peter Hustinx - Garante Europeo dei dati personali - è arrivata lo scorso 29 aprile, all’interno dell’abituale Conferenza delle Authority europee, ed è solo l’ultima a difesa di una privacy che i canali digitali sembrano mettere in seria difficoltà. Il tema è caldo, almeno a giudicare dall’agen- da di governi e aziende, che hanno iniziato a mettere sul campo iniziative molto diverse tra loro, eppure collegate da un unico comune de- nominatore: evitare che il digitale si trasformi in una giungla dei dati personali e si avveri la profezia di chi, oggi, in rete considera la privacy morta e sepolta. Lo scenario di riferimento Gli Stati Uniti sono al lavoro sulla proposta Boucher-Sterns, dal nome dei due senatori che per primi hanno iniziato a porre dubbi su Google Buzz. La bozza, tra le altre cose, pre- vede alcune restrizioni su raccolta e utilizzo dei dati online e stabilirebbe - se approvata - l’esistenza di informazioni di tipo covered: nome, cognome, indirizzo di casa, indirizzo di posta elettronica, numeri di telefono o fax, indirizzo IP. LA TUTELA DEI DATI PERSONALI La privacy oltre la privacy DI PIERO BABUDRO Dati personali, per così dire, di natura “gene- rica” che oggi in molti casi vengono raccol- ti e utilizzati nella presunzione che l’utente abbia accettato di cederli. Da qui la richie- sta di Boucher e Sterns di un meccanismo obbligatorio (e più restrittivo) di opt-out su alcuni servizi online, attivabile dall’utente in qualsiasi momento, a impedire di usare queste informazioni. Google, ultimamente sotto pressione sul tema privacy, lo scorso aprile ha presentato a Milano il progetto “Data Liberation Front”, con Brian Fitzpatrick - ideatore e capo degli ingegneri di Mountain View - a spiegare i nuovi obiettivi di BigG, impegnata a dare agli user la possibilità di esportare dati di login in modo più sempli- ce, trasparente e veloce. In Italia, intanto, l’Authority - tenendo conto delle indicazioni di Ministero dell’Interno e Anci - ha varato nuove direttive per l’installa- zione di sistemi di videosorveglianza da parte di pubblico e privato, allo scopo di proteggere maggiormente la libertà e i diritti dei citta- dini. Da qui l’obbligo di esporre cartelli che segnalano la presenza di aree con telecamere (escluse quelle installate per motivi di pub-

La Privacy oltre la Privacy - da ADV Maggio 2010

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ZOOM

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giUridico. Una politica

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coraggiosa in tema

di tUtela delle

informazioni, in modo

da prevenire i rischi in

Una società sempre più

tecnologica e digitale.

La richiesta di Peter Hustinx - Garante Europeo dei dati personali - è arrivata lo scorso 29 aprile, all’interno dell’abituale

Conferenza delle Authority europee, ed è solo l’ultima a difesa di una privacy che i canali digitali sembrano mettere in seria difficoltà.Il tema è caldo, almeno a giudicare dall’agen-da di governi e aziende, che hanno iniziato a mettere sul campo iniziative molto diverse tra loro, eppure collegate da un unico comune de-nominatore: evitare che il digitale si trasformi in una giungla dei dati personali e si avveri la profezia di chi, oggi, in rete considera la privacy morta e sepolta.

Lo scenario di riferimentoGli Stati Uniti sono al lavoro sulla proposta Boucher-Sterns, dal nome dei due senatori che per primi hanno iniziato a porre dubbi su Google Buzz. La bozza, tra le altre cose, pre-vede alcune restrizioni su raccolta e utilizzo dei dati online e stabilirebbe - se approvata - l’esistenza di informazioni di tipo covered: nome, cognome, indirizzo di casa, indirizzo di posta elettronica, numeri di telefono o fax, indirizzo IP.

la tUtela dei dati personali

la privacy oltre la privacy

dI pIErO bAbUdrO

Dati personali, per così dire, di natura “gene-rica” che oggi in molti casi vengono raccol-ti e utilizzati nella presunzione che l’utente abbia accettato di cederli. Da qui la richie-sta di Boucher e Sterns di un meccanismo obbligatorio (e più restrittivo) di opt-out su alcuni servizi online, attivabile dall’utente in qualsiasi momento, a impedire di usare queste informazioni.Google, ultimamente sotto pressione sul tema privacy, lo scorso aprile ha presentato a Milano il progetto “Data Liberation Front”, con Brian Fitzpatrick - ideatore e capo degli ingegneri di Mountain View - a spiegare i nuovi obiettivi di BigG, impegnata a dare agli user la possibilità di esportare dati di login in modo più sempli-ce, trasparente e veloce.In Italia, intanto, l’Authority - tenendo conto delle indicazioni di Ministero dell’Interno e Anci - ha varato nuove direttive per l’installa-zione di sistemi di videosorveglianza da parte di pubblico e privato, allo scopo di proteggere maggiormente la libertà e i diritti dei citta-dini. Da qui l’obbligo di esporre cartelli che segnalano la presenza di aree con telecamere (escluse quelle installate per motivi di pub-

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COMUNICAZIONE

blica sicurezza o per la prevenzione dei reati) assieme a nuove regole per la conservazione e l’utilizzo delle immagini, non superiore alle 24 ore fatte salve esigenze di tipo giudiziario o relative a luoghi a rischio.

La privacy e le nuove tecnologie digitaliTre esempi calati in un contesto di forte e progressivo interesse per il tema. “La tutela dei dati personali gode di grande attenzio-ne - spiega Pietro Paganini, Co-fondatore di Competere e board member dell’Istituto Ita-liano per la Privacy - più da un punto legisla-tivo che da quello dell’interesse pubblico. Ad ogni modo, si pensi ad esempio alla recente istituzione di nuove norme sul telemarketing, con l’istituzione di un apposito registro rivolto agli utenti che non vogliono ricevere telefona-te contenenti messaggi promozionali. Ora si tratta di guardare all’argomento privacy da un punto di vista allargato, multidisciplinare, e affrontarlo come aspetto giuridico, dotandosi di strumenti nuovi, capendo il funzionamento delle nuove tecnologie digitali, le nuove istan-ze poste e l’enorme velocità di cambiamento cui ci sottopongono”.

Il riferimento va ai social media, che in più di un’occasione hanno mostrato il loro tallone d’Achille di fronte a security, safety e recovery dei dati. Ma anche al crescente interesse per il cloud computing, criticatissimo da molti esperti della rete, a partire da Richard Stall-man, fondatore della Free Software Founda-tion e teorico delle libertà digitali.“I social network come Facebook - spiega Pa-ganini - sono una piazza allargata, e come tale possono ospitare affermazioni diffamatorie. Con la differenza che queste rimangono online a vita e sono indicizzate dai motori di ricerca”. Da qui l’esigenza - sottolineata più volte du-rante il nostro colloquio - di capire l’impatto sociale e psicologico dei nuovi media e delle tecnologie digitali. “C’è chi pensa che la rete sia un Far West dove tutto è possibile, men-tre invece vanno tutelati allo stesso modo sia la libertà di espressione delle persone, sia la difesa della dignità di chi si sente offeso da certe affermazioni”. Ma non è questo l’unico problema, ci spiega. “La contrapposizione tra censori e libertari ci ha portato in un paio di occasioni a saltare a piè pari l’impianto giuridico. Penso ai recenti

accordi presi in tema di diffamazione su Facebook, che rinviano l’intervento ai sin-goli casi straordinari. In realtà, si dovrebbe pensare a un insieme di norme agili, in gra-do di garantire tutte le tutele necessarie”.

Un concetto multiformeTutele che non sono poche. Senza men-zionare cybersecurity, terrorismo digitale e furti d’identità, che comunque sono e rimangono problemi enormi, la privacy è oggi concetto multiforme. Tocca da vici-no non solo la difesa della dignità della persona, ma anche il diritto di cronaca, il direct marketing, l’archiviazione digitale dei dati sanitari, l’accesso alla Pubblica Amministrazione. Ci sono decine di semplici gesti quotidiani - specie online - il cui scopo è migliorare la vita delle persone, ma che allo stesso tem-po hanno un forte impatto sulle informa-zioni che ci riguardano. Basta una tessera a punti del supermercato per contribuire ad arricchire la “traccia digitale” che la-sciamo ogni giorno alle nostre spalle. Op-pure un controllo in aeroporto, una ricerca in rete, un referto medico digitalizzato da un’azienda ospedaliera, i “cookies”del per-sonal computer.“La privacy è andata oltre la privacy”, spie-ga Pietro Paganini, che cita le recenti af-fermazioni di Peter Schaar, commissario federale tedesco per la protezione dei dati personali, il quale ha criticato pubblica-mente la presenza nei veicoli usati da Goo-gle per il suo Street View di rilevatori di reti wireless. Una scansione, questa, che può rilevare anche gli elementi identificativi delle connessioni attive, tra cui gli indirizzi univoci Media Access Control (i cosiddetti Mac Address). Una manna per chi vorrebbe incrociare questi dati con le informazioni sull’identità reale delle persone. “Google - spiega Paganini - si è difesa dicendo che la cosa è nota almeno dal 2008, e che le aziende impegnate a “mappare” il wireless privato sono diverse”. Buona fede o no, i punti interrogativi con-nessi all’accelerazione tecnologica riman-gono: “Come spiegare al cittadino comune quanto sta accadendo?”

Un libro per capirne di più

pietro paganini, assieme a diego Fulco e Luca bolognini, ha lavorato al volume “Next privacy.

Il futuro dei nostri dati nell’era digitale”, di recente pubblicazione a cura di rCS Etas. La

presentazione, tenutasi il 30 marzo presso la Camera dei deputati, ha riscosso un forte interesse,

da parte di addetti ai lavori e non.

“Il libro è il riflesso della multiforme situazione attuale. Si parla di internet, ovviamente, ma

anche di cloud computing e del suo impatto sulla privacy”. Obiettivo del volume è stato dar

vita a un’analisi complessiva del fenomeno, parlando di tutte gli ambiti in cui una riflessione sulla

tutela dei dati è fondamentale. “Abbiamo analizzato la tutela dell’immagine personale - spiega paganini - ma anche

i furti di identità, la questione intercettazioni e la protezione dei dati acquisiti durante l’esercizio della professione

giornalistica, la privacy nel mondo del lavoro, le politiche di e-health del sistema sanitario e il trattamento dei dati

sensibili, la gestione dei dati online, ma anche le libertà fiscali e la questione dei dati bancari. L’obiettivo di “Next

privacy” è togliere la privacy dall’alveo strettamente giuridico e raggiungere un pubblico più ampio. Farne, insomma,

una materia per tutti”. Intanto, l’innovazione corre e non aspetta nessuno: così gli autori, con il libro sugli scaffali da

poco più di un mese, sono già costretti a pensare a degli aggiornamenti. “Uno dei temi su cui bisognerà tornare è la

gestione dei dati sanitari. Anche per capire a chi è stata affidata. E con quali garanzie”.

pIEtrO pAgANINI Co-fondatore di Competere e board member Istituto Italiano per la privacy.