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Università…Quale responsabilità sociale.
Danilo Massaiformazione@usl11.toscana.it
AUSL 11 EMPOLI - AGENZIA PER LA FORMAZIONEhttp://www.usl11.toscana.it
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Due questioni con forti analogie
1. Ha senso una responsabilità sociale dell’Azienda Sanitaria quando può essere pensata come condizionata solo dal mercato e dal diritto?
Per noi:2. ha senso una responsabilità sociale dell’università quando l’università può essere pensata addirittura senza condizioni?
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1. L’università senza condizione
2. L’idea dell’università senza condizione
3. Analitica dell’incondizionato
4. I contenuti etici minimi (e necessari) di una
comunicazione socialmente responsabile
Articolazione del mio intervento
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1. L’università senza condizione
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1.1. “L’università moderna dovrebbe essere senza condizione.”
“Per “università moderna” intendiamo quella il cui modello europeo, dopo una storia medievale ricca e complessa, è divenuto prevalente, cioè “classico”, da due secoli a questa parte, negli Stati di tipo democratico.”
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1.2. La specificità dell’università
“Dico proprio “l’università”, perché distinguo qui, stricto sensu, l’università da tutte le istituzioni di ricerca che sono al servizio di finalità e di interessi economici di ogni tipo, senza vedersi riconoscere l’indipendenza di principio dell’università.”
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1.3. La libertà incondizionata dell’università
“Questa università esige e dovrebbe riconoscersi per principio, oltre a quella che si chiama libertà accademica, una libertà incondizionata di interrogazione e di proposizione o, più ancora, il diritto di dire pubblicamente tutto ciò che una ricerca, un sapere e un pensiero della verità esigono.”
“[...] lo spazio di tipo accademico” deve “essere simbolicamente protetto da una sorta di immunità assoluta, come se il suo interno fosse inviolabile”.
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1.4. L’università senza condizione come idea regolativa
“Questa università senza condizione non esiste, di fatto, lo sappiamo anche troppo bene. Ma di principio e in conformità alla sua vocazione dichiarata, in virtù della sua essenza professata, essa dovrebbe restare un ultimo luogo di resistenza critica – e più che critica – a tutti i poteri di appropriazione dogmatici e ingiusti.”
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1.5. Il diritto di resistenza dell’università
L’università è chiamata ad “opporre resistenza” “a un gran numero di poteri: ai poteri statali [...], ai poteri economici [...], ai poteri mediatici, ideologici, religiosi e culturali ecc.”
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1.6. Lo scenario
scenario: “la tormenta che minaccia oggi l’università”
“E’ in gioco una posta politica fondamentale: in quale misura l’organizzazione della ricerca e dell’insegnamento deve essere sostenuta, cioè direttamente o indirettamente controllata, diciamo con un eufemismo “sponsorizzata”, in vista di interessi commerciali e industriali?”
l’università “deve [...] negoziare e organizzare la sua resistenza. E assumersi le sue responsabilità. [...] per resistere effettivamente, alleandosi a forze esterne all’accademia per opporre, mediante le sue opere, una controffensiva inventiva a tutti i tentativi di riappropriazione (politica, giuridica, economica ecc.) a tutte le altre figure della sovranità.”
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2. L’idea dell’università senza
condizione
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2.1. Immanuel Kant, 1798
“Non fu cattiva la trovata di colui che per primo concepì e propose alla pubblica realizzazione l’idea di trattare l’intero complesso del sapere [...], mediante la divisione del lavoro, quasi come una fabbrica, in cui fossero impiegati tanti insegnanti pubblici, professori, quanti sono i rami delle scienze, come depositari di esse, i quali formassero insieme una comunità dei dotti, chiamata Università (anche alta scuola), che avesse la sua autonomia [Autonomie] (poiché sui dotti in quanto tali solo dei dotti possono giudicare). Questa di conseguenza sarebbe autorizzata, attraverso le sue Facoltà (società più piccole, distinte secondo le diversità dei rami principali del sapere in cui si dividono i dotti dell’Università), sia ad accogliere gli studenti che aspirano a passare ad essa dalle scuole, sia anche ad investire per potere proprio di un rango da tutti riconosciuto, cioè di creare, dopo un esame preventivo, docenti liberi, chiamati dottori (di
conferire loro un grado).”
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2.1. Immanuel Kant, Il conflitto delle Facoltà, 1798
“Occorre assolutamente che, nell’Università, appartenga alla comunità dei dotti una Facoltà, la quale, indipendentemente dagli ordini del governo per quanto concerne le sue dottrine, non abbia la libertà di dare alcun ordine, ma abbia però quella di esprimere un giudizio su ogni ordine avente a che fare con l’interesse scientifico, cioè con l’interesse della verità, ove la ragione deve essere autorizzata a parlare in pubblico; poiché senza una tale Facoltà la verità non verrebbe alla luce (a danno dello stesso governo) e, d’altra parte, la ragione è per sua natura libera e non accetta nessun ordine di considerare qualcosa come vero (nessun crede, ma soltanto un libero credo).”
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“Qual è il significato ultimo dell’università? Lo si può esprimere con la frase: “Conoscere la verità, e precisamente per sé stessa!”
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3. Analitica dell’incondizionato
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La quadriplice incondizionatezza dell’università
1. auto/limitazione, confine
2. auto/coscienza, conoscenza, senso
3. auto/amministrazione
si fondano sulla:
4. auto/affermazione
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Il movimento
“[...] l’Università stessa si muove da sé e mediante sé in direzione del suo fondamento essenziale, accessibile solo a quel sapere di cui soltanto si prende cura; ed è questo il motivo per cui la sua essenza non possa essere determinata da altro – per esempio a partire dalla politica o da qualsiasi altra istanza che le imponga estrinsecamente dei fini.”
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Non considerare l’università mai come mezzo,
ma sempre come fine
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4. I contenuti etici minimi
(e necessari)di una comunicazione
socialmente responsabile
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4.0. Le condizioni dell’incondizionato
“Il fatto stesso che, in generale, debba esserci qualcosa come il sapere scientifico non è mai incondizionatamente necessario . Ma se il sapere scientifico deve essere, e se deve essere per noi e mediante noi, sotto quale condizione esso può davvero sussistere?”
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4.1.Professione
“L’idea di professione implica che al di là del sapere, del saper-fare e della competenza, un impegno testimoniale, una libertà, una responsabilità vincolata a un giuramento, una fede giurata obblighi il soggetto a rendere conto davanti a un’istanza da definire.”
“Professare”: “La dichiarazione di chi professa è in qualche modo una dichiarazione performativa. [...] È appunto nel senso forte della parola, un impegno. [...] Professare significa impegnarsi dichiarandosi, dandosi per, promettendo di essere questo o quello.”
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4.1.Professione
“Significa professare la Scienza Infermieristica: non semplicemente essere Infermiere, praticare o insegnare l’Infermieristica in modo pertinente, ma impegnarsi, mediante una promessa pubblica, a votarsi pubblicamente, a dedicarsi alla filosofia della Scienza Infermieristica, a testimoniare, e persino a battersi per essa. E ciò che conta, qui, è questa promessa, questo impegno di responsabilità”.
“Sarei tentato di situare la professione di Infermiere, in senso stretto, nel momento altamente simbolico dell’impegno in cui, per esempio, Abelardo assume la responsabilità di rispondere all’ingiunzione o all’appello tu eris magister in aeternum”.
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4.2. La cosa (il reale, l’ente, la verità)
“Nell’organizzazione interna universitaria, tutto verte sulla necessità di mantenere saldo il principio di considerare la scienza come qualcosa che non è ancora del tutto conseguito né mai si potrà del tutto conseguire, e come tale ricercarla incessantemente.” (Wilhelm von Humboldt)
“[...] la teoria non accade con l’intento di trovare appagamento in se stessa, ma unicamente nella passione del restare vicino all’ente in quanto tale e sotto la sua incalzante costrizione.
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Contenuti di una comunicazione etica anche nell’ipotesi dell’università senza condizione
1. Università come comunità dei “professori”, di coloro che hanno professato il loro impegno (anche se non sono professori ufficiali)
2. Università come luogo del rispetto del reale, cioè come luogo di ricerca autentica del vero
3. Università come soggetto che non delude la fiducia in esso riposta dalla società e dalle “parti interessate”
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Dimensione della valutazione delle risorseLa struttura attuale
studente laureato
Par
ti in
tere
ssat
e
Par
ti in
tere
ssat
e
Esigenze e
Obiett ivi
Sistema organizzativo
Processo formativo
Risultati, Analisi e
Miglioramento
Risorse
esigenze
soddisfazione
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Risorse Umane
Individuare le esigenze presenti e
future di personale e provvedere alla loro
soddisfazione in modo efficace
Plan
Do
Check
Act
Nel valutare le competenze necessarie si può tenere in considerazione, ad esempio:
• le esigenze future derivanti da progetti didattici definiti;
• le esigenze di ricambio del personale;• il diffondersi di metodologie didattiche
innovative;• l’evolversi dello stato dell’arte nei settori
scientifico disciplinari;• i requisiti di tipo cogente e normativo
Stabilire le competenze necessarie
Pianificarne il reperimento
Progettarne la selezione e l’addestramento
Selezionare le risorse
Addestrare Motivare
Verificare se le competenze sono possedute
Colmare le lacune Incrementare le
competenze
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Infrastrutture per l’apprendimento
AuleAule
BibliotecheBiblioteche
AttrezzatureAttrezzature StrumentiStrumenti
informaticiinformatici
LaboratoriLaboratori
Sistema di mezzi, attrezzature e servizi necessari per il
funzionamento di un’organizzazione(ISO 9000)
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L’integrazione dei sistemi di gestione e sviluppo Risorse Umane
COMPETENZE
Piani di sviluppo
Ricerca e selezione
Formazione
Gestione dei talenti
Gestione della prestazione
Sistema di valutazione
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Dalle richieste del contesto alla “risposta competente”:
CONOSCENZECARATTERISTICHE PERSONALI E
RISORSE PSICO-SOCIALIABILITA’
GENERALI
SPECIFICHE di un contenuto professionale
DI CONTESTO organizzazione
PROFESSIONALI
SPECIFICHE (tecnico_operative)
TRASVERSALI
MOTIVAZIONI, ATTEGGIAMENTI NEI CONFRONTI DEL LAVORO, VALORI..
AUTOSTIMA, FIDUCIA IN SE
STESSI, AUTOVALUTAZIONE..
QUALITA’ PERSONALI, PREDISPOSIZIONI, ATTITUDINI,
INTERESSI..
COMPETENZA PROFESSIONALE
Richieste del contesto
lavorativo
Prestazione
lavorativa
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FORMAZIONE-LAVORO INTEGRATA
Formazione in rete
UNIVERSITA’
COMUNITA’
AZIENDE
PR
OF
ES
SIO
NIS
TI
REGIONE
AS
SIS
TEN
ZA
- P
REV
EN
ZIO
NE–
DID
ATTIC
A -
RIC
ER
CA
SINDACATO
ORDINE PROFESSIONALE E SOCIETA’ SCIENTIFICHE
31
POSIZIONILAVORATIVE
STANDARD
ANALISIREPERTORIO
Dalla responsabilità professionale (individuale) all’interprofessionalità
IO RESPONSABILE équipe
individuo
PROFILI PROFESSIONALI
CATEGORIE PROFILI
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