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5. LO STATO DELL’ARTE DELLO SVILUPPO RURALE
A. LA FUTURA POLITICA DI SVILUPPO RURALE PER IL PERIODO 2014-2020
a cura di Andrea Fugaro
Le proposte legislative presentate dalla Commissione Europea il 12 ottobre 2011 relativamente alla futura politica
di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020, meritano un primo commento.
Innanzitutto, va detto che la nuova politica di sviluppo rurale trova la sua collocazione, così come tutte le politiche
europee e nazionali degli Stati membri, all’interno del quadro di riferimento costituito dalla “Strategia UE 2020”
approvata nel 2010 e diretta a garantire all’Unione Europea una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nel
decennio. Ciò sta a significare sostanzialmente che tutte le politiche, compresa quella di sviluppo rurale devono
contribuire al raggiungimento degli obiettivi di tale strategia comunitaria.
In particolare poi, la politica di sviluppo rurale, è chiamata anche ad accompagnare e integrare i pagamenti diretti
della PAC e a tener conto degli obiettivi generali della politica di coesione economica e sociale in un’ottica di
integrazione con la stessa.
EUROPA 2020
L’Europa sta vivendo una fase di trasformazione. La crisi ha vanificato anni di progressi economici e sociali e messo in luce
le carenze strutturali dell’economia europea. Nel frattempo il mondo si sta rapidamente trasformando e le sfide a lungo
termine (globalizzazione, pressione sulle risorse, invecchiamento) si accentuano. L’UE deve prendere in mano il proprio
futuro.
Per ottenere buoni risultati l’Europa deve agire in modo collettivo, in quanto Unione.
Abbiamo bisogno di una strategia che ci consenta di uscire più forti dalla crisi e di trasformare l’UE in un’economia
intelligente, sostenibile e inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. Europa 2020
dà un quadro dell’economia di mercato sociale europea per il XXI secolo.
Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda:
•CRESCITA INTELLIGENTE: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;
•CRESCITA SOSTENIBILE: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più
competitiva;
•CRESCITA INCLUSIVA: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale
e territoriale.
L’UE deve decidere qual è l’Europa che vuole nel 2020. A tal fine, la Commissione propone i seguenti obiettivi principali
per l’UE:
• il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;
246
LO SCENARIO ECONOMICO
• il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in R&S;
• i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della
riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono);
• il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato;
•20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.
Questi obiettivi sono connessi tra di loro e fondamentali per il nostro successo globale. Per garantire che ciascuno Stato
membro adatti la strategia Europa 2020 alla sua situazione specifica, la Commissione propone che gli obiettivi dell’UE
siano tradotti in obiettivi e percorsi nazionali. Questi obiettivi sono rappresentativi delle tre priorità (crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva), ma la loro portata è più ampia: per favorirne la realizzazione occorrerà tutta una serie di azioni a
livello nazionale, europeo e mondiale.
Per ottenere risultati occorrerà una governance economica più forte. Europa 2020 poggerà su due pilastri: l’approccio
tematico sopra descritto, che combina priorità e obiettivi principali, e le relazioni sui singoli paesi, che aiuteranno
gli Stati membri a elaborare le proprie strategie per ripristinare la sostenibilità della crescita e delle finanze pubbliche. A
livello dell’UE saranno adottati orientamenti integrati che coprano le priorità e i traguardi dell’Unione, mentre agli
Stati membri verranno rivolte raccomandazioni specifiche.
LE NOVITÀ PRINCIPALI
IL SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE
Prevede innanzitutto l’introduzione di un Quadro Strategico Comune (QSC), redatto dalla Commissione Europea e
approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo (3 mesi dalla emanazione del regolamento), il quale per
promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile dell’Unione traduce gli obiettivi tematici della
Strategia 2020 in priorità di investimento per tutti i fondi strutturali.
Per questo motivo il QSC contiene:
1. per ciascun obiettivo tematico le azioni chiave che ciascun Fondo deve sostenere;
2. le principali sfide chiave territoriali per le diverse aree (urbane, rurali, costiere, svantaggiate e d’Oltremare)
alle quali devono rispondere i Fondi;
3. i Principi orizzontali e gli obiettivi politici per l’attuazione dei Fondi;
4. le priorità per la cooperazione territoriale;
5. i meccanismi di coordinamento tra i fondi;
6. i meccanismi per garantire coerenza della programmazione dei Fondi con le linee guida e le raccomandazioni
dell’Unione in materia di politica economica e per l’occupazione.
Al QSC segue la redazione da parte di ciascun Stato membro di un Contratto di Partenariato da elaborarsi (tre mesi
da QSC) in collaborazione con il Partenariato economico e sociale e di intesa con la Commissione Europea
(approvazione entro 6 mesi dalla presentazione). Tale Contratto dovrebbe realizzare l’integrazione essendo chiamato
a coprire il sostegno di tutti i Fondi.
247
LO SCENARIO ECONOMICO
Per questo motivo il Contratto di Partenariato contiene:
1) Le modalità per garantire l’allineamento con la Strategia 2020 sulla base di contenuti del QSC, dei PNR,
delle Raccomandazioni UE, prevedendo una sintesi delle valutazioni ex ante dei PSR e PO, dei risultati
attesi per ciascun fondo su ciascun obiettivo tematico, la ripartizione indicativa del sostegno di ogni fondo tra
gli obiettivi tematici e per quelli del cambiamento climatico, i principi orizzontali e obiettivi politici per
l’attuazione dei Fondi, l’elenco dei PSR e PO con le rispettive dotazioni annuali per Fondo;
2) i meccanismi di coordinamento tra i fondi a livello nazionale e regionale e le modalità per garantire approccio
integrato all’impiego dei Fondi per lo sviluppo territoriale (approccio integrato territoriale);
3) le strategie per soddisfare i bisogni delle aree più povere;
4) le disposizioni per un’efficace attuazione comprensive degli obiettivi del quadro di performance, la sintesi
del soddisfacimento delle pre-condizioni, le azioni di coinvolgimento del partenariato;
5) le disposizioni per un’efficiente attuazione dei Fondi comprensive delle indicazioni per il rafforzamento
della capacità amministrativa delle autorità di gestione, per la riduzione del peso burocratico per i
beneficiari, per l’implementazione di un efficiente sistema informatico di gestione e controllo.
PRE-CONDIZIONI O CONDIZIONALITÀ EX ANTE
Per quanto la condizionalità ex ante si tratta di una serie di requisiti di cui ciascun programma di Sviluppo Rurale
deve garantire il soddisfacimento al momento dell’approvazione, salvo indicare, in caso contrario le azioni che si
intendono mettere in campo per il loro raggiungimento comprensive dei relativi tempi, pena anche la non
rimborsabilità da parte della Commissione Europea dei pagamenti effettuati.
Esempio di pre-condizione
RISERVA DI EFFICACIA E DI EFFICIENZA
La riserva di efficacia e di efficienza dei PSR deriva dalla costituzione di una riserva pari al 5% del contributo
FEASR di ciascun PSR e dalla necessità di stabilire i criteri per l’assegnazione della stessa al medesimo programma
o ad altro programma dello stesso Stato membro.
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LO SCENARIO ECONOMICO
Priorità SR 2:potenziare la competitività del-l’agricoltura in tutte le sue forme ela redditività delle aziende agricole
OT 3:potenziare la competitività dellePMI
Priorità SR 3:incentivare l’organizzazione dellafiliera agroalimentare e la gestionedei rischi nel settore agricolo
OT 3: potenziare la competitivitàdelle PMI
2-3.1. Costituzione di imprese: sono state intrapreseazioni specifiche per l’effettiva attuazione del Quadrofondamentale per la picola impresa (“Small BusinessAct”, SBA), quale riesaminato il 23 febbraio 2011, edel principio di una “corsia preferenziale” per lapiccola impresa che ne costituisce la base.
Le azioni specifiche comprendono:- riduzione del tempo necessario per costituire
un’impresa a 3 giorni lavorativi e del costo a 100 euro;
- riduzione a 3 mesi del tempo necessario per ottenere le licenze e le autorizzazioni all’esercizio della specifica attività imiprenditoriale;
- un meccanismo di valutazione sistematica dell’impatto della legislazione sulle PMI mediante un “test PMI” che tenga conto delle eventuali differenze di dimensione delle imprese.
La riserva permette di stabilire un momento per la verifica della realizzazione degli obiettivi e delle tappe
fondamentali del PSR basata su indicatori comuni. Tale verifica avverrà nel 2017 e nel 2019. La revisione del 2019
condurrà alla assegnazione della riserva ai programmi e alle priorità più performanti.
Il mancato rispetto del conseguimento di tappe fondamentali per una o più priorità può condurre a sospendere i
pagamenti. Gravi inadempienze nel conseguimento degli obiettivi può determinare rettifiche finanziarie.
Sempre dal punto di vista della programmazione un’ulteriore novità è rappresentata dal venir meno degli assi di
riferimento così come anche del menù di misure strutturato in maniera rigida per il raggiungimento degli obiettivi
di ciascuno di essi.
Il tutto viene sostituito con la previsione di tre obiettivi inclusi negli obiettivi tematici generali:
1. Competitività dell’agricoltura
2. Gestione sostenibile delle risorse naturali
3. Sviluppo equilibrato delle aree rurali
e sei priorità dell’Unione per lo sviluppo rurale e relative aree di interesse che rappresentano l’esplicitazione degli
obiettivi tematici:
1. FAVORIRE IL TRASFERIMENTO DELLA CONOSCENZA IN AGRICOLTURA (priorità orizzontale)
• Promuovere il capitale umano e reti intelligenti
• Favorire l’innovazione
• Rafforzare i collegamenti tra Agricoltura e Ricerca & Sviluppo
2. RAFFORZARE LA COMPETITIVITA’ DELL’AGRICOLTURA E LA SOSTENIBILITÀ AZIENDALE
• Facilitare la ristrutturazione con problemi strutturali, con basso livello di partecipazione al mercato e le
aziende orientate verso la diversificazione
• Favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo
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LO SCENARIO ECONOMICO
3. PROMUOVERE L’ORGANIZZAZIONE DELLA FILIERA E LA GESTIONE DEL RISCHIO IN AGRICOLTURA
• Migliorare l’integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare attraverso sistemi di qualità,
promozione nei mercati locali e nella filiera corta, le associazioni dei produttori
• Sostenere la gestione del rischio in agricoltura
4. PRESERVARE E RAFFORZARE GLI ECOSISTEMI CHE DIPENDONO DALL’AGRICOLTURA
• Preservare la biodiversità e lo stato dei paesaggi europei
• Migliorare la gestione dell’acqua
• Migliorare la gestione del suolo
5. PROMUOVERE UN EFFICIENTE GESTIONE DELLE RISORSE E LA TRANSIZIONE VERSO UN’ECONOMIA
A BASSA EMISSIONE DI CARBONIO
• Aumentare un uso efficiente dell’acqua in agricoltura
• Aumentare l’efficienza nell’uso dell’energia in agricoltura e nella trasformazione alimentare
• Facilitare lo stoccaggio e l’uso dei rifiuti, dei residui e dell’altro materiale non alimentare per lo sviluppo della
bio economia
• Ridurre le emissioni di nitrati e metano derivanti dall’agricoltura
• Favorire il sequestro di carbonio in agricoltura e foreste.
6. REALIZZARE IL POTENZIALE DI OCCUPAZIONE E SVILUPPO DELLE AREE RURALI
• Favorire la diversificazione e la creazione di lavoro
• Promuovere l’inclusione sociale e la riduzione della povertà
• Incoraggiare lo sviluppo locale nelle aree rurali.
250
LO SCENARIO ECONOMICO
251
LO SCENARIO ECONOMICO
PRIORITà/MISURE
1. Trasferimento di conoscenze e innovazione a) Stimolare innovazione e conoscenzeb) Rinsaldare nessi agricoltura/ricercac) Incoraggiare long life learning
2. Potenziamento della competitività dell’agricolturaa) Incoraggiare ristrutturazione e diversificazioneb) Favorire ricambio generazionale
3. Organizzazione della filiera e gestione del rischioa) Migliorare integrazione filiera, promuovere
qualità, filiere corte e associazioni di produttorib) Sostenere gestione rischio
4. Valorizzazione ecosistemia) Salvaguardare biodiversità e assetto paesaggiob) Migliorare gestione risorse idrichec) Migliorare gestione suolo
5. Incentivare uso efficiente risorse naturali e passaggio ad economia a basse emissionia) Rendere efficiente uso acquab) Rendere efficiente uso energiac) Favorire fonti rinnovabilid) Ridurre emissioni metanoe) Promuovere sequestro di carbonio
6. Favorire inclusione sociale e lotta povertàa) Favorire diversificazione e creare occupazioneb) Stimolare sviluppo localec) Promuovere TIC
Gestione del Rischio
Cooperazione
Servizi silvo ambientali
Benessere animali
Indennità zone montane
Indennità Natura 2000 e acque
Agricoltura biologica
Pagamenti agro am
bientali
Associazioni di produttori
Investimenti forestali
Servizi di base e rinn.villaggi
Sviluppo aziendale
Ripristino e prevenzione
Investimenti
Qualità
Consulenza
Formazione
SCHEMA PRIORITÀ/MISURE
OBIETTIVI QSC/PRIORITÀ SVILUPPO RURALE
Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione XAccessibilità, utilizzo e qualità TIC XCompetitività PMI e settore agricolo X XEconomia a bassa emissione di carbonio XAdattamento climatico, prevenzione e gestione rischi X X XTutela ambiente e efficienza risorse X X XTrasporti sostenibili e infrastrutture XOccupazione e lavoro XInclusione sociale e lotta alla povertà XIstruzione, competenze e formazione permanente XCapacità istituzionale ed efficienza pubblica amministrazione TRASVERSALE A PIÙ PRIORITÀ
Favorire inclusione sociale e
lotta povertà
Incentivare uso efficiente risorse
naturali e passaggio ad econom
ia a basse em
issioni
Valorizzazione ecosistem
i
Organizzazione della filiera e
gestione del rischio
Potenziamento
della competitività
dell’agricoltura
Trasferimento
di conoscenze e innovazione
SCHEMA OBIETTIVI TEMATICI EUROPA 2020 E PRIORITÀ SVILUPPO RURALE
B. L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE NELLA REGIONE LAZIO E IN
PROVINCIA DI ROMA
a cura di Mario Ravalli
OBIETTIVI DEL PSR LAZIO
Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Lazio relativo al periodo 2007-2013, rappresenta oggi il principale
strumento di programmazione nonché la principale fonte di finanziamento a disposizione dell’agricoltura e del
settore agroalimentare regionale in grado di fornire il supporto necessario per il miglioramento della competitività
dei suoi operatori e dei territori all’interno dei quali essi operano.
La presenza di un tale strumento programmatorio e finanziario appare quanto mai prezioso in questo periodo, a
fronte del fatto che tutti i settori economici mostrano forti debolezze strutturali e l’intera agricoltura del Lazio,
nonostante il grande patrimonio produttivo e di eccellenze e le forti vocazioni territoriali, sta soffrendo anche esso
una profonda crisi.
Per questo l’obiettivo del PSR è proprio quello della promozione di progetti di sviluppo in grado di rimettere in
moto l’intera agricoltura e il sistema agroalimentare del Lazio, in una visione sistemica delle filiere agroalimentari,
per dare certezza di reddito agli agricoltori, stabilità occupazionale ai lavoratori e qualità della produzione ai
consumatori.
Una programmazione economica finalizzata al ricambio generazionale e alla nuova professionalità, a nuove strategie
e programmi tali da rappresentare l’occasione per determinare la crescita, la qualificazione e la modernizzazione del
comparto agricolo regionale, capace di valorizzare anche il ruolo multifunzionale dell’agricoltura laziale.
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Lazio prevede una dotazione complessiva di 704 milioni di
euro di spesa pubblica, in grado di mobilitare oltre un miliardo di euro di investimenti.
IL PSR È ARTICOLATO SU QUATTRO ASSI TEMATICI E 34 MISURE:
L’ASSE I con una dotazione finanziaria pari al 50% dell’intera dotazione finanziaria del PSR, mira a migliorare la
competitività del settore agricolo e forestale, a promuovere la conoscenza e l’innovazione e a migliorare la qualità
dei prodotti agricoli.
L’ASSE II con le misure agroambientali e con una dotazione finanziaria di circa 230 milioni di euro mira ad
incentivare il miglioramento dell’ambiente e dello spazio naturale.
L’ASSE III promuove la diversificazione dell’economia rurale, mentre L’ASSE IV, Approccio Leader, favorisce lo
sviluppo locale e i progetti di cooperazione attraverso una progettazione dal basso che coinvolge il partenariato e
agli attori locali del territorio.
Il Piano incentiva, per la prima volta, nuovi strumenti operativi, su tutti la progettazione integrata, sia quella
territoriale che quella di Filiera, diretta a favorire una maggiore organicità degli interventi ed una progettualità
estesa all’intero territorio e a tutti i soggetti della Filiera e tale da favorire un nuovo modello di sviluppo in cui
l’agricoltura sia ancora protagonista della nostra economia.
Essa rappresenta una innovativa modalità di accesso alle risorse ed è uno dei principali provvedimenti che la
strategia regionale ha inteso adottare per attivare percorsi di sviluppo competitivi e innovativi, fare Sistema con le
252
LO SCENARIO ECONOMICO
altre realtà, confrontarsi, integrarsi, creare sinergie.
Una quota significativa è stata riservata per il ricambio generazionale e le politiche per i giovani.
È stato creato a tal fine un apposito “Pacchetto di investimenti per i giovani agricoltori” denominato “Pacchetto
giovani”, circa 180 milioni di euro per i giovani e le donne che vogliono investire in agricoltura e far nascere nuove
aziende agricole nei 5 anni di programmazione. Il PSR ha stanziato, infatti, 74 milioni di euro per il primo
insediamento, pari al 12% dell’intera programmazione, la più alta percentuale in Europa. Si tratta di un investimento
che sfiora, complessivamente, il 30% delle risorse del PSR e dove le donne rappresentano la priorità della
programmazione agricola regionale.
Sono stati, inoltre, accolti 24 Progetti Integrati di Filiera (PIF) che hanno richiesto un contributo pubblico di 67
milioni di euro, di cui ammesso 61 milioni, per una spesa ammissibile pari a 114 milioni di euro. I pagamenti erogati
al 31 dicembre 2011 ammontano a circa 15 milioni di euro.
Inoltre, sono stati presentati 20 Progetti Integrati Territoriali (PIT) per una richiesta di finanziamento pubblico pari
a 90 milioni di euro ed investimenti per circa 112 milioni di euro. Le istruttorie in corso ci diranno quali saranno i
progetti ammessi.
Infine rispetto all’approccio Leader, Asse IV, sono stati selezionati otto Gruppi di Azione Locale (GAL) per circa 47
milioni di euro di contributo ammissibile.
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LO SCENARIO ECONOMICO
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LO SCENARIO ECONOMICO
cod. PIF Soggetto proponente PR. Filiera Domande Richiesto Finanziabile Pagamenti finanziate erogati
Investimento Spesa pubblica Investimento Spesa pubblicaRL005 Consorzio Polo Carni RI Carne bovina, 19 5.437.458,65 2.557.632,33 4.582.321,25 2.137.352,54 779.013,60
Qualità di Rieti suinicola, avicola e uova
RL006 Produttori latte Casilina RM Carne bovina, 11 2.025.147,48 849.716,48 1.714.541,96 722.914.30 270.328,21società cooperativa arl suinicola, avicola
e uovaRL014 Confagricoltura di RM Carne bovina, 20 5.959.131,97 2.814.438,77 5.715.948,59 2.675.485,10 1.309.524,64
Roma suinicola, avicola e uova
RL023 Associazione VT Carne bovina, 12 2.384.536,90 1.094.087,77 2.154.534,21 955.299,55 140.976,00temporanea di scopo suinicola, avicola
e uovaRL069 Co.La.Ri. Coop.r.l. RI Carne bovina, 10 11.961.192,70 4.852.021,52 11.301.500,02 4.529.955,92 1.161.469,80
suinicola, avicola e uova
RL011 Cooperativa Pantano VT Cerealicola 21 4.016.021,85 1.641.909,86 3.944.098,43 1.604.128,31 1.118.080,15fra Prod. Agr. Soc. Coop.
RL067 Vale Consorzio con RM Foresta - legno 10 2.127.003,78 993.816,23 1.946.312,59 871.415,05 105.947,40attività esterna
RL004 Pro.Fung.Or. s.r.l. LT Funghi e tartufi 6 7.057.479,35 3.253.015,12 5.326.219,15 2.489.035,52 1.324.595,29coltivati
RL050 Ariete Fattoria Latte RM Lattiero casearia 9 6.308.266,78 2.538.275,33 6.158.579,12 2.478.410,63 1.483.166,07Sano Spa ivi incluso latte
bufalinoRL060 Amaseno società FR Lattiero casearia 25 6.349.580,30 2.768.719,04 5.840.785.17 2.565.182,00 465.921,97
cooperativa agricola ivi incluso latte bufalino
RL003 CO. Sa. Pro. RI Olivicola 45 5.901.478,44 3.213.017,87 5.213.934.77 2.841.350,02 1.084.304,98RL070 Frantoi del Lazio RM Olivicola 54 8.202.729,32 3.952.079,53 7.507.600,93 3.611.922,00 1.150.540,46RL073 Soc. Agricola Colli VT Olivicola 54 2.725.090,35 1.413.120,52 2.366.719,11 1.185.216,60 381.681,84
Bruschi soc. Coop.RL002 Agrogroup Consorzio LT Ortofrutticolo, 10 13.230.504,26 5.191.564,88 12.817.909,87 4.876.776,02 2.285.464,66
cooperative agricole comprese patate e frutta in guscio
RL010 Assofrutti s.r.l. VT Ortofrutticolo, 24 4.931.769,66 2.228.212,70 3.175.628,22 1.453.201,31 311.217,00organizzazione produttori comprese patate frutta in guscio e frutta in guscio
RL013 Consorzio pataticolo VT Ortofrutticolo, 12 8.365.214,87 3.502.357,17 7.491.211,68 3.076.555,25 1.656.328,54alto viterbese società comprese patate cooperativa agricola e frutta in guscio
RL015 Eurocirce LT Ortofrutticolo, 11 4.474.272,71 2.030.173,28 4.215.259,30 1.866.078,36 1.212.414,34comprese patate e frutta in guscio
RL072 O.P. produttori frutta VT Ortofrutticolo, 34 5.370.804,09 2.677.502,46 4.785.642,57 2.298.444,65 201.275,43in guscio Monti Cimini comprese patate
e frutta in guscioRL068 Doganella società VT Ovicaprina 30 5.807.555,11 2.468.991,03 4.602.708,24 2.023.241,33 991.746,01
cooperativa agricolaRL065 Cooperativa Sant’Anna FR Piante officinali 26 1.126.906,51 594.470,76 847.957,98 447.453,23 164.774,05
e piccoli fruttiRL016 Cantina di Montefiascone VT Vitivinicola 30 4.242.558,02 1.714.853,62 3.906.578,43 1.629.596,10 937.498,96
Soc. Coop. AgricolaRL058 Strada del vino dell’olio FR Vitivinicola 38 3.577.137,10 1.933.030,45 3.383.880,40 1.827.923,66 79.337,00
e dei prodotti tipici terre di San Benedetto
RL071 Consorzio "Ad Maiora" RM Vitivinicola 20 6.444.688,03 3.206.901,78 5.807.871,38 2.818.282,26 1.099.733,40Valorizzazione della viticoltura nei Castelli romani
Totale 531 128.026.528,23 57.489.908,50 103.753.023,43 50.262.305,41 19.715.339,80
PROGETTAZIONE INTEGRATA DI FILIERA: PIF AMMESSE E FINANZIATE AL 28/12/2011
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LO SCENARIO ECONOMICO
n. cod.PIT Proponente PR. Comuni coinvolti Domande Importi richiestidi aiuto
Investimento Spesa pubblica1 RL074 Unione dei Comuni Valle RM Capena, Filacciano, Civitella San Paolo, Rignano 29 3.577.972,98 3.415.773,93
Tevere - Soratte Flaminio, Nazzano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina.2 RL091 Comune di Castel Madama RM Casape, Ciciliano, Pisoniano, San Gregorio da 40 6.466.576,97 6.009.417,95
Sassola, Tivoli, San Vito Romano, Castel Madama.3 RL092 Progettare lo sviluppo scarl FR Cassino, Pignataro Interamna, San Giorgio a Liri, 15 3.342.677,43 3.055.670,38
Sant’Ambrogio sul Garigliano, Sant’Andrea del Garigliano, Sant’Apollinare.
4 RL094 Consorzio Turistico delle Terre FR Arce, Ceprano, Colfelice, Falvaterra, Rocca Darce, 12 3.304.816,09 3.304.815,49Ciociare San Giovanni Incarico, Santopadre
5 RL095 Riserva Naturale Regionale RM Moricone, Frasso Sabino, Orvino, Poggio San 27 5.909.583,89 5.264.071,52Montagne della Duchessa Lorenzo, Palombara Sabina, Monteflavio,
Marcellina, Nerola, Monteleone Sabino,Montelibretti, Castelnuovo di Farfa, Scandriglia,Toffia, Montorio Romano.
6 RL105 Parco Naturale Regionale RM Campagnano di Roma,Castelnuovo di Porto, 22 4.219.035,45 3.344.727,98di Veio Morlupo, Magliano Romano,Mazzano Romano,
Riano, Sacrofano.7 RL158 Comune di Soriano nel VT Soriano del Cimino, Bassano in Teverina, 17 1.944.227,09 1.605.585,85
Cimino Vitorchiano.8 RL166 Comune di Nepi VT Nepi, Monterosi, Calcata, Castel Sant’Elia, Faleria, 48 6.645.295,46 5.227.556,45
Gallese, Civita Castellana.9 RL226 Comune di Saracinesco RM Canterano, Agosta, Saracinesco, Rocca Canterano, 72 6.214.529,97 5.472.400,00
Rocca Santo Stefano, Gerano, Cerreto Laziale,Marano Equo.
10 RL227 Comune di Poggio Bustone RI Labro, Amatrice, Leonessa, Morro Reatino, 40 7.059.896,80 5.373.127,01Contigliano, Colli sul Velino, Cantalice, Rivodutri,Accumoli, Provincia di Rieti.
11 RL230 Comune di Canino VT Monte Romano, Piansano, Canino, Arlena di 37 7.412.847,53 5.060.318,74Castro, Tessennano, Tarquinia, Famese, Cellere,Ischia di Castro, Tuscania, Vetralla.
12 RL232 Comune di Marta VT Montefiascone, Onano, Bolsena, Capodimonte, 51 7.773.854,36 5.481.978,16Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Gradoli, Marta, Proceno, Valentano, Latera.
13 RL234 XII Comunità Montana LT Roccacorga, Sezze, Maenza, Norma, Sermoneta, 28 6.783.238,43 5.059.696.16dei Lepini - Ausoni Priverno, Bassiano.
14 RL240 Comunità Montana RM Percile, Anticoli Corrado, Sambuci, Riofreddo, 27 3.706.100,74 3.375.026,03dell’Aniene Roviano, Cineto Romano, Licenza, Vivaro Romano,
Vicovaro.15 RL241 Parco Naturale Regionale RM Piglio, Paliano, Anagni, Camerata Nuova, Subiaco, 42 7.984.142,23 6.019.839,14
dei Monti Simbruini Serrone, Fumone, Ferentino, Filettino, Cervara di Roma, Jenne, Vallepietra, Trevi nel Lazio.
16 RL244 Comune di Castro dei Volsci FR Castro dei Volsci, Ceccano, Vallecorsa, Pofi, 31 4.796.225,55 3.469.110,78Amaseno, Villa Santo Stefano, Giuliano di Roma,Monte San Biagio.
17 RL245 Riserva Naturale Regionale RI Ascrea, Belmonte in Sabina, Borgorose, Castel di 54 7.297.102,98 5.964.218,14Montagne della Duchessa Tora, Collalto Sabino, Fiamignano, Longone
Sabino, Marcetelli, Pescorocchiano, Petrella Salto,Nespolo, Paganico, Pozzaglia Sabina, Rocca Sinibalda, Turania, Varco Sabino
18 RL246 XVIII Comunità dei Monti RM Genazzano, Valmontone, Carpineto Romano, 32 7.129.116,59 5.779.751,26Lepini - Area Romana Gavignano, Montelanico, Morolo, Cave, Goga,
Supino, Sgurgola.19 RL231 Comune di Cisterna di Latina LT Cisterna di Latina, Rocca Massima, Cori. 19 4.271.939,11 3.582.330,5920 RL247 Comune di Campodimele LT Pontecorvo, Pico, Pastena, Campodimele, Ausonia, 51 6.400.165,76 4.270.679,81
Spigno Saturnia, Castenuovo Parano, Esperia,Itri,Lenola
TOTALE 694 112.239.345,41 85.076.399,21
PROGETTAZIONE INTEGRATA TERRITORIALE: PIT PRESENTATI E DICHIARATI RICEVIBILE
GRUPPI DI AZIONE LOCALE
LE DIFFERENZE DI STRATEGIA PER IL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ROMA
CLASSIFICAZIONE TERRITORIALE E FINALIZZAZIONE DELLE RISORSE
L’applicazione del PSR ha tenuto conto dell’attività di caratterizzazione territoriale, entro cui ricercare una migliore
finalizzazione delle risorse disponibili, attraverso la identificazione delle principali categorie di fabbisogni
territoriali per orientare le iniziative di programmazione e la gestione degli interventi per lo sviluppo rurale della
Regione Lazio.
Attraverso questa metodologia sono emerse le differenze di strategia per le azioni di sviluppo del settore
agroalimentare nel territorio della provincia di Roma, la cui applicazione è in funzione della seguente classificazione
del territorio regionale:
A) Poli Urbani
B) Aree Rurali ad Agricoltura Intensiva e Specializzata
C) Aree Rurali Intermedie
D) Aree Rurali con problemi complessivi di sviluppo.
Le risultanze della zonizzazione e le priorità di intervento ad esse associate, in quanto espressive della dimensione
territoriale tout court, hanno particolare valenza per gli interventi relativi all’Asse III dove si privilegiano i territori
più marginali, mentre per l’implementazione degli interventi riferibili all’Asse I e II, le priorità territoriali sono
integrate da quelle afferenti la vocazione agricola prevalente, la dimensione settoriale e le caratteristiche di natura
ambientale.
In particolare, oltre alle priorità definite a carattere orizzontale, si fa riferimento per l’Asse I agli obiettivi strategici
individuati nelle analisi delle filiere regionali e per l’Asse II agli ulteriori livelli di territorializzazione definiti sulla
base di processi già codificati di caratterizzazione ambientale del territorio. Infine, per l’Asse IV LEADER le
priorità così definite sono applicabili esclusivamente nelle aree eleggibili all’intervento, cioè tutte le aree rurali ad
esclusione dei soli “poli urbani”.
256
LO SCENARIO ECONOMICO
N. PSL / GAL CONTRIBUTO PUBBLICO CONTRIBUTOPUBBLICO RICHIESTO PUBBLICO AMMISSIBILE
1 Castelli Romani e Monti Prenestini 5.999.302,04 5.999.302,042 In Teverina 5.949.000,00 5.949.000,003 Versante Laziale Parco Nazionale d’Abruzzo 5.997.800,00 5.741.300,004 Ernici Simbruini 6.000.000,00 6.000.000,005 Etrusco Cimino 5.998.000,00 5.998.000,006 Tuscia Romana 5.999.239,51 5.999.239,517 Sabino 5.999.799,44 5.999.799,448 Terre Pontine 5.994.937,81 5.082.937,81
TOTALE 47.938.078,80 46.769.578,80
Figura 1
Nella provincia di Roma sono presenti tutti gli aggregati territoriali complessivamente individuati a livello
regionale, per cui si tratta di una provincia con forti peculiarità distintive di carattere territoriale.
Ma buona parte del territorio è però condizionato dal comune di Roma, rientrante nella zona dei Poli Urbani
definiti come “Aree di pianura caratterizzate da una incidenza residuale dell’attività agricola, sia in termini di
imprenditorialità che di superfici, e da una forte concentrazione di alcune tipologie della trasformazione alimentare
e dei luoghi extra domestici di acquisto e consumo”.
Va tuttavia rilevato come l’individuazione dei “Poli Urbani”, da cui sono esclusi gran parte degli interventi del PSR,
non sempre corrisponde ad un’area omogenea dalla quale escludere aprioristicamente l’attività agricola.
Caso emblematico riguarda proprio il comune di Roma, la cui classificazione in “Polo Urbano” non consente in
alcuni casi di far emergere situazioni particolarmente interessanti di agricoltura strettamente legata ai mercati che
potrebbe utilmente beneficiare del supporto del PSR. E dove evidenti sono le potenzialità agrituristiche dell’area,
escluse dall’intervento, soprattutto grazie al valore dell’indice della domanda di turismo.
Il comune di Roma, infatti, risulta particolarmente penalizzato per l’alta incidenza percentuale territoriale (il
33,8%) che rappresenta rispetto alla superficie territoriale complessiva della provincia di Roma e la più alta rispetto
alle altre province del Lazio, così come si evince dalla seguente tabella.
257
LO SCENARIO ECONOMICO
CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO REGIONALE
PSR LAZIO
AREE RURALI CON PROBLEMICOMPLESSIVI DI SVILUPPO
AREE RURALI INTERMEDIE
AREE RURALI AD AGRICOLTURAINTENSIVA SPECIALIZZATA
POLI URBANI
Tabella 1
La classificazione territoriale della provincia di Roma vede la seguente ripartizione zonale:
• 23 comuni nella zona B “Aree rurali ad agricoltura intensiva e specializzata”;
• 52 comuni nella zona C “Aree Rurali Intermedie”;
• 29 comuni nella zona D “Aree Rurali con problemi complessivi di sviluppo”.
LA ZONIZZAZIONE DISTRETTUALE
Tra gli strumenti di sviluppo del settore agroalimentare della Regione Lazio dovrebbero assumere una funzione
sinergica con il Piano di sviluppo Rurale i Distretti Rurali e i Distretti Agroalimentari di Qualità istituiti con la L.R.
23 gennaio 2006 n. 1.
I distretti sono soggetti settoriali e territoriali istituiti per operare in ordine a due rilevanti fattori strategici,
strumentali agli obiettivi della programmazione regionale:
1. l’approccio integrato in termini di programmazione e progettazione;
2. l’approccio partecipativo che valorizza le soggettività collettive rappresentative di istanze settoriali e
territoriali dei sistemi agricoli e rurali.
I Distretti Rurali coinvolgono “sistemi produttivi locali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea
derivante dall’integrazione fra attività agricole ed altre attività locali, nonché dalla produzione di beni e servizi di
particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali”.
I Distretti Agroalimentari di Qualità, invece, si identificano con “i sistemi produttivi locali caratterizzati da significativa
presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole ed agroalimentari,
nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale,
oppure da produzioni tradizionali o tipiche”.
Nella provincia di Roma insistono due distretti, di cui uno raggruppa anche comuni della provincia di Frosinone:
Tabella 2
258
LO SCENARIO ECONOMICO
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLA SUPERFICIE PROVINCIALE PER TIPOLOGIA DI AREA
AREE PSR-PSN FR LT RI RM VT TOTALE
A. Poli urbani 1,4% 12,3% 7,5% 33,8% 11,2% 16,0%B. Aree rurali ad agricoltura 0,0% 51,1% 0,0% 20,0% 13,0% 15,6%
intensiva specializzataC. Aree rurali intermedie 67,6% 21,7% 24,1% 34,0% 75,8% 45,9%D. Aree rurali con problemi 30,9% 14,8% 68,4% 12,2% 0,0% 22,5%
complessivi di sviluppo
Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
DISTRETTI RURALI E DI QUALITÀ COMUNI PARTECIPANTI
Distretto Rurale ed Agroenergetico della Valle dei Latini Anagni, Arnara, Artena, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Colleferro, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Gavignano, Genazzano, Morolo,Paliano, Patrica, Pofi, Segni, Sgurgola, Supino, Valmontone
Distretto Agroalimentare di Qualità dei Castelli Romani Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Cave, e Prenestini Ciampino, Colonna, Frascati, Gallicano nel Lazio, Genzano
di Roma, Grottaferrata, Labico, Lanuvio, Lariano, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Palestrina, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Velletri, Zagarolo
MISURE IN CUI SONO ESCLUSE LE IMPRESE NELLE ZONE URBANE/COMUNE DI ROMA
La classificazione in zone del territorio regionale, come già riportato in precedenza, ha determinato l’esclusione in
alcune misure degli interventi ricadenti nell’area del Polo Urbano del comune di Roma con particolare riferimento
alle seguenti Misure dell’Asse III:
• Misura 311 “ Diversificazione delle Attività Agricole”
• Misura 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese”
• Misura 313 “Incentivazione di attività turistiche”
• Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”
• Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”.
Tra queste Misure, mentre la Misura 311 è rivolta prevalentemente alle imprese agricole, le altre sono rivolte ad
Enti Pubblici e a privati diversi dalle imprese agricole.
Per quanto riguarda la possibilità di utilizzazione della Misura 311 nelle altre zone fuori dal comune di Roma,
bisogna segnalare come gli interventi previsti sono realizzabili prioritariamente nelle aree C e D con la possibilità
di intervenire anche nelle aree B attraverso criteri che comunque dovranno assicurare una forte priorità per le
aziende strutturalmente ed economicamente più deboli che necessitano di diversificazione.
Tali limitazioni e l’esclusione delle aziende agrituristiche ricadenti nei Poli Urbani, come si vedrà in seguito, sono
alla base della scarsa partecipazione delle aziende della nostra provincia e dello scarso successo delle domande
ammesse a finanziamento.
Nell’ambito delle Misure dell’Asse I e relativamente alle Misure ad Investimento, per le zone classificate come
Poli Urbani non sono previste esclusioni per le aziende ricadenti in questi territori; vengono però individuate delle
priorità territoriali e di filiera nella formazione delle graduatorie tendenti a favorire, sia in termini di percentuale di
contributo che di punteggio per la formazione delle graduatorie, le zone delle fasce C e D, quelle cioè più
svantaggiate.
Prescindono dalla zonizzazione territoriale l’esclusione dalla Misura 123 dei comparti delle carni bovine, suine ed
avicole, latte alimentare fresco, nonché le colture industriali, ivi comprese le patate e le oleo-proteaginose, in
quanto previste solo nell’ambito della Progettazione integrata di Filiera.
Si precisa, tuttavia, che tali comparti sono stati riammessi nel nuovo Bando con scadenza 15 marzo 2012.
Rispetto alle Misure Agroambientali dell’Asse II le indennità agli agricoltori per svantaggi naturali previste nelle
Misure 211 e 212 sono esclusivamente riservate agli interventi ricadenti nelle zone montane svantaggiate
delimitate ai sensi della direttiva 75/268/CEE, mentre le Misure 213 e 216 relative alle indennità Natura 2000 sono
riservate ai siti inseriti nelle “Rete Natura 2000”, individuati sulla base delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE
e ad altre zone di pregio naturale. Nell’ambito sempre dell’Asse II sono invece previsti interventi sull’intero
territorio regionale ma con priorità per quelli ricadenti nelle zone A) e B) ed in particolare per le seguenti Misure:
Misura 221 “Primo imboschimento di terreni agricoli”, Misura 222 “Primo impianto di sistemi agroforestali su
terreni agricoli”, Misura 223 “Primo imboschimento di terreni non agricoli”.
259
LO SCENARIO ECONOMICO
STATO DI AVANZAMENTO FINANZIARIO – PROVINCIA DI ROMA: IL TREND DI UTILIZZAZIONE
L’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale ha risentito di una difficoltà iniziale dovuta ai nuovi meccanismi
procedurali introdotti dalla Commissione Europea ed in parte determinati da problematiche e criticità di diversa
natura ed origine (procedurali, organizzative, ecc.) in relazione al grado di partecipazione dei potenziali beneficiari,
allo stato di avanzamento degli investimenti approvati e nella spesa.
Una inversione di tendenza ed una forte accelerazione rispetto ai primi tre anni della fase attuativa si è registrata
nel corso del 2010 anche per effetto dell’adozione di nuovi meccanismi semplificativi introdotti dall’Autorità di
Gestione. Evoluzione che si è prodotta in particolare nella seconda metà dell’anno 2010 e nel primo semestre del
2011 con una ulteriore accelerazione della spesa nel secondo semestre 2011, in vicinanza della scadenza del
disimpegno automatico rispetto al quale la Regione Lazio ha rendicontato circa 100 milioni di euro per non
incorrere, appunto, alla revoca dei finanziamenti eventualmente non spesi.
Dall’analisi dello stato di attuazione 31 dicembre 2011 si evince che, a fronte di una dotazione complessiva di
e 718.719.308,00 di spesa pubblica messa a disposizione per l’intero programma del PSR - è stato impegnato nel
Lazio il 60,27% pari a e 433.202.406,00, di cui quelli impegnati a favore delle aziende ricadenti nella provincia di
Roma sono risultati essere e 48.206.693,00, cioè l’11% della dotazione complessiva regionale.
In termini di pagamenti, invece, quelli effettivamente realizzati per gli interventi effettuati sull’intero territorio
regionale è pari a e 240.371.285.00 e rappresenta il 33,44% della spesa impegnata, mentre quelli realizzati nell’area
della provincia di Roma, pari a e 46.283.692,00, rappresenta il 19,26% di quelli regionali.
Riguardo all’Asse I, la gran parte della dotazione impegnata afferisce agli interventi sulle misure ad investimento
come le misure 112 sul primo insediamento dei giovani imprenditori, la Misura 121 per l’ammodernamento delle
aziende agricole, la Misura 123 “ Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”, che insieme
sviluppano e 216.043.043,78 di dotazione impegnata.
In questo Asse il territorio della provincia di Roma ha contribuito con e 46.564.836,20 di spesa impegnata che
rappresenta il 18,41% del totale degli impegni regionali.
Per quanto riguarda l’Asse II l’indice di avanzamento procedurale regionale - a fronte di una spesa programmata di
e 240.742.219,00 - gli impegni sono pari a e 165.917.906,62.
Su questi impegni di spesa AGEA ha erogato e 120.222.491,20 (49,94%) di cui e 27.561.929,81 nel territorio della
provincia di Roma, circa il 23%% del totale pagato.
Sull’Asse III, “Qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale”, la Misura 31 “Diversificazione verso
attività non agricole” ha prodotto risultati insoddisfacenti sulle azioni 1 e 2 cioè verso le azioni rivolte ai servizi di
carattere sociale (fattorie sociali, agrinidi, ippoterapia, ecc.) così come modesta è risultata la ricaduta nella provincia
di Roma delle domande finanziate nell’azione 3 riguardo all’offerta agrituristica.
Sulla base dei risultati delle prime quattro fasi di raccolta delle domande nel mese di Luglio 2011 la Regione Lazio
ha definito la rimodulazione finanziaria degli interventi trasferendo le risorse residue sulle Misure dove è stata
registrata la maggiore domanda d’investimento ed in particolare sulle Misure 112 – 121 – 123 – 125 – 132 - 311 i
cui nuovi bandi scadono il 15 marzo 2012.
In conclusione, si può affermare che al 31-12-2011, dopo una lenta partenza, lo stato di attuazione del Programma
ha raggiunto circa 60% degli impegni della dotazione finanziaria e il 33% dei pagamenti.
260
LO SCENARIO ECONOMICO
APPENDICE STATISTICA
APPENDICE A AL SECONDO CAPITOLO (PRIMO PARAGRAFO)
INDICATORI MACROECONOMICI: IL PIL E LA SITUAZIONE OCCUPAZIONALE
Tabella A.1
Fonte: Istat
Grafico A.1
Fonte: Istat
COMMENTO
Continua riduzione della forbice fra tassi nazionali e regionali, a causa della maggiore diminuzione dell’occupazione
giovanile a livello nazionale.
Occupazione giovanile regionale e provinciale rimane inferiore alla media nazionale.
261
LO SCENARIO ECONOMICO
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Italia
Lazio
Prov. Roma
TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE
TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE (VALORI ESPRESSI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 30.8 31.0 30.7 28.9 27.2 25.5 25.5 24.7 24.4 21.7 20.5 19.4
Lazio 23.8 24.8 25.6 24.0 22.8 21.7 22.0 20.5 21.3 20.1 19.6 18.0
Prov. Roma : : : : 21.7 21.9 22.2 19.6 20.2 20.5 20.8 17.5
Tabella A.2
Fonte: Istat
Grafico A.2
Fonte: Istat
COMMENTO
Continua riduzione della forbice fra tassi nazionali e regionali, a causa della maggiore diminuzione dell’occupazione
giovanile maschile a livello nazionale.
Occupazione giovanile regionale e provinciale rimane inferiore alla media nazionale.
262
LO SCENARIO ECONOMICO
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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Italia
Lazio
Prov. Roma
TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE MASCHILE
TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE MASCHILE(VALORI ESPRESSI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 34.9 35.2 35.4 33.1 31.2 29.9 30.6 29.6 29.1 26.1 24.3 23.1
Lazio 23.6 23.0 25.7 24.0 24.7 24.4 25.3 24.0 24.8 24.0 23.3 21.6
Prov. Roma .. .. .. .. 21.6 23.4 25.2 22.1 22.6 23.8 23.4 20.8
Tabella A.3
Fonte: Istat
Grafico A.3
Fonte: Istat
COMMENTO
Da un decennio si assiste ad una diminuzione omogenea del tasso di occupazione giovanile femminile.
263
LO SCENARIO ECONOMICO
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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Italia
Lazio
Prov. Roma
TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE FEMMINILE
TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE FEMMINILE (VALORI ESPRESSI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 26.6 26.7 25.9 24.6 23.1 20.8 20.1 19.5 19.4 17.0 16.5 15.5
Lazio 24.0 26.8 25.5 24.0 20.8 18.9 18.7 16.9 17.8 16.1 15.7 14.1
Prov. Roma .. .. .. .. 21.8 20.3 19.1 17.1 17.6 16.8 17.8 13.9
Grafico A.4
Fonte: Istat
COMMENTO
A livello nazionale si mantiene costante la forbice fra i sessi. Nel Lazio e nella provincia di Roma, invece, solo a
partire dagli anni duemila si è assistito ad un progressivo inasprimento del gap fra occupazione giovanile maschile
e femminile, a detrimento di quest’ultima componente.
264
LO SCENARIO ECONOMICO
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Italia F
Lazio F
Prov. Roma F
Italia M
Lazio M
Prov. Roma M
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2001
2000
2002
2005
2011
2003
CONFRONTO TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE FEMMINILE E MASCHILE
Grafico A.5
Fonte: Istat
COMMENTO
Si aggrava la situazione dei giovani occupati, ancor più esacerbata dalla crisi economica. La forbice generazionale
dell’occupazione risulta più ampia nel Lazio che in Italia.
265
LO SCENARIO ECONOMICO
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2000 2002 2004 2006 2008 2010
Italia Tot
Lazio Tot
Prov. Roma Tot
Itali giov.
Lazio giov.
Prov. Roma giov.
CONFRONTO TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE FEMMINILE E MASCHILE
Tabella A.4
Fonte: Istat
Grafico A.6
Fonte: Istat
COMMENTO
Trend omogeneo nei diversi livelli d’analisi. La crisi amplia il divario fra Lazio e Italia.
266
LO SCENARIO ECONOMICO
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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
ItaliaLazioProv. Roma
TASSO DI DISOCCUPAZIONE MASCHILE
TASSO DI DISOCCUPAZIONE MASCHILE (VALORI ESPRESSI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 7.7 6.9 6.5 6.5 6.4 6.2 5.4 4.9 5.5 6.8 7.6 7.6
Lazio 7.5 7.2 5.0 6.5 6.3 6.4 6.1 5.1 5.9 6.8 8.4 8.1
Prov. Roma : : : : 6.0 6.4 5.9 4.9 5.5 6.4 8.3 8.1
Tabella A.5
Fonte: Istat
Grafico A.7
Fonte: Istat
COMMENTO
Trend omogeneo nei diversi livelli d’analisi. Crisi deleteria per le disoccupate.
267
LO SCENARIO ECONOMICO
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ItaliaLazioProv. Roma
TASSO DI DISOCCUPAZIONE FEMMINILE
TASSO DI DISOCCUPAZIONE FEMMINILE(VALORI ESPRESSI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 7.7 6.9 6.5 6.5 6.4 6.2 5.4 4.9 5.5 6.8 7.6 7.6
Lazio 7.5 7.2 5.0 6.5 6.3 6.4 6.1 5.1 5.9 6.8 8.4 8.1
Prov. Roma : : : : 6.0 6.4 5.9 4.9 5.5 6.4 8.3 8.1
Grafico A.8
Fonte: Istat
COMMENTO
Disoccupazione femminile superiore a quella maschile. La crisi ha inizialmente ampliato la forbice fra generi, poi
diminuita.
Tabella A.6
Fonte: Istat
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LO SCENARIO ECONOMICO
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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Italia FLazio FProv. Roma FItalia MLazio MProv. Roma M
CONFRONTO FRA TASSO DI DISOCCUPAZIONE MASCHILE E FEMMINILE
TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE MASCHILE (VALORI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 22.2 19.5 18.5 20.5 20.6 21.5 19.1 18.2 18.9 23.3 26.8 27.1
Lazio 27.9 26.7 22.3 31.1 24.7 24.8 25.3 22.7 22.8 26.3 29.2 32.6
Prov. Roma : : : : 27.2 25.9 26.0 24.7 25.1 24.3 29.6 35.5
Grafico A.9
Fonte: Istat
COMMENTO
Disoccupazione giovanile maschile nel Lazio superiore rispetto alla media italiana. Situazione aggravata dalla crisi.
Provincia di Roma in linea col trend regionale soltanto a partire dal 2010.
Tabella A.7
Fonte: Istat
269
LO SCENARIO ECONOMICO
15
20
25
30
35
40
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
ItaliaLazioProv. Roma
TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE MASCHILE
TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE FEMMINILE (VALORI IN PERCENTUALE)
UNITÀ 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011D'ANALISI
Italia 31.0 27.6 26.6 27.6 27.2 27.4 25.3 23.3 24.7 28.7 29.4 32.0
Lazio 33.5 26.9 25.0 29.7 30.7 28.6 26.4 27.9 30.7 36.4 33.9 35.6
Prov. Roma : : : : 29.5 23.9 26.7 27.7 30.8 38.8 31.7 37.0
Grafico A.10
Fonte: Istat
COMMENTO
La crisi esacerba una situazione difficile. Aumenta il divario fra Lazio e Italia.
Grafico A.11
Fonte: Istat
270
LO SCENARIO ECONOMICO
20
24
28
32
36
40
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
ItaliaLazioProv. Roma
TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE FEMMINILE
15
20
25
30
35
40
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Italia FLazio FProv. Roma FItalia MLazio MProv.Roma M
CONFRONTO FRA TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE MASCHILE E FEMMINILE
COMMENTO
Disoccupazione giovanile regionale superiore alla media nazionale, trascinata in alto dall’aggravarsi della situazione
nella provincia capitolina.
Forbice fra generi ridotta nella provincia di Roma, più ampia nel Lazio e in Italia.
Grafico A.12
Fonte: Istat
COMMENTO
Disoccupazione giovanile ben superiore alla disoccupazione over 15, in particolare a livello regionale. La crisi
economica ha aggravato la disoccupazione, specialmente quella giovanile.
271
LO SCENARIO ECONOMICO
0
4
8
12
16
20
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Italia FLazio FProv. Roma FItalia MLazio MProv. Roma M
CONFRONTO FRA TASSO DI DISOCCUPAZIONE TOTALE E GIOVANILE
APPENDICE B AL SECONDO CAPITOLO (SECONDO PARAGRAFO)
AGRICOLTURA: INDICATORI MACROECONOMICI E DATI CENSUARI
2.2.1 FORMAZIONE ED ISTRUZIONE NEL SETTORE AGRICOLO
Tabella B.1
Fonte: Istat, Censimento agricoltura 2000
Grafico B.1
COMMENTO
Nel 2000 prevalevano nettamente gli agricoltori con basso livello d’istruzione. In provincia di Roma agricoltori
maggiormente istruiti rispetto alla media nazionale. Nel Lazio e in provincia di Roma, lieve scarto fra maschi e
femmine nei gradi d’istruzione superiore, a favore dei primi.
272
LO SCENARIO ECONOMICO
80,8
15,6
3,5
81,7
15,5
2,9
81,1
15,6
3,3
78,6
18,3
3,2
81,0
16,6
2,4
79,4
17,7
2,9
75,3
21,1
3,6
77,1
20,1
2,8
75,8
20,8
3,4
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Nessun titolo,licenza elementare olicenza media - M
Qualificaprofessionale odiploma - M
Laurea o diplomauniversitario - M
Nessun titolo, licenzaelementare o licenza
media - F
Qualificaprofessionale o
diploma - F
Laurea o diplomauniversitario - F
Nessun titolo, licenzaelementare o licenza
media - TOT
Qualificaprofessionale odiploma - TOT
Laurea o diplomauniversitario - TOT
Italia
Lazio
Prov. Roma
CAPI AZIENDA PER TITOLO DI STUDIO E GENERE (ANNO 2000)
ESTENSIONE DELLE CATEGORIE FORESTALI DEI BOSCHI ALTI* DELLA REGIONE LAZIO, RIPARTITA PER PROVINCE
Nessun titolo, licenza elementare e licenza media Qualifica professionale o diploma Laurea o diploma universitario Totale
M F Totale M F Tota le M F Totale M F Totale
N
% tot. M N.
% tot.
F N. %
tot. N
% tot. M N.
% tot.
F N. %
tot. N
%
tot. M N.
%
tot. F N.
% tot. N
%
tot. M N.
%
tot. F N.
%
tot.
Italia 1.414 .7 08 80,8 590.189 81,7 2.004.897 81,1 273.451 15,6 111.691 15,5 385.142 15,6 61.786 3,5 20.782 2,9 82 .568 3,3 1.749.945 100 722.662 100 2.472.607 100
Lazio 109.118 78,6 53.787 81, 162.905 79,4 25.350 18,3 11.010 16,6 36.360 17,7 4.430 3,2 1.567 2,4 5.997 2,9 138.898 100 66 .364 100 205.262 100 Prov.Roma 29.729 75,3 13.457 77,1 43.186 75,8 8.345 21,1 3.504 20,1 11.849 20,8 1.428 3,6 497 2,8 1.925 3,4 39.502 100 17 .458 100 56.960 100
2.2.9 USO AGRICOLO DEL SUOLO
Tabella B.2
Fonte: Istat – Censimento agricoltura 2000
Grafico B.2
Fonte: Istat – Censimento agricoltura 2000
273
LO SCENARIO ECONOMICO
18,6
25,9
48,0
20,5
31,5
47,0
22,4
30,6
0
20
40
60
Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli
ItaliaLazioProv. Roma
55,5%
COMPOSIZIONE DELLA SAU. ANNO 2000)
COMPOSIZIONE DELLA SAU. ANNO 2000
UNITÀ SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE PRATI PERMANENTI SAUD’ANALISI AGRARIE PASCOLI
ha % SAU ha % SAU ha ha haItalia 7.329.272 55.5 2.458.942 18.62 3.418.085 25.88 13.206.296Lazio 347.920 48.0 148.707 20.52 228.124 31.48 724.752Prov. Roma 90.743 47.0 43.203 22.37 59.147 30.63 193.092
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