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ABACO DELLE MURATURE
DELLA REGIONE TOSCANA
INTRODUZIONE E MOTIVAZIONI
Prof. Ing. Andrea Vignoli
Ing. Sonia Boschi
Arch. Nicola Signorini
Firenze, OTTOBRE 2017
SOMMARIO
Indice delle Figure ….………………………………………………………………………………………………………. 1
Indice delle Tabelle ….………………………………………………………………………………………………………. 1
INTRODUZIONE ............................................................................................................................................... 2
COME È NATO IL PROGETTO “ABACO DELLE MURATURE DELLA REGIONE TOSCANA” ...................................5
1 DATABASE DI RIFERIMENTO ................................................................................................................. 6
1.1 PRINCIPALI STATISTICHE SUL CAMPIONE ................................................................................................6
BIBLIOGRAFIA .............................................................................................................................................. 10
1
INDICE DELLE FIGURE
Figura 1. Esempi di tipologie di murature. Muratura in pietrame disordinato (a); muratura in pietrame sbozzato (b); muratura
a spacco con buona tessitura (c); muratura in tufo (d); muratura blocchi lapidei (e); muratura in mattoni pieni (f); muratura
in mattoni forati (g); muratura in pietrame sbozzato con ricorsi in mattoni pieni (prospetto e sezione) (h). ........................4
Figura 2: Localizzazione delle prove sperimentali nelle province toscane. .......................................................................6
Figura 3: Distribuzione dei laboratori di prova (a) e anno di esecuzione delle prove (b). ...................................................7
Figura 4. Classificazione degli edifici su cui sono state eseguite prove sperimentali su base tipologica (a) e anno di fine
realizzazione (in alcuni casi presunto) degli edifici su cui sono state eseguite le prove (b). ..............................................7
Figura 5. Classificazione delle prove sperimentali in base alla tipologia di muratura secondo la classificazione nazionale
(Tabelle C8A.2.1-2. Circ. Min. 217/2009).........................................................................................................................8
Figura 6: Distribuzione del numero di piani degli edifici (a) e distribuzione dei piani a cui si trova il pannello (b). ..............9
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1: Tabella C8A.2.1 [8]. ........................................................................................................................................3
Tabella 2: Tabella C8A.2.2 [8]. ........................................................................................................................................3
2
INTRODUZIONE
Il territorio italiano è caratterizzato da un'elevata pericolosità sismica e da un diffuso patrimonio edilizio prevalentemente
costituito da costruzioni storiche, realizzate per la maggior parte in muratura portante di pietrame e laterizio.
Ai fini di una corretta valutazione della sicurezza sull’edificato esistente occorre eseguire un’accurata fase preliminare di
indagine conoscitiva delle strutture oggetto di verifica, definita processo di conoscenza (Cap.8 NTC 2008 [9]). Tale
procedura è volta ad individuare in modo completo gli organismi strutturali resistenti ed interpretarne il loro comportamento
per azioni gravitazionali e sismiche, in modo da eseguire modellazioni che siano quanto più fedeli al loro reale
comportamento strutturale. In tal modo è possibile valutare in maniera dettagliata lo stato di sicurezza delle costruzioni e,
successivamente, se necessario, definire il più idoneo progetto di intervento.
Ogni costruzione esistente rappresenta una situazione peculiare, con caratteristiche specifiche e difficilmente inquadrabile
in contesti standardizzati, sia per le incertezze legate alla difficoltà di reperire informazioni storiche sia, e soprattutto, per
la definizione delle caratteristiche meccaniche dei materiali. Gli esiti delle verifiche strutturali sono fortemente influenzati
dai valori delle proprietà meccaniche dei materiali che vengono utilizzati nei calcoli e pertanto assunzioni non realistiche
di esse possono portare a risultati inaffidabili anche a fronte di utilizzo di analisi numeriche raffinate.
L’attuale normativa tecnica per le costruzioni ([9] e Circ.Min.617/2009 [8]) prevede, all’interno del processo di conoscenza,
la possibilità di eseguire saggi e prove sperimentali sulle murature in modo da identificarne direttamente i parametri
meccanici. Tuttavia, l’esecuzione di prove sperimentali esaustive sulle murature in situ (ovvero, di una “…serie di prove
sperimentali che, per numero e qualità, siano tali da consentire di valutare le caratteristiche meccaniche della muratura”,
C8A.1.A.3 [8] necessarie per il raggiungimento del livello di conoscenza maggiore) risulta essere difficoltosa sia per gli
aspetti economici, sia da un punto di vista esecutivo-operativo, in modo particolare di fronte ad edifici storici o a carattere
monumentale, come musei o chiese [6].
Nel caso in cui nel processo di conoscenza non vengano effettuate prove sperimentali, le caratteristiche meccaniche delle
murature possono essere desunte dalla Tabella C8A.2.1 [8] (Tabella 1 e Figura 1), la quale fornisce i valori minimi e
massimi delle caratteristiche meccaniche di resistenza e deformabilità per 11 tipologie di muratura riscontrate nel territorio
nazionale, di cui le prime 6 possono essere considerate murature “storiche”, mentre le ultime 5 possono essere
considerate murature “moderne”. Per le prime 6, le caratteristiche fornite sono relative alle seguenti condizioni: malta
scadente, giunti di spessore rilevante, assenza di ricorsi, assenza di connessioni trasversali ed assenza di rinforzo. In
base al rispetto o meno di alcuni parametri qualificanti, tali caratteristiche possono subire variazioni attraverso l’utilizzo di
coefficienti correttivi, definiti in Tabella C8A.2.2 [8] (Tabella 2).
I valori delle caratteristiche meccaniche per ciascuna tipologia di muratura definiti in [8] devono ritenersi validi all’interno
del contesto nazionale; per questo motivo le categorie sono definite a livello qualitativo e descritte in modo generale ed i
valori delle caratteristiche meccaniche forniti coprono ampi intervalli numerici.
Risulta tuttavia frequente che murature appartenenti ad ambiti omogenei (ad esempio territoriali, regionali, …) si discostino
dalle definizioni qualitative delle murature definite in [8] valide a livello nazionale; questo perché le tecniche costruttive e
le tipologie di materie prime utilizzate per la realizzazione di determinate classi di costruzioni risultano fortemente
influenzate dal modus operandi di ciascuna realtà locale, quali la disponibilità di specifiche materie prime, la tradizione
costruttiva specifica della zona, etc… Per questo motivo non è sempre possibile inquadrare, nell’ambito delle 11 categorie
di muratura, le murature degli edifici “reali” che possono essere caratterizzate da materiali eterogenei (sia per tipologia,
forma e lavorazione dell’elemento sia per caratteristiche meccaniche e composizione della malta) e da molteplici tecniche
costruttive ([5]).
3
È inoltre possibile che si identifichino murature specifiche “particolari” che non rientrano in nessuna delle categorie
elencate a livello nazionale per cui non sono note le proprietà meccaniche [7]. In questo caso le verifiche di sicurezza per
gli edifici rischiano di essere definite con valori di parametri di resistenza e deformabilità che possono subire forti
oscillazioni a seconda dell’interpretazione, soggettiva da parte del tecnico, del grado di somiglianza delle murature in
oggetto con quelle presenti nella classificazione normativa o da prove sperimentali presenti in letteratura scientifica.
Nel seguito, le 11 categorie di muratura della Tab. C8A.2.1 sono indicate attraverso numeri romani (I-XI), i coefficienti
correttivi Tab. C8A.2.2 sono invece indicati con numeri arabi 1÷7.
Tabella 1: Tabella C8A.2.1 [8].
Tipologia di muratura Categoria fm
(N/cm2) 0
(N/cm2)
E (N/mm2)
G (N/mm2)
W (kN/m3)
muratura in pietrame disordinata (ciottoli, pietre erratiche e irregolari)
I 100 180
2.0 3.2
690 1050
230 350
19
muratura a conci sbozzati, con paramento di limitato spessore e nucleo interno
II 200 300
3.5 5.1
1020 1440
340 480
20
muratura in pietre a spacco con buona tessitura III 260 380
5.6 7.4
1500 1980
500 660
21
muratura a conci di pietra tenera (tufo, calcarenite, ecc.)
IV 140 240
2.8 4.2
900 1260
300 420
16
muratura a blocchi lapidei squadrati V 600 800
9.0 12.0
2400 3200
780 940
22
muratura in mattoni pieni e malta di calce VI 240 400
6.0 9.2
1200 1800
400 600
18
muratura in mattoni semipieni con malta cementizia
(es.: doppio UNI foratura 40%) VII
500 800
24.0 32.0
3500 5600
875 1400
15
muratura in blocchi laterizi semipieni
(perc. foratura 45%) VIII
400 600
30.0 40.0
3600 5400
1080 1620
12
muratura in blocchi laterizi semipieni, con giunti verticali a secco
(percentuale foratura 45%) IX
300 400
10.0 13.0
2700 3600
810 1080
11
muratura in blocchi di calcestruzzo o argilla espansa (perc. foratura tra 45% e 65%)
X 150 200
9.5 12.5
1200 1600
300 400
12
muratura in blocchi di calcestruzzo semipieni
(foratura 45%) XI
300 440
18.0 24.0
2400 3520
600 880
14
Tabella 2: Tabella C8A.2.2 [8].
Categoria
malta buona
giunti sottili (< 10 mm)
ricorsi o listature
connessione trasversale
nucleo scadente e/o
ampio iniezioni
intonaco armato
1 2 3 4 5 6 7
I 1.5 - 1.3 1.5 0.9 2.0 2.5
II 1.4 1.2 1.2 1.5 0.8 1.7 2.0
III 1.3 - 1.1 1.3 0.8 1.5 1.5
IV 1.5 1.5 - 1.5 0.9 1.7 2.0
V 1.2 1.2 - 1.2 0.7 1.2 1.2
VI 1.5 1.5 - 1.3 0.7 1.5 1.5
Per completare la mancanza di specificità della caratterizzazione muraria definita in [8] e considerare le peculiarità di
tipologie murarie esistenti in ambiti locali, le Regioni possono sviluppare abachi murari particolareggiati, che permettano
di declinare le tipologie costruttive a livello nazionale, calandole nelle realtà locali, caratterizzandole in modo qualitativo e
quantitativo. Tali strumenti possono risultare di aiuto a catalogare e scegliere la tipologia muraria e ricavarne le proprietà
meccaniche da utilizzare per le analisi, come è previsto da [8] (§C8A.1.A.3) «(…)Qualora esista una chiara, comprovata
corrispondenza tipologica per materiali, pezzatura dei conci, dettagli costruttivi, in sostituzione delle prove sulla costruzione
oggetto di studio possono essere utilizzate prove eseguite su altre costruzioni presenti nella stessa zona. Le Regioni
potranno, tenendo conto delle specificità costruttive del proprio territorio, definire zone omogenee a cui riferirsi a tal fine
(…)».
4
Figura 1. Esempi di tipologie di murature. Muratura in pietrame disordinato (a); muratura in pietrame sbozzato (b); muratura a spacco con buona tessitura (c); muratura in tufo (d); muratura blocchi lapidei (e); muratura in mattoni pieni (f); muratura in mattoni forati (g); muratura in pietrame sbozzato con ricorsi in mattoni pieni (prospetto e sezione) (h).
5
COME È NATO IL PROGETTO “ABACO DELLE MURATURE DELLA REGIONE TOSCANA”
L’Abaco delle Murature è sviluppato per fornire supporto a ricercatori e liberi professionisti che lavorano in ambito regionale
toscano e si configura come un database online consultabile ed in continuo aggiornamento di risultati di prove
sperimentali eseguite nel corso degli anni su pannelli murari di edifici in muratura portante collocati in Regione
Toscana, opportunamente georeferenziati. I risultati delle sperimentazioni sono supportati da una descrizione
qualitativa dell’edificio che ospita i pannelli, da una descrizione qualitativa della muratura in oggetto e dalla valutazione
dell’Indice di Qualità Muraria (IQM, [4] [3]). I risultati sono inoltre confrontati per stesse categorie di muratura con i valori
di riferimento delle caratteristiche meccaniche di resistenza e deformabilità proposti dalla Circ. Min. n.617/2009 (Tabella
C8A.2.1), considerando anche i coefficienti correttivi proposti in Tabella C8A.2.2.
La struttura e l’impostazione del database ne permettono il continuo aggiornamento. Il database, anche se definito per le
murature toscane, risulta in grado di accogliere risultati di prove sperimentali a livello italiano, anche eseguite in laboratorio.
L’Abaco delle Murature nasce per volontà e dall’accordo di collaborazione scientifica tra il Settore Sismica della Regione
Toscana (http://www.regione.toscana.it/speciali/rischio-sismico) ed il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
dell’Università degli Studi di Firenze (http://www.dicea.unifi.it/). L’accordo scientifico ha riguardato inizialmente la raccolta
e catalogazione di risultati di prove sperimentali esistenti su murature, successivamente la descrizione qualitativa
approfondita delle strutture murarie, la trattazione e l’interpretazione dei dati acquisiti e, come ultimo passo, la divulgazione
dei risultati ottenuti tramite la realizzazione di una piattaforma web dedicata. Il progetto è inserito inoltre nel programma di
ricerca DPC-RELUIS 2014-2018 [http://www.reluis.it], Area Tematica 1, strutture in muratura.
I dati delle prove sperimentali provengono sia dalla letteratura scientifica esistente sia dal risultato di attività di
collaborazione svolte negli ultimi anni tra il Settore Sismica della Regione Toscana ed i Dipartimenti di alcune università
toscane. Nello specifico, le prove sperimentali raccolte provengono:
da attività di collaborazioni scientifiche intercorse tra il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICEA)
dell’Università degli Studi di Firenze e committenti pubblici e privati; le prove sono state svolte dal Laboratorio
Prove Strutture e Materiali afferente al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi
di Firenze, di cui il Responsabile Scientifico è il Prof. Ing. Andrea Vignoli ed il Responsabile Tecnico è stato sino
a luglio 2017 il Per. Ind. Saverio Giordano;
da attività ed accordi di collaborazioni scientifiche intercorse tra il Settore Sismica della Regione Toscana ed i
Dipartimenti di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICEA) e di Architettura (DiDA) dell’Università degli Studi di
Firenze ed il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale (DICI) dell’Università di Pisa;
dall’attività svolta dal Laboratorio SIGMA S.R.L. – Prove su materiali da costruzione
(http://www.laboratoriosigma.it) per committenti privati;
dall’attività svolta dal Laboratorio DELTA S.R.L. – Prove su materiali da costruzione
(http://www.laboratoriodelta.it/) per committenti privati e pubblici (commissionati dal Settore Sismica della
Regione Toscana);
dall’attività di collaborazioni scientifiche intercorse tra il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICEA)
dell’Università degli Studi di Firenze ed il CNR (Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali)
nella persona del Dott. Geol. Fabio Fratini.
6
1 DATABASE DI RIFERIMENTO
Il database di riferimento allo stato attuale comprende 110 prove sperimentali in situ su pannelli murari collocati in Regione
Toscana. In particolare, sono presenti 50 prove di compressione diagonale (CD, 45%), 5 prove di compressione semplice
(C, 5%) e 55 prove eseguite con martinetti piatti doppi (MP-d, 55%) in murature di diverse tipologie. Per ognuna di queste
prove è stata compilata una Schede di Qualità Muraria (nel seguito SQM, vedere anche il “Manuale per la compilazione
della Scheda di Qualità Muraria”) attraverso la quale sono state individuate e descritte le maggiori caratteristiche qualitative
delle murature e sono state classificate entro la classificazione nazionale (§Tabella 1 e Tabella 2) e regionale [1] [5]. Le
prove sui pannelli murari erano talvolta accompagnate da prove sui singoli componenti della muratura (elementi naturali
o artificiali e malta), quali: prova di compressione sui blocchi (CB), prova penetrometrica su malta con trapano strumentato
(sistema DRMS) o analisi macroscopica e microscopica della malta (AM). In alcuni casi sono state effettuate delle prove
di estrazione di campioni di muratura attraverso l’esecuzione di carote (CAR), al fine di esaminarne la stratigrafia e le
caratteristiche interne delle sezioni murarie (quali la compattezza della muratura, la presenza o assenza di vuoti, etc..).
1.1 PRINCIPALI STATISTICHE SUL CAMPIONE
La distribuzione provinciale dei dati collezionati è riportata Figura 2, da cui si evince che la maggioranza delle prove è
collocata nelle Province di Firenze, Arezzo, Lucca e Massa Carrara, nelle quali vi sono molti Comuni caratterizzati da
un’elevata pericolosità sismica (Circ.617/2009, [14]).
Figura 2: Localizzazione delle prove sperimentali nelle province toscane.
Il 68% delle prove totali è stato eseguito da laboratori di prova universitari (di cui il 58% dal Laboratorio Prove Strutture e
Materiali del DICEA-UNIFI), il restante 32% è stato eseguito dai Laboratori privati Delta s.r.l. e Sigma s.r.l. (Figura 3a).
Come si evince dalla Figura 3b, circa il 75% delle prove raccolte è stato eseguito nel decennio 2005-2015 per la maggiore
facilità di reperimento dei dati grazie anche all’utilizzo di strumenti digitali e per le estese campagne di caratterizzazione
meccanica delle murature promosse negli edifici strategici e rilevanti a seguito del sisma del Molise (2002), mentre il
restante 35% del campione risale al decennio precedente (1995-2005).
21%26%
14% 17%
2%5%
9%
7%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
AR FI LU MS PI PT PO SI
PROVINCIA
7
Figura 3: Distribuzione dei laboratori di prova (a) e anno di esecuzione delle prove (b).
In Figura 4a è riportato l’istogramma con la distribuzione della tipologia di edificio in cui sono state svolte le prove. In
particolare, il 10% delle prove è stato svolto su edifici ordinari privati (intendendo con ordinari ”..quelli, prevalentemente
per abitazioni e/o servizi, oggetto della scheda AeDES..”, cit. da Zuccaro e De Gregorio (2016) [10], ad esempio civili
abitazioni), in circa l’84% si tratta di edifici ordinari pubblici (ad esempio scuole) mentre il 6% ha riguardato prove eseguite
su edifici non ordinari pubblici, ad esempio torri o cupole (prove eseguite esclusivamente da laboratori universitari).
In Figura 4b è riportato l’istogramma con la distribuzione dell’anno di completa realizzazione delle costruzioni. Circa il 35%
del campione riguarda costruzioni storiche (antecedenti al 1919, in parte risalenti all’epoca rinascimentale). In tali
costruzioni sono state eseguite per lo più prove semi-distruttive (MP-d 31%), a riprova della quasi impossibilità di eseguire
prove distruttive (compressioni diagonali o compressioni) in edifici storico-monumentali. Solo una piccola percentuale di
edifici riguarda edifici “moderni”, costituiti da murature in mattoni pieni o forati, mentre quasi il 60% del campione è
all'incirca equamente distribuito tra edifici costruiti nei periodi dal 1920-1949 al 1950-1981.
Figura 4. Classificazione degli edifici su cui sono state eseguite prove sperimentali su base tipologica (a) e anno di fine realizzazione (in alcuni casi presunto) degli edifici su cui sono state eseguite le prove (b).
La caratterizzazione dettagliata della tipologia di muratura è stata effettuata compilando delle SQM articolate su tre sezioni,
implementate dal DICEA nell’ambito del progetto di ricerca DPC-ReLUIS 2014-16, linea murature; le schede hanno come
base la “Scheda di Qualità Muraria” proposta in [2]), in cui sono state apportate alcune modifiche ed integrazioni in
relazione alla possibilità di catalogare murature costituite sia da pietra naturale sia artificiale e differenti tipi di blocchi,
nell’ottica di coprire con la schedatura tutte le categorie di muratura presenti in Normativa ed eventualmente integrarle con
murature particolari già catalogate come presenti in Toscana [7] .
58%
29%
3% 3% 7%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
DICEA(UNIFI)
DELTAS.R.L.
SIGMAS.R.L.
DIDA(UNIFI)
DICI(UNIPI)
LABORATORIO DI PROVA
1%9%
16%
35% 39%
0%
15%
30%
45%
60%
ANNO
10%
84%
6%6%
39%
0%4%
45%
6%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Ed. ordinarioprivato
Ed. ordinariopubblico
Ed. NON ordinario
TIPO EDIFICIO TOTALI
CD
C-MP36%
27%31%
2% 4%5%
15%
25%
1%
31%
13%
6%2% 3%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
ETÀ COSTRUZIONE TOTALI
CD
C-MP
8
La compilazione della scheda permette una caratterizzazione completa della muratura, conduce il compilatore a porre
l’attenzione su dettagli e caratteristiche specifiche della muratura e dei materiali componenti (i cosiddetti parametri della
“regola dell’arte”, [4]) e pertanto consente di facilitare la catalogazione delle murature esaminate.
L’analisi della documentazione fotografica del paramento e della sezione muraria e la compilazione delle SQM hanno
permesso di inquadrare, in modo ragionato, le murature esaminate dentro le categorie della classificazione nazionale. I
risultati della classificazione delle prove secondo la tipologia muraria sono riportati nell’istogramma di Figura 5.
L’ampio numero di categorie di muratura all’interno della classificazione nazionale, incrociando tutte le combinazioni tra le
categorie della Tabella C8A.2.1 con le caratteristiche della Tabella C8A.2.2, ha prodotto un elevato numero di classi nella
suddivisione della tipologia di muratura per il campione di studio, per le quali sono disponibili risultati omogenei dei test,
ma, per il momento, in numero limitato.
Figura 5. Classificazione delle prove sperimentali in base alla tipologia di muratura secondo la classificazione nazionale (Tabelle C8A.2.1-2. Circ. Min. 617/2009).
Circa il 39% delle prove è stato eseguito su muratura di pietrame disordinato composto da pietre di varia pezzatura, in
molti casi ciottoli arrotondati di fiume o pietre irregolari, generalmente privo di collegamento tra i due fogli. Di questa
percentuale, il 10% ha ricorsi, per la maggior parte in mattoni pieni ed in alcuni casi costituiti da fasce di calcestruzzo. Nel
2% dei casi i ricorsi in calcestruzzo garantiscono anche una buona connessione trasversale. L’8% dei casi ha malta con
caratteristiche di buona qualità, ovvero è caratterizzata da distribuzione regolare sul paramento senza zone in cui risulta
degradata o assente, con giunti orizzontali abbastanza ordinati, mediamente sfalsati e di consistenza non friabile al tatto.
Circa il 14% è costituito da pietrame sbozzato ovvero formato da pietre con spigoli vivi e con tessitura non regolare nel
paramento. In questo caso la maggioranza (8%) delle prove raccolte è costituita da muratura con ricorsi in mattoni pieni.
Il 9% delle murature è costituito da muratura in pietre a spacco con buona tessitura, con pietre di medie - elevate
dimensioni (tra 20-40 cm nella loro maggiore dimensione) e generalmente di forma regolare squadrata. Circa il 17% del
campione è costituito da muratura in mattoni pieni, di cui il 7% con malta buona. In questo caso generalmente si tratta di
pannelli estrapolati da edifici moderni in cui la malta ha componente di legante idraulico o cementizio.
Le murature di tufo testate sono soltanto il 3% del campione e sono tutte caratterizzate da malta di buona qualità (“IV-1”)
mentre il 2% del campione è costituito da murature regolari costituite da blocchi lapidei squadrati di elevate dimensioni
(anche superiori a 50 cm) con giunti molto sottili e malta di buona qualità (“V-1-2”).
Per quanto riguarda le murature “moderne”, circa il 9% riguarda blocchi squadrati o in laterizio forato o in calcestruzzo
forato, mentre circa l’8% riguarda murature che non rientrano nelle definizioni delle categorie riportate nelle Tabella 1 e
Tabella 2 (NC=non classificabili). Tra queste sono presenti prove in muratura mista, ovvero costituita da pietrame e
mattoni pieni in proporzioni pressoché uguali, murature in blocchi di laterizio con percentuale di foratura maggiore del 45%
e murature in masselli, ovvero blocchi in conglomerato cementizio costruiti a piè d’opera con inerte a granulometria e
composizione variabile [7].
21%
6%
1% 1%
8%
2% 1%
8%
2% 1% 2% 1%
8%
3% 2%
10%5%
2%6%
1% 2%5%
1% 2%
0%
10%
20%
30%
40%
Tipologia di muratura -Tab. C8A.2.1-2
pietrame disordinato, 39%
"moderne" 17%"storiche" 83%
pietramesbozzato, 14%
pietre a spacco buona tessitura, 9%
laterizio pieno, 17% murature
particolari,8 %
laterizio e cls forato, 9%
9
In Figura 6 è possibile osservare la distribuzione del numero di piani degli edifici su cui sono stati svolti i test e del piano
a cui si trovano i pannelli. La maggior parte degli edifici ha un numero di piani pari a 2 (43%), e pari a 3 (26%, Figura 6a).
La maggioranza delle prove, circa il 75%, è stata eseguita su pannelli che si trovano al 1° piano Figura 6b.
Figura 6: Distribuzione del numero di piani degli edifici (a) e distribuzione dei piani a cui si trova il pannello (b).
14%
43%
25%
14%2%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1 2 3 4 >5
NUMERO PIANI EDIFICIO
6%
75%
14%
5% 1% 0%0%
20%
40%
60%
80%
100%
0 1 2 3 4 >5
PIANO A CUI SI TROVA IL PANNELLO
10
BIBLIOGRAFIA
[1] AA.VV., 2003. Rilevamento della vulnerabilità sismica degli edifici in muratura. Manuale per la compilazione della
Scheda GNDT/CNR di II livello - Versione modificata dalla Regione Toscana”.
[2] Binda, L., Borri, A., Cardani, G., Doglioni, F., 2009. Scheda qualità muraria: relazione finale e linee guida per la
compilazione della scheda di valutazione della qualità muraria. Report ReLUIS 2005-2008.
[3] Borri A., Corradi M., Castori G., De Maria A.. 2015. A method for the analysis and classification of historic masonry,
Bullettin of Earthquake Engineering. 13:2647–2665.
[4] Borri A., De Maria A., 2009. L’indice di Qualità Muraria (IQM): Evoluzione ed Applicazione nell’Ambito delle Norme
Tecniche per le Costruzioni del 2008. In: Proceedings of 13th Italian national conference for earthquake engineering,
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[5] Boschi S., Bernardini C., Borghini A., Ciavattone A., Del Monte E., Giordano S., Ortolani B., Signorini N., Vignoli A..
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Sismica in Italia, L’Aquila, Italia.
[6] Boschi S., Ciavattone A., Vignoli A. (2016). Il processo di conoscenza e la caratterizzazione meccanica delle
murature. Atti dell’evento formativo: “La sicurezza e la conservazione: nuove tecnologie e metodiche per il corretto
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Umbria e ASS.I.R.C.CO., Firenze, 21-22 gennaio 2016 (in press).
[7] Boschi S., Bernardini C., Borghini A., Ciavattone A., Del Monte E., Giordano S., Signorini N., Vignoli A.. 2016.
Mechanical characterisation of particular masonry panel in Tuscany. XVI International Brick and Block Masonry
Conference 27-29 giugno 2016, Padova, Italia.
[8] Circolare Ministeriale n.° 617 del 02/02/2009 e relative appendici. Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove Norme
Tecniche per le Costruzioni” di cui al D.M. 14/01/2008.
[9] NTC 2008. D.M. del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14/01/2008. Nuove Norme Tecniche per le
Costruzioni. G.U. n. 29 del 04.02.2008, S.O. n. 30. 2]
[10] Zuccaro G., De Gregorio D., 2016. Manuale per la compilazione della scheda di 1° livello per la CARatterizzazione
Tipologico-Strutturale dei comparti urbani costituiti da edifici ordinari – CARTIS 2014”. Progetto ReLUIS 2014-2016.
Linea “Sviluppo di una metodologia sistematica per la valutazione dell’esposizione a scala territoriale sulla base delle
caratterisyiche tipologico-strutturali degli edifici”.
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