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ANGLICISMS IN ITALIAN
Consider the following definition of Anglicism:
anġlicismo s. m. [der. di anglico, sul modello dell’ingl. (to) anglicize e del fr. angliciser]. – Parola, locuzione o costrutto proprio della lingua inglese, importato in altra lingua, sia nella forma originale (per es., blue jeans, sandwich, week-end), sia adattato foneticamente (come rosbif, tranvai, per roast beef, tramway). Anche, parola italiana o d’altra lingua impropriam. usata col sign. che la parola corrispondente ha in inglese (come quando, per es., il verbo confrontare è adoperato nel senso di «affrontare» o «stare a faccia a faccia» che ha l’ingl. to confront, o si attribuisce al verbo realizzare il sign. di «comprendere, rendersi esatto conto di qualche cosa» che è proprio dell’ingl. to realize). (Treccani, vocabolario on line: http://www.treccani.it/vocabolario/anglicismo/ accessed March 6, 2018)
What we intend to present here are Anglicisms as the actual English words or phrases used in
the Italian language.
With the global spread of British and American cultures in the 20th and 21st centuries, many
English terms have entered popular usage in other tongues. Technology-related English words
like internet and computer are particularly common all over the world, as there are no pre-existing
words for them. English words are sometimes imported in their original spelling, and sometimes
adapted to the importing language (e.g. Italian tranvai, rosbif).
In some countries the use of anglicisms does not cause any controversy. Italian is one of the
most receptive languages for Anglicisms. In other countries Anglicisms are seen negatively. For
example, the Académie française in France insists on the use of French words to describe
technological inventions in place of imported English terms. E.g., in Italian we use the English
word mouse (for a computer), the French use their own word meaning “mouse,” souris; and they do
not say computer, but ordinateur. (Also, they do not pronounce Wi-fi /ˈwaɪfaɪ/, as we do in Italian,
but /wi:ˈfi:/.)
Anglicisms are found in the Italian language as early as the XIII and XIV centuries, when we
come across the word sterlini, an Italianization of sterling (the feminine form sterlina appeared as
late as 1873). But the interest and use of English words by learned men and intellectuals developed
from the XVII century on.
The scientist and man of letters Lorenzo Magalotti (1637-1712) uses coffee house and gentry
in his writings; and, incidentally, he was the first Italian writer to mention the name of Shakespeare.
Giuseppe Baretti (1719-1789) spent half his life in England, wrote a bilingual dictionary of Italian
and English, and was the first to use the term anglicismo in Italian, in his journal La frusta
letteraria (1764). The spread of anglicisms in the Italian language intensified in the course of the
XIX and XX centuries.
Some English words or phrases used in Italian:
audience, Black Friday, Brexit*, blog, boom, club, computer, decoder,
derby **, endorsement, fake news, festival, film, flash mob, goal,
governance, internet, jazz, leader, marketing, mouse, okay [the most
common anglicism in Italian], performance, pet therapy, pub [pub(blic
house)], slogan, snob, sport, standing ovation, start up, stop, taxi
[taxi(meter cab)], telethon [tele(vision)+(mara)thon], tennis, trendy,
tunnel, web, etc.
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But consider such words as sport, stop: do they sound as Anglicisms to an Italian ear? They
are English words, but totally naturalized in Italian usage, and as much used as any Italian word.
Other Anglicisms are naturalized as Italian words to a greater or lesser extent:
boom, computer, okay, pub, snob, taxi, tennis, tunnel, etc.
However, a large number of other English words and phrases are often used in current
language. Some speakers and scholars feel that many of them are not necessary, and can be easily
replaced by Italian words.
The latest edition of a well-known dictionary of the Italian
language (Nuovo Devoto-Oli. Il vocabolario dell'italiano contemporaneo
2018. Con App scaricabile su smartphone e tablet, di Giacomo Devoto,
Gian Carlo Oli, Luca Serianni, Maurizio Trifone) gives a list of
Anglicisms and suggests Italian terms that can replace many of them.
Read the following article by a journalist of Corriere della sera who
comments on some examples of the Devoto-OLi Anglicisms and how to
replace them with Italian terms.
http://www.corriere.it/cronache/cards/parole-straniere-che-usiamo-come-sostituirle-l-equivalente-
italiano/
LE PAROLE STRANIERE CHE USIAMO (E COME SOSTITUIRLE CON
L’EQUIVALENTE ITALIANO)
Da «Bond» (che non è James) a «Endorsement» (quello che non si fa con un retweet***), i 200
lemmi di cui potremmo fare a meno nel nuovo dizionario Devoto-Oli
di Elvira Serra
(Corriere della sera, 17 settembre 2017)
Non ce ne rendiamo nemmeno conto. Ma quante volte utilizziamo una parola inglese quando
potremmo benissimo farne a meno? Weekend al posto del fine settimana, trendy anziché alla
moda, strong anziché forte. Questa volta a farci le pulci è il nuovo Dizionario di italiano Devoto -
Oli, che per i suoi 50 anni (firmati anche da Luca Serianni e Maurizio Trifone) ha introdotto una
sezione con 200 schede dedicate agli anglicismi e ai modi pratici per farne a meno.
Abstract Lo utilizziamo spesso in ambito scientifico, ai convegni, durante i seminari. Il Devoto-
Oli spiega che è entrato nell’uso corrente da oltre mezzo secolo. Ma al posto di abstract si potrebbe
dire benissimo anche «sommario», «sintesi», «riassunto». Tutto in italiano.
All inclusive «Tutto compreso». Lo troviamo spesso quando scegliamo i nostri viaggi. Spiega che
nel prezzo sono inclusi spostamenti, pasti, bibite, alloggio e ogni altro servizio.
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Anti-age «Antietà». O anche: «Contro l’invecchiamento». Lo troviamo spessissimo utilizzato in
ambito cosmetico, ma nessuno ormai utilizza i termini italiani: tutte le creme o i trattamenti che lo
riguardano sono rigorosamente «anti-age» (la parola «vecchio» è bandita dalla pubblicità!).
Backstage «Dietro le quinte», «retropalco». Ormai la parola inglese ha sostituito il corrispettivo
italiano. Nessuno mai direbbe, per esempio a un concerto: «Andiamo dietro le quinte a cercare di
salutare il cantante».
Badge Tutti al lavoro ne abbiamo uno. Serve per entrare in piscina o in palestra. Lo usiamo anche
per salire sugli autobus o entrare in metropolitana. Talvolta pure per aprire cancelli o porte. È il
«badge» (ma potremmo tranquillamente chiamarlo «tesserino», «distintivo», «cartellino o targhetta
di riconoscimento»).
Band Certo che a Ivano Fossati non sarebbe mai passato per la testa di cantare: «La mia band
suona il rock!». Eppure l’anglicismo band è radicatissimo già dalla metà del Novecento. e indica
una piccola formazione musicale, soprattutto in ambito jazz, pop e rock. Insomma, una banda.
Bipartisan /ˌbaɪpɑ:tɪˈzæn/ US /ˌbaɪˈpɑ:rtɪzn/ Scrive il Devoto-Oli: «L’anglicismo bipartisan è
entrato in Italia negli anni Novanta del secolo scorso, quando è stata introdotta la modifica del
sistema elettorale con il passaggio dal modello proporzionale a quello maggioritario sulla falsariga
del sistema politico angloamericano, basato sull’alternanza al governo di due formazioni politiche
maggiori. Il nuovo sistema elettorale mirava a una semplificazione del quadro politico, ma
l’auspicata riduzione del numero dei partiti non ha avuto luogo. Per questo motivo l’aggettivo
italiano bipartitico non sembra appropriato come possibile sostituto del termine inglese. Più
calzante appare “trasversale”, che rende meglio l’idea di qualcosa condiviso da maggioranza e
opposizione o comunque da persone di opposto orientamento politico». Insomma: «Trasversale».
Bond Troppo facile chiamarla «obbligazione»? Confonderebbe meno le idee a molti risparmiatori.
Cash Come vuole pagare? Cash o carta? Insomma, basterebbe dire: in contanti, con denaro
contante, o, alla peggio, «sull’unghia».
Catering /ˈkeɪtərɪŋ/ Il sostantivo inglese catering significa «approvvigionamento» e deriva dal
verbo «to cater», rifornire di cibo. In italiano si potrebbe sostituire con «servizio di ristorazione».
Derby /ˈdɑ:bɪ/ In effetti a nessuno verrebbe da chiamare la partita Milan-Inter come
«stracittadina». Ormai il «derby» fa parte del nostro vocabolario quotidiano. Di più: è entrato in
italiano nel secondo Ottocento (ai tempi, però, indicava una corsa al galoppo riservata ai puledri di
tre anni; da lord Derby, che nel 1780 istituì un premio per una corsa di cavalli).
Evergreen L’anglicismo si riferisce a ciò che non passa mai di moda. In genere un cantante, un
attore, una canzone. Si può sostituire facilmente con l’aggettivo: intramontabile (come Paul
Newman, per esempio).
Fan Dall’inglese, è l’abbreviazione di «fanatic», cioè fanatico. È entrato in italiano nel 1933 per
indicare un ammiratore entusiasta di un divo del cinema. Negli anni si è allargato a «ammiratori»,
«appassionati», «fedelissimi» e «tifosi» di cantanti, calciatori, personaggi pubblici.
Gloss Chiamarlo lucidalabbra pare brutto, eh?
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Happy end Chi non lo sogna, al cinema e nella vita? È semplicemente il «lieto fine», quando tutti
vissero felici e contenti. [N.B.: It is a false Anglicism: the correct current English is Happy ending]
Jet lag Ne soffriamo dopo un lungo volo, quando troviamo un fuso orario diverso. Indica quel
malessere psicofisico generalizzato che si prova all’arrivo. L’anglicismo è entrato in italiano negli
anni Ottanta, in seguito all’incremento dei viaggi intercontinentali. Si potrebbe dire, in italiano,
«mal di fuso» e «sindrome da fuso orario».
Killer In Italia il termine inglese comincia a diffondersi negli anni Trenta, grazie ai film e ai libri
polizieschi americani. All’inizio sostituiva la parola «sicario». Oggi si usa al posto di «assassino»,
«omicida». È usato come sostantivo, ma anche come aggettivo (in accostamenti non troppo felici
come eroina killer, sasso killer, zanzara killer).
Light È la parola che fa sentire meno in colpa chi cerca di dimagrire: significa «leggero» e una
moltitudine di alimenti è contrassegnata dall’astuta dicitura che garantisce una quota di calorie
inferiore al corrispondente «normale». (Esistono anche le sigarette «light», ma difficilmente
nuocciono poco alla salute)
Make up Ci sono i «make up artist» (i truccatori) e i «make up tutorial» (lezioni di trucco). Fanno
molta scena, ma tutto ruota attorno al «trucco», semplicemente.
News Il termine si può pacificamente sostituire con «notizie» o «ultime notizie».L’anglicismo non
ha risparmiato neppure la televisione di Stato...
Okay Siamo d’accordo, «va bene».
Party Altro non è che una festa! Il sostantivo inglese party, però, è a sua volta di origine francese,
ed è entrato in italiano nel primo Novecento . [Old French partie, based on Latin partiri ‘divide into
parts.]
Premier /ˈprɛmɪər, US prɪˈmɪər/ Scrive il Devoto-Oli: «L’anglicismo si è diffuso in Italia nel
linguaggio politico e giornalistico soprattutto all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso per
analogia con il sistema britannico del premierato, ma il primo ministro inglese e quello italiano, pur
rappresentando entrambi il vertice del potere esecutivo, sono due figure diverse per origine e
funzioni. Oltre a primo ministro, le denominazioni italiane equivalenti sono presidente del consiglio
(dei ministri) e capo del governo; nel linguaggio giornalistico e` usata anche l’espressione
l’inquilino di Palazzo Chigi, con riferimento all’edificio storico situato nel centro di Roma, sede del
governo e residenza del presidente del consiglio».
Red Carpet È il «tappeto rosso» su cui sfilano le star e i personaggi famosi del mondo dello
spettacolo, in occasione di premiazioni, inaugurazioni, cerimonie o altri eventi importanti. Di per sé
anche il passaggio delle star sul «red carpet» è un evento nell’evento.
Selfie Il sostantivo inglese «selfie» inizia a circolare agli inizi del Duemila e si sviluppa in modo
esponenziale man mano che si diffondono i telefonini con la telecamera frontale. Potrebbe essere
sostituito dall’italiano autoscatto.
N.B. 1: selfie stick, asta per selfie.
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N.B. 2: È probabile che il primo utilizzo del termine «selfie» sia avvenuto nel 2002 in
un post nel forum australiano ABC. Se ne registrò l'uso in un altro blog australiano l'anno
successivo e il vocabolo comparve a partire 2004 nel sito Flickr; per anni tuttavia non conobbe
particolare diffusione e si alternò con la variante «selfy». I primi utilizzi in Australia e la prevalenza
del suffisso diminutivo «-ie» sarebbero dunque una conferma della nascita del termine in quel
Paese. Ad ogni modo, la maggior diffusione all'interno della lingua inglese e l'uso internazionale si
ebbero solo a partire dal 2012[10][11]
.
Nell'agosto 2013 il termine è stato definito dall'Oxford English Dictionary come «Una fotografia di
sé stessi, tipicamente ripresa con uno smartphone o una webcam e caricata su un social network»[2]
,
e nel novembre dello stesso anno il medesimo dizionario l'ha considerato "parola dell'anno"[10][11]
.
Nell'ottobre del 2014, il vocabolario Zingarelli ha preso atto dell'ingresso del vocabolo nella lingua
italiana[12][13]
. (https://it.wikipedia.org/wiki/Selfie accessed March 09, 2018)
Trend Così lo racconta il Devoto-Oli: «Nel film Palombella rossa del 1989 l’attore e regista Nanni
Moretti inveisce contro un’intervistatrice perché infarcisce le proprie domande di anglicismi e in
particolare usa la parola trend: “Chi parla male, pensa male e vive male. Le parole sono importanti:
trend negativo. Io non parlo così, io non penso così”. Il termine inglese trend è entrato in italiano a
partire dagli anni Sessanta del secolo scorso con riferimento a fenomeni di carattere economico e
poi si è diffuso nella lingua comune in relazione a fatti della vita sociale e culturale. Il sostantivo
deriva dal verbo to trend ‘essere inclinato in una direzione’ (da un precedente significato di
‘rotolare’) e infatti indica una tendenza, un andamento, un orientamento: i primi dati sulle
esportazioni mostrano un trend positivo (= un andamento positivo); arriva dagli Stati Uniti l’ultimo
trend della moda (= l’ultima tendenza)».
User friendly Significa: amichevole per chi lo usa. Indica la semplicità d’uso di un programma o
di un sistema.
Vintage Dal Devoto-Oli: « Il termine inglese vintage deriva dal francese antico vendenge
‘vendemmia’ e significa propriamente ‘d’annata’, con riferimento al vino pregiato (vintage wine
‘vino d’annata’). L’anglicismo è attestato in italiano a partire dal 1992 e si è diffuso in particolare
nel linguaggio della moda per indicare abiti e accessori del passato il cui stile ha segnato una
determinata epoca. Ma la parola non si applica soltanto ai capi di vestiario; può essere definito
vintage qualsiasi oggetto (mobili, strumenti musicali, biciclette, motorini, manifesti, fotografie,
ecc.) che appartenga al passato e riveli il gusto di un certo periodo storico. Nel suo uso aggettivale
l’anglicismo ha come equivalente in italiano la locuzione d’epoca (abbigliamento vintage /
abbigliamento d’epoca; arredamento vintage / arredamento d’epoca)».
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ANNOTATIONS
(*) Brexit Il risultato a sorpresa delle elezioni nel Regno Unito nel 2015, cioè la riconferma del
governo conservatore, ha portato con sé una conseguenza inevitabile: il 23 giugno 2016 i cittadini
britannici saranno chiamati con un referendum ad esprimersi sulla permanenza nell'Unione
Europea. Il concretizzarsi del referendum ha dato origine a una valanga di ipotesi sulle possibili
conseguenze dell'uscita del Regno Unito dall'UE, o Brexit. E la situazione in Grecia ha riportato alla
ribalta il termine Grexit, cioè la fuoriuscita (volontaria o forzata) della Grecia dalla moneta unica
europea. Il termine Grexit risale agli inizi del 2012, quando s'iniziò a paventare la possibilità
dell'uscita della Grecia dall'euro. Verso la fine dello stesso anno fu la volta di Brixit e Brexit: il
primo, coniato dall'Economist, non fece mai presa. Il motivo appare chiaro: nonostante Brixit sia
più logico, il significato di Brexit è trasparente perché conserva intatta la parola ‘exit’, secondo
elemento della fusione. Per quanto da un punto di vista tecnico siano possibili molte altre
combinazioni, la maggior parte non ha lasciato segno, vedi Spexit (l'uscita della Spagna dall'euro).
(From the bilingual dictionary Ragazzini 2017, Casa editrice Zanichelli, s.v. “Brexit”)
(**) Derby /ˈdɑ:bɪ/ The Derby is a famous English horse race without jumps which is run every year at
Epsom, near London, in May or June. Although Derby Day is always a Wednesday, the race is
attended by large crowds, and there is a holiday atmosphere. The Derby was first run in 1780 and
takes its name from the 12th earl of Derby, who was one of the original organizers of the event.
(From the Oxford Advanced Learner’s Dictionary, s.v. “derby”)
(***) Retweet La pratica del retweet (o re-tweet, o ancora semplicemente abbreviata in RT, nei post) è
molto diffusa fra gli utenti americani o internazionali di Twitter, ma pressoché sconosciuta agli
italiani. Un retweet è un post su Twitter che ne riprende semplicemente e direttamente un altro,
aggiungendo la sigla RT e un reply all'utente citato. Nella forma più ortodossa, un retweet non
comprende che pochissime parole di commento, sia per via della necessaria brevità in Twitter, sia
per mantenere il più possibile intatto il senso del tweet che, così, viene rapidamente propagato in
giro per la twittosfera. Il retweet vale sia per i post che contengono link, sia per quelli che non ne
contengono, anche se la pratica è nota soprattutto per i post del primo tipo.
(From http://twitteritalia.blogspot.it/2009/02/cosa-vuol-dire-retweet.html )
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The spread of anglicisms in the course of the XIX and XX
centuries intensified so much that some purists of the language
reacted against it. Read the following pages from a book on
anglicisms (Claudio Giovanardi-Riccardo Gualdo-Alessandra Coco.
Inglese-Italiano 1 a 1. Tradurre o non tradurre le parole inglesi?
San Cesario di Lecce: Manni 2008).
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