Autoefficacia e apprendimento Concetti introduttivi Dott. Gabriele Lo Iacono

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Autoefficacia e apprendimento

Concetti introduttivi

Dott. Gabriele Lo Iacono

Definizione di “autoefficacia”

“Convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione…

…organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno”.

  “Sono capace di…” o “Riuscirò a ...”

Relazione fra autoefficacia e apprendimento

L’apprendimento comprende l’acquisizione di abilità

L’autoefficacia influisce sull’uso che viene fatto delle proprie abilità

Abilità rilevanti nella scuola: Abilità dell’insegnante (insegnare procedure e

contenuti, programmare la didattica, gestire la classe, ecc.)

Abilità dell’allievo (apprendere, esporre conoscenze, applicare conoscenze a problemi, relazionarsi agli altri, ecc.)

Cos’è l’autoefficacia?

Caratteristiche e

principali distinzioni da

concetti correlati

Caratteristiche dell’autoefficacia

Non è un tratto generale della personalità ma è una variabile multidimensionale (livello, forza, generalità, resilienza).

Nella stessa persona e nello stesso ambito di attività, varia, in parte,a seconda della situazione e del momento.

Viene rivalutata di fronte a compiti nuovi o rischiosi.

Non è una semplice previsione del comportamento ma “genera il comportamento”.

Elementi strutturali del giudizio di autoefficacia

1. Idea soggettiva di cosa è necessario fare per raggiungere l’obiettivo prestazionale

2. Idea soggettiva di “prestazione adeguata” (“livello di aspirazione”)

3. Idea soggettiva della propria capacità di riuscire

Distinzione dal concetto di “abilità”

Abilità = facoltà di fare qualcosa L’autoefficacia è la percezione della propria abilità di

raggiungere un obiettivo. E’ una costruzione soggettiva esposta a distorsioni.

Determina il non uso/l’uso/il buon uso delle abilità (riguarda le diversità di comportamento a parità di abilità).

A volte l’autoefficacia, senza abilità, non è sufficiente per riuscire. Altre volte il compito richiede prevalentemente di applicare in un contesto nuovo abilità già possedute.

Distinzione dal concetto di “autostima”

Autoefficacia = giudizio (freddo) di capacità; autostima = giudizio (caldo) di valore personale, di soddisfazione di sé

L’autoefficacia può riguardare attività più o meno importanti per la soddisfazione di sé; quindi può essere o non essere funzionale all’autostima.

L’autostima si ripercuote sull’umore; l’umore, sull’autoefficacia in generale.

Perché l’autoefficacia è importante?

Le conseguenze dell’autoefficacia

Conseguenze (1/4): scelta di attività

Autoefficacia debole:

1. Scelta di attività “facili”

2. Scelta di obiettivi bassi

Autoefficacia forte:

1. Scelta di attività “difficili”

2. Scelta di obiettivi ambiziosi

Autoefficacia debole:1. Evitamento/insuccesso2. Vissuto di pericolo

(stress e ansia)3. Concentrazione su:

propri limiti, possibili ostacoli, possibili conseguenze negative

4. Ripiego su compiti soggettivamente più facili (depressione)

Autoefficacia forte:1. Approccio/successo 2. Vissuto di “sfida da

vincere” 3. Interesse intrinseco,

impegno forte e costante, e concentrazione sul compito

4. Senso di controllo (euforia)

Conseguenze (2/4): reazioni a compiti difficili

Conseguenze (3/4) : reazioni agli ostacoli durante il compito

Autoefficacia debole:

1. Rinuncia

2. Riduzione dell’impegno, pochi tentativi

Autoefficacia forte:

1. Perseveranza

2. Aumento dell’impegno, sforzi costanti

Conseguenze (4/4): reazioni a insuccessi e regressioni

Autoefficacia debole:

1. Attribuzione interna a un fattore incontrollabile: “non sono portato/a”

2. Calo di autoefficacia e recupero lento

Autoefficacia forte:

1. Attribuzione interna a un fattore controllabile: “Non mi sono impegnato abbastanza”, “Devo solo acquisire conoscenze/abilità”

2. Recupero veloce dell’autoefficacia

Le quattro fonti dei giudizi di autoefficacia

…e le relative

strategie di rafforzamento dell’autoefficacia

Esperienze di successo (1/4)

Valutazioni rilevanti per la formazione di aspettative di efficacia favorevoli:

“In passato ci sono riuscito? Quante volte?”

“Ci sono riuscito grazie alle mie capacità?”

“Ora c’è qualcosa di diverso rispetto a quelle volte?”

Favorire l’autoefficacia mediante esperienze di successo (1/4)

Individuare e insegnare le abilità carenti Fornire obiettivi…

…specifici …alla portata della persona e di difficoltà crescente …stimolanti

Favorire esperienze di successo… …numerose …con, ma anche senza aiuti …con compiti diversificati …in vari contesti

Osservazione di modelli (2/4)

Valutazioni rilevanti per la formazione di aspettative di efficacia favorevoli:

“Altri ci sono riusciti?” “Come hanno fatto?” “Se ci sono riusciti loro ci riuscirò

anch’io?”; “C’è somiglianza nelle caratteristiche personali rilevanti e nel compito?”

Favorire l’autoefficacia mediante l’uso di modelli (2/4)

Usare modelli somiglianti Usare molti modelli Usare modelli di fronteggiamento vs.

padroneggiamento Soffermarsi sulle sottoabilità critiche Verbalizzare gli aspetti cognitivi rilevanti Mostrare azioni di difficoltà crescente Mostrare i modelli con frequenza sufficiente Evitare i dettagli irrilevanti

Percezione del proprio stato emozionale e fisiologico (3/4)

Valutazioni rilevanti per la formazione di aspettative di efficacia favorevoli:

“Mi sento in forma?” “Il compito richiede molta efficienza?” “In questo stato sono in grado di

funzionare al livello richiesto?”

Favorire l’autoefficacia intervenendo sullo stato emozionale e fisiologico (3/4)

Migliorare l’umore, anche con la qualità del rapporto

“Normalizzare” i sintomi di attivazione Favorire una loro interpretazione come

stato di “prontezza”

La persuasione (4/4)

Valutazioni rilevanti per la formazione di aspettative di efficacia favorevoli:

“Secondo gli altri ci riuscirò?” “Cosa dicono delle mie capacità

pertinenti?”

Il persuasore efficace (4/4)

È credibile (“Cosa motiva costui a cercare di persuadermi così?”).

È considerato competente ed esperto nel campo di attività in questione.

È capace di valutare le capacità altrui Nel persuadere fa riferimento a indicatori

possibilmente oggettivi. Dimostra di conoscere bene i compiti che la persona

in questione dovrà affrontare e la sua situazione.

Favorire l’autoefficacia mediante la persuasione (4/4)

La persuasione non può sostituirsi all’apprendimento Purtroppo, i messaggi negativi sono più efficaci di

quelli positivi Quelli positivi devono essere realistici. Bisognerebbe persuadere della capacità di

apprendere, più che di quella di riuscire subito nell’attività in questione.

Il feedback positivi dovrebbero evidenziare i successi ottenuti in passato e il cammino fatto più che la distanza da colmare.

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