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COMMISSIONE PRECEDURE CONCORSUALI
Gruppo di lavoro formato da:Pignagnoli Dott.ssa Rosanna
(responsabile)Lanzotti Gian Luca
Manca MarcoMontanari Marcella
1
Art. 2751-bis codice civile: Crediti per retribuzioni e provvigioni, crediti dei
coltivatori diretti, delle società od enti cooperativi e delle
imprese artigiane
Indice
PREMESSA............................................................................................31. CATEGORIA: LAVORO SUBORDINATO.............................................5
1.1 INTRODUZIONE.....................................................................................51.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE.................................6
2. CATEGORIA: PROFESSIONISTI........................................................82.1 INTRODUZIONE.....................................................................................8
2.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE.................................93. CATEGORIA: AGENTI E RAPPRESENTANTI...................................11
3.1 INTRODUZIONE...................................................................................113.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE...............................12
4. CATEGORIA: COLTIVATORE DIRETTO..........................................134.1 INTRODUZIONE...................................................................................13
4.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE...............................135. CATEGORIA: ARTIGIANO...............................................................15
5.1 INTRODUZIONE...................................................................................155.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE...............................15
6. CATEGORIA: COOPERATIVE AGRICOLE........................................186.1 INTRODUZIONE...................................................................................18
6.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE...............................197. CATEGORIA: AGENZIA PER IL LAVORO........................................21
7.1 INTRODUZIONE...................................................................................21
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7.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA
DELL’INSINUAZIONE………………………………………....22
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PREMESSA
Nelle procedure concorsuali l’"Accertamento del Passivo”
rappresenta sicuramente uno degli aspetti più delicati in materia
fallimentare in quanto le verifiche da compiere, mirate
all’individuazione della corretta collocazione del credito
(prededucibile, privilegiato o chirografario), possono presentare
problematiche spesso di non facile soluzione.
Nello specifico l’art. 2751 bis del codice civile individua e
classifica determinate “tipologie” di crediti che godono di
privilegio generale sui mobili e che rappresentano una casistica
vasta e comune alla maggioranza delle procedure. Si tratta di
una norma, introdotta dalla Legge 29.7.1975, n. 426, in armonia
con le linee portanti della Costituzione, volta a tutelare i crediti
derivanti da attività lavorativa, pur nelle diverse categorie prese
in esame. Le radici costituzionali della norma spiegano anche il
ruolo centrale che l'articolo in esame gioca in tutto il diritto dei
privilegi, tanto che le categorie in esso indicate fruiscono della
preferenza su tutti gli altri privilegi mobiliari, generali e speciali,
con la sola eccezione delle spese di giustizia.
Il presente elaborato si pone come primario obiettivo quello di
analizzare le varie categorie di crediti privilegiati enunciati
nell’articolo, ad integrazione dei precedenti elaborati della
4
Commissione, fornendo uno strumento immediato e sintetico,
utilizzabile nel caso specifico della verifica del passivo.
La sinteticità impedisce di entrare nelle particolarità tematiche,
specifiche di ogni domanda di ammissione. Del resto sarebbe un
compito impossibile.
Prima di sviluppare in modo specifico le varie categorie dei
crediti sembra opportuno fornire alcune informazioni utili
riguardo alla “Domanda di ammissione al passivo” che ha
caratteristiche sulle quali è opportuno prestare attenzione.
Innanzi tutto, per verificare l'attendibilità del credito insinuato, è
buona norma basarsi non soltanto sulla contabilità del soggetto
fallito, in quanto essa rappresenta di certo un buon punto di
partenza, ma può presentare inesattezze o essere addirittura
inattendibile. Occorre pertanto ricercare tutte le altre fonti di
informazione da cui si possono ricavare “notizie certe”: si pensi
ad esempio alla Centrale Rischi, all’Anagrafe dei Conti correnti,
ai creditori Istituzionali quali Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL
etc…
Il primo controllo da eseguire è che esse siano destinate
all'indirizzo PEC opportunamente predisposto e segnalato dal
curatore, secondo quanto previsto dal n. 4 dell'art. 92 l.f. Infatti
la mancata trasmissione telematica all’indirizzo PEC della
procedura rende la domanda inammissibile.
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Nel momento in cui giungono delle domande di ammissione al
passivo occorre controllare in primo luogo il formato delle
stesse: non possono essere accettate domande con formati word
o altre modalità di video-scritturazione o inviate tramite e-mail
così dette ordinarie; secondo quanto stabilità dall'art. 93 l.f.,
sono ammessi soltanto file firmati digitalmente o pdf firmati a
mano dal difensore munito di procura o dalla parte
personalmente. Accade di frequente, ad una prima lettura di una
domanda di insinuazione al passivo ("ricorso", come definito
dalla legge), di verificare la mancanza di indicazione o
l’inesattezza sui requisiti del contenuto elencati dall'art. 93 l.f. Si
fa tuttavia presente che l’omessa indicazione della richiesta del
privilegio o della norma sul privilegio richiesto non fa discendere
automaticamente l’esclusione del privilegio, a condizione che la
richiesta del titolo di prelazione si desuma dal tenore
complessivo della domanda e degli allegati.
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1. CATEGORIA: LAVORO SUBORDINATO
1.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 1 C.C. : “Hanno privilegio generale sui mobili i
crediti riguardanti: le retribuzioni dovute, sotto qualsiasi
forma, ai prestatori di lavoro subordinato e tutte le
indennità dovute per effetto della cessazione del rapporto
di lavoro, nonché il credito del lavoratore per i danni
conseguenti alla mancata corresponsione, da parte del
datore di lavoro, dei contributi previdenziali ed
assicurativi obbligatori ed il credito per il risarcimento del
danno subito per effetto di un licenziamento inefficace,
nullo o annullabile”.
Una definizione di rapporto di lavoro subordinato può dedursi
dall’art. 2094 c.c. che qualifica prestatore di lavoro subordinato
colui che "si obbliga mediante retribuzione a collaborare
nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale
alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore".
Collaborazione e subordinazione sono dunque i caratteri
costitutivi del rapporto di lavoro.
La subordinazione consiste nella sottoposizione dei prestatori
di lavoro alle direttive del datore di lavoro nonché, in sua vece,
degli altri prestatori gerarchicamente sovraordinati
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nell’organizzazione dell’azienda. Al datore di lavoro spetta di
determinare le modalità di esplicazione dell’attività lavorativa,
entro i limiti fissati dalla legge e dal contratto.
Il lavoro subordinato si distingue dal lavoro autonomo in quanto
il lavoratore subordinato esegue la sua prestazione lavorativa
alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro.
Vi è subordinazione, quindi il rapporto è considerato come lavoro
subordinato, quando sono presenti i seguenti due elementi
indicatori fondamentali:
1) Gli strumenti produttivi e le materie prime sono forniti dal
datore di lavoro.
2) Il datore ha il potere di organizzare il lavoro di ciascun
dipendente e di coordinarlo con quello degli altri dipendenti,
correlativamente il lavoratore è sottoposto al potere di
organizzazione economica del datore.
1.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
La domanda dei lavoratori subordinati per crediti retributivi
deve essere al lordo delle ritenute fiscali e al netto di quelle
previdenziali; infatti il pagamento che il curatore eseguirà in
sede di riparto avverrà al netto della sola ritenuta fiscale che
dovrà, in quel momento, essere ricalcolata, trattandosi -
verosimilmente - di somme soggette a tassazione separata, in
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quanto erogate in anni successivi a quello di maturazione del
diritto retributivo (mensilità arretrate). È poi necessario
verificare la corrispondenza delle somme chieste alle risultanze
della busta paga elaborata dalla fallita. Occorre, inoltre,
verificare che il privilegio non sia richiesto su crediti diversi da
quelli di cui all’articolo 2751 bis c.c n. 1 C.C. (es. rimborsi spese
o spese legali di un eventuale decreto ingiuntivo1). Nella
domanda di ammissione dovrà essere distinto il credito per
T.F.R. accantonato in azienda da quello versato al fondo
complementare: il primo è un debito della fallita e va ammesso al
concorso; il secondo è un credito del dipendente verso il fondo
complementare. Se non è stato effettuato il versamento al fondo,
il creditore è il fondo e non il dipendente.
E’ buona norma che a corredo della domanda di ammissione
vengano anche fornite copie buste paga relative ai mesi ad
oggetto di richiesta, copia prospetti TFR, eventuali prospetti di
calcolo delle competenze complessivamente spettanti, modello
Cud, eventuale copia estratto conto riportante bonifici bancari
ricevuti, eventuale copia quietanze riportante le somme ricevute,
eventuale copia prospetto di calcolo della rivalutazione
monetaria e degli interessi al tasso legale.
1 Altro è il tema relativo alle spese per atti conservativi che possono beneficiare di diversa categoria di privilegio (art. 2755 C.C.)
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2. CATEGORIA: PROFESSIONISTI
2.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 2 C.C.: “Hanno privilegio generale sui mobili i
crediti riguardanti le retribuzioni dei professionisti e di
ogni altro prestatore d'opera intellettuale dovute per gli
ultimi due anni di prestazione”.
Il professionista è un lavoratore che svolge un'attività
economica, a favore di terzi, volta alla prestazione di servizi
mediante lavoro intellettuale. Nello specifico, per dare una
definizione di professionista e prestatore d’opera intellettuale,
occorre fare riferimento alla nozione generale di contratto
d’opera indicata nel Codice Civile che regola il lavoro autonomo
e che, ai sensi dell’art. 2222 C.C., ricorre quando una persona si
obbliga a compiere, verso un corrispettivo, un’opera o un
servizio con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di
subordinazione nei confronti del committente. Di conseguenza, il
privilegio in questione è riconosciuto ai crediti di tutti coloro i
quali svolgano un’attività lavorativa priva del requisito della
subordinazione (per la quale, come si è visto, può essere invece
riconosciuto il privilegio di cui al precedente n. 1 dell’art. 2751-
bis C.C.). Le retribuzioni del professionista assistite dal privilegio
sono quelle dovute per gli ultimi due anni di prestazioni. La
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Giurisprudenza si è più volte pronunciata circa il significato da
attribuire a questa definizione temporale, giungendo alla
conclusione che il privilegio in esame spettasse ai crediti inerenti
all'ultimo biennio di attività professionale, anche se anteriore
alla dichiarazione di fallimento.
Il privilegio ha ad oggetto soltanto i crediti che abbiano natura di
remunerazione per la prestazione lavorativa eseguita: non
godono di detto privilegio le spese anticipate per conto del
cliente, l’IVA, il contributo previdenziale integrativo (salvo per i
dottori e per il ragionieri commercialisti per i quali una legge
speciale stabilisce la stessa natura privilegiata del compenso
professionale anche di tale corrispettivo).
2.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
Occorre in primo luogo verificare il mandato professionale,
l’attività svolta e quando sia terminata l’attività svolta in modo
da verificare temporalmente l’esistenza o meno del privilegio per
il biennio che ne determina la durata. Occorre, inoltre,
verificare la congruità del compenso richiesto e la sua
conformità per gli incarichi svolti, operazione divenuta molto
complessa dopo l'eliminazione delle tariffe professionali, quando
manchi il mandato professionale con compensi pre-definiti.
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La giurisprudenza esclude che siano privilegiati e quindi
qualifica come chirografari:
- Il credito di un professionista facente parte di uno studio
associato costituito con altri professionisti per dividere le
spese e gestire congiuntamente i proventi della propria
attività; questo perché l’attività professionale è svolta in un
contesto economico ed organizzativo che consente, da un
lato, una maggior protezione del singolo associato dal
rischio lavorativo e dall’altro una maggior redditività
economica dell’attività; il privilegio si applica tuttavia se si
dimostra che la prestazione d’opera si instaura come
rapporto tra il singolo professionista ed il cliente;
- Il credito dei componenti del Consiglio di Amministrazione
di una società purchè non siano dipendenti;
- Il credito dei mediatori;
- Il credito per prestazioni eseguite da società di persone e di
capitali.
E’ buona norma che a corredo della domanda di ammissione
vengano anche forniti mandati professionali e note pro forma
per prestazioni/cause legali.
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3. CATEGORIA: AGENTI E RAPPRESENTANTI
3.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 3 C.C.: “Hanno privilegio generale sui mobili i
crediti riguardanti le provvigioni derivanti dal rapporto di
agenzia dovute per l'ultimo anno di prestazione e le
indennità dovute per la cessazione del rapporto
medesimo”.
Gli agenti e rappresentanti di commercio, pur operando
all'interno della grande categoria dello "scambio di beni e
servizi" (art. 2082 C.C.), non possono definirsi imprenditori bensì
ausiliari del commercio, in quanto agiscono in nome e per conto
di altri soggetti preponenti (comunemente chiamati case
mandanti), sulla base di un contratto di agenzia.
L'agente di commercio assume in maniera stabile l'incarico di
promuovere contratti commerciali di vendita tra l'azienda
committente e clienti potenziali, in base a un contratto di
agenzia, che lo vincola su una precisa area geografica con
determinati limiti e obiettivi. Può operare con o senza diritto di
esclusiva per la sua area di competenza e può svolgere la propria
opera anche per conto di un solo imprenditore
(monomandatario) o di più imprenditori purchè non nella
medesima zona (plurimandatario). Se il mandato ha durata nel
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tempo illimitata, il contratto si definisce a tempo indeterminato
con la stessa accezione dei contratti di lavoro subordinato, salvo
il fatto che l'attività di agente di commercio è un'attività
autonoma a tutti gli effetti, non soggetta a subordinazione che
non prevede di solito una retribuzione fissa ma un guadagno in
percentuale predeterminata sui fatturati prodotti per il
mandante (provvigioni).
3.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
L’agente ha l’onere di documentare che l’affare è stato concluso
e ha avuto esecuzione. Non sono assistite dal privilegio le spese
e l’IVA per le prestazioni rese. L'agente ha diritto alle seguenti
indennità che godono del medesimo privilegio: indennità di
preavviso, di risoluzione rapporto e suppletiva di clientela.
La Giurisprudenza prevalente esclude il privilegio quando
l’attività viene svolta sotto forma di società di capitali.
E’ buona norma che a corredo della domanda di ammissione
vengano anche forniti certificato d’iscrizione al registro delle
imprese come agenti e/o rappresentanti, copia contratto di
agenzia sottoscritto dalle parti, fatture e/o note proforma.
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4. CATEGORIA: COLTIVATORE DIRETTO
4.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 4 C.C.: “Hanno privilegio generale sui mobili i
crediti riguardanti i crediti del coltivatore diretto, sia
proprietario che affittuario, mezzadro, colono soccidario o
comunque compartecipante, per i corrispettivi della
vendita dei prodotti, nonché i crediti del mezzadro o del
colono indicati dall'articolo 2765”.
Nella categoria dei coltivatori diretti si comprendono sia coloro
che coltivano direttamente un proprio fondo, sia coloro che
coltivano direttamente un fondo altrui quali affittuari, mezzadri,
coloni compartecipanti. Sono inoltre considerati coltivatori
diretti i soccidari. Il privilegio si estende ai crediti dell’enfiteuta
e dell’usufruttuario che lavorano direttamente il fondo.
4.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
Rientrano nella coltivazione del fondo e nelle selvicoltura le
attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di
una sua fase necessaria, di carattere vegetale o animale, che
utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci,
salmastre o marine.
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In generale un’impresa è agricola quando è collegata alla
produzione agraria del terreno, quando cioè il bene “terra” e la
forza lavoro si combinano e si coordinano insieme per lo
svolgimento dell’attività.
Ad esempio, una Società in accomandita semplice avente oggetto
sociale attività agricola, la prevalenza del lavoro dei soci e
volumi d'affari ridotti non può godere del privilegio 2751 bis n. 4
c.c. perché la figura della società che esercita attività agricola
non rientra in alcuna delle categoria che il legislatore ha inteso
favorire con il privilegio in esame. Infatti con il n. 4 dell'art.
2751bis c.c. si intende concedere il privilegio al solo coltivatore
diretto, sia proprietario che affittuario, mezzadro, colono,
soccidario o comunque compartecipante, per i corrispettivi della
vendita dei prodotti, nonché per i crediti del mezzadro o del
colono indicati dall'articolo 2765 C.C.
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5. CATEGORIA: ARTIGIANO
5.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 5 C.C.: “Hanno privilegio generale sui mobili i
crediti riguardanti i crediti dell'impresa artigiana e delle
società od enti cooperativi di produzione e di lavoro, per i
corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei
manufatti;”.
E’ imprenditore artigiano colui che esercita personalmente,
professionalmente e in qualità di titolare, l'impresa artigiana,
assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri ed i rischi
inerenti alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura
prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo
produttivo.
L'elemento caratterizzante dell'impresa artigiana è la figura
dell'artigiano, o meglio, l'attività che svolge l'artigiano;
quest'ultimo, infatti, non deve limitarsi a gestire l'impresa ma
deve intervenire personalmente "nel processo produttivo", anzi
intervenire "in misura prevalente" nella produzione.
L'evoluzione dell'economia negli ultimi decenni ha fatto
emergere numerose imprese artigiane che si avvalgono
dell'attività di dipendenti e dell'aiuto di macchine per la
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produzione. In questi casi può essere difficile distinguere
l'artigiano dall'imprenditore commerciale.
5.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
Affinchè il privilegio sia riconosciuto è dunque necessaria la
prova della qualità di artigiano del creditore.
Il D.L. 9.2.2012, n. 5 ("Semplificazioni") convertito dalla Legge
4.4.2012, n. 35, ha modificato il n. 5) dell'art. 2751 bis c.c.
sancendo che "impresa artigiana” è "definita ai sensi delle
disposizioni legislative vigenti". L'interpretazione che viene data
a questa modifica è di rafforzamento della necessità di accertare
la natura artigianale dell'impresa in base al positivo riscontro
della coesistenza di tutti gli elementi indicati dalla nella legge n.
443 del 1985 e nell’art. 2751 bis n. 5 c.c.
Per il riconoscimento del privilegio è necessario, quindi, avere
riguardo, oltre che al requisito formale dell'iscrizione all'albo (da
ritenersi condizione necessaria, ma non sufficiente), ai
presupposti ulteriori, dimensionali e di preminenza del fattore
lavoro sul capitale impiegato. Non è sufficiente riconoscere il
privilegio dalla mera iscrizione nell’albo: deve essere accertata
la preminenza del lavoro in prevalenza personale ed anche
manuale del processo produttivo rispetto al capitale investito.
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Occorre quindi verificare la sussistenza di tutti i requisiti per il
riconoscimento della natura artigiana dell’impresa ai sensi della
legge citata tra cui lo svolgimento di attività artigiana da parte
dell’imprenditore o della maggioranza dei soci, il numero dei
dipendenti in relazione alla tipologia di attività esercitata e la
preminenza del lavoro sul capitale. Su quest’ultimo aspetto può
essere utilizzato il seguente schema di comparazione, con il
quale si vorrebbe anche stabilire se la commercializzazione dei
prodotti venduti prevale sull'attività lavorativa vera e propria:
- costo del lavoro = costo dei dipendenti + costo effettivo o
figurativo del lavoro dei soci effettivamente impiegati nell’
impresa2, escluso il costo del lavoro fatto
effettuareeseguito da terzi (lavoro a domicilio o appalto di
parti del ciclo produttivo, in quanto ciò comporta
un’organizzazione dell’ impresa incompatibile con le
caratteristiche dell’impresa artigiana).- capitale investito
nell’anno (ammortamenti nell’ anno + canoni di leasing) +
acquisto di beni destinati alla produzione + differenza
rimanenze (rimanenze iniziali – rimanenze finali).
La Giurisprudenza ritiene che non sia possibile riconoscere al
corrispettivo il privilegio artigiano in presenza di un contratto di
2 Una modalità per determinare il costo figurativo del lavoro dei soci può essere quella di assumere la maggior somma tra la media del costo dei lavoratori impiegati e l’utile d’impresa pro quota nell’ anno.
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appalto d’opera (caratterizzato dall’esecuzione di un’opera con
organizzazione imprenditoriale di mezzi), stante il tenore
letterale della norma.
Si evidenzia che il privilegio attiene all’imponibile e non all’IVA
sul quale potrà, quando ne ricorrano i requisiti, spettare il
privilegio speciale ex art. 2758 c.c.
E’ buona norma che a corredo della domanda di ammissione
vengano anche forniti le dichiarazioni fiscali dichiarativi, i bilanci
e le visure camerali (corredate da iscrizione all’albo).
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6. CATEGORIA: COOPERATIVE AGRICOLE
6.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 5-bis C.C.: “Hanno privilegio generale sui
mobili i crediti riguardanti i crediti delle società
cooperative agricole e dei loro consorzi per i corrispettivi
della vendita dei prodotti”.
II legislatore non offre una definizione di cooperativa agricola;
dall'art. 2135 c.c., relativo alla nozione di imprenditore agricolo,
si desume tuttavia che sono qualificabili come cooperative
agricole quelle cooperative che svolgono una delle seguenti
attività:
- la coltivazione del terreno e la silvicoltura;
- l'allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un
quarto dal terreno e l'attività diretta alla produzione di vegetali
tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie, se
la superficie diretta alla produzione non eccede il doppio di
quella del terreno su cui la produzione stessa insiste;
- l'attività diretta alla manipolazione, trasformazione e
alienazione di prodotti agricoli e zootecnici, ancorché non svolta
sul terreno, che rientri nell'esercizio normale dell'agricoltura e
che abbia per oggetto prodotti ottenuti per almeno la metà dal
terreno e dagli animali allevati su di esso;
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- un'attività concernente la prestazione di servizi a favore dei
soci imprenditori agricoli.
Si possono, quindi, individuare due macro-categorie di
cooperative agricole:
a) le cooperative di produzione, che si occupano della
coltivazione e dell'allevamento;
b) le cooperative di conferimento, in cui la società cooperativa
ha il compito di concentrare in capo a sé alcune fasi del
processo di lavorazione o trasformazione dei prodotti
conferiti dal soci al fine di consentire il loro collocamento
sul mercato. In questo caso i produttori agricoli
conferiscono i propri prodotti, affinché essi vengano
conservati, manipolati, trasformati e venduti tramite
l'organizzazione collettiva, con gestione comune di
impianti, stabilimenti e magazzini. La cooperativa in questo
caso si occupa, di norma, anche di coordinare il
rifornimento delle scorte, nonché il miglioramento delle
colture.
I settori agricoli in cui si ricorre più frequentemente a questo
tipo di cooperazione sono il settore lattiero-caseario, con i
caseifici sociali, il settore frutticolo, con le cooperative
ortofrutticole, il settore zootecnico, con le cooperative di
allevamento e il settore viticolo, con le cantine sociali.
22
L'obiettivo primario di queste cooperative è promuovere il
perfezionamento della produzione agricola e incrementare le
economie rurali attraverso la cura della qualità del prodotto sin
dalle prime operazioni di coltivazione e conduzione agraria.
Relativamente ai soci delle cooperative agricole, il DLCPS
1577/1947, all'art. 23, dispone che "nelle cooperative agricole
per affittanze collettive o per conduzione di terreno in
concessione ai sensi del decreto legislativo luogotenenziale 19
ottobre 1944, n. 279, non possono essere ammesse come soci le
persone che esercitano attività diversa dalla coltivazione della
terra.
6.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
Ai fini del riconoscimento del privilegio ex art. 2751 bis n. 5-bis
c.c., l’indagine deve essere principalmente indirizzata alla
verifica dell’effettivo svolgimento di un’attività agraria, da parte
dell’impresa istante.
Sono irrilevanti, ai fini dell’esistenza del privilegio, la dimensione
quantitativa e la struttura organizzativa dell’impresa, avendo
l’art. 2751 bis n. 5 bis c.c sostituito al criterio della tutela del
lavoro dei soci quello oggettivo derivante dalla natura del
credito, in tal modo agevolando indistintamente tutte le
23
cooperative e i consorzi esercenti attività agricole e
prescindendo dall’apporto lavorativo dei soci.
Per il riconoscimento del privilegio in esame occorre, inoltre,
accertare la prevalenza dell’apporto dei prodotti dei soci rispetto
agli acquisti da terzi.
E’ buona norma che a corredo della domanda di ammissione
vengano anche forniti certificato di iscrizione all’albo attestante
la qualifica di cooperativa agricola, statuto ai fini della verifica
dell’oggetto sociale, elenco soci dipendenti della cooperativa,
bilancio e modello Unico relativi agli anni in cui è sorto il credito,
fatture da cui risulti che il credito deriva dalla vendita di prodotti
agricoli.
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7. CATEGORIA: AGENZIA PER IL LAVORO
7.1 INTRODUZIONE
2751-bis n. 5-ter C.C.: “Hanno privilegio generale sui
mobili i crediti delle imprese fornitrici di lavoro
temporaneo di cui alla legge 24 giugno 1997, n. 196, per
gli oneri retributivi e previdenziali addebitati alle imprese
utilizzatrici”.
L’Agenzia per il Lavoro è un ente pubblico e/o privato, che
effettua attività di collocamento al lavoro, previa autorizzazione
rilasciata dal competente Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali.
Il contratto per fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo è
quello tramite il quale viene regolata la fornitura di prestatori di
lavoro temporaneo dall’impresa fornitrice all’impresa
utilizzatrice per il soddisfacimento di esigenze lavorative di
carattere temporaneo.
Detto contratto, a pena di invalidità, dovrà essere stipulato in
forma scritta e copia di esso dovrà essere trasmessa dall’impresa
fornitrice di lavoro temporaneo alla Direzione provinciale del
lavoro competente per territorio, entro e non oltre dieci giorni
dalla data di stipula. Nel testo dell’accordo non potranno essere
previste, a pena anch’esse di nullità, qualsivoglia clausola che
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tenda, anche indirettamente, a limitare l’impresa utilizzatrice
della facoltà di assumere il prestatore di lavoro, una volta
scaduto il contratto per prestazione di lavoro temporaneo.
L’Agenzia per il Lavoro autorizzata o accreditata, ex art. 4 D.Lgs.
n. 276/03, deve essere iscritta in un apposito Albo Unico delle
Agenzie per il Lavoro, istituito presso il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, articolato in 5 sezioni.
7.2 ATTIVITA’ DI VERIFICA DELL’INSINUAZIONE
Nel richiedere l’ammissione al passivo e il riconoscimento del
privilegio ex art. 2751 bis n. 5 ter c.c., l’impresa di
somministrazione di manodopera che vanti crediti nei confronti
di un’impresa utilizzatrice fallita dovrà allegare alla propria
istanza la seguente documentazione:
- contratto di somministrazione di manodopera, stipulato in
forma scritta e contenente gli elementi di cui all’art. 21 D.lgs. .
276/03, che caratterizzano lo specifico rapporto di lavoro
richiesto dall’impresa utilizzatrice;
- estremi dell’autorizzazione alla somministrazione di lavoro
rilasciata al somministratore, a norma dell’art. 4 D.lgs. n.
276/03;
- fatture e ogni altro documento idoneo a comprovare l’esistenza
del credito.
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(A cura di Marco Manca e Marcella Montanari)
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