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Diritto Penale – Parte Generale ed. 2019 a cura di D.TUTINO Testi consultati: Simone, Fiandaca – Musco, Antolisei, Marinucci e Dolcini
Ultimi aggiornamenti:
- L. 3/2019 è Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione,
nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e
movimenti politici.
- Cass. pen., sezione IV, sentenza 15 novembre 2018, n. 51526 è Sul 131-bis
- D.lgs. 2 ottobre 2018, n. 122 è Riforma casellario giudiziale
- Cass. Pen. SS.UU., n. 40986 del 19/7/18 è Successioni di leggi penali
- Legge 4 dicembre 2017, n. 172 è Modifica alla disciplina dell'estinzione del reato per
condotte riparatorie.
- Legge 23 giugno 2017, n. 103 è c.d. riforma Orlando
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
La scienza penale e il codice rocco
Ambito di validità personale e territoriale
Il principio di legalita’
Leggi eccezionali e temporanee; decreti-legge non convertiti
La struttura del reato
L’elemento oggettivo
L’evento
Il rapporto di causalità
2o
Le cause di giustificazione
La colpevolezza
Il dolo
La colpa
Responsabilità oggettiva, delitto preterintenzionale
Le cause di esclusione della colpevolezza
Il tentativo
Il reato circostanziato
Concorso di Persone nel reato
Il concorso di reati
La pena
Misure di sicurezza
Il reato Omissivo (approfondimenti)
LA SCIENZA PENALE e IL CODICE ROCCO
3o
Il diritto penale è Costituisce oggetto di studio della Scienza giuridica penale che ha per scopo
la conoscenza delle norme e dei principi che lo costituiscono.
La nascita del diritto penale moderno è dovuta al pensiero illuministico nel quale è si affermò
l’idea che è reato solo le condotte umane lesive di un diritto soggettivo protetto e non anche
intenzioni, atteggiamenti interiori o comportamenti contrastanti con la legge divina (peccati).
In particolare:
CESARE BECCARIA è mise in risalto la funzione di prevenzione generale e speciale della
pena che può essere svolta solo se adeguata alla gravità del fatto commesso e applicata da un
giudice imparziale soggetto solo alla legge.
LA SCUOLA CLASSICA (fine ‘700) è mise in rilievo che doveva essere considerato reato
ciò che fosse considerato solo la volontaria e consapevole violazione della norma penale. Alla
scuola classica si ispirò il Codice Zanardelli del 1889.
LA SCUOLA POSITIVA è mise in rilievo la funzione della pena: La sanzione adeguata è
quindi quella che mira non a punire, ma a prevenire e che sia adeguata al grado di pericolosità
del soggetto (misure di sicurezza).
Nasce nel XX secolo la c.d. Terza scuola, che tentò di superare la contrapposizione tra i
principi della scuola Classica e quelli della Scuola Positiva, anche se il superamento effettivo si
ebbe con il sorgere dell’Indirizzo tecnico-giuridico di cui fu artefice Arturo Rocco, ispiratore del
codice oggi vigente.
Il codice Rocco del 1930, seguendo una via intermedia tra Scuola Classica e quella Positiva :
ha conservato il principio della responsabilità morale e conseguentemente del carattere di
“castigo” della pena la cui applicazione è subordinata alla imputabilità del soggetto,
ma ha anche introdotto le misure di sicurezza, ispirate al principio della difesa sociale, la cui
applicabilità è collegata alla pericolosità del soggetto (c.d. sistema bipartito o del doppio
binario).
Il legislatore costituente del 1948, ha introdotto rilevanti novità nel nostro sistema penale, tra i
quali i principi di legalità, di riserva di legge, tassatività, irretroattività ecc…
Nozione è Il diritto penale è quel ramo del diritto pubblico che disciplina i fatti illeciti
per la cui commissione la legge prevede la applicazione di sanzioni penali.
4o
Il diritto penale comprende lo studio dei seguenti settori:
1) Analisi del reato nelle sue componenti:
a. (Teoria tripartizione): fatto, antigiuridicità e colpevolezza
b. (Teoria bipartizione): elemento soggetto ed oggettivo
2) Sanzioni collegate al reato
3) Punibilità in concreto dell’agente.
Funzione del diritto penale è Le sanzioni penali sono più afflittive di quelle previste dagli altri
rami del diritto ed hanno una duplice funzione preventiva:
1) Da un lato, con la minaccia della loro irrogazione, tendono a distogliere i consociati dal
commettere reati ( c.d. funzione di prevenzione generale)
2) Dall’altro, tendono ad evitare che il reo, torni a delinquere (c.d. funzione di prevenzione
speciale).
Sul punto, cfr art. 27 Cost, sulla funzione rieducativa della pena
Principi del diritto penale moderno:
Principio di materialità : è reato solo un comportamento umano che si estrinseca nel mondo
esteriore e che sia suscettibile di percezione sensoria.
Principio di offensività : non c’è reato senza la lesione del bene giuridico tutelato dalla norma
penale.
Principio di colpevolezza : per esservi reato, occorre che il fatto materiale lesivo del bene
protetto, appartenga causalmente e psicologicamente al suo autore, nel senso che allo stesso
possa muoversi un rimprovero per averlo commesso.
Nozione di reato : Comportamento umano che si estrinseca nel mondo esteriore e percepibile
dai sensi (principio di materialità), che lede o pone in pericolo un bene tutelato (principio di
offensività), attribuibile causalmente e psicologicamente al soggetto che lo abbia posto in essere
(principio di colpevolezza).
5o
AMBITO DI VALIDITA' PERSONALE E TERRITORIALE1
L'art. 3 del c.p. stabilisce il principio di obbligatorietà della legge penale italiana per tutti
coloro che, cittadini o stranieri, si trovano nel territorio dello Stato, salvo le eccezioni stabilite:
a) dal diritto pubblico interno o
b) dal diritto internazionale.
Difatti, chiunque commette un reato nel territorio dello Stato è punito secondo la legge
italiana.
Il reato si considera commesso nel territorio dello Stato è quando l'azione o l'omissione che lo
costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte, ovvero si è ivi verificato l'evento che è la
conseguenza dell'azione od omissione;
Ai sensi dell'art. 7 c.p., invece, è punito secondo la legge italiana il cittadino o lo straniero che
commette in territorio estero taluno dei seguenti reati:
1) delitti contro la personalità dello Stato italiano;
2) delitti di contraffazione del sigillo dello Stato e di uso di tale sigillo contraffatto;
3) delitti di falsità in monete aventi corso legale nel territorio dello Stato, o in valori di bollo
o in carte di pubblico credito italiano;
4) delitti commessi da pubblici ufficiali a servizio dello Stato, abusando dei poteri o
violando i doveri inerenti alle loro funzioni;
5) ogni altro reato per il quale speciali disposizioni di legge o convenzioni internazionali
stabiliscono l'applicabilità della legge penale italiana.
Il cittadino o lo straniero, che commette in territorio estero un delitto politico non
compreso tra quelli indicati all'art. 7, n. 1, c.p. è punito secondo la legge italiana a richiesta del
Ministro della giustizia, fermo restando che se si tratta di delitto punibile a querela della
persona offesa, occorre, oltre tale richiesta, anche la querela (art. 8 c.p.).
1Trattoda:CoratellaClaudio,DirittoPenale,Obbligatorietàdellaleggepenale,BDPROF.ilsole24ore.com
15o
applicazione e, ove sulla scorta di esse, vi sia stata una condanna, ne cesserà l'esecuzione e gli
effetti penali.
Diverso è il discorso ove la legge dichiarata incostituzionale contenga previsione di favore per il
reo in quanto, in tal caso, essa troverà applicazione con riferimento a fatti posti in essere
durante la sua provvisoria vigenza.
TEMPUS COMMISSI DELICTI
Tempo del commesso reato : in assenza di una presa di posizione legislativa, la dottrina ha
prospettato tre criteri :
Teoria della condotta : la quale considera il reato commesso nel momento in cui si è realizzata
l’azione o l’omissione (prevalente in dottrina perché essendo questo il momento nel quale il
soggetto mette in atto il proposito criminoso, si tratta di un frangente temporale decisivo)
Teoria dell’evento : secondo cui il reato è commesso allorché si verifica il risultato lesivo
casualmente riconducibile alla condotta e necessario ai fini della compiuta configurazione
dell’illecito
Teoria mista : che guarda sia all’azione che all’evento, nel senso che il reato si considera
indifferentemente commesso quando si verifichi l’uno o l’altro estremo.
L’accertamento del tempo del commesso reato non pone problemi per i reati istantanei, nei
quali vi è coincidenza tra momento di commissione del reato e compimento dell’azione tipica.
Nei reati permanenti e nei reati abituali è dottrina e giurisprudenza fissano il tempo del
commesso reato, nell’ultimo momento di mantenimento della condotta antigiuridica.
Reato continuato : esso non rappresenta un fatto unitario, ma piuttosto un concorso materiale
di reati, ciascuno dei quali presenta un proprio tempus commissi delicti.
Reati omissivi : occorre fare riferimento al momento in cui scade il termine (esplicito o
implicito) utile per realizzare la condotta doverosa.
26o
La differenza va fatta a seconda che l’evento sia di danno o di pericolo.
Il reato di pericolo deve essere tenuto distinto dal cd. reato di esecuzione anticipata (reato di
attentato), di cui basta il compimento di quel minimum richiesto dalla norma per aversi un
delitto perfetto mentre potrebbe al massimo configurarsi un tentativo.
->Reati istantanei e reati permanenti
Sono istantanei quei reati in cui l’evento si produce in un solo istante (es.: la morte
nell’omicidio).
Sono reati permanenti quelli in cui l’evento, e con esso la consumazione, perdura per un certo
lasso di tempo (es.: sequestro di persona a scopo di estorsione).
IL RAPPORTO DI CAUSALITA’
L’azione punibile deve essere accompagnata dal requisito della coscienza e volontà.
Legislatore ha tipicizzato delle situazioni, dove per certo manca un giudizio di colpevolezza:
• Forza maggiore : art. 45 è non è punibile chi ha commesso il fatto per forza maggiore.
RATIO = Manca il requisito della coscienza e volontà. ESSA è qualsiasi energia esterna contro
la quale il soggetto non è in grado di resistere e che perciò lo costringe necessariamente ad agire
• Costringimento fisico : non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato
costretto , mediante violenza fisica, alla quale non poteva resistere o comunque sottrarsi. In tal
caso del fatto commesso risponde l’autore della violenza. OCCORRE PERò che la volontà
dell’agente sia coartata in maniera assoluta; se sussistono margini di scelta, si ricade nella diversa
ipotesi della coazione morale.
• Caso fortuito : non è punibile chi ha commesso il fatto per caso fortuito. Esso è
l’incrocio tra l’accadimento naturale e la condotta umana, da cui deriva l’imprevedibile
verificarsi di un evento lesivo.
NESSO CAUSALE : L’Accertamento di un nesso causale è finalizzato ad emettere un giudizio
di responsabilità: la causalità quindi funge da criterio di imputazione del fatto del soggetto.
Perché il nesso causale tra condotta ed evento, prova che il fatto lesivo è opera dell’agente, per
cui sussistendo gli altri presupposti di natura psicologica , quest’ultimo può essere chiamato a
rispondere penalmente.
37o
(1) Libero
(2) Lecito
(3) Attuale
(4) Prestato dal titolare del diritto , personalmente o a mezzo rappresentante
(5) Concernente un diritto disponibile
(6) Non deve riguardare reati di cui il dissenso sia elemento costitutivo
Riguardo alle tipologie, il consenso può essere:
Espresso è manifestato all’esterno
Tacito è desumibile dal comportamento del titolare del diritto
Putativo è Ritenuto esistente dall’agente
Presunto è azione compiuta in assenza di consenso, perché ritenuta vantaggiosa per il titolare
del diritto
L’esercizio del diritto
Ex art. 51 comma primo c.p. è l’esercizio di un diritto […] esclude la punibilità.
Sarebbe logicamente inconcepibile che l’ordinamento prima concede un potere di agire e poi ne
sanziona penalmente l’esercizio.
Se l’ordinamento ha riconosciuto ad un soggetto una data facoltà vuol dire che ha riconosciuto
la prevalenza del suo interesse rispetto agli interessi contrari.
Limiti:
Il fatto penalmente rilevante deve essere stato determinato dalla necessità di esercitare il diritto.
Importanti applicazioni dell’art. 51 c.p. si rinvengono in relazione ai:
(1) diritti di cronaca,
(2) di critica e
(3) di sciopero
Il diritto di cronaca
48o
La Corte Costituzionale ha riconosciuto che la responsabilità personale (27 , 1 comma) è
sinonimo di responsabilità per un fatto proprio colpevole.
Ragionamento della Corte :
Occorre Interpretare l’espressione responsabilità personale alla funzione e i criteri rieducativi
della pena , collegando così il primo al terzo comma dell’art. 27 Cost.
E quindi, se si fa riferimento alla funzione rieducativa della pena, essa postula almeno la colpa
dell’agente.
Non avrebbe senso la rieducazione di chi, non essendo almeno in colpa rispetto al fatto , di
certo non ha bisogno di essere rieducato
Inoltre la Corte Costituzionale ha tratto due corollari:
1. Illegittimo l’art. 5 c.p. nella parte in cui non esclude l’ignoranza inevitabile;
2. Il principio della responsabilità oggettiva contrasta con il principio costituzionale di
personalità della responsabilità penale: perché l’art. 27 sia rispettato è indispensabile che
tutti e ciascuno degli elementi siano collegati all’agente ,e cioè investiti dal dolo o dalla
colpa
La responsabilità personale si contrappone alla responsabilità oggettiva, e cioè responsabilità
per un fatto proprio ma realizzato senza dolo e senza colpa
La responsabilità PERSONALE = responsabilità PER IL FATTO COMMESSO.
Tutti i criteri sui quali si fonda la colpevolezza dell’agente vanno riferiti al singolo fatto
antigiuridico da lui commesso (e non colpevolezza per la condotta di vita).
Il criterio di attribuzione responsabilità richiesto dal legislatore per i delitti è è il dolo, mentre
la colpa rileva solo come eccezione ESPRESSA (nessuno può essere punito per un delitto se
non l’ha commesso con dolo…salvo i casi di colpa)…
Contravvenzioni è sia per dolo che per colpa.
59o
Gli elementi strutturali del delitto preterintenzionale sono costituiti dalla volontà dell’evento
minore (le percosse o le lesioni), dalla non volontà dell’evento più grave (la morte) e dal nesso
di causalità tra l’azione diretta a cagionare il primo evento e quello più grave in concreto
verificatosi.
La Corte di Cassazione ha affermato che l’elemento soggettivo del delitto di omicidio
preterintenzionale non è costituito dal dolo misto a colpa, ma unicamente dalla volontà di
infliggere percosse o provocare lesioni, a condizione che la morte dell’aggredito sia causalmente
conseguente alla condotta dell’agente, il quale, pertanto, risponde per fatto proprio, sia pure per
un evento più grave di quello effettivamente voluto che, per esplicita previsione legislativa,
aggrava il trattamento sanzionatorio (così, fra le più recenti, Cass. 17-9-2012, n. 35582).
Analoga alla figura dell’omicidio preterintenzionale è quella prevista dall’art. 586 c.p. che
stabilisce che <<quando da un fatto preveduto dalla legge come delitto doloso deriva, quale
conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le
disposizioni dell’art. 83, ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate>>.
I DELITTI AGGRAVATI DALL’EVENTO.
Si dicono aggravati dall’evento quei delitti che subiscono un aumento di pena quando dalla loro
commissione derivi un ulteriore evento, oltre quello richiesto per la loro consumazione. Tale
categoria, di elaborazione dottrinale, viene quindi tradizionalmente collocata nell’ambito della
responsabilità oggettiva.
L’ELEMENTO SOGGETTIVO NELLE CONTRAVVENZIONI.
L’art. 42, ultimo comma, c.p. dispone che <<nelle contravvenzioni ciascuno risponde della
propria azione o omissione cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa>>.
ASSENZA DI SCUSANTI:
Cioè circostanze anormali che, nella valutazione legislativa, hanno influito in modo irresistibile
sulla sua volontà o sulle sue condizioni psicofisiche.
70o
Il giudice deve tener conto di tutte le circostanze presenti in quel momento, anche se non
conoscibili né conosciute al momento dell’azione, ma accertate successivamente (prognosi a
base totale) ?
Secondo Marinucci e Dolcini , occorre effettuare una prognosi a base totale, facendo
riferimento al principio di offensività.
Per l’orientamento maggioritario , prognosi a base parziale.
Elemento psicologico : Dolo .
Oggetto : realizzazione del corrispondente delitto consumato
Riguardo alle forme di dolo, si discute sulla compatibilità del dolo eventuale. La Suprema corte
risponde affermativamente in tal senso.
TENTATIVO NEI REATI OMISSIVI:
Nei reati omissivi impropri è si ha tentativo quando il mancato compimento dell’azione
aumenta il pericolo che il garante ha l’obbligo giuridico di neutralizzare per impedire che si
verifichi l’evento.
Nei reati omissivi propri, giova l’esempio dell’automobilista che si allontana dal prestare
soccorso.
ü se ritorna ci sarà il tentativo ma non sarà punito per desistenza volontaria.
ü se invece torna per una coazione esterna, sarà colpevole di tentativo.
IL REATO CIRCOSTANZIATO
NOZIONI GENERALI
Alquanto controversa è la distinzione tra circostanze ed elementi costitutivi che ha
un’importanza tutt’altro che teorica, dal momento che influisce innanzitutto sull’esistenza del
reato e, dunque, sulla disciplina applicabile ad ognuno di questi elementi.
81o
IL COMPORTAMENTO ATIPICO RILEVA in base a quanto accede ad un fatto principale
tipico: IL NOSTRO ORDINAMENTO RITIENE SUFFICIENTE CHE LA CONDOTTA
ATIPICA ACCEDA AD UN FATTO TIPICO (accessorietà minima)
Le cause di giustificazione dell’illiceità si estendono anche a tutti coloro che hanno concorso.
Ai sensi dell’art. 119 1° Comma, le circostanze soggettive che escludono la pena, hanno effetto
soltanto riguardo alla persona a cui si riferiscono.
3)Contributo causale della condotta atipica alla realizzazione del fatto :
La responsabilità a titolo di concorso presuppone che ciascun concorrente arrechi un
contributo personale alla realizzazione del fatto delittuoso.
Concorso materiale : se si interviene personalmente nella serie degli atti che danno vita ad un
elemento materiale del reato.
Concorso morale o psicologico : se si da un impulso psicologico alla realizzazione di un reato
materialmente commesso da altri.
Il concorso materiale può essere prestato assumendo vari ruoli :
1. Autore : colui il quale compie gli atti esecutivi del reato
2. Coautore : colui che interviene insieme ad altri nella fase esecutiva
3. Ausiliatore o complice : è quel partecipe che si limita ad apportare un qualsiasi aiuto
materiale nella preparazione o nella esecuzione del reato.
Problemi nell’individuazione dei coefficienti minimi che ne giustificano l’incriminazione (per il
complice)
Varie teorie in dottrina :
L’azione del compartecipe deve costituire condicio sine qua non del fatto punibile (opinione
tradizionale).
92o
La pena è un mezzo per distogliere i consociati dalla commissione di atti criminosi. Tale scopo
viene realizzato sia tramite la sua minaccia come conseguenza della violazione di un
determinato precetto, sia tramite la sua applicazione.
Caratteri della pena:
Personalità è colpisce solo l’autore del reato
Legalità è l’applicazione è rigorosamente dettata dalla legge
Inderogabilità è una volta minacciata è sempre applicata
Proporzionalità è è proporzionale al reato commesso.
SINGOLE PENE
È possibile distinguere tra: Pene principali, sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi e pene
accessorie.
PENE PRINCIPALI.
Le pene principali sono quelle inflitte dal giudice con una sentenza penale di condanna.
Per i delitti:
Ergastolo è consiste nella privazione della libertà personale e per l’intera durata della vita del
condannato. La Corte Costituzionale ha dichiarato inapplicabile la pena ai minorenni. – è
scontato in uno degli istituti a ciò destinati con l’obbligo del lavoro e dell’isolamento notturno.
Reclusione è pena detentiva che va da 15 giorni a 24 anni – il limite di 24 anni può essere
elevato fino a 30 anni in caso di aumenti di pena determinati dal concorso di circostanze
aggravanti.
Multa è Pena pecuniaria che va da € 50 a € 50.000
Per le contravvenzioni:
Arresto è pena detentiva che va da 5 giorni a 3 anni – in caso di concorso di circostanze
aggravanti, il limite può essere elevato a 5 anni.
Ammenda è pena pecuniaria che va da €20 a € 10.000
MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE.
Fondamento è funzione rieducativa della pena ex art. 27.
103o
Costituzione del 1948 => impegna il legislatore a orientare la pena verso una finalità di
rieducazione del condannato, cioè verso il suo REINSERIMENTO nella società.
La legge del 1975, sull’ordinamento penitenziario si è sforzata di dar vita ad un sistema
penitenziario che risponda alle indicazioni costituzionali:
Arginare l’azione desocializzante del carcere, prevedendo che il detenuto sia dotato di abiti
propri, possa acquistare cibo, possa provvedere all’igiene personale e fruire di una sfera di
riservatezza
Il legislatore ha inoltre salvaguardato alcuni rapporti tra il condannato e la società , aprendo il
carcere verso l’esterno durante l’esecuzione attraverso COLLOQUI TELEFONICI, accesso ai
giornali, radio e televisione
Ha previsto gli istituti dell’affidamento in prova e della semilibertà
Legge 1986 (legge Gozzini) :
• Misure alternative, detenzione domiciliare
• Ampliamento applicativo dell’affidamento in prova e della semilibertà
• Permessi premio
Legge 1998 (legge Simeone) :
Sospensione condizionale della pena fino a 2 anni (3 se minore)
Nel 2000 , regolamento nuovo recante norme sull’ordinamento penitenziario :
• Disciplina del lavoro all’esterno
• Disposizioni sul trattamento dei detenuti stranieri a proposito dei quali si DEVE tener
conto delle difficoltà linguistiche e culturali
Nel 2002 (legge Smuraglia) :
114o
Se la legge del tempo in cui deve eseguirsi la misura di sicurezza è diversa , si applica la legge in
vigore al tempo dell’esecuzione.
Le misure di sicurezza personali sono applicate dal giudice di cognizione, nella sentenza di
condanna o proscioglimento.
Se una persona ha commesso più fatti di reato, per i quali sono applicabili più misure di
sicurezza della medesima specie è ordinata una sola misura di sicurezza.
Se invece le misure di sicurezza sono di specie diversa, il giudice applicherà una sola misura o
più misure a seconda della pericolosità della persona.
ESECUZIONE misura di sicurezza :
Sentenza di condanna : se la misura di sicurezza è aggiunta ad una pena detentiva, la legge
stabilisce che la misura vada eseguita DOPO che la pena è stata scontata o altrimenti estinta.
DURATA : è sempre sottoposta ad un limite minimo e una volta decorso il periodo minimo, il
giudice deve procedere al riesame della pericolosità.
Qualora ritenga che la pericolosità sia cessata.
IL REATO OMISSIVO (APPROFONDIMENTI)
I reati omissivi si suddividono in due gruppi:
1. REATI omissivi propri (puri)
2. Reati omissivi impropri (impuri) o commissivi mediante omissione
Distinzione tra le due forme è determinata dalla presenza o no di un evento come requisito
strutturale del fatto di reato.
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