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I lavori in campo nel
corso dei mesi estivi
Muggia, 4 giugno 2018
La stagione estiva
• Per chi lavora in agricoltura la stagione
estiva NON è periodo di vacanze
• Anzi, tutto il contrario!
• E’ un periodo di intenso lavoro
Periodo di passaggio
• Nel corso dei mesi estivi si portano a
completamento le produzioni delle colture
primaverili estive e si imposta la
coltivazione di quelle autunnali-invernali
Condizioni climatiche
• Anche le condizioni climatiche estive
condizionano il processo produttivo
• Alte temperature
• Bassa piovosità
• Forte evapotrapirazione (dal terreno e
dalle foglie)
• Necessità di irrigazione
• Difficoltà di lavorazione del terreno
temperature
• Bisogna prendere in considerazione le
temperature massime ma anche quelle
minime che non scendono mai sotto alcuni
valori
• Talvolta anche la notte fa troppo caldo
• Problemi di troppa insolazione e scottature
sulle foglie e sui frutti
piovosità
• Generalmente la pioggia è scarsa e
insufficiente.
• Vi è necessità di irrigazione per molte
colture.
• Dopo la pioggia o con umidità elevata vi è
anche la necessità di proteggere le piante
dalle malattie fungine
• L’effetto combinato di alte temperature e
scarsa piovosità porta ad una forte
evapotraspirazione
• In queste condizioni la pianta (in asciutta)
rallenta la propria attività fino a fermarla,
chiude gli stomi delle foglie per diminuire
la perdita d’acqua fino ad un punto critico
in cui comincia ad avvizzire e ad appassire
Le fasi della pianta• Attività vegetativa
• Rallentamento attività
• Blocco attività
• Avvizzimento (stadio recuperabile)
• Appassimento (stadio non recuperabile)
Diverse colture
• Vite
• Olivo
• Ortaggi primaverili estivi
• Ortaggi autunnali invernali
Vite
• Da fine giugno in poi solamente
trattamenti a base di rame e zolfo
• Attenzione alla peronospora larvata
• Attenzione all’oidio che colpisce con poca
umidità e gran caldo: uso di zolfo non solo
bagnabile ma anche in polvere
• Verifica zuccheri e acidità in prossimità
della vendemmia
Olivo
• La produzione durante l’estate può essere
compromessa
• Metà giugno (in media) trattamento contro
la tignola
• Dal momento di indurimento del nocciolo
(20 luglio) l’oliva è suscettibile all’attacco
di mosca
• Le condizioni ottimali per l’attacco sono:
• - nocciolo indurito
• - Temperature inferiori ai 30°C
• - Umidità elevata (pioggia)
• - epidermide distesa (olive non raggrinzite)
• Di solito queste condizioni si trovano nel
periodo 20-30 agosto
Ortaggi primaverili estivi
• Periodo di raccolta (p.es patate)
• Maturazione progressiva (zucchini
pomodori, melanzane, peperoni, faggiolini)
• Per alcune colture è possibile fare un
secondo
– Zucchini seminati a metà giugno e trapiantati
a luglio si raccoglie fino a novembre
– Faggiolini seminati a luglio e raccolti in
autunno
Lavorazione del terreno• Lo spazio lasciato libero a luglio da alcune
colture (patate, piselli, faggiolini, insalate)
deve essere piantato con altre specie
autunnali
• La lavorazione del terreno deve essere
eseguita con «terreno in tempera»
altrimenti si rovina la struttura
• Se manca umidità e non ci sono attese di
pioggia, bisogna bagnare per poter
lavorare
AGOSTO
• Agosto è il mese delle semine e dei
trapianti autunnali e invernali
• Per la germinazione della semente
bisogna tenere costantemente umido il
terreno
• Pacciamatura con paglia o tessuto non
tessuto e irrigazioni a pioggia finissima
due volte al giorno
AGOSTO
• È il mese di tutti i trapianti che devono
essere eseguiti entro e non oltre la fine del
mese
• In settembre le giornate si accorciano, la
temperatura cala drasticamente,
l’illuminazione cala: i trapianti di settembre
sono tutti a rischio a meno che non
vengano effettuati in coltura protetta (serra
tunnel cassoni)
Quali sono
• Cavoli
• Cicorie e radicchi invernali
• Endivia
• Finocchio
• Porro
• Spinacio
• Valeriana
Sequenza e spazi
Appezzamento A (agosto)
Patate
Radicchi invernali
Appezzamento B
Pomodoro, melanzana,
peperoni
spinaci, valeriana
Appezzamento C
Zucca, zucchino,
cetriolo, anguria, melone
Appezzamento D (luglio)
Lattuga, radicchio,
cipolla, aglio, radicchi
Cavoli
Problematiche
• 1) Scelta delle specie da mettere a dimora
• 2) definizione delle quantità e degli spazi
necessari
• 3) preparazione delle piantine e/o acquisto
di materiale da trapiantare
– Calcolare i tempi semina e accrescimento
– Calcolare gli spazi del semenzaio
– Il pane di terra si disidrata facilmente
Problematiche
• 4) temperature elevate (semine di giugno,
luglio ed agosto)
• 5) irrigazione costante
• 6) problematiche fitosanitarie
Radicchi: origine e diffusione
• La Cicoria è una composita molto comune
allo stato spontaneo, della quale esistono
numerose forme coltivate, il cui prodotto è
rappresentato dalle foglie e dalle radici
che si consumano cotte o in insalata.
- Cicoria da foglia (Cichorium intybus L.
v. foliosum);
- Cicoria da radici (Cichorium intybus L.
v. sativus ).
Caratteri botanici
• I fiori di Cicoria sono riuniti in gruppi di 2-3
capolini, terminali o ascellari, portati su uno
stelo alto 1-1,5 metri. Ogni capolino è composto
da 20-25 fiori di colore turchino. I frutti sono
acheni (impropriamente detti semi) di forma
obovata-piramidale (peso di 1.000 semi pari a
1,1-1,6 grammi pari a 600 semi per grammo).
Cicoria a foglie colorate o radicchio
• Tipica coltura estivo - autunnale
• Si semina (o si trapianta a 25-30 cm tra le file e 10-15 cm lungo la fila)), di regola, in giugno-luglio (anche fino a metà agosto) a righe. Ha bisogno di terreni fertili, freschi e profondi, moderatamente compatti, ben preparati con concimazione minerale.
• Le cure colturali comprendono: un diradamento (se la semina è stata fatta sul posto), sarchiatura, scerbature ripetute (o diserbi), irrigazioni e concimazioni azotate ripetute.
• La raccolta avviene in autunno-inverno quando i cespi hanno raggiunto lo sviluppo completo. Le piante così raccolte possono essere destinate come tali al consumo, altrimenti vengono destinate alla forzatura, pratica che consiste nel disporre le piantine, complete di radice, in ambiente caldo-umido, in modo da favorire l'emissione di nuove foglie. Dopo 10-15 giorni si sarà verificata l'emissione di giovani foglie tenere e colorate del colore tipico della varietà.
• Quelle più note sono: Rosso di Treviso, Rosso di Verona, Variegato di Castelfranco, Variegato di Chioggia, cicoria di Lusia, ecc.
Mix di cicorie
• Semina a fine luglio mix di cicorie a pieno
campo (Grumolo, rossa palla, cappotta, ecc.)
• Quando è alta 15 cm procedere ad un primo
taglio
• Dopo il ricaccio effettuare un secondo taglio
• In inverno (protetta ev. in cassoni) e primavera
successiva (non protetta) le radici ricaccio un
cuore tenero e la pianta si raccoglie con tutta la
radice
Cicoria grumolo
• semina da metà Luglio a Settembre con
raccolta da Gennaio a Marzo.
• Pianta: resistente alle basse temperature
che a maturazione nelle raccolte autunno-
inverno forma una rosetta con una radice
ingrossata e tenera di colore bianco con
ottime qualità organolettiche.
Cicoria grumolo biondo
Cicoria cappotto mantovana
• ciclo autunno-invernale viene raccolto il cespo. Pianta: resistente
alle basse temperature che a maturazione nelle raccolte autunno-
inverno forma un cappuccio di media grandezza.
cicoria di Bruxelles o belga
• Si semina a file a 20-30 cm da fine inverno all'estate, diradando in modo da avere 30-50 piante a metro quadrato.
• le piante complete di radice vengono estirpate in ottobre-novembre;
• si lasciano appassire per 8-15 giorni, dopo di che vengono sottoposte al taglio delle foglie e alla spuntatura dell'apparato radicale.
cicoria di Bruxelles o Witloof
• Le radici così preparate vengono disposte, diritte e
fianco a fianco, in una trincea o in un cassone, si
ricoprono di terriccio sciolto e quindi con uno strato di
paglia. La forzatura può essere accelerata mediante
riscaldamento dei cassoni.
• In tali condizioni le piccole foglie del cuore si sviluppano
a spese delle sostanze di riserva delle radici, andando a
costituire il tipico "grumolo" bianco, a forma di sigaro.
Cicoria zuccherina di Trieste
• Varietà locale, a foglia piccola dicolore
verde chiaro, margine liscio e apice tondo.
• Sapore dolce moderatamente amaro a
crescita inoltrata
• La rosa di Gorizia è una particolare varietà locale di cicoria (ecotipo di Cicoria intybus della sottospecie sativa) selezionata nel corso degli anni dai contadini del goriziano.
• Da queste selezioni dipende la qualità del prodotto che non risulta perfettamente identico da produttore a produttore: la pianta al momento della raccolta presenta l'aspetto simile a quello di una rosa ed un colorerosso intenso o con variegature e sfumature che portano verso il rosa o rosso granato a seconda del tipo di selezione effettuata dalle varie famiglie locali.
• In passato le sementi ottenute da queste selezioni non
venivano mai commercializzate o cedute ad altre
famiglie, ma venivano custodite gelosamente, come a
voler mantenere il proprio brevetto sul prodotto ottenuto,
che diventava una sorta di caratteristica propria della
famiglia.
• La rosa di Gorizia è un radicchio prettamente invernale,
che può quindi essere consumato solo dopo la prima
brinata e che è fortemente soggetto all’andamento
stagionale. Generalmente arriva sul mercato alla fine di
novembre e lo si trova sino alla fine di febbraio e, solo
nelle annate fredde, anche fino a metà marzo.
•
In passato l’economia della città di Gorizia, prevalentemente agricola, puntava molto sulla produzione di questo particolare radicchio; oggi la rosa di Gorizia è un prodotto raro che si trova sul mercato a prezzi molto elevati a causa della difficoltà di reperimento e delle elevate necessità di manodopera richiesta per la sua lavorazione.
• L'espansione della città e gli insediamenti abitativi hanno ridotto la produzione di questo radicchio che originariamente era coltivato nella piana tra Gorizia e Salcano ed in misura minore, nel rimanente territorio goriziano e nelle aree periferiche della città.La rosa di Gorizia viene prodotta in limitate quantità e solo per il mercato locale di Gorizia con qualche sbocco verso Trieste e Udine (anche Tarvisio).
I cavoli
La maggior parte dei cavoli è originaria del bacino del Mediterraneo e si trova in coltura da tempi molto antichi. Molto coltivati in Italia (specie il Cavolfiore), hanno un forte consumo sul mercato interno ed alimentano una notevole esportazione.
I cavoli comprendono numerose forme che si classificano, in base ai caratteri delle parti utilizzate della pianta, in:
• - Cavolfiore e Cavolo broccolo (Brassica oleracea var. botrytis L.) - Cavolo cappuccio (Brassica oleracea L. var. capitata L.);- Cavolo verza (Brassica oleracea L. var. sabauda L.);- Cavolo di Bruxelles (Brassica oleracea L. var. gemmifera Zenker);- Cavolo rapa (Brassica oleracea L. var. gongylodes L.);- Cavolo da foraggio (Brassica oleracea L. var. acephala D.C.): viene impiegato, specialmente nei paesi nordici, per l'alimentazione del bestiame;- Cavolo cinese (Brassica oleracea var. pekinensis Rupr.).
Caratteri botanici
• Tutti appartengono alla specie Brassica
oleracea L.
• Se lasciata sviluppare, la pianta cresce fino a
1,5 metri di altezza, formando abbondanti
ramificazioni con rametti fioriferi. I fiori sono gialli
e, dopo la fecondazione, in genere incrociata ed
entomofila, danno luogo alla formazione di una
siliqua portante numerosi semi rotondi, di colore
nero bluastro (peso di 1.000 semi pari a 4-6
grammi).
Cavolo cappuccio - Brassica
oleracea L. var. capitata L.
• In Italia il Cavolo cappuccio è coltivato in
tutte le regioni anche se maggiormente nel
centro-sud. Si differenzia dal cavolo verza
per le foglie che sono lisce e mai bollose e
per la parte edule (palla o testa o
cappuccio) che è più compatta.
Le palle vengono consumate crude o cotte
o servono a preparare i crauti.
Esigenze pedoclimatiche
• Si adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché
siano profondi, ben aerati e freschi, ben dotati di
sostanza organica e con pH intorno alla
neutralità. Preferisce climi temperato-freddi ed
umidi, tollera il freddo ma non il gelo.
La coltura necessita di irrigazioni al trapianto e
nella fase di ingrossamento della testa.
E' una coltura intercalare e lascia una buona
fertilità residua.
Varietà
• Le cultivar di cavolo cappuccio possono essere classificate in vario modo a seconda di:
– colore delle foglie (verdi e rosse),
– destinazione del prodotto (consumo fresco e trasformazione industriale)
– in base al periodo di raccolta: primaverili-estive (precoci), autunnali (medio-tardive), invernali (tardive).Oggi le cultivar più diffuse sono ibridi F1.
Tecnica colturale
• La tecnica colturale più appropriata è il trapianto, che può essere eseguito con piantine a radice nuda allevate in semenzaio o con piantine con pane di terra allevate in contenitori alveolati.L'impianto con distanza tra le file pari a 60-80 cm per il cavolo cappuccio, sulla fila 40-70 cm.La coltura si avvantaggia notevolmente della concimazione organica. Il cavolo cappuccio è una specie mediamente esigente in elementi nutritivi (particolare importanza è rivestita dal calcio).
Raccolta
• La raccolta deve avvenire quando la testa ha raggiunto le dimensioni desiderate:– 60-70 giorni dal trapianto nelle cultivar precoci,
– 70-90 nelle medio-precoci,
– oltre 90 giorni in quelle tardive.
• Le teste devono essere ben compatte.
• Il cavolo cappuccio si adatta alla conservazione frigorifera.
• La produzione varia tra 4 e 7 qli/100 mq, a seconda della cultivar, dell’epoca di coltivazione e delle condizioni pedoclimatiche..
Cavolo verza - Brassica oleracea
L. var. sabauda L.
• Anche della verza si impiegano le foglie,
bollose, grinzose, quasi increspate, riunite
in una palla meno compatta di quella del
cavolo cappuccio. Comprende varietà
estive, autunnali e invernali..
La tecnica colturale è simile a quella del
Cavolo cappuccio.
Cavolo di Bruxelles - Brassica
oleracea L. var. gemmifera D.C.
• Presenta un fusto, alto fino a 1 metro, che
termina con un ciuffo di foglie a palla
floscia. Lungo il fusto altre foglie portano
all'ascella germogli a forma di glomeruli
arrotondati (cavolini), in numero di 25-30.
Non è molto coltivato in Italia.
Cavolo nero crespo - Brassica
oleracea L. var. acephala sabellica
Presenta fusto eretto, alto fino a 1 metro,
con foglie di color verde scuro, rugose e
bollose, di cui vengono utilizzate le
superiori e i giovani germogli che si
formano sul fusto e sui rami. Utilizzata
soprattutto in Toscana, nella preparazione
della famosa "ribollita".
Avversità e parassiti
• Tra i parassiti che colpiscono i Cavoli ricordiamo:Crittogame:- Alternariosi (Alternaria brassicae);- Marciumi basali (Sclerotinia e Rhizoctonia);- Peronospora (Peronospora brassicae, Peronospora parassitica);Insetti:- Afidi (Myzus persicae)- Nottue, Cavolaie (Mamestra brassicae, Mamestra oleracea, Pieris brassicae);- Elateridi (Agriotes spp.);
Cavolfiore e Broccolo - Brassica
oleracea L. var. botrytis L.• Origine e diffusione
• Il Cavolfiore è una tra le crucifere più coltivate in Italia, diffusa soprattutto nelle regioni centro-meridionali e precisamente in Campania, Marche, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia.
Cavolo broccolo (Brassica
oleracea L. botrytis var. cymosaDifferisce di poco dal cavolfiore: l'infiorescenza è talora compatta, globosa o a pigna, biancastra o verdastra o violacea o rossastra, e talora è aperta o formata da fasci di germogli di varia lunghezza. Le foglie, inoltre, sono meno ampie, più ondulate, diritte e numerose che nel cavolfiore.Il broccolo comprende molte varietà locali alcune delle quali precoci, come Ramoso verde calabrese, Broccolo di Verona, e altre tardive, come il Pugliese, Tardivo di Albano, Nero di Napoli, ecc. Esistono anche ibridi F1. Il broccolo viene coltivato come il cavolfiore.
Esigenze ambientali
• Fornisce le migliori produzioni in zone a clima fresco e umido. Il fattore climatico più importante è la temperatura, sia durante la fase di transizione da vegetativa a riproduttiva che prima e dopo di essa.
• Per le cultivar precoci la temperatura ottimale per la formazione dei corimbi è di circa 17°C. Con temperature superiori a 20°C il passaggio alla fase riproduttiva è ritardato e la qualità dei corimbi diviene scadente. Anche le basse temperature possono danneggiare la pianta in coincidenza dei vari stadi in cui si trova.
• Se la pianta ha formato 6-8 foglioline e viene sottoposta a temperatura bassa si possono avere piante "cieche", cioè senza infiorescenza. Il gelo provoca la lessatura dei grumi che formano la parte edule.
• Le cultivar si distinguono in base alla necessità o meno di freddo per la formazione del corimbo.
• Ci sono infatti cultivar che non richiedono il freddo per la formazione della parte edule (precoci) , mentre altre (le tardive, che si comportano da piante tipicamente biennali) richiedono il freddo per la formazione della parte edule che è l'infiorescenza.
Tecnica colturale
• E' considerata una coltura da rinnovo (intercalare) e può seguire il grano o gli ortaggi come la fava, il pisello, la carota e la patata.E' da evitare la monosuccessione, specie se non vengono eliminati i residui della vegetazione, in particolare se colpita da malattie.
• Oggi, in particolare con con l'impiego di ibridi, vengono utilizzate piantine allevate in vivaio in appositi contenitori, successivamente trapiantate (da luglio a tutto settembre).
Porro
• Il Porro è un ortaggio da foglia, apprezzato dalle popolazioni del Mediterranei fin dal tempo degli Egizi e dei Romani; la sua coltivazione è diffusa in Europa, America e Asia.
• E' presente sul mercato specialmente nel periodo autunno-invernale. E' coltivato in tutte le regioni italiane, specialmente al Centro-Nord.
• Viene utilizzata la parte basale delle foglie, che formano un falso fusto di 20-30 cm di lunghezza e 3-5 di diametro; questo, costituisce la parte edule.
Caratteri botanici
• Il porro è una pianta biennale (coltivata a ciclo annuale)
• Il Porro presenta un bulbo poco sviluppato o assente, foglie allungate (con portamento eretto o ricadente, di colore da grigio verde a verde bluastro) con piccioli piegati a doccia ed avvolgenti alla base, formando un falso fusto più o meno allungato (da 15 a 40 cm.
• Presenta un apparato radicale fascicolato, con molte radici che si possono spingere fino a 50 cm circa di profondità. Il fusto è accorciato a formare un disco appiattito, da cui si dipartono le foglie e le radici.
• Lo stelo fiorale viene emesso nel secondo anno, in aprile-maggio; è pieno e termina con un'infiorescenza sferica (6-8 cm di diametro) con 300-400 fiori di colore bianco, rosa o lilla.
• I semi sono neri angolosi e grinzosi (peso 1.000 semi pari a 2,5-3,3 grammi). La durata della germinabilità è di 2-3 anni.
Esigenze ambientali
• Il porro si adatta bene sia ai climi temperato-caldi che temperato-freddi, con l'impiego di varietà e cicli colturali differenti.
• I terreni più adatti sono quelli di medio impasto, con buona capacità idrica di ritenuta, ma senza problemi di drenaggio e ben dotati di sostanza organica; il pH deve essere compreso tra 6 e 7; scarsa è la tolleranza alle elevate salinità.
• L'irrigazione è quasi sempre necessaria, ad esclusione del periodo invernale.
Varietà
• Le cultivar sono classificate in base alla
lunghezza del "falso fusto" e in base
all'epoca di produzione:
– Cultivar estive: semina a dicembre-gennaio
su letto caldo;
– Cultivar autunnali: con semina in marzo-
aprile;
– Cultivar invernali: con semina in maggio-
giugno.
Tecnica colturale
Di solito vengono trapiantate le piantine (alte 20-
25 cm) ottenute in vivaio;
La densità colturale varia da 20 a 40 piante al
metro quadrato, maggiore nelle colture destinate
a raccolte precoci.
Nelle colture tardive le piantine vengono
sottoposte a rincalzatura, utile per aumentare la
parte bianca del fusto e per ottenere una
maggiore resistenza al freddo.
Raccolta e produzione
• La raccolta comincia quando il diametro dei fusti
ha raggiunto i 2-3 cm, dopo circa 3-4 mesi dal
trapianto o 5-7 dalla semina. Dopo
l'estirpazione, vengono tolte le foglie vecchie più
esterne, tagliate a 15 cm sopra la parte bianca,
accorciate le radici e lavati. In frigorifero (0-1°C
e UR 90-95%) possono essere conservati fino a
tre mesi. Una buona produzione varia dai 400 ai
500 kg per 100 metri quadrati.
Avversità e parassiti
• I parassiti sono simili a quelli della cipolla.I danni più gravi sono provocati da Fusarium; altre crittogame dannose sono le ruggini(Puccinia porri e Puccinia allii), la peronospora del porro (Phitophtora porri) e l'alternariosi (Alternaria porri).Tra i parassiti animali: la tignola del porro (Acrolepia assectella), la mosca della cipolla (Hylemia antiqua), il tripite (Trips tabaci) e i nematodi dello stelo (Ditylenchus dipsaci).
Valerianella locusta
• Coltura invernale
• Semina a settembre – ottobre
• Varietà a seme grosso (foglie più lunghe e
sottili) e varietà a seme piccolo (foglie più
scure, rotonde e carnose)
• Raccolta scalare al raggiungimento di
adeguata dimensione dei mazzetti
L'indivia (Cichorium endivia)
chiamata anche scarola• l'indivia sviluppa una rosetta di foglie assai
increspate le quali formano un cespo
piuttosto lasso.
• L'imbianchimento delle foglie si esegue
raccogliendole e legandole con un filo di
rafia.
• due varietà: la varietà classica detta
crispum e la varietà latifolium,
comunemente chiamata scarola.
Latifolium (scarola)
Crispum (riccia)
finocchio (Foeniculum vulgare)
• è una pianta erbacea mediterranea della
famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere).
• Trapianto da luglio e raccolta dopo 90
giorni circa
• Il colore bianco è dato dalla tecnica
dell'imbianchimento, cioè una rincalzatura
che si effettua nel corso dello sviluppo del
grumolo o almeno due settimane prima
della raccolta
• Il finocchio selvatico è una pianta spontanea,
perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m.
Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui
il nome foeniculum), di colore verde e
produce in estate ombrelle di piccoli fiori
gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e
poi grigiastri. Del finocchio selvatico si
utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti
(impropriamente chiamati "semi").
Lo spinacio (Spinacia oleracea)
• Lo spinacio (Spinacia oleracea) è una
pianta erbacea della famiglia delle
Chenopodiaceae
• Varietà a semina primaverile e varietà
autunnali/invernali
• Semina a fine agosto / settembre
• Meglio seminare a file per la lotta alle
infestanti
Grazie per
l’attenzione
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