Il cardinale che truffo i tupamaros

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12 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 14 Settembre 2015

Jean LuisCipriani

C» ROBERTO ZANINI

he belle parole, in quell'ar-ticolo. Che profondità. Cheanalisi. Che lucidità di pen-siero. Tanta lucidità di pen-siero. Troppa lucidità dipensiero. Fosse che forse...

Eh già. L'arcivescovo diLima, Primate del Perù,Gran Cancelliere della Pon-tificia università cattolica,monsignor Juan Luis Ci-priani, quel lungo paragrafol'aveva copiato. Ctrl C+CtrlP, così fan molti, se non tutti.E mica aveva copiato da unoqualsiasi, l'arcivescovo. No:aveva copiato+incollato dalpontefice emerito in perso-na, Benedetto XIV al secoloJoseph Ratzinger, dal libroCommunio. E prima ne ave-va copiato un altro, dal fu pa-pa Paolo VI al secolo Gio-vanni Battista Montini, dal-l'enciclica Ecclesiam Suam.Niente virgolette, niente ci-tazioni, come fossero paroledel suo sacco. Finite drittedritte in prima pagina su ElComercio, il principale quo-tidiano peruviano, un po' IlCorriere della Sera del Perù(per capirsi, il concorrente sichiama La Republica ed è i-dentico - preciso ' n ti f i c o ,scriverebbe Camilleri - al-l'omonimo giornale italia-no, roba che se si guarda solola testata sembra che a R e-pubblica abbiano risparmia-to una b). L'ha beccato unportale irriverente di nomeUt ero .pe , e adesso lo chia-mano il cardinale c o p y - p a-ste.

MONSIGNOREsi è difeso gof-famente usando tre scuse di-verse in tre giorni –da “ho at-tinto alla saggezza dellachiesa” a “mi mancava lospazio” arrivando a “un po'di spirito sportivo”- fino a fararrabbiare l'ecumenico C o-mercio, che l'ha licenziato inpoche righe: “Non pubbli-cheremo più gli articoli dimonsignor Cipriani”. Comese qualsiasi giornale italianosnobbasse un vescovo o uncardinale.

È venuta meno la fiducia,dicono al Comercio. Ma par-lando di fiducia, monsignorCipriani non è stato sempreuna garanzia. In passato vi fuchi si fidò. Sarà stato l'abitotalare, sarà stato il piglio de-cisionista, sarà stata quellacroce al collo o la compagniadella Croce Rossa e di un di-plomatico nordamericano:non lo sapremo mai. Perchéquelli che si fidarono stannosotto un metro di terra, in u-na fossa comune senza no-me, in un cimitero che il go-verno peruviano – all'epocaun'autocrazia golpista anco-ra oggi sotto processo – si ri-fiutò di rendere pubblico. Sichiamavano Nestor CerpaCartolini “Ev aristo”, RollyRojas “El arabe” e con lorododici ragazzini usciti dalleselve subtropicali del Perù.Avevano preso d'assalto laresidenza dell'ambasciatore

del Giappone e la tenneroper quattro mesi. Erano Tu-pamaros, gli ultimi d'Ameri-ca latina. Morirono tutti.

L'assalto cominciò il 17 di-cembre del 1996. Era il com-pleanno dell'imperatore A-kihito, il figlio del preceden-te imperatore Hirohito, l'uo-mo che lanciò il Giapponenell'alleanza fascista dellaseconda guerra mondiale - e

che chiese al paese di arren-dersi solo dopo Hiroshima eNagasaki. In tutte le amba-sciate giapponesi nel mondosi festeggiava l'imperatore,che i giapponesi considera-no di origine divina, e quelladi Lima non faceva eccezio-ne: quasi mille invitati, lacrema del Perù.

Sendero Luminoso erastato sconfitto, il suo leader

Abimael Guzman –il sangui-nario “comandante Gonza-lo” - portato in catene al car-cere del Callao, e piazzatocol pigiama a righe dietro lesbarre e davanti a mille tele-camere. Gli ultimi guerri-glieri maoisti erano isolatisulle sulle montagne e cam-pavano con i rapimenti e im-ponendo il pizzo ai coltiva-tori di coca. L'altro gruppo

armato, il Movimiento Re-volucionario Tupac Amaru(Mrta) nato dieci anni pri-ma, era considerato aglisgoccioli, il capo Victor Po-lay Campos era in galera,fuori restavano quattro gat-ti.

ERANO I REDUCI di movi-menti guerriglieri un tempofortissimi, eredi dei ”focos”guevaristi nati negli anni 60,quarte spade di un marxi-smo bollente, generoso equasi ovunque sconfitto. Isandinisti in Nicaragua ave-vano conquistato il poterema non riuscivano a tenerlo– e vennero sconfitti alle e-

P rotagonistiIn bassolo stessoCipriani, nellafoto accantoFuj i mor iAnsa

Il cardinal copia-incollache truffò i Tupamaros

Su “El Comercio” Scoperti gli articoli del primatecopiati di sana pianta dai passi del libro “C o m m u n i o”di Joseph Ratzinger e dall’enciclica di Papa Paolo VI

B iog ra f i aJUAN LUISCIPRIANIN a s cea Limanel 1943.Si laureain ingegneriaindustrialema poi seguegli studidi teologia.La svoltaè del 1986quandoi n co n t rol’Opus Dei.Fa dam e d i a to ren e l l ' a ss a l top re ss ol'ambasciatagiapponesea Limaad operadei TupacAmaru.Ma tuttii terroristive n go n ou cc i s i .Nel 1999vienen o m i n a toa rc i ve s covodi Lima,p r i m a tedel Perù.C a rd i n a l eco nla nominadi papaG i ova n n iPaolo IInel 2001

Lunedì 14 Settembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 13

lezioni dalla coalizione Uno,pesantemente aiutata dagliUsa - ma il Frente in Salvadoro l'Urng in Guatemala arran-cavano a chilometri dallestanze dei bottoni, e i neonatizapatisti messicani del sub-comandante Marcos teoriz-zavano persino il “p ot er esenza prendere il potere”.

Nella calma apparente, ilcommando di 14 Tupamarosperuviani entrò nella resi-denza dell'ambasciatoregiapponese senza sparare uncolpo. Riunirono tutti gli800 ospiti nel salone princi-pale, dissero chi erano e cosavolevano e poi si disposero aliberare donne bambini e an-

ziani, “perché non siamo as-sassini”. Ma quando apriro-no la porta per farli uscire, leforze speciali peruvianeriempirono il pertugio di la-crimogeni. Ci volevano deimediatori. E apparve monsi-gnor José Luis Cipriani.

ERA IL VESCOVO di Ayacu-cho, un posto in cima allasierra che fino agli anni 70non aveva una strada asfal-tata che arrivasse fino a Li-ma, pochissima elettricità enessuna ma proprio nessunatelevisione, una regione diservi della gleba dove il que -chuabatteva lo spagnolo die-ci a uno. Giovanni Paolo II,che aveva appena battuto ilcomunismo e si accingeva apareggiare con il capitali-smo, lo aveva mandato lassùconfidando nella tarda etàdel suo predecessore, unvecchio francescano che intre anni andò in pensione la-sciando libero il vescovado.Membro dell'Opus Dei co-me già il padre, medico a Li-ma, Cipriani iniziò la carrie-ra nel 1991 riaprendo chiesee seminari abbandonati du-rante il conflitto armato e av-vicinandosi al regime delpresidente-autocrate Alber-to Fujimori, che nel frattem-po aveva sciolto il parlamen-to e limitato le libertà civili,governando grazie al capodella polizia segreta Vladi-miro Montesinos, uno che sepuò corrompe, altrimentiuccide. Sulla porta dell'arci-vescovado comparve un car-tello: “No se aceptan recla-mos sobre derechos huma-nos”.

Alla fine del '96 era pronto,il governo lo chiamò a me-

È STATO DETTO da almeno due telegiornali che “u-na ondata di empatia” ha interrotto apatia e indif-ferenza di moltissimi europei e ha messo in movi-mento le colonne di volontari con una solidarietàche non si era mai vista. L'ondata di empatia vienespiegata in molti modi. Il più accettato è stata l'im-magine di Aylan, nel modo in cui l'ha colta la foto-grafa turca Damir. Una seconda rende omaggio adAngela Merkel: ha capito subito e in che modo stavacambiando il sentimento (il sentimento molto piùche l'umore) dei suoi cittadini e di tanti europei. Unterzo percorso è la distinzione tra i popoli ossessio-nati dalla loro identità, e popoli da sempre penetratida altre culture. Questa argomentazione è forte e

ricca di prove. Tuttavia la differenza dicomportamento europeo è tale che ri-chiede di tentare altre spiegazioni. Una èche la cultura tedesca è profondamentesegnata, a cominciare dalla sua Costitu-zione post-nazista, dai principi demo-cratici americani che hanno sviato la for-za della radice etnica, creando una radice culturalepiù forte, che è anche la garanzia del non ritorno al-l'orrore e ricordo grato della rinascita. Come maiquesto innesto di cultura nuova in una cultura forte eantica? Forse perchè il nazismo aveva reciso o uc-ciso la cultura antica e spinto all'esilio i suoi perso-naggi migliori. Quanto ai Paesi dell'Est hanno avuto

uno shock più forte di tante descrizioni, sag-gi e racconti. Il comunismo crudele e ottuso,da Stalin a Breznev li ha spinti all'indifferen-za assoluta con cui hanno attraversato de-cenni e assistito al continuo sopprimere, colcarcere e la vita, di ogni accenno di esisterein proprio. In Ungheria il vero male è l'abi-

tudine al silenzio del suo popolo schiacciato e ster-minato dai famosi "fatti d'Ungheria". In un certo mo-do si sono ripetuti: nessuno di loro è intervenuto asalvare un solo bambino siriano. Su questa partedella storia europea resterà l'immagine della giova-ne madre che cammina sull'autostrada Budape-st-Vienna spingendo il passeggino del suo piccolo.

STOR I A&GEOGRAFIA

RIFUGIATI, POPOLIE GOVERNI» FURIO COLOMBO

La vicendaPrima didivenire unodei papabilinell’a m b i todel conclave,Cipriani èfamoso per lamediazionefallita con iTupac Amaru

19 9 6D ice m breInizial’a ss a l toall’ambasciatagiapponesedove sitrovano millei nv i t a t i .

19 9 7Apr i leDopo 126giorni dia ss e d i o,l’irruzionedelle teste dicuoio. Tuttiuccisi iguerriglieri eun ostaggio.

TOM TOM

DLA CRESCITAA TASSI ELEVATI

Il Perù è stato, nell'ultimo de-cennio, una delle economie amaggior tasso di sviluppo del-l'America latina, con una cre-scita media del 6,3% annuale

DHUMALA, GOVERNOSENZA SCOSSE

Accusato di populismo il Presi-dente Humala segue una politi-ca favorevole agli investimentie sembra aver stabilizzato ilPaese continuando a godere diun robusto consenso anche sedal suo insediamento si sonoavvicendati tre governi

DVERSO LA PACECON IL VICINO CILE

Come nota la Farnesina, il ri-schio di un conflitto con il Cile aseguito della ormai prossimadecisione della corte dell'Ajasulla delimitazione dei confinimarittimi è da considerarsi mi-nimo, alla luce delle priorità diintegrazione regionale perse-guite da Lima e Santiago

diare con i guerriglieri insie-me al capo della Croce rossae all'ambasciatore del Cana-da. L'assedio durò quattromesi, e non furono in molti aentrare e uscire dalla resi-denza giapponese: i media-tori, qualche medico, qual-che soldato travestito da me-dico... Cipriani fu forse il piùassiduo, offrendo assistenzaspirituale e portando occa-sionali regali: una chitarra,dei crocifissi, palloni, vange-li, oggetti di conforto.

I TUPAMAROS avevano mi-nato le entrate e ogni giornoal mattino si addestravanocome per respingere un'ir-ruzione, ma il tempo giocavacontro di loro e lo sapevano,quindi abbassarono le ri-chieste. Dalla liberazione di400 compagni in carcerepassarono a 200, poi a 100,poi a 50, infine a 20, meno diventi no, dietro le sbarre c'e-ra anche la moglie di NestorCerpa, il capo del comman-do. Non sapevano che nelsottosuolo i genieri dell'e-sercito stavano scavando untunnel fin dall'inizio dell'as-salto. Non sapevano che iguastatori si stavano adde-strando su una copia dellaresidenza giapponese fattacostruire fuori Lima. E so-prattutto non sapevano chela chitarra, i crocefissi, i van-geli contenevano microfonie telecamere. Vescovo, me-

dico o diplomatico avevanointrodotto regali avvelenati.I marconisti peruviani in a-scolto scoprirono che ognigiorno a una certa ora i guer-riglieri giocavano a pallonein cortile, sei contro sei e glialtri due in teoria a fare laguardia, in pratica a tifare abordo campo. Si fidavano, iTupamaros.

Il 22 aprile del '97, dopo126 giorni di assedio, le testedi cuoio scelsero il momentodella partita: 140 incursoriperfettamente armati e ad-destrati fecero irruzione dalsottosuolo, liberarono tuttigli ostaggi e uccisero tutti iguerriglieri – e di passaggioanche un ostaggio, uno solo,l'unico politico presente chesi fosse schierato contro Fu-jimori. S'era nascosto in unarmadio, lo trovarono anco-ra lì dentro, morto stecchito,e non pochi pensarono cheMontesinos avesse infiltratoun incursore con il compitodi approfittare della situa-zione. Nestor Cerpa era qua-si decapitato, la faccia deva-stata da 31 colpi. Ben dopoche i proiettili avevanosmesso di volare Fujimorivolle una foto-ricordo, luicol giubbotto di protezionementre incombeva sul corpostraziato del “c o m an d a nt eEvaristo”. Il governo depistòi familiari di Cartolini dicen-do che lo seppellivano in unposto e andando invece in un

altro, solo una zia fu presen-te. Gli altri corpi furono get-tati in una fossa comune.Molti avevano solo ferite allanuca, uccisi dopo aver getta-to le armi. Monsignor Ci-priani si lamentò ma nontroppo per la fine cruentadell'assedio. L'ambasciatorecanadese fu più amaro: “Latrattativa era solo una coper-tura”.

FU L'INIZIO di una bella car-riera per il vescovo, che nel'99 fu nominato arcivescovodi Lima e nel 2001 cardinale,il primo cardinale dell'OpusDei. La longevità di Wojtylalo privò forse della sua occa-sione: alla morte del ponte-fice polacco scese a Roma co-me papabile ma il conclavescelse Ratzinger, quandoquest'ultimo andò in pensio-ne era il momento di un papalatinoamericano ma il con-clave scelse Bergoglio. E Ci-priani tornò a Lima, a inon-dare l'opinione pubblica diattacchi contro l'aborto perle donne stuprate, i matri-moni gay che sono “una de-cisione tragica” , controWhatsapp “che genera infe-deltà e distrugge la famiglia”,contro il crocifisso “di catti-vo gusto” a forma di falce emartello donato al papa daEvo Morales, e via così. Scri-vendo apprezzate colonneper El Comercio.

L'ultima gli è stata fatale.

All’ambas ciata Dopo l’assalto dei guerriglierinella sede giapponese fece da mediatore nascondendomicrofoni nei viveri. Furono massacrati tutti

Il cardinalecop i a- i ncol l aImmagini delprimate di Pe-rù, Jean LuisCipriani, e delsuo seguitotra i fedeli. Inbasso, la stori-ca foto che ri-trae l’ex presi-dente del Pe-ru, Fujimori,intento allafoto “opp or t u -n ity” dop ol’assalto delleteste di cuoioa l l’ambas cia-ta giappone-s e.Ansa