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Periodico di informazione interno alla struttura Villazzurra
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L ’ e s p e r i e n z a
Editoriale Continua.
Si riparte con il “giornalino”
di “Villa Azzurra”, dopo un
periodo di pausa. Le nostre, le
Vostre pagine si presentano
sotto una nuova veste grafica, e
con un nuovo nome: “Villa
Azzurra”, il nome della
Struttura. “Lo Specchio”, con cui
abbiamo aperto l’esperienza
editoriale, va in pensione, ma la
ricca esperienza di quei primi
numeri sarà punto di forza e di
riferimento per far crescere di
più e meglio uno strumento
d’informazione, di formazione e
di partecipazione utile e
indispensabi le . Sarà un
periodico da sfogliare, da
leggere, ma soprattutto aperto al
territorio, alle persone, a tutti
coloro che vorranno, con le loro
firme, le foto, le idee, arricchire e
dare forma e sostanza a una
“voce” chiara e utile. Le pagine
bianche diventeranno lo
“specchio” del nostro mondo;
pagine che prenderanno vita,
ripeto, con il contributo degli
Ospiti, dei familiari, dei
cittadini, dei professionisti che si
occupano delle politiche socio-
sanitarie e assistenziali. Ma
tutto questo non basterebbe se
non ci confrontassimo con la
società; per questa ragione, già
da questo numero, il giornale
apre le sue pagine al mondo
istituzionale, alle esperienze
umane, di vita vissuta.
Insomma, “Villa Azzurra”
raccoglierà, o meglio registrerà e
accoglierà, le esperienze umane
e professionali. Un giornale non
di facciata, dunque, che saprà
individuare i problemi, ma allo
stesso tempo capace di
progettare e pensare anche
proposte e soluzioni: sia per
migliorare i servizi che offriamo
all’interno della Casa Protetta,
sia per il territorio. In poche
p a r o l e , c e r c h e r e m o d i
camminare a braccetto con tutte
le parti sociali, cercheremo di
iniziare un cammino assieme,
che ci porterà, lo speriamo, il
più lontano possibile.
Il Direttore
Vincenzo Diego
Carnevale è il periodo che
segue l’Epifania e precede
la Quaresima, e la parola
deriverebbe dal latino Car-
nem levare, proprio perché
il periodo ci introduce alla
quaresima, che riconosce la
prescrizione ecclsiastica
dell’astensione dalla carne.
Le origini del carnevale
s o n o a n t i c h i s s i m e ;
nell’antica grecia risalgono
alle feste dionisiache delle
a n t e s t e r i e , m e n t r e
nell’antica roma risalgono
ai saturnali.
Le antesterie e i saturnali
avevano la caratteristica di
festa popolare, appannaggio
delle classi meno privilegia-
te e oppresse, e di festa con
carattere esoterico Successi-
vamente il carnevale è di-
ventata la festa della tra-
sgressione, cioè la possibili-
tà dei gruppi sociali inferio-
ri a vivere la loro cultura
popolare in opposizione alla
cultura ufficiale. Il popolo,
quindi, nel periodo di carne-
vale ha potuto, nei vari se-
coli, irridere, protestare,
scherzare e sfogarsi nei con-
fronti dei potenti verso
l’ordine e le regole precosti-
tuite: ciò perché in quei
giorni il popolo era impuni-
to per questi scherzi o per
questo sbeffeggiarsi dei po-
tenti. Insomma il carnevale
è diventato una specie di
rito collettivo in cui tutti
sono autorizzati a non ri-
spettare le convenzioni so-
ciali e anche religiose: SE-
MEL IN ATTO LICET IN-
SANIRE dicevano Seneca,
S. Agostino e Orazio. Il cul-
mine del carnevale è il pro-
cesso, LA CUNDANNA, la
morte ed il funerale di un
fantoccio, RE CARNEVA-
LE, che simboleggia un so-
vrano, cioè il potere, che
diventa il capo espiatorio
dei mali che il popolo ha
patito nell’anno trascorso.
Anche la pittura si è inte-
ressata del carnevale, ed
uno dei dipinti più grandi
per importanza ed anche di
dimensioni è quello di Brue-
gel, cioè combattimento tra
carnevale e quaresima, del
1559.
Tra coloro che mangiano,
bevono e si divertono, storpi
e mendicanti che vivono la
loro immutabile miseria.
Carnevale quindi come una
specie di rivincita in cui
ognuno si raffigura diverso
da quello che è, cambiando
storia, identità, ruolo, gio-
cando e ridendo come si
vuole: una specie di follia, di
frenesia, momento orgiasti-
co- liberatorio che precede
però la quaresima, la rinun-
cia collettiva: è quindi an-
che in prospettiva della ca-
tarsi, della penitenza, della
liberazione dal male e dalle
forze oscure ma in attesa
della catarsi, il carnevale
invita a “CHI VUOL ES-
SER LIETO SIA”.
GLI ANZIANI
DI VILLA AZZURRA
E TUTTO IL PERSONALE
AUGURANO:
- Festa di Carnevale ____ di Unità Educativa
- Giochi di Ruolo e Valenza Educativa ___ di Unità Educativa 2
- Tecniche di Orientamento ____ di Ruocco Antonietta
- Autostima _____ di Diego Caterina 3
- Racconti di Vita __________ di U.E.
- Poesie __di: Gatto Ulisse - Liguori Maria - Innella Enza 4
- Speciale Pasqua A. . . ______ di Unità Educativa
- Dolci Pasquali: I Cudduracci ______ di Unità Educativa
- Sant’Antonio Abate _____ di U.E.
- Il Mondo in Una Stanza _____ di Punzi Maria
INSERTO
In Questo Numero
RE CARNEVALE ...
_____________________________________di PRAINO FRANCESCO
Periodico di ... Villa azzurra“
“Villa Azzurra” Casa Protetta per Anziani
www. villa-azzurra.it
ANNO 1° - N° 0 marzo 2013
pegaso srl
Giorno 11 Febbraio 2013, nella Casa
protetta per anziani Villa Azzurra si è
tenuta la cosiddetta festa di carnevale.
In questo giorno così speciale ci hanno
fatto visita anche i bambini della scuo-
la primaria di Trebisacce. La festa ha
avuto inizio con una rappresentazione
teatrale sul carnevale tenutasi dagli
anziani. Ognuno di loro rappresentava
alcune delle maschere più famose d’
Italia come: Arlecchino, Colombina,
Brighella, Balanzone e Pulcinella.
Il titolo era l’ allegra brigata, rappre-
sentazione molto simpatica e diverten-
te, dove gli anziani si sono sentiti dav-
vero i protagonisti ed hanno recitato
con molta passione e spontaneità. Il
tutto si è concluso con la lettura di al-
cune poesie e filastrocche tipiche del
carnevale, da parte della Regina del
carnevale sempre rappresentata da
una delle nostre anziane. I bambini
della scuola primaria successivamente
hanno cantato e recitato alcune poesie.
La festa è stata un vero e proprio suc-
cesso. E’ stato bello vedere anziani e
bambini che si divertivano insieme,
che ballavano, cantavano… davvero
uno spettacolo speciale. Per il carneva-
le, inoltre, sono stati realizzati: festoni
con la carta crespa, maschere su piatto
e su cartoncino, vari disegni, e infine il
collage di fagioli sulle immagini in-
grandite delle maschere più famose.
Tutti i lavoretti che sono stati realizza-
ti in laboratorio sono serviti per addob-
bata l’ intera struttura. La festa si è
conclusa con il buffet, ricco di
“CHIACCHIERE”, dolce tipico di car-
nevale.
U.E. (Unità educativa)
ttttttttttttttttttttttt
FUMETTI ...
donna o una donna che prende le sem-
bianze di una
strega o del perso-
naggio più strava-
gante che in que-
sto momento ci
venga in mente. I
festeggiamenti del
carnevale ci danno infatti la possibilità
di mascherarci, ovvero spogliarci dei
nostri abiti e assumere le sembianze di
qualcun altro. Questo è ciò che gli stu-
diosi chiamano “gioco di ruolo”. Ma
cosa si nasconde dietro la voglia di tra-
vestirsi e celare il proprio viso?
probabilmente il gioco della vita, che in
tutte le sue forme assume una valenza
educativa determinante nella storia
quotidiana dell'uomo, che ne condizio-
na la crescita e l'evoluzione. Se a que-
sto abbiniamo il concetto di ruolo, dia-
mo il via a una “parte recitata” di noi
stessi che dà inizio al gioco stesso. Il
primo ad usare il termine “Gioco di
Ruolo” è stato lo psicologo Jacob Leve
Moreno nel lontano 1931, sperimentan-
do il “teatro della spontaneità”.
Il carnevale è considerata la festa
dell'allegria per eccellenza, in cui tutti,
indipendentemente dall'età o dal ceto
sociale, si recano ai balli in maschera,
sfilano su carri e indossano vestiti ori-
ginali che permettono di liberare ed
esprimere al meglio la propria fantasi-
a. Ma, di questa festa piena di colori,
suoni e brio, in cui il travestimento è
normalità, cosa rimane? Solo strade
piene di coriandoli e costumi? una va-
lenza educativa? O anche e soprattutto
la ricerca dei vari personaggi nascosti
in ognuno di noi? Personaggi che dan-
no vita a un gioco speciale, “del far
finta”; un gioco che porta i suoi vantag-
gi solo se si rispettano regole e limiti.
Solo attraverso la conoscenza della
realtà e della sperimentazione si acqui-
stano competenze in altri contesti.
Inoltre, giocare con la realtà ci permet-
te di sviluppare la capacità di deconte-
stualizzare, decentrarsi e cooperare.
U.E
Gli anziani di Villa Azzurra hanno
voluto sperimentare i giochi di ruoli,
cimentandosi in una recita carnevale-
sca. Ecco allora che i nostri ospiti han-
no assunto le sembianze di Arlecchino,
Colombina, Brighella, Pulcinella, Ba-
lanzone. Ciascuno ha interpretato il
proprio personaggio; hanno avuto modo
di far sposare le parole ai gesti, all’
espressione del viso, hanno saputo si-
mulare,“giocare”,divertirsi. In poche
parole, abbiamo sperimentato nuovi
contesti, e forme originali di relazione.
Hanno potuto esprimere la loro diversi-
tà, identificandosi in vari e nuovi ruoli,
narrando se stessi, le storie, attraverso
gli occhi del mondo. Un’esperienza che
ha giovato ai nostri cari attori, non più
in “erba”, che hanno saputo strappare
più di un sorriso alla platea; del resto,
questo era il nostro obiettivo, un obiet-
tivo che cercheremo sempre di fare
andare a braccetto con la forza, la pas-
sione, l’impegno, la ricerca, utili il rin-
novamento della nostra mente.
Parrucche, unghie finte, cilindri e cap-
pelli buffi sono indispensabili se voglia-
mo immergerci nella vera atmosfera
carnevalesca. Così non ci sembrerà
strano vedere un uomo travestito da
Giochi di ruolo e valenza educativa
Pagina 2 Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA
Festa di carnevale
“La più grande
trasformazione è
quella che permette il
rinnovamento della
nostra mente”
“Si deve incomin-
ciare a perdere la
memoria, anche
solo brandelli di
ricordi, per capire
che in essa consiste la nostra vita. La nostra
memoria è la nostra ragione e il nostro sen-
timento. Non mi resta che aspettare
l’amnesia finale, quella che può cancellare
una vita intera..” – Luis Bunuel
Dove siamo? Che giorno è oggi? Che ore
sono? Questa è la tua mano destra o sini-
stra? E il mio braccio è sopra o sotto il tuo?
Saresti in grado di spiegarmi tutto quello che
devi fare per preparare un caffè? Te lo ricor-
di il mio numero di telefono?
Ecco un esempio di come ci si può approc-
ciare ad un paziente demente attraverso
tutta una serie di stimolazioni verbali (ma
anche visive, tattili, cinestesiche) che costi-
tuiscono la ROT (terapia di ri-orientamento
nella realtà), principale metodica finalizzata
al rallentamento del declino cognitivo in
soggetti che vivono una condizione di aliena-
zione rispetto alla realtà circostante e che
possono, attraverso la ripetizione del con-
cetto da ricordare, favorirne il consolida-
mento e quindi la ritenzione in memoria.
Una proteina (beta amiloide), prodotta in
quantità maggiori rispetto alla norma, si
deposita tra i neuroni favorendone, attra-
verso un complesso meccanismo, la degene-
razione. Parimenti i livelli di acetilcolina, il
neurotrasmettitore responsabile della tra-
smissione dell’impulso nervoso da un neuro-
ne all’altro, diminuiscono. Tale quadro fisio-
patologico si traduce, dal punto di vista clini-
co, nella comparsa di deficit cognitivi multi-
pli (compromissione della memoria, del
linguaggio, della capacità di giudizio,
dell’orientamento) e di una serie di disturbi
comportamentali associati. È in questi termi-
ni che viene comunemente descritta la ma-
lattia di Alzheimer. L’insieme delle modifica-
zioni neuronali determina un decadimento
delle funzioni cognitive e compromette di-
rettamente le capacità fisico – funzionali.
Diversi studi hanno infatti dimostrato che la
prestazione fisica di un soggetto è stretta-
mente associata alle sue capacità cognitive e
che, ad esempio, i principali disturbi fisici
associati alla progressione della demenza
riguardano la velocità del passo, la capacità
di mantenere l’equilibrio e la forza di presa
della mano. Nei pazienti dementi l’esercizio
fisico migliora la memoria procedurale, ridu-
ce i disturbi comportamentali (agitazione,
irrequietezza, ecc.), migliora l’attenzione e il
tono dell’umore e riduce sintomi come an-
sia, pianto, tensione. Così focalizzare
l’attenzione su esercizi di forza ed equilibrio
e su attività che un tempo occupavano la mente e il corpo del paziente, comunicare con lui attraverso i due principali canali in-formativi (visivo e uditivo), proporre un’attività semplice (il più semplice possibi-le) e ludica, rendere familiare il setting tera-peutico e, di fatto, ricostituire un’oasi perso-nale nella quale il paziente possa sempre riconoscersi, ci consentirà di registrare un feedback soddisfacente. L’esercizio fisico, dunque, associato a prove di stimolazione della memoria a breve e lungo termine, igliorare e q questi pazienti. e la presa della mano.bi fisici associati alla progressione della demenza sono la velcostituisce un fattore predittivo e preventivo perché pre-
servando il più possibile l ’ i n t e g r i t à funzionale del sistema ner-voso, può prevenire il rischio di una
futura demenza e, nel caso di una demenza conclamata, ritardare il declino cognitivo. Ma un uomo non consiste solo di memoria. Il paziente demente si rapporta agli altri anche con i suoi sentimenti, la sua volontà, la sua sensibilità e la sua coscienza ed è anche e soprattutto attraverso questi canali che si può rafforzare la sua identità e il suo senso della realtà.
A.Ruocco
fondamentali: un’educazione troppo
rigida e soffocante; fattori ambientali,
o predisposizioni genetiche. In un tale
scenario, di profonda insicurezza, che
la stima di sé si connota come un'espe-
rienza molto soggettiva, legata più a
ciò che ciascuno sente e pensa a propo-
sito di se stesso, che non a quello che
gli altri credono di lui. In effetti, se ci
pensiamo bene, di tutti i giudizi che
vengono pronunciati su di noi, durante
la vita, il più importante, e a volte il
più critico, è proprio il nostro. Ad esem-
pio, una persona potrebbe sentirsi mol-
to amata in famiglia, dal partner, dagli
amici, godere di ammirazione e stima
da parte dei colleghi di lavoro, e ciò
nonostante potrebbe anche non amarsi,
o non ritenersi meritevole di tutta la
considerazione e stima che gli altri gli
attestano. Qualcuno potrebbe corri-
Il verbo stimare, dal lati-
no“aestimare”, significa valutare, nella
duplice accezione: determinare il valore
di... e avere un'opinione su… Da questo
punto di vista, il concetto di stima di sé
racchiude come ciascuno vede se stesso,
come si giudica, che tipo di valore si
attribuisce. In una Casa protetta, come
“Villa Azzurra”, l’interlocutore princi-
pale è l’ individuo; l’Ospite porta con se’
non solo delle patologie, più o meno
gravi, ma, cosa più importante, tutto il
suo essere, fatto di caratteristiche per-
sonali e di personalità. E’ su tale base
che si inserisce la figura dello psicologo,
che valuta le varie tipologie di perso-
nalità, cercando di intervenire su even-
tuali carenze, come la poca stima di sé.
Nell’autostima, alcuni elementi sono
spondere in tutto alle aspettative degli
altri e tuttavia non essere soddisfatto
di sé, oppure aver conseguito traguardi
notevoli e sentire che non è abbastanza
o che non ha realizzato niente di quello
che effettivamente voleva; oppure, an-
cora, essere giudicato dagli altri equili-
brato e sicuro ma sentirsi del tutto
inadeguato. Tutti i vissuti che un indi-
viduo si porta dietro, in particolare
quelli negativi, che hanno contribuito a
formare una bassa autostima, diventa-
no fondamentali in un momento diffici-
le come può essere quello di una malat-
tia, dove, appunto, diventa essenziale
riuscire a trovare le risorse positive
che sono ancora presenti
nell’individuo; risorse che vanno stimo-
late, rinforzate e trasformate in deside-
rio di rinascita .
SALUTE - MENTE & BENESSERE … UNITA’ FISIOTERAPICA
IL RUOLO DELLE TECNICHE DI ORIENTAMENTO E
DELL’ESERCIZIO FISICO NELL’APPROCCIO AL PAZIENTE CON DEMENZA DI ALZHEIMER
AUTOSTIMA . . . Lo Psicologo RISPONDE____di Diego Caterina
pegaso srl Pagina 3
dal color del bel mare
che,da esso, ogni istante
si può ammirare.
Considerando che, in vita
non sempre comandar si può
né ogni desiderio accontentare,
io ti assicuro, che in detta Villa
tutto è concesso
cure, divertimento, gioie,
allegria e buona compagnia.
Visitarla si può ogni momento,
cosa che vi invito a fare,
perché son certa che la gente,
che in essa lavora,
vi aiuterà a superare
con amore e serenità
la vostra non più verde età.
Maria Liguori
Sincero insito
A tutti voglio ricordare
che in quel di Roseto
esiste un bell’ostello
adatto,non certo, per
l’odierna gioventù
ma per coloro che voglion
i bei tempi passati,
rimembrare perché
non torneranno più.
Non è per i minorenni
ma per coloro che superato
han l’età della ragione,
per quelli che, nella lor casa,
non troveran più spazio a sazietà
o manca loro la dolce metà
a cui conservan eterna fedeltà.
“Villa Azzurra” è chiamata
Noi donne del nostro destino
Un raggio di sole illumina ogni
nostro pensiero,
ogni nostro più invalicabile sentie-
ro.
Le nostre armi vincenti
sono l’ausilio migliore per non in-
dietreggiare.
La nostra purezza abbraccia il
candido fiore
che sboccia ogni qualvolta noi sor-
ridiamo,
piangiamo nella nostra veridicità.
Anche nella nostra solitudine,
noi siamo vere.
Iannella Enza
Editore: Pegaso srl Amministrazione: Garo Michele Diego Adriano Pucci Francesco Spina Giovanni - Dir. Sanitario Calvelli Carmelo - Comitato di redazione: Unità Educativa - Ospiti - Personale Direzione A. - editoriale: DiegoVincenzo
“Nella mia città natale di
Ginosa, i festeggiamenti del
carnevale hanno inizio con la
preparazione dell’albero della
“CUCCAGNA” . Si formano
squadre composte da 7-8 ragazzi
e si gareggia con le altre squadre
a chi sale per primo sull’albero,
anche poggiandosi uno sulle
spalle dell’altro, per prendere i
premi appesi all’albero. Sull’asta
dell’albero si mette anche il grano
per far scivolare i partecipanti e
rendere così la gara più difficile.
Questa gara si tiene la sera di
Carnevale. Verso il mezzogiorno
del martedì si gira con i carri
completi dei pupazzi fatti da tutti
noi del paese, poi si lasciano i
carri nel centro del paese di
Ginosa e si va a mangiare. Nel
AVVISA
primo pomeriggio, i ragazzi salgono sui
carri addobbati e fanno festa con co-
riandoli, girando per il paese fino a
sera tardi”.
Agostino ci ha raccontato il suo carne-
vale a Ginosa, rievocando ricordi del
passato che hanno scaturito in lui un
piacevole sorriso in viso. E’ stato bello
vedere come Agostino sia riuscito a
tornare indietro
nel tempo e
descrivere con
entusiasmo e
attenzione nei
dettagli i festeg-
giamenti carne-
valeschi. Ma è
stato altrettan-
to bello osserva-
re il coinvolgi-
mento degli
altri pazienti
nell’ascolto. È
un po’ come se
in quel momen-
to fossero torna-
ti tutti bambini a giocare insieme, rigo-
rosamente in maschera, lanciando co-
riandoli, in una piazza ideale.
U.E.
8 Marzo Festa della Donna
Oggi è l’8 Marzo,
la festa della donna
gli hai dedicato un fiore
una mimosa come amore.
Le donne sono in festa
un grido di gioia allude
con un fiorellin per cuore
segno del vero amore.
La donna grida al mondo
facciamo un girotondo.
Chi procrea è solo lei e ama.
Che pien di amore si sente mamma.
Questo giorno è rinomato
ricorda il suo passato
ma senza il suo profiquo
di aver gestito un figlio.
Festeggiamo l’8 marzo
La festa della donna.
Nessuno al mondo spera
Ulisse Gatto
PO
ES
IL
AN
DI
A
Pagina 4 Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA
Racconti di vita
Scarati Agostino . . .
Racconta
PO
ES
IL
AN
DI
A
Tempo di preparazione: 40 minuti
Procedimento:
1. Mescolare la farina con lo zucchero
e il lievito in una ciotola quindi prati-
care un buco al centro e versare le
uova, il pizzico di sale, le scorze dei
limoni grattate e il liquore. Sbattere il
composto liquido con la forchetta e
mescolarlo agli ingredienti secchi
quindi aggiungere anche il burro mor-
b ido tag l ia to a to cche t t in i .
2. Lavorare l’impasto con le mani fino
ad ottenere un panetto abbastanza
morbido e viscido, facile da lavorare, e
stenderlo ad un’altezza di circa 1.5 cm
quindi ricavare delle forme tipiche (la
treccia è la più nota insieme ai cuori e
alle corone). Incastrare dentro ogni
forma un uovo crudo.
I Cudduraci sono dei biscotti
tipici calabresi che si preparano in oc-
casione della Santa Pasqua. La ricetta
è molto semplice ma la particolarità è
soprattutto nella forma con un ovetto
incastonato al centro, colorati e lascia-
no un sapore leggero ma gustoso.
Ingredienti per circa 20 cudduraci:
1 kg di farina
5 uova
1 pizzico di sale
300 grammi di zucchero
200 grammi di burro
1 bicchierino di liquore all’anice
2 bustine di lievito in polvere per dolci
2 limoni
2 albumi da spalmare
codette/confettini colorati
3. Spalmare sulla superficie di ogni bi-
scotto dell’albume sbattuto e decorare
con confettini colorati o codette. Inforna-
re a 180° per circa 20 minuti, lasciar
raffreddare e mangiare.
U.E.
INSERTO Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA
SPECIALE PASQUA A . . . VILLA AZZURRA
La Santa Pasqua si avvicina e anche
Villa Azzurra si prepara alla Resurre-
zione di Gesù.
Il cammino della Pasqua inizia subito
dopo il carnevale ed è preceduto da un
periodo preparatorio di quaranta giorni
che chiamiamo Quaresima.
L’ultima settimana del tempo di Quare-
sima è detta Settimana Santa, periodo
ricco di celebrazioni e dedicato al silen-
zio e alla contemplazione. Come in tut-
te le festività, gli anziani sono stati
impegnati in tutti gli aspetti che questa
porta con sé. In particolar modo è stata
curata la preparazione spirituale. Dal
mercoledì delle ceneri, che da inizio al
periodo della Quaresima, a tutti i vari
momenti di preghiera e riflessioni come
quello della Via Crucis, che i nostri
anziani hanno celebrato ogni venerdì
con devozione.
La Santa Pasqua celebra la resurre-
zione di Gesù, uno degli eventi più im-
portanti della religione cristiana, ed è
per questo che i nostri ospiti si sono
cimentati in vari lavoretti che sono poi
serviti per addobbare tutta la struttu-
ra. Allora eccoli tutti pronti e subito a
lavoro. Ovviamente, ognuno ha una
sua abilità, ognuno ha dato il proprio
contributo. L’idea che l’unità educativa
ha proposto è subito piaciuta a tutti gli
anziani, sarà per il materiale usato, a
loro molto familiare: la lana. Infatti il
primo passo è stato quello di realizzare
dei pon pon di lana che uniti hanno
dato vita a dei bellissimi pulcini gialli.
Giù in laboratorio, c’è chi è alle prese
con carta scottex e colla vinilica, per
creare quella che poi è diventata la
casa dei bei pulcini. Ma quest’anno la
Pasqua coincide con l’arrivo della pri-
mavera, ecco allora tanti motivi florea-
li,
catene di fiori colorate che cadranno dal
soffitto di Villa Azzurra. Infine, non può
di certo mancare il simbolo pasquale per
eccellenza, la colomba. Quest’ultima è
stata creata con semplici fagioli sistema-
ti con cura sulla sagoma disegnata e poi
dipinti. Un lavoro che ha richiesto tempo
e pazienza, ma che non ha scoraggiato i
nostri ospiti che con tanto lavoro e dedi-
zione hanno portato a termine la realiz-
zazione di tutti i lavoretti. E se conside-
riamo le ovvie difficoltà che alla loro età
si possono incontrare... signore e signo-
ri.. scusate se è poco!
Unità educativa
VILL’AZZURRA ... LA PROVA DEL FUOCO
dipinto di _______Cornelia Rota
rie vere, passati tristi, allegri; poi for-
se in un attimo il buio, non sanno dove
hanno lasciato la loro vita.
Oggi spesso mi ritrovo ad ascoltarli,
consolarli ridendo, scherzo con loro.
Bambini anziani, circondati da affetti,
amori, ricordi. Il loro mondo tutto in
una stanza.
La maggior parte della mia vita tra-
scorsa con chi soffre è stata una scelta
che col passare del tempo mi ha avvici-
nato sempre di più a questo lavoro.
Giornate passate a percorrere lunghi
corridoi, passando da una stanza
all’altra, vicino al capezzale di persone
sofferenti, dando loro sollievo attraver-
so l’abbraccio, il sorriso, le terapie.
Oggi ho conosciuto un’altra realtà, una
sofferenza che lo stesso paziente non sa
di avere, perché colpito da una bestia
di malattia che trasforma il suo essere:
un presente diverso dal suo passato.
Sono persone che si sono ritrovate a
non avere più la cognizione del tempo,
confondono il passato con il presente,
raccontano il loro vissuto solo nei pochi
momenti di lucidità. Mille e mille sto-
BINETTI ASCENSORI Via Bari, 61/C
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INSERTO Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA
ARTE CULTURA & tradizioni
Ruina Rocco Racconta . . .
SANT’ ANTONIO ABATE
“Quel giorno era grande festa ad
Amendolara. Si faceva una bella pro-
cessione in giro per il paese, c’era la
musica e tanti animali, soprattutto
muli, asini e cavalli. Si facevano girare
intorno alla Cappella di S. Antonio A-
bate che si trova nella parte vecchia del
paese. Venivano fatte grandi corone di
arance che venivano messe all’asta. Il
ricavato andava in onore del Santo e si
usava per pagare la festa.
La festa durava tutto il giorno fino alla
sera. Molto bella era la gara dei cavalli.
Chi arrivava primo al traguardo vince-
va un premio ed una corona di arance e
alloro benedetto, che alla fine della
festa veniva portato a casa dalle
persone. Quel giorno si mangiava bene
ma non la carne, come da tradizione. I
bambini quel giorno cominciavano a
mascherarsi perché iniziava il Carne-
vale”.
IL RACCONTO
Attraverso il racconto autobiografico
si favorisce il recupero e si aiuta a con-
dividere i propri ricordi. Lo scopo è di
consolidare l’identità degli anziani e
con essa la funzione di memoria storica
che possono svolgere per le successive
generazioni. La memoria storica di cui
sono depositari gli anziani ha
un’autorevolezza peculiare, quella del
vissuto e non del sentito dire. I ricordi
come anche il racconto autobiografico
diventano strumenti per avere accesso
ad un tipo di memoria e di rievocazione
non rimuginativa (che induce a riper-
correre il passato bloccandosi sempre
sugli stessi dettagli con note di rim-
pianto e mugugno), ma reintegrativa,
consentendo all’anziano di rivivere gio-
ia e dolori del proprio passato, rielabo-
randone e condividendone un significa-
to del quale è depositario. Quest’ultima
forma di ricordo non solo permette di
ristabilire una migliore identità ma
induce effetti molto positivi sul benes-
sere psicofisico.
U.E.
Il mondo in una stanza di Maria Punzi
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