Joy Division - UniversiTrading · rock e del punk, deve qualche cosa ai Joy Division. I suoni dei...

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xte spettacoli LUNEDÌ7 DICEMBRE 2015IL SECOLO XIX 11

CLAUDIO CABONA

«NON ANDARTENE via in silen­zio», recita “Atmosphere”, unadelle più significative canzonidei Joy Division. Ian Curtis, lea­der e poeta maledetto dellaband post punk inglese, se ne èandato via, suicidandosi,35anni fa. Eppure la sua voce,accompagnata da quelle melo­die uniche e sofferte, non ha maismesso di esserci, di graffiarel’anima di chi ascolta album co­me “Unknown Pleasures” e“Closer”. Peter Hook, 59 anni,fondatore e bassista dei JoyDivision e poi dei New Order,band nata dopo la morte diCurtis e con cui ha brusca­mente rotto i rapporti constrascichi legali, sarà a Genovacon i “The Light” sabato 12 alle21 all’Auditorium del PortoAntico per un concerto spe­ciale, organizzato da Habane­ro Edizioni. Hook e la sua bandsi esibiranno anche il 10 a Fi­renze e l’11 a Brescia.

Custode spirituale dellastoria della band di Salford,Hook suonerà e canterà tutti ibrani del gruppo che in soli treanni di vita ha stravolto la sto­ria della musica.

Hook, perché riaprire unastoria chiusa 35anni fa?

«La nostra storia è finita con lamorte di Ian, eppure la musica èrimasta. A distanza di oltretrent’anni i ragazzi di oggiascoltano i Joy Division, esisto­no magliette, si scrivono libri, sifanno film, questo perché è sta­ta una band culto con suoni cherimangono immortali. Nel2010, per il trentennale dellamorte di Ian, ho iniziato un per­corso celebrativo con l’obietti­vo di riproporre quei brani inmodo fedele, senza filtri. Quellecanzoni non sono solo nostre,ma di tutti».

Curtis era malato e depres­so. Ha un suo ricordo felice?

«Era un ragazzo normale inrealtà. Io non lo vedo come ifans, cioè come un cantantedannato. Per me era soprattuttoun amico. Soffriva di epilessia,era molto infelice, in un modoche non potevamo comprende­re. Il divorzio dalla moglie fu lagoccia che fece traboccare il va­so. Ma questo non vuol dire chenon sapesse lasciarsi andare edessere divertente. Una cosa ècerta: se Curtis non fosse stato così cupo, l’immaginario dei JoyDivision non avrebbe avuto

quella potenza». “Unknown Pleasures”

quanto ha cambiato il mondodella musica?

«Tutto quello che è venutodopo, in un certo mondo delrock e del punk, deve qualchecosa ai Joy Division. I suoni dei

nostri dischi rimangono carat­terizzanti anche dopo così tantotempo. Una canzone dei Joy Di­vision si riconosce subito, non sipuò confondere con un altrogruppo. C’è un qualche cosa diviscerale, fortemente legato al­la poetica dei testi».

Un romanticismo oscuro?«Sì, era lo stato d’animo di Ian.

Quando ho fondato la band,l’idea era quella di fare una mu­sica liberatrice, uno sfogo con­tro il mondo. Il nostro approc­cio, soprattutto nelle prime re­gistrazioni, era fortementesporco, punk e violento. Poi è ar­rivata una ventata dark, roman­tica, ma al tempo stesso terribil­mente potente per suoni e pa­role. È come se vita, sentimentie morte si fossero incontrati, di­ventando canzoni».

Li ha mai più risentiti sullapelle?

«L’album “Closer” è postumo.È stato pubblicato dopo la mor­te di Ian. Quelle canzoni non fu­rono mai suonate dal vivo fino ache non abbiamo deciso di farlo

con i New Order e poi con la miaband. “Love will tear us part”, laprima volta che la suonammosu un palco, mi fece venire i bri­vidi. Lo spirito dei Joy Divisionera vivo, era ancora lì».

La copertina di “Closer” è unomaggio al cimitero di Sta­glieno a Genova.

«Sì, ma ai tempi non conosce­vamo né Genova né il cimitero.Cercavamo una foto che riflet­tesse le atmosfere del disco.Bernard Pierre Wolff fotografò la tomba della famiglia Appiani.Appena visto lo scatto, capim­mo subito che quella doveva es­sere la copertina del disco: inquella foto c’è tutto il nostromondo dopo la morte di Ian».© RIPRODUZIONE RISERVATA

Intervista a Peter Hook

Joy Division«La nostra musica ci sopravviverà»Il bassista e fondatore del band inglese guidata da Ian Curtis,morto suicida, eseguirà sabato a Genova tutto il repertorio

I Joy Division, band post-punk di Manchester: da sinistra Stephen Morris, Peter Hook, Ian Curtis e Bernard Sumner

OGGI LA PRIMA

Alvarez malatoalla Scalacambia il baritonoMILANO. Il baritono Carlos Alvarez, colpito da bronchi-te, non canterà oggi alla Pri-ma di “Giovanna d’Arco” di Giuseppe Verdi alla Scala e sarà sostituito da Devid Cec-coni, che ha già cantato al

suo posto al-la prova ge-nerale e al-l’anteprimagiovani. Tragli ospiti delmondo dellospettacoloattesi allaprima, lacantautrice

americana Patti Smith e gli attori Margareth Madè e Giu-seppe Zeno. L’opera in quat-tro atti diretta da Riccardo Chailly potrà essere seguita in diretta sul grande schermo negli Uci Cinemas (a Genova alla Fiumara, ore 17.45).

SALTANO DUE DATE

Malore a Zurigo, Tiziano Ferrosospende il tourROMA. Le “condizioni fisiche non ottimali” e in particolare un malore, l’altra sera, dopo il concerto di Zurigo, hanno costretto Tiziano Ferro a so-spendere il tour nei pala-sport, in programma fino al

22 dicembre:lo ha annun-ciato lo stes-so artistacon un postsu Face-book, scu-sandosi con ifan. Saltanocosì le datedi Ginevra e

di Monaco di Baviera, mentre al momento restano confer-mati i concerti in programma a Firenze del 19, 20 e 22 di-cembre. Altre tappe del tour nei palasport sono previste a Bruxelles, Lugano e a Cone-gliano Veneto.

Alvarez ANSA

Tiziano Ferro

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TAX CORNERtaxcorner@libero.it

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LE PAROLE DI DRAGHIE IL RALLY DI FINE ANNOHo seguito con apprensione il forte ribasso dei mercati che è seguito alle parole di Draghi. Secondo lei rally di fine anno è compromesso?DONATELLA Z. e­mail

I mercati sono rimasti delusi dalle pa­role del Presidente della Bce Draghi che ha proposto nuove misure di sti­molo ma evidentemente inferiori a quelle che il mercato stava già scon­tando e questo ha dato il “la” alla di­scesa corale delle borse europee. Mi fa sorridere il fatto che soltanto pochi mesi fa i mercati sarebbero esplosi al rialzo all’annuncio di un taglio dei tassi, anche minimo, e alla notizia di un nuovo prolungamento del Quanti­tative easing di altri sei mesi. Questi, nei fatti, sono stati gli annunci di Mario Draghi. Allora perché i mercati sono rimasti delusi ? La delusione principale in realtà ha riguardato il taglio dei tassi di interesse che diversi analisti si aspettavano più sostan­zioso. Altro aspetto che ha deluso gli investitori è stato il mancato au­mento del quantitative easing in ter­

mini di euro spendibili nell’acquisto dei titoli da parte della Banca Cen­trale. Detto questo a me sembra che la reazione dei mercati sia stata eccessi­vamente negativa e che, senza nulla togliere alla BCE, l’evento veramente importante di questo mese sia il sem­pre più probabile rialzo dei tassi ame­ricani per il prossimo 16 dicembre. Si tratterebbe della fine di una fase sto­rica di tassi a zero durata ben sette anni. Penso che la decisione della BCE abbia rivolto lo sguardo proprio al possibile rialzo dei tassi da parte della FED. Cerco di spiegarmi con parole semplici: il taglio dei tassi di interesse fatto da Draghi, inferiore alle attese, ha spinto l’euro a mettere a segno il maggiore rialzo dal 2009 proiettan­dolo in area 1.10 contro il dollaro. Questo quando ormai la maggior parte degli analisti vedeva la nostra moneta proiettata alla parità contro il biglietto verde. Quindi possiamo pensare che la BCE abbia voluto raf­forzare l’euro in vista del taglio dei tassi americano il 16 dicembre che, diversamente, sarebbe avvenuto in un contesto di euro già debole nei confronti della moneta americana. La conseguenza ? che Wall Street sa­

rebbe stata incapace di reggere tassi al rialzo in un contesto di dollaro troppo forte nei confronti della va­luta europea. E i mercati dal 16 in avanti avrebbero potuto avvitarsi in una di­scesa pericolosa. Ricordia­moci sempre che è sempre l’America il motore delle borse e dell’economia mondiale e che, in conclu­sione, mantenere l’euro nel range 1.05 – 1.10 consen­tirà a Wall Street di digerire meglio il prospettato au­mento dei tassi. Forse il tanto atteso rally di Natale non ci saràma penso che Mario Draghi, con la sua decisione sul taglio dei tassi, abbia evitato il peggio. Rinunciando ad un rialzo effimero delle borse nell’immediato per evitare di pagare poi un conto salato dopo il 16 dicem­bre. Quindi potrei pensare che le Borse europee possano avere ora una battuta d’arresto ma senza scendere ulteriormente e conservando così i rialzi ottenuti da inizio anno che sono e restano di tutto rispetto. In quest’ot­tica penso che alleggerire il portafo­

glio azionario nel mese didicembre, approfittando diogni rimbalzo dei mercati(già venerdì 4 dicembre nel“dopo Draghi” abbiamovisto i mercati reagire conrialzi sostenuti) possa es­sere una soluzione otti­male. Questa soluzioneconsentirebbe: da un latodi cristallizzare i guadagnidel proprio portafoglio – ocomunque limitare le per­dite nel caso di una ulte­riore discesa dei mercati;dall’altro lato di affrontarequesto fatidico 16 dicembre

in tutta serenità, con il portafoglio ti­toli vuoto o quasi. Poi, una volta veri­ficato quale strada prenderanno i mercati, ci sarà tutto il tempo. anche con il nuovo anno, di effettuare ripo­sizionamenti sui mercati e sui settori più promettenti andando a scegliere quei titoli che mostreranno una mag­giore forza relativa rispetto al resto del listino. Fermo restando che l’Eu­ropa resta a mio avviso l’area borsi­stica più interessante e con le mag­giori potenzialità di crescita per il 2016.

Questa rubrica è firmata ogni lunedì da esperti di Borsa. Oggi tocca a Bruno Moltrasio trader e co-founder di www.UniversiTrading.com Scrivere a: Il Secolo XIX RISPARMIO piazza Piccapietra 2116121 Ge - fax 0105388426

BRUNOMOLTRASIOrisparmio@ilsecoloxix.it

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IL SEGNO DEI TEMPIÈ come se vitae morte si fossero incontrati, diventando canzoni

PETER HOOKbassista dei Joy Division