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La Donna che sapeva Scrivere
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LADONNACHESAPEVASCRIVERE
La Donna che sapeva Scrivere
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LadonnachesapevascrivereCopyright©2016LucaCenti
CopertinaacuradiAndreaDall’Ara
ImpaginazioneeDesignacuradiLauraGargiulo
Allrightsreserved
Tuttiidirittisonoriservatiinclusoildiritto
diriproduzioneintegraleoparzialeinqualsiasiforma.
Questolibroèun’operadifantasia.Ognisomiglianzaapersonereali,viveomorte,impre-
secommerciali,eventielocalitàèpuramentecasuale.
Sitowebdell’autore:www.lucacenti.it
La Donna che sapeva Scrivere
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BIOGRAFIALucaCenti
ÈnatoaL'Aquilanel1985.LaureatoinCultureperlaComunicazioneeFilosofiaeComuni-
cazione,èungrandeappassionatodiletteraturastoricaefantastica.Ilsuoromanzopreferito
èIlgiovaneHoldendiJ.D.Salinger,mentrelasuascrittricepreferitaèAnneRice.
PerPiemmehapubblicatoIl silenziodiLenthnel2009, IlsognodellaBellaAddormentata
nel2013eIlPresagiodellaRosaNeranel2014.PerARPAnethapubblicatoIlClubdeiDisoc-
cupati nel 2011 ed è sempre del 2011 il suo racconto L’Inferno sono gli altri, inserito
nell’antologiaStirpeInfernale,editadaGDS.
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PRIMAPARTE
§
GennaioFebbraio
«Ilmondononmoriràmaidifameperlamancanzadimeraviglie,
quantoperlamancanzadimeraviglia.»GILBERTKEITHCHESTERTON
La Donna che sapeva Scrivere
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CapitoloGratuito
Lecosevannosempreallostessomodo.Quandoinunpaesecosìpic-
coloarrivaunvisitatore,ècomesetuttiseguisserolestesseregole,re-
golescrittesecolifaeaccettatesenzaneppurecapirledeltutto.C’èchi
si finge riservato, chi indifferente, chi addirittura contrario, sebbene
sottolacenerecoviilfuocodellacuriosità,labramadiconoscenza.
La librerianonèancoraufficialmenteaperta,mascorgogià iprimi
volti fuori dalla vetrina. Come l’uomo che avanza con piglio deciso e
getta un’occhiata fugace all’interno solo all’ultimo secondo; oppure le
donnechediscutonopropriosottoall’insegna,studiandolainognidet-
tagliopercapiredicosasioccuperàlanuovaarrivata.
Atalanonèdicertounnomealtisonantenésemplicecomepuòes-
serloquellodiunapanetteria;nonhasimbolicomeunafarmacianédi-
segnichene indichino laprovenienza.Èsolounnome,unaparolaun
po’stranaedifficiledapronunciare,unconcettocherecainsémistero
ecuriosità.
Giacintohatenutofedeallaparoladataehaimpiegatounasettimana
aconsegnarmituttiilibri.Eccoquindichelalibreriahafinalmentepre-
soforma,conisuoiscaffali,illampadariod’ottoneacinquebracciaei
tavolinettidaletturadispostiunpo’ovunque.Ilbancodiquerciamiè
statorecapitatodaunaltromessoierimattina;è fattosumisuraedè
perfetto,conlevenaturechetrasmettonocorrentecomefilielettricie
lasualucentezzachesembrailluminarel’interoedificio.
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Invetrina,ancheseletendesonoancoratirate,hodispostoalcunili-
bri.SonoromanzidifficilitratrovareaBassomonteepersinoincittàse
nonsisadovecercare.Sonocertachefarannogolaamolti,ilpaesebru-
licadimentiloquaci,mentichevoglionoassaporarelaconoscenza.
Comedicevo,conoscobeneipiccolipaesi.Civorràdeltempoprima
chelacuriositàcedailpassoall’abitudine.
Primadiessereaccettata.
*
Sono le cinquedel pomeriggio quandounuomo si avventura in li-
breria.Indossaunabitoscuro,difatturaeleganteenonmirivolgenep-
pureunsaluto.Camminaavantieindietrotragliscaffalimanontocca
nullasenonconlosguardo.Sembrasollevato,anzinesonosicura.Leg-
goneisuoicoloriunapaurasventata; temevacheavreivendutodolci
comeilprecedenteproprietario,rubandogliiclienti.IlsignorLafleur(è
questo il suonome), infatti,haun fornochesiaffacciasullapiazzadi
Bassomonte,ereditatodasuopadrecheasuavoltaloavevaereditato
dalproprio.Timoriinfondatichelohannorincuorato.
Èpoilavoltadiunagiovanedonna,conunaborsadiplasticatrale
manidacuivedospuntarepaneeverdura.Misalutaconuncennodel
capoesiguardaattorno,maancheleinonprendenulla,propriocome
miaspettavo.Solopensiericonfusichegalleggiano inaria,parolenon
dettechescoppianocomebolledisapone,elettricitàcuriosachepizzica
ilnasocomeunoscialledilanaavvoltointornoalcollo.
Il campanello appeso sopra alla porta tintinna ancora una volta.
Quandoalzolosguardodalbancovedounadonnafermaall’entrata,gli
occhi fissi sullo scaffale che ha davanti. Impiega qualche istante a ri-
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chiuderelaporta,comeselostuporeleavessefattodimenticarecome
sifa.
Forse,penso,èrimastacolpitadalleparetichehodipintodiviola,o
dalledecorazioniverdichecircondanogliscaffali;oforsedalletovaglie
merlettatechecopronoipiccolitavolirotondidaesposizione.
IsuoiocchisonocelesticomequellidelsignorSelce,icapelliriccie
rossi,tenutilegatidietroallanuca.Iboccolisembranofremere,costret-
tidalle forcine,paionoquasi inprocintodieruttarecometanti,minu-
scolivulcani.
La donna, che avrà meno di trent’anni, si avvicina al banco senza
neppureguardarsimeglioattorno.Capisco che la suanonè curiosità,
nonsoloalmeno.Nonleimportaqualesialamiaattività,anchesesco-
prirechepossiedounalibrerial’hastupitanonpoco,vuolesolocono-
scerelastranierachesièfermatanelsuopaese.
«Buonpomeriggio»midice,infatti,conquellachemisembraunpiz-
zicodidiffidenza.
Rispondoconunsorrisoeuncennodelcapo.
«IlmionomeèMargheritaDeBenetti, insegnonellascuolaelemen-
tarediBassomonte»sipresentacomesevolessetogliersisubitoquella
seccatura.
«IosonoSabinaAbate»dico.«Cosapossofarepervoi?»
Lodomandosebbenesappiagiàdinonpoterlaaiutare.Ciòchecerca
nonè invendita,nonètra i libridinarrativanétra isaggi invetrina.
Vuolerisposteesembraimpaziente.
«Volevosolodareunosguardoallavostralibreria.»
Moltepersone avrebbero inventatouna scusao finto interesseper
qualcheromanzo,manonlei.Leipreferisceessereschietta,affilataco-
meunalama.Pensochedebbaessereunabravainsegnante,precisae
meticolosacom’è.Nonpossofareamenoperòdiimmaginarlaconica-
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pellisciolti,conunaspettochestemperil’austeritàelacostrizione.Con
lasuaacconciatura,lagonnalungaeilgolfinolargo,dimostra,infatti,il
doppiodeisuoianni.
«Sperochelamiapiccolalibreriavisaràutilevistoilvostrolavoro»
ledico.«Ilibrisonoimiglioriamicidegliinsegnanti,dicobene?»
«Dipendedai libri.Alcuninondovrebberoessere esposti con tanta
facilità.»
Potrei ribattere inmillemodi diversi, eppure preferisco non farlo.
«Sietemoltogiovane»osservoinvece.
«Voipiùdime,dicobene?»
Provoamostrareundebolesorrisomanonciriesco.«Hopiùannidi
quantinedimostromamenodiquantisentodiaverne.»
Margheritanonsiaspettavaunasimilerispostaagiudicaredacome
storceilnaso.Ledonnecomeleinonsonobraveainterpretareoaleg-
gere tra le righe; preferiscono le soluzioni agli enigmi, le prove alle
semplicispeculazioni.
«Sembrachenoidonnedobbiamodimostraresempredivalerepiù
degli uomini» commenta, abbandonandosi a un respiro profondo.
«Condividiamo i loro obblighi ma non i diritti. Perdonatemi
quest’ultimafrase,probabilmentevostromarito…»
«Nonc’ènessunmarito»lainterrompo,pertoglierladall’imbarazzo.
Eppure,stranoadirsi,sembrosuscitarel’effettocontrario.
«Avretemolte responsabilitàallora»provaadire. «Unadonna sola
haobblighineisuoipastiedoverineisuoisonni.Maforseèmeglioco-
sì.»
«Cosavoletedire?»
«Probabilmente,seavesteavutounmarito,sarebbefinitoalavorare
nelleminieredicarbonediBatticapo,ilpaesevicino.»
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Nonappenalodicemirendocontochedaquandosonoarrivataho
vistobenpochiragazziouominiconmenodicinquant’anni.
«Mentre voi sareste rimasta in casa ad assicurarvi che trovasseun
pastocaldoalsuorientro»continuaMargherita,persaneisuoipensie-
ri.
Èforserabbiaquellachetrapeladallesueparole?Oforsegelosia?È
difficiledistinguereisuoicolori,gialloerossosiconfondonotradiloro
emostranosquarcidipensieridifficilidainterpretare.Quellochecapi-
scoperòècheMargheritanonhaunmarito, sebbenevoglia trovarne
uno. Troppo orgogliosa per dipendere da qualcuno e troppo insicura
per ammettere con se stessa di averne bisogno. Una fragilità che na-
scondebene,sebbenesianoisuoicoloriatradirla.
Margheritagrida,gliocchi fissisullamareascurachestapertravol-
gerla.Corresuperlescaledellasuacasa,mavieneraggiuntainfretta.Le
ditaartiglianol’ariaallaricercadiunappoggio,manonlotrovano.Ca-
donoleprimegoccedipioggia…
PrimachepossarisponderearrivaDamiano.Scendelescalechepor-
tanoall’appartamentofacendorimbalzareunadellesuebigliesuigra-
dini. Quando vede che abbiamo ospiti i suoi occhietti corrono aMar-
gherita e ai suoi colori. So già che trova strani i suoi vestiti e chissà
quant’altro,masoanchechenonlodirà.Nondavantialeialmeno.
«Èvostrofiglio?»midomandaMargherita,conritrovatacuriosità.
Annuisco.«SichiamaDamiano.Damiano,saluta lasignorinaDeBe-
netti.»
Luinonselofaripetere.Correversodileieaccennauninchino,co-
meilprincipedellafiabachegliholettolanottescorsa.Trovadiverten-
te inchinarsieancorpiùbaciare ildorsodellemani.Dicesempreche
sarebbebellotornareaquandosivivevaneicastelliesiindossavanole
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armature,anchesehaunagranpauradeidraghi(cheècertopopolas-
seroilmondoinqueglianni).
«Quantiannihai,Damiano?»glidomandaMargherita,conlavocedi
chi è abituato a parlare con i bambini. Molti si rivolgono a Damiano
scandendoconlentezzaleparole,mentrealtriancoraaccompagnanole
frasicondeigesti,comeseilmiopiccolinononriuscisseasentirebene.
Diamo sempre per scontato che i bambini non possano capire tutto,
dimenticandoquantofacilmenteriescanoacogliereciòcheanoisfug-
ge.
Margheritainvecesembraaverlocapito.
«Nehodieci»rispondeDamiano.«Quasiundici!»
Ladonna tornaaguardarmi,questavoltaconmaggioreseveritàse
possibile. Smette gli abiti della cliente e veste quelli dell’insegnante.
«Vostrofiglioè inetàdascuola.Pensatedi iscriverlo inunadellemie
classi?»
Questavoltamivienefacilesorridere.«No»,dico,«Damianohasem-
prestudiatoacasa,conme.Cimuoviamospesso,noncredosiaunbene
perluicambiaretroppescuole.»
«Preferitequindichenonnefrequentinessuna?»
«Affatto,preferiscochestudiconme.»
Lavedoconfusaemenedispiaccio.Nonèsualacolpa,madellere-
gole.Regolechehaimparatosenzacapirledeltutto,regolescritteanni
primadella suanascita, regole che rispettapiùper abitudine cheper
comprensione.Regolecheiomidivertoainfrangere.
«VisembracosìstranocheilmioDamianononabbiaunaveraepro-
priainsegnante?»lechiedoallora.
«Trovostranochevoinonvenecuriate.»
«Alcontrario,comevihodettocuropersonalmente lasua istruzio-
ne.»
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«Ecredetesiasufficiente?»michiede,conunpizzicodirabbia.Non
credo le importi davvero cheDamiano frequenti una delle sue classi;
credo che la sua sia solo una difesa delle regole e degli obblighi, una
pauramalcelatadiperderelecertezze.
«ProprioieriabbiamolettoinsiemeunafiabadiJeandelaFontaine»
ribatto,cercandodicontrollareilfelinonerodentrodime,chestaco-
minciandoastiracchiarsi;è infastiditodalladonna,dallasuavoce,dal
suoaspettoedallesueinsinuazioni.«EpropriooggicominceremoRo-
binsonCrusoe.»
«Robinson Crusoe?» ripete Margherita, scandalizzata. «Credete sia
adattoaunbambinodisolidiecianni?»
Unbambinoritardato,vorrebbeaggiungere,agiudicaredalsuotono
divoce.Lesonobastatisolopochiistantiperinterpretarelamancanza
dicontattovisivoel’eccentricitàdiDamianocomesintomidiunama-
lattia.Dinuovomiritrovoaconsiderarecomeinpochi,algiornod’oggi,
riescanoariconoscerelameravigliaperciòcheèrealmente.
«PerchéRobinsonCrusoenondovrebbeessereadatto?»domando.
«Alcunipassaggisonomolto…delicatiealtriancoraassaipiùcrudi!
Tantovarrebbefarglileggereunvolantinodipropagandareazionaria.»
Il felinosièalzato inpiedieharipresoagraffiare. Ildoloreè lace-
rante, insopportabile. Sento parole non volute prendere forma nella
miamente, ilcorpoprepararsiaribatterecondurezza.Mibastaguar-
dareDamianoperòpercalmarmi;lovedogiocareperterraconlasua
biglia e lameraviglia tutt’attorno a lui.Quantomipiacerebbepoterlo
raggiungerenelsuomondo!
«RobinsonCrusoeèunodeiromanzicuisonopiùlegata.Mihainse-
gnatochenonhaimportanzailluogoincuimitrovo.Casanonèunpo-
sto,masolounaparola.Casaèovunque.»
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Lamia risposta sembra calmare il felino. Lo sento rannicchiarsi di
nuovo.
AncheMargheritasembraaccettarelamiarisposta,ancheselasuaè
una calma apparente. È come un soldato impegnato a ricaricare la
baionetta.
«Credevocheilromanzoparlassediunnaufragio»dice,infatti.
«Èquestalasolacosachevihalasciatolalettura?»
«Èpassatomoltotempo…»
«Robinson Crusoe cerca di imporre i suoi valori anche su un’isola
deserta,cercadisperatamentedeipuntifermicuiaggrapparsi».Mentre
parlomirendocontochelastoriadiRobinsonCrusoenonètantodi-
versadaquelladiMargherita.«Siamotutticomelui,nontrovate?Cer-
chiamotuttiqualcosaincuiritrovarci,incuicredere.»
«Credere…anchelareligioneèimportante.Damianolaconosce?»
Poggio i gomiti sul banco e resto a guardareDamiano per qualche
istante.«Parlatecomesedireligionecenefosseunasola»dicopoi.«Ho
parlatoaDamianoditutte.»
«Ditutte?»
«Sì.Volevochescegliessedaséincosacredere.»
Anche Margherita si volta a guardare Damiano. Lei vede solo un
bambinospecialechefarotolareunabigliaperterra,mentreioassisto
alvorticarefreneticodiungrandepianetaeatantepiccolestellelumi-
nosechevimulinanoattorno.
«Eacosahasceltodicredere,sepossochiedervelo?»midomanda.
Sorrido.«Hasceltodicrederenellameraviglia,comedovrebberofa-
retuttiibambinidellasuaetà.»
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