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La favola La favola La favola La favola delle fogliedelle fogliedelle fogliedelle foglie Le foglie che cadono sono come leggere farfalle, delicate libellu-le, lenti aironi. Volteggiano, cabrano, virano, si impennano per posarsi leggere dopo un lungo volo d’aliante. E così noi, come farfalle, abbiamo volteggiato, cabrato, virato sfiorando l’incanto di magiche buste, ascoltando e colorando fatate leggende e storie incantate. Ci han fatto compagnia principi e principesse, bimbi e uccellini, agrifogli e stagioni. Siam passati dall’autunno all’inverno, dalle prime frescure alle fredde nebbie aspettando la neve e il Natale. Magia e gioco ci son stati compagni di viaggio. Un volo leggero e splendido, giocoso e gioioso, simpati-co e ridanciano. Adesso però siamo proprio vicini alle feste e allora, come ci dicono sempre dobbiamo fare i buoni. Allora, siccome so che ci riuscirete senza fare nessuna fatica, Vi regalo una poesia che si intitola “La giornata del primo autunno”. E’ Rabindranath Tagore, un poeta indiano, vissuto tanti tanti anni fa. Spero che Vi piaccia, magari non adesso ma tra qualche anno, così come a me è piaciuto volare con Voi.
La giornata del primo autunno è senza nuvole.
Il fiume è gonfio fino all’orlo, lava le rdadici degli alberi, ondeggiati al guado… Mi s’empie il cuore nel volgere lo sguardo
e nel vedere il cielo silenzioso e l’acqua che fluisce.
Sento la felicità diffondersi semplicemente intorno
come il sorriso sul viso d’un bambino.
Scuola per l’Infanzia e Nido
Mons. Timoteo Telò
Cassano d’Adda
Nutella è partito un paio di settimane fa, con l’avvicinarsi del
freddo e nebbioso inverno, per farsi qualche mesetto di vacanze
a casa sua, in Brasile. Ogni tanto ci sentiamo e proprio ieri mi ha
chiesto di voi, di Cecilia, Filippo C., Noah, Nicola, Sofia, Giorgia
P., Rachel, Martina, Bianca F., Bianca D., Greta F., Emanuele,
Leonardo M., Lorenzo, Giulia P., Andrea T., Giulia C., De-
nis, Astrid, Andrea V., Luca, Christian, Giorgia C., Nicolas, Elisa,
Ido, Raul, Davide, Michaila, Claudio, Emma, Manuel, Lorenzo O.,
Francesca, Eleonora, Leonardo V., Caterina, Greta A., Ma-
ria, Filippo B., Alice, Michel, Raffaele, Helena e Tommaso. Gli ho
raccontato della sfida che ho perso a braccio di ferro e, ridendo
come un matto, mi ha detto di farVi i suoi più….”caldi”
a u g u r i !!!!
Foto www.internetexpert.it
In autunno, come si sa, cadono le foglie. Allora noi ci siamo trasfor-
mati in un bellissimo albero che poco alla volta si è ….sfogliato
Narra una fiaba che “Quando
giunse l'inverno tutti gli uccelli-
ni del bosco partirono. Soltanto
un piccolo uccellino decise di
rimanere nel suo nido dentro un
cespuglio di agrifoglio:
voleva a tutti i costi attendere la
nascita di Gesù per chiedergli
qualcosa. L'inverno fu lungo e
molto nevoso. Il povero uccelli-
no era stremato dal freddo e
dalla fame. Finalmente arrivò la
Notte di Natale. Quando l’ uc-
cellino fu davanti a Gesù bam-
bino disse:“Caro Gesù, vorrei
che tu dicessi al vento invernale
del bosco di non spogliare l'a-
grifoglio. Così potrei restare nel
mio nido e attendere la nuova
primavera".Gesù sorrise, poi
chiamò un angelo e gli ordinò
di esaudire il desiderio di
quell'uccellino. Da allora, l'agri-
foglio conserva le sue verdi
foglie anche d'inverno. E per
riconoscerlo dalle altre piante,
l'angelo vi pose , delle piccole
bacche rosse e lucide”.
L’agrifoglio, l’uccellino e Gesù bambino
L’incanto delle buste magiche Le stagioni? Sono chicchi di melograno!
“Un giorno la bella Persefone, figlia di Demetra, dea delle spighe di grano, coglie-va fiori ma mentre stava per prendere un fresco narciso, la terrà si aprì e dall’Oltretomba apparve Ade, dio dei mor-ti e degli inferi, sul suo carro tenebroso e la rapì. Si innamorò di lei e la tenne con sé nel mondo sotterraneo. Ma il problema fu al piano “Terra”, dove la mamma Demetra era disperata e arrabbiata. Cercò invano, in lungo e in largo, la bella figlia, ma di lei non trovò traccia. Si mescolò agli uomini che non riuscirono ad aiutarla tanto che si adirò con loro facendo diventare il mondo arido e spento senza più nuovi frutti. La primavera aveva lasciato il posto a un lungo triste inverno. Fu allora però che intervenne Zeus, il più potente degli dei: chiese ad Ade di far tornare Persefone da sua madre. Il perfido dio degli inferi nel salutarla le diede dei dolci chicchi di melo-grano da mangiare. E la lasciò andare. Quando Demetra e Persefone si riabbrac-ciarono fu di nuovo primavera nel mondo. Peccato per i magici chicchi di melograno, che costrinsero per sempre la giovane a tornare di tanto in tanto nell’Oltretomba, da Ade. Era allora che la terra lentamente moriva, per poi rifiorire quando Persefone rivedeva la madre. Inverno, primavera, estate, autunno e poi di nuovo le stagioni”. Dal libro “Un chicco di melograno: come nacquero le stagioni” di Pia Valentinis e Massimo Scotti
“Non vi è nulla di più triste che
svegliarsi la mattina di Natale
e scoprire di non essere
un bambino “
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