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Meleam Lucania Srl Sede Legale : Via Rocco Scotellaro , 4/c – 75020 Nova Siri (Mt)
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO
ex D.Lgs. 231/2001
DELLE ATTIVITA’ DELLA CONSULECO S.R.L.
Meleam Lucania Srl Sede Legale : Via Rocco Scotellaro , 4/c – 75020 Nova Siri (Mt)
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INDICE
1 FINALITÀ E STRUTTURA DEL MODELLO
2 IL DECRETO LEGISLATIVO N. 231/01
3 METODOLOGIA SEGUITA PER L’ADOZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO IN
CONSULECO S.R.L.
3.1 I contenuti del modello di organizzazione e gestione
3.2 Modalità di gestione del modello organizzativo
4 METODOLOGIA ADOTTATA
4.1 La governance aziendale, procura e deleghe
4.2 Il Sistema dei Controlli Interni
5 METODOLOGIA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA A RISCHIO DI
COMMISSIONE DI REATI
5.1 Individuazione delle Aree a Rischio e della loro rilevanza in relazione alle attività di Consuleco srl
6 Aggiornamento della valutazione delle attività a rischio di commissione di reato
7 SISTEMA DI CONTROLLO, DEFINIZIONE ATTUAZIONE DELLE DECISIONI
8 ORGANISMO DI VIGILANZA
9 OBBLIGHI D’INFORMAZIONE
10 SISTEMA DISCIPLINARE
10.1 Sanzioni per i lavoratori dipendenti, dirigenti e/o soci
10.2 Misure nei confronti dell’ amministratore
10.3 Misure nei confronti del datore di lavoro ex art. 2 comma 1 lettera b) D. Lgs. 81/08
10.4 Misure nei confronti di collaboratori, consulenti e altri soggetti terzi e dell’Organismo di
Vigilanza
11 VERIFICHE PERIODICHE
12 MODELLO E CODICE ETICO
13 DOCUMENTAZIONE COLLEGATA
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ALLEGATI
Parte Speciale: 1. Codice Etico della società
2. Organigramma
3. PARTE SPECIALE “A” REATI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
4. PARTE SPECIALE “B” REATI SOCIETARI
5. PARTE SPECIALE “C” REATI DI TERRORISMO O DI EVERSIONE DELL’ORDINE
DEMOCRETICO
6. PARTE SPECIALE “D”REATI CONTRO LA PERSONALITA’ INDIVIDUALE
7. PARTE SPECIALE “E” REATI ED ILLECITI AMMINISTRATIVA IN MATERIA DI
ABUSI DI MERCATO
8. PARTE SPECIALE “F” REATI DI OMICIDIO COLPOSO E LESIONI GRAVI O
GRAVISSIME COMMESSI CON VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA TUTELA
DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
9. PARTE SPECIALE “G” REATI DI RICETTAZZIONE, RICICLAGGIO, ED IMPIEGO DI
DANARO, BENI O UTILITA’ DI PROVENIENZA ILLECITA
10. PARTE SPECIALE “H” REATI INFORMATICI
11. PARTE SPECIALE “I” REATI CONTRO L’INDUSTRIA E IL COMMERCIO
12. PARTE SPECIALE “L” REATI AMBIENTALI”
13. PARTE SPECIALE “M”REATI DI IMPIEGO DI LAVORATORI STRANIERI
14. PARTE SPECIALE “N” REATI DI CORRUZIONE TRA PRIVATI E INDUZIONE
INDEBITA
15. Protocollo 1 – Organismo di Vigilanza
16. Protocollo 2 – Sistema disciplinare
17. Mappatura rischi
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Manuale del Modello di Organizzazione
e Gestione D. Lgs. 231/01
1 FINALITÀ E STRUTTURA DEL MODELLO
Il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 ha introdotto – in attuazione della delega di
cui all'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300, di ratifica ed esecuzione delle
convenzioni OCSE e Unione Europea contro la corruzione nel commercio internazionale e
contro la frode ai danni della Comunità Europea ‐ il principio della responsabilità
amministrativa degli enti per taluni reati – espressamente indicati dagli articoli 24‐26 del
Decreto medesimo – che, seppure compiuti da soggetti che rivestono funzioni di
rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente ovvero da persone sottoposte
alla direzione o alla vigilanza di questi, possono considerarsi direttamente ricollegabili allo
stesso ente qualora “commessi nel suo interesse o a suo vantaggio”.
L’art. 6 del Decreto contempla l’esonero dalla responsabilità in parola per quegli enti che,
abbiano adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, “modelli di
organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi”.
Alla luce della disciplina suesposta, la Consuleco srl, con sede legale in Bisignano (CS)
alla via Località Muccone n. 24 Cap 87043 ha redatto il presente documento per estrarre e
riassumere, dal complessivo sistema di normative organizzative e di regole di controllo
interno che disciplinano lo svolgimento delle operazioni aziendali, quelle che specificamente
presidiano i rischi di commissione dei reati previsti dal D. Lgs. 231/2001.
Da ciò nasce il presente documento, appositamente denominato Modello di organizzazione
e gestione ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera a) del decreto legislativo n. 231 dell’8 giugno
2001, redatto in conformità alle indicazioni contenute nelle Linee Guida di Confindustria.
Questo Modello rappresenta il modello di organizzazione e gestione approvato dall’
Amministratore Unico della Consuleco srl In data 10.01.2017.
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Il Modello descrive gli strumenti organizzativi attuati dalla Consuleco srl per lo svolgimento
dei processi aziendali in modo coordinato e controllato. Sono descritti sia quelli specifici del
business aziendale che quelli di misurazione, gestione e controllo, nelle aree aziendali
cosiddette “a rischio”, ove cioè potrebbero essere commessi i reati considerati dal Decreto
indicato.
Il Modello di organizzazione e gestione di Consuleco srl si compone:
1. di una Parte Generale, che si ispira ai valori e principi sanciti dal codice etico, in cui
sono descritti il processo di definizione e le regole di funzionamento del Modello di
organizzazione e gestione, nonché i meccanismi di concreta attuazione dello stesso
(il presente documento);
2. del Codice Etico, documento che definisce la mission aziendale, gli strumenti, i
principi etici ed i valori di riferimento cui la società si ispira per il suo perseguimento;
3. PARTE SPECIALE “A” REATI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
4. PARTE SPECIALE “B” REATI SOCIETARI
5. PARTE SPECIALE “C” REATI CONTRO DI TERRORISMO O DI EVERSIONE
DELL’ORDINE DEMOCRETICO
6. PARTE SPECIALE “D”REATI CONTRO LA PERSONALITA’ INDIVIDUALE
7. PARTE SPECIALE “E” REATI ED ILLECITI AMMINISTRATIVA IN MATERIA DI
ABUSI DI MERCATO
8. PARTE SPECIALE “F” REATI DI OMICIDIO COLPOSO E LESIONI GRAVI O
GRAVISSIME COMMESSI CON VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA TUTELA
DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
9. PARTE SPECIALE “G” REATI DI RICETTAZZIONE, RICICLAGGIO, ED IMPIEGO DI
DANARO, BENI O UTILITA’ DI PROVENIENZA ILLECITA
10. PARTE SPECIALE “H” REATI INFORMATICI
11. PARTE SPECIALE “I” REATI CONTRO L’INDUSTRIA E IL COMMERCIO
12. PARTE SPECIALE “L” REATI AMBIENTALI
13. PARTE SPECIALE “M” REATI DI CORRUZIONE TRA PRIVATI E INDUZIONE
INDEBITA
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14. PARTE SPECIALE “N” REATI DI IMPIEGO DI LAVORTAORI IRREGOLARI
15. Protocollo 1 – Organismo di Vigilanza
16. Protocollo 2 – Sistema disciplinare
17. Documenti che descrivono le regole della governance societaria, dell’assetto
organizzativo e dei modi di gestione ed esecuzione delle attività, ad esempio, Atto
costitutivo, Statuto Sociale, atti dell’ Amministratore Unico e/o assemblea dei soci
ecc.;
18. Documenti relativi ai controlli interni, ivi compresi audit e riesame.
2 IL DECRETO LEGISLATIVO N. 231/01
In data 8 giugno 2001 è stato emanato – in esecuzione della delega di cui all’ art. 11 della
legge 29 settembre 2000 n. 300 – il Decreto legislativo n. 231 (di seguito denominato il
“Decreto”), entrato in vigore il 4 luglio successivo, che ha inteso adeguare la normativa in
materia di responsabilità delle persone giuridiche ad alcune Convenzioni internazionali, cui
l’Italia ha già da tempo aderito, quali la Convenzione di Bruxelles del 26 luglio 1995 sulla
tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee, la convenzione anch’essa firmata a
Bruxelles il 26 maggio 1997 sulla lotta alla corruzione nella quale sono coinvolti funzionari
della Comunità Europea o degli Stati membri e la Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997
sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche e
internazionali.
Il decreto legislativo 231/01 ha introdotto nell’ordinamento italiano un regime di
responsabilità amministrativa (riferibile però sostanzialmente alla responsabilità penale) a
carico degli enti (da intendersi come Società, Consorzi,ecc. di seguito nominati “Enti”) per
alcuni reati commessi, nell’interesse o vantaggio degli stessi:
1. da persone fisiche che rivestano funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di
direzione degli Enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e
funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo
degli Enti medesimi;
2. da persone fisiche sottoposte alla direzione o alla Vigilanza di uno dei soggetti sopra
indicati.
Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente
il fatto.
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L’ampliamento della responsabilità mira a coinvolgere nella punizione di taluni illeciti penali
gli Enti che abbiano tratto vantaggio dalla commissione di reato.
Tra le sanzioni previste, le più gravi sono rappresentate da misure interdittive quali la
sospensione o la revoca di licenze e concessioni, il divieto di contrarre con la Pubblica
Amministrazione, l’interdizione dall’esercizio e dall’attività, l’esclusione o revoca di
finanziamenti o contributi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi.
Ai sensi dell’art. 4, nei casi previsti dagli articoli 7, 8, 9 e 10 del codice penale, gli Enti aventi
nel territorio dello Stato la sede principale rispondono anche in relazione ai reati commessi
all’estero, purché nei loro confronti non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il
fatto.
L’illecito configurato dalla legge a carico dell’Ente dipende dalla commissione di uno dei
reati, nel suo interesse o a suo vantaggio, previsti e disciplinati dalla sezione terza del
decreto legislativo 231/01.
3 METODOLOGIA SEGUITA PER L’ADOZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO IN
CONSULECO S.r.l.
3.1 I contenuti del modello di organizzazione e gestione
Alla luce delle innovazioni introdotte dal D. Lgs. 231/01, il sistema organizzativo e gestionale
della CONSULECO srl intende garantire che lo svolgimento delle proprie attività avvengano
nel rispetto della normativa vigente e delle previsioni del Codice Etico con presentazione e
spiegazione al personale.
Il Modello è stato predisposto tenendo conto delle tipologie di reato attualmente contemplate
dal Decreto e, in tale ambito, delle possibili condotte illecite che potrebbero essere realizzate
nel settore specifico di attività della Società.
Il Modello Organizzativo, rappresentato dal presente documento e dagli allegati, è costituito
da un insieme organico di principi, regole, disposizioni, schemi organizzativi, strumentali alla
realizzazione e alla diligente gestione di un sistema di controllo delle attività sensibili,
finalizzato alla prevenzione della commissione di reati dai quali possa derivare la
responsabilità della Società ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001.
Il Modello vuole essere risposta efficace per:
1. provvedere all’individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi
reati;
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2. definire specifiche procedure dirette a delineare e attuare le decisioni della Società in
relazione ai reati da prevenire;
3. individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la
commissione dei reati;
4. adempiere agli obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a
vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello;
5. applicare un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure
indicate nel Modello.
3.2 Modalità di gestione del modello organizzativo
Il Modello è sottoposto a verifica periodica (trimestrale) e aggiornato quando:
lo richieda l’Organismo di Vigilanza, l’ Amministrativo Unico o (l’ alta direzione);
siano riscontrate violazioni delle prescrizioni;
si verifichino mutamenti dell’organizzazione e/o delle attività della Società;
sia modificato il quadro legislativo di riferimento;
siano individuate opportunità di miglioramento dal punto di vista organizzativo –
gestionale
È fatto obbligo a chiunque operi nella Società, o collabori con essa, di attenersi alle
pertinenti prescrizioni del Modello, e in specie di osservare gli obblighi informativi dettati per
consentire il controllo della conformità dell’operato alle prescrizioni stesse.
Al fine di facilitare la consultazione del modello da parte di tutti i soggetti interessati, sia
interni sia esterni, lo stesso è pubblicato sul sito aziendale.
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4 METODOLOGIA ADOTTATA
Il processo di predisposizione e formalizzazione del Modello ha previsto le seguenti attività:
analisi del quadro generale di controllo della Società (statuto, organigramma,
documenti di conferimento di poteri, deleghe e procure , delibere Consiglio di
Amministrazione e/o Amministratore Unico e eventuale assemblea dei soci ecc.);
analisi delle modalità operative della società, al fine di identificare e valutare le
“attività sensibili”, ovvero le attività nel cui ambito possono essere commesse le
tipologie di reato considerate;
valutazione delle prassi procedurali e dei controlli in essere;
redazione o aggiornamento dei documenti aziendali (in corrispondenza di ogni
attività “sensibile”) per descrivere i controlli sul processo di definizione ed attuazione
delle decisioni della Società, atti a prevenire la commissione dei reati nonché a
disciplinare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la
commissione dei reati e loro attivazione;
istituzione di un Organismo di Vigilanza ai sensi del D. Lgs. 231/01 e definizione dei
flussi informativi nei confronti dello stesso e tra questo e l’assemblea dei soci,
rispetto al quale opera in staff;
introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto del
Modello e/o dei Protocolli e/o delle Procedure.
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4.1 Le governance aziendale
Per la Consuleco srl lo Statuto costituisce il documento fondamentale su cui è basato il
sistema di governo dell’Azienda.
I soggetti deputati alla Governance aziendale sono le delibere dell’ Ammnistratore Unico e
tutta la struttura organizzativa rappresentata nell’organigramma (rif. Allegato ).
I principi del governo societario posti dallo Statuto e dalle deleghe, l’assetto organizzativo, gli
strumenti gestione e di controllo sono descritti anche nelle procedure aziendali facenti parte
della società per gli aspetti dei processi inerenti a tali tematiche.
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La società Consuleco srl prevede le deleghe per determinati affari e la procura generale a
stare in giudizio specificatamente per quanto concerne la responsabilità amministrativa dell’
ente nel processo penale come da rif. in allegato.
4.2 Il Sistema dei Controlli Interni
Il Sistema dei controlli interni per la società ha l’obiettivo di perseguire le seguenti finalità
principali:
efficacia ed efficienza dei processi aziendali;
salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite;
affidabilità e integrità delle informazioni contabili e gestionali;
conformità delle operazioni alla legge, nonché con alle politiche, ai piani, ai
regolamenti, alle procedure interne, alle istruzioni e ai protocolli.
La tipologia dei controlli aziendali esistente nella società prevede:
controlli di linea, svolti dalle singole unità operative sui processi di cui hanno la
responsabilità gestionale, finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle
operazioni;
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attività di monitoraggio, svolta dai responsabili di ciascun processo e finalizzata a
verificare il corretto svolgimento delle attività sottostanti sulla base dei controlli di
natura gerarchica;
attività di rilevazione, valutazione e monitoraggio del sistema di controllo interno sui
processi, sulla sicurezza aziendale, sulla protezione dell’ambiente nonché sui sistemi
amministrativo/contabili che hanno rilevanza ai fini della formazione del bilancio.
I principi generali ed il sistema dei controlli interni della società sono illustrati nelle procedure
del sistema di gestione dell’azienda, nelle istruzioni e nei protocolli.
Tutti i documenti sopra citati fanno parte del presente modello.
Il personale di qualsiasi funzione e grado è sensibilizzato sulla necessità dei controlli,
conoscendo il proprio ruolo e impegnandosi affinché lo svolgimento dei controlli stessi sia
efficace.
5 METODOLOGIA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA A RISCHIO DI
COMMISSIONE DI REATI
L’art. 6.2, lett. a) del D. Lgs. 231/01 indica, come uno dei requisiti del Modello
l’individuazione delle cosiddette “aree sensibili” o “a rischio”, cioè di quei processi e di quelle
attività aziendali in cui potrebbe determinarsi il rischio di commissione di uno dei reati
espressamente richiamati dal D. Lgs. 231/01.
È stata pertanto analizzata la realtà operativa aziendale nelle aree/settori in cui è possibile la
commissione dei reati previsti dal D. Lgs. 231/01, evidenziando i momenti e i processi
maggiormente rilevanti.
Parallelamente, è stata condotta un’indagine sugli elementi costitutivi dei reati in questione,
allo scopo di identificare le condotte concrete che, nel contesto aziendale, potrebbero
realizzare le fattispecie delittuose.
5.1 Individuazione AREE A RISCHIO e della loro rilevanza in relazione alla
CONSULECO S.r.l.
Di seguito vengono elencate le Aree a Rischio identificate con riferimento ai reati
contemplati nelle Parti Speciali del Modello. In relazione a ciascuna Area a Rischio, altresì,
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viene indicato il grado di rilevanza attribuito alla stessa in relazione all'attività svolta dalla
società a seguito del processo di mappatura di tutte le Aree a Rischio e delle procedure
interne di controllo, secondo la seguente gradazione.
Per ogni Area a Rischio, inoltre, viene indicata la Funzione Aziendale (o Funzioni Aziendali)
potenzialmente interessata (o interessate).
Per quanto concerne i presidi adottati dalla società, si rimanda alle specifiche Parti Speciali
del Modello.
PARTE SPECIALE "A" - REATI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
I reati sopra considerati trovano come presupposto l’instaurazione di rapporti con la P.A.
(intesa in senso lato, tale da ricomprendere anche le P.A. di Stati esteri).
In relazione ai reati e alle condotte criminose sopra esplicitate, le Aree a Rischio che
presentano profili di maggiore criticità risultano essere, ai fini della Parte Speciale “A” del
Modello, le seguenti:
1. la partecipazione a procedure di gara o di negoziazione diretta indette da enti
pubblici italiani o stranieri per l’assegnazione di commesse (ad esempio di appalto, di
fornitura o di servizi), di concessioni, di partnership, di asset (complessi aziendali,
partecipazioni, ecc.) o altre operazioni similari caratterizzate comunque dal fatto di
essere svolte in un contesto potenzialmente competitivo, intendendosi tale anche un
contesto in cui, pur essendoci un solo concorrente in una particolare procedura,
l’ente appaltante avrebbe avuto la possibilità di scegliere anche altre imprese
presenti sul mercato;
2. la partecipazione a procedure per l’ottenimento di erogazioni, contributi o
finanziamenti da parte di organismi pubblici italiani o comunitari ed il loro concreto
impiego;
3. la partecipazione a procedure per l’ottenimento di provvedimenti autorizzativi di
particolare rilevanza da parte della P.A. (relative alla realizzazione di servizi svolti
dalla società Meleam a titolo esemplificativo visite mediche personale );
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4. l'intrattenimento di rapporti con esponenti della P.A. che abbiano competenze in
processi legislativi, regolamentari o amministrativi riguardanti la società, quando tali
rapporti possano comportare l'ottenimento di vantaggi rilevanti per la società stessa,
dovendosi escludere l'attività di mera informativa, partecipazione a eventi o momenti
istituzionali e scambio di opinioni relativamente a particolari politiche o normative.
Costituiscono situazioni di particolare attenzione nell’ambito delle suddette Aree di Rischio:
a) la partecipazione a procedure di gara o di negoziazione diretta (di cui al precedente punto
1) che non risultino garantite da adeguate condizioni di trasparenza;
b) la definizione di specifiche convenzioni con organismi pubblici centrali o locali per
l'ottenimento di provvedimenti autorizzativi relativi alla realizzazione di servizi;
c) la partecipazione alle procedure di cui ai precedenti punti 1, 2 e 3 in associazione con un
Partner (ad esempio: enti bilaterali per la formazione);
d) l’assegnazione, ai fini della partecipazione alle procedure di cui ai precedenti punti 1, 2 e
3, di uno specifico incarico di consulenza o di rappresentanza ad un soggetto terzo.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate rilevanti. Le Funzioni / Unità Aziendali
interessate dalle predette Aree a Rischio sono: Coordinamento Operativo; Ingegneria; Gare,
Concessioni,Appalti e/o contratti; Amministrazione, Finanza, Controllo e Fiscale; Sistemi
Informativi Consuleco srl; Gestione commesse; settore controllo, verifica,
approvvigionamenti, settore ambiente,salute e sicurezza.
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PARTE SPECIALE "B" - REATI SOCIETARI
In relazione ai reati e alle condotte criminose sopra esplicitate, le aree ritenute più
specificamente a rischio risultano essere, ai fini della Parte Speciale “B” del Modello, le
seguenti:
1. la predisposizione di comunicazioni dirette ai soci ovvero riguardo alla situazione
economica, patrimoniale e finanziaria della società anche nel caso in cui si tratti di
comunicazioni diverse dalla documentazione contabile periodica (bilancio d’esercizio,
bilancio consolidato, relazione trimestrale e semestrale, ecc.);
2. la predisposizione di prospetti informativi;
3. la gestione dei rapporti con la società di revisione;
4. la predisposizione e divulgazione verso l’esterno di dati o notizie (ulteriori rispetto a
quelli sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria di cui al punto 1) relativi
comunque alla società;
5. la predisposizione di comunicazioni alle Autorità pubbliche di Vigilanza e la gestione
dei rapporti con le stesse ( Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ecc.).
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate rilevanti.
Le Funzioni / Unità Aziendali interessate dalle predette Aree a Rischio sono:
Amministrazione, Finanza, Controllo e Fiscale; Coordinamento Operativo; Ingegneria e,
Settore Commerciale; gestione commesse; Sistemi Informativi, settore controllo, verifica,
approvvigionamenti.
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PARTE SPECIALE "C" - REATI DI TERRORISMO O DI EVERSIONE DELL’ORDINE
DEMOCRATICO
In relazione ai reati sopra esplicitati, le aree ritenute genericamente a rischio risultano
essere, ai fini della Parte Speciale “C” del Modello, le operazioni finanziarie o commerciali
poste in essere con:
persone fisiche e giuridiche residenti nei Paesi a rischio individuati nelle c.d. “Liste
Paesi” e/o con persone fisiche o giuridiche collegate al terrorismo internazionale
riportarti nelle c.d. “Liste Nominative”, entrambe rinvenibili nel sito Internet dell’Ufficio
Italiano dei Cambi o pubblicate da altri organismi nazionali e/o internazionali
riconosciuti; o società controllate direttamente o indirettamente dai soggetti
sopraindicati.
L’elenco delle “Liste Paesi” e delle “Liste Nominative” (di seguito anche “le Liste”) è
rinvenibile presso l’ufficio del Responsabile di Audit interno, ed è reso disponibile sulla rete
informatica.
Si richiamano, in particolar modo, eventuali operazioni svolte nell'ambito di attività di
trasporto o attività di merger & acquisition internazionale, che possono originare flussi
finanziari diretti verso o provenienti da paesi esteri.
Per quel che concerne le locazioni di immobili di proprietà della Meleam srl, in astratto
configurabili come attività a rischio, si ritengono sufficienti gli usuali adempimenti esistenti
(notifica all'Autorità di Pubblica Sicurezza).
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate ad oggi di rilevanza trascurabile, vista
l'assenza di rapporti attuali con soggetti appartenenti a paesi individuati nelle c.d. "Liste
Paesi" o rientranti nelle "Liste Nominative". La Funzione Aziendale interessata dalle predette
Aree a Rischio è: Amministrazione, Finanza, Controllo e Fiscale, settore controllo verifica
approvvigionamenti.
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PARTE SPECIALE "D" - REATI CONTRO LA PERSONALITÀ INDIVIDUALE
In relazione ai reati e alle condotte criminose sopra esplicitate, le aree ritenute più
specificamente a rischio risultano essere, ai fini della Parte Speciale “D” del Modello, le
seguenti:
1. la conclusione di contratti con imprese che utilizzano personale d’opera non qualificato
proveniente da Paesi extracomunitari e che non abbiano già una relazione d'affari con la
società;
2. la conclusione di contratti con Internet Provider riguardanti la fornitura di contenuti digitali.
3. la gestione di attività produttive da parte della società, anche in partnership con soggetti
terzi o affidandosi a imprenditori locali, nei Paesi a bassa protezione dei diritti individuali
(“paesi a rischio” rilevanti ai fini del Codice Etico) definiti tali da organizzazioni riconosciute.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate di rilevanza trascurabile. Le Funzioni
Aziendali interessate dalle predette Aree a Rischio sono: Amministrazione; Servizi di
Approvvigionamento;Contratti; Sistemi Informativi; Servizi Informatici; gestione commesse.
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PARTE SPECIALE "E" - REATI ED ILLECITI AMMINISTRATIVI IN MATERIA DI ABUSI DI
MERCATO
In relazione agli illeciti e alle condotte sopra esplicitate, le aree di attività ritenute
genericamente a rischio risultano essere, ai fini della Parte Speciale “E” del Modello, le
seguenti:
gestione dell'informativa pubblica (rapporti con investitori, analisti finanziari, giornalisti
e con altri rappresentanti dei mezzi di comunicazione di massa; organizzazione e
partecipazione a incontri, in qualunque forma tenuti, con i soggetti sopra indicati);
gestione delle informazioni privilegiate (ad esempio, nuovi prodotti/servizi e mercati,
dati contabili di periodo, dati previsionali e obiettivi quantitativi concernenti
l'andamento della gestione, operazioni di fusione/scissione e nuove iniziative di
particolare rilievo ovvero trattative e/o accordi in merito all'acquisizione e/o cessione
di asset significativi);
redazione dei documenti e dei prospetti informativi concernenti la società, destinati al
pubblico per legge o per decisione della stessa;
acquisizione, vendita, emissione o altre operazioni relative a strumenti finanziari,
propri o di terzi, ammessi alle negoziazioni (o per i quali è stata presentata una
richiesta di ammissione alle negoziazioni) in un mercato regolamentato italiano o di
altro Paese dell’Unione Europea;
acquisizione, vendita, emissione o altre operazioni relative a derivati su merci, propri
o di terzi, ammessi alle negoziazioni (o per i quali è stata presentata una richiesta di
ammissione alle negoziazioni) in un mercato regolamentato italiano o di altro Paese
dell’Unione Europea.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate di rilevanza trascurabile, tenuto conto
che le azioni della società non sono attualmente quotate presso alcun mercato
regolamentato. La Funzione Aziendale interessata dalle predette Aree a Rischio è:
Amministrazione, Finanza, Controllo e Fiscale, Contratti; Servizi di Approvvigionamento,
Sistemi informativi e informatici..
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PARTE SPECIALE "F" - REATI DI OMICIDIO COLPOSO E LESIONI GRAVI O
GRAVISSIME COMMESSI CON VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA TUTELA DELLA
SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
In relazione ai reati e alle condotte criminose sopra esplicitate, le aree ritenute più
specificamente a rischio nella società risultano essere, ai fini della Parte Speciale “F” del
Modello, le seguenti:
1. distribuzione nei settori di riferimento della società;
2. fornitura di servizi;
3. gestione e monitoraggio di aree con presenza di manodopera impegnata in attività
rischiose, specialmente in quelle ove si determini anche la sovrapposizione di interventi di
una o più ditte appaltatrici;
5. gestione e monitoraggio, aree, edifici, luoghi di lavoro sede legali e/o operative se
corrispondenti alle normative vigenti;
Si rileva in ogni caso come siano comunque considerate meritevoli di attenzione le attività di
ufficio, in particolare per ciò che concerne l’utilizzo di videoterminali e rischio stress-lavoro
correlato.
Specifica attenzione va infine rivolta alle attività affidate a imprese appaltatrici nell'ambito
delle attività di cui sopra.
Nell'ambito delle suddette Aree a Rischio, per la probabilità che in tali contesti l'inosservanza
delle norme poste a tutela della salute e sicurezza sul lavoro possa determinare uno degli
eventi dannosi previsti, sono considerate rilevanti le seguenti funzioni strumentali:
determinazione delle procedure in tema di salute e sicurezza sul lavoro volte a
definire in modo formale i compiti e le responsabilità in materia di sicurezza e a
garantire una corretta gestione di tutti gli adempimenti disposti dal Decreto Sicurezza
e dalla normativa primaria e secondaria ad esso collegata;
attribuzione di responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con
particolare riferimento a: (i) attribuzioni di compiti e doveri, (ii) attività del Servizio
Prevenzione e Protezione e del Medico Competente (come definiti nella Parte
Speciale "F"), (iii) attività del Coordinatore per la Progettazione, del Coordinatore per
l'Esecuzione e del Responsabile dei Lavori (come definiti nella Parte Speciale "F");
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valutazione dei rischi, con particolare riferimento a: (i) stesura del Documento di
Valutazione dei Rischi (come definito nella Parte Speciale "F"); (ii) contratti di appalto
e valutazione dei rischi delle interferenze; (iii) Piani di Sicurezza e Coordinamento,
Fascicolo dell’Opera e Piani Operativi di Sicurezza (come definiti nella Parte Speciale
"F");
sensibilizzazione di tutti i soggetti che, a diversi livelli, operano nell'ambito della
struttura aziendale attraverso un'adeguata attività di informazione e la
programmazione di piani di formazione con particolare riferimento a: (i) monitoraggio,
periodicità, fruizione e apprendimento e (ii) formazione differenziata per soggetti
esposti a rischi specifici;
attività di monitoraggio del sistema preventivo, con particolare riferimento a: (i) misure
di mantenimento e miglioramento; (ii) coerenza tra attività svolta e competenze
possedute; (iii) gestione di comportamenti riscontrati in violazione delle norme e
adozione di provvedimenti disciplinari sanzionatori.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate mediamente rilevanti, atteso che
società che si occupa di sicurezza sul lavoro. Le Funzioni / Unità Aziendali interessate dalle
predette Aree a Rischio sono: Amministrazione, Coordinamento Operativo; Ingegneria;
Sistemi Informativi; Servizi Informatici; Personale e Organizzazione; Servizi di
Approvvigionamento; Gestione commesse; ambiente e sicurezza.
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PARTE SPECIALE "G" - REATI DI RICETTAZIONE, RICICLAGGIO ED IMPIEGO DI
DENARO, BENI O UTILITÀ DI PROVENIENZA ILLECITA
In relazione ai reati e alle condotte criminose sopra esplicitate, le aree ritenute più
specificamente a rischio risultano essere, ai fini della Parte Speciale “G” del Modello, le
seguenti:
1. rapporti con Fornitori e Partner (sia italiani sia esteri);
2. investimenti con controparti;
3. operazioni finanziarie con controparti;
4. gestione dei flussi finanziari in entrata.
Infine, pur essendo un’area da considerare marginale in termini di rischio:
5. contratti di compravendita aventi ad oggetto immobili.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate di rilevanza medio rilevante. Le
Funzioni Aziendali interessate dalle predette Aree a Rischio sono: Amministrazione,
Finanza, Controllo e Fiscale, Contratti e Servizi di Approvvigionamento, settore commerciale
con delega alla riscossione di denaro
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PARTE SPECIALE "H" - REATI INFORMATICI
In linea generale, i reati sopra esplicitati trovano come presupposto la gestione,
manutenzione e utilizzo di un sistema informatico o telematico e, più esattamente, delle
risorse - personali o aziendali – di tipo informatico e/o telematico.
Pertanto, in relazione ai reati e alle condotte criminose sopra indicate, l’area ritenuta più
specificamente a rischio risulta essere, ai fini della Parte Speciale “H” del Modello, la
gestione degli accessi ai sistemi informatici e/o telematici, nell’ambito della quale possono
assumere rilevanza, a titolo esemplificativo, le seguenti attività:
1. la gestione del profilo utente e la detenzione e l’utilizzo di password;
2. la gestione e protezione della postazione di lavoro e la detenzione e l’utilizzo di password;
3. l’installazione di programmi e dispositivi;
4. l’accesso informatico verso l’esterno (internet);
5. il processo di elaborazione, trattamento e conservazione di dati, informazioni e
programmi;
6. la conclusione di contratti con Internet Provider riguardanti la fornitura di contenuti digitali.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate mediamente rilevanti. Le Funzioni
Aziendali interessate dalle predette Aree a Rischio sono: Sistemi Informativi; Servizi
Informatici.
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PARTE SPECIALE "I" - REATI CONTRO L’INDUSTRIA E IL COMMERCIO
In relazione ai reati e alle condotte criminose sopra esplicitate, le aree ritenute più
specificamente a rischio risultano essere, ai fini della Parte Speciale “I” del Modello, le
seguenti:
1. operazioni finanziarie e attività commerciali o industriali poste in essere con:
a) persone fisiche e giuridiche che svolgono attività industriali e commerciali; o
b) società controllate direttamente o indirettamente dai soggetti sopraindicati; o
c) eventuali terze parti contraenti.
2. intrattenimento di rapporti con società o enti che svolgono attività industriali o
commerciali;
3. intrattenimento di rapporti con la clientela;
4. partecipazione a procedure di gara o di negoziazione diretta indette da enti pubblici
italiani o stranieri per l’assegnazione di commesse (ad esempio di appalto, di fornitura o di
servizi), di concessioni, di partnership, di asset (complessi aziendali, partecipazioni a gare in
subappalto ecc.) o altre operazioni similari caratterizzate comunque dal fatto di essere svolte
in un contesto potenzialmente competitivo, intendendosi tale anche un contesto in cui, pur
essendoci un solo concorrente in una particolare procedura, l’ente appaltante avrebbe avuto
la possibilità di scegliere anche altre imprese presenti sul mercato.
Si rileva, in ogni caso, come siano considerate meritevoli di attenzione tutte le attività che
comportino l’instaurazione di rapporti con altre industrie concorrenti.
Le Aree a Rischio sopra menzionate sono considerate medio rilevanti. Le Funzioni / Unità
Aziendali interessate dalle predette Aree a Rischio sono: Amministrazione, Finanza,
Controllo e Fiscale; Coordinamento Operativo; Gare, Concessioni appalti e contratti, sistemi
informativi.
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PARTE SPECIALE "L" - REATI AMBIENTALI
In relazione ai reati di cui sopra e alle condotte criminose, le Aree di rischio che presentano
profili di maggiore criticità risultano essere ai fini della “Parte Speciale L” del Modello, le
seguenti:
1. Analisi delle fattispecie (art. 25 undecies)
Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o
vegetali selvatiche protette (art. 727bis c.p.);
Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (art.
733bis c.p.).
Reati previsti dal Codice dell’Ambiente di cui al D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152
Inquinamento idrico (art. 137)
Gestione di rifiuti non autorizzata (art. 256)
Siti contaminati (art. 257)
Falsificazioni e utilizzo di certificati di analisi di rifiuti falsi (artt. 258 e 260-bis)
Traffico illecito di rifiuti (artt. 259 e 260)
Inquinamento atmosferico (art. 279)
Reati previsti dalla Legge 7 febbraio 1992, n. 150 in materia di commercio
internazionale di esemplari di flora e fauna in via di estinzione e detenzione
animali pericolosi
Reati previsti dalla Legge 28 dicembre 1993, n. 549, in materia di tutela dell’ozono
stratosferico e dell’ambiente
Reati previsti dal D.Lgs. 6 novembre 2007, n. 202, in materia di inquinamento
dell’ambiente marino provocato da navi
Le aree di rischio sopra menzionate sono considerate poco rilevanti. Le funzioni /Unità
Aziendali interessate delle predette Aree a Rischi sono : Coordinamento operativo;
Ingegneria e progettazione; Concessioni e gare; Amministrazione, Finanza e Controllo;
sistemi informativi societari, gestione commesse, settore ambiente, salute e sicurezza.
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PARTE SPECIALE "M" - REATI CORRUZIONE TRA PRIVATI
In relazione ai reati di cui sopra e alle condotte criminose, le Aree di rischio che presentano
profili di maggiore criticità risultano essere ai fini della “Parte Speciale M” del Modello, le
seguenti:
all’art. 25, comma 3, viene inserito il richiamo al nuovo art. 319-quater codice
penale;
all’art. 25-ter, comma 1, viene aggiunta la lettera s-bis), che richiama il nuovo delitto
di corruzione tra privati, nei casi di cui al nuovo terzo comma dell’art. 2635 codice civile.
I nuovi reati introdotti nel D. Lgs. 231/2001 sono, dunque:
1. Art. 319-quater c.p.,“induzione indebita a dare o promettere utilità”: “1. Salvo che il
fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio
che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere
indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da tre
a otto anni. 2. Nei casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità
è punito con la reclusione fino a tre anni”.
2. Art. 2635 c.c.,“corruzione tra privati”: “1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato,
gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti
contabili societari, i sindaci e i liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa
di denaro o altra utilità, per sé o per altri, compiono od omettono atti, in violazione degli
obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, cagionando nocumento alla
società, sono puniti con la reclusione da uno a tre anni. 2. Si applica la pena della
reclusione fino a un anno e sei mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla
direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma. 3. Chi dà o
promette denaro o altra utilità alle persone indicate nel primo e nel secondo comma è
punito con le pene ivi previste. 4. Le pene stabilite nei commi precedenti sono
raddoppiate se si tratta di società con titoli quotati in mercati regolamentati italiani o di
altri Stati dell’Unione europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante ai sensi
dell’articolo 116 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione
finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e successive
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modificazioni. 5. Si procede a querela della persona offesa, salvo che dal fatto derivi
una distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi”.
2. La rilevanza del reato di corruzione in ambito privato ai fini del D. Lgs. 231/01
La nuova lettera s-bis dell’art.25-ter, rinviando ai “casi previsti dal terzo comma dell’art. 2635
c.c.”, prevede, in sostanza, che ai sensi del D. Lgs. 231/01 può essere sanzionata la società
cui appartiene il soggetto corruttore, in quanto solo questa società può essere avvantaggiata
dalla condotta corruttiva.
Al contrario, la società alla quale appartiene il soggetto corrotto, per definizione normativa,
subisce un danno in seguito alla violazione dei doveri d’ufficio o di fedeltà.
3. L’impatto sul modello organizzativo
In relazione alla nuova fattispecie di reato sopra descritta, costituisce attività “sensibile”
dell’azienda la gestione del processo di vendita, con particolare riferimento:
ai poteri autorizzativi all’interno del processo;
alla definizione del prezzo di offerta;
alla definizione delle condizioni e dei tempi di pagamento;
alla definizione della scontistica.
Ogni ente sarà, dunque, tenuto a definire nel miglior modo possibile criteri trasparenti per la
determinazione di un prezzo massimo di offerta per singolo prodotto o servizio, in modo da
poter individuare qualsiasi anomalia.
Nella disciplina dei flussi informativi verso l’OdV (Organismo di Vigilanza) sarà, inoltre,
opportuno prevedere l’obbligo di comunicare operazioni di vendita superiori ad un dato
importo o operazioni di incasso al di sotto di minimi standard di pagamento.
Le aree di rischio sopra menzionate sono considerate mediamente rilevanti. Le funzioni
/Unità Aziendali interessate delle predette Aree a Rischi sono : Coordinamento operativo;
Concessioni e gare; Concessioni appalti e contratti; Amministrazione, Finanza e Controllo;
sistemi informativi societari, gestione commesse.
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PARTE SPECIALE "N" - REATI IMPIEGO DI STRANIERI PRIVI DI PERMESSO DI
SOGGIORNO
In relazione ai reati di cui sopra e alle condotte criminose, le Aree di rischio che presentano
profili di maggiore criticità risultano essere ai fini della “Parte Speciale ” del Modello, le
seguenti:
«D.Lgs. 231/10, art. 25-duodecies - Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è
irregolare
1. In relazione alla commissione del delitto di cui all'articolo 22, comma 12-bis, del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, si applica all'ente la sanzione pecuniaria da 100 a 200
quote, entro il limite di 150.000 euro.»
Questo articolo estende agli enti la responsabilità per lo sfruttamento di manodopera
irregolare (oltre i limiti stabiliti dal D.Lgs 286/98 in termini di numero di lavoratori, età e
condizioni lavorative).
Gli enti sono quindi chiamati ad adeguare i propri modelli organizzativi, ed in particolare le
procedure di assunzione di personale con rapporto di lavoro subordinato a tempo
indeterminato, determinato o stagionale.
In pratica viene estesa la responsabilità agli enti, quando lo sfruttamento di manodopera
irregolare supera certi limiti stabiliti, in termini di numero di lavoratori, età e condizioni
lavorative, stabiliti nel Dlgs 286/98 e succesive modifiche, il cosiddetto "Testo unico
dell'immigrazione".
Resta, a parere di chi scrive, una "zona grigia" circa la responsabilità dell'ente per
l'eventuale utilizzo di "caporali" per il reclutamento di alcune categorie di lavoratori stranieri
che siano "regolari" (es. lavoratori immigrati licenziati, ma con ancora il permesso di
soggiorno in corso di validità).
Infatti, ad una prima lettura, ed in attesa di intepretazioni giurisprudenziali, ferma restando la
responsabilità penale delle persone (di certo l'intermediario e "forse" il datore di lavoro),
sembra non rilevare ai fini della responsabilità dell'ente, il caso dell'utilizzo di lavoratori
reclutati tramite intermediari non autorizzati, cosiddetti "caporali", già soggiornanti in Italia,
che siano in possesso di un valido documento di soggiorno che abilita a prestare lavoro.
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Ad esempio, può considerarsi tale, oltre che il cittadino straniero in possesso di permesso di
soggiorno che abbia perso il lavoro (la validità del permesso è estesa fino ad un anno), il
cittadino straniero munito di:
permesso di soggiorno europeo per soggiornanti di lungo periodo (è il titolare di
soggiorno di durata illimitata che ha sostituito la vecchia "carta di soggiorno").
permesso di soggiorno che abiliti al lavoro, e quindi di un permesso per lavoro
subordinato o autonomo, per attesa occupazione, per famiglia, per "assistenza
minore", per asilo politico, per protezione sociale, per motivi umanitari.
ricevuta postale rilasciata dietro presentazione della domanda di rinnovo di un
permesso di soggiorno che abilita al lavoro (quindi di uno dei premessi sopra indicati);
ricevuta postale rilasciata dietro presentazione della domanda di rilascio del primo
permesso di soggiorno, ma solo per motivi di lavoro subordinato o di attesa
occupazione e non, pertanto, per altri motivi.
In tale caso, la responsabilità amministrativa dell'ente si configurerà solo se viene
riconosciuto il compimento del più grave reato di "Riduzione in schiavitù", di cui all’art. 600
del Codice Penale e dell’art. 25-quinquies del Dlgs 231/01 (di non facile dimostrabilità,
susistendo la necessità di dimostrare l'esercizio di un potere arbitrario e assoluto da parte di
uno schiavista che considera le persone come meri "oggetti") o dell’ulteriore reato di
“Associazione per delinquere”, di cui all’art. 416 del Codice Penale e dell’art. 24-ter del Dlgs
231/01.
6. Aggiornamento della valutazione delle attività a rischio di commissione di reato
La valutazione e la check list saranno aggiornate almeno trimestralmente (possibilmente in
sede di riesame), con supervisione dell’OdV, e/o in occasione di:
1. significative modificazioni delle attività operative della società;
2. introduzione di nuovi servizi con possibili attività sensibili;
3. segnalazioni o accadimenti significativi occorsi a rischio di commissione di reato.
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7 SISTEMA DI CONTROLLO, DEFINIZIONE ATTUAZIONE DELLE DECISIONI
Con riferimento alle attività a rischio di reato espressamente individuate, il Modello prevede
specifici documenti contenenti la descrizione formalizzata:
1. delle modalità interne per l’assunzione e l’attuazione delle decisioni di gestione, con
indicazione delle attività relative e dei soggetti titolari delle funzioni, competenze e
responsabilità;
2. delle modalità di registrazione e conservazione degli atti e delle informazioni, in modo
da assicurare trasparenza e verificabilità delle stesse;
3. delle modalità di controllo della conformità e dell’attuazione del modello.
Ove previsti, sono stabiliti limiti all’autonomia decisionale e per l’impiego delle risorse
finanziarie, mediante la determinazione di puntuali soglie quantitative, in coerenza con le
competenze gestionali e le responsabilità affidate alle singole persone. Il superamento dei
limiti di cui sopra, può avere luogo nel rispetto delle procedure di autorizzazione stabilite
dall’assemblea dei soci e/o amministratore unico.
Deroghe ai protocolli e alle procedure previsti nel modello sono ammesse in caso di
impossibilità temporanea e motivata di attuazione delle stesse. La deroga deve essere
approvata dalla direzione aziendale e comunicata all’Organismo di Vigilanza.
Le aree di rischio sopra menzionate sono considerate poco rilevanti. Le funzioni /Unità
Aziendali interessate delle predette Aree a Rischi sono : Coordinamento operativo;
Amministrazione.
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8 ORGANISMO DI VIGILANZA
Le attività e i requisiti dell’Organismo di Vigilanza sono descritti nel protocollo “Organismo di
Vigilanza –gestione ed attività “.
Su richiesta dell’Organismo di Vigilanza l’interlocutore interpellato (la società o esterno),
fornisce ogni informazione necessaria per la verifica della conformità delle modalità
operative e gestionali adottate.
L’Organismo di Vigilanza ha accesso a tutta la documentazione necessaria alla verifica
dell’attuazione del modello.
9 OBBLIGHI D’INFORMAZIONE
Chiunque rilevi situazioni dell’attività aziendale che possano esporre l’azienda al rischio di
reato, ha l’obbligo di inoltrare immediata segnalazione al proprio diretto responsabile e ove
del caso all’OdV, mediante posta ordinaria e/o elettronica agli indirizzi esposti nella bacheca
aziendale e nel sito web della società.
Le segnalazioni ricevute e gli eventuali provvedimenti conseguenti saranno oggetto di
valutazione da parte dell’OdV e l’esito della discussione, compreso il caso di non luogo a
procedere, sarà registrato nel verbale della seduta dell’OdV ed inviato per conoscenza all’
Amministratore Unico.
L’OdV della società agirà in modo da garantire il segnalante/esponente contro qualsiasi
forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione, assicurando altresì la riservatezza
dell’identità del segnalante, fatti salvi gli obblighi di legge e la tutela dei diritti della società o
delle persone accusate erroneamente e/o in mala fede.
Sono oggetto di segnalazione all’Organismo di Vigilanza anche:
1. i provvedimenti e/o notizie provenienti da organi di polizia giudiziaria, o da qualsiasi
altra autorità, dai quali si evinca lo svolgimento di indagini per i reati di cui al Decreto;
2. le richieste di assistenza legale inoltrate dai dirigenti e/o dai dipendenti in caso di
avvio di procedimento giudiziario per i reati previsti dal Decreto;
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3. le variazioni significative nell’assetto della struttura organizzativa, ivi compresa la
formalizzazione o la revoca di eventuali deleghe;
4. i provvedimenti disciplinari attivati, rilevanti rispetto ai reati di cui al presente
modello, le eventuali sanzioni irrogate, fatta eccezione per i meri richiami verbali .
10 SISTEMA DISCIPLINARE
La società ha attivato, quale aspetto essenziale per l’effettività del Modello, un sistema
disciplinare atto a sanzionare la violazione delle regole di condotta previste dal presente
Modello, al fine della prevenzione dei reati di cui al Decreto che và a rafforzare il Codice
Comportamentale già esistente.
L’applicazione delle sanzioni disciplinari prescinde dall’esito di un eventuale procedimento
penale, poiché le regole di condotta imposte dal Modello sono assunte dall’azienda in piena
autonomia, indipendentemente dall’illecito che eventuali condotte possano determinare.
Il tipo e l’entità di ciascuna dei provvedimenti disciplinari, sarà individuato tenendo conto:
dell’intenzionalità del comportamento, del grado di negligenza, imprudenza o
imperizia con riguardo anche alla prevedibilità dell’evento;
del comportamento complessivo del lavoratore con particolare riguardo alla
sussistenza o meno di precedenti disciplinari del medesimo, nei limiti consentiti dalla
legge;
delle mansioni del lavoratore;
della posizione funzionale e del livello di responsabilità ed autonomia delle persone
coinvolte nei fatti costituenti la mancanza;
delle altre particolari circostanze che accompagnano l’illecito disciplinare.
10.1 Sanzioni per i lavoratori dipendenti, dirigenti e/o soci
Le modalità di attivazione dei provvedimenti disciplinari nei confronti di dipendenti, dirigenti
e/o soci sono descritte nel protocollo “Sistema disciplinare”.
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10.2 Misure nei confronti degli amministratori
Chi rileva una violazione della legislazione vigente o delle procedure interne da parte di uno
o più Amministratori della Società, ha l’obbligo di inoltrare la segnalazione a eventuali Soci,
all’OdV e all’ Amministratore stesso; i Soci, attiveranno le opportune iniziative previste dalla
legislazione e/o dagli accordi contrattuali.
La tipologia e l’entità dei provvedimenti da adottare nei confronti degli amministratori sono le
seguenti:
contestazione scritta;
sospensione temporanea dalla carica, con o senza corresponsione del compenso;
revoca dalla carica, con o senza possibilità di reintegro.
10.3 Misure nei confronti del datore di lavoro ex art. 2 comma 1 lettera b) D. Lgs. 81/08
I provvedimenti sono di competenza dell’ amministratore Unico e/o del Consiglio di
Amministrazione e seguono le tipologie indicate per gli amministratori.
10.4 Misure nei confronti di collaboratori, consulenti e altri soggetti terzi e
dell’Organismo di Vigilanza
Ogni comportamento attuato da collaboratori, consulenti (compresi RSPP, RGA ecc. ),
fornitori, partner o da altri terzi aventi relazioni d’affari con la società, in violazione delle
previsioni del Modello Organizzativo e/o del Codice Etico, potrà determinare, secondo
quanto previsto dalle specifiche clausole contrattuali inserite nelle lettere d’incarico o anche
in loro assenza, la risoluzione del rapporto contrattuale, fatta salva l’eventuale richiesta di
risarcimento qualora da tale comportamento derivino danni alla società, anche
indipendentemente dalla risoluzione del rapporto contrattuale.
Le regole di verifica dei fornitori sono contenute nella procedura “Gestione dei fornitori”.
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I provvedimenti di sospensione o interruzione del rapporto di collaborazione sono attivati dal
soggetto Consuleco srl in persona del suo legale rappresentante pro – tempore che ha
approvato la fornitura.
11 VERIFICHE PERIODICHE
Le modalità di conduzione delle verifiche periodiche sono indicate nella “Gestione per la
sicurezza” e “Organismo di Vigilanza – Gestione e attività”.
Dell’esito delle verifiche, sarà informato il Consiglio di Amministrazione della società e/o
l’Amministratore unico, con verbalizzazione delle conseguenti considerazioni del caso.
12 MODELLO E CODICE ETICO
Le regole di comportamento contenute nel presente Modello si integrano con quelle del
Codice Etico, che rappresenta uno strumento adottato in via autonoma e suscettibile di
applicazione sul piano generale da parte della società, allo scopo di esprimere dei principi di
“deontologia aziendale” che la stessa riconosce come propri e sui quali richiama
l’osservanza da parte di tutti i soggetti interessati.
13 DOCUMENTAZIONE COLLEGATA
Tutta la documentazione a supporto del presente Modello.
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