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ROBERTA ZEZZA - VANESSA MISSERE

Slide /tesina per l’insegnamento di Psicologia Cognitiva e Sistemi Neurali a.a 2018/19 MIP

Prof.ssa Sara Invitto

Percorsi Neurali dell’Udito

• Le onde sonore che giungono all’orecchio entrano

nel canale uditivo;

• Esse viaggiano sino a colpire la membrana

timpanica, facendola vibrare;

• Queste vibrazioni entrano nell’orecchio medio,

pieno d’aria, e mettono in moto 3 ossicini:

martello, incudine e staffa, che provocano la

vibrazione di un’altra membrana, la finestra

ovale;

Percorsi Neurali dell’Udito

• La finestra ovale è la porta

d’accesso alla coclea, piena di fluido;

• Entro la coclea troviamo piccole

cellule ciliate localizzate lungo la

superficie interna della membrana

basilare;

Percorsi Neurali dell’Udito

Orecchio esterno: raccoglie e

trasforma i suoni

Orecchio interno: trasduce i

suoni (converte energia

meccanica in risposte neurali)

Orecchio medio: amplifica i

suoni.

Percorsi Neurali dell’Udito

Orecchio esterno: Il padiglione + canale uditivo formano l’orecchio esterno.

I suoni sono per prima cosa raccolti dall’ambiente esterno attraverso il padiglione.

Le onde sonore sono incanalate dal padiglione dentro il canale uditivo.

La lunghezza e la forma del canale uditivo intensificano le frequenze del suono.

Il fine principale del canale uditivo è quello di isolare la struttura al suo fondo: la membrana timpanica:

• Il timpano è un sottile strato di pelle alla fine del canale uditivo esterno che vibra in risposta ai suoni

• è il confine fra l’orecchio esterno e quello medio.

Percorsi Neurali dell’Udito

Orecchio medio: Consiste di tre ossicini che amplificano la pressione dei

suoni per bilanciare le impedenze acustiche diverse fra

l’aria e l’acqua: Martello, Incudine e Staffa. Questi sono

gli ossi più piccoli di tutto il corpo.

Percorsi Neurali dell’Udito

La staffa trasmette le vibrazioni delle onde sonore alla finestra ovale un’altra membrana che rappresenta il confine fra orecchio medio e orecchio interno.

L’amplificazione della pressione provvista dagli ossicini è essenziale per la capacità di sentire suoni deboli.

Amplificazione del suono: giunture degli ossicini.

Gli ossicini sono comunque importanti anche per i suoni molto forti: membrana timpanica più larga della base delle staffe.

La finestra ovale (della coclea) è l’interfaccia fra orecchio medio e interno.

L’orecchio interno è formato da una camera piena di liquido:• richiede più energia per essere mossa

Percorsi Neurali dell’Udito

Orecchio interno:cambiamenti fini nella pressione dei suoni

vengono tradotti in segnali neurali.

La sua funzione può essere assimilabile a

quella della retina per la visione.

Orecchio interno: Coclea

Orecchio interno: Coclea

• Le vibrazioni trasmesse attraverso le membrane timpaniche e gli ossicini dell’orecchio medio fanno in modo che la staffa faccia oscillare la finestraovale fuori e dentro il canale vestibolare alla base della coclea.

• • Qualsiasi pressione rimanente è trasmessa attraverso l’ elicotrema indietro alla base cocleare attraverso il canale timpanico dove viene assorbita da un’altra membrana: la finestra rotonda.

• Coclea: Struttura fatta a spirale dell’orecchio interno contenente l’organo di Corti, è divisa in tre canali paralleli è riempita da un liquido acquoso.

Orecchio Interno: Coclea

I tre canali della coclea:1. Canale timpanico

2. Canale vestibolare

3. Canale di mezzo

I tre canali sono separati da membrane: la

membrana di Reissner e quella basilare.

Orecchio Interno: Organo di Corti

L’organo di Corti:I movimenti degli strati della coclea sono tradotti

in segnali neurali dalle strutture nell’ organo di

Corti che si estende sulla parete superiore della

membrana basilare.

Questa è fatta da neuroni specializzati chiamati

cellule ciliari, da dendriti delle fibre del nervo

uditivo che terminano alla base delle cellule ciliari e

da una impalcatura di cellule di supporto.

Orecchio Interno: Organo di Corti

Cellule ciliari interne ed esterne.

Cellule ciliari interne: Convogliano quasi tutta l’informazione sui suoni al cervello.

Cellule ciliari esterne: Convogliano le informazioni dal cervello (uso di fibreefferenti). Queste sono coinvolte in processi di feedback molto elaborati.

Le scariche dei neuroni che formano il nervo acustico in attività neurale completano il processo di trasduzione dei segnali da onde sonore a segnali neuronali.

Corteccia uditoria primaria: l'area iniziale all'interno dei lobi temporali del cervello

responsabile dell'elaborazione dell'organizzazione acustica.

Nucleo genicolato mediale: la parte del talamo che trasmette i segnali uditivi alla corteccia

temporale e riceve input dalla corteccia uditiva.

Collicolo inferiore: un nucleo del mesencefalo nella via uditiva.

Oliva superiore: una regione cerebrale precoce nel percorso uditivo in cui convergono gli

input provenienti da entrambe le orecchie.

Nucleo cocleare: il nucleo del tronco encefalico al quale le sinapsi delle fibre nervose uditive

afferenti.

Cervello

Il Suono

• Il suono si trasmette nell’aria in seguito ad alternanze di compressioni e di

espansioni di molecole di gas che si propagano come onde di pressione.

• Le onde sonore viaggiano con una certa velocità di propagazione: questa

dipende dal mezzo di trasmissione.

• L’orecchio umano percepisce frequenze tra 20 e 20.000 Hz (la= 440-444Hz).

• Ogni suono è composto da una frequenza fondamentale, che ne determina la

tonalità, e da freq. Armoniche che ne determinano il timbro.

Cos’è il Suono?

Caratteristiche fisiche delle onde sonore:

• Ampiezza: Grandezza del profilo di variazione di pressione dell’onda sonora;

• Intensità: Quantità di energia di un suono che cade su una unità di area;

• Frequenza: Per i suoni è il numero di cicli (in termini di variazione di pressione) che si ripetono in un secondo.

Caratteristiche psicologiche delle onde sonore:

• Volume (loudness): L’aspetto psicologico del suono correlato alla intensità percepita;

• Altezza (pitch): L’aspetto psicologico del suono correlato alla frequenza percepita.

Il Sistema Uditivo

Sordità e Linguaggio

• Chi nasce sordo o perde l’ udito entro i due anni di vita non riesce ad imparare (ad

apprendere) il linguaggio.

• Un bambino piccolo con un grave deficit uditivo, non correggibile differentemente,

necessita obbligatoriamente di un supporto protesico altrimenti, oltre al problema

della sordità, si presenterà il problema dell’alterazione del linguaggio.

• Il bambino con un deficit uditivo grave ma non totale impara a parlare, ma,

ascoltando le parole distorte, le riproduce altrettanto distorte. Tale fenomeno è

definito tecnicamente DISLALIA AUDIOGENA.

Sordità e Linguaggio

• Il disturbo riguarda solo l'orecchio e non l'apparato fono-articolatorio;

• Salvo rare eccezioni, apparato fono- articolatorio dei bambini che nascono sordi è integro così come è integra la loro “ facoltà di linguaggio, che a causa del loro deficit non può “entrare in funzione”;

• La legge italiana 95/2006 ha abolito il termine “sordo muto” sostituendolo con “sordo”.

Sordo ≠ Sordomuto

Acquisizione del Linguaggio

• Il bambino sordo pre-linguale smette di emettere suoni a 6 mesi (periodo di

lallazione) e senza un intervento non è in grado di apprendere il linguaggio

verbale.

Il bambino sordo non potendo udire la lingua parlata intorno a sé:

• non può imitare i suoni dell’ ambiente;

• non ha feedback acustico sulle sue stesse produzioni;

• non può comunicare appieno con coloro che lo circondano.

Acquisizione del Linguaggio

• Nel bambino sordo la mancanza di

esperienze precoci di apprendimento del

linguaggio consentono lo sviluppo

dell’intelligenza concreta, ma implicano una

forte difficoltà nello sviluppo dell’intelligenza

rappresentativa, quindi della capacità di

astrazione e di simbolizzazione.

Sordità nell’Adulto

• Nelle persone che perdono l'udito in età

adulta non ci sono rilevanti problemi a

carico del linguaggio. Nell'adulto il

linguaggio è consolidato ed il calo di

udito non intacca il patrimonio verbale.

• L'unico evidente effetto riguarda la

perdita di un efficace controllo del

volume della voce.

Le disabilità dell’udito

Un orecchio sano e ben funzionante è fondamentale per avere una buona qualità di vita. Oltre a permettere di recepire correttamente voci e suoni, le orecchie svolgono una funzione importantissima anche nel mantenimento dell’equilibrio, principalmente in fase di movimento. Non è raro, infatti, che traumi o patologie dell’orecchio portino, come conseguenza, vertigini più o meno acute che, in alcuni casi, si associano anche a nausea e vomito. Sono diversi i possibili disturbi derivanti da un cattivo stato di salute dell’apparato uditivo.

• Otite

• Pericondrite

• Ipoacausia

• Acufene

Otite

L’otite è un’infiammazione più o meno grave o con decorso cronico dell’orecchio.

Questa tipologia di infiammazione ha quasi sempre origine batterica e può verificarsi

all’interno dell’orecchio, nella parte media o in quella più esterna.

Le cause e i sintomi dell’Otite

A seconda della parte di orecchio colpita l’Otite si distingue in:

• Otite interna (labirintite) – le cause possono essere batteri o virus che si insediano nell’orecchio e che portano a vertigini, fischi alle orecchie, perdita dell’udito e giramenti di testa;

• Otite media – la cause possono essere legati ad infezioni delle vie respiratorie che si estendono lungo la tuba di Eustachio e che si manifestano con febbre, congestione nasale, dolore ed emissione di pus dal canale auricolare. Nei casi più gravi può portare a perforazione del timpano;

• Otite esterna – la cause possono essere batteri, virus o funghi (più raramente) che possono portare a prurito e dolore accompagnati da eritemi, edema e alterazione delle capacità uditiva.

Come curarla?

• L’otite può essere trattata con terapie antibiotiche,

antivirali e analgesiche. Tuttavia ci sono dei casi nei quali

può rendersi necessario un intervento chirurgico. Il più

semplice, la miringotomia, consiste in un’incisione della

membrana timpanica che permette la fuoriuscita delle

secrezioni e l’attenuarsi del dolore. Nel caso dell’otite

media secretiva che persiste da molto tempo , alla

miringotomia può seguire il posizionamento di un

tubicino di ventilazione o drenaggio trans timpanico che

permette all’aria di entrare nell’orecchio medio dal

condotto uditivo esterno.

Pericondrite

Si tratta di un'infezione che si forma tra la cartilagine del padiglione auricolare e il tessuto cutaneo che la riveste.

Cause: La pericondrite di solito è causata da lesioni all’orecchio a causa di un intervento chirurgico, piercing all’orecchio (in particolare sulla cartilagine), oppure un trauma. Il piercing è il più significativo fattore di rischio oggi. Chirurgia, ustioni e agopuntura possono aumentare il rischio di infezione.

Sintomi: Dolore e rossore all’orecchio sono il sintomo più comune. In un primo momento l’infezione si mostra come una normale infezione della pelle, ma peggiora rapidamente. Ci può essere anche la febbre e, nei casi più gravi, drenaggio di liquidi dalla ferita.

Diagnosi e cura

Diagnosi: Se vi è un trauma e l’orecchio è molto rosso e gonfio, la pericondrite diventa facile da diagnosticare. Ci può essere un cambiamento della forma normale dell’orecchio.

Terapia: Il trattamento consiste in antibiotici e se vi è del pus, può essere necessario un intervento chirurgico per drenare il liquido e rimuovere eventuali tessuti morti sulla pelle e sulla cartilagine.

Prevenzione: Il modo migliore per prevenire questa infezione è evitare piercing all’orecchio, specialmente sulla cartilagine.

Ipoacusia

Patologia che può interessare un solo orecchio o entrambi. Essa viene definita anche come «handicap sociale» perché può incidere seriamente sulla vita dell’individuo. Può essere:

• LIEVE (con perdita tra 20 e 40 decibel): il tono è percepito quando è normale;

• MEDlA (con perdita tra 41 e 70decibel): il tono è percepito quando è alto;

• GRAVE (con perdita tra 71 e 94 decibel): il tono è percepito quando è alto e vicino all’orecchio;

• PROFONDA (con perdita uguale o superiore di 95 decibel): il parlato non è percepito;

• TOTALE (con perdita superiore a 121 decibel).

Intensità sonora di alcuni rumori comuni

Decibel Sorgente di rumore

Range di sicurezza

20 Ticchettio di orologio

30 Bisbigliare

50-60 Normale conversazione

80 Suono di una sveglia

Fascia di rischio

85-90 Asciugacapelli

100 Motoslitta, concerto rock

110 Martello percussore

Fascia di lesioni

120 Sirena di ambulanza

140 (soglia del dolore) Jet

180 Lancio di un razzo

I suoni che si avvicinano ai 100 dB possono causare danni all'udito.

Classificazione

• PRELINGUISTICA: che si manifesta prima dell’apprendimento del

linguaggio (prima dei 18 mesi)

• PERILINGUISTICA: tra i 18 mesi e i 36;

• POSTLINGUISTICA: che insorge successivamente allo sviluppo naturale

della parola (dopo i 36 mesi).

Classificazione

• Ereditarie: dominanti e recessive;

• Acquisite: prenatali, neonatali, post-natali;

• Monolaterale: solo ad un orecchio;

• Bilaterale simmetrica o asimmetrica : da entrambe le orecchie in modo

simmetrico o asimmetrico.

L’Ipoacusia

• Trasmissiva: il suono non è condotto in modo efficiente dall'orecchio esterno all'interno (sono coinvolti timpano ed ossicini acustici), spesso come risultato di un'ostruzione determinata da un tappo di cerume o da un accumulo di liquido a causa di un'infezione all'orecchio. L'ipoacusia trasmissiva di solito comporta una riduzione del livello sonoro ed i suoni sono percepiti come deboli.

• Neurosensoriale: riduce la capacità di sentire i suoni deboli e si manifesta quando le cellule ciliate nell'orecchio interno (coclea) o le vie nervose subiscono un danno. L'ipoacusia neurosensoriale rappresenta il tipo più comune di perdita permanente dell'udito ed occorre soprattutto come conseguenza del naturale processo di invecchiamento o di un trauma;

• Mista: in parte trasmissiva e in parte neuro-sensoriale, ci possono essere danni nell'orecchio medio o esterno e nell'orecchio interno (coclea) o a livello del nervo uditivo.

• Centrale: tronco encefalico.

Effetti dell’Ipoacusia

• Perdita della sensibilità

• Perdita della discriminazione

• Riduzione del campo dinamico

Rimedi

• Nelle ipoacusie Protesi acustiche (analogiche o

digitali);

• Sordità o ipoacusie profonde impianto cocleare

Protesi Acustiche

• Mentre un apparecchio analogico amplifica qualsiasi rumore, non differenziando i suoni utili dai suoni di sottofondo, l’apparecchio digitale è in grado di distinguere i suoni presenti nell’ambiente circostante, rielaborando una versione sonora naturale depurata dall’effetto rumore di sottofondo e donando così a chi lo indossa un ascolto molto più chiaro e definito.

Impianto Cocleare

• Per le sordità totali, cioè con minimi o assenti residui uditivi, si utilizzano gli IMPIANTI COCLEARI o addirittura gli stimolatori del tronco encefalico: si tratta di sussidi protesici avanzati, molto complessi, in grado di restituire l’udito a persone prive di ogni residuo.

• È un orecchio artificiale elettronico che sostituisce la coclea inviando direttamente al nervo acustico i rumori e il linguaggio, converte il suono in impulsi elettrici in modo da simulare l’udito naturale.

Impianto Cocleare

È una apparecchiatura medica che viene inserita

mediante un intervento chirurgico al di sotto della pelle

della regione mastoidea (dietro al padiglione auricolare)

in una piccola nicchia scavata all'interno dell'osso

mastoideo. Il sistema è costituito da due parti:

• ricevitore ed elettrodi: una che viene posizionata

nell'orecchio con intervento chirurgico.

• processore: in genere si posiziona all'esterno dietro il

padiglione auricolare

Acufene

• L’acufene è la percezione, nelle proprie orecchie, di suoni o rumori che in realtà non sono presenti nell’ambiente circostante;

• Tale acufene, che assume caratteristiche differenti a seconda del soggetto (fischio, ronzio, fruscio, ecc.), viene definito soggettivo poiché è percepito solo ed esclusivamente del soggetto che ne soffre, e va distinto dall’acufene oggettivo (definito anche somatosound) poiché quest’ultimo si origina da una sorgente sonora interna al proprio organismo (ad esempio, articolazione della mandibola, malformazioni vascolari) e, a volte, può essere udito anche dall’esaminatore.

Cause dell’Acufene

• L’acufene può insorgere per diversi motivi, ma è comunemente connesso con l’eccessiva esposizione ai suoni molto forti che danneggiano le delicate cellule ciliate, presenti nell’orecchio interno. Altre cause possono essere le infezioni dell’orecchio, l’invecchiamento, lo stress, un eccessivo accumulo di cerume, l’alta pressione arteriosa ed i disturbi nel sistema nervoso. Anche il fumo ed il consumo eccessivo di alcol, di caffeina o di medicinali, come ad esempio gli antibiotici oppure l’aspirina, possono aggravare il problema.

Malattia di Menière

• L’idrope endolinfatico è il presupposto della malattia di Menière ed è responsabile dei

sintomi uditivi (e non delle vertigini): acufene, pienezza auricolare (fulness) ed

ipoacusia. In particolare, l’eccessivo volume di endolinfa determina una sofferenza

delle cellule ciliate interne ed esterne responsabile dei sintomi. Non si può escludere

che tale sofferenza meccanica possa mettere in vibrazione la coclea e quindi generare

un vero e proprio acufene oggettivo, e pertanto udibile anche dall’esterno, ma le

possibilità sono davvero remote, quindi è ancora considerata come soggettiva.

Diagnosi

Il paziente dovrà

essere pertanto

sottoposto a visita

audiologica o

otorinolaringoiatrica.

Acufene Cronico

• Completamente diverso è invece il trattamento dell’acufene cronico. In tal caso, i meccanismi patogenetici che lo hanno generato possono essere presenti o meno e cronici, ma non suscettibili di trattamento efficace.

• Nel paziente disturbato sarà necessario innanzitutto valutare con specifici questionari il grado di disturbo generato dall’acufene (tra i più utilizzati ricordiamo il Tinnitus Handicap Inventory) e stabilire se il paziente stesso merita di essere sottoposto al trattamento.

Approccio

Terapeutico

• Pavel Jastreboff sostiene che l’acufene in alcuni soggetti si trasformi da un semplice fenomeno acustico (un suono) in un evento che monopolizza l’attenzione del soggetto stesso ed interferisce con qualsiasi tipo di attività quotidiana determinando ansia, frustrazione, depressione.

• Proprio attraverso tale concetto è possibile spiegare perché alcuni soggetti percepiscono un acufene senza esserne particolarmente disturbati ed altri invece lo soffrono particolarmente al punto da dover ricorrere al trattamento specifico proposto proprio da Jastreboff.

• Secondo l’autore, ogni suono che noi percepiamo viene riconosciuto, memorizzato e categorizzato affinché possa essergli attribuito un preciso significato. Attraverso tale processo si può sapere se un determinato suono deve essere preso in considerazione o meno.

Approccio Terapeutico

• Un trattamento efficace consiste in una vera e propria psicoterapia e può essere affiancato alla somministrazione di ansiolitici per brevi periodi di tempo. Accanto a tale desensibilizzazione psicologica è importante anche una desensibilizzazione fisica che si ottiene con l’arricchimento sonoro dell’ambiente, utile soprattutto nelle ore notturne, quando l’ambiente silenzioso favorisce la percezione dell’acufene. A tale scopo possono essere utilizzate le comuni protesi acustiche o particolari sorgenti sonore che riproducono rumori familiari quali ad esempio il vento o la pioggia.

Altri Rimedi

• Relax e consapevolezza.

• Una sana alimentazione e esercizio

fisico;

• Indossare otoprotettori;

• Generatore di suoni;

• Pensiero positivo;

• Mantenere buone abitudini del sonno.