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SCUOLE COINVOLTE
IIS “F. Bottazzi” Casarano (LE)Scuola Capofila
Elettronica/ElettrotecnicaITIS “E. Mattei” Maglie (LE) Elettronica-ElettrotecnicaITIS “E. Fermi” Lecce Elettronica-ElettrotecnicaLiceo Scientifico “L. Da Vinci” Maglie (LE) FisicaLiceo Scientifico “Vanini” Casarano (LE) FisicaLiceo Scientifico “E. Ferdinando” Mesagne (BR) FisicaIst. Stat. d’Arte “N. della Notte” Poggiardo (LE) Ideazione-Realizzazione Logo
Agenzia Spaziale Italiana Ufficio Scolastico Regione Puglia Università del Salento – Dip. di Fisica Università di Roma “La Sapienza” – Dip. di Fisica Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Lecce Centro Italiano Ricerche Aerospaziali Lions Club di Mesagne (Br) Lions Club di Maglie (Le)
PARTNERS
COMPOSIZIONE TEAM 1 Responsabile/Coordinatore 18 Docenti/Tutors 6 Supporto Did/Tecn/Scient. 34 Studenti-Sperimentatori
SUPPORTO DIDATTICO-TECNICO-SCIENTIFICO
Prof. Edoardo Gorini (Dip. Fisica – Unisalento Lecce) Prof. Ivan De Mitri (Dip. Fisica – Unisalento Lecce) Prof. Marco Panareo (INFN – LecceLecce) Prof. Margherita Primavera (INFN – Lecce) Prof. Paolo De Bernardis (Dip. Fisica – Univ. La Sapienza Roma) Prof. Antonio Di Domenico (Dip. Fisica – Univ. La Sapienza Roma)
RIFERIMENTI ASI
D.ssa Giuseppina Pulcrano (Resp. Divulgazione Aerospaziale) D.ssa Daniela Leprini (Divulgazione Aerospaziale) Ing. Roberto Ibba (Resp. Unità di terra) Ing. Domenico Spoto (Resp. Base Lancio Trapani-Milo)
DURATA DELL’ESPERIMENTO
POSSIBILI SITI DI LANCIO
A.S. 2009-2010• Corso docenti (gennaio-marzo 2010)• Corso studenti (marzo-maggio 2010)
A.S. 2010-2011 Realizzazione dell’esperimento
(novembre 2010-febbraio 2011) Validazione (marzo 2011) Lancio (aprile-agosto 2011) Analisi dati (settembre-novembre
2011) Pubblicazione report (dicembre
2011)
Trapani-Milo (Italia) Isole Svalbard (Norvegia) Piattaforma S. Marco
(Kenia)
LA METEOROLOGIA CONNESSA CON I VOLI DA PALLONI STRATOSFERICI
Le condizioni meteorologiche rivestono primaria importanza nei voli dei palloni stratosferici. Difatti, è indispensabile la conoscenza dei venti al suolo nella preparazione del lancio, del gonfiaggio del decollo. I venti alle varie quote per la traiettoria di salita, plafond, quota di sgancio del carico, area di recupero. Ne consegue il continuo monitoraggio della situazione barica al suolo, alle varie quote di volo, alla quota di crociera, nell’area di recupero. Molto importante il profilo termico verticale, poiché le temperature possono raggiungere -70°C nella Tropopausa. Per far ciò, il meteorologo responsabile si avvale di sofisticate apparecchiature meteorologiche, come radiosonde, anemometri digitali, palloni frenati, satelliti meteorologici, carte meteorologiche aggiornate ogni 6 ore, topografie in quota delle superfici isobariche. Soltanto a seguito di approfondita analisi di tutti i parametri che rispecchiano i vincoli di sicurezza e riuscita del volo, si procede al count-down.
Definizione
“L’atmosfera terrestre è un involucro gassoso che avvolge la Terra, ne assume la forma e ne segue il movimento nello spazio”.
• L’atmosfera terrestre è uno strato molto sottile d’aria: nei primi 30 km si trova il 99% dell’intera massa
• Composizione chimica: 78% azoto, 21% ossigeno, 1% altri gas• Liquefatta, occuperebbe uno spessore di appena11 metri• Grazie ad essa è possibile la vita sulla Terra• E’ la sede dei fenomeni meteorologici
PROFILO TERMICO PROFILO TERMICO DELL’ATMOSFERADELL’ATMOSFERA
strati a strati a profilo termico uniformeprofilo termico uniforme• troposferatroposfera
temperatura decrescentetemperatura decrescente• stratosferastratosfera
temperatura crescentetemperatura crescente• mesosferamesosfera
temperatura decrescentetemperatura decrescente• termosfera e strati esternitermosfera e strati esterni
temperature crescenti temperature crescenti (superiori al migliaio di (superiori al migliaio di gradi)gradi)
approssimazione gas approssimazione gas perfettiperfetti
strati di transizione a strati di transizione a temperatura temperatura costantecostante• TropopausaTropopausa• StratopausaStratopausa• MesopausaMesopausa• TermopausaTermopausa
FORZA DI GRADIENTE
CIRCOLAZIONE GENERALE (TEORICA) DELL’ATMOSFERA
In questo caso, l’unica forza attiva che fa muovere l’aria è la Forza di Gradiente (Fg) che sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la differenza di pressione relativamente alla distanza e sarà dipendente, per motivi d’inerzia, dalla densità dell’aria stessa, cioè, inversamente proporzionale alla densità. Per cui, a quote più elevate ed a parità di differenza di pressione e di distanza, la Fg sarà maggiore che negli strati più bassi.
Cel
la d
i Had
ley
CIRCOLAZIONE GENERALE (REALE) DELL’ATMOSFERA
In ques’altro caso, la Fg viene deviata da una forza fittizia che agisce soltanto quando la massa d’aria è in movimento. Questa forza si chiama Forza Deviante (Fd); essa è in funzione della velocità angolare della Terra, della velocità della massa d’aria e della latitudine del luogo in cui si muove ed agisce sempre perpendicolarmente al vettore velocità sulla sua destra.
Cella di Hadley
Cella di Ferrel
Cella Polare
alisei
venti occ.
venti polari
VENTO GEOSTROFICO
F= -1/φ . ΔP/ΔH
in cui:
F = forza agente
φ = densità dell’aria
ΔP = P2 – P1
ΔH = H2 – H1IL VENTO GEOSTROFICO AUMENTA:
a. Con il gradiente barico
b. Con il diminuire della densità dell’aria, ovvero, con la quota
c. Con il diminuire della latitudine (trascurando l’attrito
CIRCOLAZIONE ALTE E BASSE PRESSIONI
DIVERGENZA E CONVERGENZA
CONVERGENZA
DIVERGENZA
CALORE E TEMPERATURACALORE E TEMPERATURA
Il calore è la forma macroscopica nella quale ll'energia passa da un sistema fisico ad un altro unicamente a causa di differenze di temperaturat
In fisica, la temperatura è la proprietà fisica di un sistema corrispondente alle nozioni comuni di "caldo" e "freddo"; normalmente il materiale con temperatura più alta è considerato più caldo, anche se può non sembrare tale: ad esempio una pezzo d‘argentoasembra molto più freddo di un pezzo di plastica alla stessa temperatura, a causa del calore specificocdei materiali.Formalmente, la temperatura è la propriietà pche regola il trasferimento di energia termica o calore, da un sistema ad un altro. Quando due sistemi sono alla stessa temperatura, si dice che si trovano in equilibrio termico e non avviene nessun trasferimento di calore. Quando esiste una differenza di temperatura, il calore tenderà a muoversi dal sistema a temperatura più alta verso il sistema a temperatura più bassa, fino al raggiungimento dell‘equilibrio termico.
Si definisce calore specifico di una sostanza “la quantità di calore necessaria a innalzare di 1°C la temperatura dell'unità di massa”. In relazione alle condizioni di riscaldamento, si distinguono rispettivamente - il calore specifico a volume costante - il calore specifico a pressione costante.
In generale, i due calori specifici dipendono dalla temperatura e nel caso dell'acqua e di tutte le sostanze praticamente incomprimibili hanno valori approssimativamente uguali.
IL CALORE SPECIFICO
LA TEMPERATURA DELL’ARIA
Per temperatura dell’aria al suolo si intende la temperatura dell’aria misurata a circa 2 metri dal suolo, lontano da superfici radianti.
• variabilità di comportamentovariabilità di comportamento
• alternanza di massimi e minimialternanza di massimi e minimi
• serie di strati a serie di strati a profilo termico uniformeprofilo termico uniforme
(sempre crescente o decrescente)(sempre crescente o decrescente)
• strati di transizione a strati di transizione a temperatura costantetemperatura costante
TEMPERATURA
GRADIENTI TERMICI(Definizioni)
GRADIENTE TERMICO VERTICALE: si definisce tale quando la temperatura diminuisce con la quota.ISOTERMIA: quando la temperatura rimane costante con la quota.INVERSIONE TERMICA: quando la temperatura, invece di diminuire con la quota, aumenta.GRADIENTE TERMICO ORIZZONTALE: indica la diminuzione della temperatura sulla distanza orizzontale.
SCALE TERMOMETRICHE
•SCALA FAHRENEITH: il cui valore 32 corrisponde allo 0 della scala centigrada, ed il valore 212 corrisponde a 100 della scala Centigrada.
•SCALA KELVIN: detta scala assoluta o scala campione.
•SCALA CELSIUS o CENTIGRADA: il cui valore 0 corrisponde alla temperatura del ghiaccio fondente; il valore 100 alla temperatura dell’acqua bollente.
Gradiente termico verticale e inversione termica
L’INVERSIONE TERMICA
LA PRESSIONE
In fisica, la pressione è una grandezza fisica definita come “il rapporto tra la forza agente normalmente su una superficie e la superficie stessa”.
P = F/S
Quando non esistano ulteriori specificazioni, la pressione si intende riferita all'unità di superficie.
LA PRESSIONE ATMOSFERICA
“La pressione atmosferica è la forza o peso esercitata da una colonna d’aria sull’unità di superficie”. Il suo valore varia in funzione dell’altitudine, della latitudine e della temperatura.
Essa è rappresentata dalla relazione:p = g h ⍴
dove: ⍴ la densità del mercurio
g l’accelerazione di gravitàh l’altezza della colonna di mercurio
La pressione atmosferica normale, o standard, è quella misurata alla latitudine di 45°, al livello del mare (l.m.) e ad una temperatura di 0°C, che corrisponde ad una colonna di mercurio alta 760 mm. Nelle altre unità di misura corrisponde a:
760 mmHg = 1 atm= 101325 hPa= 1013,25 millibar= 760 torr
ESPERIMENTO DI TORRICELLI (1640)
Barometro di Fortin (1800)
La pressione atmosferica cambia con la quota
GRADIENTE BARICO
Si definisce Gradiente Barico Verticale la diminuzione della pressione con la quota. Esso è pari ad 1 hPa/8mt di salita, oppure 1 mmHg/11 mt.
Si definisce Gradiente Barico Orizzontale la variazione della pressione sulla distanza orizzontale.
IL VENTO
DEFINIZIONE:
“Si definisce VENTO lo spostamento orizzontale delle masse d’aria rispetto al suolo. Si chiama VENTO AL SUOLO se viene misurato al suolo; in quota se viene misurato in quota”.
CARATTERISTICHE DEL VENTO
Il vento può essere:
TESO: quando la direzione di provenienza e l’intensità sono pressoché costanti.
A RAFFICA: quando la direzione di provenienza è pressoché costante, ma l’intensità varia di almeno 10 kts la media degli ultimi 10’.
DI GROPPO: ha le stesse caratteristiche del vento A RAFFICA ma è accompagnato da afflusso di aria fredda.
VENTO AL SUOLOVENTO AL SUOLO Forza dovuta all’attritoForza dovuta all’attrito::
• rallenta la velocitàrallenta la velocità• devia il vento geostrofico verso basse pressionidevia il vento geostrofico verso basse pressioni• nulla oltre quota di 1000 metrinulla oltre quota di 1000 metri
Fa = KV in cui:
Fa = Forza di attrito
K = Costante di proporzionalità
V = Vettore velocità
VENTO AL SUOLOVENTO AL SUOLO
sugli oceanisugli oceani::• velocità velocità 70% velocità vento geostrofico 70% velocità vento geostrofico
• deviazione di 10°-20° direzione vento geostroficodeviazione di 10°-20° direzione vento geostrofico
sui continentisui continenti::• velocità velocità 40% velocità vento geostrofico 40% velocità vento geostrofico
• deviazione di 40°-50° direzione vento geostroficodeviazione di 40°-50° direzione vento geostrofico
a quota di 1000 metria quota di 1000 metri::• attrito nulloattrito nullo
• vento geostroficovento geostrofico
VENTI IN QUOTA
UNITA’ DI MISURA DEL VENTOUNITA’ DI MISURA DEL VENTO
l’intensità del vento viene misurata in:l’intensità del vento viene misurata in:• chilometri orarichilometri orari km/h km/h• metri per secondo metri per secondo m/sm/s• nodi nodi ktkt
1 kt = 1,85 KM/H = 0,52 M/S1 kt = 1,85 KM/H = 0,52 M/S1 m/s = 1,94 KT = 3,6 KM/H1 m/s = 1,94 KT = 3,6 KM/H1 km/h = 0,54 KT = 0,28 M/S1 km/h = 0,54 KT = 0,28 M/S
unità di misura:unità di misura:• ICAO prevede ICAO prevede km/hkm/h• la scelta è lasciata a decisione nazionalela scelta è lasciata a decisione nazionale• ktkt riconosciuto come standard a tempo riconosciuto come standard a tempo
indeterminato (anche l’Italia lo ha adottato)indeterminato (anche l’Italia lo ha adottato)• m/sm/s utilizzato nell’est europeo utilizzato nell’est europeo
REGOLA DI BUYS-BALLOT
“volgendo le spalle al vento, sulla dx vi è l’Alta Pressione, sulla sx la Bassa Pressione”
COSA SONO I PALLONI STRATOSFERICI?
Velivoli senza propulsione auto-sostentanti nell’atmosfera grazie alla minore densità del gas contenuto nel pallone, tipicamente elio, rispetto all’aria intorno, nella quale essi sono mossi orizzontalmente dalla spinta dei venti.
Principali caratteristiche: Quota di volo: 38-40 km Carico utile : sino a 5 tonnellate Dimensioni navicella : L. < 4m, h < 6m.
Durante il volo il carico utile del pallone esegue la sua missione scientifica.
Al termine del volo il carico viene separato per poi essere recuperato, generalmente a terra o, occasionalmente, in mare.
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VOLI CON PALLONI STRATOSFERICI
I palloni stratosferici rappresentano storicamente uno dei primi mezzi per condurre esperimenti scientifici in ambiente "quasi spaziale“, ossia, in condizioni di microgravità e sono tutt’oggi uno strumento molto utile a disposizione della ricerca scientifica. Avendo la possibilità di volare fino ad una quota di 40 km e più, i palloni sono innanzitutto un buon osservatorio per lo studio dell'Universo.
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L'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha una lunga tradizione di lanci di palloni stratosferici dalla Base “L. Broglio” di Trapani-Milo, alle pendici di Monte Erice. Da questa Base, a partire dal 1975, sono stati effettuati numerosissimi lanci con a bordo esperimenti dedicati ad un ampio spettro di discipline. Inoltre, nell'ambito di collaborazioni internazionali, l'ASI partecipa ai lanci effettuati in Artide ed Antartide.
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La durata dei voli varia da poche ore (voli locali), con recupero degli esperimenti in mare o in Sicilia, fino a 22-23 ore (voli transmediterranei) con recupero degli esperimenti in territorio spagnolo. Questi ultimi, sono possibili grazie alle favorevoli condizioni meteorologiche che si stabilizzano durante il periodo estivo, alla calma di vento mattutina e pre-notturna, nonché ai venti in quota che soffiano dal settore orientale trasportando il pallone verso occidente. Da tempo, sono in corso accordi con la NASA per l’effettuazione di voli transatlantici con recupero in territorio USA (tempi di volo: 5 giorni circa).
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TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE DEI PALLONI
- Costruiti dalla RAVEN americana, la composizione chimica rimane tutt’ora un segreto ben custodito. Tuttavia, si suppone siano composti di materiale liquido raffreddato successivamente.
- Il loro spessore non supera i 25 micron
- Possono sopportare temperature di circa -90°C
- Il loro volume varia dai 1.000 m3 al 1.200.000 m3 (di quest’ultimo, unico lancio al mondo effettuato dalla Base di Milo con BOOMERANG), in funzione della quota e del carico (a richiesta, si possono impiegare palloni più piccoli, ad esempio, di 286 m3 usato con il volo didattico ESPRA del Giugno ’05 con carico di 10 kg alla quota di navigazione di circa 27 km)
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PERCHE’ USARE I PALLONI NELLE ATTIVITA’ SPAZIALI?
- Bassi costi, circa 1/10 rispetto ad un normale volo spaziale
- Una missione spaziale prevista con lo Space Shuttle, comporta tempi di attesa di circa 5 anni
- Una missione spaziale prevista con volo da pallone, i tempi si riducono a 6 mesi
Gas impiegato: Elio
Carico massimo lanciato da Milo: oltre le 4 tonn Velocità ascensionale: 5 m/s
Sono gestibili dalla Sala Controllo Navigazione della Base di Trapani-Milo
Per il volo USV “Castore”, è stato utilizzato un pallone di 350.000 m3 con un carico utile di circa 3 tonnellate ad una quota di 32 km
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PERCHE’ USARE I PALLONI NELLE ATTIVITA’ SPAZIALI?
- Una missione spaziale prevista con lo Space Shuttle, comporta tempi di attesa di circa 5 anni
- Una missione spaziale prevista con volo da pallone, i tempi si riducono a 6 mesi
- Bassi costi, circa 1/10 rispetto ad un normale volo spaziale
L’ANDAMENTO DELLE CORRENTI NELL’EMISFERO
NORD FINALIZZATE AL LANCIO DI PALLONI
STRATOSFERICI
Considerando la circolazione generale dell’atmosfera al disopra dei 25 km (circa 25hPa), l’influenza della circolazione è NULLA! La configurazione delle superfici isobariche risentono solo ed esclusivamente del riscaldamento dell’atmosfera a quelle quote.Durante il corso dell’anno, responsabile di tale riscaldamento è la radiazione solare diretta e l’albedo. Per tale motivo, durante il periodo primaverile ed autunnale, ci sarà un momento in cui le superfici isobariche coincidono con le rispettive superfici equipotenziali, ovvero, hanno la forma del geoide.Partiamo da tale momento nel periodo primaverile e andiamo verso l’inizio dell’estate, poiché le superfici isobariche coincidono con i geopotenziali, vento è zero (gradiente delle isopipse “zero” = periodo del “turn round”).
EMISFERO NORD (1)
Con l’inizio del riscaldamento dell’emisfero boreale (alle quote considerate) si riscalda e si espande. Pertanto, si comincia a creare un anticiclone (H) con centro il Polo Nord; tale anticiclone inizia con piccole circolazioni anticicloniche che si intravedono nei pressi del Circolo Polare (come latitudine) che si intensificano man mano che si va verso l’estate, si fondono e si dirigono verso il Polo fino a formare un unico anticiclone con centro il Polo stesso.
In tale condizione, nell’emisfero Boreale la superficie isobarica “taglia” la superficie equipotenziale come in fig. 1A Le isoipse, pertanto, saranno mediamente lungo i paralleli, con circa 5-6 ondulazioni dovute alle onde di Rosby. Il massimo del vento si verificherà nel periodo di massimo riscaldamento (15 luglio-15 agosto). Il vento, naturalmente, spirerà da Est verso Ovest.
Dopo l’autunno, invece di un anticiclone al Polo Nord si instaurerà una circolazione ciclonica (L) rappresentata in fig. 1B e la superficie isobarica “taglierà” la superficie equipotenziale come in fig. 1B’. Quindi, il vento invertirà la sua direzione spirando da Ovest verso Est. La stessa cosa, ma invertita, si verifica nell’emisfero Australe.
EMISFERO NORD (2)
Informazioni Generali sulla Base di Trapani-Milo
La Base “Luigi Broglio”di Trapani è stata istituita nel 1975.
Si trova nel territorio del Comune di Trapani ed occupa l’area di un ex aeroporto militare in concessione all’Agenzia Spaziale Italiana.
È situata alle pendici del monte Erice, in Contrada Milo.
Nella Base sono presenti diversi edifici adibiti a varie funzioni, quali uffici, centro di controllo ed elaborazione dati, locali di integrazione, laboratori ed officine, magazzini, rimessaggi.
PALAZZINA CONTROLLO VOLI
Caratteristiche della Base
• Area di circa 100 ettari.• Posizione geografica:
• Lat. 38.01 N • Long. 12.35 E
• H ~70 msl
Le fasi della missione :
fase di salita: inizia con la separazione del pallone dalla macchina di
lancio e termina al raggiungimento della condizione operativa alla quota di galleggiamento prefissata
fase di galleggiamento: inizia con il raggiungimento della quota di plafond e termina
con la separazione del carico; durante questa fase vengono effettuati i rilevamenti scientifici ed eseguite le operazioni di mantenimento previste per il volo.
fase di rientro: ha inizio con la separazione della navicella e termina con il
recupero della stessa.
Missioni Tipo a) Volo Transmediterraneo
in periodo estivo, sfruttando le correnti stratosferiche che si muovono da Est verso Ovest, il pallone viene trasportato verso il territorio spagnolo, dove il carico viene sganciato e recuperato.
Tali voli hanno una durata media di 20 ore.
I voli di tipo transmediterraneo possono diventare anche transatlantici, con recupero in territorio americano.
Traiettorie tipiche
Periodo: 15 giugno - 15 Agosto
Missione Tipo b)
Volo locale
Durante i periodi di transizione le correnti stratosferiche invertono la direzione (da W verso E), permettendo l'effettuazione di voli locali con un periodo di galleggiamento intorno alle 6 ore, con lievi spostamenti rispetto al punto di lancio, ed il recupero del payload sull'entroterra della Sicilia o sul mare.
Periodo : Primavera -Autunno
Il volo locale si presta meglio alle esigenze scolastiche
Le attività di preparazione e di esecuzione di una missione:
analisi di missione analisi e previsioni meteorologiche integrazione e controlli preparazione del velivolo lancio operazioni in volo acquisizione e registrazione dati sgancio e recupero
preparazione
esecuzione
La preparazione della missione muove dall’individuazione delle esigenze dell’utilizzatore del volo per la successiva messa a punto della tipologia della missione, dei requisiti su tempi e condizioni del volo, la strumentazione necessaria, i servizi di comunicazione, acquisizione e distribuzione dei dati.
La configurazione delle varie parti e dell’insieme può variare in dipendenza del tipo di volo e degli aggiornamenti tecnologici.
Il veicolo è composto dalle seguenti parti/apparati:
• pallone, in polietilene, con dimensioni variabili a seconda del carico, da poche centinaia di mc di volume a oltre 1.000.000 di mc.
• paracadute (vedi fig. a lato) • navicella (vedi fig. a lato) • catena di volo, (vedi fig. a
lato) che è il sistema di collegamento meccanico ed elettrico tra la navicella, il paracadute e il pallone.
La navicella:
Trasporta il payload e i sottosistemi di volo (v. esempio nella foto)
Viene in genere progettata e realizzata dall’utilizzatore del volo, con le opportune interazioni tecniche con il personale responsabile dei sottosistemi di volo che dovranno essere accomodati sulla navicella stessa o su un modulo dedicato che interfaccia con essa.
Il carico utile può essere sottoposto a test nei locali di integrazione messi a disposizione presso la Base, e viene poi integrato nella navicella alla presenza e con l'ausilio degli sperimentatori, che partecipano a tutte le prove successive all'integrazione (elettrica, elettronica e meccanica) dei sottosistemi di volo, per la verifica funzionale e di interfaccia dei loro esperimenti anche con i sistemi di terra.
I principali Sottosistemi (S/S) di bordo della navicella sono:
S/S di potenza Normalmente, batterie di celle primarie al litio
S/S di TM/TC, (versione UHF) Down-Link: Trasmettitori (2) di telemetria del tipo a
modulazione di fase; portanti RF: 400,17 MHz e 401,16 MHz - PCM encoder a formato e bit rate programmabili per la acquisizione e formattazione di informazioni analogiche e digitali provenienti dagli Esperimenti.
Up-Link: Ricevitori (2) di Telecomandi del tipo supereterodina con discriminatore per FM, sintonizzati sulla frequenza 444 MHz.
Antenne TX/RX.
Altri sottosistemi (S/S) di bordo della navicella sono:
S/S zavorra: motorizzato per il controllo della quota del pallone
S/S di localizzazione e identificazione del Pallone:
Ricevitori GPS per la localizzazione in tempo reale del pallone; le informazioni fornite (lat., long.,quota, velocità, UTC) vengono trasmesse via telemetria;
Radioboa, per la localizzazione della navicella quando scende con il paracadute e per la sua ricerca a terra.
S/S separazione del Pallone dal Carico
S/S per l'atterraggio e il recupero
Sistema di galleggiamento utile nei casi di discesa del carico in mare
Sistema di smorzamento per l'atterraggio
Attività sui Carichi Utili (PAYLOADS)
INTEGRAZIONE E CONTROLLI
Il payload può essere sottoposto prima dell’integrazione a test ambientali
Il payload viene integrato sulla navicella che trasporta anche i vari sottosistemi di volo:
Integrazione meccanica Integrazione elettrica-elettronica ( interfaccia
esperimento - telemetria di bordo e alimentazione)
Si effettuano le verifiche del corretto funzionamento dell’insieme
Fase operativa
Dopo il lancio il pallone viene controllato da terra per mezzo di un collegamento
radio sulle bande UHF e/o S. Alcuni canali sono utilizzati per la localizzazione
(tramite sistema GPS ed ARGOS ) del pallone e per la gestione operativa del
volo, mentre i rimanenti sono a disposizione del carico.
Dal momento del lancio si effettua il monitoraggio della quota di volo e della
traiettoria, la previsione della traiettoria a venire, si determinano le operazioni di
scarico della zavorra per il mantenimento della quota, si fornisce il supporto alla
gestione della separazione tramite previsione del punto di caduta e valutazione
del rischio.
Durante il volo si registrano sia i dati scientifici sia di house-keeping, si
estraggono dal flusso i dati scientifici secondo formati e/o standard concordati
con gli sperimentatori/utenti e li si rendono disponibili via rete oppure su supporti
magnetici.
SALA TELEMETRIA
STAZIONE MOBILEPALLONE FRENATO
(ANEMOMETRO)
SALA METEOROLOGIA
Fase di Preparazione al lancio
Payload agganciato alla macchina di lancio prima del volo
Fasi di preparazione al Lancio
Fasi del Lancio
CATENA DI VOLO
CATENA DI VOLO
FASE DI SALITA
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