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SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO
PER LA LIGURIA
RENDICONTO 2012 – COMUNE DI LERICI - DEBITI FUORI BILANCIO DERIVANTI DA CONDANNE GIUDIZIALI - IL CONTROLLO DI REGOLARITÀ
AMMINISTRATIVA E CONTABILE DELLA CORTE DEI CONTI NON SI LIMITA A CONSTATARE IL RISPETTO FORMALE DELLA PROCEDURA SEGUITA PER IL RICONOSCIMENTO, MA SI ESTENDE ANCHE A VERIFICARE CHE LA CAUSA
GENERATIVA DEL DEBITO MEDESIMO SIA CONFORME AI CRITERI DI SANA E CORRETTA GESTIONE DELL’ENTE – GRAVAMI PRETESTUOSI AL FINE DI
RITARDARE L’ADEMPIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI – ULTERIORE AGGRAVIO DEI COSTI – MANCATO RISPETTO DELL’OBBLIGO DI PREDISPORRE
ADEGUATI ACCANTONAMENTI - RICONOSCIMENTO TARDIVO DI POSTE DEBITORIE – IRREGOLARITÀ FINANZIARIA – MANCATO RICONOSCIMENTO
DEL DEBITO AL FINE DI ELUDERE IL RISPETTO PATTO DI STABILITÀ – PROFILI DI NATURA PENALE – ART. 479 C.P. – TRASMISSIONE DELLA DELIBERA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA E ALLA PROCURA
REGIONALE DELLA CORTE DEI CONTI
Deliberazione 2 marzo, n. 13/2015/SRCLIG
1
Deliberazione n. 13/2015
LA CORTE DEI CONTI
Sezione Regionale di Controllo per la Liguria
composta dai seguenti magistrati:
Dott. Ermanno GRANELLI Presidente
Dott. Angela PRIA Consigliere
Dott. Alessandro BENIGNI Primo Referendario (relatore)
Dott. Francesco BELSANTI Primo Referendario
Dott. Claudio GUERRINI Referendario
nell’ adunanza del 27 gennaio 2015 ha reso la seguente
PRONUNCIA
- esaminata la relazione sul bilancio consuntivo 2012 del Comune di LERICI
(SP), inviata dall’organo di revisione alla Sezione regionale di controllo per la
Liguria della Corte dei conti ai sensi dell’art. 1, comma 166, della legge 23
dicembre 2005, n. 266;
- letto l’esposto del 15 aprile del 2014 di alcuni consiglieri comunali di
minoranza, pervenuto alla Segreteria della Sezione il 29 aprile del 2014, in cui
vengono sottoposte alla Sezione Regionale di controllo alcune condotte <<volte
2
ad aggirare le disposizioni di legge e regolamentari dettate in materia di patto di
stabilità interno>>;
- visti i chiarimenti e le precisazioni fornite, a seguito di richiesta formulata dal
magistrato istruttore, dall’Amministrazione con le note del 29 settembre 2014,
n. 19948, del 28 ottobre del 2014, del 19 dicembre 2014 e del 12 gennaio
2015, tutte senza protocollo;
- vista la conseguente richiesta del magistrato istruttore di deferimento della
questione all’esame collegiale per l’adozione della pronuncia specifica ex art.
148-bis TUEL;
- uditi nelle adunanze del 27 gennaio 2015 il magistrato relatore, Dott.
Alessandro Benigni e, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, il
Sindaco, Dott. Marco Caluri, il Segretario generale, Dott. Angelo Petrucciani, e
la Responsabile del Servizio Finanziario, Dott.ssa Katia Serio;
FATTO
La Relazione inviata per il controllo finanziario sul bilancio consuntivo
2012 certifica le seguenti anomalie:
a) riconoscimento di debiti fuori bilancio di parte corrente, regolarmente
riconosciuti, per un ammontare complessivo di euro 200.979,37;
b) la presenza di debiti ancora da riconoscere al 31 dicembre del 2012 per
l’importo di euro 2.719.887,22, da coprire in parte mediante
l’utilizzazione dell’intero avanzo libero di amministrazione e, per il
residuo, con la devoluzione di mutui in corso ed eventuale stipulazione
di ulteriori mutui.
Con riferimento al primo punto, l’esame delle deliberazioni, acquisite al
fascicolo, consente di rilevare come i debiti attengano tutti a condanne
giudiziali (quelle di ammontare più elevato, addirittura di appello) in assenza
3
di alcun accantonamento anche solo parziale.
Il debito di euro 2.719.887,22, anch’esso derivante da una sentenza
esecutiva della Corte di Appello di Genova ed avente ad oggetto la corretta
determinazione delle indennità di occupazione temporanea e di esproprio
definitivo, oltre agli interessi legali e al maggior danno, relative ad un terreno
di proprietà del Conte Nino Papirio Picedi Benettini, ancora da riconoscere
alla data del 31 dicembre 2012, è stato oggetto di un esposto da parte di
alcuni consiglieri di minoranza i quali hanno voluto sottolineare come gli
organi amministrativi, compresi il Segretario generale e la Responsabile del
Servizio Finanziario, e l’intero Consiglio Comunale siano stati tenuti, a loro
dire dagli Organi di governo del Comune, all’oscuro di tale vicenda, divenuta
nota solo a seguito di alcuni articoli di stampa apparsi nel mese di gennaio
2013.
Il tardivo riconoscimento del debito, avvenuto solo in data 30 aprile
2013 e non nel 2012, anno di maturazione del medesimo, sarebbe stato
finalizzato, secondo l’esposto, <<ad aggirare le disposizioni di legge e
regolamentari dettate in materia di patto di stabilità interno>>.
La gravità del caso ha indotto il Consiglio Comunale a istituire una
Commissione Speciale di Controllo e di Garanzia che, al termine di una serie
di audizioni, ha concluso i propri lavori nel mese di ottobre 2013 producendo
due distinte relazioni, di maggioranza e di minoranza, non essendosi raggiunto
l’accordo unanime su un unico testo.
L’esame di entrambe le relazioni, della sentenza 20 aprile 2012, n. 462
della Corte di Appello di Genova e dei verbali delle audizioni della
Commissione di Garanzia, documentazione interamente acquisita agli atti,
consente una piana ricostruzione dell’intricata vicenda.
4
Tutto nasce dalla trasmissione, mediante fax, della sentenza sopra
menzionata al Comune di Lerici, verificatasi il 22 maggio 2012 e portata
immediatamente a conoscenza della Responsabile del Servizio Segreteria,
Dott.ssa Elisa Graceffa, la quale informa immediatamente il Sindaco, Dott.
Marco Caluri e l’Assessore al Bilancio, Dott. Alessandro Palandri.
Il documento non viene protocollato e non viene portato a conoscenza
della Responsabile del Servizio Finanziario (e tanto meno al Consiglio
Comunale), neppure a seguito della nota del 21 agosto 2012, n. 17337, con
cui la medesima aveva formalmente chiesto di comunicare entro il termine del
15 settembre 2012 l’eventuale esistenza di debiti fuori bilancio, al fine di
potere adottare i conseguenti provvedimenti in vista dell’approvazione della
deliberazione di salvaguardia degli equilibri, da farsi necessariamente entro il
30 settembre 2012.
In risposta a tale richiesta, la Responsabile del Servizio Segreteria, pur a
conoscenza dell’esistenza dell’ingente debito, si limita a dichiarare la presenza
di altre due obbligazioni fuori bilancio per soli euro 11.628,40. Quest’ultima
giustificherà successivamente la sua condotta alla Commissione di garanzia e
di controllo adducendo il fatto che <<era una sentenza che metteva in difficoltà
l’amministrazione per il bilancio>>; in particolare, la scelta di non informare
neppure il Revisore dei conti fu presa per <<un estremo atto di solidarietà, di
lealtà verso l’Amministrazione>>, in quanto <<se l’avessimo riconosciuto nel
2012 saremmo usciti dal patto di stabilità. Quello che è successo è stata la cosa
migliore per il pagamento di questo debito>>1
In data 27 ottobre 2012, a cinque mesi di distanza, viene pubblicata la
determinazione del 31 maggio 2012 con cui si provvede a liquidare l’onorario
1 Le affermazioni riportate sono presenti nel verbale di audizione della Responsabile del Servizio di
Segreteria del Comune di Lerici, tenutasi il 3 luglio 2013.
5
dell’Avvocato Eminente, di cui si era avvalso il Comune nella causa contro il
Conte Nino Papirio Picedi Benettini.
Solo in data 17 dicembre 2012, la Responsabile del Servizio Finanziario
e il Segretario generale (e non ancora l’Organo di Revisione) vengono a
conoscenza del debito giudiziario.
Il medesimo sarà liquidato il 17 giugno 2013, mediante le risorse
derivanti dal sussistente avanzo libero di amministrazione, l’utilizzazione degli
spazi di manovra finanziaria concessi dall’art. 1 del decreto-legge 8 aprile
2013, n. 35, convertito dalla legge 6 giugno 2013, n. 64 per provvedere ai
ritardati pagamenti e stipulazione di apposito mutuo, per la parte in conto
capitale, con Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.
Nel corso della fase istruttoria il Comune, con nota del 12 gennaio
2015, ha depositato un prospetto comprovante la possibilità di onorare
puntualmente il debito nell’esercizio 2012, qualora fosse stato
tempestivamente riconosciuto, mediante l’utilizzo della leva fiscale
(innalzamento aliquote IMU, addizionale IRPEF, TARSU) e la compressione
delle spese correnti non aventi carattere obbligatorio.
In adunanza, la Responsabile del Servizio finanziario ha confermato che
sarebbe stata in grado, se opportunamente informata, di reperire le risorse
finanziarie necessarie, evitando quindi lo sforamento degli obiettivi posti dal
patto di stabilità interno. Il nuovo Segretario generale, subentrato al
precedente il 1 gennaio 2013, ha riconosciuto la sussistenza di “problemi di
collegamento” tra la Responsabile del servizio di segreteria, rimossa
prontamente dal suo incarico allorquando è venuta in luce l’intera vicenda, e
la Responsabile del Servizio Finanziario.
Il Sindaco, invece, ha sottolineato di essersi fidato, nella gestione della
6
vicenda, degli apparati amministrativi, compreso il Segretario generale pro
tempore che era a conoscenza del debito malgrado le contrarie affermazioni
rese da quest’ultimo alla Commissione di controllo e di garanzia, e di non
essersi accorto della situazione che si era posta in essere con il mancato
riconoscimento tempestivo del medesimo.
DIRITTO
1. I fatti emersi dalla documentazione in atti, come sopra esposti,
consentono alla Sezione di accertare l’effettiva sussistenza delle criticità
rilevate in sede istruttoria ed ammesse dall’Ente, anche all’odierna adunanza.
2. E’ notorio che la sussistenza di debiti fuori bilancio comporta
la possibilità di creare sensibili rischi per gli equilibri del medesimo. Più in
generale, occorre sottolineare come il ricorso a tale procedura costituisca una
grave patologia, derogando al principio generale del carattere autorizzatorio del
bilancio.
Si deve premettere come il controllo di regolarità amministrativa e
contabile della Corte dei Conti non si limita a constatare il rispetto formale
della procedura seguita per il riconoscimento e per il pagamento, ma si estende
anche a verificare che la causa generativa del debito medesimo sia conforme ai
criteri di sana e corretta gestione dell’ente.
Al riguardo non si può non rilevare come le obbligazioni passive
riconosciute dal Comune di Lerici nel 2012 trovino tutte le loro fonte in
condanne giudiziali e, relativamente alle condanne di maggiore ammontare, in
sentenze di appello confermative di condanne in primo grado.
Tra queste spicca, in particolare, la deliberazione del 28 novembre 2012,
n. 57, con cui si è riconosciuto il debito di euro 101.415,70, avente il suo
7
titolo originario nella sentenza di condanna del TAR Liguria 4 giugno 2005, n.
854. In essa si specifica come, al fine di ritardare il pagamento e senza
predisporre il minimo stanziamento in bilancio, sia stato proposto un appello al
Consiglio di Stato del tutto pretestuoso e mai coltivato, con un ulteriore ricorso
in opposizione avverso il decreto di perenzione n. 1002/2011, rigettato il 5
dicembre 2012.
In questo caso è evidente che l’unico obiettivo postosi dai decisori
dell’epoca, che si sono limitati ad impugnare tutte le decisioni possibili, sia
stato quello di ritardare al massimo il momento della “resa dei conti”.
Pertanto la Sezione, nel prendere atto dei chiarimenti forniti, non può
non richiamare l’Ente a far precedere la decisione di resistere ad azioni
giudiziarie da una accorta ponderazione delle ragioni giuridiche sottese per
evitare quello che, alla fine, si risolve, essenzialmente, in un differimento
dell’adempimento dell’obbligazione unicamente finalizzato alla volontà di non
accantonare risorse finanziarie da potere utilizzare immediatamente, ma con
un significativo aggravio dei costi per via dell’aumento degli interessi moratori e
dei maggiori danni via via maturati.
3. Occorre esaminare partitamente la questione relativa al mancato
riconoscimento tempestivo della posta debitoria di euro 2.719.887,22, in
considerazione del fatto che tale comportamento, secondo la consolidata
giurisprudenza di controllo (ex plurimis, Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia
17 luglio del 2007, n. 1; Sez. contr. Emilia Romagna 3 aprile del 2007, n. 20;
Sez. contr. Toscana 14 aprile del 2014, n. 21), costituisce una grave
irregolarità finanziaria implicante rilevanti conseguenze in tema di rispetto dei
principi di universalità e di veridicità del bilancio, nonché in tema di
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risultato di amministrazione, rinviando al futuro oneri già presenti nella
gestione, e di rispetto degli obiettivi posti dal patto di stabilità interno.
In presenza di debiti derivanti da <<sentenze esecutive>>, a prescindere
dal passaggio in giudicato, l’art. 194 TUEL impone all’ente di saldare il debito,
a prescindere da qualsivoglia manifestazione di volontà, in forza della natura
del provvedimento giurisdizionale che obbliga chiunque, compresi gli enti
pubblici territoriali, alla puntuale attuazione del comando in esso contenuto.
In questo caso non si ha alcun margine discrezionale per decidere se attivare
la procedura di riconoscimento o meno del debito perché in caso contrario il
creditore potrebbe ricorrere a misure esecutive per recuperare il suo credito,
con un maggiore aggravio per le finanze comunali.
Dal riconoscimento di legittimità del debito maturato discende l’obbligo
di contabilizzazione e di quantificazione finanziaria del medesimo, pena la
violazione dei principi sopra richiamati di universalità e di veridicità.
In questo caso la rappresentazione non veritiera dei dati di bilancio, con
specifico riferimento al risultato di amministrazione, formalmente accertato in
un avanzo libero di euro 1.272.710,71, assume particolare rilevanza perché il
puntuale ed obbligatorio riconoscimento del debito di euro 2.719.887,22,
che doveva comunque essere perfezionato entro il 31 dicembre 2012, avrebbe
comportato l’emersione di un risultato negativo di amministrazione pari a
euro - 1.447.176,51.
5. Sotto il diverso profilo causale, sembra ragionevole ritenere che
tale operazione sia stata finalizzata ad evitare il mancato rispetto del patto di
stabilità, altrimenti verificabile in caso di pagamento effettuato in unica
soluzione entro il 31 dicembre 2012.
Sul punto appaiono illuminanti:
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a) le affermazioni della Responsabile del Servizio Segreteria rese alla
Commissione consiliare di garanzia e controllo (verbale della seduta del
3 luglio 2013): <<il bilancio non poteva pagare 3.000.000,00 di euro. La
vecchia amministrazione aveva speso tutto, c’era molto poco. Se
l’avessimo riconosciuto nel 2012 saremmo usciti dal patto di
stabilità. Quello che è successo è stata la cosa migliore per il
pagamento di questo debito>>;
b) il riscontro dell’Assessore al Bilancio Alessandro Palandri (verbale della
seduta dell’11 luglio 2013): <<il vero problema è il rapporto con il patto di
stabilità interno. Il pagamento in un’unica soluzione a condizioni normali
ti farebbe uscire dal patto con problematiche conseguenziali>>;
c) la Relazione di maggioranza della Commissione di garanzia e di
controllo appositamente insediata, depositata il 10 ottobre 2013 la
quale espressamente sottolinea che <<qualora fosse stata data
immediata copertura al debito (cioè anteriormente all’entrata in vigore
dell’anzicitato D.L. 35/2013), il pagamento effettuato avrebbe avuto
carattere ostativo al rispetto del patto di stabilità in capo all’Ente, con
tutte le conseguenze da ciò derivanti in termini di blocchi sul personale,
penalizzazione sui trasferimenti e sugli investimenti>>.
Effettivamente, dall’esame della relazione – questionario risulta che
l’obiettivo del patto di stabilità era fissato in euro 813.000,00 e il Comune, al
31 dicembre 2012 aveva raggiunto un saldo positivo di euro 975.455,26, con
una differenza positiva di euro 162.455,26, largamente insufficiente a coprire
le spese correnti determinate dal pagamento degli interessi moratori e dei
danni da svalutazione monetaria ammontanti complessivamente a euro
1.272.025,39.
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Pertanto, l’obiettivo non sarebbe stato rispettato.
Ne consegue, che il comportamento posto in essere dall’ente, e cioè
violare consapevolmente le norme del testo unico degli enti locali che
impongono il tempestivo riconoscimento dei debiti fuori bilancio, sembra, per
tabulas, configurare una tipica forma elusiva del rispetto del patto di
stabilità.
L’Ente, in fase istruttoria e nel corso della discussione finale, ha
contestato tale assunto, replicando che:
a) in caso di tempestivo riconoscimento si sarebbe proceduto ad una
<<rateizzazione del pagamento tale da consentire il rispetto del patto di
stabilità anche nell’anno 2012>> (nota del Comune n. 19448/2014);
b) era comunque sempre possibile azionare la leva fiscale locale
comprimendo tutte le spese discrezionali, al fine di reperire le risorse
necessarie per provvedere al pagamento in unica soluzione.
Il primo punto è smentito dai fatti.
Risulta incontestabilmente dagli atti2 che l’unica proposta formulata dal
Conte Picedi Benettini, formulata peraltro solo nel mese di aprile 2013,
prevedesse un acconto iniziale immediato di euro 750.000,00 con successivi
conguagli semestrale e non fosse stata ritenuta ricevibile dal Comune di Lerici.
Con riferimento ai margini di manovra finanziaria, il Comune ha,
invece, depositato un prospetto da cui si evince che il solo innalzamento di
tutte le aliquote massime di propria competenza, ancora possibile con la
delibera di salvaguardia degli equilibri di bilancio, avrebbe comportato nuove
entrate per euro 4.301.000,00, mentre, a loro volta, le spese correnti
2 Verbale di audizione dell’Avv. Eminente avanti alla Commissione di Garanzia e di controllo nella
seduta del 17 giugno 2013, pag. 3 ss; Intervento del Cons. Fiore, verbale della seduta del 3 luglio 2013,
pag. 7; verbale di audizione dell’Assessore Palandri, nella seduta dell’11 luglio 2013, pag. 1; verbale di
audizione del Sindaco Caluri nel corso della medesima seduta, pag. 6
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discrezionali, e quindi comprimibili, sostenute nel secondo semestre sono state
pari a euro 700.000,00.
La Sezione non ha gli elementi istruttori necessari per verificare la
veridicità di queste ultime affermazioni, rese peraltro ex post, dal Comune di
Lerici.
Sul punto l’art. 31, comma 31, della legge 12 novembre 2011, n. 183
attribuisce alle Sezioni giurisdizionali regionali la competenza ad accertare
ogni forma elusiva del rispetto del patto di stabilità, con la conseguente
comminazione di sanzioni pecuniarie agli amministratori e al Responsabile del
Servizio finanziario in carica al momento dei fatti.
Pertanto, si impone, a tale fine, la trasmissione della presente
deliberazione alla competente Procura Regionale della Corte dei conti, affinché
possa procedere agli opportuni approfondimenti del caso.
6. Peraltro non si possono non rilevare, in stretto adempimento
dell’obbligo che l’art. 361 c.p. impone a tutti i pubblici ufficiali, gli aspetti
problematici di natura penale che emergono dalla complessiva vicenda.
Riassumendo in poche righe, la fattispecie concreta che si è sviluppata
nel corso del secondo semestre 2012 è quella di una dipendente, la
responsabile dell’ufficio di segreteria che, deliberatamente, omette di
protocollare una sentenza di condanna del proprio Comune ad una cifra assai
rilevante che avrebbe comportato la violazione del patto di stabilità o,
subordinatamente, l’approvazione di una manovra finanziaria che avrebbe
potuto rendere l’Amministrazione appena insediata impopolare al corpo
elettorale, informandone in via riservata solo il Sindaco e l’Assessore al
Bilancio; successivamente liquida l’avvocato difensore trasmettendo, con una
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procedura del tutto insolita3, il mandato di pagamento cinque mesi dopo,
quando ormai sono scaduti i termini per il tempestivo riconoscimento
dell’obbligazione, occulta il relativo debito alla Responsabile del servizio
finanziario che chiede a tutti i responsabili dei servizi di notificargli i debiti da
riconoscere in vista dell’adozione degli equilibri di salvaguardia ed omette, con
la consapevolezza del Sindaco e dell’Assessore al Bilancio medesimo, di
informare successivamente il Consiglio comunale che viene così indotto ad
approvare due atti pubblici dal contenuto non corrispondente a verità e cioè la
delibera di salvaguardia degli equilibri (che, dovendo dare atto della manovra
finanziaria necessaria per il pagamento del debito avrebbe avuto contenuto
necessariamente diverso) e, soprattutto il bilancio consuntivo 2012.
L’art. 31 del Regolamento di contabilità del Comune vigente all’epoca dei
fatti prevede gli obblighi di segnalare al Presidente del Consiglio Comunale, al
Segretario e all’organo di revisione in forma scritta, con riscontro
dell’avvenuto ricevimento, <<i fatti gestionali dai quali derivi il costituirsi di
situazioni tali da pregiudicare gli equilibri di bilancio>> e, in un momento
successivo di attivare la procedura per il riconoscimento dei debiti fuori
bilancio che, nel caso di debiti giudiziali, è un atto dovuto senza alcun margine
discrezionale riservato al Consiglio Comunale.
Ben diverso è stato il comportamento della Responsabile dell’Ufficio di
segreteria la quale intenzionalmente omette, il 22 maggio 2012, sia di
protocollare la sentenza, di per sé atto obbligatorio, affinché non ne rimanga
traccia, sia di informare il Revisore dei conti, il quale scoprirà la situazione
solo il successivo 26 marzo 2013 e che da quel momento si attiverà
3 L’evidente anomalia di tale procedura è stata confermata anche dalla Responsabile del Servizio
Finanziario (Verbale di audizione della medesima, resa nella seduta del 22 giugno 2013, pag. 5 – 6).
13
immediatamente per procedere al riconoscimento formale che avverrà il 30
aprile successivo.
Si tratta di una specifica violazione di una norma regolamentare posta
in essere con l’intento dichiarato di evitare di mettere in difficoltà la
Amministrazione appena subentrata (<<un estremo atto di solidarietà>>) in
quanto il tempestivo riconoscimento avrebbe comportato il mancato rispetto
del patto di stabilità e la comminazione delle pesanti sanzioni patrimoniali
che ne derivano, più gravi della maggiorazione di interessi moratori e dei danni
da svalutazione che quotidianamente vieppiù maturavano per effetto del
mancato riconoscimento, facendo così conseguire al Comune un ingiusto
vantaggio patrimoniale.
Il “salvagente” inaspettatamente offerto dall’art. 1 del d.l. n. 35 del
2013, e che ha consentito di evitare all’ultimo momento le sanzioni ormai
ritenute inevitabili, sarebbe arrivato troppo tardi se il debito fosse stato
tempestivamente riconosciuto, come imponeva la legge.
E’ quindi astrattamente configurabile, ad avviso del Collegio, il delitto di
abuso omissivo in atti d’ufficio, nella condotta sinora descritta.
Ma non è l’unico profilo di illiceità penale rilevabile ictu oculi.
Come è noto, il concetto di “atto pubblico”, agli effetti della tutela penale
è ben più ampio di quello previsto dal codice civile, rientrando in esso tutti i
documenti, ivi compresi gli atti interni e quelli preparatori, formati dal
pubblico dipendente, attestanti i fatti da lui compiuti ed aventi attitudine ad
assumere rilevanza giuridica (Cass. Sez. un. pen. 11 novembre 2006 in Foro it.
2006, II, 416) che hanno attitudine ad assumere carattere probatorio ai fini
della documentazione di fatti inerenti alla regolarità delle operazioni
ammnistrative dell’ufficio di cui fa parte il dipendente pubblico.
14
In particolare è stata espressamente riconosciuta natura di atto
pubblico alla attestazione di riconoscimento di debito operata dal coordinatore
sanitario di una USL (Cass. pen. 8 aprile 1994).
Con la nota n. 19289 del 19 settembre 2012, con cui ha trasmesso
l’elenco <<dei debiti fuori bilancio relativi al Servizio segreteria/Ufficio Legale>>,
la responsabile del servizio segreteria ha consapevolmente occultato tale
partita debitoria dichiarandone altre due di non grande rilevanza.
Ha cioè attestato una situazione debitoria difforme da quella reale, la
quale avrebbe avuto risultati notevoli sul risultato di amministrazione che
avrebbe presentato una posta passiva, corrispondente al disavanzo sostanziale
oggi accertato dal Collegio, invece della posta finale attiva approvata da un
Consiglio comunale cui era stata tenuta nascosta l’intera vicenda.
Come è noto, la giurisprudenza penale (per tutte, Cass. pen. Sez. VI, 27
ottobre 1989 in Riv. pen. 1991, 564; Sez. V, 13 gennaio 2006, n. 13249; Sez.
V, 9 gennaio 2009) ritiene che l’inganno che conduce il soggetto passivo a
porre in essere una condotta delittuosa, quale quella di falso, possa
concretarsi anche nel semplice silenzio, ove l’osservazione di informazione
assuma il significato di negazione dell’esistenza di un fatto.
Sussistono quindi, ad avviso del Collegio, gli ulteriori estremi per la
configurabilità in astratto dei reati di falsità ideologica in atto pubblico e di
abuso d’ufficio omissivo in concorso formale tra loro, per avere fornito una
dichiarazione di attestazione di debiti fuori bilancio non corrispondente al
vero, nonché del reato di falsità ideologica in atto pubblico per induzione, ai
sensi degli artt. 479/48 c.p., relativamente alla non veridicità della posta finale
rappresentata dal risultato finale del risultato di amministrazione, approvato
15
dalla maggioranza consiliare in quanto incolpevolmente indotti in errore dal
comportamento omissivo sopra indicato.
P.Q.M.
ACCERTA
- il mancato rispetto dell’art. 175 T.U.E.L che prevede l’obbligo di predisporre
adeguati accantonamenti che permettano la copertura dei futuri debiti certi
nell’an, con riferimento alle obbligazioni fuori bilancio riconosciute
nell’esercizio 2012;
- la violazione dei principi generali di universalità e veridicità del bilancio, in
relazione al mancato riconoscimento di obbligazioni fuori bilancio per
complessivi euro 2.719.887,22;
- la conseguente inattendibilità dell’avanzo di amministrazione 2012, tale da
implicare un sostanziale disavanzo di amministrazione di euro -
1.447.176,51, nei termini di cui in motivazione;
DISPONE
trasmissione di copia della presente pronuncia, a cura della Segreteria della
Sezione, al Presidente del Consiglio comunale e al Sindaco del Comune di
LERICI per la predisposizione delle misure idonee da adottare e da
comunicare a questa Sezione entro il termine di sessanta giorni, ai sensi
dell’art. 148-bis TUEL.
DISPONE
trasmissione di copia della presente deliberazione alla Procura Regionale in
sede, per le valutazioni di competenza in ordine alla possibile elusione del
patto di stabilità operata dal Comune di Lerici nell’esercizio finanziario 2012;
16
DISPONE
trasmissione di copia degli atti del fascicolo alla Procura della Repubblica della
Spezia, per le valutazioni di competenza in ordine agli ipotizzati reati di abuso
omissivo in atti di ufficio, falso omissivo in atto pubblico e falso per induzione
in atto pubblico, ai sensi di cui in motivazione.
Manda alla Segreteria della Sezione per i relativi adempimenti.
Così deciso in Genova, nella Camera di consiglio del 27 gennaio 2014.
Il Magistrato estensore Il Presidente
(Alessandro Benigni) (Ermanno Granelli)
Depositata in segreteria il 2 marzo 2015
Il funzionario preposto
Michele Bartolotta
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