Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza

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Strumento al servizio dell’“open government”

«Così superiamo vincoli tecnologici e di budget»

Le priorità: integrità e correttezza

L’ uso del cloud compu-ting cambierà la socie-tà e l’economia nei

prossimi anni. Si tratta di una nuo-va tecnologia che permette di so-stituire hardware e software concollegamenti on line a centri datiremoti. La logica del cloud, giànota ai consumatori finali tramitee-mail e social networks (che so-no proprio basati su servizi on li-ne), inizia a espandersi al mondodel business e della pubblica am-ministrazione.

Trattandosi di una general pur-pose technology (cioè che si appli-ca in ogni settore), i suoi vantaggipossono essere notevoli anche nel-la Sanità. I primi esempi, nati fral’anno scorso e quest’anno un po’in tutta Europa,vanno dai più sem-plici ai più complessi. Da un latol’ospedale Bambino Gesù di Ro-ma ha spostato sulla “nuvola” ilservizio e-mail di duemilacinque-cento impiegati, creando notevoliriduzioni di costi. Allo stesso mo-

do, la Croce Rossa svedese haportato sulla nuvola il sistema dicoordinamento degli interventicreando non solo vantaggi di co-sto ma anche di efficienza nel ser-vizio. Dall’altro lato, un centro diintervento cardiovascolare russo,Penza, ha adottato un sistemacloud per coordinare attività, dia-gnosi e decisioni su trattamento eintervento chirurgico portando tec-

nologie e cure altrimenti impossi-bili in luoghi remoti e poveri delPaese. Infine, durante la pandemiaH1N1 un servizio globale dicloud computing (in questo casofornito sulla piattaforma Win-dows Azure di Microsoft) ha cen-tralizzato e diffuso informazionicruciali sulla diffusione dell’in-fluenza.

Ma per capire a fondo l’impor-

tanza del cloud, occorre focalizzar-si sulla sua diffusione nel settoreprivato, che è iniziata prima e por-terà ulteriori vantaggi. I vantaggidi costo sono sostanziali in tutti isettori privati, dai servizi alla finan-za, alla Sanità, con risparmi di cir-ca la metà della spesa in hardwaree software. Quindi è prevedibileche la diffusione del cloud compu-ting in azienda decolli velocemen-

te, specie per pmi e nuove impre-se che possono nascere basandosisubito su questa opzione. Ciò èanche auspicabile perché la diffu-sione del cloud potrà anche avereun forte impatto sull’economia. In-fatti, spostando parte dei costi fissiin It verso costi operativi, il cloudcomputing contribuisce a ridurrele spese fisse per iniziare nuovibusiness e quindi a promuovere la

creazione di nuove imprese e conesse la competizione. Con vantag-gi sociali in termini di maggioreproduzione e più occupazione. Equesto nei settori tradizionali del-l’economia, in misura chiaramen-te collegata alla rilevanza dell’Itfra le spese di settore.

In uno studio recente abbiamosimulato l’impatto della diffusio-ne del cloud in Europa, ottenendorisultati abbastanza incoraggianti:nell’arco di cinque anni potrebbeportare alla creazione di qualchecentinaia di migliaia di nuovepmi, contribuendo alla creazionedi circa un milione di nuovi postidi lavoro europei. Nel settore pub-blico, i vantaggi in termini di effi-cienza sono altrettanto notevoli e,soprattutto, il cloud consente inno-vazioni altrimenti impossibili, co-me fornire servizi in aree periferi-che (cruciale nella Sanità ma an-che nella scuola), creare nuoveapplicazioni sulla nuvola chesfruttano la dimensione on line e

L’OTTICA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

C loud computing è un modo di usare le tecnologie per cuile capacità (dati e informazioni, software, piattaforme e

infrastrutture hardware) possono essere fornite, in modo flessi-bile e scalabile, su domanda come un servizio.

Il g-cloud (government-cloud) è il cloud computing per lapubblica amministrazione e può aiutare - se usato con accor-tezza - a sciogliere alcuni tra i più importanti nodi critici deisistemi informativi pubblici per una serie di ragioni: puòconsentire risparmi stabili e non illusori con contemporaneirecuperi di efficienza; permette un sistema informativo distri-buito, ma allo stesso tempo unitario e integrato; favorisce unagovernance unitaria e un’efficace cooperazione applicativa.Le tecnologie cloud rappresentano strumenti importanti del-l’“open government”, un paradigma che sintetizza efficace-mente il nuovo approccio che richiede l’innovazione, cherimane la strada obbligata per riprogettare una Pa - e ancora dipiù una sanità pubblica - organizzata sui bisogni del Paese enon sulla sua stessa sopravvivenza. “Open government”, infat-ti, significa che i cittadini hanno diritto di accesso ai documen-ti e ai procedimenti, ai dati pubblici, agli indicatori qualitativie quantitativi sui servizi e le prestazioni erogate diventandoneanche corresponsabili e partecipi. Vuol dire avere una Painterconnessa e intercomunicante nelle sue varie articolazioni

orizzontali e verticali, ma anche capace di amministrare coor-dinando l’azione di molte organizzazioni pubbliche e privatee l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per losvolgimento di attività d’interesse generale.

Certamente, in questa Italia e in questa Pa strapazzata dauna crisi sia economica che etica, l’innovazione tecnologicadel cloud deve associarsi all’innovazione istituzionale e aquella organizzativa perché l’amministrazione torni a esprime-re la sua funzione più alta: favorire coesione, partecipazione,senso civico e contribuire ad accrescere il capitale sociale e ilbenessere delle comunità. In questo contesto di “innovazionenecessaria”, l’incontro di Castelfranco, quelli che seguirannocon i nostri partner e il prossimo Forum Pa (in calendario amaggio prossimo) rappresentano tutti luoghi di divulgazionee messa a sistema delle esperienze italiane di innovazione:momenti in cui il Governo, le amministrazioni (centrali elocali) e le imprese di Ict sono chiamate a riflettere e progetta-re per rimuovere gli ostacoli e le chiusure normative, organiz-zative e tecnologiche che rallentano i processi innovativi.

Carlo Mochi SismondiPresidente Forum Pa

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Q uando parliamo di “cloud” è benericordare che siamo lontani dall’usa-

re un sinonimo di internet. Cloud è un’ar-chitettura che porta grandi benefici da unpunto di vista di prestazioni e costi, ma cheevidenzia l’importanza di uno degli ele-menti fondamentali di tutte le infrastruttureIt di oggi: la sicurezza, i cui pilastri fonda-mentali sono riservatezza, integrità e dispo-nibilità.

La riservatezza, è la massima priorità dichi è responsabile di garantire la privacy.Una grande sfida che ci porta l’architetturacloud è l’interconnes-sione non solo di appli-cazioni ma anche dipersone appartenenti areparti, aziende o addi-rittura a nazioni diver-se. L’accesso al datova quindi limitato e ga-rantito solo a coloroche ne hanno la neces-sità.

L’“Identity and ac-cess management”(Iam) è la disciplinache si preoccupa di de-terminare l’identità diogni utente e di asso-ciargli che cosa è visibile e cosa rimanenascosto. Chi è responsabile di gestire leidentità nell’ambito di queste interconnes-sioni/collaborazioni? Fra i principali van-taggi del cloud troviamo il self-service el’automazione: chi determina i cataloghi diruoli e opzioni legate agli utenti? La gestio-ne federata delle identità (“Federation iden-tity management”) indirizza questo tipo diproblematica e sta trovando molto riscon-tro sul mercato.

L’integrità permette di potersi fidareche il dato sia sempre corretto. Questoproblema non è strettamente legato alcloud ed esistono già diverse opzioni pergarantire, a esempio, che un medico non sidebba preoccupare della validità dell’infor-mazione su cui basa la propria diagnosi.Infatti si possono usare soluzioni di “fileintegrity monitoring”, per cui il responsabi-le della security è in grado di tenere tracciadelle modifiche (chi, quando, su quale siste-ma), oppure si possono usare soluzioni distorage di tipo Worm (“Write once read

many”) che non permettono l’alterazionedel dato. Queste soluzioni devono poi tene-re conto che in ambito sanitario la mole deidati da mantenere disponibili cresce espo-nenzialmente; da un lato non esistono vin-coli di tempo, forse solo l’esistenza in vitadel paziente, dall’altro l’evoluzione delletecnologie mediche ha innalzato la qualitàdelle immagini diagnostiche e quindi, perogni paziente, occorre molto più “spazio”.

La disponibilità è ormai responsabilitàdi chi gestisce l’It. Tutti noi ci aspettiamoche ogni servizio ci sia e sia efficiente;

siamo infastiditi quan-do dobbiamo aspettare“per colpa dei compu-ter”. La security cercadi innalzare il livellodi continuità del servi-zio (e.g. con“Intrusion preventionsystems”). Se ci con-centriamo sugli aspettilegati al cloud, dobbia-mo distinguere fra ser-vizi interni ed esterni.Considerando che l’ar-chitettura cloud per-mette semplificazionee riduzione del nume-

ro di data center, nel primo caso si tratta“solo” di verificare che la disponibilità siagarantita dalle proprie infrastrutture mentrenel secondo caso, trattandosi di un servizioesterno, occorrono dei “service level agree-ment” soddisfacenti a livello contrattuale.Per questo è fortemente consigliato accer-tarsi che il cloud provider sia effettivamen-te in grado di mantenere quanto promesso.

Possiamo concludere sottolineando chespesso i problemi di security nel cloudsono legati ai processi: lo scambio di infor-mazioni per determinare la conformità anormative varie, l’identificazione e la ge-stione delle responsabilità sono continuesfide ma non di tipo tecnologico. La sicu-rezza non deve essere motivo per non orien-tarsi verso il cloud, ma uno strumento attra-verso il quale risolvere le problematicheche questo pone.

Jean Paul BalleriniSecurity Solutions Expert - Ibm Italia

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Se la salute va sulla «nuvola»

IL PUNTO DI VISTA DELLE AZIENDE

I PILASTRI DELL’ARCHITETTURA

H a rappresentato la prima tappa di un“round trip” che vedrà i successivi ap-

puntamenti a Bruxelles (inizio novembre) ea Tel Aviv (a febbraio): il convegno interna-zionale sul “Cloud computing per la Sanitàdigitale” - organizzato a Castelfranco Vene-to lo scorso 18 ottobre dalla Asl di Asolo incollaborazione con Forum P.a. - è stata l’oc-casione per evidenziare opportunità e critici-tà connesse alla nuova architettura per l’ar-chiviazione e la gestione dei dati.

Uno strumento ancora poco diffuso inEuropa, ma su cui in altre realtà, come negli

Usa, si sta già investendo molto: tanto chenegli Stati Uniti è stata ventilata una riduzio-ne di costi che va dal 30% al 70 per cento.

Nel contesto europeo la concorrenza trafornitori privati non è sviluppata come negliUsa e in più, in Paesi come l’Italia, nel setto-re pubblico l’investimento in salute digitaleè agli esordi: si pongono quindi soprattuttoproblemi infrastrutturali e di adeguamentodelle normative su privacy e sicurezza deidati. Elementi di cui in queste pagine si dàconto, affidando la parola agli esperti.

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CLOUD COMPUTING/ Ad Asolo il punto sulla nuova frontiera per le strutture sanitarie

I l cloud computing è la risposta allanecessità di un’azienda sanitaria evolu-

ta di proseguire nel suo sviluppo e supera-re vincoli economici e tecnologici. Ilcloud può dare infatti una dimensionevirtuale maggiore alla gestione dei datitrattati, perché più consistenti, analitici,diffusi. Ma deve dare anche risultati ope-rativi responsabili, per questo deve con-frontarsi con l’attività clinica, che è ilcore-business di un ospedale. Il fornitoredeve conoscere formazione, gestione econtrollo dei processi diagnostico-tera-peutici ospedalieri. Deve conoscere le im-plicazioni organizzative proprie di un am-biente ospedaliero. Deve saper misurareil contenuto del servizio che propone constandard che possono essere pensati peruna regione locale o mondiale indistinta.L’ospedale deve, dal canto suo, capirequanto abbandonare, riconvertire e affian-care rispetto a quanto già gestisce con lapropria piattaforma tecnologica clinica.Deve pensare che non tutto possa diventa-

re cloud. Come definire questi ambiti,dal “non cloud” al “cloud”, come integra-re queste due aree è un tema impegnati-vo. L’ospedale dev’essere anche un clien-te informato, perché sono molti i sistemidella Sanità digitale gestibili in cloud: ilmobile health, la telemedicina, i servizidigitali al cittadino, il fascicolo sanitarioelettronico, la dematerializzazione dei do-cumenti clinici, la gestione di un archivioclinico ma anche la logistica informatiz-zata dei farmaci, il business intelligenceclinico e i gestionali clinici veri e propri.

La Sanità digitale deve combinarsicon il cloud per ricercare risparmi comerisultato finale di un investimento chemigliora il conto economico di un’azien-da. Così come dobbiamo avere in menteun “time to market” molto più rapido,proprio perché deve garantire potenziali-tà innovatrice. Quanto al problema disicurezza dei dati, siamo certi che oggicon la vecchia tecnologia viviamo in unmondo in cui essa è garantita?

Il cloud computing può offrire adaziende in ritardo il salto di qualche“generazione” di investimenti, formazio-ne e organizzazione. Infatti, non è neces-sario che ogni azienda abbia una propriapiattaforma tecnologica. Si può limitarela dimensione della struttura Ict di cia-scun ospedale. Non è necessario che lacompetenza aziendale sia elevata. Non ènecessario personalizzare i servizi rispet-to alle proprie esigenze aziendali. Questapotenzialità del cloud rappresenta per laSanità italiana, così in ritardo rispetto al-l’Agenda digitale europea 2012, la moti-vazione più forte per cogliere soprattuttoi vantaggi del cloud, piuttosto che fermar-si ai problemi.

Renato MasonDirettore generale

Mario Po’Direttore amministrativo

Aulss 8 - Asolo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza - Sicurezza tema aperto

14 1-7 novembre 2011SPECIALE

LE PROSPETTIVE LEGALI

sviluppare modelli di gestioneche permettono rapida espansio-ne dell’utilizzo delle infrastrutturein periodi di intensa attività.

Per approfittare di questa nuo-va tecnologia però, nella Sanitàcome in ogni altro settore, l’Italiadeve recuperare un gap infrastrut-turale. I benefìci sociali della dif-fusione del cloud, in termini diincentivi alla creazione di nuove

imprese con l’associato incremen-to di produzione e occupazione,saranno tanto maggiori quantopiù rapida sarà l’adozione delcloud computing. Uno dei princi-pali ostacoli (oltre alle preoccupa-zioni inerenti alla privacy dei datie al traffico internazionale deglistessi) è ancora la lentezza dellaconnessione disponibile, pertantosarebbe auspicabile un’accelera-

zione degli investimenti nella ban-da larga, anche con sussidi pubbli-ci.

Saranno proprio le politichepubbliche ad avere un ruolo cen-trale nella diffusione del cloudcomputing e sono cinque le azio-ni che potrebbero fornire la spintadecisiva:

1. come detto, accelerare l’in-vestimento nella banda larga per

garantirne un’ampia e capillarediffusione su tutto il territorio;

2. adottare soluzioni cloudnel settore pubblico (Sanità, scuo-la, università), cosa che potrebbeincentivare anche i privati a farealtrettanto;

3. coordinarsi a livello euro-peo per favorire la libera circola-zione di dati e informazioni attra-verso i confini nazionali;

4. riunire a un tavolo le autori-tà dell’Ue che si occupano di stan-dardizzazione e innovazione e legrandi società fornitrici di soluzio-ni di cloud computing, per fissarestandard e regole relative all’inte-roperabilità di queste soluzioni;

5. prevedere incentivi fiscaliper chi (pubblico o privato) adot-ta soluzioni cloud.

Federico EtroProfessore ordinariodi Economia politica

Università Ca’ Foscari - Venezia© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Migrazione” difficilecon le norme attuali

I l cloud computing come strumento per accelerare la dematerializza-zione dei dati, promuovendo i Pacs in tutta la zona dell’Ile de France

(Parigi), storicamente caratterizzata da una scarsa propensione al digita-le. L’iniziativa è stata lanciata nel 2009, con la successiva assegnazione delprogetto a General Electric nell’aprile 2010.

La fase iniziale coinvolge 30 strutture, ma l’idea è di coinvolgere, aregime, 93 centri, sia pubblici che privati, con una “produzione” com-plessiva di 3 milioni di esami l’anno. Per cliniche e ospedali si tratta di uninvestimento a costo zero: basta loro semplicemente connettersi, perpoi pagare in base al consumo e al servizio, definito dal contratto“Healthcare Cooperation Group” stipulato con Ge.

Il “pacchetto” disponibile, in realtà, va oltre i Pacs. L’offerta rende almomento disponibili anche i servizi di archiviazione dati sul lungo

periodo (20 anni), un servizio Ris, la distribuzione ai medici di famiglia,che possono accedere ai referti e alle immagini relative ai loro pazientitramite un portale Internet, l’accesso remoto (a esempio da casa), lacondivisione delle immagini.

Non sono mancate le criticità: «Non è stato facile – spiega BernardAlgayres, GM eHealth Solutions Emea – convincere gli ospedali che conquesto modello potevano ottenere una migliore qualità, disponibilità deidati e performace complessiva rispetto a un sistema “classico”. Ma poic’è stato un effetto a catena: dopo le prime adesioni le strutture hannocominciato a mostrare un interesse crescente. Del resto, questo model-lo è assolutamente esportabile: nel settore sanitario, manager e diretto-ri d’ospedale hanno ormai capito che non è più il caso di gestire tutto“in house” e si affidano a esperti in grado di gestire un’infrastruttura diquesto genere».

B.Gob.© RIPRODUZIONE RISERVATA

I nodi: responsabilità chiare e tutela extra-Ue

N on c’è bisogno di “scaricare” alcun pro-gramma: a medici e pazienti basta collegar-

si ai server remoti, dislocati in molti Paesi euro-pei, per accedere a cartelle cliniche virtuali ealle applicazioni utili a gestire diagnosi e terapiaa distanza. Per usufruire della piattaforma“MedicalConcierge” messa a punto dalla multi-nazionale Medic4all, un’azienda sanitaria pagaun abbonamento che varia dai due ai 10 euro algiorno per paziente. Si tratta di una soluzioneche consente di contattare un medico tramiteun consulto telefonico o video, sulle 24 ore e

per tutti i giorni dell’anno. Grazie a un“braccialetto”, i clienti possono monitorare iprincipali parametri vitali e condividere in tem-po reale i risultati con uno dei dottori dellacentrale MedicalConcierge, in grado quindi diinviare immediatamente diagnosi e terapia.

E se da un lato il servizio in cloud permettedi abbattere i costi di ricovero - ogniqualvoltasia possibile il monitoraggio a distanza, in un’am-pia casistica di situazioni cliniche, perlopiù dicronicità - dall’altra per il cittadino c’è il vantag-gio di essere seguito direttamente a casa pro-pria o ovunque si trovi. «Anche all’estero -precisa Shai Misan, medico e amministratoredelegato di Medic4all Italia - dal momento chela nostra piattaforma è tradotta in 18 lingue. Se

una persona si trova in un altro Paese, insom-ma, ha la possibilità di farsi monitorare in loco,con la possibilità per il medico straniero che inquel momento lo prende in carico di avere ilquadro clinico e tutte le applicazioni direttamen-te disponibili nella sua lingua-madre. Dal nostropunto di vista, questo prodotto in cloud è unelemento di “democratizzazione delle cure”: inostri clienti sono strutture sanitarie ma anchecittadini privati, per i quali il monitoraggio dellasalute diventa a portata di mano. Non a caso,diverse aziende private offrono la piattaformacome benefit per i propri dipendenti».

B.Gob.© RIPRODUZIONE RISERVATA

I l cloud computing è pronto perla Sanità digitale. Il vero ostaco-

lo è la struttura legale, al momen-to inadeguata a supportare la mi-grazione. Ciò è quanto emerso dalconvegno di Castelfranco Veneto.Le principali criticità legali riguar-dano l’applicazione della normati-va privacy, amplificate in questosettore dal trattamento di dati sani-tari, sottoposti a disposizioni speci-fiche e particolarmente stringenti.Good news: è in corso una modifi-ca di tali norme. La Commissioneeuropea sta riformando la principa-le normativa sul trattamento deidati personali (Direttiva 95/46/Ce)e lavorando al piano d’azione eHe-alth 2012-2020.

Nel frattempo, il nodo crucialesta nell’individuazione dei ruoliprivacy dei soggetti coinvolti neltrattamento. Posto che il fornitoredi servizi sanitari che acquista ser-vizi cloud è da considerare“titolare” (colui che decide finali-tà, modalità e profilo di sicurezzadel trattamentodei dati dei pa-zienti), il proble-ma si pone dallato del fornitoredi servizi cloud,che potrebbe, aseconda dei ca-si, essere consi-derato quale “titolare” autonomoo “responsabile” (soggetto prepo-sto dal titolare a svolgere attivitàdi trattamento).

Le conseguenze dell’allocazio-ne dei ruoli si riflettono sia sullalegge applicabile che sulla defini-zione dei rispettivi obblighi pri-vacy e relative responsabilità. Que-sta incertezza impedisce di opera-re un’accurata valutazione del ri-schio legale e quindi di prendereuna decisione informata circa lamigrazione. Se tale situazione puòessere gestita nel settore privato,dove esiste una maggiore propen-sione al rischio, nel settore pubbli-co - e con specifico riferimento aservizi sanitari - tale rischio non èsostenibile. Esistono infatti proce-dure di controllo e di governo deidati molto dettagliate e stringenti,soprattutto con riferimento a quel-li idonei a rivelare lo stato di salu-te. Occorre quindi che i prossimiinterventi a livello europeo chiari-scano gli obblighi e le responsabi-lità delle parti, superando formali-smi legati a definizioni o ruoli.

Un’altra problematica sostanzia-le riguarda l’ambito di circolazioneterritoriale dei dati, soprattutto con

riferimento a trasferimenti fuoridallo Spazio economico europeo(See) verso Paesi che non offronoun livello di protezione dei datiadeguato agli standard Ue. Le solu-zioni cloud, basandosi su un’archi-tettura distribuita, prevedono trasfe-rimenti multipli anche al di fuoridel See. La presente normativanon è adatta a supportare questacircolazione. Occorrono nuove so-luzioni per abilitare tali trasferimen-ti, assicurando una tutela concretadei dati del paziente.

Come gestire la situazione? Inassenza di normativa chiara biso-gna lavorare sui contratti. Il fornito-re di servizi sanitari dovrà preoccu-parsi di identificare i livelli di tute-la dei dati personali trattati (es. ci-fratura, permanenza dati entro loSee, rigorosa gestione delle identi-tà e prevenzione di accessi e tratta-menti non autorizzati sui dati) cheandranno garantiti dal fornitore deiservizi (privacy level agreement).

In presenza di un impianto nor-mativo coerente,il cloud potreb-be contribuire aun migliore ri-spetto da partedei fornitori diservizi sanitaridella disciplinaprivacy. Una mi-

gliore sicurezza sui dati arrivereb-be dagli investimenti e dalla pro-fessionalità che può garantire ungrande fornitore di servizi cloud,rispetto a un’Asl o a un ospedale.Interoperabilità dei servizi sanita-ri, tramite l’utilizzo di standardcondivisi, fondamentale per assi-curare la portabilità dei dati sanita-ri per i pazienti e garantire il lorodiritto alla cura ovunque si trovi-no in Europa (obiettivo che saràribadito nel piano d’azione euro-peo sull’eHealth 2012-2020). Inol-tre, con il principio di “privacy bydesign”, che dovrebbe trovare at-tuazione nella revisione della nor-mativa europea, i prodotti e i servi-zi (dunque anche quelli cloud) do-vranno nascere con caratteristichevolte alla tutela della privacy.

Paolo BalboniDirettore European Privacy

Association,Responsabile Affari Esteri

e Cloud computing sector directorIstituto italiano privacy, Partner di

ICT Legal Consultingpaolo.balboni@ictlegalconsulting.

com© RIPRODUZIONE RISERVATA

H anno cominciato poco più di un an-no fa, affidando la conservazione in

cloud computing dei milioni di refertitestuali - accumulati grazie all’avanzatostato di digitalizzazione aziendale - allasocietà Infocert.

Da questo mese di novembre, trasferi-ranno sulla “nuvola” anche tutta la parteiconografica (imaging), affidandosi a unpartner esterno che sarà individuato inqueste ore. Dal 2012, infine, sposteran-no in cloud la stessa conservazione della

cartella clinica.Procede a passi da gigante il cammino

dell’Asl 3 di Asolo sull’autostrada digitaledel cloud computing. Non a caso: bastipensare che l’azienda sanitaria veneta siè ormai da tempo dotata dei due requisi-ti necessari perché il passaggio alla“nuvola” fosse realizzabile: negli anni haacquisito un’infrastruttura informaticaadeguata e ha poi intrapreso, anche cultu-ralmente, la via della digitalizzazione.«Tanto che - tiene a precisare PaoloBarichello, responsabile dell’Unità ope-rativa informativa dell’Asl - il 91% degliassistiti scarica i referti direttamente dalproprio computer. Un livello di produ-

zione unico in Italia e piuttosto raroanche in Europa».

Per l’azienda sanitaria la convenienzanello scegliere soluzioni esterne nella ge-stione dei dati è intuibile: il cloud consen-te di “scaricare” sul fornitore esternol’esigenza e la responsabilità di garantirelivelli di servizio elevatissimo e la massi-ma tutela di dati che per eccellenza sonocatalogati come sensibili. Un impegno inmeno, affidato a società che hanno comecore business proprio la conservazionesostitutiva a regola d’arte.

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LA PIATTAFORMA MEDICALCONCIERGE

ARCHIVIAZIONE DELLE IMMAGINI IN REMOTO

REFERTI E SCHEDE PAZIENTE «APPALTATE»

Commissioneeuropea al lavoro

Il paziente è trattabileovunque e in 28 lingue

Ile de France parigina: 93 centri«arruolati» nel segno dei Pacs

Per l’Asl 3 del Venetocartella clinica outdoor

1-7 novembre 2011 15SPECIALE

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