Veni, Sancte Spiritus - parrocchia-sacrocuore.it · Spirito Santo, vieni su di noi,...

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Riempici di Te, Padre Creatore. Riempici di Te, Figlio Salvatore. Riempici di te, Spirito d’Amore. Riempici di Te…

Spirito Santo, vieni su di noi, t'imploriamo di starci vicino quando incombe il dolore,

irrompe la prova, sibila il vento della disperazione, e sovrastano sulla nostra esistenza il cielo nero degli affanni,

o il freddo delle delusioni o l'ala severa della morte. Non ci lasciare soli nella notte a salmodiare le nostre paure.

Anzi, se nei momenti dell'oscurità sarai con noi nelle tenebre risplenderà la luce di Cristo e le sorgenti del pianto si disseccheranno sul nostro volto.

E sveglieremo insieme l'aurora. Lo splendore della tua gloria, illumini i cuori perché, camminando nella notte del mondo,

alla fine possiamo arrivare alla tua dimora di luce. Amen. Rit.

Invocazioni spontanee allo Spirito Santo. Ad ogni invocazione ripetiamo:

Veni, Sancte SpiritusVeni, Sancte Spiritus

Spirito Santo aiutami a chiudere gli occhi alla dispersione delle realtà Spirito Santo aiutami a chiudere gli occhi alla dispersione delle realtà che spesso mi attraggono per aprirli con semplice sguardo contemplativo che spesso mi attraggono per aprirli con semplice sguardo contemplativo su Gesù innalzato in croce. Guidami a comprendere il suo abbassamento su Gesù innalzato in croce. Guidami a comprendere il suo abbassamento

dalla condizione divina fino all'obbrobrio della croce che diventa innalzamento dalla condizione divina fino all'obbrobrio della croce che diventa innalzamento per un mistero che è la vittoria sull'obbrobrio di ogni mio male. Amen.per un mistero che è la vittoria sull'obbrobrio di ogni mio male. Amen.

S. Nel nome del Padre... AMEN. Nella notte veniamo da Te, donaci le energie per cercarti, Tu che ti sei fatto trovare. T. ESAUDISCICI, PERCHÉ NON SMETTIAMO DI CERCARTI VINTI DALLA FATICA, MA CONTINUIAMO A CERCARE IL TUO VOLTO. S. Quanti giudizi e pregiudizi ci parlano di un Dio insensibile e lontano. T. IL TUO VOLTO È QUELLO DI UN DIO CHE HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL SUO FIGLIO UNIGENITO PER LA NOSTRA SALVEZZA.

CONTEMPLATIO (La Preghiera che nasce dal cuore) __________________________________________________________________

ORATIO (L’incontro con l’Infinito)

Misericordias Domini in aeternum cantabo. (2 v.)Misericordias Domini in aeternum cantabo. (2 v.)

Fiduciosi nell'amore del Padre, che ci ha donato tutto insieme al suo Figlio unigenito, preghia-mo come Gesù ci ha insegnato:

Padre nostro..

ACTIO (Dalla Parola faccio nascere un impegno concreto per la vita) Sull'esempio di Dio, nostro Padre, gettiamo sul mondo uno sguardo di benevolenza e di amore:

solo così potremo irradiare su di esso la luce di Cristo Gesù.

Oraz ione pr ima del la Benedizione

O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzio-ne, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impe-

gno verso la Pasqua ormai vicina. . Per Cristo nostro Signore. Amen.

Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo

ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra

appendemmo le nostre cetre.

Perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato,

allegre canzoni, i nostri oppressori: «Cantateci canti di Sion!».

dal Salmo 136

Come cantare i canti del Signore in terra straniera?

Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra.

Mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo, se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.

Stasera la luce si sente importante si guarda allo specchio con aria elegante e non c'è niente al mondo che la può distogliere da tanta bellezza che il suo diamante è...… L'abbraccerà, rallegrerà, solleverà se mai cadrà difenderà, sempre sarà, diamante lei e luce lui… L'abbraccerà, rallegrerà, solleverà se piangerà difenderà, perdonerà, diamante lei e luce lui, per sempre...per sempre.... … Stasera diamante si sente speciale colora la mente in ogni sua parte e non esiste il buio e la solitudine non ha alcun potere da quando luce c'è L'abbraccerà, rallegrerà, solleverà se mai cadrà difenderà, sempre sarà, diamante lei e luce lui…

L'abbraccerà, rallegrerà, solleverà se piangerà difenderà, perdonerà, diamante lei e luce lui, per sempre....Per sempre.... Colora la mente in ogni sua parte stasera e per sempre tu luce e io diamante..… L'abbraccerà, rallegrerà, solleverà se mai cadrà difenderà, sempre sarà, diamante lei e luce lui… L'abbraccerà, rallegrerà, solleverà se piangerà difenderà, perdonerà, diamante lei e luce lui, per sempre… per sempre… per sempre... tu luce e io diamante tu luce e io diamante

In questo brano Giovanni ci consegna il nucleo incandescente del suo Vangelo: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. È il versetto centrale del quarto Vangelo, il versetto dello stupore che rinasce ogni volta, ad ogni ascolto. Il versetto dal quale scaturisce la storia di Dio con noi. Tra Dio e il mondo, due realtà che tutto dice lontanissime e divergenti, queste parole tracciano il punto di convergenza, il ponte su cui si incontrano e si abbracciano finito ed infinito: l'amore, divino nell'uomo, umano in Dio. Dio ha amato: un verbo al passato, per indicare un'azione che è da sempre, che continua nel presente, e il mondo ne è intriso: «immersi in un mare d'amore, non ce ne rendiamo conto» (G. Vannucci). Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama. Tanto da dare suo Figlio: Dio ha considerato ogni nostra persona, questo niente cui ha donato un cuore, più importante di se stesso. Ha amato me quanto ha amato Gesù . E questo sarà per sempre: io amato come Cristo. E non solo l'uomo, è il mondo intero che è amato, dice Gesù , la terra è amata, e gli animali e le piante e la crea-zione tutta. E se Egli ha amato il mondo, anch'io devo amare questa terra, i suoi spazi, i suoi figli, il suo verde, i suoi fiori, la sua bellezza. Terra amata. Dio ha tanto amato, e noi come lui: «abbiamo bisogno di tanto amore per vivere bene» ( J. Maritain). Quando amo in me si raddoppia la vita, aumenta la forza, sono felice. Ogni mio gesto di cura, di tene­rezza, di amicizia porta in me la forza di Dio, spalanca una finestra sull'infinito. «È l'amore che fa esiste-re» (M. Blondel). A queste parole la notte di Nicodemo si illumina. Lui, il fariseo pauroso, troverà il coragg io, prima im-pensabile, di reclamare da Pilato il corpo del crocifisso. Dio non ha mandato il Figlio per g iudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato, perché chi crede abbia la vita. A Dio non interessa istruire pro-cessi contro di noi, neppure per assolverci nell'ultimo g iorno. La vita degli amati non è a misura di tri­bunale, ma a misura di fioritura e di abbraccio. Cristo, venuto come intenzione di bene, sta dentro la vita come datore di vita e ci chiama ad escludere dall'immagine che abbiamo di Lui, a escludere per sempre, qualsiasi intenzione punitiva, qualsiasi paura. L'amore non fa mai paura, e non conosce altra punizione che punire se stesso. Dio ha tanto amato, e noi come Lui: ci impegniamo non per salvare il mondo, l'ha g ià salvato Lui, ma per amarlo; ci impegniamo non per convertire le persone, ma per amarle. Se non per sempre, almeno per ogg i; se non tanto, almeno un po'. E fare così perché così fa Dio.

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Chi nel deserto

veniva

morsicato da

un serpente

velenoso

poteva guardare

un serpente

di bronzo

che Mosè

portava con sé,

e non moriva.

Anche Gesù è

innalzato sulla

croce. Guardare

lui, e credere

con fede che

egli è il

Salva-

tore,

ci

per-

mette

di

dare

un

senso

pieno

ed

eter-

no

alla

nostra

vita.

Gesù parla ad un combattuto Nicodemo che lo rag g iunge durante la notte, per non farsi vedere. Ha una reputazione da difendere, che diamine!, ma è curioso. Lui è un credente, un membro del Sinedrio, sa bene di Dio e delle sue leg g i. Ma non è convinto, cerca un volto di Dio diverso. Gesù g li rivela qualcosa di inatteso e inaudito, ciò che nessuno mai aveva osato immag inare. Gesù g li racconta il pensiero di Dio. Dio non vuole una classe disciplinata di bravi ragazzi che obbediscono sorridendo. Dio vuole persone auten-tiche che sappiano mettersi in g ioco, che accettino di crescere (non sempre questo significa mig liorare!), che imparino a distinguere le proprie ombre, da adulti. Gesù è chiarissimo: Dio non ha mandato il Fig lio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Dio vuole la salvezza, cioè la pienezza di vita per ogni uomo. E, per farlo, per manifestare la serietà del proprio amore, Gesù g ià parla del dono di sé totale, del mistero della croce. La croce che, come dice san Massimo il confessore, è il g iudizio del g iudizio. Davanti alla possibilità di essere dei capolavori o delle fotocopie sbiadite, l'uomo è libero di sce-g liere. E sono le nostre scelte a g iudicarci, possiamo vivere in un prolungato inverno, ostinandoci a dire che non esiste nessuna bella stag ione e che, al massimo, noi sappiamo vestirci meg lio deg li altri. Quando tutto è grig io è difficile vedere l'ombra dietro di sé . Ma vivere una vita grig ia è una non scelta di vita. Dio vuole la nostra salvezza, ad ogni costo. Nessun g iudice, nessun preside, nessun vig ile. Solo un padre tenerissimo. Il rag ionamento implode. Meg lio un Dio che opera la g iustizia, altro che. Se Dio è buono perché il dolore innocente? Certo, la sofferenza, spesso, è frutto delle nostre scelte sbag liate o delle nostre frag ilità . Ma come può Dio sopportare il dolore del bambino che muore di cancro? Non può. Gesù , ad un attonito Nicodemo, indica un simbolo, quel serpente di bronzo innalzato da Mosè per guarire g li ebrei morsi dai serpenti. Anche lui, Gesù , sarà innalzato e salverà che volgerà il proprio sguardo verso di lui. Gesù g ià intravvede all'oriz-zonte la sconfitta del suo ministero, e vuole andare fino in fondo. Dio è disposto a morire per salvare g li uomini, per salvare me. Dio porta su di sé il dolore dell'innocente, lo assume, lo redime, lo salva. Volg iamo lo sguardo alla croce, in questo deserto, alla misura senza misura dell'amore di Dio. Ecco, questo è il Dio in cui crediamo.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Cap. 3)

Colloquio con Nicodemo

1C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2Egli

andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da

Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3Gli rispose

Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il

regno di Dio». 4Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vec-

chio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spiri-

to, non può entrare nel regno di Dio. 6Quel che è nato dalla carne è carne e quel che

è nato dallo Spirito è Spirito. 7Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere

dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e

dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9Replicò Nicodèmo: «Come può

accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste

cose? 11In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo

quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho

parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del

cielo? 13Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell’uomo che è di-

sceso dal cielo. [In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «] 14Come Mosè innalzò il serpente nel de-

serto, così bisogna che sia innalzato il

Figlio dell’uomo, 15perché chiunque

crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da

dare il Figlio unigenito perché chiun-

que crede in lui non vada perduto, ma

abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mon-

do per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per

mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede

è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome

dell’unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta

nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce,

perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male,

odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano

riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia

chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

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