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2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it
Meno sorprese, più riformismo di Gianluca Garro. Dal sito www.qdrmagazine.it numero 95 Sorprende Berlusconi con la sua
solita campagna elettorale fatta di
proclami, quasi sempre irrealizza-
bili, ma che scuotono quegli italiani
che a lui credono e crederanno
sempre, poco da fare.
Sorprende Grillo. Senza troppi
giri di parole. Tutto il Movimento 5
Stelle è una grande sorpresa. Forse
non per chi ci ha creduto dal primo
momento. Da chi seguiva il condut-
tore di Fantastico 1, fin dai tempi in
cui spaccava i computer in un tea-
tro. Da quando mandava affanculo
tutti, da piazza Maggiore a Bologna.
Ma è pur sempre un sorprendere
l'italiano medio con il suo intento
"palingenetico", direbbero gli stu-
diosi, del togliersi dalle balle i vec-
chi Pdl e "Pdmenoelle" per dirla
alla Grillo.
Sorprese Matteo Renzi, al tempo
delle primarie. La sua campagna
elettorale, all'insegna della rotta-
mazione e non solo, mise per la
prima volta veramente in difficoltà
il famosissimo apparato, colto im-
preparato da quel giovanotto in
maglioncino che faceva dei brain-
storming con Civati alla Stazione
Leopolda di Firenze. Chi se lo
aspettava?
E ora, incredibilmente, ha sorpre-
so Pierluigi Bersani. Eh sì. I grillini
pronti a creare vere e proprie bar-
In un periodo che sarà ricordato
dai libri di storia come uno dei più
incerti mai vissuti dal nostro Paese,
di certo non c'è, appunto, nulla. An-
che l'elezione dei Presidenti delle
Camere ci ha regalato attimi di su-
spance. Con i grillini che litigavano
in una sala di Palazzo Madama e
l'elezione di Grasso decisa
(particolare un po' trascurato) al
ballottaggio. Non nelle prime vota-
zioni come succedeva da una serie
di legislature.
Riflettendo sulle mosse di tutti i
protagonisti, non solo nel breve
periodo successivo alle votazioni,
ma anche in campagna elettorale
sembra che, più che le parole
"certezza" o "programma" o
"visione", sia la parola "stupire" a
ispirare le azioni di tutti. Forse l'uni-
co a non aver praticato tale
"programma" è Bersani in campa-
gna elettorale e i risultati si sono
visti.
ricate in Aula, presi dallo sbigotti-
mento, con grida annesse, nella
decisiva riunione per stabilire il da
farsi. E con 12 almeno di loro a dire
sì a Grasso, contrapposto al "male
assoluto" Schifani. Senza nulla to-
gliere alla scelta di Laura Boldrini
ex portavoce dell'Unhcr per l'Italia.
Ciò che viene da pensare - parten-
do dall'assunto che, nella politica
italiana, tutti, chi più o chi meno, si
sentono e si dichiarano riformisti - è
che il riformismo italiano, del 2013,
si potrebbe riassumere in una spe-
cie di coazione a ripetere delle
possibili sorprese atte a far nascere
la scintilla del consenso.
Per decenni ci hanno insegnato
che il cammino delle riforme chie-
de preparazione, pazienza, chiarez-
za, trasparenza. E ora? Il tutto viene
riassunto in conigli che dal cilindro
ci risolvono i problemi, cambiano
le cose, fanno superare la crisi e ci
danno il 60% dei voti? Bisognereb-
be riflettere un po' tutti. E magari
tornare a pensare alle riforme e al
buon governo, con quella pazienza
e quella competenza necessaria. Ci
sarebbero meno sorprese, meno
popolarità, forse meno consenso,
ma si farebbe meglio e più effica-
cemente il bene dell'Italia.
Gianluca Garro
Terra Santa marzo 2013. Voltanesi in Pellegrinaggio
Hanno preso parte, al Pellegrinaggio in Terra Santa avvenuto dal 14 al 21
marzo, i voltanesi: Don Felice Marchi, Maria Buzzi, Monica Facchini, Sergio
Melandri e Mario Paganini.
A pagina 6 le … tradizionali foto di gruppo.
Sulla pergamena rilasciata a ricordo è scritto
“Il pellegrinaggio in Terra Santa aiuta a riscoprire le nostre radici, ad approfon-
dire la nostra fede, a rispolverare il nostro entusiasmo nel seguire il Signore …
Con l’augurio che i tanti frutti maturati in questa esperienza, siano presenti nella
vita di ogni giorno là dove siamo stati messi a vivere.”
L’assistente Spirituale del Pellegrinaggio Mons. Verucchi Giuseppe
Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013
Istat, salari italiani 14,6% sotto ai tedeschi. Nostro il dodicesimo posto.
Da un report dell'Istat è possibile
apprendere che, ad ottobre 2010,
la retribuzione reale dei salari in
Italia, risulta essere inferiore di
circa il 14,6% rispetto a quella dei
Tedeschi, del 13% se paragonata
con il Regno Unito e dell'11% con
la Francia; risulta invece superiore
del 25,9% rispetto alla Spagna.
l confronto è relativo alla
“retribuzione oraria del mese di
ottobre dei dipendenti che hanno
un contratto a tempo pieno ed
esclude gli apprendisti”, precisa
l'Istat. Nel dettaglio, l'Italia, con
14,5 euro, si colloca più in basso a
confronto con la media dell'Unione
monetaria, ma risulta superiore a quella dell'Ue a 27. Infatti, la retri-
buzione oraria, sempre a ottobre
2010, è pari a 14,0 euro per ora
retribuita nell'intera Unione e a
15,2 euro in Eurolandia. In genera-
le nella graduatoria europea, i va-
lori più elevati si registrano in Da-
nimarca (27,09 euro), Irlanda
(22,23 euro) e Lussemburgo (21,95
euro), quelli più bassi in Bulgaria
(2,04 euro), Romania (2,67 euro),
Lettonia e Lituania (rispettivamente
3,78 euro e 3,44 euro). Quanto al
rapporto, pubblicato dall'Istituto di statistica alla fine di febbraio, si trat-
ta di una rilevazione quadriennale
sulla struttura delle retribuzioni,
armonizzata a livello europeo.
L'indagine analizza il mese di ot-
tobre perché sono limitati gli effetti
della stagionalità e la presenza di
giorni festivi. Dalla rilevazione, vie-
ne sottolineato, sono escluse oltre alle attività del settore agricolo,
quelle della pubblica amministra-
z i o n e i n s e n s o s t r e t t o
(amministrazione pubblica e difesa;
assicurazione sociale obbligatoria).
Inoltre, spiega l'Istat, "nei confronti
internazionali, al fine di tenere in
considerazione le differenze della
durata del lavoro e dei sistemi na-
zionali di welfare, è utilizzato gene-
ralmente l'indicatore della retribu-
zione lorda oraria". Il risultato so-
no, viene evidenziato, "dati armo-
nizzati a livello europeo" che
"permettono il monitoraggio, a ca-
denza quadriennale, dell'andamen-
to del mercato del lavoro e delle retribuzioni nei diversi paesi, for-
nendo rilevanti informazioni per
l'orientamento delle politiche del
lavoro e la valutazione del grado di
competitività delle economie na-
zionali"
Immagine trovata su Internet e se-
gnalata da Milena
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plicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio
1948 n. 47, poiché l'aggiornamento del-
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riodicità regolare (art. 1 comma 3, leg-
ge 7 Marzo 2001 n. 62).
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mons o non coperto da copyright.
Che cosa fare in caso
di maltempo?
Organizzare una fe-
sta a Ca’ Vecchia!
Con quelli del SAL-
SARRIBA ci si diver-
te e ... si balla.
Foto di Milena.
Immagine trovata su Internet e segnalata
da Rosanna
Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013
Perché “competitività” non fa rima con “equità” dal sito www.comedonchisciotte.org
U n t e r m i n e i n t i m i d a t o r i o ,
"competitività", è stato sbandierato
come il vero problema, quello che
sta portando i Paesi europei, in parti-
colare quelli bloccati della zona
dell’euro, ad un rapido fallimento.
Per risolvere questo problema servo-
no "riforme strutturali", o la
”austerità”, che vengono invocate
senza tener conto di quanto sangue
potrebbe macchiare le strade. E un
elemento centrale di queste riforme
strutturali è la riduzione del costo
del lavoro.
In Europa nel settore privato, il co-
sto del lavoro – retribuzioni lorde e
contributi sociali pagati dal datore di
lavoro, pensioni sociali o di invalidi-
tà, ecc. – mostra delle differenze
mozzafiato.
Nella parte inferiore della classifica
c’è la Bulgaria: un impiegato medio
del settore privato costa ad una im-
presa € 3,70 per un’ora di lavoro e nella manifattura costa ancora meno:
€ 2.90.
La Romania segue di poco con
rispettivamente € 4.50 e € 3,80 .
Nella parte superiore invece c’è il
Belgio con € 40,40 e € 41,90 per
un’ora lavorata. Ma nessuno batte
gli svedesi: € 41,90 e € 43,80. In Sve-
zia un'ora di lavoro di un impiegato
costa all'imprenditore oltre 15 volte
più che in Bulgaria.
Quindi, conviene spostare tutti gli
impianti di produzione dalla Svezia
alla Bulgaria? O in Romania? Anche
la Grecia sarebbe un ottimo posto. Il
costo del lavoro è solo di € 14,70 per ora di lavoro, circa un terzo di quan-
to costa lassù, al Nord. E inoltre è
l'unico Paese in Europa dove il costo
medio del lavoro nel 2012 è sceso,
in termini reali, del 6,8% !
In Spagna, dove si lotta con un
problema di disoccupazione simile,
il costo del lavoro è aumentato dell’
1,1% arrivando a € 20,90, in Italia è
aumentato dell’ 1,7% arrivando a €
21.90, in Germania del 2,8% a € 31,
in Francia dell’ 1,9% a € 34,90.
Quelli che hanno guadagnato di
più, in percentuale, sono i Paesi in
fondo alla classifica: in Bulgaria il
costo del lavoro è aumentato del
6,4%, ben € 0,24 per ogni ora !
- Il costo del lavoro, nei Paesi che
costano di più, sta volando!
Ma se un bel numero di aziende
svedesi e non solo quelle manifattu-
riere, ma qualsiasi tipo di società,
mettessero in valigia macchinari,
robot e archivi e si dirigessero a Sud,
aumenterebbe la disoccupazione in
Svezia. Se la disoccupazione dovesse
accelerare e raggiungere una per-
centuale a due cifre, la classe diri-
gente, per difendere le proprie deci-
sioni di delocalizzazione, comince-
rebbe a lamentarsi del costo del la-
voro, e presto il Governo comince-
rebbe a parlare febbrilmente di
"riforme strutturali", senza capire
quello che sta dicendo, ed è proprio
a questo punto che si trova la Fran-
cia in questo momento.
Ma alla fine la situazione potrebbe
deteriorarsi e si comincerebbe a
comprimere i salari ed i costi acces-
sori dei salari. Questo è quanto è
successo in Grecia. E si sono messi
tutti in concorrenza con gli Stati Uniti,
con la Cina, con il Messico, con il
Bangladesh .... Perché competitività
non si raggiunge con un sistema tipo:
beggar-thy-neighbor (1), ossia non
si fa rubando il lavoro al vicino.
Ahimè, il " malato d'Europa" rinvi-
gorito, la Germania, non è riuscita a
sopravvivere solo tagliando il costo
del lavoro. A € 31 per ora, era più alto della media europea del 32%,
anche se dell'11% più basso di quel-
lo francese. Nel settore manifatturie-
ro era ancora peggio: il costo del
lavoro della Germania, a € 35,20 per ora, era superiore alla media euro-
pea del 47% , ma sempre più basso
del 3% rispetto alla Francia. Produt-
tività, infrastrutture, costo dei tra-
sporti, corruzione, formazione e
istruzione, ecc. tutto rientra in questa
equazione.
- Il costo del lavoro non è l'unico
fattore.
Malgrado ciò i lavoratori tedeschi
sono stati colpiti duramente: tra il
2001 e il 2010, il costo del lavoro è
cresciuto solo del 16%, meno del
tasso di inflazione, mentre in Francia,
ad esempio, è cresciuto del 35%, e
nei Paesi del Sud Europa è cresciuto
ancora di più. Nel 2011 e 2012, il co-
sto del lavoro in Germania ha rico-
minciato a prendere vigore, ed è
salito del 5,9%, come è successo
anche in Francia dove è cresciuto del
al 5,4% .
Gran parte del denaro speso, pe-
rò, è stato assorbito dai costi dei
contributi sociali, delle pensioni,
ecc. Se riportiamo in un grafico tutti i
costi che deve affrontare un datore
di lavoro, per ogni cento euro di sti-
pendio lordo pagato, c’è di che re-
stare senza fiato !
Quindi, un lavoratore medio in
Svezia, che guadagna € 100 per un
certo numero di ore di retribuzione
lorda, costa al suo datore di lavoro
un supplemento di € 51, con un co-
sto totale di € 151.
A Malta un lavoratore dovrebbe
lavorare circa il triplo (in tempo) per
la stessa paga, e in questo caso al
datore di lavoro costerebbe solo un
supplemento di € 10, in totale € 110.
In Bulgaria si dovrebbe lavorare
circa 15 volte (in tempo) per la stes-
sa paga e il tutto costerebbe al dato-
re di lavoro un supplemento di € 18,
in totale € 118.
- Bella sfida riuscire a trovare una
soluzione.
Con l’andar del tempo, la
"competitività" affossa le classi me-
die e quelle basse, in alcuni Paesi
"ricchi"- è già successo negli Stati
Uniti e in Germania, per anni - e
contemporaneamente gonfia la clas-
se media di altri Paesi, mentre le
classi più ricche di tutti i Paesi diven-
tano immensamente più ricche.
Per molta gente, non c’è più spe-
ranza nel futuro.
L'Italia ha Beppe Grillo, ma con i
Governi europei che annaspano per
la crisi nella quale si sono invischiati
da soli, e la debacle dell'euro, stia-
mo cadendo in una farsa tragicomi-
ca, tanto da dover chiedere chi siano
i veri clown - soprattutto in Spagna,
dove i Ministri si ingozzano con le
spese pubbliche, e si lasciano dietro
una scia di prove tanto evidenti che
nemmeno i media mainstream pos-
sono più nascondere.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org
a cura di Bosque Primario
(1) Intervento di politica economica, che
produce benefici unicamente al Paese
che lo adotta e danni agli altri («politica
del rubamazzo»). Un esempio tipico è
costituito da una manovra di svalutazione
competitiva posta in essere da uno Stato,
con l’obiettivo di guadagnare quote di
mercato internazionale a scapito dei pro-
pri partner commerciali. www.treccani.it
Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013
Quando l'opera è di un voltanese
all'onore si unisce l'emozione. Infatti,
alla gratitudine per il dono, si som-
ma la commozione per l'affetto di-
mostrato da chi, lontano - divenuto
artista rinomato ed affermato - non
ha, però, dimenticato le origini, né
tagliato ogni legame con il suo pri-
mo paese e la sua gente. L'omaggio
fatto a Voltana, dallo scultore e cera-
mista Rino Graziani, è una composi-
zione di medie dimensioni (siamo
sui due metri per due) concepita per
restare all'aperto.
La prima cosa da fare, quando si
vede un'opera d'arte è, ovviamente,
guardarla e osservarla attentamente.
Un'opera d'arte non è una pubblica-
zione, ma sia per questa sia per
quella valgono gli stessi principi.
Tutta l'arte è elevazione, elevazione
del gusto, della sensibilità, dello
spirito. Tutta l'arte parla, narra qual-
che cosa, trasmette un messaggio. I
soggetti di Rino Graziani sono ben
comprensibili e facilmente intelleg-
gibili. Certo, come in tutte le cose,
occorre un attimo di attenzione. Se
non fosse richiesto un piccolissimo
sforzo, non ci sarebbe elevazione,
affinamento e il livello sarebbe quel-
lo iniziale; nessun impegno, quindi,
tutto come prima.
Non così per i lavori di Rino Gra-
ziani. Già il posto chiesto e scelto
dall'artista fornisce qualche indizio e
suggerimento. La collocazione, in
verità non dell'artista, poteva essere
diversa (il bassorilievo, infatti, guar-
da in pieno il sorgere del sole, men-
tre sarebbe stato meglio godibile se
rivolto a mezzogiorno), inoltre la
vista del muro di cinta, subito dietro,
non è certo felice. Fortunatamente,
quando l'opera è eccellente, figura
sempre ed ovunque.
La composizione consta di due
parti: una lastra (o monolite) di ce-
mento lavorato nello spessore su-
perficiale, poggiante su un basa-
mento che non è solo supporto, ma
parte dell'opera medesima, talché si
completa in una colonnina appendi-
ce.
L ' i n s i e m e r a f f i g u r a u n a
"Resurrezione", lo si evince, nitida-
mente, dai molti elementi.
Da notare che, tra i soggetti sacri,
la "Resurrezione" è pochissimo affol-
lata. Tutti ricordiamo Annunciazioni,
Natività, Ultime Cene, Crocifissioni
celebri, di artisti universalmente fa-
mosi. Poco frequentata, invece, la
"Resurrezione". Soprattutto in scultu-
ra ed, in particolare, in tempi recen-
ti. Queste considerazioni, evidente-
mente, non hanno spaventato o sco-
raggiato Rino Graziani.
Cosa "vede" l'osservatore che si
improvvisa critico d'arte? E da dove
iniziarne l'esposizione? La compren-
sione è illuminazione e, infatti, bene
rappresenta quanto accade alla
mente la "lampadina" dei fumetti.
Improvvisamente capiamo, scopria-
mo ciò che non si conosceva, domi-
niamo il tutto.
Quel monolite di cemento colpi-
sce, non fosse altro perché, ai più, di
opere scultoree, in cemento, non è
capitato di vederne molte. Immagi-
nabili le difficoltà tecniche. Come
l'argilla il cemento si modella facil-
mente, ma, a differenza dell'argilla,
il cemento tende a modificare la
forma, assestandosi e livellandosi in
piano. Si colgono, immediatamente,
alcune raffigurazioni: un globo in
basso, una croce (sullo sfondo a de-
stra ed in alto), un uomo crocefisso
(con la testa in una posizione stra-
na), il tratteggio, ridotto all'essenzia-
le, di linee curve e piccoli motivi.
Necessariamente meno evidenti le
modifiche di livello adottate per da-
re luce, movimento plastico e vita
all'opera.
Quell'uomo, con le braccia in cro-
ce - eppure ben staccato dalla cro-
ce- , quel volto silenzioso, dai linea-
menti distesi e regali, che ispira sen-
timenti soffusi, è il Cristo. Non può
essere altri che Lui. È l'Uomo della
Sindone, non ha i segni del suppli-
zio, ma quelli della regalità sul mon-
do che Lui sovrasta. Dall'alto, ma
non da sopra; non si coglie, infatti,
nessun senso di superiorità. Lui è lì,
con gli occhi chiusi; forse non sono
chiusi, ha le palpebre abbassate per
poterci guardare e seguire. Ha le
palpebre abbassate, ma certamente
non è morto. Se fosse morto Rino
Graziani l'avrebbe ideato con il ca-
po in una posizione diversa, reclina-
ta e, comunque, ben in mezzo alle
spalle.
Sotto il mondo, un globo chiuso
nelle sue geometrie, nei suoi meri-
diani e paralleli. E' un mondo a noi
tanto familiare. Sovente freddo, ra-
zionale, duro, meccanico, grigio
(tanto simile a quel cemento in cui è
plasmato). E sopra - discreto, ma
ben presente - si staglia quel volto,
che ci rassicura, che ci dice che Lui
è lì e ci ama per quello che siamo.
Incise nel globo ci sono 14 tacche:
le stazioni della via crucis sono 14.
Uno scarno efficacissimo lavoro di
linee curve dona armonia e movi-
mento plastico all'opera. Raramente
pochi essenziali tratteggi e piccole
figure possono dona-
Un’opera di Rino Graziani: “la Resurrezione” di Mario Paganini
( Segue a pag. 5 )
Nel cimitero di Voltana. Superato
l’ingresso “nuovo”, subito a de-stra e seguendo muro di cinta.
Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013
Papa Francesco e la Pasqua delle periferie di Massimo Faggioli
sempre al controllo della Chiesa;
una Chiesa che non va nelle perife-
rie, offre un modello di ministero
che rende i «preti tristi, e trasformati
in una sorta di collezionisti di anti-
chità oppure di novità, invece di es-
sere pastori con “l’odore delle pe-
core”» Se con Papa Benedetto XVI
erano chiari i contorni “politici” del
messaggio e delle sue platee (fuori
e dentro la Chiesa), un “cattolico
sociale”, come padre Bergoglio,
ripropone l’essenza di una teologia
indigesta sia alla cultura economica
neo-liberale, in cui tutti sarebbero
manager di se stessi, sia ad un pro-
gressivismo che fatica ad accettare
le istanze etiche della morale cattoli-
ca come parte integrante dell’idea
di “bene comune”, sia ad un cattoli-
cesimo imborghesito (nelle gerar-
chie episcopali molto più che alla
base) che vorrebbe fare di Gesù
Cristo un moralista benpensante.
[…] La Chiesa vive in un mondo in
cui si suppone che tutti, tramite In-
ternet, siano ormai al centro, in li-
nea, collegati, liberi e padroni di se
stessi. Non è così e la chiesa cattoli-
ca lo sa, forse meglio di tutti.
Sintesi dell’articolo di Massimo Faggioli
pubblicato su Europa e disponibile
nel sito www.c3dem.it
Le prime due settimane di papa
Francesco hanno coinciso con un
visibile e innegabile ricentramento
della persona del successore di
Papa Benedetto e dei segnali che
vengono da Roma: dal potere al
servizio, dalla corte alle periferie.
Non è una scelta mediatica, ma il
semplice trarre le conseguenze dal-
la scelta teologica di tradurre la
centralità del Vangelo e di Gesù
Cristo in un modello di vescovo e di
chiesa.
Alcuni elementi erano già emersi
nei primissimi giorni: la scelta di
farsi benedire dal popolo della
chiesa locale di Roma; l’enfasi sul
suo ministero di “vescovo di Roma”
più che di Papa; le parole sulla po-
vertà della Chiesa e della Chiesa
per i poveri; lo stile di vita essenzia-
le; la lavanda dei piedi in un carce-
re minorile (e a una donna, per la
prima volta); il genere letterario
usato dalla predicazione, con il ri-
corso ad elementi autobiografici e
uno stile esortativo più che definito-
rio e definitivo.
Con le parole pronunciate nell’o-
melia per la messa del Giovedì san-
to – momento fondativo per la teolo-
gia del ministero della chiesa – Pa-
pa Francesco ha esplicitato mag-
giormente la sua concezione di
chiesa e di servizio al “Vangelo del-
le periferie”: «Quando il Vangelo
che predichiamo giunge alla sua
vita quotidiana, quando scende fino
ai bordi della realtà, quando illumi-
na le situazioni limite, “le periferie”
dove il popolo fedele è più esposto
all’invasione di quanti vogliono sac-
cheggiare la sua fede». Il Papa non
europeo, venuto «quasi dalla fine
del mondo» (come lui stesso si defi-
nì presentandosi in piazza San Pie-
tro la sera del 13 marzo), spinge la
chiesa e in particolare i preti e ve-
scovi a «uscire a sperimentare la
nostra unzione, il suo potere e la
sua efficacia redentrice: nelle
“periferie” dove c’è sofferenza, c’è
sangue versato, c’è cecità che desi-
dera vedere, ci sono prigionieri di
tanti cattivi padroni». In questa
omelia del Giovedì santo c’è una
profonda intelligenza dei meccani-
smi di Chiesa che vanno al di là di
un preconcetto di istituzione eccle-
siastica come distributrice di sacra-
menti.
Francesco non crede nel
«sacerdote che esce poco da sé,
che unge poco – non dico “niente”
perché, grazie a Dio, la gente ci
ruba l’unzione». La grazia sfugge
re una così ampia
ricchezza di sensazioni. È il lenzuolo
del Risorto, traccia e testimonianza
tra quell'Uomo e la Terra, collega-
mento e promessa di quell'Uomo agli
uomini. E' la pietra che rotola via
dalla tomba, mentre una lampo di
luce, un vento impetuoso, una esplo-
sione di energia squassa l'area circo-
stante. E' il frantumarsi delle certez-
ze, della razionalità di fronte ad un
evento unico e straordinario. Le geo-
metrie semplici del globo sfumano e
si dissolvono in un universo di cose
più grandi di quanto sia dato com-
prendere alla mente umana. La Terra
è chiaramente raffigurata, il resto
dell'opera non ha ... sponde, rimane
aperto e senza cornice : la metà infe-
riore così semplice, terrena, umana
in contrapposizione con la metà su-
periore così ricca di piccole concavi-
tà e convessità. Il microcosmo umano
con le sue certezze si confronta con
l'universo, con l'infinito, con l'eterno.
Ci si ritrova stupiti e sconcertati,
( Segue da pag. 4 ) tanto simili ai tollerantissimi Greci
che, incontrando San Paolo, sentito
da questi narrare l'Evento, se ne an-
darono scuotendo la testa. " Il tuo Dio
è potentissimo, come lo sono i nostri
dei. Il tuo Dio si è fatto uomo, anche
qualcuno dei nostri. Ma tu dici che ha
accettato una vita angusta, sopporta-
to un martirio ingiusto, poi è morto e
40 ore dopo è resuscitato. È inconce-
pibile!" Anche le menti più aperte e
tolleranti reagiscono, insorgendo,
alla notizia di questo evento. Eppu-
re...
Il basamento, in mattoni, fa parte
dell'opera. Non è un elemento deco-
rativo o funzionale, è parte dell'opera
medesima. Quelle semplici nude pie-
tre richiamano la nudità della terra,
elemento inerte, che fa da sottofon-
do, da testimone silente, da supporto
necessario. È la terra calpestata dal
Cristo e dagli uomini del suo tempo.
È la terra come sepolcro.
Anche nel basamento qualche cosa
di nitido ed eloquente : 14 mattoni
posti in modo particolare. All'inizio
sono una scala. Le nove stazioni,
dall'inizio della passione alle tre ore
di agonia. Poi la veloce ascesa, con
in evidenza la dodicesima stazione
(la ferita al costato, Gesù è già mor-
to) e la quattordicesima (Gesù mor-
to come uomo è risorto come Dio) .
Quel mattone finale è, però, giusto a
metà di una colonnina. Chi osserva
percepisce immediatamente la diffi-
coltà. Fino a quel punto i mattoni
sono stati una ... scalinata. Fino a
quel mattone finale, seguire l'evento
è stato facile, interessante, suggesti-
vo. Dopo quella pietra nessun appi-
glio. Per salire occorre un balzo : la
Fede. Credere in quell'evento. Anzi,
la Resurrezione è l'Evento per ec-
cellenza. La Resurrezione è, sempre
e per tutti, il segno della più grande
speranza.
A Voltana, grazie a Rino Graziani,
una opportunità in più c'è.
Mario Paganini
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Pellegrinaggio in Terra Santa. 14 - 21 marzo 2013
Gerusalemme.Gerusalemme.Gerusalemme.
Sulle rive del fiume GiordanoSulle rive del fiume GiordanoSulle rive del fiume Giordano
Basilica del Santo SepolcroBasilica del Santo SepolcroBasilica del Santo Sepolcro
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Terra Santa 2013. Appunti di ...pellegrinaggio di Mario Paganini
Tutto attorno a noi evolve e cambia.
La quotidiana esperienza ci fa, poi,
toccare con mano il grado di com-
plessità della realtà. Il nostro micro-
cosmo è affollato di apparecchi ed
utensili che si guastano, di una appa-
rato burocratico farraginoso, di cose
che non vanno come dovrebbero.
Eppure siamo, invece, fermamente
convinti che il nostro macrocosmo sia
esente da mancanze, difetti, errori.
L’uomo di oggi è un privilegiato. Noi
Occidentali, in particolare, nonostan-
te tutte le crisi, viviamo in una condi-
zione invidiabile e senza precedenti.
Di chi è il … merito? Della nostra
intelligenza, lungimiranza e bontà
d’animo? Oppure del libero mercato
e dei suoi avvincenti meccanismi re-
golatori? Oppure può dipendere an-
che da qualche cosa al di fuori di
noi? Qualche cosa che stentiamo a
percepire e che assolutamente non
vogliamo riconoscere? Molto meglio
occupare la posizione del creditore,
soprattutto misconoscendo possibili
posizioni debitorie! Tutto è nella lo-
gica delle cose e non c’è nessuno a
cui dobbiamo un “grazie!” Eppure
sappiamo che non è vero…
Le azioni di Pilato e di Giuda sono
note. Il pagano Pilato resta colpito
dal Cristo. La sua “pietas”, calibrata
a sostegno dei cittadini di Roma, pro-
segue ed accoglie un Nazareno. Pila-
to (e sua moglie) percepiscono, in-
tuiscono un qualche cosa di nuovo e
di profondamente diverso. Poi in Pi-
lato prevale la realpolitik e non salva
un innocente. Giuda è il precursore,
il prototipo del cristiano infedele. È
l’intellettuale di oggi che crede di
possedere una conoscenza universa-
le, in forza della quale aspira ad in-
carichi onorifici ed a riconoscimenti
Un pellegrinaggio è cosa diversa da
un viaggio, ma in entrambi i casi ci si
cala in una realtà diversa con la pos-
sibilità di esperienze forti, di emozio-
ni profonde, di considerazioni inatte-
se. Visitando la Terra Santa (così si
evita di usare la parola “Israele” o la
parola “Palestina”) la prima cosa che
colpisce e stupisce è la verosimi-
glianza nel paesaggio con quello de-
scritto nei Vangeli. Lo “sviluppo” e la
“crescita demografica” hanno modifi-
cato l’ambiante, ma molto è rimasto
come duemila anni fa, sia lungo le
rive del fiume Giordano, del lago di
Galilea, del Mar Morto, sia nelle fre-
quenti zone desertiche o nelle oasi.
Nonostante le molte distruzioni ab-
bondano, poi, i siti archeologici, otti-
mamente restaurati. E nonostante le
profonde divisioni religiose i molti
luoghi di culto - spesso con un … ini-
zio comune, molto addietro nel tem-
po datato - sono visitabili senza parti-
colari formalità.
Per me è stata una esperienza
straordinaria. Sto ancora organizzan-
do le emozioni. Sono rimasto sorpre-
so da quanto possa offrire la Terra
Santa all’uomo di oggi. Cercando di
fare un po’ di ordine, in primo luogo,
mi sono sentito come “il giovane ric-
co” della parabola. Per l’anagrafe
non sono giovane ed ho un reddito
normale. Ma, come tanti, coltivo l’illu-
sione di restare giovane e cerco di
non dissipare il benessere (ossia la
ricchezza) di cui godo. Ma quei luo-
ghi portano ad interrogarsi sulla vita
che si sta conducendo. Ci si rende
conto di essere dei privilegiati, di
vivere nel benessere e questo è un
grosso aiuto, ma non sempre è suffi-
ciente per sentirsi felici e neppure
sereni. Stiamo sempre in apprensio-
ne, timorosi di perdere “la roba” che
abbiamo. Se non una umanità “sazia
e disperata”, di certo più si è lontani
dal messaggio evangelico e più si è
affini al giovane ricco, in una parola si
è “tristi”. L’indecisione o il rifiuto di
un profondo cambiamento nello stile
di vita sono un impegno forte, tanto
da sembrare impossibile.
Un’altra considerazione? L’ingratitu-
dine! Ciascuno di noi se dona qual-
che cosa si attende un gesto di rico-
noscenza od almeno la parola
“grazie”. Possiamo usare la parola
sorte o destino oppure Provvidenza.
economici. Il suo raziocinio è la mi-
sura di tutte le cose. Intuisce i cam-
biamenti nell’aria (la casta dei sa-
cerdoti ha già deciso che “perisca
un giusto per il popolo, piuttosto che
tutta una nazione” con tutte le sue
gerarchie, riti e costumi) e cerca un
proprio ruolo, un proprio tornacon-
to. Quei “trenta denari” potrebbero
essere un acconto su futuri incarichi.
E non esita a tradire, per di più con
un bacio. Giuda con un ultimo pen-
siero dimostra di non aver ancora
compreso quanto possa perdonare
ed amare Dio e di quanto inadegua-
ta possano essere la volontà e l’intel-
ligenza dell’uomo. Un suicidio, reso
terribile dalle circostanze, dimostra
la sua poca fede e l’incapacità di
Giuda di stare nella Storia o, con
altre parole, la sua voglia di sottrar-
si, di fuggire da una realtà che lui
non è riuscito come pure credeva a
manipolare, a governare.
Sento che un simile pellegrinaggio
(guidato da Mons. Verucchi e fatto
insieme a tante persone amiche) mi
ha un poco cambiato e rinnovato
nella fede. Temo, però, di essere
anche un poco Pilato ed un poco
Giuda. Infatti non ho ancora il co-
raggio di annunciare con serenità
che veramente Cristo è risorto. Così
come non sono sicuro di vivere e
testimoniare sempre la mia fede,
tanto da poterne essere esempio.
Però con l’aiuto della Provvidenza e,
magari, di un secondo pellegrinag-
gio in Terra Santa …
info: mariopaganini@gmail.com
Immagine trovata su Internet e
segnalata da Rosanna
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Per non perdere di vista il senso generale della vita...
se agli studenti se il barattolo fosse
pieno. Ed essi hanno convenuto che
lo era.
Allora il professore prese una sca-
tola di sassolini, e li versò nel vaso.
Lo scosse leggermente. I ciottoli
rotolarono negli spazi vuoti tra le
palle da golf. Chiese di nuovo agli
studenti se il barattolo fosse pieno.
Essi dissero che lo era.
Il professore prese una scatola di
sabbia e la versò dentro il vasetto.
Naturalmente, la sabbia si sparse
ovunque all'interno. Chiese ancora
una volta se il barattolo fosse pieno.
Gli studenti risposero con un unani-
me “ Sì ! ”.
Il professore estrasse quindi due
birre da sotto il tavolo e versò l'inte-
ro contenuto nel barattolo, effettiva-
mente si riempirono gli spazi vuoti.
Gli studenti iniziarono a ridere.
Un professore stava davanti alla
sua classe di filosofia e aveva da-
vanti a lui alcuni oggetti. Quando la
lezione cominciò, senza dire una
parola, prese un grosso barattolo di
maionese vuoto e lo iniziò a riempi-
re di palle da golf. Quindi egli chie-
'Ora', disse il professore non ap-
pena svanirono le risate 'Voglio
che vi rendiate conto che questo
barattolo rappresenta la vita. Le
palle da golf sono le cose impor-
tanti - la vostra famiglia, i vostri
figli, la vostra salute, i vostri amici
e le vostre passioni preferite - e se
tutto il resto andasse perduto e so-
lo queste rimanessero, la vostra
vita sarebbe ancora piena. I sasso-
lini sono le altre cose che contano,
come il lavoro, la casa, la macchi-
na.. La sabbia è tutto il resto - le
piccole cose.
Se mettete la sabbia nel barattolo
per prima,' ha continuato, 'non c'è
spazio per i sassolini e per le palli-
ne da golf. Lo stesso vale per la
vita.
Se utilizziamo tutto il nostro tem-
po ed energia per le piccole cose,
non avrete mai spazio per le cose
che sono importanti per voi.
Fai attenzione alle cose che sono
cruciali per la tua felicità.
Trascorrere del tempo con i vo-
stri bambini. Trascorrere del tem-
po con i tuoi genitori. Visita i nonni.
Prendete il vostro coniuge a porta-
telo a cena fuori. Gioca un altro 18
anni. Ci sarà sempre tempo per
pulire la casa e falciare il prato.
Prenditi cura delle palle da golf
prima - le cose che veramente con-
tano. Stabilisci le tue priorità. Il
resto è solo sabbia.
Uno degli studenti alzò la mano e
chiese cosa rappresentasse la bir-
ra.
Il professore sorrise e disse:
“Sono contento che tu lo abbia
chiesto. Le birre dimostrano che
non importa quanto piena possa
sembrare la vostra vita, c'è sempre
spazio per un paio di birre con un
amico!”
Fatti e gente di Voltana e dintorni
Un calendario, aggiornato, degli eventi
pubblici a Voltana ?
Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it
facendo click in AGENDA !
Frase trovata su Internet, attribuita a
Robertro Benigni e segnalata da
Monica
“Dante ha avuto un processo ed è
stato 20 anni in esilio. … Berlusconi:
200 processi e 20 anni Presidente
del Consiglio!”
“Chi ha detto che in Parlamenti ci
sono delle *** è stato licenziato
dall’incarico di Assessore Regiona-
le. Invece chi in Parlamento le ***
le ha fatte eleggere è considerato
uno Statista ”
Frase trovata su Internet, attribuita a
Maurizio Crozza e segnalata da
Monica
Immagine trovata su Inter-
net e segnalata da Paola
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