View
44
Download
0
Category
Preview:
Citation preview
GiveMeAChance Editoria Online
Tutti i diritti riservati. La riproduzione parziale o totale del presente libro è soggetta all’autorizzazione scritta da parte dell’editore. La presente pubblicazione contiene le opinioni dell’autore e ha lo scopo di fornire informazioni che, benché curate con scrupolosa attenzione, non possono comportare specifiche responsabilità in capo all’autore e all’editore per eventuali inesattezze. GiveMeAChance s.r.l. – Editoria Online Viale Regina Margherita, 41 – Milano 1° edizione Settembre 2014
www.givemeachance.it
A mia madre che mi ha dato la possibilità
di sperimentare questa vita e alle mie so-
relle, rami fioriti dell'albero vitale della
madre terra.
Ai miei amati figli, preziosa essenza della
mia vita.
A tutte le donne che ho incontrato a quelle
che mi sono vicine e a quelle che incon-
trerò un grazie di cuore.
Ringrazio la mia amica sorella Chiara per
Il suo amorevole sostegno.
5
11 LUGLIO 2010
… È sera, anzi notte, cinque minuti dopo l’una.
Finalmente sono riuscita a pulire balconi e pavimenti, era
un pensiero fisso ultimamente…voglia di pulito, di ordi-
ne...s’inizia sempre dall’esterno per poi arrivare all’interno,
sì all’interno dell’anima e della mente.
Non si ferma mai la mente, non ti dà tregua, non ti lascia
respirare, si fissa sempre sulle stesse cose…problemi,
fantasie assurde, scene di vita vissuta, sembra di essere
al cinema o a teatro.
È di scena la vita!
È trascorsa veloce: il regista ha voluto girare in fretta,
senza provare mai più di una volta, sempre buona la “pri-
ma”.
Io alcune scene le avrei volute tanto rifare, le avrei fatte
meglio, con più passione, più furbizia, alcune con più con-
sapevolezza, tante le avrei assaporate piano piano, attimo
GiveMeAChance Editoria Online
6
per attimo, intensamente, tante mi sono rimaste impresse
nel cuore, soprattutto quelle dolorose, alcune le ho perse
o nascoste in qualche angolo della mente, forse per non
poterle trovare. Questa non è la prova generale, no, è
proprio la “Prima” in assoluto o forse no?! Cose già vissute
nelle vite precedenti, ma la pellicola si è sbiadita e non si
può rivedere, allora ne giriamo un’altra, con nuovi perso-
naggi, in luoghi diversi.
7
ANNO 1962. CIAK SI GIRA:
palcoscenico di una scuola materna: sono alla mia prima
recita.
Siamo dieci bambine che, disposte in cerchio, cantiamo la
canzone “La campagnola bella”. Indossiamo un costume
di raso verde con applicate margherite bianche. Eseguia-
mo dei piccoli passi di danza tipo la Zorba ed alziamo le
mani in alto, ci impegniamo molto, la suora ci fa segno e
noi teniamo il tempo.
Siamo emozionate e cerchiamo con gli occhi, in platea, un
viso conosciuto, i nostri genitori o perlomeno un fratello
maggiore, una sorella che ci sorrida e ci faccia capire che
siamo brave e che tutto sta andando bene, io mi sento im-
portante, un uomo anziano, appoggiato alla porta d’uscita,
mi guarda e sorride: è mio padre.
Tutto finisce bene, applausi e caramelle.
É stata una piccola apparizione, ma tanto intensa ed entu-
siasmante...inconsapevolmente l’inizio di quello che sa-
rebbe stata la mia vita.
Chissà se mi chiameranno ancora, attendo una parte da
protagonista. Arrivano sempre ruoli da comparsa, la scola-
GiveMeAChance Editoria Online
8
ra, la figlia ammalata o contesa dai genitori e, quando va
bene, quello della bambina prodigio.
Si farà un lungo viaggio dice il regista, ci saranno luoghi
più belli, non che la nostra amata Puglia non lo sia, al nord
il paesaggio è completamente diverso, ma vi assicuro è
spettacolare con i suoi monti maestosi ed i laghi. Le
grandi città come Milano sono in crescita e danno lavoro a
tutti anche a noi attori di teatro. Per questo ho deciso per il
bene di tutti noi di spostarci al nord. Preparatevi! Ci stiamo
preparando per il lungo viaggio, che come dice il regista
cambierà le nostre vite.
Sono poche le cose da mettere in valigia, anche perché
non ne abbiamo una a testa, ma una per tre persone, per-
ciò solo i vestiti della festa ed il cambio della settimana.
I vestiti giravano come la giostra, dai più grandi ai più pic-
coli. Io avevo quelli smessi dalle ragazze più grandi ed
anche per le grandi occasioni, come la prima comunione,
erano già stati usati da ben due bambine e per fortuna in-
dossati un solo giorno! Uno in particolare mi piaceva mol-
to, era bellissimo ed io mi sentivo una principessa, a parte
i capelli che una “comare” mi aveva tagliato con una fran-
9
getta storta. Diceva che io avevo una rosa proprio lì sotto
la frangia…non era vero!
Tutto mi sembra molto strano mai avrei pensato di partire,
di viaggiare.
Cosa mi aspetto dalla vita e da questo cambiamento, non
lo so neppure io per ora. Non so se mi dispiace lasciare la
scuola, quando la maestra ha detto alla scolaresca di sa-
lutarmi perché partivo per un lungo viaggio per raggiunge-
re un paese al nord e lo fece vedere sulla grande cartina
geografica attaccata al muro dietro la sua scrivania, io mi
sono sentita importante, tutte le attenzioni erano rivolte a
me, tutti mi guardavano con occhi increduli e non sapeva-
no se dirmi: beata te o ci dispiace per te.
Ultima notte nel mio letto che divido con un'altra bambina.
Non riesco a dormire, vorrei già che fosse mattina, mi ec-
cita l’idea di salire sul treno. Piano piano gli occhi si chiu-
dono ed in un batter d’occhio arriva il mattino. Devono in-
sistere per svegliarmi….ma che ore sono? Ancora è buio
e ho sonno, stavo sognando di giocare al mare con il ven-
to che mi scompigliava i capelli, niente da fare, bisogna
GiveMeAChance Editoria Online
10
sbrigarsi altrimenti perdiamo la corriera che ci porterà alla
stazione e di conseguenza rischiamo di perdere il treno.
Inizia l’avventura, realizzo che è proprio vero… stiamo
partendo!
Siamo andati a piedi alla grande piazza dove ci sono due
corriere, una grande ed una piccola, noi dobbiamo salire
su quella grande che porta più lontano. Vedere quella
immensa scatola blu con tante finestrelle un po' mi fa pau-
ra, non vi ero mai salita. Qualcuno mi prende in braccio e
in un attimo mi trovo seduta su una poltrona vicino al fine-
strino. “Tutti seduti” grida l’autista. Il motore chiassoso
parte ed inizia il viaggio verso la stazione.
Il treno lo avevo visto solo sui libri di scuola con la locomo-
tiva che soffiava fumo e le carrozze tutte colorate, non era
proprio così. Le carrozze sono grigie e le poltrone marrone
scuro alcune anche di legno, tutto era tranne che colorato,
ma era riscaldato e questo mi piaceva, a Novembre anche
al sud fa freddo.
La prima volta sul treno, la prima volta sulla “corriera”, tan-
te ore, siamo in tanti e tutti abbiamo un piccolo bagaglio,
che contiene del cibo per il viaggio.
11
Ci aspettano, dice il regista, stanno preparando gli alloggi.
Immagino che ognuno di noi abbia il suo camerino, soprat-
tutto con la stufa…dicono che lì ci sia la neve! Io non ho
mai visto la neve. Sono entusiasta.
Si sta in silenzio per ore sul treno, tutti immersi nei propri
pensieri, paure, curiosità, sogni, speranze. Qualcuno rom-
pe il silenzio raccontando qualcosa, nessuno lo ascolta,
tace.
Ogni tanto viene la moglie del regista per vedere se stia-
mo bene e se abbiamo bisogno di andare in bagno, è mol-
to premurosa e pare anche preoccupata.
Per passare il tempo giochiamo con un nastro, facendo in-
trecci con le mani e cantiamo le canzoncine della scuola.
Le ore non passano mai ed io guardo dal finestrino i pae-
saggi che mi paiono corrano con il treno, immagino gli al-
beri che con le loro radici corrono per raggiungere il “mo-
stro di ferro” che ha tagliato in due il loro territorio calpe-
stando alberelli e piante. Nulla da fare il mostro corre più
veloce e quando gli alberi incontrano i paesi si devono
fermare.
GiveMeAChance Editoria Online
12
Sempre con gli occhi al finestrino sogno la mia vita, im-
magino di arrivare in una bellissima città, andare in una
scuola moderna ed avere tante amiche con la quali, nei
pomeriggi, giocare e fare deliziose merende.
Poi penso a quando diventerò grande e sarò un’attrice
famosa, ammirata da tutti e guadagnerò tanto da potermi
comprare una splendida casa per me e tutta la mia fami-
glia e gli amici della compagnia.
Tanti sogni, tante speranze e fiducia nella vita.
“Stiamo per arrivare”, dice Donna Vita, la moglie del regi-
sta: “i più grandi aiutino le bambine a mettersi il cappotto,
la sciarpa e state tutti vicini tenendovi per mano”.
Arrivati finalmente! Accidenti che freddo, ma dove siamo
capitati? I camerini poi, non ci sono proprio, dobbiamo di-
viderci in due stanze. I disagi sono tanti, ma non importa,
dobbiamo provare, le riprese iniziano a breve. Tutti ci la-
mentiamo perché ci sono tanti disagi e le persone che in-
contriamo ci guardano incuriosite e bisbigliano tra di loro.
Persino Donna Vita è arrabbiatissima con suo marito, il
regista, non pensava di trovare gli alloggi così malandati e
per giunta il camion con il mobilio aveva preso l’acqua ed i
13
materassi erano tutti bagnati, insomma minaccia di tornare
al paese.
Finalmente ci sistemiamo per la notte e per fortuna le co-
perte non si sono bagnate. I materassi sono stati asciugati
alla meglio con le stufette a gas e comunque si sente che
sono un pochino umidi. Pazienza siamo tutti molto stanchi
e va bene così.
Mi tiro su fino alla testa la mia coperta e, per questa notte,
Donna Vita ha detto che posso tenere i calzettoni di lana
che con il freddo che fa rischio di ammalarmi. Ha ragione
fa troppo freddo e ci metto un po' a sentire quel tepore che
il corpo raggiunge stando sotto le coperte, lentamente gli
occhi si chiudono ed arriva il sonno.
Mi sveglio da sola nessuno è venuto a chiamarmi per an-
dare a scuola, che sarà successo? C’è un silenzio strano.
Non sento auto o motorini passare. Vado in cucina se-
guendo il profumo del caffè latte, Donna Vita mi guarda e
poi mi mette una mano sulla fronte per sentire se ho la
febbre; è certa che noi piccoli prima o poi ci ammaleremo
e mi dice: “vieni alla finestra, guarda quella è la neve”.
GiveMeAChance Editoria Online
14
I miei occhi si spalancano, la bocca aperta. Le mani sono
incollate ai vetri... che spettacolo!!! Tutto, ma proprio tutto
è coperto da quella cosa strana bianchissima e a vederla
pare anche soffice e si chiama neve.
Poi il silenzio che c’è, non si sente alcun rumore neppure i
passi delle persone, tutto è ovattato. Voglio uscire a vede-
re. Finito di bere il latte con il caffè d’orzo e il pane avan-
zato la sera prima, Donna Vita mi veste molto pesante. Mi
lascia persino il pigiama sotto i pantaloni e con gli scar-
poncini, sciarpa e cappello e dei guanti grandi per le mie
dita, vado nella neve; sì, proprio dentro perché uscendo
scivolo subito e ci sprofondo dentro, senza farmi male tan-
to che è alta e soffice. Ovviamente tutti gli altri ridono e mi
tirano le palle di neve che, capito come si fanno, gli ritiro a
mia volta colpendoli in faccia.
Grande divertimento soprattutto perché, a causa
dell’abbondante nevicata, le scuole sono chiuse e tutti i
bambini sono felici.
I pochi giorni di vacanza trascorrono veloci e si deve tor-
nare a scuola ed i grandi devono iniziare a lavorare.
15
Io inizio a studiare una piccola parte, qui sembra facciano
fatica a capirci e parlano in modo strano, il regista ci dà
dei consigli, ma neppure lui sa bene su cosa, noi
l’ascoltiamo e diciamo d’aver capito, cosa c’è poi da capi-
re, non siamo mica in America! Siamo in Lombardia che
sta in Italia o no?
Certo di cose strane ne vedo tante anche a scuola, per
esempio qui scrivono con il pennino intinto nell’inchiostro,
al mio paese usavamo già le penne biro. Che disastri ho
fatto con quel pennino, certi buchi nei fogli per cancellare,
macchie ed anche qualche errore e tutti che mi guardano
come se fossi un animale da circo. La cosa poi che mi fa
sentire molto “diversa“ è la merenda durante l’intervallo.
Tutte le mie compagne di classe tirano fuori dalla cartella
delle merendine che solo a vederle mi fan venire
l’acquolina in bocca e io cosa ho invece? due fette di pane
casaereccio con una melanzana sott’olio che ovviamente
non faccio vedere e di conseguenza non mangio.
Fame fino alle dodici e trenta quando, andando a casa,
mangiavo senza farmi vedere da nessuno il mio pane.
Questo è successo per più di due mesi e poi finalmente,
GiveMeAChance Editoria Online
16
dopo aver pianto quasi tutti i giorni, ho ottenuto le meren-
dine veneziane oppure il buondì ricoperto di cioccolato.
Era un passo avanti verso l’uguaglianza tra scolari.
Nel tempo libero, dopo la scuola mi è concesso andare in
teatro ad assistere alle prove e ne sono felicissima.
C’è sempre confusione in teatro, ognuno cerca il suo spa-
zio e noto che i grandi hanno la meglio su i più giovani
senza parlare poi di noi piccoli.
Ho tanto da imparare dagli attori più grandi. Cerco di ruba-
re il mestiere, osservo il loro modo di calarsi nel perso-
naggio, come trasmettere al pubblico le emozioni, come
conquistarlo, tenerlo col fiato sospeso, farlo star bene. ”Ci
vuole carisma, mia cara!”, mi dicono.
Vorrei già essere grande, decidere da sola quale perso-
naggio interpretare, ma ci vuole pazienza, devo acconten-
tarmi di piccoli ruoli, sono solo una comparsa, come
quando faccio la scolara che arriva dal meridione e nes-
suna vuole essere mia amica.
Si portano in scene queste storie perché è il periodo
dell’emigrazione, lo spettacolo va bene, la gente si diverte,
soprattutto quando si prendono in giro le persone per il lo-
17
ro accento. A me sembra normale semmai è il loro ad es-
sere strano, che cosa stupida!
Il regista è contento, si replica ogni giorno.
Le giornate trascorrono tutte uguali, faticoso l’inserimento,
l’indifferenza e gli sguardi di disprezzo dei compagni di
scuola feriscono più di quelli degli adulti. Sono cattivi i
bambini o imitano bene i grandi.
Alla fine della quinta elementare, le più brave della classe
nonché le più ricche, mi chiedono di fare loro una dedica
sul diario personale, si usava scambiarselo, così tutte le
altre facevano la stessa cosa, ero stata accettata anche
perché i loro genitori venendo a teatro avevano saputo
che sono la figlia del Regista e, di conseguenza, andavo
bene come compagna di classe.
Quell’anno mi avevano invitata anche alla festa del loro
compleanno, ma io mi sentivo comunque diversa ed an-
che un po' inferiore a loro, età complicata!
Dopo tanti anni di gavetta sono passata a ruoli più interes-
santi: ora sono l’adolescente che si ribella alle rego-
le…sono gli anni ’70!
GiveMeAChance Editoria Online
18
Cerco di farmi voler bene da tutta la compagnia, seguo i
loro consigli, anche se dati più per loro che per me. Vorrei
sentirmi amata ed essere importante ai loro occhi, ma
quasi sempre mi sento fuori dalla scena, sola ed incom-
presa.
Fantastico su ciò che diventerò, adoro sognare ad occhi
aperti.
Il regista discute spesso con gli attori più grandi, qualcuno
ha deciso di andarsene, per mettersi alla prova dicono,
non mi piace sentirli litigare, me ne sto in disparte, non
emetto suoni, vorrei sparire….brutti pensieri. Vorrei che il
regista morisse, che stupida sono!
Non so cosa sia la morte veramente, una persona muore,
se ne va e non può più tornare, ma dove va? Mi dicono in
cielo, in paradiso o all’inferno. Sono ancora piccola e non
mi dicono la verità.
Non ho mai recitato scene in cui qualcuno muore, so che
si deve piangere ed essere molto tristi, la cosa positiva è
che tutti ti vogliono consolare e diventi la protagonista
principale, soprattutto perché sei la figlia piccola.
19
Il regista a volte manca per tanti giorni, ho scoperto che va
in ospedale e Donna Vita, sua moglie, lo cura.
Mi sembra che quando non c’è sono tutti più tranquilli, ma
a volte i grandi discutono su chi prenderà il suo posto, in
caso morisse…attendiamo che qualcosa accada.
Tra poco sarà Natale, ma non è come gli altri anni, non c’è
“atmosfera": quando ci si preparava alla recita natalizia, si
addobbava il grande albero “vero” con la stella luminosa
sulla punta, toccava quasi il soffitto e c’erano tante luci co-
lorate ed io m’imbambolavo guardandole accendersi e
spegnersi, il regista ci appendeva le “rossana” e i boeri al
liquore avvolti nella carta rossa, noi piccoli li si rubava la-
sciando solo la carta vuota. Lui faceva finta di non accor-
gersene! C’erano anche i mandarini che avremmo man-
giato a Natale, le caramelle il giorno dell’Epifania, quando
si disfava l’albero.
Il giorno della vigilia il più grande degli attori si vestiva da
prete, con l’acqua benediceva le persone e tutti si stava lì
ad aspettare di far nascere Gesù Bambino, cantando “Tu
scendi dalle stelle”…che bello, che gioia!
GiveMeAChance Editoria Online
20
Ricordo un Natale che eravamo al paese, prima di iniziare
la tournée, mi regalarono una carrozzina per la mia bam-
bola, l'unica! Era bellissima, blu e bianca modello “Inglesi-
na” con le ruote grandi.
In verità non era Natale, ma la mattina dell’Epifania, per-
ché al sud i regali li porta la Befana e solo se sei stata
brava ed io dovevo essere stata molto molto brava (o
semplicemente c’erano più soldi).
É accaduto, mi hanno detto che il regista non c’è più, è
morto!
Non so come mi sento, è una sensazione strana, non sen-
to dolore, non mi viene da piangere, eppure il regista era
mio padre!
E’ l’inizio di Gennaio, fa freddo anche se c’è il sole, an-
diamo a piedi al cimitero, non so quanta gente ci sia.
Donna Vita, la moglie del regista piange, è un pianto di do-
lore, di liberazione o di smarrimento, solo il suo animo lo
sa.
Il sole mi scalda il viso ma mi fa strizzare gli occhi, riesco
lo stesso a vedere che mettono la bara nella terra…non
riesco a piangere!
21
La compagnia si è fermata per un po’ di tempo; si riuni-
scono spesso i grandi, parlano, parlano, discutono, pren-
dono decisioni per tutti, non ti chiedono nulla, ovvio sei
piccola! Tutti vogliono prendere il posto del regista.
Alcune attrici, le più grandi, si sono sposate e hanno la-
sciato la compagnia per dedicarsi alla famiglia.
Ci sono momenti che mi sembra di non appartenere a
questa “famiglia”, ho memoria di altri luoghi e di altre si-
tuazioni.
Trascorro molto tempo senza parlare, a volte ho paura a
farlo, qualcuno potrebbe arrabbiarsi o sentirsi infastidito…i
grandi intendo.
Vorrei crescere per poter decidere cosa fare, essere “libe-
ra” e, come tutte le ragazzine, sogno d’incontrare un uomo
meraviglioso che s’innamori di me perdutamente! Vorrei
anche diventare una persona importante, ammirata da tut-
ti, amata…questi pensieri rimangono però custoditi nel
profondo della mia anima.
Finalmente la compagnia si riunisce per comunicare chi
prenderà il posto del “regista”, siamo tutti agitati e curiosi,
nella stanza ci siamo tutti anche Donna Vita moglie del re-
GiveMeAChance Editoria Online
22
gista; la vedo bene, mi sembra anche più forte e decisa, ci
comunica che sarà lei a portare avanti la compagnia e
chiede la nostra collaborazione affinché si possa riprende-
re a lavorare.
Per il momento si farà solo teatro e solo in questa città
perché non ci sono mezzi per fare tournée o girare film,
come qualcuno ha proposto.
Dovremo cercarci un altro lavoro e se necessario smettere
di studiare, ai grandi non fa piacere mantenerci.
Io proprio non li capisco, fino a ieri eravamo piccoli e face-
vamo solo qualche piccola comparsa ed ora invece pos-
siamo anche lavorare.
Dicono che per noi recitare è solo un gioco! Non è vero,
per me recitare è importante, mi piace interpretare tanti
personaggi diversi, portare in scena la vita mi fa sentire vi-
va.
La regista, Donna Vita, è un po’ smarrita, tutti le danno
consigli su come amministrare la compagnia…mi fa tene-
rezza…non mi piace quando si comportano così!
23
Ho trovato un lavoro da fare dopo la scuola, vado da una
parrucchiera a lavare le teste, mi piace ed imparo in fretta,
anche qui “rubo il mestiere”.
Le clienti sono soprattutto signore anziane poi ci sono an-
che delle “signorine” pensavo recitassero in qualche com-
pagnia che io non conoscevo invece, scopro che lavorano
in un “night club”, in pratica intrattengono i clienti: che la-
voro è? Poi la mia datrice di lavoro mi ha spiega-
to…beh…contente loro!
La gente sparla, dice che sono delle “poco di buono”, a
me sembrano gentili più di quelle “signore borghesi" e mi
danno sempre la “mancia” così mi posso comprare i jeans
o le collant.
Arriva un copione da studiare, ho una piccola parte, si
racconta delle condizioni dei giovani, del loro futuro, della
classe operaia, della scuola serale, dove anche i poveri
possono studiare e diplomarsi e così sperare di migliorare
la propria condizione sociale.
Questo ruolo mi piace, riesco a entrare nel personaggio
senza alcuna fatica perché nella vita reale vivo la stessa
GiveMeAChance Editoria Online
24
condizione della giovane che deve rimboccarsi le maniche
e lavorare prima dei quindici anni.
Questa ragazza possiede un grande senso di giustizia e
cerca di ribellarsi a chi la costringe a far ciò che non vuole,
con tanta fatica cerca di farsi valere e prova molta soddi-
sfazione quando ci riesce.
ANNO 1985
Si va in scena.
ATTO PRIMO: interno cucina di una casa di campagna.
Sul lungo tavolo di legno, un solo piatto, una posata, un
bicchiere a testa, poco cibo per tutti, però genuino e sano,
procurato grazie a fatica e duro lavoro.
Una madre racconta alle figlie, una di loro, adolescente
sono io, che si mostrano curiose, anche se le storie sono
spesso state ripetute, sono memorie: servono per non di-
menticare, per insegnare…sì per insegnare la vita!
…e il racconto prende vita…
25
Ero molto giovane e mi sono innamorata del primo uomo
che ho incontrato. Mi faceva tanti complimenti e per pa-
recchi mesi mi ha corteggiata in modo garbato e romanti-
co; ne ero molto lusingata, ma cercavo di non mostrarlo,
un giorno mi disse di avere “intenzioni serie”, mi voleva
sposare.
Accettai subito, non solo perché mi piaceva, ma soprattut-
to per uscire di casa, scappare da una brutta vita: un pa-
dre violento, una madre vittima, non volevo più sentire, né
vedere, desideravo pace e silenzio, sonni tranquilli, ma più
di tutto cercavo libertà e Amore!
Per un bel po’ di tempo mi sono sentita bene, libera e
amata con il controllo della mia vita. Con l’arrivo dei figli le
cose sono cambiate, tante cose da fare, responsabili-
tà…cercavo di tenere tutto sotto controllo per fare in modo
che nulla potesse riportarmi alla mia precedente famiglia.
Mio marito, in fabbrica faceva il doppio turno, per avere
più soldi, per una casa tutta nostra.
La sera tornava tardi e seduto a tavola gli occhi gli si chiu-
devano, a malapena si riusciva a parlare a raccontarsi la
giornata; poi andava a salutare i figli che già dormivano e
GiveMeAChance Editoria Online
26
si andava a letto anche noi…stanchi…una volta non si ve-
deva l’ora di rimanere soli per coccolarsi, ridere, far pro-
getti e sogni, fare l'amore con tanta passione…ora si sta
così, uno a fianco all’altra quasi non ci si sfiora, ognuno
con la propria stanchezza, quasi traditi dalla vita.
Un bel giorno dissi basta, voglio andare a lavorare anch’io,
aiutare, con il mio stipendio, a far quadrare il bilancio fami-
liare, mio marito non avrebbe dovuto fare più così tante
ore e si sarebbe concesso più tempo per la famiglia.
Glielo dissi una sera che era tornato più tardi del solito,
aveva proprio uno sguardo stanco e perso dietro ai suoi
pensieri, era molto “incazzato” con i sindacati che diceva-
no che turni così erano massacranti e la salute ne risenti-
va, ma gli operai avevano bisogno degli straordinari.
Presi coraggio e mentre lavavo i piatti, gli dissi di voler an-
dare a lavorare, i figli ormai erano grandicelli…non mi fece
finir di parlare, urlò che era lui l’uomo di casa e toccava a
lui provvedere alla famiglia.
Lo lasciai sfogare e poi risposi semplicemente che il gior-
no dopo sarei andata su in paese, a quel ricamificio dove
cercavano personale.
GiveMeAChance Editoria Online
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
GiveMeAChance
Editoria Online
E’ di scena la vita
Grazie per aver letto questa parte di ebook gratuita!
Puoi liberamente distribuirlo a tutte le persone a te vicine che ritieni possano essere interessate a questo argomento,
purché senza modifiche ...
… e se ti è piaciuto, acquista l’opera completa in formato eBook o cartaceo edita da
GiveMeAChance s.r.l. - Editoria OnLine
www.givemeachance.it
Link all’opera: http://www.givemeachance.it/autori/palma-maggi/GMC-palma-
maggi-e-di-scena-la-vita.php
Recommended