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COMPRENDERE LE DISEGUAGLIANZE COMPRENDERE LE DISEGUAGLIANZE DI SALUTEDI SALUTE
Franco PesaresiPresidente ANOSS
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Health Inequalities: Europe in Health Inequalities: Europe in Profile/1Profile/1
Prof. Dr Johan P. Mackenbach Prof. Dr Johan P. Mackenbach (February 2006)(February 2006)
In Europa uno status sociale più elevato produce anche una salute migliore:
– Una vita media più lunga da 4 a 6 anni per gli uomini e da 2 a 4 anni per le donne
– Una condizione di malattia più corta di oltre 7 anni anni negli uomini e di 3,5 anni per le donne
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Health Inequalities: Europe in Health Inequalities: Europe in Profile/2Profile/2
Prof. Dr Johan P. Mackenbach Prof. Dr Johan P. Mackenbach (February 2006)(February 2006)
In questi ultimi decenni le condizioni di salute sono migliorate per tutti ma aggravando la disuguaglianza (il gap è andato crescendo nei paesi occidentali).
Accanto alle disuguaglianze personali (di
gruppi di popolazione) ci sono ampie disuguaglianze nazionali e regionali.
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I determinanti della saluteI determinanti della salute
La salute individuale e collettiva dipende da diversi determinanti di salute– Fattori genetici– Fattori biologici (sesso, età)
– Fattori ambientali – Fattori socio-economici (povertà, occupazione, esclusione)
– Stili di vita (alcool, fumo, droghe, abusi alimentari, ecc.)
– Accesso ai servizi (istruzione, sanità, assistenza, trasporti)
fra i quali grande peso hanno i determinanti sociali (che sono quelli non sanitari).
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Le politicheLe politiche
Politiche nazionali e locali possono incidere in modo significativo sui determinanti sociali e quindi sulla riduzione delle disuguaglianze di salute della popolazione.
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IN ITALIAIN ITALIA
Esiste un impegno dichiarato (PSN) a riequilibrare le differenze
Ma mancano le strategie integrate
E manca la definizione di target
misurabili da raggiungere
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Le politiche dei comuniLe politiche dei comuni
Azioni esplicite dei comuni contro le disuguaglianze di salute sono rare.
I comuni gestiscono le politiche sociali locali (contrasto della povertà, assistenza ai soggetti svantaggiati o in difficoltà, ecc.)
In alcuni casi, i comuni, gestiscono – Piani locali finalizzati ad incidere sui determinanti
sociali della salute, – reti per la promozione della salute
che incidono anche sulle disuguaglianze di salute.
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LA SPESA SOCIALE DEI LA SPESA SOCIALE DEI COMUNI COMUNI (2003)(2003)
5,3 milioni di euro. 91 euro pro-capite.142 euro pro-capite nord-est; 39 euro
pro-capite sud.Bolzano 417 euro pro-capite; Calabria 27
euro pro-capite.La spesa sociale dei comuni alimenta le
disuguaglianze geografiche?
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I comuni: contributi economiciI comuni: contributi economiciper il contrasto della povertà per il contrasto della povertà (2003)(2003)
431 milioni di euro (8,2% della spesa sociale) Spesa: 65% integrazione del reddito familiare,
31% contributi per affitto, 4% per inserimento lavorativo.
494.000 beneficiari. In media, meno di 1.000 euro l’anno per il 2,2% delle famiglie italiane (famiglie povere 10,8%).
Contributi più significativi ed estesi dove minore è la povertà.
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Piani locali per la salutePiani locali per la salute
Emilia Romagna: Piani per la salute
Marche: Piani comunitari per la salute
Toscana: Piani integrati di salute
Umbria: Piani integrati di salute (PSR 2003-2005)
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Principi ispiratori/1Principi ispiratori/1
I piani per la salute sono ispirati agli orientamenti OMS (da Alma Ata 1978 a Jakarta 1997) che puntano:
– PROMOZIONE DELLA SALUTE (Ps): processo finalizzato a rendere capaci le persone di incrementare il controllo sui determinanti della salute al fine di migliorarla. Non comprende solo azioni dirette a sviluppare e a rafforzare le capacità individuali, ma si propone di di modificare i fattori sociali, ambientali ed economici rilevanti per la salute. (Sviluppata soprattutto in Europa)
– EDUCAZIONE ALLA SALUTE (Es): opportunità strutturate e sistematiche di comunicazione per sviluppare le conoscenze e le abilità personali necessarie per la salute individuale e collettiva. (Sviluppata soprattutto negli USA)
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Principi ispiratori/2Principi ispiratori/2
Fanno parte di questi principi:– L’abbandono dell’idea che gli interventi di Ps e
Es siano di esclusiva competenza di professionisti sanitari
– La necessità di un approccio intersettoriale
– La necessità di organizzazioni stabili per la promozione della salute e in rete
– La necessità di valutare costantemente l’efficacia degli interventi con specifico riferimento alla
misurazione del guadagno di salute della popolazione coinvolta.
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I Piani integrati di salute I Piani integrati di salute toscanitoscani
I PIS sono progetti su problematiche ad alta valenza sociale che hanno una ricaduta sullo stato di salute del territorio.
Costituiscono la modalità di operare delle zone-distretto e, ove costituite, delle SdS.
Concertazione per individuazione obiettivi di salute e verifica dei risultati.
Stretto collegamento con gli altri strumenti di programmazione negoziata.
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DETERMINANTI DELLA DETERMINANTI DELLA SALUTE SALUTE (oggetto dei PIS)(oggetto dei PIS)
NON MODIFICABILI
SOCIO-ECONOMICI
AMBIENTALI STILI DI VITA ACCESSO AI SERVIZI
GENETICA POVERTA’ ARIA ALIMENTAZIONE ISTRUZIONE
SESSO OCCUPAZIONE ACQUA E ALIMENTI
ATTIVITA’ FISICA TIPO DI SISTEMA SANITARIO
ETA’ ESCLUSIONE SOCIALE
ABITATO FUMO SERVIZI SOCIALI
…………. CASA AMBIENTE SOCIALE E CULTURALE
ATTIVITA’ SESSUALE
TRASPORTI
………….. ………….. FARMACI ATTIVITA’ RICREATIVE
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P i a n i e d A z i o n i p e r l ’ A m b i e n t e
P i a n i C o m m e r c i a l i
P . I . S .
P i a n o d e l l a m o b i l i t à , t r a ffi c o e d e i p a r c h e g g i
P i a n i d e l l a f o r m a z i o n e
P o l i t i c h e d i i n t e r v e n t o n e i s e t t o r i c a s a , s o c i o . e d u c a t i v i , s p o r t i v i , c u l t u r a l i , p r o t a g o n i s m o d e i g i o v a n i e d e g l i a n z i a n i , A B A , … . .
P . A . O . I .
A l t r i p i a n i , p r o g r a m m i , p r o g e t t i d i l i v e l l o r e g i o n a l e , a r e a v a s t a e p r o v i n c i a l e
P R G ( P i a n o P R G ( P i a n o S r u t t u r a l e ; R e g . U r b a n i s t i c o ; P r o g r a m m a i n t e g r a t o ; P i a n i A t t u a t i v i ) S r u t t u r a l e ; R e g . U r b a n i s t i c o ; P r o g r a m m a i n t e g r a t o ; P i a n i A t t u a t i v i )
P.I.S.P.I.S.P.I.S.
PRG (Prg; Reg. Urbanistico; Programma integrato; Piani attuativi
Piani ed azioni perL’ambiente
Piani commerciali
Piano dellamobilità
Piani della formazione
Politiche di Intervento nei settori casa,Socio-educativi,sportivi, culturali,protagonismo dei giovani e degli anziani, ….
p.a.o.i. Altri piani,programmi,progetti di livelloregionale, area vasta e provinciale
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I Piani integrati di salute toscani /2I Piani integrati di salute toscani /2
Le Conferenze dei Sindaci esprimono l’indirizzo politico e assicurano la realizzazione del PIS.
Le funzioni gestionali sono assicurate attraverso il supporto tecnico integrato delle ASL, dei comuni, dell’ARPAT e del non-profit.
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I Piani integrati di salute toscani/3I Piani integrati di salute toscani/3
Se SdS attive: gestione affidata alle SdS. PIS sostituisce Pat e Pdz.
Risorse regionali per avvio, + risorse dedicate ai servizi sanitari coinvolti nel progetto + dipartimenti di prevenzione.
Valutazione di effetto.
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Reti per la promozione della Reti per la promozione della salutesalute
Città sane
Scuole per la promozione della salute
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Rete delle “Città sane”Rete delle “Città sane”
La rete europea delle “Città sane” promosso dall’OMS-Europa alla fine degli anni ’80 è il tentativo concreto di sperimentare a livello locale i principi del progetto OMS “Health for all”, oggi “Health21”.
Si basa su 4 strategie: 1) favorire azioni intersettoriali, 2) programmi orientati al guadagno di salute; 3) migliorare l’assistenza sanitaria primaria; 4) sviluppare al partecipazione a tutti i livelli.
Per la prima volta l’OMS si rivolge ai comuni.
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“ “Città sane” in ItaliaCittà sane” in Italia
Rete italiana costituita a Bologna nel 1995.
Vi aderiscono 127 comuni italiani coordinati dal comune di Bologna.
Sviluppano le politiche di promozione della salute con progetti settoriali (potendo disporre di molti strumenti per intervenire
nell’ambiente fisico, sociale ed economico e sugli stili di vita).
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“ “Scuole per la promozione della Scuole per la promozione della salute ” in Italiasalute ” in Italia
La rete europea delle «Scuole per la promozione della salute” è promossa dal 1991 dall’OMS-Europa in base al programma «Health for all« e poi “Health21«.
Le scuole adottano un approccio olistico di promozione della salute, dandole priorità all’interno del curriculum, dell’organizzazione scolastica, della scuola come edificio.
Rete italiana partita nel 1995 con 15 scuole. Alcune regioni (Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Umbria) attualmente cercano di favorire lo sviluppo della rete.
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Altri Strumenti : PAT & PDZAltri Strumenti : PAT & PDZ
I PAT dovrebbero contenere – l’analisi dei bisogni e della domanda di
salute;– gli obiettivi di salute.
I PAT dovrebbero rapportarsi con i PDZ fino a condividere una parte significativa di percorso e delle elaborazioni.
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L’analisi dei bisogni di saluteL’analisi dei bisogni di salute
Documentare la frequenza e la distribuzione dei fenomeni di salute/malattia;
Conoscere i bisogni sanitari nella loro genesi, dinamica e distribuzione;
Individuare i possibili fattori determinati la distribuzione dei fenomeni di salute/malattia;
Identificare le aree problematiche che, in relazione alla loro rilevanza epidemiologica, richiedono un intervento prioritario.
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Contributo dei PAT e PDZContributo dei PAT e PDZ
Piano Di
zona
Piano Attività
territoriali
Area sociosanitaria
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Il sistema informativo del PATIl sistema informativo del PAT
Serve un sistema informativo – che non c’è – che consenta di stimare correttamente i bisogni di salute della popolazione, di definire le modalità ottimali di risposta ai bisogni stessi, di stimare la compatibilità degli interventi nei confronti della comunità locale, di pianificare gli interventi e di valutare i risultati ottenuti.
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Conclusioni/1Conclusioni/1
E’ stato documentato che condizioni sociali sfavorevoli producono anche uno svantaggio in termini di salute.
Le disuguaglianze di salute aumentano. La devolution non aiuta.
Riduzione delle disuguaglianze di salute dovrebbe essere un obiettivo politico importante.
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Conclusioni/2Conclusioni/2 Così non è. Il sistema di welfare pur avendo
questo obiettivo non lo ha reso operativo.
Mancano strumenti sociali importanti come il RMI e l’assicurazione sulla non autosufficienza.
Anche il servizio sanitario non è attrezzato per far fronte a questo obiettivo.
Solo un gruppo minoritario di comuni si occupa in modo organico e stabile di promozione della salute.
Manca un sistema informativo mirato e studi importanti e costanti.
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Che fare?Che fare?
Assunzione politica dell’obiettivo politico a tutti i livelli;
Coinvolgimento di tutti i soggetti Politiche integrate (ruolo dei comuni) Organizzazione dedicata e stabile Formazione culturale orientata al nuovo
modello sanitario Spazio per operatori non solo sanitari
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GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE
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