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LE PARTENZE 2016 DEI VIAGGI DI MOTOTURISMO PAMIR SUL TETTO DEL MONDO FANTASTICA CORNOVAGLIA GRECIA NELLA PENISOLA DEL MANI SULLE ORME DI UN GRANDE VIAGGIATORE INGLESE LIGURIA LA STRADA PER ACQUASANTA LAZIO ALLA SCOPERTA DI AMATRICE METE DI PRIMAVERA IN ITALIA LOMBARDIA - CAMPANIA VENETO - TOSCANA MARCHE - PUGLIA

2. mototurismo marzo-aprile 2016

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Page 1: 2. mototurismo   marzo-aprile 2016

LE PARTENZE 2016 DEI VIAGGI DI MOTOTURISMO

PAMIRSUL TETTO DEL MONDO

FANTASTICACORNOVAGLIA

GRECIANELLA PENISOLA DEL MANI SULLE ORME DI UN GRANDE VIAGGIATORE INGLESE

LIGURIALA STRADA PER ACQUASANTA

LAZIO ALLA SCOPERTA DI AMATRICE

METE DI PRIMAVERA IN ITALIALOMBARDIA - CAMPANIA VENETO - TOSCANA MARCHE - PUGLIA

Page 2: 2. mototurismo   marzo-aprile 2016

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Page 3: 2. mototurismo   marzo-aprile 2016

EDITORIALETIZIANO CANTATORE u [email protected]

No, non vi preoccupate, non è una minaccia! Vi aspetto fuori per fare un giro in moto. Impazienti come tutti i motociclisti che attendono

la primavera. Quando l’aria è stuzzicante, il cielo terso, la temperatura sale, la voglia di moto diventa sempre più forte. Per qualcuno l’inverno passato è stato al solito un terreno di sfida: più fa freddo e più si mostra il lato del motociclista “duro e puro”... Mah! Ricordo che mio padre, quando mi vedeva uscire in moto con il brutto tempo, mi diceva sempre - ed ero già adulto - “ciapà no frecc!” (in dialetto milanese: non prendere freddo inutilmente). Adesso penso avesse ragione. Poi per carità, c’è chi ama sguazzare nel fango, restare in precario equilibrio sulla neve o sul ghiaccio...ad ognuno il proprio piacere di andare in moto.Difficile però negare che con una buona giornata, la nostra uscita motociclistica sia più invitante e propizia. Dunque, io vi aspetto fuori. Fuori porta, fuori città, un bel giro sui colli o verso il mare. In questo numero di Mototurismo come al solito troverete tanti spunti, approfittatene. L’Italia, nonostante tutto, offre tanti piccoli borghi, percorsi e angoli ancora

da scoprire. Il motociclista - lo sappiamo - è tra quelli che non si accontentano del turismo preconfezionato. Esce dal coro e si impegna nella ricerca di luoghi da apprezzare nella loro semplicità. E poi d’abitudine, passa parola agli amici. Ed ecco che inspiegabilmente un piccolo centro, un borgo prima sconosciuto, si anima nei week-end di centauri discreti, armati di macchine fotografiche e di buon appetito.E per i viaggi impegnativi o per le prossime vacanze, Mototurismo è sempre stato e resta il vostro cassetto dei sogni. Da aprire quando vorrete o potrete. I nostri collaboratori e amici, setacciano il pianeta per potervi offrire gli stimoli necessari ad intraprendere un viaggio o scegliere una meta. Prendete appunti, fantasticate, progettate. Sognare un viaggio è il primo passo per poi, un giorno o l’altro, realizzarlo veramente. Un’idea positiva che ci aiuta a vivere meglio il nostro presente.Quindi vi aspetto fuori. Voglio vedere le vostre facce da moto sorridere felici.

Guidare con prudenza è come sempre necessario, mi raccomando!

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Vi aspettoFUORI

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SOMMARIOMOTOTURISMO | marzo - aprile 2016

36 58 72 90 108

06I viaggi di mototurismoscegli il tuo viaggio sulle tracce dei nostri itinerari più belli

12appuntamenti

28idee di viaggiotoscanaValdichiana 32lazioalla scoperta di amatrice

SEGUI MOTOTURISMO

www.mototurismo.it|4

36pamirIN MOTO TRA LE MONTAGNE SUL TETTO DEL MONDO

58INGHILTERRAcornovagliasemplicemente fantastica

72mete di primaveralombardia - campania veneto - toscanamarche - puglia

90greciaNELLA PENISOLA DEL MANI SULLE ORME DI UN GRANDE VIAGGIATORE INGLESE

108liguriaLA STRADA PER ACQUASANTA

120accessori

126tecnologia

129souvenir

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IL PIACERE DI ANDARE IN MOTOi Viaggi di

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Dall’esperienza maturata in trent’anni di turismo in moto e dagli itinerari più affascinanti pubblicati su Mototurismo,

nascono i pacchetti di viaggio de “I VIAGGI DI MOTOTURISMO”, pensati per dare a tutti la possibilità di percorrere le nostre stesse strade.

Proposte mirate, organizzate da persone esperte e qualificate, in grado di soddisfare la voglia di viaggiare e conoscere, nella massima libertà e sicurezza, in ogni momento dell’anno.

Scegli la tua meta e contattaci per definire il tuo viaggio insieme ai nostri consulenti turistici incaricati e autorizzati.

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TIPOLOGIE DI VIAGGIO

• VIAGGI DI GRUPPO CON PARTENZA PREDEFINITA

Viaggi effettuati con altri partecipanti e una guida al seguito, con date di partenza predefinite.

• VIAGGI INDIVIDUALI CON PARTENZA LIBERA Viaggi da effettuare in completa autonomia con data di partenza personalizzabile in base alle proprie esigenze.

CON QUALE MOTO VIAGGIO?

I nostri viaggi prevedono - ove indicato - la possibilità di raggiungere la destinazione con moto propria e/o con volo aereo e moto a noleggio.

PROPOSTE VERSATILI

I nostri viaggi includono un itinerario predefinito e il completo supporto logistico.È possibile però valutare insieme al nostro consulente turistico alcune possibilità per personalizzare il viaggio in base a particolari esigenze; non esitare a contattarci!

L’elenco completo delle proposte di viaggio sarà regolarmente presente

su queste stesse pagine, sul sito

www.mototurismo.it e sulla brochure scaricabile

tramite il QR-Code qui sotto.

Per avere informazioni sul programma di viaggio

dettagliato, scrivere una mail a

[email protected] oppure collegarsi al sito

www.mototurismo.it sezione VIAGGI,

scegliere il viaggio di interesse e utilizzare

il modulo di contatto presente nella pagina.

COME OTTENERE INFORMAZIONI

Le proposte promosse da “I Viaggi di Mototurismo” sono sviluppate e organizzate tecnicamente da Tour Operator e Agenzie Viaggio autorizzate. La prenotazione, le quotazioni definitive, i termini e la vendita dei pacchetti di viaggio sono affidati direttamente alle Agenzie Viaggio Autorizzate.

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MAROCCO

24 marzo - 6 aprileTOUR STRADALEMOTO PROPRIAStrade spettacolari, paesaggi e città uniche, villaggi berberi e il fascino delle dune di sabbia del Sahara.

MAROCCO16 aprile - 29 aprile / 4 maggio TOUR STRADALE E OFF ROADMOTO PROPRIAStrade e piste sterrate tra profonde gole e canyon di rara bellezza. Villaggi e città con caratteristiche uniche. Possibilità di rientro anticipato (2 maggio).

VIAGGI DI GRUPPO CON PARTENZA PREDEFINITA

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CUBA9 - 26 agosto

27 dicembre - 13 gennaio 2017TOUR STRADALEMOTO PROPRIA - MOTO A NOLEGGIOUn viaggio esclusivo e straordinario nella più affascinante isola caraibica.

stati uniti COAST TO COAST2 - 25 agostoTOUR STRADALEMOTO PROPRIA - MOTO A NOLEGGIOIl mito, il viaggio-sogno per ogni motociclista.

scozia

8 - 17 agostoTOUR STRADALEMOTO PROPRIA - MOTO A NOLEGGIOAlla scoperta della Scozia con volo aereo incluso ed eventuale trasporto della propria moto fino a Manchester o moto a noleggio su richiesta.

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WEEK-END IN CROAZIA8 - 11 aprileTOUR STRADALEMOTO PROPRIAWeek-end esclusivo con partenza da Ancona e arrivo a Spalato, tour guidati a Monstar o Dubrovnik e pernottamento in nave SNAV.

ALBANIA-MACEDONIA-KOSOVO25 giugno - 7 luglioTOUR STRADALE E OFF ROADMOTO PROPRIAUn territorio tutto da scoprire in un contesto naturale unico e poco conosciuto.

ALBANIA-MONTENEGRO7 - 21 luglio

TOUR STRADALEMOTO PROPRIA Panorami meravigliosi tra costa e montagna.

MONTENEGRO

14 - 21 luglio TOUR STRADALE MOTO PROPRIATutta la magia della perla dei Balcani in un tour motociclistico unico.

ALBANIA

7 - 16 luglio TOUR STRADALE

MOTO PROPRIA Una vacanza motociclistica che dal mare cristallino porta sulle strade delle montagne. Un territorio e un’accoglienza sorprendente.

GRECIAAgosto (15 giorni)TOUR STRADALE MOTO PROPRIAMare, storia, arte, in una vacanza motociclistica indimenticabile.

GRECIA, MACEDONIA, ALBANIASettembre (15 giorni)TOUR STRADALE MOTO PROPRIAUn insolito mix per un tour motociclistico esclusivo e unico.

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IRLANDA WILD ATLANTIC WAY (NORD-OVEST)CONTEA DI DONEGAL E SLIGO8 giorni

IRLANDA WILD ATLANTIC WAY (CENTRO-OVEST)8 giorni

IRLANDA WILD ATLANTIC WAY (sud-OVEST)8 giorni

Moto a noleggio disponibili per i viaggi in Irlanda: BMW GS 800 e BMW GS 1200

sardegnaQuattro possibilità per scoprire tutti i lati della Sardegna. Moto a noleggio a scelta tra BMW, Ducati, MV e KTM.

COAST TO COAST8 giorni

Tour da 1.300 Km per scoprire tutta la Sardegna e le migliori località lungo la costa.

MARI & MONTI8 giorni

650 Km dalla costa ovest alla costa est, dal mare ai monti dell’interno per poi ritrovarsi di nuovo

sul mare.

NORTH SARDINIA DISCOVERY8 giorni

450 Km per scoprire il nord dell’isola, con base a Castelsardo.

SARDEGNA GRAND TOUR6 giorni

1200 Km per percorrere il periplo della Sardegna.

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VIAGGI INDIVIDUALI

CON PARTENZA LIBERA

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STATI UNITISAPORE D’AMERICA 9 giorniMOTO A NOLEGGIODa Los Angeles a Las Vegas attraverso California, Arizona, Nevada e Utah. Volo da Milano a Los Angeles.

STATI UNITIFLORIDA8 giorniMOTO A NOLEGGIOAlla scoperta della Florida con moto a scelta tra Harley Davidson, BMW, Indian, Triumph e Honda.

STATI UNITICOWBOYS & INDIANS ADVENTURE14 giorniMOTO A NOLEGGIOAttraverso i territori teatro di alcune delle battaglie campali più famose del Wild West, da Little Big Horn alle Badlands, combinando la grande storia con la natura mozzafiato del Wyoming, del Montana, dello Utah fino al Colorado.

Alla scoperta del South Dakota e delle sue leggendarie Black Hills, tra immensi parchi nazionali, mitiche icone del West, siti di grande fascino come Mt. Rushmore e Crazy Horse Memorial, branchi di bisonti e il misticismo di luoghi sacri per i Nativi Americani.

STATI UNITIDESERTI E CANYON DEL WEST

14 giorniMOTO A NOLEGGIODalla scintillante Las Vegas ai meravigliosi parchi nazionali, dai deserti carichi di fascino e mistero, fino alle riserve e pueblos nativo-americane. Il meglio del sud-ovest nella sua ammagliante e selvaggia bellezza. Un itinerario completo e variegato con moto a noleggio, per motociclisti indipendenti, amanti della natura e “attivi”, studiato per godere ed esplorare i parchi, con la possibilità di personalizzare l’itinerario.

STATI UNITILEWIS & CLARK

ADVENTURE15 giorni

MOTO A NOLEGGIOTra mito e avventura alla ricerca del

Passaggio a Nord Ovest. Seguendo le orme della leggendaria spedizione dei grandi esploratori del West Lewis & Clark, un viaggio indimenticabile nella natura mozzafiato del Wyoming e Montana, dai parchi nazionali di Yellowstone e Grand Teton, fino ai confini del Canada delimitati dai paesaggi fantastici del Glacier National Park. Alla ricerca di bisonti, alci, lupi e orsi Grizzly, esplorando le antiche e sacre terre dei Nativi.

STATI UNITINEW ENGLAND12 giorniMOTO A NOLEGGIOUn viaggio nei territori dei primi insediamenti europei sul territorio nord americano, nel new england si compirono i primi passi verso la creazione degli stati uniti d’america, la storia e le tradizioni il territorio, i villaggi e le città, fanno di questa terra un concentrato unico di bellezze e suggestioni.

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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EVENTITIPICITÀ5-7 marzo, Fermowww.tipicita.it

MOSTRA INTERNAZIONALE LIBRI ANTICHI E DI PREGIO11-13 marzo, Milanoeventi.alai.it

GIARDINI D’AUTORE18-20 marzo, Riminiwww.giardinidautore.net

CONCOURS D’ÉLÉGANCE TROFEO SALVAROLA TERME19-20 marzo, Salvarola Terme (MO)www.trofeosalvarolaterme.it

IN PRIMAVERA: FIORI, ACQUE E CASTELLI19-20 marzo, Castelli di Strassoldo (UD)www.castellidistrassoldo.it

ROERO DAYS20-21 marzo, Reggia di Venaria (TO)www.consorziodelroero.it

SWING ON SNOW20-27 marzo, Alpe di Siusiwww.seiseralm.it

MERCATO NEL CAMPO2-3 aprile, Sienawww.comune.siena.it

FIORINELLAROCCA8-10 aprile, Lonato del Garda (BS)www.fiorinellarocca.it

QUATTROZAMPEINFIERA16-17 aprile, Padovawww.quattrozampeinfiera.it

FISH & CHEF21-27 aprilewww.fishandchef.it

FRANCIACORTA IN FIORE13-15 maggio, Cazzago San Martino (BS)www.franciacortainfiore.it

mostreHOMO VIATORFino al 10 aprile, Pontedera (PI)Il Museo Piaggio ospita la mostra personale del pittore

LA PRIMAVERA A BOLOGNAwww.bolognawelcome.it

Bologna si prepara a vivere una primavera entusiasmante grazie ai tanti appuntamenti in calendario. SPRINGTIME IS BOLOGNA è

il titolo che Bologna Welcome ha assegnato a tutte le iniziative e alle offerte speciali che animeranno il capoluogo da marzo fino a giugno.Come per le precedenti stagioni, grande rilevanza innanzitutto per la cultura. Prosegue fino al 17 luglio la mostra EGITTO. SPLENDORE MILLENARIO. CAPOLAVORI DA LEIDEN A BOLOGNA ospitata dal Museo Civico Archeologico.Il MAMbo dedica, fino al 26 giugno, una mostra a GIORGIO MORANDI. Un focus su un periodo poco conosciuto del percorso artistico del pittore bolognese: con Morandi a vent’anni. Dipinti della Collezione Mattioli dal Guggenheim di Venezia vengono proposti al grande pubblico quattro capolavori dell’artista, tutti compresi tra il 1913 e il 1915, provenienti dall’importante collezione d’arte milanese di Gianni Mattioli, dal 1997 in deposito a lungo termine presso la Peggy Guggenheim. Dedicato a Giorgio Morandi anche un tour speciale Bologna Welcome che propone un’intera giornata dedicata ai luoghi e all’arte del pittore bolognese.La città si prepara poi a vivere i festeggiamenti per il nono centenario del Comune di Bologna, con un ricco cartellone di appuntamenti. Tra questi, una mostra al Museo Civico Medievale dal titolo BOLOGNA 1116. DALLA ROCCA IMPERIALE ALLA CITTÀ DEL COMUNE (dal 19 marzo al 17 luglio) la quale si propone di illustrare alcuni aspetti sociali ed artistici della città agli esordi delle sue istituzioni politiche e culturali.Al Museo del Risorgimento invece, una mostra dedicata al grande fotografo ungherese Robert Capa, con ROBERT CAPA IN ITALIA (dal 2 aprile al 22 maggio). La mostra, in occasione del centenario della nascita, è allo stesso tempo mostra storica, documentaristica ed artistica. Le settantotto immagini selezionate provengono dal Museo Nazionale Ungherese, che custodisce queste fotografie nel suo Archivio Storico Fotografico. Le immagini mostrano con forza drammatica i tragici sviluppi della guerra in Italia, dallo sbarco alleato in Sicilia nel 1943 sino alla risalita della penisola nell’estate del 1944.Springtime is Bologna non potrebbe dirsi completo senza la pagina sportiva: appena fuori dal capoluogo, sul circuito di Imola, vi aspetta UNA TAPPA DEL CAMPIONATO MONDIALE

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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Ciro Palumbo, dedicata all’uomo viaggiatore, nel tempo, nella mente, nei sogni ma anche nella quotidianità. Un viaggiatore alla ricerca di qualcosa che vuole, che sa che esiste ma che non sa dove la può trovare.

MIART 20168-10 aprile, Milano154 gallerie internazionali provenienti da 16 Paesi, 60 curatori coinvolti nelle sezioni della fiera e nelle giurie e più di 40 personalità da tutto il mondo per i talk, una settimana di incontri, inaugurazioni, mostre ed eventi in tutta la città, dentro e fuori dai padiglioni della fiera. Presso FieraMilanoCity.

SCARCITY-WASTE1 marzo-17 aprile, CremonaMostra fotografica che esplora il tema “Scarcity-Waste” (Scarsità-Spreco) con le opere vincitrici del concorso fotografico internazionale Syngenta Photography Award 2015. Presso Museo Civico.

OLTREFino al 29 aprile, Ivrea (TO)Prima tappa italiana della mostra, presentata a Budapest e frutto della collaborazione di 16 artisti italiani e ungheresi, emergenti o affermati, messi a confronto grazie a un particolare allestimento. Presso il Museo Civico Garda.

DAIDO MORIYAMA IN COLOR6 marzo-8 maggio, ModenaA distanza di sei anni dalla grande retrospettiva dedicata al suo lavoro in bianco e nero, Fondazione Fotografia Modena ha il piacere di presentare Daido Moriyama in Color, una nuova personale dedicata al maestro giapponese della street photography, e di mostrare i più recenti sviluppi della sua ricerca fotografica, segnata dalla riscoperta del colore.

IMAGO URBISFino all’8 maggio, Chiasso (Svizzera)La memoria del luogo attraverso la cartografia dal Rinascimento al Romanticismo. Presso m.a.x. Museo.

VERONICA MONTANINOIT’S A WONDERFUL WORLD18 marzo-22 maggio, CatanzaroMostra a cura di Giorgio de Finis e Simona Gavioli, dell’artista Veronica Montanino. Presso Museo Marca.

SIMBOLISMO. ARTE IN EUROPA DALLA BELLE ÉPOQUE ALLA GRANDE GUERRAFino al 5 giugno, MilanoL’esposizione celebra il fascino onirico e ricco di suggestioni di grandi maestri quali Klimt, Moreau e Segantini. Presso Palazzo Reale.

LA TELA VIOLATA5 marzo-19 giugno, LuccaFontana, Manzoni, Castellani, Bonalumi, Burri, Scheggi,

DI SUPERBIKE, con tre giornate di adrenalina e spettacolo a due ruote che vedranno in pista anche il Campionato Mondiale FIM Supersport e la Coppa FIM Superstock 1000.

SAPORI D’INVERNOFino al 20 marzowww.prolocate.it

La Proloco di Locate di Triulzi, località del Parco Agricolo Sud Milano a breve distanza dal centro di Milano, organizza la speciale rassegna

gastronomica SAPORI D’INVERNO dedicata ai migliori piatti della tradizione lombarda. Durante il periodo della manifestazione – nei locali aderenti - sarà possibile consumare un piatto tradizionale o una pizza speciale a prezzo convenzionato. Dotandosi della speciale cartolina dell’evento, sarà inoltre possibile per ogni consumazione collezionare i punti e ricevere un piatto decorato a mano, celebrativo dell’evento. Locate di Triulzi è un paese ricco di storia, arte e tradizioni: dalla celebre concittadina Principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso, patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento, allo splendido Santuario Santa Maria ad Fontem, articolato su tre livelli, con due chiese sovrapposte l’una all’altra, costruito verso il 1530, con all’interno un affresco leonardesco e dalla caratteristica facciata con porticato aperto e campanile.

VINO IN FESTA22 aprile-11 giugnowww.bolzanodintorni.infowww.stradadelvino-altoadige.it

Si alza il sipario sulla decima edizione del festival eno-cultural-gastronomico VINO IN FESTA, sempre più evento-clou della primavera lungo

la Strada del Vino dell’Alto Adige.L’inaugurazione è fissata presso il Castel d’Enna a Montagna: una giornata per dare il via ai festeggiamenti, ma anche l’occasione per premiare

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione. Presso Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art.

JOAN MIRÓ: LA FORZA DELLA MATERIA25 marzo-11 settembre, MilanoDopo la mostra dedicata a Gauguin, il MUDEC continua il percorso dedicato agli artisti che hanno guardato al primitivismo delle culture extraeuropee.

RADUNIMOTOSTRAPAZZATA20 marzo, Calcinelli di Saltara (PU)MC Dragonewww.motoclubdragone.it

1° TROFEO DEL MEDITERRANEO22-24 aprile, Monaco-Forte dei MarmiMC de Monaco - MC Perla del Tirrenowww.princesmotoraid.com

MOTO ITALY SPRING 23-25 aprile, Montecatini Terme (PT)motoitalyspring.it

22° MOTORADUNO CAVARZERE 25 aprile, Caverzere (VE)Cell. 3475436451

DUE CUORI – DUE RUOTE25 aprile, Calcinelli di Saltara (PU)MC Dragonewww.motoclubdragone.it

OVER 150KG&FRIENDS – ENDURO IN SICILIA7-8 maggio, Linguaglossa (CT)Quelli Delle Palle [email protected]

LA MORENICA8 maggio, Volta Mantovana (MN)www.lamorenica.it

3° TASSOPORCO TOUR14 maggio, Prada Alta di Brenzone (VR)Special Bikes Tourist [email protected]

CENTOPASSI 20161-4 giugnowww.centopassi.net

RIEVOCAZIONE STORICA DEL MOTOGIRO D’ITALIA18-25 giugno, TerniMC Terni L. Liberati P. Pileriwww.motogiroitalia.it

(e degustare) i migliori Pinot neri. La manifestazione proseguirà fino a sabato 11 giugno, coinvolgendo sedici comuni, con il gran finale affidato all’immancabile NOTTE DELLE CANTINE. Anche quest’anno il programma è talmente vasto ed eterogeneo da riuscire ad accontentare sia il turista che vuole andare alla scoperta del territorio di Bolzano e dintorni, sia l’esperto di vini che vuole approfondire le proprie conoscenze con degustazioni, visite alle cantine e passeggiate didattiche tra i vigneti.Ulteriori informazioni e programma dettagliato sul sito ufficiale.

PAESAGGI E FIORITURE NELLE COLLINE DEL SOAVEwww.stradadelvinosoave.com

Due appuntamenti primaverili di interesse paesaggistico nelle Colline del Soave: riconosciuto come “Paesaggio rurale di

interesse storico”, il territorio collinare della Strada del Vino Soave da fine marzo a metà aprile diventa uno scenario incantato grazie alla fioritura dei ciliegi mentre a maggio, grazie alla fioritura delle viti, regala profumi davvero inebrianti.Dalla fine di marzo a metà aprile - cambiamenti stagionali permettendo - nelle valli d’Alpone, Tramigna e Illasi, i luoghi dove si concentra la produzione di ciliegie nell’est veronese, i verdi declivi delle colline vitate si tinteggiano completamente di bianco. Il dolce saliscendi collinare consente di cogliere panorami davvero suggestivi a bordo della propria moto. Inoltrandosi nel territorio, s’incontrano chiese di campagna, borghi, contrade e cantine, perfette per una sosta culturale o golosa. Verso la metà di maggio invece sono i vigneti a fiorire.

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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museo della distillazione e degustazioni d’eccellenza in un’oasi immersa nel verde.IL MUSEO: TRA ALAMBICCHI E BOTTIGLIE D’EPOCA - Nel museo interno alla sede di Mombaruzzo, ideato da Annacarla Berta e dalla designer Jessica Koba, sono raccolti gli strumenti per la produzione della grappa e per il lavoro nei campi, dal 1800 ai primi del 1900.UN’OASI TRA LE COLLINE - Il parco naturalistico si estende per circa otto ettari intorno allo stabilimento di Mombaruzzo. Lungo i saliscendi immersi nel verde e nel silenzio delle colline, si incontrano querce, ulivi secolari, mandorli, noccioli, pioppi, alberi da frutta e una sessantina di varietà diverse di piante aromatiche e officinali.VILLA CASTELLETTO - È il luogo ideale per godersi una vacanza in completo relax tra le colline del Monferrato (http://www.bertadimore.it/it/villacastelletto/home). Una moderna struttura alberghiera dotata di tutti i comfort necessari a rendere unica la permanenzaCASTELLO DI MONTEU ROERO - Il Castello di Monteu Roero (http://www.castellomonteuroero.it/), recentemente acquistato dalla famiglia Berta e reso fruibile per il pubblico permetterà ai visitatori di ammirare uno dei gioielli del Roero, abitato da Federico Barbarossa e da Federico II.RELAX E GRAPPATERAPIA - Da maggio l’offerta si arricchirà con l’inaugurazione di Villa Prato, una storica dimora settecentesca situata nel cuore di Mombaruzzo acquistata dalla famiglia Berta e trasformata in un esclusivo centro benessere da 800 metri quadri. Un relais de charme con sei suite dotate di ogni confort, dove gli ospiti potranno usufruire anche di un trattamento molto particolare: la grappa terapia.

CANTINE A NORD OVESTDa marzo a ottobrewww.cantineanordovest.it

Sette tappe, sette itinerari in luoghi meravigliosi, quasi centocinquanta cantine da scoprire, centinaia di etichette da assaggiare.

CANTINE A NORD OVEST è la manifestazione itinerante organizzata da Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta per promuovere e far conoscere i vini del Piemonte. Una tappa al mese e sette tipologie di vino da scoprire.Ogni tappa è una vera e propria esperienza enogastronomica e turistica, a spasso tra le colline piemontesi, dalle Langhe al Monferrato, di cantina in cantina, alla scoperta di volta in volta di una

Meno spettacolare alla vista (in quanto i fiori della vite non sono così evidenti), risulta essere inebriante all’olfatto, immergendo il visitatore in deliziosi profumi. Nelle terre del Soave, il vitigno principe è la Garganega, ma ci sono anche Trebbiano di Soave, Durella, Corvina, Corvinone e Rondinella. Strada del Vino Soave annovera tra i soci numerose strutture ricettive adatte a tutte le esigenze e a tutte le tasche. Consigliamo di visitare il sito ufficiale per ulteriori consigli e per visualizzare le strutture convenzionate a scelta tra B&B, agriturismo e hotel.

MANTOVA MOTOR FESTIVAL 201613-15 maggio, Mantovawww.mantovamotorfestival.it

Dopo lo strepitoso successo dello scorso anno – con trentacinquemila spettatori e settanta aziende coinvolte - ritorna la manifestazione

mantovana dedicata al mondo dei motori. Gli spazi espositivi del Palabam (comprensivi di un’ampia area esterna), ospiteranno i numerosi spettacoli, raduni ed esposizioni in programma, ingredienti principali di questo appuntamento motoristico ogni anno sempre più importante.

RELAX NEL MONFERRATO TRA GRAPPA, CASTELLI E AMARETTIwww.distillerieberta.it

Chi vuole immergersi nelle eccellenze dell’affascinante paesaggio delle Langhe, Roero e Monferrato, ha a sua disposizione

un’oasi immersa nel verde, tra i saliscendi divenuti Patrimonio Unesco. Si tratta di DISTILLERIE BERTA (www.distillerieberta.it), non solo una delle aziende storiche di questo angolo del Piemonte, ma una realtà capace di offrire un’esperienza turistica completa con un percorso guida tra manieri, visite al

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zona geografica diversa. Sullo sfondo di paesaggi mozzafiato, molti dei quali patrimonio dell’Unesco, alla scoperta delle cantine coinvolte nella manifestazione, alcune aperte al pubblico per la prima volta, e di centinaia di etichette da degustare, grandi nomi accanto a piccoli produttori.Si parte sempre da un punto stabilito e poi, cartina e programma alla mano e bicchiere al collo, ciascuno è libero di organizzare il proprio giro con qualunque mezzo lo desideri. Ogni data è pensata per essere una enorme degustazione, che coinvolge dalle quindici alle venti cantine, alla scoperta ogni volta di un vino diverso. Per garantire un’esperienza indimenticabile i posti sono limitati e per cui, per ciascuna tappa, è necessario prenotarsi. Per l’elenco delle tappe e delle cantine coinvolte, nel comunicato stampa allegato.

FERRUCCIO LAMBORGHINIANNIVERSARY25-30 aprilewww.ferrucciolamborghini-100anniversary.it

Per onorare i 100 anni dalla nascita del padre, l’imprenditore Tonino Lamborghini ha ideato una manifestazione a tappe lungo la Motor

Valley emiliana dedicata a Lamborghini Club nel mondo, fan del marchio del Toro e appassionati di auto sportive.

Il 2016 è l’anno di Ferruccio Lamborghini. 100 anni fa il genio meccanico e imprenditoriale nasceva a Renazzo di Cento, in provincia di Ferrara. Da allora il nome Lamborghini è diventato un cognome conosciuto a livello mondiale. Per ricordarne la

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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Casciano Val di Pesa (Fi) in Chianti Classico - anche uno Streetfish Village in programma a Senigallia nel mese di settembre. I food truck con la tendina sono la grande novità delle attività 2016 promosse dall’Associazione. Sotto il marchio “4Wheels” due eventi esclusivi in programma, ad Arezzo in Toscana, dall’8 al 10 aprile e a Chioggia, in Veneto, dal 13 al 15 maggio.

CITTADELLA IN FESTA12-13 marzo, Lonato del Garda (BS)www.fondazioneugodacomo.it

Un tuffo nel passato, fino al Medioevo, con i suoi mestieri e le sue musiche, i cavalieri in arme e le dame in corteo, i giochi per bambini

e le prove di abilità per i ragazzi. La suggestiva cittadella medievale di Lonato del Garda e la possente Rocca che la domina dall’alto del colle, si animeranno di personaggi in costume e faranno vivere in prima persona, a piccoli e grandi, le atmosfere d’altri tempi.

È CITTADELLA IN FESTA: durante il week-end oltre una ventina di stand con artigiani in costume intenti i loro mestieri, bandiere e stendardi, punteggeranno le strette viuzze che si inerpicano

figura, dal 25 al 30 aprile avrà luogo la prima di una serie di iniziative che saranno organizzate lungo tutto il 2016 per il FERRUCCIO LAMBORGHINI ANNIVERSARY. Un programma ricco della durata di sei giorni sulle strade emiliane: dal centro di Bologna a Ferrara, attraverso la campagna centese che ha dato i natali a Ferruccio, passando per il Museo MAGI di Pieve di Cento del Cav. Giulio Bargellini, fino a Parma con le auto che potranno dar libero sfogo a tutta la loro potenza lungo l’autodromo di Varano de Melegari. Una cena esclusiva con il Principe Meli Lupi, proprietario della Rocca di Soragna, e la giornata conclusiva al Museo Giuseppe Verdi di Villa Pallavicino. Fulcro della manifestazione sarà il nuovo Museo Ferruccio Lamborghini di Argelato, alle porte di Bologna. Presso il Museo, il 28 aprile, ricorrenza esatta dei 100 anni dalla nascita di Ferruccio, sarà organizzato uno speciale Galàc on la presentazione dei vari Club internazionali che parteciperanno all’evento, i ricordi e gli aneddoti di chi ha conosciuto Ferruccio.

STREETFOOD TOUR 2016www.streetfood.it

L’associazione STREETFOOD presenta il programma del nuovo anno con la grande novità dei Food Truck. Da marzo a fine anno

oltre trenta eventi da nord a sud dello Stivale con l’obiettivo di promuovere il cibo di strada certificato.Il tour partirà a marzo a Castelfiorentino (FI), e si concluderà a novembre a Belluno. Più date già rispetto allo scorso anno e una formula sostanzialmente identica. Tra le grandi novità, oltre a tre appuntamenti in cui il cibo di strada si legherà a denominazioni vitivinicole - con i wine-tour previsti a Nizza Monferrato (At), Senigallia (An) e San

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APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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dal centro cittadino alla Rocca, dando vita ad un percorso che porterà lo spettatore a scoprire gli angoli più affascinati e segreti del borgo medievale. CITTADELLA IN FESTA sarà l’occasione per scoprire l’incantevole cittadina di Lonato: di antichissima storia, affacciata sul lago di Garda, per tutto il fine settimana svelerà ai visitatori i suoi tesori d’arte e storia. Fra l’altro, verranno proposte visite guidate gratuite alla Torre Civica e alla Casa del Podestà, fra le più affascinanti case museo italiane.

IL LATO GREEN DELLA LIGURIAwww.turismoinliguria.it

Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo l’Earth Day, una giornata volta a promuovere la formazione di una nuova coscienza ambientale. Un

appuntamento che nel corso delle varie edizioni ha dato vita ad una rete di eventi per ricordarci che la Terra è di tutti e deve essere tutelata.La Liguria è una Regione che da anni sostiene attivamente il rispetto dell’ambiente e promuove una nuova sensibilità nei confronti della Terra attraverso azioni concrete come l’istituzione di parchi e oasi naturali, la salvaguardia della fauna ittica, la promozione di itinerari eco-friendly e lo sviluppo di coltivazioni biologiche a basso impatto ambientale. In questo contesto l’Earth Day è un’importante celebrazione, che diventa simbolo di un impegno assunto tutto l’anno. Un parco nazionale, nove parchi naturali regionali, l’Alta Via dei Monti liguri, quattro riserve naturali regionali, numerose aree protette di terra e di mare: questa è la migliore testimonianza di quanto la cultura ambientale sia parte della Regione. Un complesso di siti che valorizza un turismo di qualità, attento alla fragilità del territorio, ma sempre fruibile al pubblico. Siti d’eccellenza a livello internazionale, tanto da conquistare, come nel caso del Parco Nazionale Delle Cinque Terre la tutela come Patrimonio Unesco.Il Parco di Montemarcello Magra, nell’estremo levante, è quello che meglio “racconta” per immagini la vera essenza di una regione che si sviluppa tra mare e montagna, dove spesso gli estremi si toccano. Un percorso ideale è tracciato dal fiume Magra: dalle famose Bocche fino alla Val di Vara. Le splendide pinete a pino d’Aleppo, da Punta Bianca sino a Tellaro, con 260 ettari di foresta offrono uno spettacolo unico. Alla foce del Magra si trovano cormorani, gabbiani reali, aironi e martin pescatore, uccello simbolo del Parco. L’area offre Oltre ottocento chilometri di percorsi escursionistici lungo i percorsi fluviali del Magra e del Vara, un tratto dell’Alta Via dei Monti Liguri e numerosi sentieri submontani; inoltre, canoa e kayak, rafting,

torrentismo ed equitazione. Dalle vette agli abissi: la Liguria, infatti, è il cuore del Santuario dei cetacei, un’area marina internazionale protetta che unisce Costa Azzurra, Liguria, Corsica e Toscana, dove frequentissimi sono gli avvistamenti di stenelle e capidogli. Un’esperienza unica da vivere in prima persona; da levante a ponente, sono numerosi i moli di partenza: Genova, Camogli, Andora, Laigueglia, Imperia, Loano, Savona e Varazze. La sensibilità ambientale non può prescindere dalla cultura alimentare e anche in questo campo la Liguria offre esempi unici. L’Alta Val di Vara, cuore verde dello Spezzino, ha ottenuto il marchio di Valle del Biologico e si attesta come prima realtà in Italia ad aver compreso il valore della natura e della genuinità. Punto di partenza per ogni escursione è Varese Ligure. In quest’ottica, ad esempio, l’illuminazione pubblica delle strade di Varese Ligure è alimentata con energia eolica per una gestione eco-sostenibile del territorio, nello spirito green della vallata.

ITALY 500 MILES23-24 aprile, Parmawww.inchotels.comwww.italy500miles.org

Terza edizione per la ITALY 500 MILES, manifestazione non competitiva aperta ai possessori Harley e Buell, che porta i

centauri a percorrere oltre ottocento chilometri in ventiquattro ore lungo un tragitto segreto, svelato solo al momento della partenza, e suddiviso in circa 10/12 tappe. una corsa rombante su 2 ruote per 850km in 24 ore. Per i centauri ci sono gli alberghi convenzionati di INC Hotels Group. Le iscrizioni per sono aperte fino al 31 marzo, al costo di € 50 a testa, comprensive delle spese di organizzazione e t-shirt dell’evento. Grazie agli alberghi della catena INC Hotels Group ci sono convenzioni speciali per i partecipanti presso il Best Western Hotel Farnese e l’Holiday Inn Express di Parma, e all’Hotel San Marco di Parma Ovest, i quali forniscono servizi ad-hoc per i proprietari delle due ruote. I prezzi sono a partire da € 59 a camera per due persone a notte.

LA TRAVERSATA DEGLI APPENNINI DA NORD A SUD6-26 agostowww.quellidellalpiraid.it

L’associazione “Quelli dell’Alpiraid” propone un viaggio lungo tutta la catena montuosa dell’Appennino con partenza dal Piacentino,

nei pressi Bobbio, fino alla Piana degli Albanesi

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Promozione e programmazione di viaggi in moto di gruppo riservati a motociclisti speciali. Itinerari “collaudati” ed “esplorativi” di breve, media e lunga durata, concepiti per i partecipanti come rilassanti percorsi o emozionanti avventure, vissuti come occasioni in cui mettere in pratica l’amicizia tra chi ha la stessa comune passione dei viaggi in moto.

Scopri alcune delle nostre proposte per il 2016!

Marocco 16/04- 01/05

Sardegna 17-24/04

Belgio Olanda 20/04-1/05

Grecia 23/04 - 06/05

Andalusia 23/04- 08/05

Cina 2 - 31/07 e 5 - 28/08

Capo Nord 31/07 - 20/08

Islanda 6 - 21/08

Turchia 6 - 27/08

Motovacanze.it è un marchio in uso al tour operator Top Travel Team di Pla Net Viaggi srlLungadige Porta Vittoria, 21 • 37129 VeronaTel. +39 045 8005167 • Fax +39 045 4743137www.motovacanze.it

METTITI

IN MOTO

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La conoscenza di tante dinamiche che è possibile incontrare durante un viaggio, può rappresentare la chiave di svolta per la buona riuscita di un tour, di una vacanza o di un’esperienza fuori dal consueto. Scoprire i segreti per prepararsi adeguatamente al viaggio responsabile: un ottimo supporto che la nostra testata può garantire a molti mototuristi.

14 MAGGIO - SEGUI LA TRACCIA

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

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I WORKSHOP DI MOTOTURISMO

2 APRILE - A SCUOLA DI VIAGGIO

Si terrà sabato 2 aprile presso la consueta sede di Corte Biffi (San Rocco al Porto, Lodi) il WORKSHOP - A SCUOLA DI VIAGGIO, un appuntamento conviviale ma ricco d’interesse per gli argomenti trattati. Sarà l’occasione per rispondere a tutte quelle domande che si pone chi deve affrontare in moto una semplice vacanza oppure un viaggio impegnativo.

in Sicilia. Diciassette tappe inframmezzate da due giornate di sosta, valicando oltre cento passi montani seguendo itinerari lontani dai circuiti frequentati supportati da un road-book indicante il percorso stradale o entro/fuoristrada verificato gli anni precedenti, e che verrà ripercorso con un giorno di anticipo da una staffetta per verificarne l’effettiva praticabilità.Il Percorso Stradale è un itinerario su base asfalto adatto a partecipanti con moto da strada o da entro fuoristrada. Il Percorso Entrofuoristrada è invece indirizzato a partecipanti con moto da entro fuoristrada su un itinerario variato e comprendente strada bianche per circa 1/10 del suo sviluppo totale. In questo caso si tratta sempre però di percorsi regolarmente carrozzabili anche con bicilindriche con bagaglio annesso. Lo spirito dell’iniziativa è rivolto a garantire la piena libertà di azione ai partecipanti, rimanendo comunque non competitiva.

Secondo appuntamento per il 2016 del WORKSHOP – SEGUI LA TRACCIA, alla scoperta dei segreti sullanavigazione GPS. Sabato 14 maggio, nella consueta sede di Corte Biffi (San Rocco al Porto, Lodi) torneremo ad affrontare le nozioni di base della navigazione strumentale e naturale, oltre a sviluppare la capacità di georeferenziare mappe per poi poter inserire le tracce nel proprio strumento.Seguendo il corso si è in grado successivamente di “costruire” itinerari e tracce, su strada e in off-road, in qualsiasi parte del mondo. I partecipanti impareranno a gestire correttamente i propri navigatori e la tecnologia GPS, effettuare l’archiviazione dei percorsi e la trasmissione dei dati tra PC e dispositivo, convertire i dati cartografici da un sistema all’altro, preparare road-book cartacei di ausilio alla navigazione e molto altro ancora. Già dal prossimo appuntamento verranno introdotte novità su nuovi sistemi di navigazione.

Per informazioni, costi di partecipazione e prenotazioni scrivere per entrambi i workshop a [email protected] o telefonare allo 031937736.Il numero di posti è limitato e vengono assegnati in ordine di conferma.

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IDEE DI VIAGGIOPROPOSTE PER BREVI VIAGGI E WEEK-END

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Percorrendo la strada Lauretana Nord, che collega Montepulciano a Cortona, si arriva a Valiano e da lì, lungo una breve strada sterrata,

si giunge a Palazzo Vecchio, azienda rinomata per il suo Vino Nobile di Montepulciano e per il Vin Santo. Posizionata in un punto strategico, domina la Valdichiana con una splendida vista a 360 gradi e rappresenta un perfetto luogo di sosta durante un percorso tra cultura, arte, storia ed enogastronomia della Valdichiana.

La Valdichiana è caratterizzata da coltivazioni d’eccellenza, come l’ulivo e la vite, e da produzioni agroalimentari di livello talmente elevato da essere diventate il simbolo stesso non solo delle Terre di Siena, ma dell’intera regione. Siamo nell’area del “buono”, ma anche in quella del “bello”, vista la presenza di tanti borghi-gioiello che punteggiano le alture circostanti con il loro patrimonio ineguagliabile di arte e di storia, che ci parlano di Etruschi, di Romani, del Rinascimento più puro. E poi ci sono le terme, tante, di tradizione così antica da essere già citate (e consigliate da medici illuminati) quasi duemila anni fa.

Si può decidere di partire dalla splendida cittadina di Cortona, a una trentina di minuti dal Lago Trasimeno, dove troviamo il MAEC - Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona.Ubicato in Piazza Signorelli, tra il Palazzo Comunale ed il Teatro, si erge Palazzo Casali, altrimenti noto come Palazzo Pretorio. Sede dei capitani e dei commissari fiorentini, a partire dal 1728 i suoi piani sono divenuti sede dell’Accademia Etrusca con il relativo museo. I suoi due piani sotterranei, un tempo adibiti a carceri, ospitano il Museo della Città Etrusca e Romana di Cortona. Uniti in un unico percorso al Museo dell’Accademia Etrusca, costituiscono il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona). Il Palazzo ospita al primo piano anche la biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca e l’Archivio storico. È altresì sede di mostre di arte contemporanea all’interno dei vani dislocati a pianterreno sul lato destro del Palazzo.

Per trascorrere un bel week-end a Cortona potrete affidarvi a dei percorsi turistici appositamente creati per visitare le attrattive storico-artistiche della città. Monumenti, chiese e piazze di una delle città toscane più ricche di fascino. Si tratta di percorsi di grande interesse storico-artistico, alcuni percorribili a piedi anche dai bambini, altri più impegnativi o con necessità di spostamenti in moto o auto.Uno degli itinerari - ad esempio - prende il via da

Piazza della Repubblica, la piazza centrale dove si incrociavano il cardo e il decumano, le strade che costituivano rispettivamente gli assi nord-sud ed est-ovest della Cortona di epoca romana, all’incrocio dei quali si trovava il Foro, cioè la piazza principale. A destra di Palazzo Casali si erge imponente il Teatro Signorelli (XIX secolo), gioiello in stile neoclassico, arricchito da un bellissimo loggiato a sette arcate. Si arriva in piazza del Duomo, in cui spicca la Chiesa di Santa Maria Assunta, il Duomo (XV sec), opera del Cristofanello e di Laparelli, che conserva varie tele di Berrettini e della scuola signorelliana, nonché le tombe dei fratelli Venuti, fondatori dell’Accademia Etrusca. Sulla via Guelfa, ci troviamo sulla sinistra la chiesa di Sant’Agostino, oggi sconsacrata e sede di mostre e concerti, la cui parte più interessante è l’omonimo chiostro sulle cui pareti troviamo dipinta la vita del Santo. Da qui si continua a salire, passando sulla destra il maestoso Palazzo Baldelli (XV sec), oggi sede dell’Hotel San Michele, e sulla sinistra la splendida facciata in pietra lavorata di Palazzo Cristofanello Laparelli, oggi sede della Banca Popolare di Cortona. La via Guelfa ci riporta direttamente a Piazza della Repubblica.

I borghi e le cittadine della Valdichiana sembrano disposti secondo uno schema preciso, quasi matematico, che li vede posti a cinque chilometri, o poco più, l’uno dall’altro.Si ha appena il tempo di riprendersi dall’emozione di quanto appena visto in questa o quella cittadina, che l’impatto con le linee purissime di un’altra cattedrale o di un’altra piazza, ci assale di nuovo. La civiltà di un popolo poi, non si manifesta solamente attraverso la pittura, la letteratura o la musica, ma anche - per non dire soprattutto - attraverso la cultura della buona tavola. Toscana, ma ancor di più Valdichiana, vuol dire olio extravergine d’oliva, derivato da olive ancora colte a mano, dal sapore sapidissimo e fruttato; vuol dire formaggio (cacio) pecorino di puro latte di pecore allevate all’aperto, sulle colline della Valle, e poi vuol dire vino Nobile di Montepulciano, il primo vino che ha potuto fregiarsi della denominazione D.O.C.G..Quanto alla carne, si parla infatti di carne chianina, quella dalla quale si traggono le gigantesche fiorentine da cuocere rigorosamente alla brace. I nomadi della buona cucina vengono appositamente da queste parti solo per acquistare o gustare sul posto le fantastiche bistecche o i profumati salumi di questa terra, lavorati ancora oggi artigianalmente con grande passione.Effettuato l’itinerario di Cortona, si approfitta per una sosta ristoratrice all’Enoteca “La Dogana” di Palazzo Vecchio, per degustare i vini dell’azienda

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LA MAGIA DI PALAZZO VECCHIO,

LUOGO INCANTEVOLE PER SCOPRIRE

LA VALDICHIANA.

TOSCANA

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e assaporare leccornie preparate con i genuini prodotti di stagione dell’orto, oltre a formaggi e salumi selezionati fra i migliori produttori locali.

Si riparte poi per raggiungere Montepulciano, non a caso definita la perla del ‘500, che si fregia delle opere di architetti rinascimentali come Michelozzo, il Sangallo e il Peruzzi, che hanno profuso il loro ingegno in edifici civili e religiosi di incredibile eleganza.Si può individuare nella Piazza Grande il polo rappresentativo istituzionale; in via dei Ricci l’asse delle attività mercantili; la piazza delle Erbe, posta quasi emblematicamente all’incrocio della viabilità proveniente dalla Val d’Orcia e dalla Valdichiana, come il luogo destinato al mercato delle vettovaglie; infine le “Rughe” e il borgo di ultima espansione (Gracciano, Ciliano) sono le zone preferite dalle attività manifatturiere. Nel corso del Quattrocento si riscontrarono nella città gli effetti del dominio fiorentino non solo per quanto riguarda l’aspetto politico-amministrativo, ma anche nel campo più propriamente architettonico-urbanistico. La prima importante operazione è la sistemazione della Piazza Grande, intrapresa dall’architetto fiorentino Michelozzo Michelozzi con il riassetto del Palazzo Comunale. Dopo un ultimo periodo di dominazione senese (1495-1511), Montepulciano conobbe nel XVI secolo un processo di rinnovamento ineguagliato dalla sua immagine urbana; con la presenza di Antonio da San Gallo il Vecchio, che attende ai lavori della Fortezza, costruisce la chiesa della Madonna di S. Biagio e numerosi palazzi signorili (Contucci, Cecconi,

Cervini), prende il via un’attività di ricambio edilizio senza precedenti, alla quale poi contribuiscono anche altri architetti come Baldassarre Peruzzi, Jacopo da Vignola, Ippolito Scalza.L’importanza della città è sottolineata dalla sua elezione a sede vescovile a partire dal 1561. Dal 1609 vi si realizzarono numerose e grandiose costruzioni religiose (completamento del Duomo; chiese del Gesù, di S. Lucia, di S. Bernardo, di S. Giuseppe, di S. Lorenzo). Dalla metà del XVIII secolo, in concomitanza con il programma lorenese mirante a una sistemazione della Valdichiana, si assiste ad un lento processo di riqualificazione all’interno del tessuto cittadino, che ha il suo momento più significativo nella costruzione del Teatro Poliziano (1793-96). Ma la definitiva incidenza sulle funzioni della città ebbe luogo al termine delle bonifiche della Valdichiana, quando fu tracciata la nuova viabilità di pianura collegante Arezzo, Foiano, Bettolle, Chiusi (1835).

INDIRIZZI UTILI

F Palazzo Vecchio Tel. 0578724170 - Cell. 3387457493 (Federica Riboldi)F Enoteca “La Dogana” Cell. 3939566663 (Maria Luisa Sbernadori)F Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese Tel. 0578717484F Terme di MontepulcianoTel. 05787911

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EVENTI NEL TERRITORIO

MONTEPULCIANOF CORSA DI CAVALLI27 marzoCorse di cavalli su pista ad Acquaviva e Abbadia.

F FIERA DI SANT’AGNESE1 maggio Fiera di Sant’AgneseTradizionale Fiera Merceologica

F FIERA DELL’AGRICOLTURAMaggioEsposizione di prodotti agricoli, macchinari e specie animali, convegni, dibattiti, stand gastronomici e degustazioni vinicole. Mostra canina, gare di abilità a cavallo.

F CANTINE APERTE28-29 maggiowww.stradavinonobile.itMangia Nobile (serata dedicata alla degustazione di prodotti tipici in Piazza Grande abbinata ad eventi collaterali).

Cantine Aperte per la degustazione di vini, wine tours in partenza da Piazza Grande.

F MERCOLEDÌ DEL NOBILEGiugno-agostowww.consoziovinonobile.itLibera degustazione di Vino Nobile in abbinamento ai prodotti tipici.

CORTONAF GIOSTRA DELL’ARCHIDADOGiugno

F FESTIVAL DELLA MUSICA SACRAGiugno

ANGHIARIF MOSTRA MERCATO DELL’ARTIGIANATO DELLA VALTIBERINA23 aprile-1° maggio

AREZZOF AREZZO FLOWER SHOW16-17 aprile

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L A Z I O

i sensi

Amatrice è la meta ideale per chi vuole trascorrere un week-end all’insegna

del relax e della tranquillità che solo la natura incontaminata può trasmettere. Una valida alternativa per una breve vacanza con la famiglia, il posto giusto per fuggire dal tran tran quotidiano respirando a pieni polmoni. Atmosfere incantate, luoghi rimasti solidi nel trascorrere del tempo. Un viaggio tra storia, tradizioni, paesaggi e itinerari tutti da scoprire, a due passi dalla Capitale.

La città è famosa in tutto il mondo per il suo piatto simbolo, l’Amatriciana. Le origini di questa gustosa pietanza sono legate al mondo della pastorizia e forse non tutti sanno che la ricetta originale prevedeva guanciale e pecorino senza l’aggiunta del pomodoro. Al giorno d’oggi nei ristoranti locali e non solo, possiamo trovare l’Amatriciana Bianca, spesso con il nome di Gricia, e l’Amatriciana Rossa. Qual è più buona?! Difficile da dire, non resta che assaggiarle entrambe.Altro piatto tipico della tradizione culinaria di Amatrice sono gli Gnocchi Ricci, la cui ricetta si tramanda da generazione in generazione.

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Antiche tradizioni culinarie

e scorci irripetibili, per risvegliare

AMATRICEalla scoperta di• A CURA DI ITALIA VIRTUAL TOUR

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L A Z I O

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Gli spaghetti all’Amatriciana e la pizzetta all’Amatriciana, gli Gnocchi Ricci, il guanciale Amatriciano, il Pecorino di Amatrice, la Marotta (Mortadella di Amatrice), il Miele della Laga, la Patata Turchesa, la ciambella del bambino, le fragole e i frutti di bosco sono tutti i prodotti riconosciuti dal marchio De.Co.Questi, assieme al Prosciutto Amatriciano IGP, la Ventricina, la Salsiccia di Fegato, le Mele, il farro, la Minestra di Farro e tutte le eccellenze agroalimentari del territorio, possono essere gustati nei ristoranti e durante le Sagre e le manifestazioni tipiche.

Ma ad Amatrice non si viene solo per mangiare in quanto la città è capace di solleticare anche tutti i vostri altri sensi. Si può godere delle bellezze paesaggistiche di un territorio che è il naturale ingresso laziale al Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e scoprire le sue cento chiese, ognuna delle quali racconta una storia fatta di fede, tradizioni e opere artistiche senza eguali.Le cento chiese sono sparse tra il centro di Amatrice e le sue sessantanove frazioni e custodiscono da secoli importanti tesori artistici.

Il Comune si trova a 955 metri di altezza, è situato al confine tra il Lazio e l’Abruzzo ed è circondato da cascate, faggete e boschi che riservano scorci e paesaggi mozzafiato. Per godere a pieno delle bellezze del territorio si possono seguire numerosi itinerari, tra natura, edifici storici ed enogastronomia.Per chi arriva per la prima volta non resta che consigliare un tour alla scoperta degli edifici di culto più belli di Amatrice. È possibile partire dal Complesso di San Francesco, sviluppato intorno alla Basilica dedicata al Santo di Assisi, che si trova nell’omonima piazza a pochi passi dal Municipio e dalla Torre Civica. La Torre, vero simbolo della città, divide a metà Corso Umberto I, la strada principale, dove è possibile ammirare le facciate di alcuni palazzi storici come Palazzo di Cesare, in stile rinascimentale, e Palazzo De Bernardinis, in stile Barocco, che con la sua facciata convessa accompagna l’andamento del corso. Arrivati in fondo a Corso Umberto I, a ridosso dell’antica cinta muraria si trova, la Chiesa di Sant’Agostino, l’edificio romanico-gotico del XVIII secolo in pietra arenaria. Nei pressi si trova anche Porta Carbonara, una delle antiche porte di accesso alla città di Amatrice, che meglio ha resistito al trascorrere del tempo.

“MANGIARE,

È INCORPORARE UN TERRITORIO

JEAN BRUNHES

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Nei dintorni della Chiesa di Sant’Agostino è possibile visitare il Parco in miniatura, un percorso turistico-ambientale che ricostruisce i tesori del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga di cui Amatrice fa parte.Il Comune di Amatrice, è infatti, l’unico ingresso naturale al parco nel suo versante laziale e ha reso visibile l’appartenenza all’area protetta realizzando una simbolica quanto significativa “Porta del Parco”. Il parco è adatto ad adulti e bambini che vogliono scoprire il patrimonio faunistico del territorio, per imparare divertendosi e trascorrendo una giornata all’aria aperta ed è stato costruito nell’ottica di raggiungere un’ampia diffusione della conoscenza sul parco stesso.Aggirandosi all’interno del percorso è possibile conoscere, con l’aiuto di pannelli informativi, le caratteristiche ambientali e geomorfologiche del territorio, ammirare una serie di riproduzioni di tutte le specie animali presenti all’interno della riserva naturale e di tre elementi storico-architettonici, ovvero il Complesso Monumentale di San Francesco, Rocca Calascio e la Chiesa di Santa Maria dell’Assunta di Assergi, opportunamente riprodotti in scala e posti all’interno di un “Giardino della conoscenza”.

Ritornando verso il centro della città si può visitare il Museo Civico dedicato all’illustre pittore, architetto e scultore Cola Filotesio, meglio conosciuto come Cola dell’Amatrice, vissuto a cavallo tra il XV ed il XVI secolo. Egli apprese l’arte pittorica dal maestro Dionisio Cappelli e fu un probabile allievo di Raffaello Sanzio.

Il Museo è allestito all’interno dell’ex Chiesa di Sant’Emidio dove, all’interno, è possibile ammirare la Sacra Famiglia, che di fatto rappresenta l’unica opera dell’artista ancora conservata ad Amatrice.Ad Amatrice ha trovato luogo l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, fondata da Don Giovanni Minozzi, nato nel 1884 nella frazione di Preta, di cui ancora possiamo respirare la presenza. Il Cappellano militare fondò una rete di Case del soldato con spazi ricreativi, biblioteche e scuole per gli orfani.La Chiesa dell’Assunta sorge accanto al complesso architettonico dell’orfanotrofio maschile costruito da Padre Giovanni Minozzi a partire dal 1919. Si tratta di un’importante opera moderna che ha visto la partecipazione di rilevanti artisti italiani ed in particolare romani. La struttura è stata realizzata seguendo i canoni architettonici del razionalismo, elementi che si apprezzano maggiormente nelle linee della Chiesa dedicata al culto di Santa Maria Assunta.Nella chiesa inferiore è possibile ammirare gli affreschi del pittore Angelo Della Torre e, soprattutto, la cripta dove riposa il venerato Padre Giovanni Minozzi.

I tesori di Amatrice non sono tutti conservati nel suo centro storico. Le frazioni ed il territorio circostante custodiscono bellezze artistiche e naturali da non sottovalutare e che meritano di essere ammirate. Tra queste la Chiesa della Filetta, patrona di Amatrice, in località Rocchetta, e il

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Santuario dell’Icona Passatora in località Ferrazza. La Chiesa di Santa Maria dell’Ascensione o Filetta venne costruita in memoria di un evento miracoloso verificatosi nel 1472 quando, il giorno dell’Ascensione, durante un temporale, la pastorella Chiara Valente avrebbe ritrovato un cammeo nel quale identificò l’immagine della Vergine. Da allora ogni anno viene ricordato questo evento con una processione solenne lungo il sentiero che da Amatrice conduce al Santuario.All’interno della chiesa, le pareti sono ricoperte di affreschi, tra cui molto interessante è quello che ricopre l’abside, opera del pittore Pier Paolo da Fermo, che descrive dettagliatamente la solenne processione verso la chiesa.Il Santuario intitolato a Santa Maria delle Grazie detta Icona Passatora è invece situato ad est di Amatrice, nella frazione di Ferrazza. La chiesa è stata edificata nel corso della metà del XIV secolo, intorno ad una edicola a tempietto che racchiude l’immagine della Vergine conosciuta fin dal XIII secolo. L’interno è riccamente affrescato e la maggior parte delle opere sono del pittore amatriciano Dionisio Cappelli. Su tutte spicca decisamente la Madonna in Trono col Bambino, nell’atto di sorreggere la città di Amatrice in miniatura. Interessante anche l’altro affresco che adorna il pilastro destro e rappresenta la Madonna in trono col Bambino tra gli Angeli, Sant’Antonio Abate e Santa Lucia, dello stesso autore, conosciuto come il Maestro della Madonna della Misericordia.

Per approfondimenti è possibile visitare il sito www.amatriceturismo.it

Allontanandoci ancora di circa quaranta chilometri da Amatrice, in direzione di

Ascoli, si può raggiungere la Piana di Castelluccio, un luogo magico che, durante il periodo della fioritura della lenticchia, tra i mesi di maggio e luglio, regala uno spettacolo unico dal punto di vista naturalistico. Un’esplosione di colori, dal giallo al rosso, al blu, al verde. Un arcobaleno floreale che inebria l’aria di delicati profumi.

A circa trenta chilometri da Amatrice si trova il Lago di Campotosto, il più grande

d’Abruzzo, situato ad una altitudine di 1.313 metri, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Tra le alte vette delle omonime catene montuose si può percorrere un itinerario dalle mille sfaccettature, cosparso di luoghi incantevoli e suggestivi, dove il grande specchio d’acqua domina il paesaggio creando giochi di luce e riflessi.

ITINERARI NEI DINTORNI

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PAMIRIn moto tr a lem on tag n e s u ltetto del mondo

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Una sosta lungo la M41 Pamir Highway.

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Verso la dogana di Bor Dobo.

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Ci sono luoghi, su questo nostro straordinario pianeta, che scatenano la fantasia dei viaggiatori. Località in cui, per ragioni diverse, ci si sente parte integrante di qualcosa

di importante che va al di là della pura bellezza esteriore che ci circonda. Un concetto difficile da spiegare, perché colpisce in profondità ciò che abbiamo di più caro: la nostra spiritualità.

Il Pamir, ce ne siamo accorti subito, è solo per i meritevoli. Per due volte si era sottratto a noi. La prima, nel 2010, quando, arrivati a Kalaikhum nel cuore di un viaggio che dall’Italia ci avrebbe condotti nella capitale mongola Ulan Bator, un banale guasto meccanico di una delle moto del gruppo ci costrinse alla rinuncia. La seconda volta, nel 2013, diretti in India, fu un raid punitivo dei talebani afgani nei confronti di alcuni militari a Chorug che costrinse le autorità a interdire l’area per alcuni mesi.Anche questa volta (2015) la prospettiva non è delle migliori, dato che un’enorme frana blocca la statale M41, la famosa Pamir Highway, vale a dire la principale via di accesso al Pamir, tra Chorug e Alichur. Tuttavia, dentro di noi, c’è la ferma convinzione che, in questa occasione, il Pamir non ci sfuggirà.Io e Antonio, amico fedele nelle ultime avventure in giro per il mondo, abbiamo spedito le nostre moto a Biškek più di un mese fa e ora le abbiamo raggiunte in aereo insieme a Silvia, la mia compagna.

La tranquilla capitale kirghisa, adagiata su un altopiano di ottocento metri sul livello del mare, è il punto di partenza per raggiungere il Pamir. Percorsi settanta chilometri di strada pianeggiante, il nostro viaggio prende quota verso i monti Alatau e la catena del Tien Shan, dove il Kirghizistan mostra i suoi scenari maestosi tra le montagne color smeraldo, gli speroni rocciosi di granito e i laghi cristallini color turchese. La prima notte, ospiti in un grazioso hotel, arriva dopo un incredibile tramonto sul lago Toktogul. Scendiamo verso le afose pianure di Jalalabad e di Oš, per risalire in fretta verso Sary Taš e i primi contrafforti delle cime innevate del Pamir, a pochi chilometri dal confine cinese. Passeremo la notte in una guest-

• A CURA DI SILVIA CATTANEO E WALTER RAMPERTI

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Alichur, dove sarà la stazione di benzina?

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house, più una tana che un albergo, un alloggio che ben conosciamo, gestito da una famiglia formata da una sorta di anziano guru con una voce molto roca, sua moglie e la figlia. Piove a dirotto da alcune ore, prosegue per tutta la notte, e anche la mattina seguente il cielo, saturo di nuvole grigie e dense che si rincorrono, non promette niente di buono. Prima di entrare nel Pamir decidiamo di visitare il villaggio di Nura, che dista poco meno di sessanta chilometri. Abbiamo alcune foto, scattate due anni fa a un gruppo di bambini, che vorremmo recapitare insieme ad alcuni capi di abbigliamento gentilmente offerti da Franco Belli, un nostro carissimo amico. Il problema è superare il posto di blocco militare che, a pochi chilometri da Nura, trattiene i viaggiatori senza il visto cinese. Dopo vani tentativi perché i rigidi militari sono irremovibili, dobbiamo rinunciare. Il caso vuole che appena risaliamo in moto per rientrare, arrivi un furgone con tre persone dirette a Nura ben felici di recapitare le foto e gli abiti.

Rientrati a Sary Taš imbocchiamo un lungo rettilineo pieno di buche che ci conduce verso la dogana tagika. L’asfalto lascia il posto a una bella pista sterrata che, dai tremiladuecento metri, sale ai quattromilatrecento metri di altitudine di Bor Dobo. Tutte le pratiche doganali passano tra le mani di due soli militari. Il primo, arroccato in una specie di grosso serbatoio di lamiera color ruggine che funge da ufficio, ci accoglie con cordialità davanti a una vetusta quanto rovente stufa a carbone. È il classico buon padre di famiglia,

corretto e onesto. Il secondo vorrebbe venderci una specie di assicurazione, la classica carta verde, all’esorbitante cifra di settanta euro a testa. Un vero e proprio furto, che potremmo anche accettare se non fosse per i suoi modi maleducati e sgradevoli. Alla fine, dopo aver pagato trenta dollari a testa, la sbarra di ferro che blocca la via viene alzata. Siamo in Pamir.

La pista scende leggermente di quota, siamo circondati da un arido quanto grandioso paesaggio punteggiato da cime imbiancate e abbaglianti. La montagna da un lato incute rispetto, ma dall’altro attrae perché esprime la grandezza delle cose; inoltre, in montagna si è più vicini alle vette, al cielo, alle stelle, a Dio. Il confine cinese ci accompagna con il suo interminabile filo spinato, sorvegliato da decadenti torrette di guardia, ormai abbandonate dalla caduta dell’impero sovietico. Raggiungiamo il lago Karakul, formatosi in seguito all’impatto di un gigantesco meteorite, circondato da minuscoli insediamenti umani semi abbandonati.È un colpo di fortuna che il cielo sia coperto. Non piove ma le nuvole, vere e proprie compagne di viaggio, sono così basse e avvolgenti da rilasciare, nell’aria pura del Pamir, l’odore denso di terra bagnata. La luce cambia di continuo, di tanto in tanto i raggi del sole riescono a bucare le nuvole, illuminando come potenti fari nella notte tutto ciò che accarezzano, poi sopraggiungono le nuvole più corpose e il paesaggio diventa più ovattato, misterioso, irreale e quasi senza fine.

Regaliamo alcune barrette energetiche a due ciclisti affamati nei pressi di Layangar.

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Un incidente blocca la Pamir Highway.

Una frana trasforma la Pamir Highway in un torrente.

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Rifornimento di carburante a Murghab.

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mezzo a case d’argilla con tetti in lamiera ondulata corrosi dal tempo e con parabole per la televisione satellitare, è molto confortevole. Tutt’intorno troneggiano le cime delle montagne brulle e il respiro del vento.La pioggia è caduta copiosa solo sui nostri sogni, mentre un bel sole caldo rallegra la nostra partenza. Dopo la lunga tappa di ieri, ben duecentocinquanta chilometri, quella di oggi ci condurrà ad Alichur, che è a soli cento chilometri di distanza. Gli scenari sono splendidi. Migliora anche la strada, che alterna tratti di ottimo asfalto a sterrati vellutati percorribili con facilità. Incontriamo i primi insediamenti umani, sono solo casolari isolati, con rarissime persone, ovini al pascolo e marmotte curiose.

Prima di pranzo raggiungiamo Alichur, che sulla mappa dell’Asia Centrale è segnalata come una città, ma in realtà non ha nemmeno mille abitanti. Non ci sono veri e propri alberghi, ma la prima faccia simpatica che incontriamo ci offre ospitalità per la notte e qualcosa da mangiare. Siamo ospiti di una famiglia formata da quattro persone in una casa di tre locali, tutti situati al pianterreno, con il bagno (una turca) all’aperto in cortile, e con una stalla. Dalla casa si può godere di una vista mozzafiato sui monti dell’Hindu Kush. A noi forestieri viene assegnata la stanza migliore, un vano di grandi dimensioni senza letti, che da queste parti sono una rarità. Dormiremo nei nostri sacchi a pelo stesi su una morbida coltre di caldi tappeti colorati. Nel pomeriggio cercheremo di raggiungere il lago Yashil Kul’ seguendo la

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La pioggia degli ultimi giorni ha procurato, a questa straordinaria quanto fragile via, parecchi danni. Alcuni tratti sono coperti da una viscida fanghiglia che appare all’improvviso, altri da insidiose sabbie soffici. Il traffico è inesistente. Ci aspettavamo qualcosa di simile, ma sono più di cento chilometri che non incontriamo anima viva e adesso ne comprendiamo il motivo. La strada per un breve tratto è stata spazzata via dalla piena. Ne è rimasta solo un’esile lingua larga due metri, molto instabile. Ne fanno le spese i camion, pesanti bisonti della strada lunghi quattordici metri, fermi in colonna nell’attesa che arrivi una ruspa a chiudere le voragini. Sorpassato agevolmente l’ostacolo, Murghab è a meno di dieci chilometri, sale in noi l’euforia per aver superato questa prima impegnativa tappa. Troppo presto per cantare vittoria. Davanti a noi doveva esserci un bel ponte, prima che la piena di un fiume limaccioso color fango lo distruggesse. Il guado oltre che largo sembrerebbe anche profondo. Per fortuna un fuoristrada proveniente da Murghab attraversa il fiume dandoci indicazioni sulla profondità dell’acqua. Passa Antonio sulla sua inarrestabile Honda Transalp. È il mio turno. Dopo aver lasciato l’attrezzatura fotografica e Silvia a terra, supero l’ostacolo con molta apprensione. È la volta di Silvia, che attraversa il fiume in piena senza esitazione con l’acqua che supera abbondantemente il ginocchio. Murghab, un paesino a tremilaseicento metri di altitudine, ci accoglie stanchi, felici e con gli stivali pieni d’acqua. L’albergo, ce n’è solo uno, che si chiama per puro caso “Pamir Hotel” e che si trova in

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Un dettaglio delle particolari calzature.

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Una bimba curiosa ad Alichur.

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Lavori nella piana di Alichur.

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Pamir Highway, serpeggiante sull’altopiano, che sembra spruzzato di neve ma invece si tratta di sale. Superiamo il cartello di divieto di transito posto a segnalare la grande frana che blocca la M41 più a valle, poi imbocchiamo la pista, uno sterrato pieno di gobbe che fanno sobbalzare le nostre amate motociclette, fino a un minuscolo villaggio composto di poche case, stalle, animali al pascolo e circondato dal lago Bulunkul. Una ripida salita ci conduce verso le acque dal colore dei lapislazzuli del lago Yashil Kul’. Rientriamo nel tardo pomeriggio.

Ad Alichur ci attende un’amara sorpresa. La benzina è finita da giorni. Una signora gentile, che fortunatamente parla inglese, mentre ci offre un tè bollente ci racconta che il “benzinaio” è partito al mattino per Murghab con la sua auto e dovrebbe fare ritorno verso l’ora di cena con quattrocento litri di carburante nel baule, in pratica un’auto bomba. Scende la notte, il benzinaio disperso nelle tenebre non risponde nemmeno al cellulare. Nessuno sembra preoccuparsi di lui. Andiamo a dormire relativamente tranquilli. Tutto il villaggio è al corrente della nostra richiesta. Fortunatamente, la sveglia arriva presto e la benzina pure.Con i serbatoi colmi di carburante lasciamo la comoda e asfaltata M41 per un polveroso sterrato che ci conduce verso il passo di Kargush. Una salita che sembra non finire mai. Le moto arrancano, gravate dal peso e dalla benzina povera di ottani, ma c’è chi sta peggio di noi: gli eroici camionisti sprofondati con i loro pesanti mezzi nelle sabbie infide del percorso. Superati i quattromilacinquecento metri di altitudine, raggiungiamo il fiume Panj e un posto di blocco: sono solamente due militari interessati più alle nostre caramelle che ai nostri passaporti. Sono guardie di frontiera, da queste parti passano tutto l’oppio afgano e le armi.

Davanti a noi inizia la vallata di Wakhan, una sequenza di chiazze color verde brillante e oasi coltivate a orzo dai contadini, che contrastano con le montagne brulle e i picchi imbiancati dell’Hindu Kush. Questo stretto territorio, schiacciato tra il Pakistan a sud e il Tagikistan a nord, appartiene all’Afghanistan ed è il risultato della spartizione tra due imperi, quello sovietico e quello inglese. I sovietici si insediarono in Tagikistan, mentre gli inglesi in Pakistan. Il fiume Panj e la catena dell’Hindu Kush rappresentavano, per gli invasori, una barriera invalicabile. Il risultato

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fu una completa separazione di popolazioni e territori che per secoli avevano condiviso la stessa identità culturale e linguistica, una divisione che ha separato, per decenni, molte famiglie residenti sulla sponda opposta del fiume. Solo in tempi recenti, grazie alla costruzione da parte dell’Aga Khan di una serie di ponti che collegano le due rive, è stato possibile il ricongiungimento delle famiglie che la politica colonialistica aveva distrutto.

Seguiamo il fiume, che spesso sembra inghiottire noi e la pista nelle sue acque vorticose tanto siamo vicini all’argine. Per fortuna, di tanto in tanto la valle si allarga un po’, concedendoci una tregua, ma su una pista come questa è impossibile rilassarsi perché i tratti sabbiosi, anche se brevi, sono molto insidiosi, e poi dobbiamo prestare attenzione ai guadi, le frane e al sole accecante. Ci colpisce il contrasto della vita che scorre tra le due sponde. La parte tagika ha, soprattutto nei villaggi,

qualche tratto asfaltato, l’elettricità, auto, camion e trattori. In Afghanistan, invece, i villaggi color ocra sembrano appartenere a epoche remote, dai camini esce fumo, i campi sono coltivati a mano e i sentieri che li collegano sono così impervi che l’unico mezzo di locomozione è il mulo.Layangar è una piccola città immersa in un’oasi verde. Ci arriviamo verso l’ora di pranzo, dopo una discesa con pendenze da capogiro, provati ma soddisfatti. Ripartiamo. Ishkashim non è lontanissima, ma impiegheremo più di

cinque ore per raggiungere uno spartano quanto provvidenziale albergo. Purtroppo ho la febbre, niente di grave, ogni tanto capita quando si mette il proprio fisico sotto stress. Questi malanni dovuti alla stanchezza vanno accettati senza tante recriminazioni; anzi, sono occasioni imperdibili per rallentare: chi viaggia in moto è perfettamente inserito nel paesaggio circostante, ma solitamente l’andatura sostenuta impedisce il contatto con gli esseri umani. In questo caso, invece, grazie a

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Accampamenti nomadi nei pressi di Sary Taš.

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questo inconveniente ho la possibilità di conoscere persone meravigliose, come il titolare dell’alloggio, un giovane di vent’anni o poco più, che ospita alcuni bambini provenienti da famiglie poco abbienti per insegnare loro l’inglese; e ho modo di conoscere anche sua nonna, una donna straordinaria che tiene banco raccontando storie, di sicuro intrise di saggezza, ma in un incomprensibile dialetto locale. Sono fantastiche anche le due infermiere dell’ospedale di Ishkashim, svegliate nel cuore della notte perché la mia febbre sfiora i quaranta,

e la dottoressa, anch’essa chiamata d’urgenza al mio capezzale, che in un lampo capisce l’origine della mia febbre: un’infezione che va curata con gli antibiotici e un’iniezione, una vera e propria sciabolata nella mia natica destra inferta con entusiasmo, forza e senza pietà da una delle sue abili collaboratrici, allo scopo di abbassare la temperatura. Questi sono esempi che confermano quante persone “buone” ci siano al mondo.L’alloggio è gremito da ciclisti di ogni dove:

giapponesi, svizzeri, tedeschi, francesi, malesi, tutti molto giovani e allenati. Conosciamo Nikolà, uno svizzero che giunge in bici dall’India, sta puntando verso casa, Ginevra, e la raggiungerà nel mese di ottobre. E poi incontriamo Sato, un fotografo giapponese simpaticissimo che deve ancora attraversare il Pamir, e una coppia di tedeschi con la faccia di chi ha viaggiato tanto. In questo angolo di mondo, una cittadina divisa da un fiume e collegata da un ponte, un luogo per metà tagico e per metà afgano, rimaniamo tre giorni.

Settantadue ore di cure amorevoli di Silvia. Se fossi stato solo, sarei stato di sicuro più disperato ma meno preoccupato. Le “vecchie pellacce” come me quando viaggiano in solitaria, anche in condizioni fisiche precarie, oltre che raccomandare la propria anima al Divino chiedono aiuto alla propria moto: succede solo quando c’è feeling, una vera e propria fusione, che sarebbe più opportuno chiamare magia tra cavaliere e mezzo meccanico. Con Silvia, una creatura meravigliosa che mi

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Un piccolo guado nei pressi di Murghab.

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Il grande fiume Panj che separa il Tajikistan dall’Afghanistan.

Gli splendidi scenari che conducono verso il lago Bulunkul.

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Il lago di Nurek nei pressi di Dushanbe.

Lungo la strada che conduce verso Chorug.

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abbraccia dal sellino posteriore ormai da migliaia di chilometri, la situazione è ben diversa. Non potrei mai salire in moto se non in perfette condizioni fisiche. Lei è la mia vita.

Antonio, che ha necessità di rientrare velocemente in Italia, ci lascia, ripercorrerà a ritroso ancora una volta il Pamir per raggiungere la capitale kirghisa. Un privilegio per pochi eletti.Ripartiamo. Chorug è a un centinaio di chilometri. Ci accompagnano ancora le montagne e il solito fiume che separa, per centinaia di chilometri, due popoli che invero sono uno solo. La città, oltre a essere l’incrocio tra la statale M41 e la nostra pista, è anche la confluenza tra i fiumi Panj e Gunt. Nel grosso centro c’è tutto ciò che un viaggiatore si aspetta dopo un tragitto fuori dal mondo come questo. Ci sono negozi, mercati, alberghi e ristoranti. Peccato che oggi, domenica, a parte gli hotel, sia tutto chiuso. Ci fermiamo in un alloggio attratti quasi esclusivamente dall’insegna della pizzeria adiacente. Parcheggiamo la moto nel cortile interno. Un cane ferocissimo farà da guardia, anche se preferiremmo che l’amico a quattro zampe fosse messo in libertà e non legato con mezzo metro di catena. Le camere sono spaziose, pulite, confortevoli e un po’ care. Solo il gestore, uno strano individuo che non capisce neanche una parola d’inglese e che risulta ben poco simpatico, lascia molto a desiderare. Ceniamo nell’unico ristorante presente, un locale all’aperto con tavoli tradizionali dove si mangia sdraiati su coloratissimi tappeti di lana e soffici cuscini, coccolati dal fruscio dell’acqua del fiume e da quattro leggere scosse di terremoto, ma non ci preoccupiamo perché da queste parti succede spesso. Il cibo, a base di carne di montone in umido e riso, è ottimo.

Lasciamo Chorug, la capitale della Provincia Autonoma di Gorno-Badachšan, ben coscienti di lasciarci alle spalle il Pamir. La strada, che non abbandona mai il fiume Panj, scende dai duemiladuecento ai millecento metri di altitudine.

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Arriviamo a Kalaikum al tramonto, dopo un’intera giornata in sella. Il nostro viaggio non è ancora finito. Abbiamo ancora molta strada da percorrere, suddivisa in tre o quattro tappe, prima di raggiungere Biškek, e saranno giorni in cui le emozioni prenderanno il sopravvento.È il momento delle riflessioni. Vale la pena visitare il Pamir? Spesso anche a casa gli appassionati delle due ruote ci pongono questa domanda.

Il Pamir è uno dei gioielli più preziosi di questo nostro straordinario pianeta. Un luogo magico e facile da raggiungere: chiunque potrebbe intraprendere questo viaggio. Fondamentale sono le giuste motivazioni, la curiosità e un po’ di esperienza, che non guasta mai. Vi basterà seguire verso est la Via della Seta per sei o settemila chilometri. Attraversare deserti infuocati come quelli di Karakum e Nukus, visitare splendide oasi come Khiva, Bukhara e Samarcanda, finché sentirete parlare una lingua molto simile al persiano, dove un fiume dalle spumeggianti acque color polvere da sparo vi sbarrerà la strada. Un corso d’acqua che vi terrà compagnia per centinaia e centinaia di chilometri, sempre in salita, sempre più in alto. A questo punto vi troverete circondati da cime coperte di neve e da panorami da togliere il fiato. Fermatevi, spalancate i polmoni a un respiro profondo e godetevi lo spettacolo. Sarete sul Pamir, il tetto del mondo.

Incontro con i nomadi kirghisi.

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FOTOGRAFIA IN VIAGGIOFujifilm X-T1

Abbiamo affrontato questo viaggio con Fujifilm, per un’avventura in moto con un’attrezzatura di elevata qualità e portabilità.Durante questo percorso abbiamo provato con grande piacere la nuova Fujifilm X-T1 con due ottiche fisse, indispensabili per un buon reportage di questo tipo: Fujinon XF14mm F2.8 e Fujinon XF23mm F1.4, molto compatte ed estremamente performanti; la fotocamera era dotata anche del telezoom con stabilizzatore delle immagini Fujinon XF55-200mm F3.5-4.8, uno strumento di grande livello, che copre egregiamente la gamma di focali medie (da 84 a 305 mm) ed è compatto e luminoso.Una mirrorless, la X-T1, che non fa certo rimpiangere le reflex più performanti e blasonate. Colpisce immediatamente per il mirino elettronico centrale, l’elevata risoluzione, la qualità costruttiva e il corpo resistente agli agenti atmosferici, che per noi motociclisti è molto tranquillizzante. In conclusione possiamo affermare che viaggiare in moto con un’attrezzatura Fujifilm è molto rilassante, oltre che divertente. Portabilità e grande qualità sono le due caratteristiche principali di questo strumento. Un “mondo nuovo” tutto da scoprire e da fotografare.

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C O R N O V A G L I ASEMPLICEMENTE FANTASTICA

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La grande spiaggia nella baia di Saint Ives, vista dal campeggio a Hayle.

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La magia della Cornovaglia,

tra villaggi di pescatori, le storie di Re Artù

e affascinanti scogliere, in una delle zone più

belle d’Inghilterra.

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Qualche giorno a disposizione e due moto diventano un’occasione per vivere un’esperienza indimenticabile.

Bassa marea sul fiume Camel, visto da una terrazza di un pub a Rock.

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• A CURA DI GIORGIO DI MARCO

Land’s End: tra le attrazioni turistiche all’estremo ovest troviamo anche la ricostruzione di un cerchio di menhir. Non lontano si possono vedere delle tombe risalenti all’età del bronzo.

Prendi un week-end di giugno, di quelli con un bel sole e il primo caldo estivo, due moto e una penisola di visitare. La penisola si chiama Cornovaglia, all’estremo sud-ovest dell’Inghilterra.

Questa contea inglese è sempre stata oggetto di stereotipi: un luogo di pioggia, vento e freddo, abitato da gente rude, con un panorama mozzafiato caratterizzato da una costa oceanica molto rocciosa e frastagliata. In base alla nostra esperienza, di tutti questi cliché possiamo confermare solamente il panorama meraviglioso. Perché, per il resto, abbiamo avuto la fortuna di trovare giornate pienamente estive e di incontrare solo persone estremamente cordiali. Il nostro girovagare in moto ha una direzione, ma non segue un programma preciso. Da Birmingham imbocchiamo l’autostrada M5 verso sud, passando da Bristol, fino a Exeter. Da lì proseguiamo verso ovest lungo la strada A30. A un tratto, scorgiamo un cartello che ci segnala l’ingresso nella regione della Cornovaglia.Ormai è pomeriggio inoltrato, quindi decidiamo di fermarci per cercare un posto dove trascorrere la notte. Si preannuncia una bella notte stellata e ci lasciamo assalire dalla tentazione di cercare un farm camping, ovvero un campeggio in campagna, all’interno di una fattoria. La ricerca passa per Internet e rimaniamo colpiti dalla descrizione accattivante del South Penquite Farm: “Cool camping... un rubinetto e un gabinetto, e la miglior vista sulla Cornovaglia”. Decidiamo per questo.In strada cominciamo a guardarci intorno, trovando l’entroterra di questa penisola abbastanza diverso da come l’avevamo immaginato. Siamo su un altopiano privo di foreste, caratterizzato solo

da campi verdi disegnati da muretti in pietra, con punte bianche qua e là, che si muovono in gregge. Cerchiamo con il navigatore GPS l’indirizzo indicato sul sito del campeggio, ma non lo troviamo. Riusciamo a individuare la zona, ma lungo la strada incontriamo dei lavori in corso e diversi cartelli di divieto che ci impediscono di svoltare. Solo dopo qualche chilometro ci sembra finalmente di essere sulla via corretta. Ci ritroviamo in una stradina stretta, come di solito sono le stradine di campagna in Gran Bretagna. Seguiamo l’istinto continuando lungo questa strada, verso la direzione presunta. Attraversiamo un piccolo paese molto carino che si estende in un avvallamento, e che ci ricorda la battaglia avvenuta presso la cittadina belga di Waterloo. Risaliamo fino ad arrivare in cima a un altopiano dedicato al pascolo, non solo di pecore ma anche di cavalli, che corrono liberi sul verde prato.

Finalmente arriviamo al campeggio, segnalato da una scritta su una pietra. L’accesso avviene attraverso un cancello in legno, che dobbiamo aprirci da soli. Non troviamo altre indicazioni se non un gruppo di case in ristrutturazione e due auto, segno della presenza di qualcuno. Il campeggio ancora non si vede. Fortunatamente incontriamo altri clienti, i quali ci fanno notare che la reception si trova sull’altro lato del caseggiato. Abbiamo anche la fortuna di trovare il proprietario che, dovendo gestire anche la fattoria, è presente alla reception del campeggio solo un paio di ore nel tardo pomeriggio. Attorno a noi ci sono oche e galline che razzolano nell’aia. La frase che ci ha colpito durante la ricerca in Internet si

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Le rovine del castello Tintagel e la fantastica costa sull’Atlantico.

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Un’altra vista sulle imponenti rovine del castello Tintagel.

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rivela vera: il locale che ospita i servizi e le docce è splendido, pulito e funzionale. La vista non è poi così panoramica, ma siamo pur sempre su un altopiano. Il nostro ospite ci indica la piazzola dove possiamo montare la nostra tenda, in uno spazio enorme. Deve essere la nostra giornata: il proprietario ci annuncia che, oltre alla legna per accendere il fuoco, può venderci anche degli hamburger e delle salcicce biologiche preparate da lui stesso. Quindi installiamo il nostro campo, ma non avendo altro per cena e neanche per colazione, riprendiamo le moto e ci dirigiamo verso la cittadina di Bodmin, a soli venti chilometri di distanza, dove un supermercato è aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Accendiamo il fuoco non solo per cucinare la carne ma anche per scaldarci. L’oscurità scende e ci isola. Ci sentiamo finalmente soli, immersi nella natura selvaggia.

Al mattino ci aspetta un bel sole caldo, insieme a galline e oche che vagano ovunque, dando all’ambiente un aspetto gioioso e naturale.Ci rimettiamo in strada e, dopo poche decine di miglia, arriviamo a Tintagel, località molto turistica per via del famoso castello a picco sul mare Celtico, un braccio dell’oceano Atlantico. La leggenda vuole che sia non solo il castello del mago Merlino, ma anche il luogo di nascita di Re Artù. Uno dei tanti ipotetici luoghi di nascita del famoso e leggendario re, sparsi per tutta l’antica Britannia. Quello che è certo è che già i Romani si insediarono su queste rocce, per via della difficoltà di espugnarle. Lasciamo le moto in un parcheggio a pagamento, facendo attenzione a posizionare sul parabrezza il biglietto, che ha una parte adesiva così che possa essere attaccato direttamente sulla moto e non voli via. Una bella camminata di dieci minuti ci porta fino in riva all’oceano. Del castello non rimangono che poche mura e le fondamenta, mentre il panorama è sicuramente rimasto identico negli ultimi diecimila anni, conservando la sua spettacolarità. Consigliamo vivamente di fermarsi per godersi la vista, il profumo dell’oceano e la brezza sul viso. Per la camminata e la salita al castello ci sono volute quasi due ore, quindi torniamo alle moto già con un certo languorino. Prendiamo la prima strada a destra, che scende stretta verso un piccolo fiordo, e arriviamo a Trebarwith Strand. Siamo accolti da surfisti con lunghi capelli biondi e occhiali da sole, ragazze in bikini, rivenditori di giocattoli da spiaggia e teli mare: in un attimo sembra di aver

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cambiato Paese. Scegliamo un tipico ristorantino, con la terrazza vista mare, per ordinare un sandwich al granchio, una delle specialità di tutta la costa della Cornovaglia e dell’intero Galles. Una delizia per chi ama i crostacei. Se si ha il coraggio di affrontare le gelide acque dell’oceano, la spiaggia risulta molto accogliente. Famiglie intere si godono il sole, i bambini giocano con la sabbia per poi correre in acqua a sciacquarsi. I surfisti aspettano l’onda giusta e i “baywatch”, dalla loro postazione, osservano che tutto si svolga senza pericoli, con in mano il classico salvagente arancione a forma di siluro. Come nei film americani o australiani. Scendendo ancora lungo la costa per stradine strette e tortuose, arriviamo a Port Isaac, un villaggio di pescatori molto caratteristico. Grazie alle nostre moto riusciamo a passare nelle strettissime viuzze del villaggio, facendoci largo tra i numerosi turisti. Questa località, da sempre meta turistica, è letteralmente invasa da quando fa da scenario alla nota serie televisiva Doc Martin. Il tempo di una rapida occhiata al porto e al mercato del pesce, e ripartiamo verso sud-ovest.

Ci consigliano una tappa a Rock, un villaggio residenziale che sorge sul fiume Camel. In realtà il paesino non offre molto di interessante se non la vista delle barche arenate sul letto del fiume, in attesa della prossima alta marea. La giornata scorre rapidamente e decidiamo quindi di spostarci lungo una strada più veloce: imboccata la A30, dopo

circa un’ora arriviamo a Hayle, dove ci mettiamo alla ricerca di un campeggio. L’offerta è molto ampia, sebbene per la maggior parte si tratti di campeggi privati con solo mobile home. Il nostro camping, che sorge sulla parte orientale della baia di Saint Ives, dista qualche centinaio di metri dalla spiaggia. Decidiamo di andare ad ammirare il panorama e ci ritroviamo a percorrere un sentiero che attraversa prima un campo coltivato e poi dune di sabbia ricoperte di soffice erbetta, con decine di coniglietti che sfrecciano davanti a noi. La vista, che si apre sull’intera baia, è grandiosa. Il sole sta diventando rosso e crea emozionanti giochi di luce sull’oceano. La spiaggia è larghissima e di sabbia fine. La tentazione è forte: togliamo le scarpe per camminare sul bagnasciuga, guardando decine di surfisti che escono dall’acqua, che entrano, che sono già al largo ad aspettare la propria onda.

Saint Ives è una cittadina di discrete dimensioni. Poiché è diventata molto turistica ed è cresciuto a dismisura il numero dei suoi ospiti, con relativi mezzi di trasporto, è vietato l’accesso a tutti i veicoli dei non residenti. Le stradine sono strette e i vari autobus pieni di turisti non farebbero altro che bloccare il passaggio. Noi, in moto, prendiamo la strada che porta nella zona più alta, chiamata Ayr, e da lì ci lanciamo verso il basso per una stradina ripida e senza alcun cartello di divieto. Dopo un paio di svolte ci ritroviamo sul lungomare e la zona pedonale. Migliaia di turisti

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North Cornish Coast Road: qui siamo tra Tintagel e Port Isaac. La strada stretta segue fedelmente la costa tortuosa con ripetuti saliscendi. A sinistra: il cartello che indica il presunto luogo di nascita di Re Artù al castello di Tintagel. Nella pagina accanto: dopo la visita al castello di Tintagel pranziamo a Trebarwith Strand.

camminano in ogni dove. Vorremmo metterci alla ricerca di un ristorantino con terrazza vista mare, ma rimaniamo sconcertati dal grande afflusso di gente e, soprattutto, non siamo certi di poter lasciare le moto nel punto in cui le abbiamo parcheggiate. Perciò ci limitiamo a scattare alcune foto al caratteristico wharf, il molo che delinea il paesaggio, e scappiamo verso ovest, sulla B3306.

Dopo una decina di chilometri ci facciamo rapire dall’insegna di un caffè nel piccolissimo villaggio di Zennor. Il caffè è stato ricavato all’interno di un’antica chiesa sconsacrata e ristrutturata; la sacrestia è stata trasformata in un negozio di souvenir. Ci sono molte raffigurazioni di sirene, e scopriamo che nella chiesa principale del villaggio, dedicata a santa Senara, si trova la cosiddetta “Mermaid Chair”, la sedia della Sirena: la scultura, che raffigura appunto una sirena, è un richiamo alla leggenda secondo cui un corista sarebbe stato attirato in mare da una figura femminile dalla voce melodiosa, la leggendaria sirena di Zennor. Accanto al nostro caffè si trova anche un piccolo museo privato dedicato alla vita rurale del villaggio, mentre a un chilometro a est si trova un sito preistorico, che ospita un dolmen, a ricordare che queste terre erano già abitate oltre cinquemila anni fa. Incredibile come una sosta inaspettata in un villaggio apparentemente insignificante possa riservare tante belle sorprese! È proprio per questo motivo che preferiamo viaggiare seguendo l’istinto, più che le guide turistiche.

Tuttavia, a volte bisogna visitare anche qualche posto turistico, e noi, giunti fin qui, non potevamo perderci questa destinazione quasi obbligatoria per un mototurista: Land’s End.La fine delle terre, il punto più a ovest della Cornovaglia e quindi d’Inghilterra. Una di quelle mete imprescindibili, come John O’Groats nell’estremo nord della Scozia, oppure la Rocca di Gibilterra, senza dimenticare Caponord...

La mia compagna di viaggio, che venne qui in moto già tanti anni fa, di questo luogo ricorda solo le rocce sul mare e un piccolo bar. Oggi, invece, l’area si è trasformata in una macchina turistica per fare soldi, a cominciare dal biglietto di ingresso al parcheggio, che per le moto fortunatamente costa solo una sterlina. Tutt’intorno si conta un numero infinito non solo di hotel e ristoranti, ma anche di negozi di souvenir; senza contare le mostre interattive che, a nostro parere, non hanno nulla a che vedere con il luogo, come quella dedicata al cartone animato Shaun, vita da pecora.Inoltre, per scattare una foto proprio sotto al cartello che indica il punto più a ovest dell’Inghilterra, occorre pagare, altrimenti si deve restare a qualche metro di distanza. Assicuriamo che la foto viene bene ugualmente! Un’altra meta turistica da non mancare è la Saint Michael’s Mount, luogo più mistico che religioso. La leggenda narra che alcuni frati benedettini, provenienti da Mont Saint-Michel in Francia, fondarono un monastero piuttosto simile a quello francese, su un’altrettanto

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cornovaglia

Port Gaverne, piccolo porticciolo in una insenatura vicino al più famoso Port Isaac.

simile isola tidale (ovvero che diventa penisola con la bassa marea) quando, nel 495, apparve loro l’arcangelo Michele. Va inoltre considerato che Saint Michael’s Mount si trova sulla “linea magica” di san Michele, una linea retta che parte dall’isola irlandese di Skellig Michael, tocca Mont Saint-Michel in Normandia, la Sacra di san Michele in Piemonte, il santuario di san Michele in Puglia, fino a raggiungere Gerusalemme.Se si arriva con la bassa marea, si può tranquillamente camminare fino all’isola, altrimenti si può usufruire del servizio dei taxi boat. Anche qui il parcheggio è a pagamento, perfino per le moto. Per un pranzo vista oceano e vista Saint Michael’s Mount, ci si può spostare nella parte alta del villaggio di Marazion, dove sono numerosi i pub con terrazza.

Il nostro tempo comincia a scarseggiare e, poiché vorremmo spostarci a circa cento chilometri a est, ci rimettiamo in strada. Prendiamo la A394 e poi la A39, superando Truro e Charlestown, località che non offrono nulla di speciale, rese ancor meno attraenti dal traffico e dalla pioggia. Finalmente, però, nel tardo pomeriggio raggiungiamo uno dei villaggi di pescatori più graziosi al mondo: Polperro. In uno stretto fiordo, il villaggio si allunga su due file di case, molto vicine le une alle altre. Sebbene le auto non siano ammesse e debbano fermarsi presso un ampio parcheggio all’imbocco del paesino, noi osiamo procedere con le nostre moto, alla ricerca di una stanza per la notte. Veniamo indirizzati verso un pub appena rinnovato, che potrebbe essere vacancy, con delle camere libere. Presso il pub-hotel “The Old Millhouse Inn” troviamo infatti il nostro paradiso. Il gestore ha effettivamente appena ristrutturato il pub e ammodernato alcune stanze ai piani superiori. Al costo di sessanta sterline ci mette a disposizione una graziosa e pulitissima camera doppia, con il bagno rimesso a nuovo. La colazione all’inglese è inclusa nel prezzo e, siccome siamo i primi clienti arrivati in moto dalla nuova apertura, ci offrono uno spazio nel garage per i nostri mezzi. Rinfrescati e pronti per una passeggiata prima di cena, non possiamo che brindare con un’ottima Ale al bancone del pub. Il villaggio è molto piccolo, composto essenzialmente da due stradine che portano fino al porto. Al nostro arrivo, poiché la marea è ancora bassa, le barchette sono appoggiate sul fondo sabbioso, creando un ambiente molto suggestivo. Questo luogo è la cartolina della

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Bassa marea nel caratteristico porticciolo di Polperro.

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Cornovaglia per eccellenza, una vera bellezza.Tornati al pub ci concediamo una cena a base di ottimo pesce fresco, a un prezzo contenuto. Siamo fortunati: è in corso il festival della musica e il pub è allietato dal coro dei vecchi pescatori del villaggio, che rendono l’atmosfera molto allegra. Non solo intrattengono gli avventori, ma paiono divertirsi anche tra di loro: a ogni canzone, eccoli ordinare una pinta di birra, per ricominciare a cantare più lieti che mai. Facciamo amicizia, brindando con i coristi e altri clienti, in una gioiosa atmosfera di festa che riempie i nostri cuori.

Al mattino ci aspetta la nostra abbondante english breakfast, che comprende salsicce, bacon, uova, fagioli, funghi e pomodori fritti. Ci avventuriamo in un’ultima passeggiata fino al porto per vederlo con l’alta marea. Alcuni pescatori hanno allestito un piccolo mercato del pesce con il proprio raccolto. Salutiamo l’oceano e ripartiamo, seguendo il fiume Looe verso l’entroterra; poi proseguiamo sulla B3254, che si snoda sotto le fronde di grandi alberi. In tutta la Cornovaglia l’asfalto è in buone condizione, amplificando quindi il piacere di andare in moto in questa regione estremamente bella. Vogliamo toglierci un ultimo sfizio, cercando, con non poche difficoltà, una fattoria che produca il famoso formaggio blu della Cornovaglia. Passando attraverso strade fangose e un immenso letamaio, troviamo infine la fattoria “Knowle Farm”, non distante dal villaggio di Minions. Solo giunti lì, però, scopriamo che non vendono prodotti al dettaglio. Fortunatamente, la signora che ci riceve è così gentile da regalarcene una confezione da portare a casa.Arrivederci Cornovaglia, torneremo con le nostre moto, è una promessa!

Informazioni turistiche• www.visitcornwall.com

Dove dormire• www.southpenquite.co.uk• www.gwithianfarm.co.uk• www.theoldmillhouseinn.com

Luoghi visitati• www.english-heritage.org.uk/visit/places/tintagel-castle• www.landsend-landmark.co.uk• www.stmichaelsmount.co.uk/it/• www.polperro.org

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Quando l’aria di primavera arriva al cuore del motociclista, il desiderio di programmare un’uscita a cavallo della nostra due ruote diventa irrefrenabile. L’Italia fortunatamente offre un ventaglio di proposte adatte a qualsiasi tipologia di moto e di motociclista. Una meta di scoperta, oppure un piacevole ritorno su strade e percorsi mai dimenticati e sempre validi per un week-end ricco di soddisfazioni.

Mete di Primavera

Lombardia - Campania - Veneto - Toscana - Marche - Puglia

• A CURA DELLA REDAZIONE• TESTI E FOTO DI CLAUDIO VISMARA, PAOLA COLOMBI, LUCIA BELLUCO, DAVIDE GIAVERI

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Terra di risaie abbracciata a grandi fiumi: il Po, il Ticino, il Sesia. Terra di castelli a memoria di un passato Medievale

importante, ma anche un territorio naturalistico protetto dove vivono aironi, garzette e molte altre specie di uccelli, capaci di rendere la zona una delle più ricche e interessanti dal punto di vista ornitologico. L’itinerario può partire da Vigevano, centro importante e conosciuto come “capitale della scarpa”. Da visitare troviamo proprio il Museo Internazionale della Calzatura (presso il castello Sforzesco), oltre alla Piazza Ducale, ideata dal Bramante e certamente tra le piazze più belle d’Italia (la piazza è un’isola pedonale, la moto va parcheggiata fuori).Seguiamo per Gambolò non prima di aver visitato

la Sforzesca, residenza di caccia e azienda agricola voluta da Ludovico il Moro. Anche a Gambolò troviamo un vasto castello: il castello Litta, una fortificazione dalla caratteristica pianta quadrata. Qui ha sede il Museo Archeologico Lomellino, che raccoglie materiale archeologico dal Mesolitico all’Età Romana Imperiale.

La “strada dei castelli” non finisce certo qui e anche a Scaldasole, nostra tappa successiva, troviamo il maestoso complesso medievale. La fortificazione più imponente e significativa dell’intera provincia di Pavia. Siamo nel cuore della Lomellina e ci attende ancora un nuovo castello, quello di Lomello, il castello Crivelli. Se a visitar castelli vi è venuta fame, qui in zona c’è solo l’imbarazzo della

Lombardia Un giro per castelli in Lomellina

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scelta per trovare la trattoria giusta e gustare uno dei tanti piatti tipici a base di riso, rane, asparagi o fagioli borlotti. Prossima tappa è Frascarolo. Qui il castello è quello visconteo-sforzesco del 1512 ma non è visitabile. Arriviamo con la nostra moto a Sartirana. Abbiamo percorso solo pochi chilometri ma ancora un altro castello dalla caratteristica torre circolare ci aspetta. Questo è visitabile proprio il sabato e la domenica e al suo interno ospita la Fondazione Sartirana Arte con le sue collezioni di argenti, gioielli e oggetti della cultura contadina. Da qui la strada ci porta attraverso strade dove la natura sembra regnare sovrana. Non è difficile vedere volteggiare gli aironi o il falco di palude. È consigliata una bella passeggiata a visitare una delle tante “garzaie” presenti, dove si trovano

numerose specie avicole da osservare. Ci aspetta ancora una tappa in direzione Mortara, per raggiungere Cozzo, una delle località più antiche della Lomellina. Qui nuovamente un castello, del secolo XI ottimamente conservato grazie alla comunità di Mondo X. Una chiusura in bellezza per il nostro giro in Lomellina. Strade da fare in moto con tranquillità e che sicuramente possono riservare piacevoli sorprese ai mototuristi in cerca di una meta in queste zone. Molte le occasioni di sosta per le visite ai castelli, le numerose sagre in diversi mesi dell’anno, e naturalmente le immancabili soste gastronomiche nelle trattorie tipiche del territorio.

www.infolomellina.net

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Situato nella parte meridionale della Campania, tra i golfi di Salerno e di Policastro verso il mare, e dal Vallo di Diano nell’entroterra, il

Cilento è una delle zone più belle e interessanti d’Italia. Non c’è niente di meglio che prendere la nostra moto è portarsi alla scoperta del suo Parco Nazionale, delle sue coste selvagge (con una rete stradale non propriamente comoda e ricca di tratti tortuosi e curve), capaci però di farci ammirare scorci d’incomparabile bellezza. Poi naturalmente i sapori e profumi unici, di città e luoghi ricchi di storia, spiagge, scogliere, falesie e grotte che si confondono con il verde degli ulivi, delle vigne e della macchia mediterranea.Il nostro itinerario parte idealmente da Paestum, l’antica Poseidonia - città di Nettuno - famosa per i suoi fantastici templi dorici del V-III sec. a.C. e per l’interessante Museo Archeologico Nazionale. Siamo nella provincia di Salerno, seguiamo per Agropoli dove visitiamo il centro storico. Il grazioso borgo si trova adagiato in una bella posizione, su di un promontorio a dominare la baia. Puntiamo la moto verso l’interno per poi rivedere il mare a Santa Maria di Castellabate, centro peschereccio e balneare con belle spiagge e un pittoresco porticciolo. Qui la zona di mare antistante è Parco Marino Subacqueo dal 1973. Dopo San Marco possiamo lasciare la nostra moto al parcheggio per proseguire a piedi in una bella escursione a Punta Licosa, una

delle zone meglio conservate dal punto di vista ambientale. Castellabate è un piccolo gioiello d’architettura medievale e la visita al borgo è altamente consigliata.Seguiamo le indicazioni per Agnone, dopo una bella serie di curve e tornanti, per giungere ad Acciaroli lungo un tratto di costa ricco di spiagge incantevoli. Da qui, proseguendo, la costa cilentana torna a farsi selvaggia, come selvaggi sono i territori che costituiscono il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano: un parco a molti sconosciuto, con una storia travagliata, ma meritevole di essere visitato per la sua gran varietà di paesaggi e di aspetti ambientali e naturalistici.Puntiamo verso l’interno, prossima meta l’antica città di Velia, fondata nel 540 a.C., famosa per la sua scuola filosofica nell’antichità. Il nostro itinerario ci indica ora uno dei tratti più spettacolari della costa campana seguendo per Marina di Camerota passando prima da Palinuro. Località rinomate turisticamente ma che hanno mantenuto una loro caratteristica di “borgo marinaro”. Il profumo della macchia mediterranea ha già invaso il vostro casco? Se avete ancora giorni a disposizione potete prolungare qui la vostra vacanza Cilento, per apprezzare appieno le sue tradizioni folcloristiche e gastronomiche.

www.cilentoediano.it

Campania: sulle strade del Cilento

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In Veneto, sulle colline dell’Alta Marca Trevigiana, possiamo trascorrere un piacevole week-end sulle Strade del Prosecco. I percorsi

del vino spesso introducono alla conoscenza del territorio, della cultura e del costume del nostro Paese. Approfittiamo di qualche bella giornata per avventurarci con la nostra moto alla scoperta di questi borghi e testimonianze medievali avvolte dai vigneti.La linea guida la offre proprio la Strada del Vino Prosecco, una strada storica nata nel 1966, nel territorio compreso tra Conegliano e Valdobbiadene.Esplorando questo territorio ricco di fascino troviamo strade particolarmente adatte per essere attraversate con la moto. In un itinerario di circa centoventi chilometri è impossibile non imbattersi in borghi medievali, grandiosi castelli, abbazie ricche di storie e di attrattive artistiche.Con la nostra moto e con indicazioni di massima, seguendo le tappe fondamentali del percorso, il divertimento è assicurato. Conegliano, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Valdobbiadene, Follina, Castelbrando, Rolle sono alcune delle tappe che ci sentiamo di consigliare a chi intraprende questo itinerario.Conegliano è sicuramente la partenza migliore: si presenta con i suoi portici, i palazzi nobiliari, gli affreschi sulla facciata del Duomo e il castello, situato sulla sommità della collina, ai piedi della quale ci accoglie anche la scuola d’enologia. Non può esserci inizio migliore con una sosta in questa storica istituzione le cui origini risalgono al 1876. Gli enotecnici del futuro nascono qui e una visita alla bottega del vino ci aiuterà a comprendere meglio le qualità e le caratteristiche dei vini prodotti in questa fetta di territorio veneto.Il Conegliano-Valdobbiadene Prosecco D.O.C. è il vino principe del territorio ed è sicuramente uno dei più apprezzati sia in Italia che all’esteroA San Pietro di Feletto possiamo ammirare la splendida pieve del XII secolo, di piacevoli ed eleganti linee romaniche, con particolari affreschi nei portici antistante la facciata; lo sguardo qui ci permette di spaziare su una notevole vista delle

VENETOPrimavera nell’Alta Marca Trevigiana

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mete di primavera

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colline ordinatamente coltivate. Refrontolo si distende in un dolce susseguirsi di colline ricche di vigneti, dove è piacevole condurre la nostra cavalcatura con un filo di gas. A poca distanza da Refrontolo troviamo, percorrendo una bella strada, uno degli angoli più suggestivi della Marca Trevigiana: il Molinetto della Croda. Questo edificio, risalente al XVII secolo, sorge incastonato nella roccia ed è stato utilizzato fino agli anni ‘60 per macinare la farina sfruttando la forza dell’acqua, che proprio a fianco del mulino compie una spettacolare cascata.

Giungendo a Valdobbiadene possiamo trovare l’ottocentesca Villa dei Cedri sede del massimo evento annuale della spumantistica italiana. Su questo percorso si possono ammirare i migliori paesaggi della strada del vino con i vigneti che si susseguono ininterrottamente. Attraversare in moto queste serpentine continue di filari di vigneti si prova una sensazione davvero unica, cogliendo tutti quei profumi che pervadono la campagna.San Pietro di Barbozza ospita la singolare Confraternita del Prosecco, che vigila, promuove ed è garante di un prodotto che non è solo vino. Gli intenti sono di comunicare la storia, la tradizione, il paesaggio e trasmettere l’impegno, la passione, l’amore per queste contrade. Giunti a Follina non si può evitare una sosta da dedicare all’abbazia con il delizioso chiostro, il monastero e la basilica, mentre poco distante si trova il suggestivo e imponente castello dei Brandolini, che oggi ospita uno degli hotel più esclusivi d’Italia dalle cui mura si gode una vista panoramica davvero speciale. Per le soste gastronomiche durante il percorso tenete presente che in questi colli non si beve solo vino. Altamente consigliato fermarsi in una delle trattorie e gustarsi uno splendido risotto al radicchio di Treviso, oppure i deliziosi insaccati (soppresse, ossocolli, pancette...) mentre il piatto più tipico delle colline dell’Alta Marca è lo spiedo di carni accompagnato da fette di polenta bianca tenera. I formaggi non sono da meno, come il Montasio stagionato, o il sapore dolce della Casatella Trevigiana. Le tradizioni enogastronomiche di questi luoghi diventano un motivo in più per decidere di percorrere le strade di questo sorprendente itinerario.

www.altamarca.it

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...con la nostra moto alla scoperta di questi borghi e testimonianze medievali avvolte dai vigneti...

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TOSCANAI dintorni di Pisa senza fretta

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Ci sono città così famose che assorbono totalmente l’interesse turistico dei visitatori, fino ad offuscare tutto ciò che

sta nei dintorni. Ma noi lo sappiamo bene che il mototurista non si accontenta facilmente e ha la vocazione di scoprire itinerari e percorsi anche insoliti.Eccoci dunque a proporre un giro vicinissimo a Pisa, una delle città turisticamente più gettonate d’Italia. Non tutti però conoscono i monti pisani che stanno proprio lì intorno e che racchiudono belle strade e piacevoli borghi, oltre che, come vedremo, un ambiente molto particolare.Il Monte Pisano è un sistema montuoso che s’innalza quasi come un’isola tra le pianure di Pisa e di Lucca, raggiungendo la quota massima di novecentodiciassette metri con il Monte Serra. In effetti, un tempo questa era una vera e propria isola toccata dal mare. Si presenta come una delle formazioni geologiche più antiche della regione e gli insediamenti preistorici rinvenuti ne sono una conferma. Sono montagne ricche di storia e varietà ambientali, a cominciare dai versanti nord e sud, dove si sono sviluppate vegetazioni diverse. Il nostro itinerario parte da Pisa. Una sosta in città è d’obbligo anche se la si conosce. La Piazza del Duomo, chiamata anche Campo dei Miracoli, ospita esempi d’arte romanica pisana tra i più celebri d’Italia: il campanile, conosciuto come la Torre pendente, con i suoi cinquantaquattro metri di altezza e la forma cilindrica; il Duomo, imponente edificio con un interno solenne e luminoso a bande bianche e nere; il Battistero, edificio romanico cinto da arcate e loggette.Da vedere, oltre al ricco centro storico lungo l’Arno,

è quel gioiello d’arte romanico-gotica che è Santa Maria della Spina, sull’argine del fiume nei pressi del ponte Solferino. Spettacolare è la vista durante la regata storica, con il Lungarno illuminato in occasione della festa del patrono della città, San Ranieri.Lasciata però la bella e decantata Pisa raggiungiamo una meta semisconosciuta del nostro itinerario: Calci. Seguiamo le indicazioni, percorrendo una bella strada all’ombra di pini marittimi: immersa nel verde della Valgraziosa e protetta dai monti, arriviamo dopo una decina di chilometri alla sua splendida Certosa fondata nel 1366. Arrivando con la moto da Calci per la strada antica, appare in tutta la sua estensione con un suggestivo effetto scenografico. La Certosa ospita due musei: uno dedicato alla vita dei monaci e alle opere architettoniche presenti; l’altro, il Museo di Storia Naturale e del Territorio, ripropone le pregevoli collezioni naturalistiche dell’Università di Pisa. La visita guidata alla Certosa è consigliata e di sicuro interesse, con informazioni sulle abitudini di vita dei Certosini davvero singolari e anche inimmaginabili ai nostri tempi.Il nostro itinerario prosegue in un paesaggio intensamente coltivato, accompagnati da una strada che inizia a farsi interessante sotto l’aspetto della guida, con dolci curve in ambiente collinare in mezzo ad uliveti. Giungiamo a un piccolo borgo risalente al IX secolo e denominato Tre Colli, con un grazioso santuario restaurato.Da qui riprendiamo a salire verso la parte prettamente montana. Se non c’è foschia, da uno spiazzo prima del Passo Prato Ceragiola si può ammirare uno splendido panorama che

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giunge fino al mare. Giunti al passo, se l’orario è quello giusto, consigliamo una sosta al ristorante “I Cristalli”, con cucina tipica toscana.La strada panoramica ora conduce al Monte Serra, ma invece di proseguire per la Lucchesia torniamo sui nostri passi per giungere a Buti. In zona, se avete tempo, si possono compiere facili percorsi di trekking con sentieri gestiti dal Cai in un ambiente con una flora complessa e ricca di specie botaniche come iris, narcisi e orchidee. Buti è un antico borgo caratterizzato da un sistema di fortificazioni tra cui spicca castello Tonini. All’interno si può ammirare la Villa Medicea, con sale interne riccamente decorate. Lasciata Buti si può raggiungere Vicopisano. Questo antico borgo mantiene l’impianto urbanistico del Duecento, con edifici medievali ancora ben conservati. Vicopisano è adagiato su una collina, che fu isola fluviale finché non venne modificato il corso dell’Arno per bonificare il territorio. L’importanza strategica di Vicopisano è evidenziata dalle torri e dalle porte: anche Brunelleschi lasciò la sua impronta nelle fortificazioni costruendo la Rocca Nuova, e solo successivamente alla formazione del Granducato di Toscana l’antica fortezza fu trasformata in centro agricolo.A poca distanza si trova Cascina, un paese ricco di monumenti storici e di ville, con una storica tradizione artigiana legata

alla lavorazione del legno che la contraddistingue ancora oggi.Ci allontaniamo una decina di chilometri dai Monti Pisani per dedicare una visita d’obbligo per chi passa da queste parti e ha la passione per le due ruote a motore. Parliamo del Museo Piaggio a Pontedera, dove è possibile rivivere un pezzo della storia motociclistica italiana. Il museo occupa per tremila metri quadri uno degli spazi più antichi del glorioso stabilimento della Vespa. Le sale raccolgono le collezioni Vespa e Gilera, nonché i più significativi mezzi della Piaggio, fino agli odierni scooter. La collezione presenta pezzi davvero unici, come le Vespa dei record e i veicoli artistici e speciali. All’interno del museo ha sede anche l’archivio storico, con una ricchissima raccolta che comprende anche le varie campagne pubblicitarie che hanno fatto storia e c’è anche un fornito bookshop.Lasciata Pontedera e il suo museo, possiamo

raggiungere la costa e soggiornare in una delle tante località della costa. Prima però, seguendo la strada per Ghezzano, suggeriamo di visitare il centro di Caprona con la celebre Torre di Caprona, citata da Dante nel XXI canto dell’Inferno, oppure le fonti termali di Uliveto Terme per chiudere in relax il nostro giro tra i Monti Pisani.

www.montipisani.com

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MARCHEpercorsi nell’entroterra

La regione Marche si presenta agli occhi del mototurista con una varietà notevole di paesaggi. Dal mare agli Appennini, sono

molteplici i percorsi straordinari da scoprire. Noi suggeriamo un itinerario nell’entroterra con partenza da Jesi, terra nativa del Verdicchio, che ha origine su colline ricoperte dai vigneti che si alternano a borghi medievali e rinascimentali con aspetto ancora intatto.Percorrere con la moto queste strade che serpeggiano sui dolci declivi, trasmette una tranquillità e un arricchimento interiore in grado di fare apprezzare maggiormente le ricchezze artistiche ed enogastronomiche di questo interessante territorio. L’ambiente, nell’entroterra, ha conservato un aspetto ancora gentile in simbiosi con la natura.All’interno delle mura della città di Jesi, dove parte il nostro itinerario, troviamo un nucleo storico di notevole interesse urbanistico. Tre piazze caratteristiche accolgono interessanti palazzi: Palazzo Pianetti, sede della pinacoteca comunale, il teatro Pergolesi, il Palazzo della Signoria dalle eleganti forme rinascimentali, che ospita il Museo Civico, il Palazzo Baleani a fianco del Duomo.Trenta chilometri di bella strada su e giù per le colline e si arriva a Cupramontana. Tra i suoi vigneti, che si trovano ad un’altezza media di quattrocento metri, nel cuore della patria del Verdicchio, le cantine e la cultura contadina riflettono il prezioso lavoro di mantenimento delle risorse del territorio e dei prodotti tipici.Ci spostiamo nel vivo del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi.Qui è custodito uno dei più spettacolari complessi carsici d’Europa. C’è tempo per una bella passeggiata per il piccolo borgo di San Vittore delle Chiuse, dove si utilizza una sorgente d’acqua solfureo-salsa per bagni, fanghi e altre terapie termali. Un bel ponte antico, difeso da una torre gotica tronca, attraversa il torrente mentre il nostro sguardo è volto ad ammirare uno dei monumenti romanici più significativi delle Marche: la chiesa di San Vittore delle Chiuse. Per le sue forme architettoniche e il contesto ambientale in cui è inserita lascia davvero incantati. A fianco della chiesa si trova un piccolo Museo di Storia

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...percorrere con la moto queste strade che serpeggiano sui dolci declivi,

trasmette una tranquillità e un arricchimento interiore...

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Naturale davvero ben realizzato dove trovare le informazioni utili inerenti le grotte di Frasassi, la loro formazione, la storia delle rocce che hanno permesso alla natura di creare questo luogo favoloso.Una comoda navetta porta all’ingresso delle grotte; attraverso un silenzioso itinerario si possono ammirare laghi, stalattiti e stalagmiti in uno scenario suggestivo e unico. L’ingresso a pagamento offre anche delle opportunità di visita speleologica della durata di un paio d’ore.Ritornati alla luce del mondo esterno, con la nostra moto ora siamo pronti ad attraversare una delle strade più spettacolari delle Marche. Si passa nelle gole create dal fiume Sentino, dove la sensazione è quella di sentirsi tanto piccoli nei confronti delle alte pareti a strapiombo che ci sovrastano. Sulla strada consigliamo una sosta all’eremo di Santa Maria Infra Saxa e al tempietto di Valadier. Vi si accede attraverso un ripido sentiero percorribile solo a piedi, ma la fatica della salita - una decina di minuti - sarà ricompensata ampiamente dallo scenario unico che si aprirà davanti ai vostri occhi.Il tempietto in stile neoclassico è a pianta ottagonale con cupola, commissionato da Papa Leone XII all’architetto Valadier. Al suo fianco, incastonato nella roccia, si trova l’eremo risalente all’anno Mille, sorto in luogo che si presta ad una vita di silenzio e contemplazione e che oggi colpisce per la selvaggia bellezza del paesaggio.

Per una sosta vi consigliamo di salire al Monte Murano: in un ambiente di incomparabile bellezza in cima alla vetta trovate una rustica country-house con servizio ristorante e cucina marchigiana. Si raggiunge o da Genga o da Serra San Quirico. La strada per arrivarci è entusiasmante, ed è costeggiata da numerose strade bianche che si diramano dalla stretta via principale: con una moto enduro c’è da sperimentare qualche deviazione interessante. La vista alla meta è davvero straordinaria e lo sguardo

all’orizzonte può spaziare fino al mare. Scendendo da Monte Murano possiamo visitare Genga e la sua chiesa di San Vittore alle Chiuse, uno dei migliori esempi di architettura romanica nelle Marche.Da Genga si arriva a Sassoferrato, località di origine Romana edificata sul colle, oggi divisa in due parti, una moderna e l’altra medievale. Interessanti da visitare sono la chiesa di San Francesco, il Museo Archeologico Sentinate, che raccoglie il materiale proveniente dall’antica città di Sentinum, e palazzo Montanari, che ospita il Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari. In frazione Cabernardi

troviamo il singolare Museo della Miniera di Zolfo, il quale illustra la storia di quello che per lunghi anni è stato il più importante centro minerario solfifero d’Europa.

Seguendo per Serra Sant’Abbondio proseguiamo ancora incuneandoci in una selvaggia valle fino ad arrivare all’eremo di Santa Croce di Fonte Avellana, un luogo di singolare bellezza e suggestione, ancora oggi i monaci camaldolesi mantengono vivo l’eremo con iniziative spirituali e culturali. Seguendo le dolci colline la nostra moto ci può condurre all’ultima tappa di questo itinerario, Pergola. È una piccola città d’arte fondata nel 1234, in un territorio abitato già dalla preistoria e, in seguito, da Umbri, Etruschi, Celti e Romani. Il centro storico è ricco di testimonianze architettoniche, tipiche del Medioevo, con costruzioni in pietra, case-torri, a conferma dell’importanza che la città ha avuto nel tempo. Ma l’attrattiva di questo borgo è il tesoro artistico custodito al Museo dei Bronzi Dorati. Il gruppo dei “Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola” è l’unico gruppo di bronzo dorato esistente al mondo giunto dall’età romana ai nostri giorni… da vedere assolutamente!

www.frasassi.com

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...possiamo lasciare ora la costae il suo mare blu per puntare

l’anteriore della nostra moto nell’entroterra...

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...possiamo lasciare ora la costa e il suo mare blu per puntare

l’anteriore della nostra moto nell’entroterra...

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IN PUGLIA NEL BASSO SALENTO

Un itinerario nell’antica Terra d’Otranto. Un giro in moto nella Puglia dal profumo d’Oriente, nel punto dove finisce la terra e

inizia il Mediterraneo. Il percorso che suggeriamo parte da Lecce e si sviluppa nel Basso Salento.Lecce, capoluogo del Salento, è una città attiva e dinamica, ricca di storia e di grandi tradizioni culturali. Lo stile barocco caratterizza la città: portali, guglie, colonne, balconi... tutto è avvolto da questo stile e dai suoi effetti cromatici dovuti all’uso del particolare materiale da costruzione quale è la pietra leccese. Nei pressi del castello può iniziare la nostra visita al centro storico: il castello è un’impressionante fortezza eretta inizialmente dai Normanni. Piazza San Oronzo è la principale della città, dove si trovano edifici antichi e moderni ed è caratterizzata dalla colonna romana, dalla statua del Santo Patrono di Lecce e dall’anfiteatro romano venuto alla luce il secolo scorso. Dalla splendida Lecce puntiamo direttamente alla località di Maglie, ricca di chiese barocche. Particolari sono i numerosi negozi dalle tettoie di ferro battuto in stile liberty, mentre la villa comunale ospita uno dei più rappresentativi giardini pubblici con numerose piante secolari. Da Maglie seguiamo per Tricase fermandoci a Depressa. Si può scegliere questa località e le sue strutture turistiche, come punto d’appoggio per le nostre escursioni salentine. Il castello dei Winspeare a Depressa porta nelle sue pietre la storia del piccolo centro salentino. Il nucleo più antico è del XIV secolo ed è ben conservato e abitato dalla famiglia Winspeare; nel piano sottostante c’è un ricco museo che testimonia la storia del casato e l’amore per gli antenati, i loro costumi e le loro tradizioni. Da Depressa possiamo partire per entusiasmanti percorsi in moto da compiere nei dintorni, scegliendo a piacere tra il mare e l’entroterra, le città d’arte oppure i graziosi centri agricoli ricchi di storia. Una meta con il fascino di un “finis terrae” è senza dubbio la punta estrema dell’Italia: Capo di Santa Maria di Leuca. Dopo di qui, solo il mare e la lontana Africa.È sempre emozionante affrontare l’avvicinamento quando ad un tratto la strada scende dall’altipiano e snodandosi in un bel bosco va verso il mare e il suo capo: a questo punto si scorge la sagoma del faro che veglia le lunghe notti.

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Leuca, in greco Leukos, illuminata dal sole, un nome che racchiude in sé una lunga storia. Qui ogni epoca ha lasciato importanti tracce: insediamenti rupestri, tombe, grotte, cripte, chiese, castelli, palazzi, il tutto in un territorio contornato da uliveti secolari, insenature e un mare azzurro, limpido. Lasciamo alle nostre spalle il faro di Leuca e iniziamo uno stupendo percorso lungo la costa adriatica che ci porterà fino alla città di Otranto. Saliscendi, curve, viste sul mare che invitano ad una sosta. Una strada talmente bella dal punto di vista ambientale e paesaggistico che va percorsa lentamente gustando ogni metro del percorso. Lungo la strada frequentemente si incontrano le cosiddette paiare, sono una caratteristica del paesaggio rurale salentino. Simili ai trulli e ai nuraghi, ma con peculiarità proprie, nascono come costruzioni dei contadini per il loro riposo durante la giornata di lavoro, come rifugio per le cattive giornate autunnali e invernali o come dimora estiva per tutta la famiglia. Dopo quasi trenta chilometri di paradiso per i mototuristi, si giunge a Castro. Da visitare il castello Aragonese, la cattedrale e la chiesetta bizantina, tutto il borgo medievale con imperdibili scorci sul mare blu cobalto. Lungo la costa merita un’escursione la grotta della Zinzulusa. La prossima tappa è Santa Cesarea Terme una delle piccole meraviglie del Salento. Oltre alla bellezza del luogo, la presenza di acque sulfuree, dalle ottime proprietà terapeutiche, rende ancora più attraente questa località. Villa Sticchi, il palazzo delle Terme, Torre Miggiano, sono tutte attrattive che si uniscono alle splendide grotte che si affacciano sulla costa. Una sosta è d’obbligo, proseguendo verso Otranto è a Porto Badisco: qui il rito del riccio di mare è qualcosa di indimenticabile. Tornati in sella ad assaporare le dolci curve, passato Capo d’Otranto ci avviciniamo alla città più a Oriente d’Italia: Otranto. Città punto d’incontro di diverse culture e crocevia tra Mediterraneo e Oriente. Nella bellissima cattedrale si può visitare uno dei mosaici più grandi del mondo, realizzato dal monaco Pantaleone: vi sono rappresentati immagini misteriose e allegoriche, ispirate a filosofie e dottrine religiose antichissime e in parte sconosciute. Possiamo lasciare ora la costa e il suo mare blu per puntare l’anteriore della nostra moto nell’entroterra in direzione di Giurdignano. In questa

zona del Salento, definita a ragione il “giardino megalitico d’Italia”, si conserva la più grande concentrazione di dolmen e menhir del nostro Paese. A Minervino si trova il dolmen Li Scusi, il primo dolmen rinvenuto in Puglia. A Poggiardo, sulla strada per il rientro alla nostra base, si trovano numerose chiese di interessanti architetture, ma una sosta vale la pena farla anche per gustarsi un mitico spumone, tipico gelato della tradizione del Salento. Anche a Castiglione, sul nostro percorso, troviamo una di quelle trattorie dove la cucina salentina trova la massima espressione, il tutto a prezzi ragionevoli: trattoria “Vardaceli”. Con l’arrivo a Depressa si conclude un possibile primo itinerario.

Un secondo itinerario prende il via in direzione del Mar Ionio, verso una costa sabbiosa e un’infinita serie di borghi caratteristici, ognuno con la sua ricca storia e le sue particolarità. Incontriamo Tricase, una città antica con il famoso castello, che non è altro che il palazzo principesco dei Gallone,

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mete di primavera

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splendido edificio che merita una visita. Proprio per le sue antiche origini, Tricase offre molte opportunità di visita: dalla Chiesa Madre, risalente al Cinquecento, al convento dei Domenicani che fronteggia la piazza. Puntiamo ora a Giuliano di Lecce, dove una volta passato l’arco che consente l’accesso all’antico borgo, si respira la magia del tempo passato. Si può ammirare il castello feudale, che sorge nel centro, con il suo impianto originario e conservato intatto. Nell’avvicinamento alla costa interessante è una sosta in quel di Patù alla singolare costruzione denominata la Centopietre. Costruita nel IX secolo d.C. e composta di cento grossi blocchi tufacei, posta di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista, è monumento nazionale.Ora la costa da Torre San Gregorio cambia il paesaggio, le scogliere lasciano il posto a candide spiagge di finissima sabbia, e dopo pochi chilometri, percorsi sulla litoranea attorniati da fichi d’india, iniziamo ad avvistare Torre Vado e le numerose torri di avvistamento costiere fatte costruire da Carlo V per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati Saraceni. Percorriamo ancora qualche bella curva in mezzo alla macchia mediterranea e a colorati fichi d’india per tornare nell’entroterra. Superato Morciano ci troviamo a Presicce dove ha sede il palazzo Ducale, una costruzione ricca di mille anni di storia. Dopo un lungo rettilineo nella pianura non stupitevi se vi trovate di fronte ad un rilievo collinare: state per percorrere “lo Stelvio del Salento”! Superato il borgo di Spècchia, che possiede un grazioso centro storico ricco di viuzze frutto di un’architettura spontanea del Medioevo, Ruffano, con il suo castello Brancaccio si fa vedere dal suo sperone di roccia parte finale delle murge salentine. La luce del suo centro storico è quella classica salentina. Il fascino della ricca storia di questa terra, traspare in ogni borgo, anche il più piccolo... Il nostro itinerario nel basso Salento sta volgendo al termine, da Supersano attraversiamo la tipica campagna pugliese, caratterizzata da uliveti in molti casi secolari.Strade ricche di arte e di storia, che lasciano ai mototuristi solo l’imbarazzo della scelta. Man mano che ci si avvicina alla confluenza dei due mari si respira un’aria di infinito. Le acque dello Ionio e dell’Adriatico si fondono in un abbraccio che si ripete dalla notte dei tempi, qui troviamo anche lo scambio di civiltà tra Oriente e Occidente, un ponte delle rotte mediterranee attraversato con le nostre moto.

www.salentonline.it

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Patrick Leigh Fermor è stato uno dei grandi viaggiatori e avventurieri del ventesimo secolo. A diciott’anni, una sera di dicembre del 1933, mise in spalla lo zaino e partì a piedi da

Rotterdam alla volta di Costantinopoli. Portava in tasca poche lettere di presentazione che gli avrebbero aperto le porte delle case nobiliari di mezza Europa. Risalì il Reno e scese lungo il Danubio fino al cuore del mondo bizantino. Alternò l’ospitalità dei contadini a quella dei signori dei castelli e imparò il tedesco, il bulgaro e il romeno in una marcia che durò due anni. Bello come un eroe omerico, ad Atene conobbe la principessa Balasa Cantacuzène, discendente di imperatori bizantini, e andò a seppellirsi con lei nella foresta ai confini fra Romania e Russia, finché la Seconda guerra mondiale lo trascinò nell’isola di Creta. Per diciotto mesi organizzò la guerriglia contro l’esercito tedesco di occupazione, fingendosi un pastore greco, e si rese protagonista del clamoroso rapimento di un generale.Terminata la guerra, girò in lungo e in largo la Grecia e nel 1958 pubblicò un libro che sarebbe diventato un oggetto di culto fra i viaggiatori: Mani. Viaggi nel Peloponneso.Il Mani (o Maina) è la penisola centrale che il Peloponneso spinge nel Mediterraneo: la più lunga, la più ossuta, la più tormentata.Fra Kalamata e la baia di Oitylo, il Mani è fertile e ricco di splendidi oliveti. Forse potrebbe ospitare anche la vite, che non richiede più acqua dell’olivo. A sud di Oitylo il paesaggio diventa scarno, arido, di una bellezza inospitale. È l’Alto Mani, rifugio nei secoli di ondate di profughi che cercavano riparo dalle invasioni dei barbari pannonici, dei pirati algerini e di quelli turchi. Il risultato è un patrimonio culturale particolarissimo: più strano, più ricco, più affascinante e meno noto di qualsiasi altro in Grecia.È questo patrimonio l’oggetto del libro di Fermor: un patrimonio che era un fossile vivente già negli

anni Cinquanta, garantito dalla scarsità delle vie di comunicazione con l’esterno, dal carattere fiero e scontroso degli abitanti e da condizioni di vita praticamente inalterate nei secoli.

Sono trascorsi sessant’anni dalla pubblicazione del libro e oggi comode e belle strade attraversano la penisola in lungo e in largo, raggiungendo quei villaggi che ancora vent’anni fa erano collegati ai centri maggiori solo da impervie mulattiere. I paesi, specialmente quelli più grandi, si sono allargati in modo un po’ frettoloso e disordinato per fare posto alle seconde case degli ateniesi; vecchie abitazioni e interi villaggi sono stati ristrutturati per farne preziosi resort per turisti ricchi, ma il Mani rimane ancora al di fuori dei circuiti del turismo di massa, destinazione per viaggiatori in cerca di una natura difficile e affascinante e di preziose testimonianze del mondo ellenico e greco-bizantino. La barriera linguistica non è secondaria e molte cose rimangono celate all’approfondimento perché gli abitanti parlano quasi esclusivamente il greco e perché non si sa dove trovare chi custodisce le chiavi dei luoghi più interessanti.

L’estate è torrida e nel fulgore di mezzogiorno, come scriveva Fermor, “vien voglia di saggiare le rocce (come si sputa sul ferro da stiro) prima di osare di posarvi una mano o di stendersi nel frammentario disco d’ombra di un olivo”.Forse proprio la sua asprezza e desolazione contribuisce a determinare il fascino che attrae nel Mani il viaggiatore curioso. A mano a mano che lo si conosce, si è portati a spingersi fuori dalle grandi e comode vie di comunicazione per esplorare la campagna, raggiungere manciate di case che è quasi esagerato definire villaggi e sedersi a tavola in sperdute taverne che accendono il fuoco quando il sole tramonta. Un buon punto di partenza per conoscerlo rimangono tuttavia i centri più importanti: Kardamili, Areopoli, Pirgos Dirou, Gerolimenas, Porto Kagio, Vathia, Githio.

NELLA PENISOLA DEL MANI SULLE ORME DI UN GRANDE

VIAGGIATORE INGLESE• A CURA DI GIULIO FANTON

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GRECIA

Il sole sta per sorgere alle spalle dell’isola di Cranae, di fronte a Githio.

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Dove termina la strada per Capo Tenaro, sulla baia di Asomati, sorgono i resti dell’antico tempio a Poseidone.

Il luogo è tanto suggestivo che i visitatori lasciano ancora piccoli messaggi nelle mille lingue del mondo

per impetrare i favori del dio.

grecia

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Il molo e la baia di Gerolimenas.

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Kardamili

Fermor si innamorò di questo villaggio e lo descrisse con un entusiasmo che non gli era abituale. “Rinfrescata in estate dalla brezza del golfo, il grande schermo del Taigeto la ripara dai venti molesti del Nord e dell’Est; nessuna tramontana la raggiunge. È come quei confini elisii del mondo dove Omero dice che più agevole è la vita degli uomini; dove non cade neve né pioggia né soffiano venti gagliardi, ma sempre viene dal mare il melodioso vento di ponente a portare frescura a chi vi abita [...] È un posto troppo inaccessibile e dove c’è troppo poco da fare, per fortuna, perché sia mai seriamente minacciato dal turismo. Non fa meraviglia che le nereidi ne facessero la loro dimora”.Kardamili piacque anche a Bruce Chatwin, cantore dell’irrequietezza e grandissimo viaggiatore anch’egli, che vi era andato a incontrare Fermor. Gli piacque tanto da tornarci ripetutamente e sostarvi per lunghi periodi, conversando e passeggiando con Fermor sulle colline circostanti. “C’era sempre John Donne o Rimbaud a cui pensare, enigmi paleontologici da rimuginare e speculazioni sull’influenza di Simonide di Ceo rispetto alle tecniche mnemoniche dei Gesuiti in Cina”.Ora le sue ceneri sono impastate alla terra rossastra del Mani. Infatti, dopo la sua morte, nel 1989, la moglie le sparse ai piedi di un olivo nei pressi della cappelletta di Agios Nikolaos a Exochori, uno fra i tanti. Quale, non si sa.A Kardamili si passeggia fra il porto e le vecchie case che fiancheggiano il viale principale o ci si arrampica, quando il sole sta per tramontare al di là del golfo messenico, al complesso fortificato della famiglia Troupakis-Mourtzinos.Con la motocicletta, si vagabonda – ed è un peccato non farlo – fra i minuscoli villaggi che costellano il fianco della montagna: Kastania con la splendida chiesa di San Pietro, Saidona, Exochori. In ognuno, si troverà un kafenion, dove ordinare un caffè frappé o un ouzo, e il sorriso curioso dei vecchi che stazionano lì tutto il giorno.

Affresco in una chiesetta nella campagna del Mani. Gli occhi del santo sono stati raschiati per raccoglierne l’intonaco, ma non dai turchi - come recita uno dei luoghi comuni del turismo in Grecia - bensì per preparare filtri per fare innamorare.

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A Gardenitsa, accanto alle rovine di una torre e delle pertinenze, sorge la piccolissima chiesa del Santo Redentore, costruita nell’XI secolo. Anche qui la porta è quasi sempre sbarrata a meno di non avere la fortuna di capitarvi quando è in corso una cerimonia religiosa.

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Areopoli

Quando ci si arriva, la capitale del Mani un po’ delude per la distesa di supermercati, garage e nuove abitazioni anonime con cui si presenta. Specialmente se gli occhi sono ancora pieni della descrizione di Fermor: “Quando di curva in curva sassosa salimmo più in alto il fragore si smorzò e la strada, spazzata da un fresco venticello, si appianò per due miglia di un nudo altopiano, che a ovest cadeva precipite al mare e a est tornava a salire a prosecuzione del Taigeto; e là davanti a noi, mezzo fortificata e con i tetti sormontati da un paio di torri e da cupola e campanile di un piccolo duomo, ecco la capitale dell’Alto Mani [...] Come tutte le città d’altopiano aveva un che di arioso, e verso il golfo di Messenia le stradine finivano nel cielo come trampolini.” Tuttavia, il cuore della “città di Marte” non è cambiato, con i suo vicoli tortuosi e le case a torre che incombono sulla testa. Non è cambiata nemmeno la gentilezza degli abitanti che tuttora, mentre si passeggia per le vie acciottolate, ti salutano con un mormorio di benvenuto: Yassas, yassas.

La visita delle grotte di Pirgos Dirou si svolge per un lungo tratto a bordo di lance manovrate a remi lungo i budelli e le caverne.

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Pirgos Dirou

Ad Areopoli inizia l’Alto Mani, quello che, come raccontò un contadino a Fermor, “quando Dio ha finito di fare il mondo, gli era avanzato un saccone di pietre e l’ha rovesciato qui”. Il primo centro abitato di qualche rilievo che si incontra è il villaggio di Pirgos Dirou, che si annuncia con una linea di negozietti turistici, giustificati dall’attrattiva internazionale delle sue grotte, uno dei sistemi sotterranei più affascinanti del mondo. Forse con il gusto dell’esagerazione che un po’ caratterizza il carattere greco, alcuni affermano che le caverne attraversino il Taigeto fino a Sparta. Pirgos Dirou fu anche sede di un avvenimento che rivela il carattere fiero e battagliero delle genti del Mani e che oggi è ricordato da un bel monumento bronzeo, posto vicino all’ingresso delle grotte. Nel giugno del 1826, gli Ottomani, guidati da Ibrahim Pascià, lanciarono un’offensiva da Kalamata contro i manioti che resistevano all’invasione. Tutti gli uomini corsero a nord per difendere il Mani, ma allo stesso tempo, Ibrahim aveva spedito a sud, via mare, una forza di millecinquecento egiziani che sbarcarono nella baia di Diros con l’intenzione di catturare Areopoli indifesa. Nei campi intorno, le donne erano intente alla mietitura e si avventarono contro gli egiziani armate di falci, bastoni e pietre. La loro determinazione doveva essere spaventosa perché costrinsero i soldati sulla spiaggia e, con l’aiuto degli anziani che sopraggiunsero in loro aiuto, li sbaragliarono. Solo cinquecento dei millecinquecento egiziani che erano sbarcati riuscirono a riprendere il mare. Gli altri rimasero sul terreno.

Il profondo golfo di Itilo su cui si affaccia la cittadina di Areopoli.

Il monumento alle donne del Mani che nel 1826 rigettarono in mare gli Ottomani di Ibrahim Pascia, sbarcati per conquistare Areopoli.

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Gerolimenas

Sessant’anni fa Gerolimenas era un grosso centro rispetto agli altri villaggi, uno sbocco verso il mondo esterno dall’arcigno isolamento del Mani. “I caicchi lungo la banchina, le ancore e gli argani e i rotoli di funi, le scritte dorate sulle bottiglie della farmacia, i sacchi, i barili e le scatolette del droghiere, tre guardie che prendevano il caffè sotto un albero, tre capitani di caicchi con lucidi berretti a visiera che bevevano birra Fix: tutto, nell’unica strada polverosa, pur nella semicatalessi indotta dall’alito infuocato dello scirocco, indicava che da qualche parte esisteva un altro mondo”.

Oggi, a Gerolimenas la strada è sempre quella, sebbene approssimativamente asfaltata, e la bottega del droghiere ha l’aria di non essere ancora stata rinnovata da quando Fermor passò di qua. Al porticciolo non approdano più caicchi e piroscafi e il luogo induce una grande indolenza e un profondo senso di pace. Ci si accontenta di tirare sera fra un bagno e una chiacchierata all’ombra, aspettando l’ora in cui sedersi a sorseggiare ouzo e birra gelata. Il posto migliore è forse Akrotainaritis a due passi dalla banchina, dove dondolano un paio di barchette di pescatori e i bambini prendono a sassate i pesci.

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La bella spiaggia di Kiparissos e i campi circostanti sono cosparsi dei resti della città ellenistica di Kainipolis, descritta nel II secolo d.C. da Pausania.

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Capo Tenaro dalla collina di Koronyanika. In primo piano i villaggi di Porto Kagio e Marmari sui due lati dell’istmo che unisce il Capo al resto del Mani.

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Verso Capo Tenaro (o Capo Matapan, se si preferisce)

Prima di spingersi a Capo Tenaro e a quello che resta del numinoso tempio a Poseidone, si può scegliere se sostare a Porto Kagio o a Marmari, località poste sui due versanti di una ripida sella.Porto Kagio è una baia molto bella, ma un po’ triste, come la descriveva Fermor. Sulla riva ghiaiosa si allineano poche case, un paio di taverne, dieci ombrelloni che ingombrano la stretta spiaggia e un comodo alberghetto che ha il fascino polveroso del tempo andato. La strada vi precipita con una serie di ripidi tornanti e inspiegabilmente l’asfalto termina poco prima che inizino le case.Marmari è più solare, aperta a ovest sul golfo di Messenia; più assolata, più moderna e più affollata con la sua bella spiaggia di sabbia dorata e un grande complesso turistico. È sicuramente più confortevole, sebbene più anonima.Sceglierà Porto Kagio chi è attratto dalla sua aria malinconica e dalle sue acque traslucide in cui nuotare solitario. O forse chi è affascinato dalla magia del nome, che rimanda a un passato non tanto lontano, quando le rupi circostanti, in autunno, si riempivano di migliaia e migliaia di quaglie migranti a sud e di centinaia di manioti che le catturavano e le mettevano in conserva per i mercati di tutta Europa. “Dovreste essere là in autunno”, raccontava un maniota a Fermor, “quando le quaglie passano a milioni. Noi stendiamo reti e mettiamo trappole, e le arrostiamo allo spiedo. Se mi date il vostro indirizzo e se Dio mi dà la vita fino all’autunno, potrei mandare laggiù mia nipote a riempire un bel barattolo di quaglie sott’olio e ve le mangerete a Londra come mezé”.

Nella baia di Asomati, vicino a Capo Tenaro, sorgeva una città ellenistica di cui restano numerose tracce: gradini che scendono al mare, cisterne, massi scolpiti e il mosaico che ricopriva il pavimento del salone di una villa.

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Vathia

Vathia è più bella da lontano che non quando ci si arriva. Alte torri si affollano mezze diroccate e disegnano un labirinto di stradine acciottolate, scale, tunnel e archi. Qualcuna è ingentilita da finestre tagliate negli spessi muri e da un vaso di basilico; altre, sbarrate, conservano le buie feritoie che sembrano studiarti con occhi cattivi. Sono il retaggio dei lunghi secoli nei quali la vita era scandita dalle sanguinose faide che opponevano

famiglia a famiglia: colpi di fucile, palle di cannone e pesanti pietre lanciate fra una torre e l’altra, distanti poche decine di metri fra di loro. Periodi di armistizio erano stabiliti in occasione della semina e del raccolto o quando un pericolo esterno riuniva tutti a combatterlo assieme. Dopo l’indipendenza, il governo greco decise di porre fine alle guerre civili nel Mani, ma il costume era così radicato che nel 1870 furono necessari un battaglione di quattrocento soldati

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Il profilo irto di torri fortificate di Vathia.

e il supporto dell’artiglieria per interrompere l’ultima grande faida del Mani. La vita sembra avere lasciato la cittadina e i cumuli di macerie non fanno pensare all’insulto del tempo, ma alla distruttività reciproca degli abitanti di un tempo. Ci si riconcilia con la vita nel kafenion della moglie del sindaco, quando è aperto. Con il suo sorriso ospitale e la meravigliosa birra gelata che estrae da un modernissimo frigorifero, incastrato in una nicchia nel muro di pietra.

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Githio

Githio può essere il punto di partenza o quello di arrivo del giro. Arrivandoci dopo alcuni giorni passati nel’Alto Mani – con i suoi villaggi severi e silenziosi dove nulla manca, ma la scelta è sempre ristretta – evoca ancora, a sessant’anni di distanza, le emozioni descritte da Fermor alla fine del suo viaggio. “Le strade larghe, il frastuono dei negozi, il trambusto urbano ci riempirono di un’euforia da villici. Lo stesso meravigliato piacere persistette nell’affollato lungomare”.Negozi seriali per turisti, gelaterie, ristoranti, uno accanto all’altro sul bel lungomare che la sera si popola di una folla rumoreggiante, lenta e matronale fra le note ruffiane della lounge music o quelle strombazzanti della disco. Sembra di giungere al paese dei balocchi, anche se per alcuni presto subentra la nostalgia della scontrosa essenzialità del Mani.

Separata da un brevissimo braccio di mare, giace Cranae, l’isola dove Paride ed Elena - sì, proprio coloro che provocarono la guerra di Troia - trovarono rifugio per la loro prima notte d’amore.Oggi l’isola è ricoperta di una foresta stenta di pini e in estate non profuma più del finocchietto selvatico che la ricopriva ancora al tempo di Fermor.Per ritrovare un po’ di quel fascino, occorre salire prima dell’alba sulla costa scoscesa alle spalle della città e rimirarla, sagoma scura affogata nel mare color malva. Allora, si può immaginare che la barchetta che esce a pesca ronzando, sia in realtà quella dei due amanti che si avvicina furtiva all’isola, tracciando nell’acqua tranquilla una grinza simile a una lunga e morbida piega di seta.

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Le pareti del ristorante dei Sassaridi a Mezapos sono piene di ricordi e sogni irraggiungibili che anni fa giungevano dal mondo esterno.

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Un piccolo borgo alle porte di Genova ci mostra un percorso unico, dalla fede al benessere passando per l’arte e la cultura locale, ma anche attraverso tante curiosità, su strade poco note che strizzano l’occhio alle nostre due ruote in uno scenario davvero suggestivo.

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La strada per Acquasanta

La strada del passo del Faiallo.

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Two roads diverged in a wood, and I -I took the one less traveled by,And that has made all the difference.

The road not taken [La strada non presa], Robert Frost

[Divergevano due strade in un bosco, ed io -io presi la meno battuta,

e quello ha fatto tutta la differenza]

Verso forte Geremia.

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Strada. Una parola molto cara a noi mototuristi, una parola consueta che ripetiamo più e più volte durante un viaggio, che risuona spesso nei nostri discorsi. Oggi è facile trovare la strada

corretta o quella più rapida per giungere a destinazione, grazie ai tanti sistemi di navigazione, alla Rete e a tutte le applicazioni che abbiamo a disposizione sui nostri smartphone. A volte, però, come suggerisce il poeta americano, scegliere una strada meno conosciuta e battuta può far scoprire meraviglie inattese, specie a bordo di un mezzo in grado di amplificare le emozioni. Accendiamo allora il bicilindrico della nostra Kustom Bike Daytona 350 e partiamo verso l’entroterra di Genova, lungo un itinerario che ci condurrà poco distante dal capoluogo ligure, alla scoperta di realtà locali ricche di fascino e di interesse. Il motore spinge verso la strada statale 456 del Turchino, amata da tutti i motociclisti liguri per le tante curve in grado di appagare il piacere di guida. Oggi, però, il valico ligure deve attendere: poco prima dell’abitato di Fondocrosa nel comune di Mele, svoltiamo a destra in via Acquasanta alla ricerca dei piccoli tesori dell’omonima località. Dopo meno di quattro chilometri siamo nel cuore del borgo. Fermiamo la moto sul lato del torrente, e sul versante opposto vediamo due costruzioni che saranno meta di una nostra visita: le terme e il museo della carta.

Mentre la moto riposa tranquilla sul cavalletto laterale, possiamo trovare un momento di relax nel complesso termale denominato “Terme di Genova”, dove un’acqua ricca di solfati garantisce interventi curativi alle vie respiratorie e dona bellezza e benessere per tutto il corpo. All’interno della struttura scopriamo il percorso termale e la beauty-farm, con una serie di trattamenti utili a rigenerare anche i fisici provati dagli anni e dai

molti chilometri in sella, magari sotto la pioggia. L’acqua in questo viaggio non è un elemento fastidioso, ma un piacere che scorre sul corpo creando beneficio.

Dopo il percorso, completamente rigenerati, siamo pronti a riprendere il nostro cammino, peraltro molto breve e a piedi, che ci porta a scoprire un utilizzo del tutto differente dell’acqua: siamo al museo della carta. Qui ci accoglie Giuseppe Traverso, che di recente ha riaperto la struttura per riprendere la produzione della carta a mano come avveniva tanti anni or sono, dopo aver frequentato un corso di formazione organizzato dal Comune

di Mele. Il mastro cartaio ci accompagna tra i modellini in scala dei macchinari da sempre utilizzati per realizzare la carta, partendo dalla base di vecchi stracci ormai diventati inutili o da fibre vegetali. Affascina la tecnica utilizzata e sembra impossibile che da un liquido denso di cellulosa possa nascere un foglio di carta, quasi uguale ai tanti che usiamo ogni giorno. Una specie di magia che separa l’acqua dalla materia per far nascere un foglio vero e proprio. L’impasto di acqua e fibra viene raccolto in grandi vasche con cassette di legno dal fondo a rete,

che permettono il passaggio dell’acqua ma non della materia solida. Dopo lo sgocciolamento dell’acqua in eccesso, il foglio viene posto nel locale di asciugatura: qui la futura carta trova collocazione su lunghe corde stese nella parte più alta dell’edificio, dove le finestre con persiane a “biscotti” mobili, presenti su tutti i lati, sono fatte apposta per incanalare il vento proveniente da ogni direzione. Qui la carta prende la propria consistenza finale. Aria e acqua si uniscono quindi per realizzare un prodotto unico. Oggi, la creazione di un’eccellenza artigianale, di grandissima qualità, che possa soddisfare il cliente più esigente e raffinato, è la sfida che la cartiera vuole raccogliere: sono infatti solo cinque i mastri cartai attivi in Italia.

• A CURA DI ROBERTO POLLERI FOTO DI MARCO PATRONE

Il santuario di Acquasanta e il suo colonnato.

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Osserviamo i prodotti: ci stupisce la filigrana intrecciata nelle reti delle cassette dove si creano i fogli, che permette di tracciare nella carta un segno unico e leggibile solo in controluce, un tratto distintivo di quella produzione. La carta ha una storia antica che oggi rivive grazie a chi ha il sogno di riportare un mestiere secolare verso un moderno splendore, lontano dalla produzione di massa con i suoi oggetti tutti uguali, e orientato, al contrario, verso una limitata fornitura che permetta di apprezzare le differenze di ogni singolo pezzo. Salutiamo Giuseppe e risaliamo in sella, augurandogli buona fortuna per questa meravigliosa impresa.

Il motore si riaccende, anche se la strada che dobbiamo affrontare è pochissima. Percorriamo il viale alberato che ci porta al santuario di Nostra

Signora di Acquasanta. Sistemiamo la Daytona davanti alla grandiosa costruzione risalente al Seicento, opera dell’architetto lombardo Camillo Muttone, molto attivo in tutta la regione.

Lo stile barocco è ben evidente all’interno: una grande abbondanza di decorazioni colpisce immediatamente il visitatore, che si perde nella ricchezza delle opere pittoriche e scultoree. Particolare è il colonnato esterno, che offriva rifugio ai pellegrini in caso di tempo avverso. Sopra a questo, i due campanili che svettano verso l’alto danno grande imponenza alla costruzione. Da citare la scala santa, ovvero una scalinata di trentatré gradini, tanti quanti gli anni di Cristo, che viene ancora salita dai pellegrini e dai “portatori dei cristi”. Si tratta di una tradizione tipicamente ligure, che vedeva e vede tutt’oggi uomini portare

Uno scorcio nei pressi di Acquasanta.

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grandi crocifissi in legno, retti da un’imbracatura in pelle fissata sulle spalle e in vita. Oltre a questi, un altro segno di devozione locale sono le grandi casse in legno con la statua della Madonna che, durante le processioni, vengono portate in spalla da squadre di portatori. Tra le caratteristiche del santuario possiamo citare la targa in marmo, oggi poco leggibile, che ricorda il matrimonio di re Ferdinando II di Borbone con Maria Cristina di Savoia, avvenuto il 21 novembre1832 proprio ad Acquasanta, segno tangibile dell’importanza di questo edificio religioso.

La ventola di raffreddamento del bicilindrico riparte e ci spostiamo in direzione località Giutte, seguendo una strada poco trafficata e poco nota che si inerpica tra i monti liguri, con un panorama davvero suggestivo tra nord e sud, tra tinte forti e

tenui che si susseguono come in un caleidoscopio mosso dal nostro albero motore. Pochi chilometri, poco traffico ma emozioni realmente intense, da godere con un filo di gas. Da una delle case lungo la strada vediamo un uomo che governa le sue pecore e ci osserva con occhio incuriosito. Noi solleviamo la mano per un cenno di saluto e lui risponde con un gesto minimo del capo, schivo e guardingo come ogni buon ligure di entroterra. La Daytona romba ancora e proseguiamo oltre.

Siamo adesso in vetta al passo del Turchino e, superando i molti occhi dei colleghi motociclisti che condividono la stessa passione, ci dirigiamo verso la nostra prossima meta: il forte Geremia, lungo la strada del passo del Faiallo. Qui il panorama è davvero mozzafiato: il mare da un lato e i monti dall’altro, in uno scenario tipicamente

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ligure, fatto di asfalto sinuoso che sembra disegnato apposta per essere percorso in sella a una moto. Guidare lungo questa strada è talmente appagante che ogni appassionato non può che lasciarsi cullare dalla bellezza del percorso e dal piacere di cambiare marcia dopo marcia. La moto sale allegra fino ai piedi del forte, che sembra controllare con la propria maestosità la vallata sottostante. Il motore si spegne davanti alla pietra grigia della costruzione. Qui comanda solo il vento, che soffia ovunque. Tutto attorno è silenzio. Lo sguardo si spinge fino al mare in lontananza, sotto le nubi basse che lasciano appena intravedere l’orizzonte. Un terzo di mare e due terzi di monti. Vediamo a distanza la riviera di Levante, Genova sotto di noi e, se il cielo fosse perfettamente terso, potremmo anche scorgere la Corsica. Stupendo scorcio di Liguria.

Lasciamo per un attimo la moto e il panorama, e ci aggiriamo tra le strutture del forte. Siamo a poco più di ottocento metri sul livello del mare, alla sommità del Bric Geremia, in posizione dominante sulle vallate circostanti: la costruzione, di fine XIX secolo, era uno degli elementi di un sistema di fortificazioni ideato dal genio militare del Regno d’Italia a protezione dei valichi d’appennino. L’edificio è una caserma in pietra a due piani, in grado di ospitare oltre cento soldati, con postazioni per i cannoni e una polveriera poco distante. All’estremità sud è ben visibile la caponiera, costruzione fortificata realizzata per garantire la protezione dell’ingresso, del piazzale e della strada d’accesso al forte. La struttura è stata utilizzata fino alla Seconda guerra mondiale per poi venire abbandonata totalmente. Nel 2012 il forte è stato oggetto di un restauro conservativo che lo ha riportato all’antico splendore e verso un destino del tutto differente rispetto all’originale uso: oggi è un centro visite e area di sosta attrezzata del Parco naturale regionale del Beigua.Lasciamo a fatica la visione così gradevole di una natura a trecentosessanta gradi, ma la strada sembra richiamarci. Dobbiamo ripartire.

Il nostro percorso volge ormai al termine. È ora di rientrare. Risaliamo in sella con gli occhi ancora affascinati dalla bellezza di questi luoghi, di queste strade secondarie e poco battute che ci hanno regalato emozioni enormi. La moto si riaccende e, con tono quasi sommesso, il motore è pronto a riportarci a casa. Ingraniamo la prima e si va.

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Forte Geremia.

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Ringraziamenti Un sincero ringraziamento a Omar Marin di Kustom Bike (www.kustombike.it) per aver messo a disposizione la Daytona 350 utilizzata per questo itinerario.

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LA CURIOSITÀIn località Acquasanta due soci e amici, Giobatta Caviglia e Giuseppe Parodi, nel 1952 costruirono artigianalmente due esemplari di motocicletta denominata “Falco”. Le moto, due monocilindrici verticali quattro tempi a due valvole, con cilindrata da 118cc, erogavano una potenza di due cavalli. I mezzi erano dotati di forcella anteriore elastica e sospensione posteriore, e venivano regolarmente immatricolati in quell’anno, come testimonia il libretto dell’epoca. I due veicoli sono tutt’oggi in possesso dei discendenti dei due intraprendenti amici. Questa piccola, grande scoperta è avvenuta grazie all’amico Elvio Picchia, che ha svolto un’accurata ricerca storica. A lui va il nostro ringraziamento. Un grazie anche a Marco Mantero, nipote di Giobatta Caviglia, e a Graziella Parodi, figlia di Giuseppe, per la disponibilità offerta.

IL PERCORSOLungo la strada statale 456 del Turchino, prima dell’abitato in località Fondocrosa, si svolta a destra in direzione Acquasanta. Dal centro del borgo si svolta a sinistra, in direzione della località Giutte, e si percorre tutta la strada fino a ricongiungersi ancora con la strada del passo del Turchino. Dalla sommità del valico si svolta a sinistra, in direzione del passo del Faiallo. Il Forte Geremia si incontra dopo qualche chilometro.

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MUSEO DELLA CARTA DI MELEVia Acquasanta, 25116158 GenovaTel. 010638103Cell. 3351623161www.museocartamele.itmuseocartamele@comune.mele.ge.itFacebook: Museo Carta Mele

FORTE GEREMIA44°28’48.32”N 8°42’32.3”EMasone (GE)Cell. [email protected]

La struttura è dotata di cucina e dispone di vari posti letto. Tuttavia, avendo subito differenti cambiamenti di gestione, occorre informarsi in anticipo sull’apertura del forte. Ad ogni modo, anche in caso di chiusura, il piazzale è raggiungibile a piedi.

TERME DI GENOVAVia Acquasanta, 24516158 GenovaTel. 010638178Tel. [email protected]: Terme di Genova

L’impianto offre una beauty-farm e un percorso SPA composto di varie vasche interne ed esterne, con acqua termale e differenti trattamenti curativi e di benessere.

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ACCESSORIABBIGLIAMENTO E STILE PER MOTOVIAGGIATORI

Giacca TANK da Spidi

La giacca Tank di Spidi è un interessante mix tra lo tradizione e innovazione. Una giacca di carattere e dal taglio molto personale. Il nome

deriva dalle giacche utilizzate all’interno dei carri armati alleati, da cui ne riprende il concetto ed il taglio corto. Per adattarsi all’uso motociclistico sono stati introdotti i concetti base del “Motorsport Lifestyle” di Spidi, che coniugano ergonomia, protettività, funzionalità e stile. La pelle utilizzata (bovina italiana da 1 mm di spessore ) è stata accuratamente selezionata dagli artigiani Spidi, per poi sottoporla ad un trattamento particolare, rendendo così la giacca un prodotto davvero unico. Collo, polsini e fondo giacca sono lavorati a maglia; sono presenti snodi sulle scapole per favorire i movimenti di guida; l’interno è termico in feltro removibile. Tre le tasche esterne e una quella interna di sicurezza. Presente anche una pant-clip per l’aggancio a pantaloni casual. La giacca è equipaggiata con protezioni Forcetech e Multitech (certificate EN1621-1) su spalle e gomiti, oltre alla possibilità di inserire i paraschiena Warrior anch’essi certificati.

TAGLIE 46-58COLORE NeroPREZZO AL PUBBLICO € 479.90

www.spidi.com

CASCO BKR CAFE RACER LIMITED EDITION

Nuova versione chiamata Cafe Racer L.E. per il jet BKR che Bergamaschi, proprietario del marchio, ha deciso di produrre in edizione li-

mitata. A caratterizzare questa nuova versione sono molteplici elementi: la calotta in materiale termopla-stico con profilo cromato che ne segue la linea, il visierino parasole con taglio ad occhiale, l’interno in alcantara traspirante ed anallergico, la nuova colora-zione che punta su un elemento grafico in verde che gioca con linee tonde e con il logo BKR. La chiusura è tramite cinturino a sgancio rapido con regolazione micrometrica (anello antifurto sul cinturino). Il Cafe Racer L.E., al di là del nome che lo vorrebbe in testa agli utenti delle moto più classiche, troverà estima-tori anche tra chi guida naked, custom, scooter.

TAGLIE XS-XLCOLORE Panna - Light GreenPREZZO AL PUBBLICO € 89

www.bergamaschi.com

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C’è un unico modo per fregare il tempo: metterci dentro tutta la vita che puoi.

METTITI IN MOTO!

I weekend di Motovacanze 2016:

Terra dei Forti • 14 -15 maggio

Strade di ferro • 28-29 maggio

Valsesia dreaming • 11-12 giugno

Cheese & Roads • 18 -19 giugno

Adrenaline weekend • 25-26 giugno

Dove osano le aquile • 9 -10 luglio

Montagne e relax • 10 -11 settembre

Photo & Roads • 24 -25 settembre

Per informazioni su associazione, iscrizioni, programmi, weekend e sconti ASDPS MOTOVACANZE • Affiliata ASI • Iscrizione registro ASD Coni n. 102178

Via Napoleone 59 • Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR) • [email protected]

Karakorum Highway - Cina 2015 - Foto di TATIANA FRIZZARIN - Udine

Per i soci forti sconti presso i migliori tour operator e su alcuni viaggi di Mototurismo. In più, incontri formativi e i weekend di Motovacanze: amicizia, belle strade, buon cibo e tanti luoghi spettacolari.

WWW.MOTOVACANZE.ORGCampagna associativa 2016

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e sia il piede che lo stivale rimangono asciutti. La tomaia è in pelle pieno fiore ingrassata e conferisce un notevole tocco di stile a questo modello. Nella

parte posteriore è posizionato un inserto reflex. La suola personalizzata è in gomma a tripla densità, con inserti laterali a effetto carbonio. La chiusura è resa ancora più pratica e comoda dalla

presenza sia del velcro che dei lacci. La protezione è garantita all’esterno dal sistema di supporto della caviglia e dalla protezione per il cambio marcia, mentre all’interno troviamo imbottiture con memoria e protezioni per le caviglie in TPU sagomate ed iniettate oltre alla fodera interna in materiale imbottito. Il sottopiede ergonomico Dual Flex (rigido nella parte posteriore e flessibile in quella anteriore per facilitare il cambio della marcia e la camminata) è in TPU, ricoperto in feltro anti-shock, studiato e realizzato per attutire le vibrazioni e garantire un’ottima stabilità del piede nel contatto con le pedane. All’interno troviamo la suoletta - antibatterica e sostituibile - con Air Pump System, un sistema che funziona tramite una speciale camera d’aria, la quale sposta l’aria all’interno della calzatura, oltre che attutire ed ammortizzare il peso del corpo.

TAGLIE 36-47COLORE Nero

www.formaboots.com

Calzatura Tribe Outdry DA Forma

Top di gamma fra le calzature con laccio di Forma, la Tribe Outdry è adatta sia all’utilizzo urbano che touring, anche di lungo raggio.

Una scarpa ricercata, dal design elegante e dalle decise qualità tecniche, che non deluderà nessuna aspettativa sia dal punto di vista delle performance che del comfort e dello stile. Come specificato nel nome, il modello si avvale dell’innovativo sistema OutDry che prevede l’applicazione di una membrana impermeabile, traspirante e laminata 3D direttamente sulla tomaia, la quale, in caso di pioggia o neve, impedisce all’acqua di penetrare e impregnare la calzatura e, al tempo stesso, consente la traspirazione. In questo modo viene garantita la massima impermeabilità

Casco Arai per il Tourist Trophy 2016

Per il 2016 Arai realizza uno speciale casco in produzione limitata, in partnership con il TT dell’Isola di Man.

“Doppia T” come parte del design per questo modello speciale, primo casco a montare il

rivoluzionario sistema visiera VAS.La grafica del nuovo RX-7V IOMTT è parto creativo della mente di Aldo Drudi che anche quest’anno, riesce a superare se stesso, mantenendo però, tutti quei dettagli e particolari che hanno fatto dei Design IOM TT dei veri e propri capolavori.Il “Tripode”, simbolo dell’isola, le parole “Ellan Vannin”, traduzione di “Isola di Man” in lingua Manx e la mitica “Doppia T” sono solo alcuni dei dettagli che rendono davvero speciale questa Limited Edition. Come tutti gli Arai, anche questo sarà realizzato completamente a mano, ma a differenza di qualsiasi altro modello, la produzione sarà limitatissima.I primi RX-7V IOMTT saranno disponibili da sabato 28 maggio presso l’Arai Village all’Isola di Man, i rivenditori autorizzati Arai Ber, Ber Store di Modena e www.berstore.it

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Borsa da serbatoio KAPPA RA309R

La RA309R è una borsa serbatoio estremamente versatile e di piccole dimensioni, dedicata a sportive e naked. Fa parte della linea Racer

di Kappa e annovera il sistema di attacco rapido al tappo serbatoio tramite flangia e un porta-smartphone removibile. Viene prodotta in Poliestere-PU laminato EVA, ha una capacità massima di 8 litri e un’apertura a zip circolare che la “divide” in due, permettendo di accedere con grande comodità al vano principale.Altrettanto comodo risulta il fissaggio alla moto, visto che Kappa ha scelto di dotarla di Tanklock, il sistema di attacco rapido che aggancia il fondo della borsa alla flangia che l’utente dovrà fissare al tappo serbatoio (sul sito di Kappa si trova facilmente la tabella compatibilità “flange / modelli moto”). Nelle soste lungo la strada la RA309R potrà essere staccata in un secondo ed essere portata con sé utilizzando la maniglia o la tracolla (staccabile) in dotazione.

In sella appare molto pratica anche la tasca esterna frontale, a semicerchio, facilmente accessibile anche con i guanti e ideale per contenere chiavi, monete, tessere o altri piccoli oggetti. All’indispensabile smartphone, spesso utilizzato come navigatore, spetta un posto di rilievo. Per questo devices Kappa ha realizzato una robusta copertina con finestra trasparente, da agganciare o rimuovere dalla borsa a seconda dell’esigenza.La RA309R verrà affiancata nel corso dell’anno da una seconda borsa serbatoio dotata di una capienza doppia, di uno zaino da 15 litri con inserti preformati e da una coppia di filanti borse laterali da 17 litri sempre caratterizzate dalla sagomatura termoformata.

PREZZO AL PUBBLICO € 89

www.kappamoto.com

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La gamma caschi modulari di GIVI comprende cinque differenti modelli: X.08, X.09 e X.16 sono gli apribili; X.01 in versione Comfort e Tourer le proposte con mentoniera staccabile. Il nuovo X.16 Voyager di GIVI si rivolge principalmente all’utente che ha scelto l’integrale, ma che non disdegnerebbe di passare all’apribile per la sua praticità durante le soste brevi. Si tratta di un prodotto proposto a un ottimo prezzo, senza per questo scendere a compromessi sulla qualità costruttiva. L’X.16 ha la predisposizione Pinlock per la visiera principale, il funzionamento preciso del visierino parasole (comandato da un cavo interno in acciaio), l’ottimo sistema di apertura/chiusura della mentoniera, con punti di aggancio in acciaio e un bottone di controllo facilmente raggiungibile anche con i guanti. E ancora l’adeguato sistema di aerazione con estrattore posteriore in tinta. Questo modello è dotato di sola omologazione protettiva “P”, indicata per gli integrali e per i modulari con mentoniera da utilizzare sempre chiusa; in altre parole, rimangono inalterate le caratteristiche del casco chiuso e la praticità dell’apribile. L’omologazione singola è un parametro che influisce positivamente anche sul peso generale di 1.690 gr. Le colorazioni disponibili sono quattro in una livrea lineare ma dotata di soluzioni di pregio.

TAGLIE XS-XXLCOLORE White Matt Black Matt Titanium Neon YellowPREZZO AL PUBBLICO € 159

www.givimoto.com

gilet tuttofare da OJ

Il suo compito è quello di fornire un’ulteriore barriera, comoda e pratica, all’aria fredda. Il gilet Wrap di OJ è progettato per vestire bene

sia sotto la giacca tecnica o da città, che sopra il capo principale; questa possibilità è permessa dagli inserti elastici previsti sui fianchi, che consentono al capo di “variare taglia” con facilità.Wrap è realizzato esternamente in Poliestere e si utilizza in tutte le stagioni e in molteplici situazioni. Quando le temperature salgono può essere indossato di sera sopra la t-shirt o il giubbino ventilato, fungendo non soltanto da antivento ma rendendovi maggiormente visibili sulla strada, grazie agli inserti riflettenti anteriori e posteriori di cui è dotato, e aggiungendo la praticità delle sue due tasche frontali. Studiando Wrap, OJ ha pensato anche a chi fa mototurismo. Nel corso di lunghi trasferimenti non è difficile incontrare cambiamenti di temperatura: avere con sé un gilet dotato di caratteristiche antivento, compatto, facile da indossare e da stivare può fare la differenza.

TAGLIE 4 MISURE (XS-4XL)COLORE NeroPREZZO AL PUBBLICO € 79.90

www.ojworld.it

Casco apribile GIVI X.16 VOYAGER

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Stivale Stylmartin Continental

Uno stivale per chi ama il gusto vintage e retro. Il Continental di Stylmartin non soltanto sta perfettamente al gioco ma è assolutamente

credibile. Si avvale ovviamente di tecnologie e materiali attuali, ma rimane sostanzialmente un prodotto semiartigianale, lasciandosi guidare dai dettagli di un tempo. Per la tomaia Stylmartin ha scelto la pelle nappa di vitello, resa impermeabile e, specialmente nella splendida versione in colore rosso, anticata con una speciale cera tramite un procedimento di spazzolatura manuale. Anche la fodera interna è in pelle per offrire il massimo comfort in termini di traspirabilità. Stylmartin ha inserito il Continental nella collezione Touring Emotions 2016. La scelta è corretta ma sicuramente un po’ strettina. Nulla vieta infatti di indossare questo stivale in sella a una enduro d’epoca, una classica inglese, una Cafè Racer o una scrambler. E nemmeno è vietato l’utilizzo in altri ambiti dell’outdoor. Il range taglie è tale da interessare anche il pubblico femminile. Continental non punta soltanto all’essenza del vintage: anche le caratteristiche tecniche sono meritevoli di nota. Protezioni interne in PU ai malleoli e, nella zona tibiale, una piastra sagomata in materiale termoresistente, posizionata proprio sotto il logo. Il sottopiede è anatomico e removibile, la suola in gomma Vibram offre un ottimo grip.

TAGLIE 38-47COLORE Nero - RossoPREZZO AL PUBBLICO € 319

www.stylmartin.it

giacca vintage Garage DA Hevik

Non passa mai di moda oggi più che mai, grazie al trend “vintage” che sta investendo il settore delle due ruote. Acquistarla è diventata oggi una scelta

prioritaria per molti appassionati. La giacca Garage di Hevik trasmette l’essenza vintage apprezzata principalmente dal possessore di moto custom, classic e cafè racer, ma non solo.Garage è una giacca tecnica prodotta in morbidissima pelle bovina pieno fiore, trattata all’anilina. Lo spessore di 0,8 mm è pensato per ridurre il peso complessivo, inserendo anche all’interno un layer termico color antracite, staccabile e con taglio gilet. La dotazione di serie comprende protezioni CE su spalle e gomiti e la tasca per il paraschiena. La loro presenza è ben celata ma essendo elementi removibili, non pochi motociclisti sceglieranno di indossare la Garage anche nel tempo libero.La chiusura è centrale con zip lunga a vista, assistita da bottone in vita e sul collo. Per indossare e sfilare la giacca agevolmente, Hevik ha previsto zip anche ai polsi. Regolazioni sono presenti sui fianchi. Quattro le tasche: tre esterne e una interna.

COLORE NeroPREZZO AL PUBBLICO € 279

www.hevik.it

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A cura di MATTEO CANTATORE

TECNOLOGIAHI-TECH PER MOTOVIAGGIATORI

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PELLICOLA PROTETTIVA PER SMARTPHONE PURO

Chi possiede uno smartphone conosce a quali rischi è esposto quotidianamente il display del proprio dispositivo. Se le cadute

rappresentano la minaccia più grande, non sono da sottovalutare i danni procurati dal semplice sfregamento accidentale. Molti sono gli screen-protector e le pellicole in commercio ma poche garantiscono la resistenza della soluzione proposta da PURODisponibile in versione per iPhone 6/6s (anche serie Plus) o dispositivi con schermo da 4,5 a 5,5 pollici, è unica nel suo genere: in vetro temperato di durezza 9H garantisce una protezione completa dello smartphone da bordo a bordo.Completamente trasparente, questa sottile lastra di vetro temperato con durezza 9H, garantisce protezione da bordo a bordo, senza modificare in alcun modo i colori dello schermo e mantiene inalterata la sensibilità del touch screen. Prezzo al pubblico: € 19,99 (dispositivi Apple) - € 12,99 (dispositivi generici).

www.puro.it

NIKON KEYMISSION 360

Nikon fa il suo ingresso nel mercato delle action camera con un prodotto di assoluto rilievo: la KeyMission 360 è infatti capace

di spostare ancor più in alto l’asticella del livello tecnologico complessivo di questi dispositivi, grazie alla capacità di registrare video a risoluzione 4K UHD ma soprattutto alla possibilità di realizzare video a 360°. Questo è possibile grazie ad un potente processore di immagine unito a due obiettivi fronte/retro: le riprese provenienti da ciascun lato si uniscono per creare un singolo video ad alta definizione a 360° reali. Subacquea fino a 30 metri di profondità, KeyMission 360 è robusta e assicura un’ottima resistenza a polvere, urti e basse temperature. L’affidabile sistema di stabilizzazione immagine elettronica disponibile nell’applicazione durante la riproduzione, consente poi di ridurre gli effetti del movimento della fotocamera, garantendo risultati nitidi e definiti. KeyMission 360 sarà disponibile a breve insieme ad un’ampia gamma di accessori dedicati. Alcuni video d’esempio sono disponibili al seguente indirizzo (da visualizzare con un dispositivo compatibile): http://bit.ly/1P2sfue

www.nital.it

Page 127: 2. mototurismo   marzo-aprile 2016

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Modello di punta della nuovissima gamma di videocamere Handycam 4K di Sony di quest’anno, la FDR-AX53 unisce una qualità

d’immagine perfezionata a incredibili prestazioni audio.Grazie a un nuovo sensore CMOS Exmor R, la FDR-AX53 dà vita a video 4K straordinariamente dettagliati. Il modello è dotato di obiettivo ZEISS di nuova generazione, che si estende fino a un grandangolo da 26,8 mm e permette di immortalare accuratamente la scena con lunghezza focale che spazia dal grandangolo al teleobiettivo. L’ottica conferisce alla videocamera eccezionali possibilità di zoom, dal 20x ottico allo zoom Clear Image 30x (4K)/ 40x (FHD), per splendidi primi piani con risultati senza pari. La FDR-AX53 è la prima Handycam dotata della nuova versione dello SteadyShot ottico bilanciato proprietario di Sony, un sistema di

stabilizzazione delle immagini a 5 assi che permette di registrare video senza sfocature anche a mano libera. L’innovativa struttura del microfono della FDR-AX53 recepisce i suoni da cinque direzioni, senza alterarli e restituendo un effetto ambientale più realistico. La videocamera vanta molte funzioni di qualità professionale per una maggiore flessibilità di ripresa, tra cui la ghiera manuale e il pulsante che può essere assegnato a funzioni quali lo zoom, la messa a fuoco e l’esposizione, oltre al mirino elettronico, che permette all’utente di comporre agevolmente la scena anche in situazioni molto assolate. Per un maggiore controllo dell’editing, gli utenti più esperti possono contare sulle opzioni Time Code e User Bit. Disponibile a breve, il prezzo finale è in via di definizione.

www.sony.it

CELLULARLINE INTERPHONE TOUR

Cellularline inizia il 2016 con moltissime novità e una gamma interfoni completamente rinnovata.

Interphone Tour è il prodotto di punta della nuovo linea, caratterizzato da un’innalzata qualità costruttiva, con forme eleganti e una scocca Black Chrome in titanio cromato totalmente impermeabile. Tra le caratteristiche principali troviamo la portata massima di 1,5 Km, possibilità di far comunicare fino a quattro motociclisti e compatibilità con tutti i modelli di caschi. La connettività Bluetooth consente al dispositivo di interfacciarsi con tutti gli smartphone, per ricevere ed effettuare chiamate, i lettori MP3 o i navigatori.Da record l’autonomia della batteria con circa 15 ore di funzionamento garantite. Inoltre, grazie alla

tecnologia Fast Charge, il processo di ricarica risulta essere decisamente rapido. Facile da installare e da utilizzare, il nuovo Interphone Tour sarà in vendita a breve al prezzo di € 269 per il kit singolo e € 489 per quello doppio.

www.cellularline.com

SONY FDR-AX53

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motodays.it

con il patrocinio di prevendita

3/6 MARZO 2016

I GIORNI DELLA MOTO A ROMA

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SOUVENIRRICORDI DI VIAGGIO DAI NOSTRI LETTORI

Ai piedi del ghiacciaio Vatnajökull in Islanda, in una rara giornata di sole.

GRAZIANO e ORIETTA

Un saluto al gruppo di “Biella e Padella” durante il bellissimo viaggio in Slovenia.

WALTER

Vecchi sono i centauri, vecchia è la passione, nuovissime le moto!

MARCO e GIULIANO

Il nostro viaggio tra Svizzera, Belgio, Olanda e Francia.

PAOLA, FABIO e LA REGINA DEL MOTOTURISMO

3.350 Km in nove giorni in sella alla mia Royal Enfield insieme alla mia compagna Sonia, dall’Alto Adige alla Costiera Amalfitana, un sogno che si realizza!

ANDREATour alla diga del Valvestino.

DANIELE

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Mototurismo è una pubblicazione edita da L’ISOLAReg. Tribunale di Como N°28/86 del 20.11.1986ISSN 1128-3947

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONEMOTOTURISMOPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO)Tel. 031.93.77.36 | [email protected]ÀL’ISOLAPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO)Vittorio Uboldi • [email protected], Binasco (MI)DISTRIBUZIONE PER L’ITALIAPieroni Distribuzione S.r.l.Via C. Cazzaniga, 1920132 MilanoTel. 02.25.82.31.76 | Fax 02.25.82.33.24

RESPONSABILE EDITORIALEMaria Carmen Fornaroli • [email protected] RESPONSABILETiziano Cantatore • [email protected] | Matteo Cantatore • [email protected] | Valentina Uboldi • [email protected] | Vanessa PujiaCOLLABORATORIDavide Cantatore • Paolo Ciapessoni • Paola Colombi • Massimo Davì • Emanuele Fabiano Lorenzo Franchini • Giulio Fanton • Marco Ghezzi • Andrea Leggieri • Luciano Milanese • Marco NavaMiriam Orlandi • Laura Pagani • Cristina Palchetti • Roberto Polleri • Walter Ramperti • Claudio VismaraHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROSilvia Cattaneo • Giorgio Di Marco • Giulio Fanton • Marco Patrone Roberto Polleri • Walter Ramperti

ABBONAMENTIEDIZIONE CARTACEAAcquistabile con carta di credito sul sito store.mototurismo.it oppure con bollettino/bonifico utilizzando il modulo presente in questa pagina.• 6 numeri (1 anno) € 25 | 12 numeri (2 anni) € 45Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected] DIGITALEAcquistabile esclusivamente all’interno dell’App Mototurismo, scaricabile gratuitamente su dispositivi iOS e Android.• 6 numeri (1 anno) € 13,99Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected]

ARRETRATIEDIZIONE CARTACEAAcquistabili con carta di credito sul sito store.mototurismo.it oppure con bollettino/bonifico.• € 2,60 (cad.) + spese postali (a seconda del numero di copie)Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected] DIGITALEAcquistabili esclusivamente all’interno dell’App Mototurismo, scari-cabile gratuitamente su dispositivi iOS e Android.Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected]

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PUBBLICARE UN RACCONTO DI VIAGGIO SU MOTOTURISMOPer proporre un racconto di viaggio da pubblicare su Mototurismo è possibile inviare testo e foto tramite www.wetransfer.com a [email protected] o inviare un CD/DVD all’indirizzo postale della redazione. Testo massimo 20.000 battute e foto digitali ad alta risoluzione. Il materiale deve obbligatoriamente essere inedito (sia su internet sia su altri mezzi stampa). Il materiale verrà visionato e valutato; se d’interesse l’autore verrà avvisato di una possibile pubblicazione e delle condizioni. Il materiale inviato non verrà restituito.

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