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Mototurismo in Basilicata

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Itineari e luoghi in Basilicata per Mototuristi.

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Bella scoperta!Bella scoperta!

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Calanchi e Piccole Dolomiti Lucane:

A cura di Claudio Vismara e Marco Ghezzi ©Mototurismo

un mondo magico e affascinante peril mototurismo d’autore

Basilicata

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Torniamo in Basili-cata per un nuovo,affascinante itine-rario. Una regionea torto non valo-

rizzata come meriterebbe, chesa offrire molto al turismo inmoto: strade piacevoli, contraffico praticamente inesi-stente, e una varietà di am-bienti, di paesaggi, di storia edi personaggi che non fini-scono mai di stupire. Luoghimagici, con i suoi pinnacolinaturali, le enormi sculture diargilla, le bianche dune, i pro-fondi canyon e i suoi borghiricchi di fascino, ma anche bo-schi ed emozionanti espe-rienze adrenaliniche con vistasu affascinanti borghi senzatempo. Interessante anche ilfilo conduttore letterario dellanostra proposta: Carlo Levi,Isabella Morra, Albino Pierrosono i nomi illustri che ci ac-compagneranno lungo lestrade della Basilicata. L’itinerario prende il via daFerrandina, vero capolavoroarchitettonico con le sue can-dide casette dalle facciatestrette, distante pochi chilo-metri dalla Basentana E847. Ilborgo fondato da Isabella e Fe-derico d’Aragona nel 1400, an-novera fra le sue curiosità unaprelibata oliva nera denomi-nata Majatica, eccellente va-rietà che produce un delicatoolio extravergine, ottimaanche passita mediante infor-nata. Subito il percorso si fa in-teressante e la guida divieneestremamente elettrizzante.Strade sinuose, inserite in unbel paesaggio, ci conducono aiprimi calanchi; sarà solo unprimo assaggio di un affasci-nante mondo paesaggistico

unico nel suo genere. Altosulla collina si scorge il “paesefantasma” di Craco: abbando-nato nel 1969 a seguito di con-tinui movimenti franosi, è oggiun borgo caratterizzato da unabellezza scenografica davveroincomparabile. Numerosi regi-sti hanno trasformato Craco inun set cinematografico perl’unicità di questa location;Mel Gibson, ad esempio, haqui ambientato alcune scenede “La passione di Cristo”. Siscende in Val d’Agri e, primadi raggiungere Tursi, saliamoattraverso ondulati paesaggiincontaminati verso quel gio-iello che è il santuario di SantaMaria di Anglona, capolavorodi architettura medievale edi-ficato fra l’XI e il XII secolo.Tursi sorge sui declivi di unaroccia di arenaria tra i fiumiAgri e Sinni. Una volta era col-legata al mare grazie alla navi-gabilità dei fiumi; oggi rimaneun borgo composto da un gro-viglio di case, stretti vicoli egradinate. Il borgo vanta unastoria molto antica: si ritienefu fondato dai Goti nel 400d.C. cui seguirono i Bizantini;fu poi il tempo degli arabi Sa-raceni, che lasciarono unsegno profondo nella strutturae nell’architettura del paese. Inseguito tornarono i Bizantini,per continuare poi con Nor-manni, Svevi, Angioini, e in-fine con la famiglia Doria diGenova, cui succedettero nu-merose famiglie aristocratichelocali. Nella visita al borgo siscorgono chiaramente nelle ar-chitetture le varie dominazioniche si sono susseguite: il quar-tiere de la Rabatana, che sovra-sta l’intero abitato, ricordachiaramente le sue origini

Girovagando tra le strette etortuose viuzze che salgonodal vociare della centralissimaVia Roma, sino ai silenzi dellaRabatana, sì tocca con manoquesta storia lunga e affasci-nante. L’antica cattedrale diSanta Maria Maggiore è situatanel borgo antico, in Rabatana:delle strutture medievali nonresta nulla, ma al di sotto dellafabbrica settecentesca è con-servata la cripta costruita in-torno al IX-X secolo. Vi sono

arabe. Tursi, con la sua storiamillenaria, nasconde incredi-bili segreti ad iniziare dalla sualingua, nota per la sua com-plessità e usata con grande sa-pienza dal poeta Albino Pierro.

“A Ravatèna”Cchi ci arrivè a la Ravatènasi nghiànete ‘a pitrizzaca pàrete na schèa appuntillètaa na timpa sciullèta.

Quanne un tempe è sincire,atturne atturne ‘a terra d’i iarammeci ampìete a lu sòue com’u specchie,e quann si fè notte c’è nu fruscedi vent ca s’ammùccete nd’i fossie rivìgghiete u cuc e ci fè nascenu mère d’erve…

“La Rabatana”Per arrivarci alla Rabatanasi sale un pietrameche sembra una scala puntellatasu una parete in crollo.

Quando il tempo è sereno,tutt’attorno la terra dei burronilampeggia al sole come fa uno specchio,e quando si fa notte c’è un fruscìodi vento che nei fossi si nascondee risveglia il cuculo e fa spuntareun mare d’erba...

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due cappelle: nella prima sitrovano affreschi di ispirazionerinascimentale dedicati aiSanti Apostoli e ai Dottoridella Chiesa, un sarcofago conlo stemma di Genova in basso-rilievo, rappresentante il S.Giorgio, e un altare dedicato aS. Maria Maddalena; nella se-conda vi è un presepe in pietradi grandissimo effetto, co-struito tra il ‘400 e il ‘500. Inquesta chiesa si venera la Ma-donna dell’Icona, attributo chele deriva da un trittico del ‘300della scuola di Giotto rappre-sentante la Vergine con il Bam-bino al centro e ai lati S.Giovanni Battista e la Madda-lena. Poco distante, sullasponda opposta del FiumeSinni, sorge in posizione pano-ramica il piccolo borgo di Val-sinni, Bandiera Arancione delTouring Club Italiano. La suastoria è legata indelebilmenteal triste destino che colpì lapoetessa Isabella Morra. Me-morie della sua storia le tro-viamo nel castello e nel parcoletterario a lei intitolato.Isabella nacque nel 1516 emorì nell’inverno tra il 1545 eil 1546. Fu uccisa dai fratelliper una presunta storiad’amore con Diego SandovalDe Castro, poeta di originespagnola, barone di Nova Siri.Petrarchista, Isabella Morra halasciato un commovente can-zoniere, fatto di dodici sonettie tre canzoni che, pubblicatoper la prima volta nel 1559, nefa la più grande poetessad’amore del Rinascimento ita-liano per originalità e autenti-cità. Nella XIII canzone,ultimo componimento poeticodel canzoniere, ella scrive:

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Calanchi nei dintorni di Craco, il“paese fantasma” abbandonatonel 1969. Nelle pagine prece-denti: Dolomiti Lucane. Nelle pa-gine successive: un suggestivoscorcio di Castelmezzano.

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vino dall’aroma pieno e dal co-lore intenso, che bene accom-pagna le specialità della cucinatipica del territorio. Tra le nu-merose cantine presenti sulterritorio, di particolare inte-resse è la Cantina “Graziano”la cui particolarità sta nel fattodi essere un’azienda agricolabiologica. Collocata sulla bellastrada che porta a Sant’Arcan-gelo, è un’azienda giovanedove si produce qualità utiliz-zando proprie uve e fornendoun prodotto finale sicura-mente interessante. Lasciamo le alture per tornarein Val d’Agri e, una volta attra-versato il fiume, entriamo nelvivo della zona dei calanchi lu-cani. Prima di raggiungereAliano, delle deviazioni su pic-cole strade secondarie ci por-teranno alla scoperta di unoscenario di incomparabile bel-lezza, uno degli angoli più re-moti e più magici dellaBasi licata. Consigliamo vivamente di tro-varsi da questi parti al tra-monto: la luce del crepuscolooffre una vista emozionante edi grande suggestione, capacedi esaltare al massimo questeterre di argilla donando lorouno splendore e un fascino in-descrivibile. Aliano, piccoloborgo arroccato su un pro-fondo costone d’argilla, cui siaccede da una ripida salita, dàl’idea di appartenere ad unaltro mondo, regala un sensodi profondo isolamento grazieai calanchi che lo circondano.Aliano è anche la magia delParco Letterario “Carlo Levi”,il grande scrittore e pittore chetrascorse qui un periodo diconfino, immortalando magi-stralmente la cultura e i luoghi

“Or, rivolta la mente a la Reinadel ciel, con vera altissima umiltade,per le solinghe stradesenza intrico mortale l’alma caminagià verso il suo riposo,ch’ad altra parte il pensier non inchina,fuggendo il triste secol sì noioso,lieta e contenta in questo bosco ombroso”

La risalita lungo il fiume ciporta al lago artificiale diMonte Cotugno, fra i maggioriinvasi in terra battuta realizzatiin Europa, stupenda pennel-lata di azzurro fra i gialli estivie i verdi primaverili. Quando èstagione, Senise vi accogliecon i suoi gustosi peperoni,certificati I.G.P., appesi in ogniangolo ad essiccare per diven-tare gli squisiti peperoni cru-schi. Il centro storico è unintreccio di vicoli e gradinateche salgono verso il castello.La strada si inerpica volteg-giando in un ambiente colli-nare che presto divienemontano nel momento in cuisi raggiunge Chiaromonte,con il suo centro storico rac-colto sullo sperone roccioso amo’ di anfiteatro. La sosta in questo borgo è in-teressante per scoprire duesucculente attrattive: l’utilizzodel sambuco in un’infinità diricette, dai biscotti al liquore,e la produzione di pasta confarina di mischiglio. Ci attendono ora entusia-smanti chilometri in mezzo alverde dei boschi e dei pascoli.Siamo all’interno del ParcoNazionale del Pollino, primadi arrivare a Roccanova, gra-zioso borgo fiore all’occhiellodel panorama enologico regio-nale. Siamo nella patria delGrottino di Roccanova D.O.C.,

nel suo “Cristo si è fermato aEboli”. Le origini di questocen tro sono antichissime,come dimostrano gli scavi ar-cheologici effettuati in zona.Questo particolare aspetto na-turalistico si deve alla naturaargillosa dei terreni, nei qualiacqua e vento hanno scavato emodellato un paesaggio di ine-guagliabile bellezza. Visitando Aliano si è accolti damuti personaggi che altro nonsono che case con facce dalvolto umano e sguardi espres-sivi: un tempo dovevano ser-vire a tenere lontano ilmalocchio. Nella parte bassa del paese tro-viamo la Pinacoteca, dovesono conservati documentimolto interessanti del confinodi Carlo Levi, dipinti realizzatidallo scrittore e una mostra fo-tografica permanente dei mo-menti più significativi dellasua permanenza ad Aliano. IlMuseo della Civiltà Contadinaraccoglie in un antico frantoiooggetti legati al lavoro deicampi e della vita domestica.Poco più avanti si trova la casaCarlo Levi. Il legame che sicreò tra lo scrittore e questopiccolo borgo fu davvero in-teso. Nel suo libro immortalò,oltre ai luoghi, descritti perfet-tamente, anche la cultura, gliusi, le tradizioni, il grandesenso di umanità dei conta-dini; conobbe un immediatosuccesso la sua opera letterariainnescando discussioni e di-battiti fra politici e intellettualisulla questione meridionale.Un amore immenso per Alianoe la sua gente, che sfociò neldesiderio di essere seppellitoqui.

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“A sinistra del Timbone, (un montic-ciuolo di terra, tutto in cavi e spor-genze) per un tratto lunghissimo, finoa laggiù in fondo, verso l’Agri, dove ilterreno si spianava in un luogo dettoil Pantano era un seguirsi digradantedi ponticelli, di buche, di coni di ero-sione rigati dall’acqua, di grotte natu-rali, di piagge, fossi e collinetted’argilla uniformemente bianca...”

Si scende e dopo un tratto nelfondovalle si sale nuovamente

per raggiungere il suggestivoborgo di Guardia Perticara,inserito nell’elenco dei borghipiù belli d’Italia e divenuto re-centemente Bandiera Aran-cione. Collocato in cima ad uncolle in posizione invidiabile,il paese, dalle origini antiche,ha conservato intatto l’aspettodel borgo medievale con le co-struzioni in pietra a vista, i vi-coli stretti, le scale che siinerpicano su al castello e da

cui si domina la Valle delSauro. I palazzi storici diGuardia sono ricchi di partico-lari architettonici e decorativi:le pietre lavorate a mano dagliartigiani e le volte in mattonirossi. Suggestiva la Piazza Eu-ropa, dove si respira un’atmo-sfera surrealista: la fontana, lachiesa, il palazzo, il bar, la far-macia... tutti elementi checontribuiscono a rendere affa-scinante questo luogo. Loca-

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tion utilizzata da FrancescoRosi per le sequenze di “Cristosi è fermato ad Eboli”, conl’aria fine delle alture appenni-niche e le specialità gastrono-miche di prodotti locali comeformaggi, salumi, ortaggi, olioe vino,Guardia Perticara èluogo che merita di essere vi-sitato. Un borgo che deve lasua bellezza anche al sapientelavoro di ricostruzione in se-guito al terremoto del 1980.

Un modello di restauro con-servativo che ha mantenuto evalorizzato le caratteristichedell’abitato di un tempo. Da qui in avanti sarà la gioia diguidare in moto ad accompa-gnarci: oltre settanta chilome-tri dove i rettilinei sono mercerara. L’ambiente lucano sicura-mente è complice di questopiacere: le colline, le monta-gne, ora dolci ora scoscese,sono il territorio ideale per

avere fantastiche strade da per-correre in moto. Gorgo-glione nel tempo ha dato allaluce numerosi reperti archeo-logici, ora il suo territorio è di-ventato il “Texas d’Italia”, conla scoperta di importanti giaci-menti petroliferi. Un paesag-gio che offre grandi contrastitra natura incontaminata,campi coltivati dall’uomo,pozzi petroliferi, pale eoliche.Cirigliano, caratterizzato dal

Il lago artificiale di Monte Cotu-gno. Nella pagina precedente: ilparco eolico tra Guardia Perti-cara e Gorgoglione. Nelle pagine successive: Guar-dia Perticara è nell’elenco deiborghi più belli d’Italia ed è dive-nuto recentemente BandieraArancione.

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cinquecentesco castello, è pre-sidio slow food del salume ti-pico Pezzente della MontagnaMaterana, assolutamente daassaggiare, e sede di uno spet-tacolare parco avventura im-merso nei boschi delleDolomiti Lucane: un concen-trato di vertiginosi strapiombi,

lussureggiante vegetazione estrette gole scavate nella roc-cia. La massima espressione diquesto ambiente la possiamoapprezzare ancor di più neidue borghi di Pietrapertosa eCastelmezzano. Entrambi tra iborghi più belli d’Italia, hannola particolarità di essere colle-

gati da un cavo d’acciaio, incui cimentarsi in emozionantivoli imbracati e sospesi nelvuoto. Pietrapertosa, con isuoi 1.088 metri di altitudine,è il paese più alto della Basili-cata. Fu baluardo saraceno eporta con sé traccia dell’epocanel quartiere l’Arabata, con le

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caratteristiche abitazioni ag-grappate alla roccia, e nel for-tilizio eretto nel punto più altodelle rocce che sovrastano ilpaese, visitabile all’interno econ splendide viste dai cam -mi namenti superstiti. Inte res sa n ti da vedere la quat -tro centesca chiesa madre e il

convento di San Francesco,eretto nel 1470, con all’internosplendidi affreschi. Castel-mezzano, presidio normannofra l’XI e il XIII secolo, custo-disce i resti del suggestivo ca-stello, importante tappa lungoil cammino in Terra Santa, eporta con sé ancora oggi i

segni dei leggendari Templari.Sulla facciata laterale dellachiesa Santa Maria dell’Olmo èscolpita una croce templare aotto punte. Il borgo è inseritoin un contesto ambientale dirara bellezza: al tramonto,dalla piazza centrale, la caldaluce del sole lambisce le roccee l’illuminazione delle case edelle strade rendono Castel-mezzano un grazioso presepe.I più temerari, accordandosicon le guide, possono salire incima alle guglie d’arenaria tra-mite piccoli gradini intagliatinella roccia e godere dell’impa-reggiabile vista mozzafiato a360°. Itinerario di grande sug-gestione, tutto da guidare mache offre interessanti spunti dicarattere culturale, artistico,enogastronomico e la possibi-lità di dedicarsi alle avventurepiù emozionanti. Una Basili-cata che non delude mai il mo-toturista, capace di regalaregrandi soddisfazioni, dove ilviaggio diventa d’autore peresploratori del bello.

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Aliano, piccolo borgo arroccatosu un profondo costone d’argilla

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Percorso del gustoPezzente della montagna materanaGrottino di Roccanova D.O.C.Peperone di Senise I.G.P. Farina di mischiglioSambuco di Chiaromonte

Il Grottino di Roccanova è unaD.O.C. di recente istituzione. Nascenel 2009 in una piccola zona della

Val d’Agri. Particolarità del territoriosono le caratteristiche grotte-cantinescavate direttamente nel tufo, unichenel loro genere. È la creazione di unambiente che permette un’eccellenteconservazione e affinamento delvino. È un vino dalla fragranza tuttaparticolare, che si deve alle uve uti-lizzate per la sua produzione e al ter-ritorio particolarmente vocato allacoltivazione della vite. Per il biancosi impiegano i vitigni tipici, soprat-tutto Malvasia Bianca di Basilicata,Moscato e Trebbiano, mentre per ilrosso la quota maggiore è riservataal Sangiovese, seguito da CabernetSauvignon, Malvasia Nera di Basili-cata e Montepulciano. Il disciplinareprevede la seguente denominazioneper i vini: “Grottino di Roccanova”rosso, rosso Riserva, bianco, rosato.Il rosso deve avere una gradazioneminima di 12°, mentre il riserva di13° oltre ad un periodo di matura-zione del vino di almeno 36 mesi. Ladenominazione Riserva si presentacon un colore rosso rubino tendenteal granato, di profumo intenso e per-sistente, di sapore tipico, caratteri-stico, secco.

Grottino di Roccanova D.O.C.

Il peperone di Senise è una deno-minazione I.G.P., tutelato da unconsorzio per la salvaguardia e la

valorizzazione del prodotto. Le con-dizioni pedoclimatiche del territorio,unite alla tipologia del peperone, lorendono unico e molto interessanteper l’essiccazione. Questa avvieneper mezzo di esposizione indiretta airaggi del sole, appesa in luoghi ripa-rati e areati. Con la molitura del fruttoessiccato, si ottiene un eccellentepreparato per aromatizzare i salumi.Interi si utilizzano nella preparazionedi piatti tipici lucani tra cui i famosipeperoni “cruschi”, passati in oliobollente per quindici secondi e salati.Elenchiamo ora alcune delle caratte-ristiche che deve avere il prodotto:deve essere raccolto a maturazionecompleta, le bacche devono esseredisposte su teli di stoffa o su reti inlocali asciutti e ben areati, per al-meno 2-3 giorni, lontano dalla luce,i peduncoli devono essere infilati inserie con spago fine facendo inmodo che le bacche si dispongano aspirale angolata, l’una rispetto allasuccessiva, di circa 120°. Così fa-cendo si otterranno le caratteristiche“collane” o “serte”. Le “serte” de-

Peperone di Senise I.G.P.

Il Pezzente è una salsiccia ottenutadai secondi tagli e dagli scarti delmaiale, tipica della tradizione con-

tadina delle aree interne della Basili-cata. La ricetta la vuole preparata concarni provenienti da maiali allevatiallo stato brado nei boschi dellemontagne materane. La fase più im-portante della preparazione è l’amal-gama, fatto a mano, di un misto ditagli di carne triti con polvere di pe-perone dolce e piccante, finocchioselvatico, aglio fresco tritato e sale.Il nome “Pezzente” deriva dalla ne-cessità che i contadini avevano nelpassato di conservare a lungo lacarne e di non buttare gli scarti delmaiale. È in contrapposizione allasalsiccia “nobile”, fatta con i tagli mi-gliori del maiale.

Pezzente della montagna materana

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Èun piatto che risale a tempi an-tecedenti l’unità d’Italia ed è ti-pico della zona di Chiaromonte,

Fardella, Calvera, Teana. La pasta ve-niva preparata con un misto di farinadi legumi e cereali (fave, ceci, orzo,semola), condita con cacioricotta escaglie di peperone secco. Questotipo di preparato, ricco di legumi, co-stituiva un’alternativa alla solita pastaa base di semola. Il cacio e il pepe-rone coprono però il sapore delle fa-rine; quindi per esaltare il gusto dellapasta meglio un condimento a basedi pomodorino fresco, cotto per 15minuti circa, con l’aggiunta, a fine

Farina di mischigliovono essere esposte al sole e rima-nervi fino a quando il contenuto inacqua non si attesta sul 10-12%,successivamente dovranno essereriposte in locali arieggiati. I peperoni,terminata la fase di essiccazione, de-vono subire un trattamento in fornoper eliminare il residuo di umidità eagevolare la successiva molitura. Siottiene così un’accattivante polvererossa, dal gusto intenso, piccante odolce, della dimensione desiderata:da grossolana, utilizzata molto per isalumi locali, a quella finissima percondire verdure cotte o piatti preli-bati come la pasta con fagioli di Sar-coni, altro prodotto I.G.P. dellaBasilicata.

cottura, delle foglie di alloro fritte inolio di olive maiatiche delle calanchelucane. La farina di mischiglio si puòsuddividere in tradizionale, con cecibianchi, orzo e favino, o quella consolo fave, entrambe con l’aggiunta digrano tenero della varietà carosella egrano duro della varietà cappelli.Pasta già documentata nel tardo Ri-nascimento, rappresentava la pastadei contadini che non potevano per-mettersi l’acquisto della semola,assai cara per le loro tasche: ne met-tevano un poco nella preparazionedel mischiglio, giusto per avere quelminimo di glutine che serviva a te-nerla compatta. L’area, un tempomolto depressa, ha conservato latradizione fino agli anni ‘50, quandoil benessere ha fatto mettere nel di-menticatoio tutto quello che nel cibosapeva di povertà e indigenza. Fortu-natamente oggi assistiamo ad un re-cupero di questi sapori per la gioiadel nostro palato.

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La pianta del Sambuco comuneè un arbusto perenne e deciduo,molto vigoroso, caducifoglio. È

diffuso nelle zone incolte, nei luoghiruderali e anche nei centri abitati,lungo le siepi e i fossi, o nei boschiradi, dal livello del mare fino ad un’al-titudine di circa 1.500 metri. Al Sam-buco in passato si attribuivano poterimagici, contro i demoni e le streghe.Si presenta come una pianta alta finoa 10 metri, con tronco flessuoso esovente obliquo. Il fiore è un infiore-scenza a corimbo ombrelliforme dicolore bianco-giallastro. Si raccoglieda aprile a giugno, recidendo le in-fiorescenze alla base. I frutti sonodelle drupe violaceo-bluastre, lu-centi, con il succo di color violaceo,e si raccolgono tra agosto e settem-bre, usando gli stessi pettini utilizzatiper la raccolta dei mirtilli. Il sambucoracchiude in sé numerose proprietà:diuretiche, sudorifere, lassative, an-tireumatiche, antinevralgiche, emol-lienti. Con i fiori di sambuco, usatianche in liquoreria, si fa una grade-vole tisana che serve come rimedioper il raffreddore, l’influenza, latosse, l’asma, i reumatismi. I fruttimaturi contengono vitamina C, svol-gono azione diuretica e depurativa,antinevralgica e lassativa, e sono im-piegati soprattutto per la prepara-

Sambuco di Chiaromonte

Nelle Dolomiti Lucane un cavod’acciaio sospeso tra le vettedi due paesi, Castelmezzano e

Pietrapertosa, permette di vivereun’esperienza unica ed emozionante:il Volo dell’Angelo. Un metodo inno-vativo di fruire il patrimonio ambien-tale, lo svago che entra in contattocon la storia, con la scoperta di dueborghi di una ricchezza culturale,storico, artistico invidiabile. Legaticon tutta sicurezza da un’appositaimbracatura e agganciati ad un cavod’acciaio, si può provare l’ebbrezzadel volo e lanciarsi in una fantasticaavventura, unica in Italia e nel mondoper la bellezza del paesaggio e perl’altezza massima di sorvolo. Laprima tratta, detta di San Martino,parte da Pietrapertosa (quota di par-tenza 1.020 metri) e arriva a Castel-mezzano (quota di arrivo 859 metri)dopo aver percorso 1.415 metri, rag-giungendo una velocità massima di110 Km/h. La seconda, invece, per-metterà di lanciarsi da Castelmez-zano (quota di partenza 1.019 metri)e arrivare a Pietrapertosa (quota diarrivo 888 metri) toccando i 120Km/h su una distanza di 1.452 metri!

Volo dell’Angelozione di marmellate ad effetto legger-mente lassativo. Uno dei prodotti piùtipici ricavati dal sambuco è un li-quore ottenuto per infusione. Sitratta di un processo molto lungo, lacui tecnica è stata tramandata di ge-nerazione in generazione. Molti pas-saggi appartengono ai segreti cheogni prodotto unico conserva per lasua tipicità. Le fasi principali dellasua preparazione sono la raccolta deifiori fatta a mano, l’essiccazione incassette di legno all’aria per circa 30giorni, la macerazione dei fiori in al-cool per circa 90 giorni, l’elimina-zione dei fiori e travaso in altricontenitori di acciaio, la maturazionedell’infuso per altri 60 giorni, l’imbot-tigliamento. Dopo la maturazione sipresenta con un colore ambrato, dalgusto dolce, tipico liquore da des-sert. Per produrre la marmellata siprendono i frutti di sambuco, sischiacciano, si mettono in una cas-seruola a cuocere, a metà cottura siaggiungono 150 grammi di zuccheroper un chilogrammo di frutta. Si fini-sce la cottura rimestando continua-mente, si spegne il fuoco, si pone neivasi ancora calda, si lascia raffred-dare, si chiude il recipiente e si fasterilizzare.

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Notizie utili� Apt BasilicataVia del Gallitello 8985100 Potenza Tel. 0971507611www.aptbasilicata.it

� Pro Loco TursiPiazza S.Maria d’Anglona75028 Tursi (MT)Tel.0835500000 - [email protected]

� Pro Loco AlianoVia Stella 6575010 Aliano (MT)Tel. 0835568074www.aliano.it

� Pro Loco PietrapertosaVia della Speranza 15985010 Pietrapertosa (PZ)Tel. 0971983529 [email protected]

� Pro Loco CastelmezzanoPiazza Rivelli 85010 Castelmezzano (PZ)Tel 0971986020 - 3409544655www.prolococastelmezzano.itprolocodolomitilucane@hotmail.it

� Guida turisticaMaria Rocchina Martoccia Tel. 3493993713 [email protected]

� Volo dell’AngeloTel. 3456209640Biglietteria Castelmezzano: Tel. 0971986020Biglietteria Pietrapertosa: Tel. 0971983110www.volodellangelo.com

� Parco letterario “Isabella Morra”Piazza Carmine75029 Valsinni (MT)Tel. [email protected]

� Parco letterario “Carlo Levi”Via Martiri d’Ungheria 175010 Aliano (MT)Tel. [email protected]

� Lucania Outdoor ParkLocalità Acqua Furr75010 Cirigliano (MT)www.nuovaatlantide.com

� Azienda Agricola “Uccelli Francesco”Contrada Chianizzi 85038 Senise (PZ) Tel. 0973683937

� Pasticceria “Donadio”Via Calvario 785032 Chiaromonte (PZ) Tel. 0973571162

� Pastificio “Giuseppe Focaraccio” Via Don Fabio 1 Tel. 0973642364

� “Mulino Padre Covile di Arleo e Gioia”Contrada Padre Covile85030 Castronuovo di Sant’Andrea (PZ)Tel. 0973835343

� Azienda Agricola biologica “Graziano”Contrada S. Iorio85036 Roccanova (PZ)Tel. 3486951612

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Dove mangiare e dove dormire

� Hotel “Villa del Lago”Contrada Chianizzi 85038 Senise (PZ) Tel. 0973686735www.villadellago.it

� Azienda Agrituristica “Masseria Pinto”Contrada Scalpella km 8685012 Corleto Perticara (PZ)Tel. [email protected]

� Ristorante “Vecchio Mulino”Via Roma 8685010 Guardia Perticara (PZ)Tel. 0971964357www.vecchiomulinoristorante.it

per un viaggio più lungo, è un’ideaancora poco diffusa fra i motocicli-sti italiani. Eppure questa soluzionepuò rivelarsi ideale in molto situa-zioni. Pensiamo per esempio a chisi trova lontano dal luogo della va-canza e ha pochi giorni a disposi-zione, a chi preferirebbe evitarelunghi e noiosi trasferimenti auto-stradali, oppure a chi vorrebbesemplicemente provare per qualchegiorno una moto diversa dalla pro-pria. In occasione di questo viaggio cisiamo affidati all’azienda “Ren-tmoto” che, strategicamente dislo-cata a pochi chilometri da Foggia,permette di “visitare a noleggio”numerose località del sud Italia. Di-retta dal simpatico Giannicola, an-ch’esso appassionato mototurista,dispone di una flotta di moto re-

� Ristorante “La Taverna dei Benedettini”Via Diaz 785010 Guardia Perticara (PZ)www.latavernadeibenedettini.com

� Hotel “Il Ristoro di Cerellio”Via Fontana 22 75010 Cirigliano (MT)Tel. [email protected]

� Hotel “Le Costellazioni”Via della Stazione 185010 Pietrapertosa (PZ)Tel. 0971983035

Viaggiare a noleggio

Noleggiare una moto per un utilizzoturistico, durante un week-end o

Basilicata

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Percorso in motoFerrandina, Craco, Tursi, Valsinni, Senise, Chiaromonte, Roccanova, Aliano, Guardia Perticara, Gorgoglione, Cirigliano,Pietrapertosa, Castelmezzano.

centi e di svariate tipologie, tutteben tenute e accessoriate, dall’im-mancabile BMW GS, alla DucatiMultistrada fino alla supertourerBMW R1200RT. Ad esempio, inpoco più di un’ora di volo dalle cittàdel nord Italia, si può raggiungerel’aeroporto di Foggia e in breve lasede della “Rentmoto”, ed esseregià pronti per la propria vacanza.Oltre al noleggio, Rentmoto offreanche la possibilità di soggiornarepresso la vicina e graziosa strutturadell’agriturismo “Al Celone” e di as-saggiare le gustose e raffinate spe-cialità locali nell’attiguo ristorante.RentmotoTel. 3898310198www.rentmoto.it

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Estratto dalla rivista Mototurismo 198 - Marzo 2012 © Editrice L’Isola. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta senza permesso e citazione dell’editore.

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