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Formazione e lavoro:quanto vale il tuo capitale umano?

FORMAZIONE E LAVORO: QUANTO VALE IL TUO CAPITALE UMANO?

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NON IMPARARE ..COSTA Il lifelong learning e la formazione permanente come adulto è di vitale importanza per ognuno ma anche per le imprese e per il sistema Paese in cui viviamo.

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Formazione e lavoro:quanto vale il tuo capitale umano?

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Nei prossimi anni per navigare nel

mercato del lavoro è necessario tener

presente il trend e la domanda e

adottare lo sguardo lungo.

In questo terzo millennio la maggior

parte dei lavoro sarà sempre di più di

tipo intellettuale.Sapere è potere

quindi più possiedi conoscenza più

potrai vendere il tuo know-how e

guadagnare.

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L’effetto collaterale della

globalizzazione:il dejobbing

Nell’attuale crisi del mercato del

lavoro non solo in Italia ma in tutto

il mondo molti tipi di lavoro

tradizionale stanno sparendo e la

disoccupazione aumenta.

Non è solo una questione di crisi

temporanea di riduzione numerica

ma di una trasformazione dovuta

alle nuove tecnologie e ad esigenze

di ristrutturazione organizzativa

delle aziende per rendere più

efficiente la filiera produttiva o dei

servizi e per rimanere nell’arena

della competizione globale.

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IL PRINCIPIO 80/20 nel mercato del

lavoro

Nel XXimo secolo l’80% di tutti i tipi di lavoro

erano nel settore della manifattura e solo il

20% nel campo dei servizi

Oggi, nel XXIimo secolo la regola di Pareto

80/20 è ancora attuale ma esattamente

all’opposto.I servizi, secondo le

statistiche, sono la parte preponderante.

I tipi di lavoro, le tipologie di servizi,le persone

che li offrono sono uno scenario nuovo.

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Dal lavoro sicuro alle carriere

Una volta fare il proprio lavoro bene era

sufficiente per assicurarsi il posto per

anni,avanzamenti e promozioni…

Nel prossimo futuro con tutta probabilità

ognuno dovrà cambiare il proprio percorso di

carriera ( non le tipologie di lavoro) più volte

prima della pensione.

In altre parole,la sicurezza del lavoro sarà una

responsabilità individuale che deriva da un

processo in progress di costruzione e

adattamento creativo più che dalle garanzie

del posto fisso che può dare una azienda

Le carriere assomiglieranno più ad una rete

da gestire che ad una scala sulla quale salire.

I vari tipi di lavoro saranno più

temporanei,legati ad un

progetto,cooperativi,frutto di un

lavoro in team dove i vari

componenti potrebbero lavorare in

posti o paesi diversi come

freelancer, mobili (il know how si

sposterà col lavoratore più che con

l’organizzazione).

I knowledge workers saranno

una nuova tipologia di lavoratori

che lavoreranno soprattutto nel

campo informatico e dei servizi

Già ora il lavoratore che lavora nel

campo manifatturiero deve

possedere sempre nuove

competenze.

E dal punto di vista economico?

Più che un unico salario vi saranno

diverse entrate frutto di questo

lavoro-puzzle.

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UNA ECONOMIA PIÙ CREATIVA

La nuova economia enfatizza sempre più la

capacità creativa del singolo.

E’ stata etichettata ‘right brain’ poiché

l’emisfero destro del nostro cervello ha la

capacità di percepire in modo globale e

analogico a differenza di quello sinistro

dominante nel vecchio tipo di economia

caratterizzata dalla logica e dalla tecnologia.

Secondo l’economista Rolf Jensen, (autore

del libro ‘La Dream Society’-Audino

editore) già alla fine degli anni ‘90 era in

atto una transizione:dalla società

dell’informazione a quella della narrazione

che evoca immagini.

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IL LAVORO NEL FUTURO? VENDERE SOGNI

L’ex ministro Tremonti diceva che “con la cultura non si mangia”.

In effetti è proprio quello che accadrà in futuro dove si mangerà solo inventando storie

e vendendo sogni.Internet diventerà il punto d’appoggio di nuovi business.

Rolf Jensen nel suo libro sostiene che saranno proprio i prodotti capaci di incarnare un

sogno,di raccontare una storia credibile che faranno successo.

Un prodotto,infatti, non verrà acquistato tanto per la sua qualità o bisogno di base ma

perché sarà in grado di suscitare sentimenti, emozioni ,pensieri razionali positivi.

Le 6 nicchie di mercato che Jensen ipotizza

sono:

♣il mercato delle avventure

♣il mercato dello stare

insieme(amicizia,amore…)

♣il mercato del benessere e della cura di sé

♣il mercato della identità ( chi sono Io?)

♣il mercato del benessere mentale (sicurezza)

♣il mercato delle convinzioni( avere le

opportunità per dimostrarle)

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La Società dei sogni avrà bisogno quindi di

creatori di storie, di chi lavorerà sull’immaginario

collettivo del consumatore per rendere appetibile

un qualsiasi prodotto uguale a tanti altri. Saranno i

narratori (scrittori, drammaturghi e sceneggiatori)

che, dopo decenni di frustrazioni, troveranno così

finalmente il modo di conciliare sogni, arte e

produttività.

Dopottutto raccontare storie è una abitudine che

risale all’antichità e tutti noi da bambini siamo stati

affascinati da qualcuno che ci raccontava una

storia.

If we limit ourselves to thinking in terms of realities,facts

and knowledge we have got the future all wrong because it

is made not of certainties,but of dreams.The future does not

exist in the physical world but is present in our thoughts

and dreams only….. The strict scientific model of logic is a

trap that prevents us from looking ahead.”Rolf Jensen

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NUOVI RUOLI,NUOVE COMPETENZE

La rapida trasformazione del mercato del

lavoro richiede una riconversione dinamica per

apprendere sempre nuove competenze. La

conoscenza è il centro attorno al quale

ruotano la creatività,le capacità di comunicare

e le proprie qualità personali più che il classico

pezzo di carta.

La società informatica della intelligenza

artificiale lascerà posto alla società dove il

fattore umano,i talenti,le emozioni saranno al

centro.

Le emozioni e i sentimenti non si possono

informatizzare.

Più la tecnologia è intorno a noi più c’è

bisogno del tocco umano John Naisbitt studioso e futurologo autore di ‘MindSet il

Segreto del Futuro’

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Nell’area Europa il 75% dell’occupazione si

concentrerà nel settore terziario e saranno

richiesti profili professionali con una alta

intensità di conoscenza e competenze

tecniche,lavoro che richiederanno nuove

competenze e continua formazione anche nei

ruoli più elementari.

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Le previsioni per l’Italia del CEDEFOP per il 2020 non sono certo rassicuranti.

La forza lavoro è più vecchia e meno qualificata rispetto a quella degli altri paesi.

L’Italia sarà il Paese (con il Portogallo) col più alto numero di forza di lavoro con un livello

basso di qualificazione (37,1% /media UE 19,5%).

Questo significa che,se non si cambia marcia e vision,il rischio è di rimanere al palo per

quanto riguarda lo sviluppo e la capacità di competere poiché mancheranno profili tecnici

e specialistici in molti campi.

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UN PAESE VULNERABILE

Il capitale umano dell’Italia paga il grave ritardo

di scolarizzazione degli anni ’50 e ’60.Qualcosa

è migliorato rispetto ai nostri genitori e nonni

nei risultati ma c’è ancora molta strada da

percorrere per tenere il passo con i progressi

di altri paesi con cui deve necessariamente

misurarsi.

Nei paesi OCSE, il 21% degli individui 25-

34enni (che saranno i 35-44enni del prossimo

decennio) è poco qualificato, mentre In Italia

risulta essere poco qualificato quasi il 32% degli

individui di quella fascia di età Per di più, se

dovesse verificarsi un qualche aumento della

forza lavoro, l’Italia dovrebbe necessa-riamente

ricorrere alla forza lavoro degli immigrati

checché ne dicano leghisti e affini.

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Non imparare..costa

Le conoscenze divengono

vecchie rapidamente, le

competenze devono essere

anch’esse costantemente

aggiornate, molte attività

professionali sono in

cambiamento come anche

molti mercati e un numero

innumerevole di prodotti e

servizi stanno vivendo una fase

di profonda

innovazione soprattutto grazie

alle moderne tecnologie.

Occorre fare regolarmente un

tagliando proprio come si fa

con la propria auto

per mantenerla al top della

performance.

Gestire la propria carriera significa

prendersi cura del proprio sviluppo

personale,imparare ad usare le nuove

tecnologie e aggiornare il bagaglio di

competenze organizzative,comunicative oltre a

curare la capacità di lavorare in gruppo.

Non investire nella propria istruzione e

formazione anche dopo l’istruzione che

fornisce il percorso scolastico ha un

costo molto alto a livello individuale

L’orizzonte che si parerebbe davanti è fatto di

precarietà,insicurezza,ricattabilità e esclusione.

L’altra faccia della medaglia è il costo

economico che riguarda tutto il sistema

paese,costo che si coniuga con scarso sviluppo

e poca innovazione.

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Il lifelong learning, e la formazione permanente come adulto è di vitale importanza per ognuno ma anche per le imprese e per il sistema Paese in cui viviamo.

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Cosa fare?

Il primo step è sempre la volontà di

ciascuno a migliorarsi a livello

culturale e professionale,a investire

nella propria formazione non solo

per avere migliori opportunità

economiche ma anche più

soddisfazione nel mettere a frutto i

propri talenti e le proprie

potenzialità.

L’aggiornamento passa dalla lettura

di libri e riviste generaliste e del

settore professionale che ti

interessa,nel partecipare a corsi e

seminari,nel cercare in rete

informazioni,documenti e notizie e

non meno importante

nel viaggiare,nel confrontarsi con

altri punti d vista, altri approcci e

differenti culture.

Occorre investire.

Spendere per la propria crescita personale e

professionale è un investimento con un suo

ROI (Retun On Investment)cioè un risultato in

termini di guadagno monetario e personale a

fronte di un capitale investito.

Quanto investire?

L’investimento deve essere calcolato in

proporzione alle proprie entrate.

Come una azienda puoi investire una certa

percentuale dei tuoi guadagni mensili o annuali

in formazione e aggiornamento.

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LA FORMAZIONE IN ITALIA

in Italia le istituzioni che dovrebbero

occuparsi della formazione e educazione

permanente sono ,a livello nazionale,quattro

ministeri : Lavoro, Istruzione,Funzione

Pubblica, Welfare.Questi dovrebbero

lavorare in sinergia con istituzioni regionali e

locali.

Dovrebbero..perché spesso il

coordinamento è scarso e la confusione

regna per colpa della burocrazia,per

mancanza di chiarezza su chi concretamente

debba finanziare e gestire la formazione.

E’ necessario offrire agli italiani adulti un

ampio ventaglio di proposte formative e

educative,

per venire incontro ai differenti bisogni,da

parte da parte della scuola tradizionale e di

istituzioni come le università della terza

età,università popolari,associazioni o,usando

la rete,corsi FAD per la formazione a

distanza

alcuni link che riguardano vari tipi di

formazione

università popolari italiane

università popolare di Milano è stata decretata dal MIUR per il rilascio di

Lauree con Valore Legale nel territorio Italiano.

università terza età

piattaforma Nettuno

progetto TRIO formazione on-line

guida alla formazione in Italia

ENAIP formazione professionale in

varie regioni

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Il quadro europeo delle qualifiche EQF E’ costruito su 8 livelli